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Cosa vedere a Taranto: il fascino della Città dei due mari

Affacciata tra due specchi d’acqua, Taranto è una città sospesa tra mito e storia, tra vento salmastro e secoli di civiltà. Non è solo un capoluogo pugliese affacciato sull’azzurro del Mediterraneo, ma un luogo che conserva nel suo DNA l’impronta dei grandi imperi che l’hanno attraversata. Viene spesso chiamata la Città dei due mari, per la particolare posizione geografica tra il Mar Grande e il Mar Piccolo, ma è anche nota come la Città spartana, l’unica colonia fondata dagli Spartani al di fuori della Grecia.

Fare tappa qui significa intraprendere un viaggio nei secoli, al cospetto di templi dorici, castelli aragonesi, necropoli antiche e chiese barocche, ma anche lasciarsi sorprendere da architetture moderne che si riflettono sull’acqua.

8 cose da vedere a Taranto

Taranto, insomma, è un racconto da vivere, una città che parla con la pietra, il vento e il mare. Ogni angolo custodisce una storia e ogni scorcio è una finestra aperta su un passato affascinante.

1. Il Castello Aragonese

Appena si arriva sull’isola del centro storico, non si può non rimanere colpiti dalla maestosità del Castello Aragonese, noto anche come Castel Sant’Angelo. La posizione strategica, all’estremo lembo della Città Vecchia, ne svela subito la funzione difensiva. Le sue origini risalgono addirittura al periodo bizantino, intorno al IX secolo, quando si avvertiva la necessità di proteggersi dagli attacchi provenienti dal mare. Le torri originarie erano alte e snelle, perfette per respingere gli assalti con ogni mezzo possibile: dalle frecce alle pietre, fino all’olio bollente.

Ma è nel Quattrocento che il castello assume l’aspetto che conosciamo oggi. Ferdinando II d’Aragona, sovrano cattolico, ne promosse l’ampliamento, rendendolo una fortezza ancora più imponente, con ben sette torri, tra cui il celebre Rivellino, progettato per garantire una via di fuga sicura in caso di assedio.

2. La Città Vecchia di Taranto

Sospesa nel tempo, la Città Vecchia è l’anima autentica di Taranto. Un labirinto di vicoli, stradine strette e tortuose, cortili e piazzette che si estendono su un’isola collegata alla terraferma da due ponti: il Ponte di Pietra e il Ponte Girevole.

Tra un murales colorato e una chiesa barocca, si scorgono ristorantini nascosti e botteghe che resistono al tempo. E proprio qui, a pochi passi dal Palazzo di Città, si ergono due antiche colonne doriche: sono ciò che rimane del Tempio di Poseidone, costruito prima ancora dei templi di Paestum e Siracusa.

3. La Chiesa di San Domenico Maggiore

Lungo via Duomo, nel cuore pulsante del borgo antico, si apre la facciata sobria ma affascinante della Chiesa di San Domenico Maggiore. A distinguerla all’istante è la scalinata a forbice che sembra invitare il visitatore a salire.

La chiesa, per secoli sede della Confraternita dell’Addolorata, custodisce uno dei simboli più amati dai tarantini: la statua della Madonna dell’Addolorata, che ogni giovedì santo percorre in processione le strade della città, in un rito sentito e suggestivo. L’interno, con altare barocco, racconta la devozione profonda che lega la comunità al suo passato spirituale.

4. Il Ponte Girevole

Il moderno Ponte Girevole a Taranto

Fonte: iStock

Veduta del Ponte Girevole

È impossibile pensare a Taranto senza evocare il celebre Ponte Girevole, che fin dal 1887 unisce il borgo antico al borgo nuovo. Non è solo un’infrastruttura, ma un simbolo dell’identità tarantina. Lungo quasi 90 metri, un tempo si apriva grazie a un meccanismo manuale di leve e perni che consentiva il passaggio delle navi militari verso l’Arsenale.

Oggi, modernizzato con un sistema elettrico, continua a stupire ogni volta che si apre, dividendo le due sponde come per magia. Attraversarlo a piedi è un “piccolo rito” per chiunque voglia immergersi nella vita quotidiana della città, ascoltando il fruscio del mare e il passaggio delle imbarcazioni sottostanti.

5. La Cattedrale di San Cataldo

Nel centro della Città Vecchia, la Cattedrale di San Cataldo si impone con la sua presenza solenne: è la più antica cattedrale della Puglia, risalente al X secolo, costruita su fondamenta ancora precedenti. L’interno, a tre navate, è un viaggio nel tempo: dal nucleo bizantino originale alle trasformazioni successive che l’hanno arricchita di elementi romanici e barocchi.

La facciata settecentesca, dall’eleganza sobria, anticipa l’atmosfera raccolta dell’interno, dove riposano alcune delle figure più importanti del passato cittadino. Il vecchio campanile normanno non esiste più, distrutto da un terremoto nel 1400, ma la memoria della sua esistenza è ancora viva tra le pietre e nei racconti.

6. Il Museo Archeologico Nazionale

Per comprendere fino in fondo la grandezza di Taranto, non si può prescindere da una visita al Museo Archeologico Nazionale. Al suo interno, ospitato nell’antico convento dei Frati Alcantarini, si dispiega un patrimonio archeologico di straordinaria importanza. Il primo piano accoglie reperti del passato greco, romano e bizantino della città, tra anfore, monete, statue e gioielli che testimoniano la ricchezza e la raffinatezza della Taranto antica.

Il secondo piano, più recente, svela invece le origini più remote del territorio, con reperti risalenti al Neolitico. Una sezione speciale è dedicata alla storia della città, in un percorso affascinante che accompagna il visitatore dagli insediamenti preistorici fino al IV secolo a.C.

7. Le Necropoli greco-romane

Sotto la superficie di Taranto si nasconde un’altra città, fatta di silenzi e di memoria: è quella delle necropoli greco-romane. Sparse in vari punti dell’abitato moderno, le aree archeologiche raccontano molto del rapporto che gli antichi avevano con la morte e l’aldilà.

La necropoli di via Marche, le tombe di via Umbria e di via Sardegna, fino alla celebre Tomba degli Atleti di via Francesco Crispi, sono state oggetto di importanti scavi che hanno riportato alla luce oltre 160 sepolture. Ogni tomba custodisce un mondo: corpi deposti in posizione fetale, urne cinerarie, oggetti quotidiani, monili e vasellame, tutto pensato per accompagnare i defunti nel loro ultimo viaggio.

8. La Concattedrale Gran Madre di Dio

E infine, a ricordarci che Taranto non vive solo nel passato ma guarda anche al futuro, c’è la Concattedrale Gran Madre di Dio. Nel Borgo Nuovo, è un esempio di architettura religiosa moderna, concepita negli Anni Settanta con uno stile che rompe ogni schema. Dall’esterno, la chiesa appare come una vela spiegata, una struttura leggera e ariosa in acciaio e cemento che si riflette sull’acqua, simbolo di spiritualità proiettata nel tempo presente.

All’interno, l’atmosfera è altrettanto essenziale, quasi minimalista: niente affreschi, niente cupole barocche, ma pareti traforate che lasciano filtrare la luce.

Cosa fare a Taranto: esperienze da vivere

Limpido mare a Marina di Pulsano, Taranto

Fonte: iStock

Il mare cristallino di Marina di Pulsano

Scoprire Taranto è anche un invito a lasciarsi coinvolgere da esperienze autentiche, che permettono di entrare in contatto con la natura, il mare e le tradizioni più radicate di questo angolo di Puglia.

Che siate amanti della biodiversità, appassionati del mare oppure in cerca di emozioni, Taranto ha molto da offrire. Ecco tre esperienze che vale davvero la pena vivere.

Visitare la Riserva Naturale “Palude La Vela”

Poco lontano dal centro abitato, sulle sponde quiete del Mar Piccolo, si cela un angolo di natura ancora selvaggia e preziosa: la Riserva Naturale “Palude La Vela”, tutelata e gestita dal WWF di Taranto, uno degli ecosistemi più variegati della zona, dove acqua dolce e salmastra si incontrano creando un habitat perfetto per una fauna straordinaria.

Tra i canneti che ondeggiano nel vento e le pinete spontanee, si possono scorgere uccelli affascinanti come le cicogne, i fenicotteri e i falchi pescatori. E non mancano i rettili, come le tartarughe palustri e qualche vipera ben nascosta tra l’erba alta, oltre a piccoli mammiferi come scoiattoli, arvicole e topi quercini.

La sensazione, mentre si cammina lungo i sentieri immersi nella vegetazione o si osservano gli uccelli dai capanni per il birdwatching, è quella di essere entrati in una dimensione parallela, dove tutto è più silenzioso, lento, autentico.

Godersi il mare d’estate

Taranto d’estate ha il profumo del sale sulla pelle, il suono delle onde che accarezzano la riva e quella luce intensa che sembra disegnare il paesaggio a ogni ora del giorno. Quando il sole splende alto, non c’è niente di meglio che raggiungere le spiagge della zona, veri e propri gioielli incastonati lungo la costa ionica.

La Spiaggia di Lido Silvana, forse la più conosciuta, è un piccolo paradiso per chi ama la sabbia fine e l’acqua limpida. Ma anche la spiaggia di San Vito, frequentata soprattutto dai tarantini, ha un fascino tutto suo, più riservato e genuino. E ancora Chiatona, ideale per chi desidera un angolo tranquillo dove lasciarsi cullare dalle onde.

Proseguendo verso sud, la costa regala scenari da cartolina: Marina di Pulsano e Marina di Lizzano incantano con dune morbide, mare trasparente e sabbia chiara, perfette per lunghe giornate al sole o per nuotate rilassanti. E se si vuole andare ancora oltre, ecco Campomarino, immerso nella macchia mediterranea, e San Pietro in Bevagna, dove l’acqua è così limpida da sembrare una piscina naturale.

Avvistare i delfini

In pochi luoghi al mondo il legame tra uomo e mare è così profondo come a Taranto. E a ricordarlo, in modo simbolico e potente, c’è il delfino, animale da sempre protagonista dello stemma cittadino e legato al mito della fondazione stessa della città.

Oggi quel legame continua a vivere anche grazie a un progetto straordinario: la Jonian Dolphin Conservation. L’associazione si occupa da anni di monitorare, studiare e proteggere i cetacei che abitano le acque del Golfo di Taranto. Ma soprattutto, rende possibile per chiunque un’esperienza unica: salire a bordo del catamarano Taras e partire per una vera e propria spedizione scientifica in mare aperto.

Durante le escursioni, si possono osservare da vicino i delfini nel loro habitat naturale. Nuotano liberi, giocano tra le onde, accompagnano la barca in un silenzioso spettacolo che commuove e stupisce. A volte compaiono anche altre specie marine, così da rendere il viaggio ancora più sorprendente.

Come arrivare

Raggiungere Taranto è semplice, sia che si scelga di viaggiare in treno che in auto. I collegamenti ferroviari la uniscono alle principali città del sud Italia: è possibile arrivare da Bari, Brindisi o dalla Calabria, grazie alle linee ferroviarie ionica e adriatica che servono quotidianamente la stazione.

Per chi preferisce l’auto, l’Autostrada A14 rappresenta la via principale. Chi proviene dal nord può uscire allo svincolo di Massafra e proseguire in direzione Taranto. Anche la rete delle strade statali offre soluzioni comode e ben collegate: la S.S. 106 Ionica accompagna lungo il versante calabrese, la S.S. 100 arriva direttamente da Bari e la S.S. 7 Appia consente un collegamento diretto con Brindisi.

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La maestosa Amerigo Vespucci fa tappa a Crotone (ma le prenotazioni sono sold out)

L’Amerigo Vespucci, la “nave più bella del mondo”, fa tappa a Crotone, dove arriverà il 23 e il 24 aprile 2025. C’è grande attesa per il veliero a motore e nave scuola più antica della Marina Militare Italiana attualmente in tour nelle diverse città nostrane: è già approdata a Trieste, Venezia, Ancona, Ortona, Brindisi e Taranto. Dopo Crotone, salperà per i porti di Porto Empedocle, Reggio Calabria, Palermo, Napoli, Cagliari, Gaeta, Civitavecchia e Livorno, terminando il suo viaggio a Genova.

È una nave maestosa che, in occasione del tour, può essere visitata gratuitamente dai fortunati che riescono a prenotarsi in tempo. La tappa di Crotone, infatti, è andata subito sold out in poche ore.

L’Amerigo Vespucci a Crotone

La Nave Scuola Amerigo Vespucci è il più antico veliero in servizio della Marina Militare Italiana, inaugurata il 22 febbraio 1931. Dopo la tappa di Taranto, arriverà nel porto di Crotone il 23 e il 24 aprile 2025 e, chi è riuscito a prenotarsi, potrà salire a bordo gratuitamente, scattare delle foto e visitarla in autonomia. Le visite al pubblico sono previste in data 23 aprile, dalle 15:00 alle 20:00, per le quali è consigliato indossare scarpe comode, mentre non sono ammesse scarpe aperte o con il tacco.

Non sono consentiti passeggini o carrozzine, anche gli animali non sono permessi, mentre i cani di piccola taglia possono essere portati solo in braccio. Crotone non è l’unica tappa calabrese, in quanto la nave approderà il 5, 6 e 7 maggio anche a Reggio Calabria, mentre a Scilla sosterà al largo e potrà essere ammirata solamente in mare.

Cosa aspettarsi durante le visite dell’Amerigo Vespucci

Non è la prima volta che l’Amerigo Vespucci arriva a Crotone: in passato, approdò in questo porto nel 1996. Durante le visite del Tour Mediterraneo, avrete l’opportunità unica di scoprire da vicino il veliero che si occupa dell’addestramento e della formazione degli allievi dell’Accademia Navale e altre scuole della Marina, oltre che della salvaguardia e tutela del patrimonio naturale e dell’ambiente marino. Non a caso collabora con l’UNICEF e con il WWF.

Una volta saliti a bordo, esplorerete l’interno della nave, scoprendo le cabine degli ufficiali, i ponti e gli strumenti di navigazione storici. Potrete approfondire la storia e le missioni dell’Amerigo Vespucci e ammirare l’artigianato navale che rende questo veliero un simbolo di eccellenza italiana nel mondo. La visita della Vespucci non è guidata, ma i membri dell’equipaggio saranno felici di rispondere a tutte le domande lungo il percorso.

Come prenotare e visitare gratis l’Amerigo Vespucci

Come scritto anche in precedenza, le visite a bordo dell’Amerigo Vespucci sono gratuite, ma è necessario prenotare con anticipo e velocemente perché vanno subito sold out. L’unico sito dal quale prenotare il proprio posto, per un massimo di quattro persone, è quello ufficiale della nave. Se siete interessati alle prossime tappe, consigliamo di seguire i canali social per conoscere l’apertura delle prenotazioni e le altre novità.

Oltre a poter accedere alla nave, il biglietto vi permetterà di entrare nel Villaggio IN Italia allestito in ogni tappa, che completa l’offerta culturale con esposizioni tematiche e laboratori interattivi.

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Murgia Tarantina: un paesaggio tra storia, natura e meraviglia rupestre

La Murgia Tarantina si estende come una sinfonia silenziosa di pietra e vento nella provincia di Taranto ed è uno straordinario complesso collinare che rappresenta il proseguimento orientale dell’altopiano murgiano, spingendosi verso la valle d’Itria e fino all’arco ionico, attraversando un paesaggio che è sia antico sia sorprendentemente vivo.

A nord-ovest del capoluogo si snodano le linee dei comuni di Laterza, Ginosa e Castellaneta, mentre verso est si affacciano i profili dolci di Martina Franca, Crispiano, Montemesola e Grottaglie. Ancora più a sud, si susseguono i piccoli centri delle serre, tra cui Roccaforzata, Faggiano, San Giorgio Ionico, Carosino, Lizzano, Fragagnano, fino ad Avetrana, quasi al confine con la provincia di Lecce.

Il territorio è suddiviso in due grandi aree orografiche: da un lato le colline centro-occidentali, più alte e scoscese, dall’altro le alture più miti dell’area centrale e orientale. Martina Franca custodisce i rilievi più elevati: il Monte Sorresso raggiunge i 524 metri, seguito da Monte Trazzonara e Monte Fellone, entrambi oltre i 400 metri. Nella zona delle serre, invece, il paesaggio si fa più dolce ma non meno interessante, con colline che sfiorano i 100 metri come Monte Bagnolo, Monte Santa Sofia, Monte dei Diavoli e Monte Specchiuddo.

Le gravine, profonde spaccature carsiche nel terreno, si svelano come l’anima più autentica della Murgia: spazi scavati dal tempo nell’anima della pietra, dove la natura ha disegnato canyon spettacolari e l’uomo ha trovato rifugio fin dalla preistoria. Un ecosistema variegato e affascinante, che conserva il respiro delle civiltà rupestri, la forza dell’erosione e la bellezza selvaggia delle grotte e delle gole.

I borghi più suggestivi da visitare nella Murgia Tarantina

Tra canyon spettacolari e distese di ulivi, la Murgia Tarantina custodisce borghi che sembrano dipinti nel paesaggio.

Luoghi dove la pietra racconta storie millenarie e ogni angolo svela un tesoro nascosto. Dal fascino selvaggio delle gravine alle piazze accarezzate dal sole, scopriamo insieme alcune perle.

Palagianello, il villaggio nella roccia

Appollaiato sulla sua gravina, Palagianello è un borgo d’origine rupestre il cui centro si sviluppa come un villaggio scolpito nella roccia, articolato su più livelli fin dal Medioevo.

Al centro del paese, l’imponente Castello del XVI secolo (voluto dalla famiglia Domini Roberti) domina il paesaggio, mentre ai suoi piedi una strada tortuosa conduce alla Chiesa della Madonna delle Grazie che conserva i resti di un’antica cripta e porta con sé la memoria del crollo degli Anni Settanta, testimoniato dal restauro della facciata.

Le vie rinascimentali si aprono dalla Porta dell’Orologio e portano fino alla Chiesa di San Pietro, nel cuore di un borgo che pare sospeso nel tempo.

Mottola, la città bianca delle grotte sacre

Mottola, la città bianca delle grotte sacre

Fonte: iStock

Particolare del centro storico di Mottola

Austera e candida, Mottola è un piccolo scrigno di pietra bianca. Il quartiere Schiavonia, nucleo medievale del borgo, è interamente costruito sulla roccia, con le stradine lastricate e piazze segrete.

La Chiesa ex-Cattedrale, in stile romanico-pugliese, con il campanile del Trecento e un magnifico rosone, è uno dei tesori architettonici, ma ciò che rende Mottola davvero unica sono le sue chiese rupestri: le Grotte di Dio.

Tra queste, la Chiesa di San Nicola (soprannominata la Cappella Sistina della civiltà rupestre) mostra affreschi e stratificazioni artistiche che raccontano secoli di spiritualità e arte popolare.

Grottaglie, dove l’argilla diventa arte

Adagiata sulle pendici delle Murge, Grottaglie è famosa per l’antica tradizione della ceramica. Nel quartiere delle botteghe artigiane, la terra prende forma e colore nei laboratori scavati nella roccia, dove il fuoco dei forni continua a modellare vasi, piatti e sculture.

Ma il borgo è anche storia e bellezza architettonica: la Chiesa matrice, costruita tra XI e XII secolo, affascina con la facciata trecentesca, il portale romanico e l’altorilievo dell’Annunciazione, mentre il Castello, con le successive ristrutturazioni, racconta il passato feudale.

Oggi, i muri di Grottaglie sono anche un’esplosione di colori grazie ai murales di Paolo Carriere, che ha dato vita a una galleria urbana di personaggi dei cartoni animati.

Martina Franca, il salotto barocco tra le colline

Martina Franca, arroccata su un’altura a 400 metri, è un vero e proprio museo a cielo aperto: le stradine conducono a palazzi eleganti, chiese barocche, portoni scolpiti e scorci da cartolina.

La città conserva con orgoglio un patrimonio culturale e gastronomico che affonda le radici nella tradizione. Oltre al fascino del centro storico, è infatti celebre per i prodotti agroalimentari: salumi, formaggi, olio e vino raccontano la passione degli artigiani locali e il legame profondo con la terra.

Laterza, balcone sulle gravine d’Europa

Laterza e il canyon nel parco naturale Terra delle Gravine

Fonte: iStock

Paesaggio della città sul canyon nel parco naturale Terra delle Gravine

A strapiombo sul canyon più imponente d’Europa, Laterza domina la sua gravina con fierezza. La gola spettacolare, lunga 12 chilometri e larga fino a 500 metri, è il regno della macchia mediterranea, tra silenzi e vasti orizzonti.

È il punto di partenza ideale per andare alla scoperta dell’Oasi Lipu e affrontare il sentiero escursionistico che scende nel cuore della gola, un cammino di 7 chilometri immersi nella natura, tra pareti scoscese e la forza dell’acqua che ha scolpito le pietre per millenni.

Castellaneta, tra dune, cinema e storia

Tra mare e colline, il borgo di Castellaneta, noto per aver dato i natali a Rodolfo Valentino, il famoso attore del cinema muto, conserva nel centro storico architetture medievali, vicoli intricati e un’atmosfera autentica.

Il Duomo barocco dal soffitto ligneo, e i palazzi nobiliari come il Vescovile e il Catalano arricchiscono la visita.

Castellaneta Marina, nella pineta di Bosco Pineto, disegna un contrasto perfetto: dune, sabbia fine e mare cristallino la rendono una delle mete più amate della costa ionica.

Crispiano, la terra delle cento masserie

A Crispiano la Torre Mininni, residenza ottocentesca dall’aspetto nobiliare, domina il paesaggio con la sua elegante scalinata. Le chiese, come quella ottagonale di San Francesco d’Assisi, la Chiesa Vecchia di Santa Maria o la Madonna della Neve, coniugano arte e devozione in uno stile che fonde elementi ionici, romanici e liberty.

Nella Gravina Vallone si cela un gioiello del passato: l’Abbazia di Santa Maria di Crispiano, fondata su una cripta scavata nel tufo e impreziosita da affreschi medievali, dove ammirare una mostra permanente di presepi artigianali, un incanto per grandi e piccoli.

Il Parco della Terra delle Gravine

Nel cuore della provincia di Taranto si estende il Parco Naturale Regionale Terra delle Gravine, istituito nel 2005. Un mosaico di canyon, vegetazione mediterranea e antichi insediamenti che abbraccia i territori di Laterza, Ginosa, Castellaneta, Mottola, Palagianello, Palagiano, Massafra, Crispiano, Statte, Montemesola e Grottaglie.

Il parco è un viaggio nel tempo e nello spazio. Le gravine (vere e proprie gole scavate dall’acqua nei millenni) sono tanto differenti quanto ammalianti. Alcune, più piccole, conservano le tracce della presenza umana sin dal Paleolitico, altre, come quella di Laterza, impressionano per la loro vastità: 200 metri di profondità, 400 di larghezza, e un ecosistema popolato da falchi, poiane, civette e pipistrelli.

La Gravina di Ginosa avvolge il borgo con la sua forma a ferro di cavallo e le sue pareti ospitano grotte, case rupestri e chiese scavate nella roccia, che ne fanno un sito storico e naturalistico di primaria importanza. La Gravina Grande di Castellaneta, invece, si snoda tra anse e pareti verticali, e rivela un passato punteggiato da insediamenti rupestri, pitture murali e reperti archeologici.

Infine, la Gravina di Petruscio, nel territorio di Mottola, è una delle più spettacolari: lunga circa 4 chilometri, cela un villaggio rupestre che sembra una città verticale. Oltre duecento grotte artificiali disposte su più piani, collegate da cunicoli e scale nella roccia, rievocano un’antica vita pastorale, dura e ingegnosa.

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L’Amerigo Vespucci arriva a Taranto e puoi visitarla gratis

L’amatissimo veliero della Marina Militare Italiana conosciuto con il soprannome di “nave più bella del mondo” sta facendo un incredibile tour del Mediterraneo. Nel 2025, dopo aver attraversato cinque continenti con tappa in 30 Paesi e 35 porti, è tornato in Italia e ha iniziato le tappe da Trieste toccando poi Venezia e altre località. Dal 16 al 22 aprile è il turno di Taranto: la città pugliese ospiterà alcuni eventi e l’opportunità di salire a bordo gratis. L’esperienza è assolutamente da non perdere.

L’Amerigo Vespucci a Taranto si può visitare gratuitamente

Il tour del Mediterraneo dell’Amerigo Vespucci con visite gratuite continua: dal 16 al 22 aprile la nave della Marina Militare Italiana arriva a Taranto e, con prenotazione online, è possibile salire a bordo scoprendo le meraviglie di quella che è soprannominata la nave più bella del mondo. Consigliamo però di tenere sotto controllo il sito ufficiale dell’iniziativa: il maltempo che si sta per abbattere sulla Penisola coinvolge la regione Puglia e per questo motivo il programma potrebbe cambiare.

Tra gli eventi da non perdere durante la tappa a Taranto ci sono:

  • Imbroccamento dei pennoni. Il 17 aprile di mattina a bordo della nave si simboleggerà il lutto per la Passione di Cristo;
  • Eventi serali 17 aprile. Celebrazione della Santa Messa in “Coena Domini” nella Cappella San Leonardo al Castello Aragonese e dalle ore 21 la tradizionale visita della confraternita del Carmine sul ponte principale della nave;
  • Consegna dei premi agli studenti vincitori del concorso “Il mare è…”, incentrato sulla Giornata del Mare e dedicato al mondo subacqueo;
  • Proiezione del film “Il Comandante” presso la Conference Hall del Villaggio IN Italia il 19 aprile su prenotazione.
Visitare l'Amerigo Vespucci gratis a Taranto

Fonte: Ufficio Stampa

Scopri come salire a bordo gratis dell’Amerigo Vespucci

Come visitare l’Amerigo Vespucci gratis

Per visitare l’Amerigo Vespucci gratis a Taranto bisogna semplicemente effettuare una prenotazione online tramite il sito ufficiale. Dopo aver raggiunto il portale del Tour Vespucci sarà sufficiente:

  • Scegliere la tappa desiderata, in questo caso quella di Taranto;
  • Cliccare sulla data e l’ora desiderata;
  • Inserire i dati personali consci del fatto che sarà possibile fare al massimo 4 ingressi a testa;
  • Conservare il QR Code che viene fornito a fine prenotazione e mostrarlo all’ingresso.

La prenotazione online è obbligatoria, non è possibile accedere senza un biglietto precedentemente registrato ma è del tutto gratuito. L’occasione è davvero ghiotta, non bisogna farsela scappare.

Qualche consiglio per salire a bordo della nave più bella del mondo

  • Portare con sé il QR Code con cui poter accedere e recarsi almeno 20 minuti prima dell’ingresso sul posto così da non arrivare in ritardo. Si può entrare infatti solo per una finestra tra i 15 minuti prima e 15 dopo l’orario scelto.
  • Attenzione all’abbigliamento. Prediligere scarpe comode e capi confortevoli è fondamentale. Vietate invece scarpe aperte o con il tacco.
  • Gli animali devono restare a terra, chi si muove con i propri cani dovrà prevedere di alternarsi con i propri familiari o una persona fidata a cui affidarlo durante la visita.
  • Passeggini, carrozzine e oggetti ingombranti non possono essere portati a bordo.
  • In caso di maltempo il programma potrebbe cambiare, per questo è fondamentale consultare il sito ufficiale dove vengono riportati tutti gli aggiornamenti.

Il Villaggio IN Italia da scoprire

Ad accompagnare il veliero nelle tappe anche il Villaggio IN Italia, un appuntamento in cui vengono raccontate tutte le eccellenze del made in Italy con una promozione importante sostenuta dall’adesione di 12 ministeri.  Nei 5 continenti e 35 Paesi toccati i prodotti più amati e i tratti caratteristici dell’Italia in termini di innovazione, gastronomia, scienza, tecnologia sono stati condivisi con gli oltre 400.000 visitatori.

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Taranto e le sue sirene, una leggenda romantica senza tempo

In passato colonia della Magna Grecia, oggi città moderna e artistica, Taranto è una meta splendida e molto romantica: affacciata su due mari, offre un panorama unico e rappresenta una delle località più ricche di storia e di tradizione dell’intera penisola salentina. Le sue origini risalgono a un passato molto antico, ovvero a quando venne considerata il polo strategico ed economico della Magna Grecia. E da luogo leggendario qual è, Taranto nasconde anche una storia dolceamara in una delle attrazioni più affascinanti, le sirene del suo lungomare.

Se non conoscete la famosa leggenda delle sirene di Taranto, questo è l’articolo che fa per voi, da leggere prima di pianificare la vostra prossima vacanza in Puglia.

Le sirene del lungomare di Taranto

Sono molti i turisti che, arrivando per la prima volta a Tarantopasseggiando sul suo lungomare, rimangono ammaliati dalle splendide statue di sirene che spuntano qua e là, appoggiate agli scogli. Le sculture, realizzate dall’artista contemporaneo Francesco Trani, sono state costruite in cemento marino affinché possano resistere all’azione erosiva del mare. Ce ne sono diverse, che spuntano dalle acque del Mar Ionio e arricchiscono il già splendido panorama del lungomare di Taranto. Una volta che avrete sentito la loro storia, ne rimarrete completamente conquistati.

La leggenda delle sirene

Si narra che, ai tempi in cui Taranto ricopriva il ruolo di capitale della Magna Grecia, le sirene, affascinate dalla bellezza della città, decisero di costruire qui il loro castello fatato. In paese viveva una splendida coppia: lei una ragazza splendida, lui un pescatore spesso lontano da casa. A causa della sua assenza, la giovane sposa cedette all’estenuante corte di un ricco signore locale. In preda al rimorso, confessò tutto al marito, il quale la portò con sé in barca e la spinse in acqua. Le sirene la salvarono e, rimaste incantate dal suo splendore, la incoronarono regina e le diedero il nome di Skuma (Schiuma).

Tempo dopo il pescatore, pentito del suo gesto, tornò in barca nel punto in cui credeva che sua moglie fosse annegata e si mise a piangere. Le sirene lo rapirono e lo condussero davanti alla loro regina, che naturalmente lo riconobbe immediatamente. Perdonandolo per il suo comportamento, convinse le sirene a lasciarlo in vita, e queste lo ricondussero a riva. Il pescatore capì l’enorme errore commesso e decise di riconquistare sua moglie. Grazie all’aiuto di una fata, riuscì a sottrarla dal castello delle sirene e a condurla vicino alle acque del golfo di Taranto.

La leggenda delle sirene di Taranto, tutto quello che devi sapere

Fonte: iStock

Le sirene di Taranto: la leggenda

Il finale della storia: le due versioni

Del finale della leggenda esistono due versioni diverse. Nella prima, i due giovani innamorati riuscirono a tornare a riva e vissero felici e contenti per il resto dei loro giorni; la seconda, invece, narra di una terribile onda che li travolse, trascinando il pescatore al largo assieme alle sirene e di lui non si ebbero più notizie. Skuma, in preda al dolore, decise di farsi suora e chiudersi in una delle torri del Castello Aragonese, che prese il nome di Torre della Monacella. E le sirene? Di loro non si seppe più nulla, ma rimangono immortali guardiane del golfo di Taranto, dagli scogli su cui riposano eternamente.

Il significato della leggenda

Ogni storia ha un significato profondo che racconta la vita quotidiana di tutti noi. La leggenda delle sirene di Taranto narra una storia di amore, tradimento e redenzione: da una parte, la vicenda che vede protagonisti Skuma e il pescatore rappresenta un amore puro e intenso, capace di superare qualsiasi ostacolo, dall’altra, sottolinea il potere del perdono. Il pescatore, accecato dalla gelosia, commette un grave errore tradendo la sua amata, ma il pentimento sincero e l’impegno per riconquistarla dimostrano il suo desiderio di redenzione e lo rendono degno del perdono di Skuma.

La loro storia si intreccia con quella della città. A fare da sfondo è sempre il mare, elemento centrale per la città di Taranto, considerato sia fonte di vita che di pericolo, oltre che simbolo dei misteri e delle profondità dell’animo umano.

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Una tappa culinarea a Taranto: il Caseificio San Marco

Per coloro che desiderano immergersi completamente nella cultura e nei sapori di una regione, Taranto offre un’esperienza culinaria senza pari e il Caseificio San Marco è una tappa imprescindibile per chiunque desideri assaporare l’autentica tradizione casearia pugliese.

Taranto, città dalla storia millenaria e dalle tradizioni radicate, non è solo un luogo ricco di testimonianze archeologiche e di fascino artistico, ma anche un vero paradiso per gli amanti della buona cucina. Tra le sue strade strette e le piazze animate, i profumi dei formaggi tipici pugliesi si fondono con l’aria salmastra del mare, creando un’atmosfera unica che invita a gustare ogni prelibatezza che questa terra ha da offrire.

Uno scatto dei due titolari di Caseificio San Marco a lavoro

Fonte: Caseificio San Marco

I titolari di Caseificio San Marco a lavoro

I sapori della tradizione locale

In questo contesto, il Caseificio San Marco si erge come un autentico baluardo della cultura casearia locale. Con oltre mezzo secolo di esperienza alle spalle, rappresenta una vera e propria istituzione per gli amanti dei formaggi di qualità. Qui, la produzione artigianale è il fulcro di ogni attività, garantendo la massima cura e dedizione in ogni fase del processo di lavorazione.

I prodotti offerti dal Caseificio San Marco spaziano dall’iconica burrata, con il suo cuore cremoso e avvolgente, alle mozzarelle fior di latte, dalle scamorze affumicate ai provoloni stagionati. Ogni formaggio è una celebrazione della tradizione casearia pugliese, una sinfonia di sapori autentici che conquista il palato di chiunque li assaggi.

L’innovativa “Mozzapella”

Il Caseificio San Marco non si limita solo alla produzione di formaggi di alta qualità, per soddisfare le esigenze del mercato moderno, ha abbracciato l’innovazione con Mozzapella, un’iconica apecar personalizzata che porta i suoi prodotti freschi e genuini direttamente nelle strade di Taranto e dei paesi limitrofi. Un modo unico e originale per portare la tradizione casearia pugliese direttamente tra la gente, rendendo l’esperienza culinaria ancora più accessibile e coinvolgente.

I titolari di Caseificio San Marco ritratti mentre sono nello store

Fonte: Caseificio San Marco

I titolari di Caseificio San Marco

Il Caseificio San Marco è molto più di un semplice luogo di produzione di formaggi, è un’autentica oasi di sapori e tradizioni, un punto di riferimento per chiunque desideri assaporare l’autenticità della cucina pugliese. Con la sua dedizione alla qualità, alla tradizione e all’innovazione, continua a conquistare il cuore e il palato di residenti e turisti, offrendo un’esperienza culinaria indimenticabile a chiunque decida di fare tappa nella spartana città di Taranto.

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La città che fa da sfondo alla fiction “Sei donne – Il mistero di Leila”

La scomparsa di una ragazzina, Leila, e del suo patrigno Gregorio, è il mistero attorno al quale si sviluppa il racconto della serie Tv Rai “Sei Donne – Il mistero di Leila”. Protagonista Maya Sansa, nel ruolo del pubblico ministero Anna Conti, stimata e autorevole professionista che, trovando nella sparizione di Leila delle analogie con il suo passato, si butta a capofitto nella risoluzione del caso.

Anna è PM alla procura di Taranto, la città che fa da sfondo all’intricata vicenda. La serie è stata infatti realizzata con il patrocinio del Comune e della provincia di Taranto. Ed è una Taranto inedita e contemporanea a fare da cornice a un racconto in cui le storie dei protagonisti s’intrecciano con un tessuto territoriale lontano dagli stereotipi.

Le location di “Sei donne”

“Sei donne” è stata girata nell’estate del 2022, prevalentemente nella città di Taranto, ma alcune riprese hanno coinvolto altri Comuni della Puglia. La serie porta, infatti, sul piccolo schermo alcune delle migliori mete di mare italiane, in particolare, sullo sfondo possiamo ammirare delle magnifiche località pugliesi come Statte, San Giorgio Ionico, Polignano a Mare e Monopoli.

Monopoli
Il borgo e il mare di Monopoli

Alcune riprese sono state fatte anche nella provincia di Brindisi, in particolare a Torre Canne, una piccola frazione di Fasano.

Il regista della fiction Vincenzo Marra ha spiegato: “Desideravo un luogo caldo dove fosse presente il mare”. Il mare c’è, e che mare, quello della Puglia. Monopoli e Polignano a Mare sono due delle località di villeggiatura più famose della Puglia. Monopoli, per esempio, ha un litorale unico, fatto di spiagge nascoste nel verde e di scogli a picco sul mare. Uno scenario suggestivo e pieno di anfratti. Alcune spiagge vanno letteralmente scovate, ma ne vale la pena.

Quanto a Polignano a Mare, questa cittadina è davvero uno scrigno di meraviglie che si susseguono. Stupenda è la spiaggia Lama Monachile, racchiusa tra due altissime scogliere e protesa verso il mare azzurro, uno scenario da cartolina tra i più fotografati della zona. ma di Polignano è affascinante anche centro storico, arroccato su uno sperone a picco sull’Adriatico. la cittadina è nota per aver dato i natali a Domenico Modugno.

Ma torniamo a Taranto, dove ha sede la procura dove lavora la protagonista e dove è incentrata tutta la vicenda. È una città troppo poco spesso considerata meta di turismo, ma che nasconde alcune chicche. Innanzitutto, è soprannominata la “città dei due mari” per la sua peculiare posizione, a cavallo tra il Mar Grande e il Mar Piccolo attorno ai quali si sviluppa tutto l’abitato.

Castello Aragonese di Taranto

Fonte: Ph Aliaksandr Antanovich – iStock

Il Castello Aragonese di Taranto

La città offre uno dei panorami architettonici più ricchi e vari della nostra Penisola: si va dal romanico-gotico della Chiesa di San Domenico Maggiore, costruita sui resti di un tempio greco del VI secolo a.C., ai palazzi in stile rinascimentale del Borgo umbertino, al barocco della Cattedrale – o Duomo – di San Cataldo, la più antica cattedrale pugliese, delle chiese e dei palazzi signorili della città vecchia, dalle rimanenze di strutture medievali (come la Torre del Gallo nel centro storico) alle forme decisamente più eleganti di palazzi e installazioni in stile Liberty e neoclassico.

Ma l’edificio più imponente della città, imperdibile da visitare per un turista, è il Castello Aragonese o Castel Sant’Angelo. Costruito sui resti di altre fortificazioni, prima greche, poi bizantine, normanne e svevo-angioine, il castello è rimasto praticamente tale e quale nonostante i suoi 3000 anni di storia.

E poi ci sono le sirene, una leggenda su cui si fonda la storia di Taranto, a cui è dedicato il lungomare, uno dei più belli d’Italia che si affaccia sul Golfo delle sirene. Sono molti i turisti che giungono per la prima volta a Taranto e che, camminando sulla passeggiata, rimangono ammaliati dalle splendide statue di sirene che spuntano qua e là, appoggiate agli scogli.

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Panorama di Taranto, la “città dei due mari”

E poi c’è una Taranto contemporanea, quella degli edifici moderni come la Concattedrale Gran Madre di Dio, progettata negli Anni ’70 da Gio Ponti. La sua architettura vuole rappresentare, in omaggio alla tradizione marinara della città, una “vela” che si specchia nell’acqua delle tre vasche antistanti l’ingresso, che simboleggiano il mare.

Anche la periferia è tutta da scoprire, in particolare il quartiere Paolo VI. Qui, le palazzine una volta intonacate di bianco e divenute, col tempo, fatiscenti, sono state completamente colorate da giganteschi murales realizzati da artisti che hanno interpretato ciascuno la propria versione della città. Taranto è quindi una città d’arte antica, ma anche di street art contemporanea.

Inoltre, Taranto è la vera porta del Salento. E qui si apre un mondo fatto di spiagge maldiviane e di scorci di un’Italia favolosa che vi raccontiamo qui.

Polignano a Mare

Fonte: iStock

Il delizioso borgo di Polignano a Mare