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Le sagre e gli eventi da non perdere il 16-18 maggio in Italia: idee per un weekend diverso dal solito

Siete in cerca di idee per trascorrere in modo diverso il prossimo weekend? Qui abbiamo raccolto le sagre e gli eventi da non perdere nelle giornate di 16, 17 e 18 maggio 2025, ideali per chi desidera una fuga culturale o per chi ha voglia di ampliare i propri orizzonti gastronomici. Dai grandi spettacoli sportivi in una delle località più belle d’Italia, Amalfi, all’immersione nei piatti tipici della Sicilia, quest’anno premiata con il titolo Regione Europea della Gastronomia 2025.

Il divertimento, questo weekend, ha tante forme: dovete solo scegliere la vostra!

Sicily Food Vibes, Castelvetrano (TP)

Sicily Food Vibes è l’evento enogastronomico pensato per celebrare il riconoscimento della Sicilia a Regione Europea della Gastronomia 2025. Dopo la tappa a Corleone, dal 16 al 18 maggio l’appuntamento sarà a Castelvetrano, in provincia di Trapani. Il programma, che si svolgerà in Piazza Carlo D’Aragona e Tagliavia, prevede laboratori didattici per bambini, masterclass dedicate ai grani antichi, show-cooking con i
grandi chef dell’Unione Regionale Cuochi Siciliani, momenti di approfondimento culturale, degustazioni e spettacoli per tutte le età.

Tra i prodotti assolutamente da provare citiamo la Vastedda del Belice DOP, l’unico formaggio a pasta filata ovina d’Europa, l’olio extravergine d’oliva Nocellara, emblema della dieta mediterranea, il pane nero di Castelvetrano, realizzato con grani antichi e cotto a legna, e il cous cous trapanese. Tutto un insieme di ricette che unisce la tradizione contadina all’arte della trasformazione.

Mostra dell’Artigianato, Bosconero Canavese (TO)

Da ben 18 anni, la Mostra dell’Artigianato di Bosconero celebra i lavori artigianali e il fascino delle antiche tradizioni. Organizzato per domenica 18 maggio, l’evento è suddiviso nei diversi cantieri tematici dedicati al suono, ai sapori, alla scultura e all’arte e natura, rivolta soprattutto a florovivaisti e ai professionisti del biologico e della bioedilizia.

Nel dettaglio, il programma prevede animazioni, esibizioni equestri e giochi per bambini, l’esposizione di trattori e macchine agricole dei primi anni del Novecento, spettacoli di strada e banchi degustazione. Dalla mattina fino a sera inoltrata, ci saranno anche tante bancarelle con prodotti fatti a mano da artigiani, produttori, artisti e scuole professionali provenienti da tutto il Piemonte e Valle D’Aosta, dalla Liguria, Lombardia, Toscana ed Emilia Romagna.

Tipicità in Blu: mare, laboratorio di futuro, Ancona

Dal 17 al 23 maggio, Ancona celebra il blu in tutte le sue sfumature attraverso cibo, pesca, nautica, cantieristica, creatività, ricerca, percorsi e culture. La dodicesima edizione di Tipicità in Blu prevede un ricco programma con eventi diffusi, organizzati in diverse zone della città: a Marina Dorica ci sarà l’evento che unisce la regata velica a un concorso di cucina a bordo, degustazioni, musica, esposizioni artistiche e presentazioni di libri.

Alla Mole Vanvitelliana, invece, potrete partecipare a diversi itinerari turistici guidati da ragazzi e alla mostra “Barche e navi”, un percorso multisensoriale tra forme, strutture e materiali. Non mancheranno, anche qui, degustazioni a base di pesce e di vini del Conero. Sempre alla Mole sarà possibile visitare il Museo Tattile Omero e la Mostra “Rinascimento marchigiano, opere d’arte restaurate dai luoghi del sisma lungo i cammini della fede”.

Mostra all'evento Tipicità in Blu ad Ancona

Fonte: Ufficio Stampa

La mostra visitabile durante l’evento Tipicità in Blu ad Ancona

Festa del Ruchè, Castagnole Monferrato (AT)

Il Consorzio Barbera d’Asti e Vini del Monferrato ha organizzato l’iniziativa GIRO DI DOC dedicata alla valorizzazione delle denominazioni tutelate. Uno degli appuntamenti più attesi, la tradizionale Festa del Ruchè, si terrà il 17 e 18 maggio presso la Tenuta La Mercantile a Castagnole Monferrato.

Il Ruchè è uno dei più rari vitigni autoctoni tra quelli coltivati nel Monferrato astigiano e ha ottenuto la denominazione DOC nel 1987 e DOCG nel 2010. Questa è l’occasione non solo per provarlo, ma anche per visitare gratuitamente le sale della tenuta (solo le degustazioni sono a pagamento). In uno spazio appositamente allestito, inoltre, potrete scoprire le specialità del territorio a cura delle Pro Loco e di alcuni ristoranti di Castagnole Monferrato.

VINORUM – Festival del Vino d’Abruzzo, L’Aquila

Dal 16 al 18 maggio, a L’Aquila, si terrà la prima edizione del festival VINORUM dedicato al vino abruzzese. Qui, grazie a un ricco programma di eventi e degustazioni, potrete scoprire il grande patrimonio artistico, enologico e gastronomico dell’Abruzzo. Tra Piazza Duomo e i chiostri del centro storico, si terranno degustazioni, tavole rotonde, masterclass con abbinamenti wine&food, incontri con i produttori, percorsi di approfondimenti storico culturali, street food e molto altro.

Tutti i giorni, inoltre, dalle 17:00 alle 24:00, gli stand saranno aperti al pubblico e potrete assaggiare e acquistare le migliori eccellenze locali.

Darsena Pop 2025, Palazzolo sull’Oglio (BS)

Sabato 17 maggio, nel verde di Parco Metelli, a Palazzolo sull’Oglio, ci sarà l’inaugurazione della Darsena Pop con il format Eatinero, arrivato alla sua sua sesta edizione. Dalla mattina alla sera, i visitatori potranno divertirsi con musica, stand di street food, mercatini e intrattenimento pensato per tutte le età, nello stile tipico della Darsena Pop.

Durante la giornata potrete assaporare le delizie preparate dai food truck, dai fritti ai cocktail, far divertire i più piccoli con il truccabimbi o nell’area libri, acquistare oggetti e abiti vintage e ballare con la musica del DJ FrankO e con l’esibizione dal vivo di Vaeva Band.

Darsena Pop la sera

Fonte: Ufficio Stampa

Le atmosfere serali alla Darsena Pop

Opera Boat, Roma

Dal 19 al 23 maggio, presso il Parco Centrale del Lago dell’EUR a Roma, debutta Opera Boat, il progetto musicale di E45 che unisce opera lirica e musica dal vivo su una barca in movimento. Navigherete in uno dei bacini d’acqua più suggestivi e celebri della città ascoltando le riscritture originali di musica classica contemporanea, composte dal collettivo bolognese Innovafert ed eseguite da cinque duetti musicali differenti, uno diverso per ognuno dei cinque giorni di repliche previsti. L’evento è gratuito, ma è obbligatoria la prenotazione.

70ª Regata delle Antiche Repubbliche Marinare, Amalfi

Domenica 18 maggio, la splendida Amalfi accoglie la 70ª edizione del Palio Remiero: una sfida sul mare che unisce tradizione, sport e grande spettacolo. La manifestazione, che si svolge ogni anno in una location diversa a rotazione tra Amalfi, Genova, Venezia e Pisa, vede la partecipazione di quattro galeoni storici guidati da 32 vogatori, tra atleti affermati e giovani promesse del canottaggio italiano.

Sabato 17 maggio, inoltre, ci saranno altri eventi come il palio femminile dei galeoni e la presentazione ufficiale degli equipaggi nella piazzetta di Atrani. Ci sarà anche un corteo, al quale parteciperanno quasi 300 figuranti in abiti medievali, per rievocare episodi cruciali delle quattro repubbliche.

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Su queste spiagge incantevoli della Sicilia sventola la Bandiera Blu

Anche nel 2025 la Sicilia si conferma protagonista e lo fa brillando tra le eccellenze balneari italiane. Grazie alle new entry raggiunge 14 comuni costieri con Bandiera Blu, seppur ci siano state due perdite rispetto all’anno precedente. Le due nuove località sono di tutto rispetto e spiccano rispondendo proprio a quelli che sono i parametri richiesti per ottenere lo stendardo.

A livello nazionale si sale a 246 comuni riconosciuti e a contribuire a questo numero ci pensano le splendide mete di mare siciliane. La conferma ottenuta dalla Sicilia sottolinea l’impegno delle amministrazioni locali e delle comunità nel tutelare il mare e nel promuovere un turismo sempre più sostenibile e rispettoso per riuscire a preservare la bellezza dell’isola.

Messina diventa Bandiera Blu

La prima nuova Bandiera Blu 2025 conquistata dalla Sicilia è quella di Messina. La città ottiene un riconoscimento importante. Affacciata sul mar Ionio, vanta un mare molto pulito e spazi balneari ben attrezzati. Ora anche la città è stata premiata, ma fino allo scorso anno era la provincia con località come Alì Terme e Taormina a far sventolare lo stendardo. I tratti di comune premiati raggiungono ben 11 chilometri tra Messina Nord, Messina Tirreno e Messina Sud.

Il sindaco Federico Basile ha dichiarato in un’intervista riportata da MessinaToday che “il riconoscimento odierno valorizza un lavoro partito nel 2018, quando abbiamo scelto di puntare sulla sostenibilità e sull’identità ambientale come motore di sviluppo. Ottenere la Bandiera Blu è un traguardo straordinario che proietta Messina su scala internazionale e dimostra che anche una grande città può coniugare crescita, tutela del mare e qualità urbana. Ringrazio tutti coloro che hanno creduto in questo obiettivo: è una vittoria della città, delle comunità costiere e di chi ogni giorno lavora con impegno per raggiungere risultati importanti”.

Nizza di Sicilia

La seconda new entry tra le Bandiere Blu 2025 per l’isola è Nizza di Sicilia. La località, che è stata così battezzata da Giuseppe Garibaldi, conquista con acqua pulita, una spiaggia di ciottoli e ghiaia e un affaccio diretto sul mar Ionio. La baia in provincia di Messina è tra le spiagge più belle della Sicilia e da quest’anno vanta una Bandiera Blu che ne certifica la meraviglia.

Le Bandiere Blu in Sicilia

Salgono a 14 le Bandiere Blu in Sicilia. Le località di Messina e Nizza di Sicilia si sono aggiunte alle 12 già premiate negli anni precedenti vedendo riconosciuto l’impegno per la tutela ambientale, i servizi al turismo e l’acqua pulita. Purtroppo sono state perse due Bandiera Blu, quella di Lipari che non è stata riconfermata e quella di Ispica che ha subito la stessa sorte.

Claudio Mazza, presidente della Fondazione Fee Italia ha rilasciato una nota ufficiale in cui ha spiegato: “Quest’anno abbiamo chiesto alle Amministrazioni comunali di redigere e presentare un Piano di Azione per la Sostenibilità, con le attività realizzate e programmate nel triennio 2025-2027”.

I criteri per poter ottenere lo stendardo sono 32 e vengono mutati di anno in anno per rispondere alle esigenze di tutela ambientale. Lo strumento di valutazione fa in modo di stimolare i vari luoghi per intraprendere azioni concrete e risolvere criticità; il premio ambito diventa una sorte di protezione efficace e responsabile dell’ambiente.

Spiaggia di Taormina bandiera blu

Fonte: iStock

Taormina con Isola Bella è tra le Bandiere Blu siciliane del 2025

L’elenco delle Bandiere Blu in Sicilia:

  1. Messina
  2. Alì Terme
  3. Nizza di Sicilia
  4. Roccalumera
  5. Furci Siculo
  6. Santa Teresa di Riva
  7. Tusa
  8. Letojanni
  9. Taormina
  10. Menfi
  11. Modica
  12. Pozzallo
  13. Scicli
  14. Ragusa
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Giardino della Kolymbethra ad Agrigento: angolo di paradiso

In Sicilia, nel cuore della Valle dei Templi di Agrigento, luogo amato e apprezzato in tutto il mondo, si nasconde un tesoro unico, che pochi oggi conoscono: il Giardino della Kolymbethra.

Chiunque visiti questo luogo rimane senza parole. Natura, storia e spiritualità si fondono creando un’esperienza sensoriale unica, capace di incantare gli occhi ed il cuore di qualsiasi viaggiatore. Una destinazione lontana dalle rotte turistiche più ambite e ricercate, che potrebbe trasformarsi in un’idea unica per il tuo prossimo viaggio alla scoperta dei tesori nascosti della Sicilia e dell’Italia intera. Ecco cosa devi sapere del Giardino di Kolymbethra ad Agrigento, un angolo di paradiso.

Cos’è il Giardino della Kolymbethra? Storia ed origini

Il Giardino della Kolymbethra è un vero e proprio paradiso, dalla grandezza di oltre cinque ettari, che si trova nel cuore della Valle dei Templi, uno dei siti archeologici più affascinanti al mondo e Patrimonio dell’Umanità UNESCO. Il nome di questo luogo deriva dal greco antico “kolymbethra” e significa, letteralmente, “vasca per nuotare”.

Originariamente, infatti, questi giardini erano una grande cisterna artificiale, realizzata addirittura nel quinto secolo a.C, con lo scopo di raccogliere le acque provenienti dalle sorgenti della vicina collina di Agrigento grazie ad un complesso sistema di gallerie sotterranee.

È stato con il passare dei secoli che questo bacino si è trasformato in un bellissimo giardino rigoglioso, che ha subito continue modifiche nel tempo grazie ad arabi e normanni che, durante il loro dominio, hanno introdotto coltivazioni di agrumi, mandorli, ulivi e piante aromatiche.

Un giardino che, nonostante la sua bellezza ed il fatto di essere diventata un’oasi agricola preziosa per gli abitanti di Agrigento, nel Novecento è stata abbandonata nel dimenticatoio. Tutto questo, almeno, fino all’intervento del FAI, il Fondo per l’Ambiente Italiano, che ha trasformato questo luogo in un affascinante giardino, valorizzando le sue bellezze e riaprendolo al pubblico, diventando un’attrazione estremamente amata in Sicilia.

Perché visitare il Giardino della Kolymbethra?

Sotto la gestione del FAI, questo luogo ha visto una costante crescita nel tempo di servizi e turisti, che lo hanno reso uno scalo archeologico molto apprezzato dagli amanti della storia antica. Il Giardino della Kolymbethra è anche sede di eventi culturali ed attività didattiche, adatte ai visitatori di tutte le età, grandi e bambini, per un vero viaggio nel tempo.

Cosa vedere nel Giardino della Kolymbethra: tra storia, natura e scoperta

Camminare lungo i sentieri del giardino, si può ammirare l’imponente cornice dei templi greci, mentre intorno si respira il profumo intenso degli aranci, dei limoni, del mirto e del rosmarino. Questo trasforma il Giardino della Kolymbethra come un luogo in cui vivere un’esperienza unica, in grado di coinvolgere tutti i sensi.

Al suo interno è possibile visitare diverse aree tematiche, ognuna delle quali racconta un pezzo della storia del paesaggio mediterraneo siciliano. Uno degli elementi più affascinanti e assolutamente da vedere del sito sono gli ipogei, delle antiche gallerie scavate nella roccia, che facevano parte del sistema idrico dell’antica Akragas, l’odierna Agrigento. È anche possibile esplorare questi cunicoli attraverso delle visite guidate, per un itinerario sotterraneo della durata di circa 40 minuti. Un escursione perfetta per chi ama la storia e l’archeologia e desidera il lato più nascosto della Sicilia antica.

Da visitare sono anche gli orti didattici, i percorsi olfattivi, gli spazi dedicati al relax ed i diversi punti panoramici, dai quali è possibile ammirare alcuni degli scorci più belli e spettacolari della Valle dei Templi.

Quando visitare il Giardino della Kolymbethra: i periodi migliori

Il giardino è aperto tutto l’anno, ma il periodo migliore per vistarlo e scoprire tutta la sua bellezza è la primavera, quando la vegetazione è in piena fioritura e le temperature sono ideale per passeggiare tra gli alberi di agrumi. Inoltre, durante la bella stagione, è possibile anche partecipare a laboratori, degustazioni e piccoli eventi culturali, tutti pensati per valorizzare le tradizioni locali. Anche l’autunno è perfetto per godersi una visita senza l’affollamento estivo e con una luce dorata che rende il paesaggio ancora più suggestivo.

Nei mesi di Gennaio, Febbraio, Novembre e Dicembre è possibile visitare il giardino dalle 10.00 alle 16.00, da Marzo a Maggio ed Ottobre dalle 10.00 alle 18.00, a Giugno dalle 10.00 alle 19.00, da Luglio a Settembre dalle 10.00 alle 20.00.

Per visitare il Giardino della Kolymbethra è necessario acquistare in precedenza un biglietto che prevede l’ingresso alla Valle dei Templi. Il prezzo del biglietto combinato che prevede l’ingresso ad entrambe ha un costo di 23€ per gli adulti, ridotto a 2€ per i bambini dai 6 ai 17 anni e di 15€ per gli studenti dai 18 ai 25 anni. Per gli iscritti al FAI il costo d’ingresso alla Valle dei Templi è di 10€, mentre è gratuito al solo Giardino.

Il solo ingresso al Giardino della Kolymbethra ha un costo di 7€ per gli adulti, ridotto a 2€ dai 6 ai 17 anni ed a 5€ per gli studenti.

Per chi volesse visitare anche gli ipogei è necessario acquistare un ingresso a parte, che ha un costo di 10€ per gli adulti, 7€ ridotti e gratuito per i bambini fino a 5 anni.

Valle dei Templi di Agrigento, dove si trova il Giardino della Kolymbethra

Fonte: iStock

Tramonto nella splendida Valle dei Templi di Agrigento

Un giardino da vivere, proteggere e raccontare

Il Giardino della Kolymbethra è una meta ideale per tutti, grandi e bambini. Per tutte quelle famiglie che vogliono scoprire il fascino della storia antica e della natura tramite percorsi educativi ed attività per bambini, ma anche per le coppie che cercano un luogo romantico e fuori dal comune, amanti della natura e dell’archeologia.

Visitare il Giardino della Kolymbethra è un’occasione unica per scoprire un luogo incantevole, nel cuore della Sicilia, dove il FAI tutela il patrimonio culturale e naturale italiano, trasformando l’area in una destinazione unica.

Per chiunque stia pianificando un viaggio alla scoperta della Sicilia e vuole vivere appieno il lato autentico, profondo e poetico dell’isola, allora il Giardino della Kolymbethra deve essere inserito assolutamente all’interno dell’itinerario. Sarà una tappa indimenticabile!

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Sicilia da incanto: miti e leggende tra i luoghi più magici dell’isola

Chi ci è stato lo sa già, ma ne è consapevole anche chi ancora sogna un biglietto A/R per Palermo o per i monumenti di Agrigento: c’è una Sicilia che profuma di arance e salsedine, che incanta con i suoi templi dorati e le sue piazze barocche. Ma c’è anche una Sicilia invisibile, fatta di misteri, miti antichi e leggende affascinanti, che si nasconde tra le pieghe del paesaggio, sussurrata dal vento e custodita nelle pieghe della pietra da secoli, se non millenni. È una terra che si racconta attraverso storie tramandate di generazione in generazione, dove ogni luogo ha il suo mito e ogni borgo custodisce un segreto.

Pronti a partire per un viaggio insolito? Ecco i luoghi leggendari della Sicilia, dove la realtà sfuma nel mito e il fascino si moltiplica ad ogni passo, idee di viaggio perfette per chi vuole visitare l’isola non solo per il buon cibo e il mare da favola, ma anche per immergersi a tutto tondo nella sua cultura straordinaria.

Agrigento: la lettera del Diavolo nella Cattedrale di San Gerlando

Iniziamo questo itinerario misterioso proprio nel cuore della Sicilia barocca: Agrigento, famosa per la Valle dei Templi… Ma non solo. All’interno della Cattedrale di San Gerlando, precisamente nella torre campanaria, è custodito uno dei misteri più inquietanti dell’isola: una lettera scritta, si dice, dal Diavolo in persona.

Cattedrale di San Gerlando, Agrigento

Fonte: iStock

Esterno della Cattedrale di San Gerlando

Il documento, risalente al XVII secolo, è redatto in un alfabeto sconosciuto e nessuno è mai riuscito a decifrarlo. L’atmosfera dentro la cattedrale è già suggestiva di suo, ma questa reliquia oscura la rende ancora più affascinante. Pare che la lettera sia stata ricevuta da una suora posseduta e da allora sia rimasta lì, inquietante e indecifrata. Agrigento, d’altronde, è una tappa famosa: a questo punto non resta che inserire nel proprio itinerario questa chicca per portare con sé un ricordo ancora più speciale del proprio viaggio.

Palma di Montechiaro: la Madonna misteriosa del castello

A pochi chilometri da Agrigento, ecco Palma di Montechiaro, conosciuta anche come la “città del Gattopardo” (è, infatti, la città in cui è stato ambientato il capolavoro letterario di Giuseppe Tomasi di Lampedusa). Qui, nel castello dei Chiaramonte, si narra di una misteriosa statua in marmo della Madonna con Bambino, protagonista di una leggenda locale. Si dice che la statua brilli di luce propria in alcune notti particolari e che abbia addirittura poteri miracolosi.

Capo Peloro: Colapesce e il peso della Sicilia

Capo Peloro, il punto più a nord-est della Sicilia, vicino Messina, è teatro di una delle leggende più struggenti dell’isola: quella di Colapesce, il ragazzo metà uomo e metà pesce. La leggenda narra che per salvare la Sicilia da una catastrofe, Colapesce si immerse nelle profondità del mare per sorreggere una delle tre colonne che reggono l’isola. Da allora, secondo la tradizione popolare, sarebbe rimasto lì sotto, tenendo in equilibrio la terra. E quando la terra trema nello Stretto… La leggenda vuole che sia lui a muoversi. Questa è una storia molto popolare, tanto che persino nelle scuole agli alunni viene raccontata.

Aci Trezza: i faraglioni e la furia di Polifemo

Ci spostiamo sulla costa catanese, nel piccolo borgo di Aci Trezza che è celebre per i suoi faraglioni neri, scogli imponenti che sembrano emersi da un racconto epico. Secondo la leggenda, furono proprio i massi scagliati da Polifemo contro Ulisse in fuga a creare queste formazioni rocciose. Il mare qui è di un blu intenso, i panorami mozzafiato e la mitologia greca vibra ancora tra le onde. Aci Trezza è un posto dove la fantasia prende forma… Scolpita nella lava bollente.

Monte Etna: Encelado e le fiamme della vendetta

Impossibile parlare di Sicilia mitologica senza citare il famosissimo vulcano – ancora attivo – , l’Etna. Se oggi ci affascina con le sue eruzioni e i suoi panorami lunari, un tempo si temeva per tutt’altro: la leggenda narra che il gigante Encelado, ribellatosi a Giove per prendere il suo posto, fu sconfitto con un fulmine e sepolto proprio sotto il vulcano. Da lì, in preda all’ira, iniziò a sputare fuoco e fiamme, dando vita alle eruzioni. Oggi, ogni fumo che si alza dal cratere è un grido di rabbia del titano sepolto.

Bagheria: Villa Palagonia e i suoi fantasmi

Nel cuore di Bagheria, in provincia di Palermo, sorge Villa Palagonia, conosciuta anche come la “Villa dei Mostri”, per via delle sue statue alquanto bizzarre. La leggenda narra che la villa sia abitata da fantasmi inquieti, attratti dalle strane sculture grottesche che popolano il giardino: gnomi, animali deformi, volti inquietanti. I racconti sui fenomeni inspiegabili si susseguono da secoli, tra cui apparizioni, suoni notturni e strane visioni. Goethe stesso visitò la villa, definendola “una follia architettonica”, eppure oggi è uno dei luoghi più magnetici e misteriosi della Sicilia.

Villa Palagonia, Bagheria, Palermo

Fonte: iStock

Le sculture bizzarre di Villa Palagonia

Lago di Pergusa: il ratto di Proserpina

Nel cuore dell’isola, in provincia di Enna, il lago di Pergusa è avvolto da un’aura mitologica senza tempo. Fu proprio qui, secondo il mito greco, che Ade rapì Proserpina per portarla con sé negli inferi. Il terreno ancora oggi è fertile e denso di colori intensi: si dice che ogni primavera, quando Proserpina ritorna sulla terra, la natura esploda in fiori e frutti, mentre in autunno, quando scende di nuovo negli inferi, la terra si ritiri nel silenzio. Il lago, unico bacino naturale dell’entroterra, ha un fascino magnetico, letteralmente.

Ortigia: la fonte di Aretusa e l’amore eterno

Nel cuore di Siracusa, sull’isola di Ortigia, sgorga una sorgente d’acqua dolce che sembra spuntare dal nulla: è la Fonte Aretusa, legata al mito della ninfa Aretusa e del dio Alfeo. Secondo la leggenda, chi tocca le sue acque sarà benedetto con amore, gioia e fertilità. Le giovani coppie del posto ancora oggi fanno visita alla fonte, nella speranza che il mito si trasformi in realtà e tra le canne di papiro che crescono rigogliose, tutto sembra davvero possibile.

Milazzo: il castello e il fantasma della monaca murata viva

Spostiamoci a Milazzo, sulla costa tirrenica, dove sorge uno dei castelli più suggestivi e carichi di mistero della Sicilia. Qui si racconta della triste vicenda di una monaca innamorata, colpevole solo di aver vissuto una passione proibita. Per punizione, fu murata viva nel castello, dove il suo spirito si aggirerebbe ancora oggi. C’è chi giura di averla vista affacciarsi da una finestrella, in attesa eterna del suo amore perduto. Se cercate brividi veri, il castello di Milazzo è la vostra tappa perfetta.

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La Sicilia segreta raccontata da The Guardian: un paradiso lontano dalla folla

C’è chi non resiste e si lascia attrarre dalle location più famose come Taormina, soprattutto dopo il successo mondiale della seconda stagione di White Lotus, e chi invece preferisce rifugiarsi tra i luoghi di una Sicilia meno conosciuta e nelle sue spiagge poco affollate. Il quotidiano The Guardian fa sicuramente parte della seconda categoria e, in uno dei suoi articoli, ha raccontato ai suoi lettori una zona meno nota dell’isola, Menfi, e le sue spiagge, a partire dal borgo marinaro di Porto Palo fino a Le Solette, incastonata tra affioramenti rocciosi e con basse colline a fare da sfondo.

Se anche voi state programmando un viaggio in Sicilia e volete inserire nel vostro itinerario delle mete meno affollate, Menfi è la destinazione da scegliere secondo The Guardian.

Menfi, tra vigneti e specialità gastronomiche Slow Food

Se per il vostro viaggio in Sicilia non prevedete di noleggiare sdraio e ombrelloni e, anzi, vorreste totalmente evitarli, la località da cercare è Menfi, sinonimo di mare e vino. Situata in provincia di Agrigento, a circa un’ora e 20 minuti di auto in direzione sud da Palermo, rappresenta una meta fuori dalle classiche rotte turistiche (tranne ad agosto), ma ben nota a chiunque sia appassionato del mondo vinicolo. Menfi, infatti, è stata riconosciuta Città del Vino nel 2023, un omaggio alla cultura della vite che qui esiste fin dai tempi della colonizzazione greca di Selinunte.

La terra fertile e baciata dal sole intorno a Menfi è nota anche per le olive e gli ortaggi, in particolare il carciofo spinoso registrato Slow Food, di stagione da dicembre ad aprile. Questi e altri prodotti, come pomodori, peperoni, melanzane ed erbe aromatiche, insieme a formaggi e salumi, possono essere acquistati al mercato cittadino: un’esperienza che contribuisce a rendere la vostra vacanza più autentica, soprattutto se avete affittato un appartamento e avete bisogno di fare un po’ di spesa.

Non manca la produzione di olio d’oliva, che potrete scoprire partecipando a diversi tour e degustazioni organizzate dalle aziende locali.

Menfi in Sicilia

Fonte: iStock

Il paesaggio di Menfi

Le spiagge di Menfi

Oltre ad attirare per il suo vino, Menfi vanta anche spiagge bellissime, poco affollate e riconosciute da oltre vent’anni con la Bandiera Blu. Raggiungibili anche con la bici grazie alla presenza di una pista ciclabile lunga 17 chilometri, citiamo Porto Palo, dove ammirare la Torre Anticorsara e dove ogni anno, nel mese di giugno, le femmine di tartaruga Caretta Caretta depongono le uova. C’è poi la spiaggia Le Solette, un angolo di paradiso incontaminato grande 25 ettari e dall’importante valore naturalistico.

Compresa tra Porto Palo e il fiume Belice, vanta splendide calette di sabbia chiara incastonate nella macchia mediterranea, che fa contrasto con un mare cristallino e trasparente. Infine, c’è la spiaggia di Lido Fiori, la più frequentata insieme a Porto Palo grazie anche alla presenza di servizi e comfort, ideali per chi viaggia con la famiglia.

Il parco archeologico di Selinunte

Meno conosciuto rispetto alla più nota Valle dei Templi, il parco archeologico di Selinunte è una tappa imperdibile se state organizzando un viaggio nella zona di Menfi perché distante soli 20 minuti di auto. Insediamento greco fondato nel 628 a.C., la città di Selinunte rappresentò un importante centro urbano in Sicilia tanto che, al suo apice, ospitò circa 30mila abitanti. Il sito archeologico che visiterete è famoso per i suoi numerosi templi, tra i quali il più antico risale al 550 a.C.

Gli edifici che compongono questo vasto parco archeologico sono divisi in quattro grandi gruppi: la collina Manuzza, l’acropoli, la necropoli e la collina Gaggera. Quando visitato in bassa stagione, soprattutto la mattina, non è impossibile che lo abbiate tutto per voi!

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Spiaggia di Calamosche, Sicilia: un angolo di paradiso tra dune dorate e mare cristallino

La spiaggia di Calamosche, situata tra Noto e Marzamemi nella Riserva Naturale di Vendicari, è una delle perle più amate della Sicilia sud-orientale. Questo paradiso siciliano è anche chiamato “Funni Musca” dai locali.

La spiaggia di Calamosche, lunga circa 200 metri, è famosa per le sue acque cristalline, la sabbia dorata e la cornice naturale incontaminata.​

Il quotidiano inglese The Guardian l’ha inserita tra le spiagge più belle d’Europa, descrivendola come un luogo “selvaggio” ma facilmente accessibile, ideale per una vacanza in Sicilia. Nel 2005 è stata anche insignita del titolo “Spiaggia più bella d’Italia” dalla Guida Blu di Legambiente.
La spiaggia di Calamosche, inoltre, per la sua bellezza, viene anche scelta per spot pubblicitari. Tra i più popolari quello del 2008 girato per una nota compagnia telefonica, con protagonisti Aldo, Giovanni e Giacomo.

Dove si trova e come raggiungere la spiaggia di Calamosche

La spiaggia di Calamosche si trova all’interno della Riserva Naturale di Vendicari, tra le città di Noto e Marzamemi, in provincia di Siracusa. L’accesso diretto a questa spiaggia avviene tramite un ingresso – all’interno della riserva – a questa dedicato.

Il modo più semplice per raggiungerla è utilizzando un mezzo proprio. Dalla strada provinciale 19 (SP19) Pachino-Noto, si seguono le indicazioni per “spiaggia Calamosche”. Dopo aver parcheggiato l’auto al parcheggio attrezzato, ci si incammina lungo un sentiero per circa 1,2 km immerso nella macchia mediterranea e privo di zone d’ombra. Per arrivare alla caletta ci si impiegano circa 20-25 minuti di camminata.

La spiaggia di Calamosche è raggiungibile anche a piedi percorrendo uno dei sentieri escursionistici della Riserva Naturale di Vendicari:

  • itinerario arancio, lungo 4,38 km, che parte dall’ingresso principale della riserva e passando dalle capanne di birdwatching, dalla Tonnara di Vendicari e dalla Torre Sveva giunge a Calamosche,
  • itinerario blu, di circa 5,60 km, che partendo dall’ingresso della spiaggia di Eloro, dopo aver attraversato gli scavi archeologici e la spiaggia Marianelli, ha sempre Calamosche come meta finale.

Le caratteristiche della spiaggia

Calamosche è una caletta sabbiosa di circa 200 metri, racchiusa tra due promontori rocciosi che la proteggono dalle correnti e garantiscono un mare calmo e trasparente. Il fondale, inizialmente basso, è ideale per famiglie con bambini. Più avanti, verso le scogliere, il fondale si trasforma poi in un paradiso per gli amanti dello snorkeling: grotte, cavità e anfratti custodiscono una molteplice fauna marina.

La spiaggia è priva di stabilimenti balneari, bar o punti di ristoro, quindi si consiglia di portare con sé acqua e cibo per trascorrere una giornata al mare.

sicilia riserva naturale

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Vista sulla spiaggia di Calamosche, Oasi di Vendicari in Sicilia

Essendo parte di una riserva naturale, è vietato l’accesso agli animali e non si possono utilizzare giochi da spiaggia che possano disturbare la tranquillità del luogo o danneggiare l’ambiente circostante.

Modalità di accesso alla spiaggia e consigli

Per preservare l’ambiente naturale della riserva, l’accesso alla spiaggia di Calamosche è regolamentato.
È infatti previsto un biglietto d’ingresso di 3,50 € a persona, con tariffe agevolate per famiglie, per studenti e altre categorie. Si può accedere alla spiaggia durante tutto l’anno dalle 7 alle 19.30. Ma prima di partire si consiglia sempre di consultare il sito ufficiale della riserva per avere aggiornamenti in tempo reale su possibili chiusure temporanee in caso di eventi eccezionali.

Attualmente, non è necessaria la prenotazione anticipata, ma durante l’alta stagione è molto consigliabile arrivare presto al mattino, in quanto la spiaggia, essendo di piccole dimensioni, può riempirsi velocemente.

Per trascorrere una giornata piacevole alla spiaggia di Calamosche in Sicilia è consigliato:

  • indossare scarpe comode,
  • portare cappello, ombrellone e crema solare per proteggersi dal sole,
  • mettere nello zaino una buona scorta d’acqua e il pranzo,
  • partire muniti di una bustina per raccogliere i propri rifiuti, nel rispetto dell’ambiente.

La spiaggia di Calamosche è senza dubbio una delle più belle della Sicilia.

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Siracusa, Patrimonio Mondiale dell’UNESCO, culla del teatro classico e dell’alta cucina

In occasione dell’apertura del Festival delle Tragedie Greche, sbarca a Siracusa un’esperienza culinaria unica nel suo genere, ricercata e prestigiosa, proposta dallo chef di alta cucina Yannick Alléno, capace di unire l’eleganza della gastronomia francese ai sapori autentici e decisi della tradizione italiana.

Situata nella Sicilia sud-orientale, affacciata sul Mar Ionio, Siracusa richiama a un viaggio nel tempo tra le meraviglie dell’Antica Grecia e del mondo romano. Riconosciuta dall’UNESCO come Patrimonio Mondiale dell’Umanità, questa città costiera rappresenta un crocevia di civiltà e culture. Le sue strade, i monumenti e le tradizioni raccontano una storia millenaria che continua a vivere, anche grazie a eventi di grande rilievo, culturali e non solo.

Cultura classica e alta cucina: l’offerta pluristellata di chef Yannick Alléno

Il 10 e 11 maggio è un viaggio nel viaggio quello riservato a soli 50 ospiti selezionati, e un’opportunità unica per celebrare il 20° anniversario dell’inserimento di Siracusa nella lista dei siti UNESCO. Il pacchetto VIP include tre momenti esclusivi, servizi di lusso e una cena gourmet eccezionale firmata dallo chef di alta cucina Yannick Alléno, detentore di 17 stelle Michelin, lo chef più decorato al mondo. Per prenotazioni cliccare qui.

Il pacchetto completo: tesori antichi e sapori contemporanei

Un soggiorno pensato per chi desidera vivere Siracusa in modo privilegiato ma autentico. All’arrivo, gli ospiti hanno l’opportunità di partecipare alle celebrazioni ufficiali per il ventesimo anniversario dell’inserimento della città tra i Patrimoni Mondiali dell’UNESCO. Un’occasione unica per scoprire alcuni dei luoghi simbolo della storia e dell’identità siracusana.

Il percorso prosegue sull’Isola di Ortigia, con una visita privata a Palazzo Borgia del Casale, storica dimora della famiglia Borgia. Qui, tra saloni affrescati e atmosfere d’epoca, prende vita un’esperienza gastronomica irripetibile firmata da uno dei nomi più autorevoli della cucina mondiale.

Lo chef Yannick Alléno guida una cena esclusiva in cui l’eleganza della gastronomia francese incontra i sapori decisi della tradizione italiana. Ogni piatto è concepito come un dialogo tra tecniche d’avanguardia e ingredienti mediterranei, in un equilibrio raffinato e sorprendente. A completare il percorso, una selezione di vini pregiati scelti per esaltare ogni portata. Una leggenda vivente della cucina internazionale in una cornice storica d’eccezione.

Il soggiorno include anche un pernottamento in hotel 5 stelle con prima colazione e tutti i trasferimenti organizzati. Un’esperienza curata nei minimi dettagli, tra archeologia, arte e alta cucina.

Parole dello chef: tradizione e identità a tavola

Nato nel 1968, con 19 ristoranti in tutto il mondod – da Londra a Dubai, da Montecarlo a Osaka- e un totale di 17 Stelle Michelin, chef Yannick Alléno è noto per valorizzare l’identità di un territorio attraverso ingredienti locali e stagionali, portando uno stile culinario estremamente personale e creativo.

pacchetto vip siracusa

Fonte: @SimonDetraz

Yannick Alléno, detentore di 17 Stelle Michelin, lo chef più decorato al mondo

Questa esperienza coincide con un grande evento culturale e una celebrazione UNESCO. Vede un parallelo tra alta cucina e patrimonio culturale? E come interpreta il concetto di “eredità” nel suo lavoro?

Sì, assolutamente. L’alta cucina e il patrimonio culturale riguardano entrambi la trasmissione di conoscenze, emozioni, memoria. Quando creo un menu, penso a ciò che comunica non solo nel presente, ma anche all’artigianalità, alla visione, al pensiero che ci stanno dietro. L’eredità, per me, non è statica, è attiva. Si tratta di prendere qualcosa che si è ereditato e portarlo avanti con intenzione.

Con tante esperienze globali alle spalle, luoghi specifici influenzano mai il suo istinto creativo – anche in modo sottile – oppure il suo processo è più isolato dalla geografia?

Direi che il mio processo creativo è radicato nella precisione e nell’identità è il mio linguaggio personale. Detto ciò, quando si entra in un nuovo ambiente, soprattutto uno con così tanta storia come Siracusa, avviene una sorta di dialogo. Non è letterale, non si tratta di usare un’erba locale o un olio d’oliva, ma c’è una sensazione, una vibrazione, che può influenzare il ritmo o l’atmosfera di ciò che creo.

Gran parte del suo lavoro sfida l’idea di cucina “locale” o “autentica”. Nel 2025, cosa significa per lei autenticità?

Autenticità è una parola molto carica. Spesso viene confusa con la nostalgia. Per me, l’autenticità significa essere intellettualmente onesti. Se vengo in Sicilia e provo a “imitare” la cucina siciliana, non sarebbe autentico. Ciò che è autentico è portare il mio punto di vista, le mie tecniche, i miei sapori, la mia logica, in qualsiasi contesto.

La cucina siciliana riflette secoli di influenze stratificate, incluso un periodo di dominazione normanna (e francese). Nota mai queste eco nei suoi viaggi, e la incuriosiscono? E quale impressione o quale sapore spera di lasciare personalmente in questa terra?

Sì, la Sicilia è affascinante per questo motivo. Si sente la complessità nell’architettura, nelle strade e sì, nel cibo. Ci sono momenti in cui qualcosa sembra quasi familiare, come se fosse passato per la Francia prima di diventare siciliano. Quel tipo di stratificazione culturale è bellissimo. Ciò che spero di lasciare qui è un senso di sorpresa, un sapore che non appartiene a nessun luogo preciso, ma che le persone ricordano perché ha fatto provare loro qualcosa di nuovo.

Il Festival delle Tragedie Greche a Siracusa: il fascino del teatro antico sotto le stelle

Ogni primavera, il Teatro Greco di Siracusa si anima di parole antiche e gesti senza tempo. È qui, tra le gradinate scolpite nella pietra e lo sfondo del cielo che sfuma verso il mare, che prende vita il Festival delle Tragedie Greche, uno degli appuntamenti culturali più suggestivi del Mediterraneo. Nato nel 1914 e giunto alla sua sessantesima edizione, il festival rappresenta non solo un omaggio alla grande drammaturgia classica, ma anche un’occasione per restituire senso e presenza al patrimonio archeologico di Siracusa.

Le opere di Eschilo, Sofocle ed Euripide vengono rappresentate nel luogo per cui furono pensate, riportando in scena emozioni universali e interrogativi ancora attuali. Lo spettacolo non è solo nella parola, ma anche nello spazio: la luce del tramonto apre le rappresentazioni, e poi lentamente la notte e le stelle calano sul pubblico e sulla scena.

Lancio della 60ª edizione del festival: cosa sapere

Dal 9 maggio al 6 luglio 2025, il Teatro Greco di Siracusa ospita la 60ª stagione delle rappresentazioni classiche promossa dalla Fondazione INDA. Un’edizione che conferma la linea di alta qualità artistica seguita negli ultimi anni, con il ritorno di Robert Carsen, l’esordio nella regia di classici di Roberto Andò e Serena Sinigaglia, la nuova creazione originale firmata da Giuliano Peparini, e un cast che comprende, tra gli altri, Sonia Bergamasco, Vinicio Marchioni, Lella Costa e Giuseppe Sartori.

Il programma si articola in quattro spettacoli: Elettra di Sofocle (9 maggio – 6 giugno), Edipo a Colono di Sofocle (10 maggio – 28 giugno), Lisistrata di Aristofane (13 – 27 giugno) e L’Iliade, spettacolo di chiusura con musica, danza e poesia (4 – 6 luglio). Le rappresentazioni sono accompagnate da traduzione simultanea in inglese, francese e spagnolo, per un pubblico sempre più internazionale.

I biglietti sono disponibili online sul sito ufficiale della Fondazione INDA e presso il botteghino del Teatro Greco. I prezzi variano da 35 a 70 euro a seconda del settore e della data, con riduzioni previste per under 25, over 65 e residenti a Siracusa. Disponibili anche formule di abbonamento per tre o quattro spettacoli, con sconti dedicati.

Il Teatro Greco si raggiunge facilmente dal centro storico di Siracusa, con possibilità di parcheggio nei pressi dell’ingresso. Chi arriva da fuori può contare su collegamenti ferroviari diretti con Catania e Messina, e sull’aeroporto di Catania-Fontanarossa, distante circa un’ora in auto.

Con il contributo di Yannick Alléno

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La terra italiana più amata dai registi torna sul grande schermo con Queer di Guadagnino. Le location

Il film Queer di Luca Guadagnino, attualmente al cinema, ha suscitato grande interesse non solo per la sua trama intensa e la performance di Daniel Craig, ma anche per le sue straordinarie ambientazioni. Contrariamente a quanto si potrebbe pensare, la storia, ambientata nella Città del Messico degli anni ’50, non è stata girata in Messico, ma in Italia, sfruttando la maestria dei set costruiti a Cinecittà e in diverse location siciliane.​

Tratto dal romanzo omonimo di William S. Burroughs, Queer ruota attorno alla vita di un giovane uomo in un contesto storico e culturale segnato da tensioni politiche e sociali. Nel film il protagonista si trova immerso in un mondo di ribellione, sessualità e autodeterminazione, esplorando temi legati alla liberazione e alla ricerca dell’identità.

Dove è stato girato

Gran parte delle scene di Queer sono state realizzate negli studi di Cinecittà a Roma. Qui è stato ricostruito un intero quartiere di Città del Messico, permettendo al regista di creare un ambiente autentico e suggestivo senza dover lasciare l’Italia. Questa scelta ha permesso di controllare minuziosamente ogni dettaglio scenografico, garantendo un’ambientazione fedele agli anni ’50 messicani.​ “Le location non sono solo uno sfondo, ma diventano parte integrante della storia. Ogni luogo che scegliamo ha un peso emotivo, una carica simbolica che aiuta a definire i personaggi e la loro evoluzione. In Queer, ogni ambiente è pensato per amplificare la tensione tra libertà e repressione” ha dichiarato il regista.

Queer film

Fonte: Ufficio stampa

Una scena del film Queer

La Sicilia trasformata in America Latina

Oltre a Cinecittà, la Sicilia ha svolto un ruolo fondamentale nel film, fungendo da sfondo per diverse ambientazioni latinoamericane. “La Sicilia è un posto straordinario. La sua bellezza selvaggia e le sue architetture barocche offrono una dimensione unica al film. È il luogo perfetto per esplorare temi come la solitudine, l’identità e la resistenza. Ogni città, ogni strada racconta una storia che si intreccia con quella dei protagonisti” ha sottolineato Guadagnino.

A Palermo, l’Orto Botanico e il quartiere della Kalsa sono stati utilizzati per ricreare scene ambientate in Messico. In particolare, piazza Magione è stata trasformata in un mercato messicano degli anni ’40, con carretti in legno e bancarelle di frutta e verdura, mentre l’Orto Botanico è diventato una foresta messicana. Inoltre, le località di Buonfornello, frazione di Termini Imerese, e Selinunte, alla foce del fiume Belice, sono state utilizzate per rappresentare Panama, con scene che includono palafitte, barche e relitti. ​

La scelta di ambientare Queer in Italia, pur raccontando una storia ambientata in Messico, ha permesso a Guadagnino di esercitare una notevole libertà creativa. La combinazione di set ricostruiti con grande attenzione ai dettagli e l’uso di location siciliane ha conferito al film un’atmosfera unica, che mescola realismo e suggestione. Questa fusione di elementi ha contribuito a creare un’opera cinematografica di grande impatto visivo e narrativo.​

Queer è quindi un esempio di come il cinema possa trasformare luoghi e ambientazioni, utilizzando la creatività e la maestria tecnica per raccontare storie in modo autentico e coinvolgente. La scelta di girare in Italia, sfruttando le risorse offerte da Cinecittà e dalle location siciliane, ha permesso a Guadagnino di realizzare un film che, pur ambientato in un altro continente, mantiene una forte identità italiana.​

Palermo

Fonte: iStock

Palermo

La località di Scopello, con la sua costa spettacolare e le sue tipiche case di pietra, è stata utilizzata per alcune scene più intime e panoramiche. La bellezza naturale e selvaggia di questa zona della Sicilia ha permesso al film di esplorare un lato più romantico e malinconico della storia. E il piccolo borgo di Punta Secca, nella provincia di Ragusa, ha ospitato alcune riprese più intime. Questa località si distingue per le sue spiagge sabbiose e le casette colorate, che sono state usate per simboleggiare l’atmosfera calda e accogliente di certi momenti nel film. Inoltre il pittoresco quartiere di Ragusa Ibla ha fornito una cornice storica e architettonica affascinante, con le sue strade tortuose e i suoi edifici barocchi, che sono stati sfruttati per creare scene suggestive e di grande impatto visivo.

Infine anche Catania ha visto alcune riprese, specialmente nelle zone più periferiche della città, che hanno offerto una varietà di spazi per le riprese esterne, caratterizzate da una fusione di architettura barocca e contemporanea. Queste location siciliane sono state fondamentali nel trasportare il pubblico in un mondo che mescola il Messico e altre località latinoamericane degli anni ’40 e ’50, pur restando in Italia. Guadagnino ha sfruttato la bellezza naturale e la storia della Sicilia per arricchire il film e offrirgli un’atmosfera unica, che arricchisce ulteriormente la sua narrazione. “Volevamo mescolare l’Italia e l’America Latina in un gioco di specchi. La Sicilia, con la sua energia e la sua storia, è diventata la cornice ideale per creare il Messico degli anni ’50. Volevo che il pubblico percepisse questa tensione tra il luogo reale e quello immaginato.” ha aggiunto.

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Viaggio a Militello in Val di Catania, il Borgo dei Borghi 2025

Freschissimo vincitore del Borgo dei Borghi 2025, Militello in Val di Catania sorge nel cuore pulsante della Sicilia orientale, incastonato tra le pieghe del Val di Noto. Un paesino che si rivela un vero e proprio gioiello barocco e che racconta storie di arte, fede e resistenza. Ma non è tutto, perché fa parte persino dell’associazione “Borghi più belli d’Italia” ed è stato anche inserito nella Lista del Patrimonio Mondiale dell’Unesco tra le Città tardo barocche del Val di Noto.

Dove si trova Militello in Val di Catania

Militello in Val di Catania, come preannuncia il suo nome, è un borgo della provincia di Catania situato tra le meraviglie della Sicilia Orientale.

Si può raggiungere attraverso diverse strade statali, tra cui la SS 385 (Catania-Caltagirone), la SS 417 (Catania-Gela), la SS 124 (Siracusana) e la SS 194/514 (Ragusana), collegate da viabilità provinciale. Inoltre, è servito da una stazione ferroviaria sulla linea Catania-Gela.

Cosa vedere a Militello Val di Catania

Visitare Militello in Val di Catania vuol dire regalarsi una vera sorpresa: è in grado di incantare chiunque decida di conoscerlo. Il merito è certamente della sua posizione, poiché si trova immerso nel poetico paesaggio delle colline iblee, ma anche del suo prezioso centro storico che, pur essendo piccolino, è un vero e proprio scrigno di arte, cultura e architettura.

Il viaggiatore qui può “perdersi” tra affascinanti vie lastricate che raccontano secoli di storia, e su cui si affacciano chiese barocche, palazzi nobiliari, fontane monumentali e molto altro ancora.

Chiesa Madre di San Nicolò e Santissimo Salvatore

Iniziamo il viaggio a Militello in Val di Catania dalla sua bellissima Chiesa Madre di San Nicolò e Santissimo Salvatore, uno dei principali luoghi d’interesse del borgo siciliano. Oltre a un’importante funzione religiosa, infatti, l’edificio vanta un enorme valore storico, artistico e identitario.

Ciò che vediamo oggi è il frutto di una ricostruzione effettuata a seguito del devastante terremoto del 1693 che colpì duramente l’intera Val di Noto, ovvero una facciata semplice e severa in pietra locale e con elementi decorativi in stile Barocco classico. Molto interessanti sono anche gli interni, a tre navate divise da colonne e pieni di opere significative, come una statua lignea di San Nicolò, patrono titolare della chiesa, e affreschi che raffigurano scene del Nuovo Testamento, attribuibili a scuole pittoriche locali e regionali del XVIII secolo.

Santuario di Santa Maria della Stella

La visita del centro storico del borgo può continuare alla volta del Santuario di Santa Maria della Stella, noto agli abitanti e ai turisti per la sua maestosità e l’arte che ospita. Le sue origini risalgono al XVI secolo, ma anche questo edificio fu completamente ricostruito dopo il terremoto di fine 600 poiché fu distrutto.

Oggi può essere definito come un vero capolavoro del Barocco Siciliano, grazie a una facciata esterna a tre livelli dominata da un portale centrale che si apre su una scalinata monumentale, statue di santi e angeli, un enorme timpano che sovrasta l’ingresso e un interno a tre navate e con una cupola imponente che domina l’altare maggiore. Non mancano decorazioni, stucchi e opere d’arte che tolgono il fiato.

Santuario di Santa Maria della Stella, Militello in Val di Catania

Fonte: iStock

Tutta la bellezza del Santuario di Santa Maria della Stella

Piazza Santa Maria della Stella

Vale certamente la pena soffermarsi anche sulla Piazza Santa Maria della Stella, la stessa su cui si affaccia l’omonima chiesa, che si presenta come un ampio spazio aperto che offre un’atmosfera di serenità e armonia. È circondata da edifici storici, che conservano il fascino tipico della Sicilia barocca, ed è anche il luogo dove si svolgono numerose attività sociali e culturali.

Dalla struttura simmetrica, sfoggia un pavimento in pietra e un arredo urbano che comprende panchine e lampioni, e in alcune occasioni anche mercati, fiere e altri eventi pubblici.

Chiesa di San Benedetto Abate

Un altro affascinante luogo da non perdere a Militello in Val di Catania è la Chiesa di San Benedetto Abate. Anch’essa posta nel centro storico, è stata parzialmente restaurata in seguito al terremoto da architetti e maestri locali, che hanno adottato come stile predominante il Barocco Siciliano (anche se non manca un po’ di Manierismo secondo il progetto originario di Valeriano De Franchis). Il suo ingresso si presenta sobrio e con un notevole portale centrale che si specchia su una piccola piazza. A spiccare è anche il suo campanile, dalla struttura slanciata e la tipica forma a torre.

Tra le sue mura si possono ammirare numerosi dettagli architettonici e decorativi e cappelle laterali che sono la culla di altari e opere d’arte di rilievo, tra cui “L’Ultima Comunione di San Benedetto” di Sebastiano Conca, un busto reliquiario in argento del XVIII secolo.

Chiesa di Santa Maria la Vetere

Merita una sosta anche la Chiesa di Santa Maria la Vetere, la più antica del borgo poiché, secondo alcune fonti storiche, sarebbe stata fondata dai Normanni nel 1090. Chiaramente nel corso del tempo subì diverse modifiche, tanto da essere considerata oggi un esempio significativo di evoluzione architettonica, che combina il medievale con il Barocco.

Degno di nota è il suo altare maggiore, decorato con marmi policromi e con una statua della Madonna in legno al centro. Non è di certo da meno il soffitto, impreziosito da affreschi che rappresentano scene sacre, alcuni dei quali sono stati realizzati durante il periodo barocco.

Castello Barresi Branciforte

Molto interessanti sono anche gli edifici civili di Militello in Val di Catania, come l’imponente Castello Barresi Branciforte. Si tratta di una testimonianza della nobiltà siciliana, legata alle famiglie Barresi e Branciforte, ed è composto da vari corpi di fabbrica che si sviluppano attorno a una corte centrale, tipica degli edifici nobiliari medievali.

In posizione dominante sopra il paese, offre un ingresso austero che riflette il suo carattere difensivo e nobiliare, torri angolari, una corte centrale e un cortile interno, dotati di mura di cinta che separano l’edificio dal resto del borgo. Va specificato che oggi l’edificio non è più integro né completamente accessibile, poiché nel corso del XX secolo è stato suddiviso e venduto a privati, che ne hanno modificato la struttura originale

Palazzo Baldanza-Denaro

Architettura e storia del Palazzo Baldanza-Denaro sono testimoni di un’epoca ricca di eleganza e di splendore per la nobiltà siciliana. Fu costruito nel XVII secolo dalla famiglia Baldanza, per poi passare alla famiglia Denaro. Possiede una serie di dettagli che lo rendono unico nel panorama degli edifici storici siciliani, come un ingresso principale dominato da un portale in pietra scolpita, decorazioni eleganti che richiamano motivi floreali e geometrici e finestre ornate e balconi riccamente decorati.

Varcata la soglia si entra in un cortile interno che, oltre ad essere un punto di accesso per l’edificio, è anche uno spazio di grande bellezza. Molto affascinanti  (ed eleganti) sono anche i balconi realizzati in ferro battuto e pietra, come i saloni ampi e le stanze raffinate. Anche se oggi il palazzo non è sempre accessibile al pubblico in tutte le sue stanze, è spesso sede di eventi culturali, come mostre d’arte, concerti, conferenze e così via che consentono di scoprirlo (almeno in parte).

Fontana della Ninfa Zizza

Merita un approfondimento anche la curiosa Fontana della Ninfa Zizza, una delle più caratteristiche e suggestive non solo del borgo in questione, ma anche della Sicilia intera. Oltre ad essere bellissima dal punto di vista architettonico, infatti, è anche avvolta da diverse leggende e unisce la magnificenza artistica alla mitologia e alla tradizione popolare in quanto legata alla Ninfa Zizza, figura femminile simbolica, legata all’acqua e alla prosperità dei raccolti.

Si distingue per la sua raffinatezza e ricchezza decorativa ed è composta da una vasca centrale, sopra la quale si erge una scultura di Zizza adornata con dettagli che ne enfatizzano la bellezza e la connessione con la terra e l’acqua. Non mancano altri elementi mitologici che richiamano la tradizione classica e il mondo delle divinità. Del resto, secondo alcuni racconti popolari, la ninfa proteggeva i campi e le terre circostanti, assicurando che i raccolti fossero abbondanti e che le acque dei fiumi e delle fonti fossero pure.

Fontana della Ninfa Zizza, Sicilia

Fonte: Getty Images

Dettagli della Fontana della Ninfa Zizza

Museo Civico “Sebastiano Guzzone”

Infine, ma in realtà le meraviglie di Militello in Val di Catania non sono finite qui, vi invitiamo a visitare anche il Museo Civico “Sebastiano Guzzone” ospitato nell’ex convento di San Domenico, che conserva gelosamente una vasta e variegata collezione che spazia in diversi ambiti. C’è l’Arte Sacra, per esempio, grazie a numerosi oggetti religiosi, tra cui dipinti, sculture e paramenti liturgici, ma anche una selezione di reperti archeologici e oggetti storici che raccontano la vita e le tradizioni della Sicilia nel corso dei secoli.

Non mancano sculture e dipinti, tra cui tele di artisti siciliani e opere in legno raffiguranti santi, Madonne e altre figure sacre. Vi sono regolarmente esposte anche mostre temporanee che trattano temi legati alla storia locale, all’arte siciliana e alla cultura mediterranea.

Cosa fare nel borgo

Oltre a poter visitare le numerose meraviglie di Militello in Val di Catania, il borgo offre anche diverse attività da fare per conoscere più a fondo la sua bellezza e importanza storica:

  • Partecipare a eventi e feste locali: ogni anno il programma di appuntamenti è ricco e interessante, in quanto il paese è famoso per le sue tradizioni e le feste religiose. Ne è un esempio la festa della Madonna della Stella (tutti gli anni a settembre), con processioni, concerti e celebrazioni che coinvolgono l’intera comunità;
  • Esplorare la natura nei dintorni: il borgo è immerso in un territorio pieno di bellissimi paesaggi naturali, dove fare escursioni a piedi o in bicicletta, esplorando la campagna siciliana e godendo della vista sul Monte Etna e sui paesaggi vulcanici circostanti;
  • Gustare la cucina locale: vale la pena assaggiare i piatti tipici come le pasta alla norma, la caponata, i cannoli siciliani le cassatelle della zia monaca, le scacciate salate ripiene di verdure selvatiche e le arance rosse di Sicilia, nei ristoranti e trattorie locali che preparano piatti contenti ingredienti freschi e tradizionali della zona. Non dimenticate di assaggiare anche gli ottimi vini del territorio!
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L’Amerigo Vespucci a Porto Empedocle: la leggenda del mare in Sicilia

Il prossimo 30 aprile 2025, Porto Empedocle si prepara ad accogliere uno degli eventi più attesi dell’anno: l’arrivo della Nave Scuola Amerigo Vespucci, storica imbarcazione della Marina Militare Italiana e simbolo dell’eccellenza nautica del Belpaese. Un’occasione speciale che rientra nel calendario delle celebrazioni per Agrigento Capitale Italiana della Cultura 2025 e che rappresenta un momento di grande valore simbolico e culturale per tutta la Sicilia.

La visita della Vespucci a Porto Empedocle non è soltanto una sosta tecnica o una tappa logistica: è un vero e proprio omaggio alla storia, alla tradizione marinara e alla cultura italiana, che si intreccia con il fascino senza tempo di uno dei velieri più ammirati al mondo. Per i visitatori, sarà un’opportunità rara e preziosa per salire a bordo, esplorare i ponti, conoscere la vita quotidiana dell’equipaggio e respirare da vicino il profumo del legno, del mare e delle vele spiegate al vento.

L’Amerigo Vespucci a Porto Empedocle

La presenza dell’Amerigo Vespucci nel porto di Porto Empedocle si inserisce all’interno di un lungo itinerario che ha avuto inizio nel luglio 2023, quando il veliero ha lasciato l’Italia per intraprendere un imponente viaggio attorno al globo. Un tour mondiale che ha visto la nave attraversare i cinque continenti, approdare in trenta Paesi e visitare trentacinque porti internazionali, con un percorso di oltre 46.000 miglia nautiche.

Durante la traversata, la Vespucci non ha solo svolto la sua missione primaria di nave scuola per gli Allievi Ufficiali della Marina Militare, ma ha anche portato avanti un compito di rappresentanza istituzionale, promuovendo l’immagine dell’Italia e delle sue eccellenze culturali, industriali e artigianali in ogni parte del mondo. Un’ambasciatrice galleggiante del Made in Italy, che ha fatto tappa nei principali porti mondiali, raccogliendo ovunque ammirazione e rispetto.

Attualmente, la nave sta percorrendo la parte conclusiva del suo viaggio con il “Tour Mediterraneo”, una serie di 17 tappe in città italiane. Dopo aver solcato l’Adriatico e visitato porti come Trieste, Venezia, Ancona, Ortona, Brindisi e Taranto, il prossimo attracco sarà proprio Porto Empedocle, dove arriverà a fine aprile. L’attesa è già alta e la città si sta preparando ad accoglierla con tutti gli onori.

Come visitare la nave scuola della Marina Militare

La visita a bordo dell’Amerigo Vespucci è molto più di una semplice escursione turistica: è un vero e proprio viaggio nella storia della marineria italiana. Ogni dettaglio, dai pennoni alle sartie, dalle cabine agli alloggi ufficiali, racconta la lunga tradizione della Marina Militare e il valore formativo della nave per intere generazioni di ufficiali.

Per poter accedere alla nave durante la sua permanenza a Porto Empedocle, è necessario prenotare la visita tramite il sito ufficiale del Tour Vespucci. Una volta effettuato l’accesso alla piattaforma online, sarà possibile selezionare la località, scegliere la data e l’orario desiderati e inserire i dati personali. La procedura consente di prenotare fino a quattro ingressi per volta, e al termine si riceverà un QR code da presentare all’ingresso insieme a un documento d’identità.

Questa modalità di prenotazione, obbligatoria, è stata introdotta per gestire in modo efficiente l’elevato numero di richieste e garantire un’esperienza fluida e sicura per tutti. Le visite sono infatti guidate e prevedono un percorso preciso, con spiegazioni dettagliate fornite direttamente dall’equipaggio, pronto a condividere aneddoti, curiosità e informazioni tecniche sul funzionamento della nave.

Consigli per visitare la nave Amerigo Vespucci

Per vivere appieno la magia della visita all’Amerigo Vespucci, è importante seguire alcune semplici indicazioni. L’accesso a bordo sarà consentito esclusivamente nell’orario prenotato, con una tolleranza di circa 15 minuti. La durata della visita è di circa mezz’ora, un tempo sufficiente per esplorare le aree principali della nave e ascoltare il racconto dei marinai.

È richiesto un abbigliamento adeguato e soprattutto scarpe chiuse e comode, per motivi di sicurezza. Non saranno ammessi animali, passeggini o oggetti voluminosi, e in caso di maltempo l’evento potrà essere annullato con un preavviso minimo di due ore, tramite comunicazione ufficiale sul sito del tour.

L’invito è quindi a prepararsi per tempo, consultando gli aggiornamenti e completando la prenotazione online con il giusto anticipo, considerata l’elevata richiesta prevista per questa speciale tappa siciliana.

Il Villaggio IN Italia e le eccellenze del Made in Italy

Accanto alla nave, a rendere ancora più ricca l’esperienza dei visitatori, sarà allestito anche il Villaggio IN Italia. Si tratta di uno spazio espositivo e interattivo nato per accompagnare l’Amerigo Vespucci lungo il suo itinerario e valorizzare le eccellenze italiane nei settori più rappresentativi del Made in Italy: dall’enogastronomia alla moda, dall’innovazione tecnologica all’artigianato.

Voluto dal Ministro della Difesa Guido Crosetto, il progetto coinvolge ben 12 ministeri ed è stato pensato come un autentico villaggio itinerante. All’interno saranno presenti un’area accoglienza, installazioni immersive con LEDwall, una conference hall per eventi e incontri istituzionali, un’area ristoro gestita da Eataly, uno shop ufficiale e numerosi stand dedicati agli sponsor. Un’occasione non solo per conoscere la nave, ma anche per esplorare l’Italia delle idee, della creatività e dell’innovazione.