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Il presepe vivente di Tricase: l’emozione della Natività in una location suggestiva

Ci sono presepi viventi che, più di altri, restano impressi nella memoria di chi li visita. Tra questi c’è sicuramente quello allestito a Tricase, considerato uno dei più belli di tutto il Salento grazie alla cura con la quale viene realizzato e alla location suggestiva in cui viene organizzato. La particolarità di questo presepe, arrivato alla 43ma edizione, è che coinvolge circa 200 persone intente a raccontare la Natività contestualizzata nell’ambiente tipico salentino attraverso i mestieri e le rievocazioni in costume in un mix perfetto di arte, religione e folklore locale.

Storia del presepe vivente di Tricase

Quando nasce l’idea del presepe vivente di Tricase? Per scoprirlo dobbiamo tornare indietro al 1976, quando Andrea Rizzo, Tricasino di Caprarica, decise di aprire le porte della sua casa, chiamata Villa delle Gomene, situata in cima a Monte Orco, per condividere la sua passione religiosa con il resto della comunità attraverso la rappresentazione della Natività con un presepe vivente allestito nel giardino.

Grazie alla collaborazione con amici e conoscenti, Andrea Rizzo riuscì a realizzare il suo sogno che oggi compie ben 43 anni e viene considerato uno degli eventi più attesi della zona durante il periodo di Natale.

Date e orari del presepe vivente di Tricase

Il presepe vivente di Tricase, tra quelli più suggestivi di tutta Italia, apre le porte ai visitatori il 25, 26, 28, 29 dicembre 2024 e il 1, 4, 5, 6 gennaio 2025 dalle 17:00 alle 20:30.

L’ingresso è gratuito per un percorso lungo 2 chilometri per quattro ettari in totale di superficie, dove migliaia di lampadine luccicanti contribuiscono a creare l’atmosfera perfetta illuminando il sentiero e le centinaia e centinaia di comparse. Queste, ricordiamo, non sono attori professionisti, ma abitanti della città che si prestano alla tradizione per interpretare i diversi personaggi della Natività e gli antichi mestieri come il vasaio, il fabbro o il calzolaio.

Presepe vivente Tricase Salento

Fonte: Ufficio Stampa

Vista dall’alto del presepe vivente di Tricase

Dove si trova e come raggiungere il presepe vivente di Tricase

La rappresentazione della Natività viene organizzata presso la collinetta di Monte Orco in agro di Tricase, cittadina del Salento, in provincia di Lecce, situata a 15 chilometri da Santa Maria di Leuca. Chi viaggia in auto può arrivare a destinazione prendendo la superstrada Lecce-Maglie-S.Maria di Leuca. Potete lasciare la vostra vettura nei parcheggi vicini al presepe e proseguire a piedi.

Programma del presepe vivente di Tricase

Una volta varcato il portale che indica ‘Città di Betlemme‘, vi ritroverete immersi negli scenari tipici della Natività, ma non solo. Il presepe vivente di Tricase rappresenta anche un’occasione unica, per gli abitanti della cittadina, per preservare e valorizzare le tradizioni locali attraverso la messa in scena degli antichi mestieri. Dal pelacane (conciatore di pelli, mestiere legato alla maestosa Quercia Vallonea di Tricase) al funaro (il costruttore delle funi di lavoro), fino al tessitore, allo scalpellino e al cartapestaio, per citarne alcuni.

Tutte le scene sono curate in ogni dettaglio non solo nei costumi, ma anche nella ricostruzione di strumenti quali mulini, frantoi e macchine artigianali. E, nel mentre che scoprite queste figure antiche, potrete completare la vostra esperienza degustando le specialità locali come le pittule e il vino. Infine, il giorno della Befana, in occasione della serata conclusiva, si svolgerà la tradizionale sfilata dei personaggi in costume d’epoca con partenza dall’atrio del Castello Principesco di Tricase in Piazza Pisanelli fino alla grotta del presepe con i Re Magi.

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Alla scoperta di Pulsano, luogo di tradizioni e bellezze naturali della Puglia

Esistono luoghi in grado di trasmettere la propria anima vivace, autentica, inclusiva, di raccontare storie che vengono da un passato remoto per farle rivivere nel presente, di incantare con scorci di architetture antiche alternati a panorami suggestivi sul mare più tranquillo. Uno dei posti che regalano tali suggestioni è sicuramente Pulsano, una piccola cittadina del Salento affacciata sul golfo di Taranto. Qui, nell’assolata Puglia, il clima è mite e le stagioni calde sono più lunghe.

Partiamo alla scoperta di questo luogo incredibile diviso tra terra e mare, con il suo centro storico antico e le spiagge dalla soffice sabbia dorata.

Storia di Pulsano

Oggi è una cittadina vivace e proiettata verso il futuro, pur conservando gelosamente le proprie tradizioni. Pulsano ha una storia antica che trova le prime testimonianze nel lontano neolitico. Lungo le sue coste, che si affacciano per circa 9 chilometri sul Mar Ionio, gli scavi archeologici hanno riportato alla luce diversi reperti storici che ne raccontano il passato più remoto, con la zona di Torre Castelluccia che mostra esempi di unità abitative dell’Età del Bronzo (XI-X secolo a.C.) e una necropoli (XIV secolo a.C.). Inoltre, i ferventi scambi commerciali tra popolo pulsanese e micenei sono testimoniati dai numerosi resti di ceramiche rinvenuti.

Dal mare, i pacifici abitanti dell’area si spinsero poi verso l’entroterra per cercare riparo dai saccheggi dei pirati che giungevano sulle coste del Mediterraneo. È per questo che il centro abitativo antico si trova tutt’oggi a circa 5 chilometri dalle sue splendide spiagge.

Ma da dove è nato il particolare nome di Pulsano? Sembra che l’origine sia strettamente legata al lontano passato: si narra che derivi dal presidio militare che venne posto a guardia della marina, dando al termine “polso” il significato di forza e di vigore. Ma si pensa che sia connesso anche al “gioco del polso”, quello che oggi chiamiamo braccio di ferro, che rivive a Pulsano nell’evento estivo “Polso Sano”. La manifestazione ogni anno anima la cittadina con rievocazioni storiche, tornei e intrattenimento musicale.

Il centro storico di Pulsano: cosa vedere

Pulsano rappresenta il connubio perfetto tra la bellezza del mare e l’autenticità della vita salentina percepibile in ogni scorcio che compone il suo centro storico. È nel cuore della cittadina che si esprime l’enorme patrimonio artistico-culturale di questo suggestivo borgo.

Camminando lungo il reticolato di viuzze che lo compongono, si possono esplorare a passo lento alcuni degli edifici più importanti, come il castello medievale, le chiese e il Museo archeologico. Vediamoli tutti in un itinerario alla scoperta delle meraviglie storiche di questo gioiello della costa ionica affacciata al Golfo di Taranto.

Il Castello De Falconibus

È il Castello De Falconibus il monumento più rappresentativo del trascorso medioevale di Pulsano, che prende il nome dal principe che decise di trasformare una vecchia torretta in un luogo di difesa. Una struttura a pianta rettangolare dotata di 5 torri, aggiunte nel corso del tempo, fino al 1435, che fungeva da avamposto di stazionamenti dei soldati per proteggere la popolazione dalle incursioni dei pirati.

Appartenuto per un lungo periodo alla casata Muscettola, che governava queste terre, il castello è stato acquistato dal Comune nel 1912. Fino al 1993 è stato il Municipio di Pulsano, mentre oggi, parzialmente ristrutturato, è sede dei consigli comunali e Museo Storico delle Tradizioni e delle Attività Umane, oltre a fare da sfondo a diversi eventi culturali che si svolgono nell’antistante piazza Castello.

Castello De Falconibus nel cuore di Pulsano

Fonte: iStock

Castello De Falconibus

Le chiese di Pulsano

A due passi dal Castello De Falconibus, dall’altro lato della piazza, sorge la Chiesa della Confraternita del Purgatorio, la più antica della zona. Dotata di un piccolo campanile, conserva al suo interno le statue dei misteri, simboli della settimana Santa del borgo, che ogni anno richiama numerosi fedeli.

A poca distanza, soltanto 100 metri, si raggiunge la Chiesa di Santa Maria La Nova. Realizzata verso la metà dell’Ottocento, è una struttura a tre navate dotata di un grande campanile. Al suo interno custodisce una riproduzione della grotta della Madonna di Lourdes. Meta di pellegrinaggi, la grotta è stata proclamata Santuario Mariano nel 1947 a cui è legato un evento che viene festeggiato l’11 febbraio di ogni anno dalla popolazione. In questa chiesa, riportata agli antichi splendori grazie alla ristrutturazione del 2005, sono custodite statue in cartapesta realizzate dai più bravi maestri leccesi di questa curiosa arte.

Chiesa Santa Maria la Nova, nel cuore di Pulsano

Fonte: iStock

Chiesa Santa Maria la Nova

Di fronte alla Chiesa di Santa Maria La Nova spicca anche la facciata della Chiesa della Confraternita del SS Sacramento con il suo piccolo campanile, mentre poco distante dal centro abitato di Pulsano si può raggiungere anche la Chiesa del Crocifisso: una struttura religiosa dal colore candido che risalta rispetto al paesaggio circostante, al cui interno è custodita una scultura lignea del XV secolo raffigurante il Crocifisso. È qui che numerosi fedeli si riuniscono ogni venerdì di Quaresima per dedicarsi alla preghiera.

Il Museo archeologico

A soli 250 metri dal castello di Pulsano, merita una visita il Museo Civico: qui sono custoditi numerosi reperti archeologici di estremo valore, risalenti all’Età del Bronzo e ai secoli successivi, oltre a numerose testimonianze della vivacità commerciale che anticamente caratterizzava la costa salentina negli scambi con i popoli dell’Egeo.

Tradizioni enogastronomiche e culturali

Pulsano è da esplorare non solo nei suoi vicoli, ma anche nelle sue tradizioni. Si scopriranno così i sapori tipici del territorio, provando le eccellenze enogastronomiche proposte da ristorantini e cantine locali, e si conosceranno le usanze tramandate nei secoli attraverso i numerosi eventi culturali che animano la cittadina, soprattutto in estate.

Seduti in uno dei tipici locali del borgo, lungo la costa affacciata alle acque cristalline oppure partecipando a una delle sagre popolari estive, si può provare ad esempio la “Tajedda”, una focaccia ripiena con cipolla, olive e capperi. Tra i diversi prodotti tipici di Pulsano, molti con denominazione De.co, troviamo i succulenti fichi e fichi d’india, lo squisito pesce fresco e le ricche produzioni casearie, in particolare caciotte, ricotta e caciocavallo.

Pulsano è anche una delle tappe della Strada del Vino d.o.c. di Lizzano e del Primitivo di Manduria, oltre a essere Strada dell’Olio. Qui vengono prodotte, tra le altre specialità, buonissime bottiglie di Negroamaro e di Primitivo, oltre all’Olio Terra d’Otranto DOP.

Marina di Pulsano: le spiagge più spettacolari

Spostandoci dal centro abitato verso la costa si aprono panorami suggestivi sulle meravigliose spiagge di Marina di Pulsano. Qui gli amanti della stagione estiva possono rilassarsi lungo i litorali dalla sabbia bianca e soffice, cimentarsi in sport d’acqua e trascorrere piacevoli giornate baciati dal sole salentino.

Lunga circa 9 chilometri, la costiera si suddivide in diverse spiagge e calette, sia pubbliche che private, caratterizzate da fondali bassi e da acque cristalline, perfette anche per le famiglie con bambini.

La più conosciuta e frequentata (e per questo da raggiungere nelle primissime ore del mattino) è la spiaggia di Montedarena, un piccolo paradiso esotico con sabbia candida lambita da acque limpide e turchesi. Qui non mancano vari servizi che garantiscono il massimo comfort a tutti.

A due passi da Montedarena si trova la Baia Capparrone (chiamata anche Baia Verde), più intima e raccolta, con suggestive scogliere punteggiate dalla profumata macchia mediterranea che sembra circondare in un abbraccio la spiaggia. Con il suo fondale basso, è adatta a tutti ed è facilmente raggiungibile.

Baia di Capparrone sulla costa di Marina di Pulsano, affacciata al Mar Ionio

Fonte: Valentina Falcone – Comune di Pulsano

Baia di Capparrone (o Baia Verde)

Le spiagge di Marina di Pulsano non finiscono qui: c’è il Lido Silvana, sul quale si affaccia l’antica Torre Castelluccia con i resti archeologici, e c’è la Baia del Pescatore, chiamata anche spiaggia di Luogovivo, imperdibile mezzaluna sabbiosa sulla quale spiccano le colorate barche dei pescatori.

Altri angoli di paradiso affacciati sullo Ionio sono Lido Checca, Pezzarossa, La Fontana, Le Canne e Serrone: calette e piccole baie incantevoli tutte da esplorare in un viaggio alla scoperta della Pulsano più autentica.

Una delle spiagge di Marina di Pulsano, affacciate sul Golfo di Taranto

Fonte: iStock

Mare cristallino nelle spiagge di Marina di Pulsano
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Ostuni, dal recupero di un vecchio frantoio alla scoperta del territorio: la storia di Domus Oleorum

Ostuni, conosciuta come la “città bianca“, è un tesoro della Puglia con le sue case dipinte a calce e il suo incantevole centro storico. Nonostante la città punti moltissimo sul turismo e sulla promozione del territorio, per l’economia locale continua ad essere molto importante l’agricoltura, specialmente di ulivi e viti. Ostuni, infatti, è sinonimo di tradizione olearia, un’arte antica tramandata di generazione in generazione.

Il lavoro della famiglia Pomes

Con grandissima passione, la famiglia Pomes dal 1902 produce olio d’oliva, portando sulle tavole un olio extravergine di oliva (EVO) che rappresenta la quintessenza del territorio ostunese. L’azienda, giunta alla quarta generazione, continua a tramandare questa tradizione, producendo un olio che conserva tutte le caratteristiche organolettiche del luogo d’origine. Il legame tra olio e terra è al centro della missione della famiglia, che lavora per mantenere viva la tradizione e per offrire prodotti di qualità superiore che portano i sapori autentici della Puglia sulle tavole di tutto il mondo. Ma tutto questo non può prescindere dalla conoscenza e valorizzazione del territorio che li ha cresciuti.

La nuova vita dell’antico frantoio di famiglia

Con queste premesse e dalla volontà di unire produzione, tradizione e territorio, è nato il progetto Domus Oleorum, che ha ridato vita all’antico frantoio di famiglia, trasformandolo in un Experience Lab unico nel suo genere. Situato in un’area di 220 mq, questo spazio è stato recuperato proprio per diventare un simbolo del territorio e della sua tradizione olearia, culturale e gastronomica. Il frantoio, che risale ai primi del ‘900, è stato ristrutturato grazie ad un cantiere lungo due anni, che ha mantenuto la struttura originale e rispettato i caratteri architettonici originali.

La famiglia Pomes ha investito risorse e passione in questo progetto, con l’obiettivo di creare un luogo dove la tradizione incontra l’innovazione. Questo impegno riflette la dedizione della famiglia a preservare e promuovere la ricchezza del loro territorio. Così oggi Domus Oleorum non è solo un frantoio, ma un centro dove si svolgono attività che celebrano l’olio e la cultura del cibo pugliese.

Degustazione e corsi per scoprire una tradizione centenaria

Domus Oleorum offre una varietà di esperienze suddivise in tre aree principali, ognuna dedicata a un aspetto dell’esperienza enogastronomica pugliese.

EVO Experience

In questa area, i visitatori possono immergersi nell’arte della degustazione dell’olio EVO. Un maestro oleario guida i partecipanti nella scoperta delle differenze organolettiche tra vari tipi di olio, includendo degustazioni di tre oli monovarietali e un olio blend. Inoltre, si tengono corsi per la creazione di oli aromatizzati, offrendo un’esperienza educativa e gustativa unica.

Wine Experience

Qui è possibile degustare i migliori vini pugliesi, guidati da un sommelier. I partecipanti possono esplorare 13 diverse etichette di vini, dai bianchi ai rosati, fino ai rossi e ai vini spumanti metodo classico. Le degustazioni sono accompagnate da un aperitivo pugliese a base di prodotti locali, offrendo un viaggio sensoriale attraverso i sapori della regione​​.

Experience Lab

In questo spazio si tengono corsi di degustazione di olio e vino, laboratori di cucina pugliese, e attività di team building. Due le proposte food, con l’Apulian Food Experience, durante la quale una signora pugliese mostra come preparare i piatti della tradizione, dalle orecchiette ai panzerotti, abbinati all’olio giusto. La Food Experience, con tre differenti menù, è la proposta di degustazione per compleanni, cene di lavoro o cerimonie. La Cocktail Experience invece è tenuta da uno dei più bravi bartender di Ostuni, che insegna a preparare tre cocktail con gli olii, per capire gli abbinamenti e proporre agli ospiti un aperitivo diverso dal solito​​.

Fonte: Olio Pomes

Domus Oleorum

Ostuni, da Domus Oleorum alla scoperta del territorio

Domus Oleorum va ancora oltre e offre l’opportunità di esplorare Ostuni e i suoi dintorni attraverso tour organizzati. In collaborazione con alcuni partner sul territorio, i visitatori possono scoprire la città anche in modo atipico e autentico, per esempio a bordo di un’Ape car elettrica, un mezzo iconico e ecologico che consente di godere delle bellezze del territorio in modo sostenibile. Il tour include una visita ai principali punti di interesse della città e termina con un’esperienza enogastronomica presso Domus Oleorum.

Queste proposte combinano l’avventura con la scoperta della cultura e delle tradizioni locali, permettendo ai visitatori di vivere un’esperienza completa, immersiva nella bellezza naturale e nella ricchezza culturale di Ostuni e dei suoi dintorni​.

Domus Oleorum rappresenta un punto di incontro tra tradizione e innovazione, offrendo esperienze uniche che celebrano la cultura e la gastronomia pugliese. Con il suo impegno nella valorizzazione del territorio e delle sue eccellenze, Domus Oleorum è una destinazione imperdibile per chi desidera scoprire i veri sapori e la vera essenza della Puglia.

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Puglia, il mistero della foresta pietrificata

C’è un segreto prezioso che si nasconde nel mare pugliese, una foresta che sembra uscita dalla fantasia per trasformarsi in realtà. Siamo a Torre Ovo e guardiamo la meraviglia del mare pugliese, ci troviamo vicini alla frazione di Campomarino del comune di Maruggio, dove la meraviglia non solo la si può osservare sopra la superficie dell’acqua, ma anche sotto, dove si nasconde una foresta pietrificata, dall’aspetto suggestivo e misterioso.

Un luogo in cui la bellezza della natura circostante si mescola alla storia, che emerge tra reperti di epoche del passato che si intrecciano tra loro, ma anche alle meraviglie che si nascondono a poco profondità sotto il livello dell’acqua e che vale la pena scoprire programmando una vacanza in questo luogo dalla bellezza impareggiabile che si trova nel Sud Italia: il mistero della foresta pietrificata in Puglia, tutta da scoprire.

La foresta pietrificata in Puglia, dove si trova

Ci troviamo in un territorio che si trova tra Campomarino di Maruggio e Torricella, un posto di confine e di impareggiabile bellezza, che si affaccia sul Mar Ionio. Uno scenario affascinante, in cui la natura e i reperti del passato diventano gioielli da scoprire. Nella zona, ad esempio, si trovano le suggestive Dune di Campomarino che si estendono per 41 ettari e con un’altezza che arriva fino ai 12 metri.

Campomarino di Maruggio, il parco dunale lì vicino la Torre Ovo

Fonte: iStock

Campomarino di Maruggio, il parco dunale lì vicino la Torre Ovo: nello stesso mare la foresta pietrificata

Poco distante da qui, ma nello stesso mare, a Torre Ovo, nell’acqua che si estende verso l’orizzonte, si cela un segreto magnifico. Una foresta pietrificata sotto il mare, tra i cinque e i sette metri di profondità, nella baia su cui si affaccia la torre di guardia. A osservare nelle profondità marine si scorgono rocce calcaree le cui forme sembrano ricreare quelle dei tronchi degli alberi. L’estensione di questa prateria pietrificata, conosciuta anche come foresta fossile, è di circa 800 metri.

Ma come ha potuto crearsi una simile bellezza? Una cosa è certa, quella sul fondale non è una vera foresta, ma è il rusltato della “mano della natura” che ha creato qualcosa di straordinario.

Il mistero della foresta pietrificata

Una risposta certa su come si è formato questo tesoro sottomarino non c’è, ma è certo che il mare lo custodisca ormai da tantissimi anni. La foresta pietrificata, infatti, oltre a essere rara pare poter essere stata realizzata dai gasteropodi durante il Pleistocene, scavando le proprie tane.

Un’intervista su Telerama riporta il fatto che si tratta di sedimenti che hanno formato “il calco di una tana”, che potrebbe essere stata realizzata da un crostaceo di grandissime dimensioni.: una volta che il buco è rimasto vuoto, questo potrebbe essersi riempito di sedimenti. Poi l’erosione avrebbe lasciato questi sedimenti, eliminando il “calco”. Oppure potrebbe essere il risultato del lavoro e delle tane di conchiglie bivalvi o gasteropodi che vivevano sul fondo del mare.

Quello che è certo è che la foresta pietrificata nasce da un lavoro che è durato migliaia di anni, che ha dato vita a uno spettacolo unico al mondo e che è visibile non solo per i sub esperti, ma anche per chi ha voglia di fare una piccola esplorazione sottomarina.

Cosa vedere nei dintorni della foresta pietrificata

La Puglia è uno scrigno di tesori di incomparabile bellezza e Torre Ovo è uno di quelli. In una gita alla scoperta della foresta pietrificata deve essere inserita anche questa costruzione datata 1473, realizzata per difendere questo luogo dagli attacchi dei Saraceni. Edificio affascinante, si affaccia a picco sul mare da un’altezza di 15 metri.

E poi, oltre alle Dune di Campomarino, si può ammirare il piccolo comune di Maruggio (di cui Campomarino è la frazione sul mare): un borgo medievale salentino, con il suo bellissimo centro storico, le architetture religiose, le costruzioni militari (Torre Ovo), i suoi palazzi e gli edifici rurali.  Senza dimenticare i suoi prodotti tipici che sono un’esplosione di gusto e sapori.

Maruggio, borgo vicino a quel mare dove c'è la foresta pietrificata in Puglia

Fonte: iStock

Maruggio, comune vicino al mare dove c’è la foresta pietrificata in Puglia
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La Via Jonica-Land for All, il nuovo itinerario di 215 km tra mare e natura

C’è chi visita i luoghi di fretta, scatta una foto e passa alla prossima destinazione e chi, invece, sceglie di andare piano e di esplorare il territorio con maggiore consapevolezza. È anche a questa seconda categoria di viaggiatori che viene dedicato il nuovo progetto di promozione turistica della Puglia “La Via Jonica-Land for All”, parte di uno dei sette programmi di rete per il turismo accessibile finanziati attraverso il Progetto C.Os.T.A. (Comunità Ospitali per il Turismo Accessibile).

L’obiettivo dell’iniziativa è quello di creare il primo cammino interamente accessibile d’Italia, permettendo a chiunque di intraprendere i 215 chilometri tra il blu del mare e il verde di vigneti, uliveti, zone umide e macchia mediterranea. A capo del progetto c’è Naturalmente a Sud Aps che, insieme a una rete composta da enti, imprese e associazioni, si impegnerà per promuovere un’idea di vacanze in Puglia senza barriere.

Vacanze accessibili in Puglia con il progetto C.Os.T.A.

Il progetto C.Os.T.A. “La Via Jonica-Land for All” nasce da un desiderio condiviso sia dalla Regione che dai Comuni e dalle attività turistiche e del terzo settore: rendere la Puglia un territorio sempre più accogliente e inclusivo, dove i pugliesi e i turisti possano godere pienamente del mare, dei borghi e dei paesaggi in tutte le stagioni.

Come ha affermato Gianfranco Lopane, Assessore al Turismo Regione Puglia: “La rete non riguarda solo l’accessibilità fisica dei luoghi, privi di barriere architettoniche, ma soprattutto la loro integrazione con il territorio e il tessuto sociale. Le iniziative che abbiamo finanziato con l’avviso C.O.s.T.A., per un valore complessivo di oltre 1,3 milioni di euro, consentiranno di realizzare e qualificare servizi di ospitalità: dall’acquisto di materiali e strumenti tecnologici per l’escursionismo alla creazione di pacchetti turistici ad hoc, con il coinvolgimento diretto delle persone con disabilità in tirocini di inclusione lavorativa”.

Luca Scandale, Direttore generale di Pugliapromozione, ha dichiarato invece: “Turismo accessibile a tutti e per 365 giorni l’anno, questi sono i traguardi che ci proponiamo di raggiungere attraverso il progetto C.Os.T.A. Per chi sceglie la Puglia per le vacanze, e viaggia con persone con disabilità, sarà utile sapere prima di venire qui l’accessibilità degli attrattori. È un lavoro impegnativo di mappatura che metteremo in cantiere”.

Il cammino della Via Jonica

L’iniziativa vede protagonisti i comuni di Taranto, Manduria, Lizzano, Pulsano, Crispiano, Laterza e Ginosa, che insieme compongono la parte ionica del Cammino Materano, riconosciuto come Best Practice Europea nel Progetto Green Pilgrimage. “La Via Jonica-Land for All” rispetta appieno la tradizione storica e culturale del territorio che, da sempre, è incline ad accogliere, ospitare e fare delle differenze un valore di crescita. In generale, la Via Jonica rappresenta il prolungamento lungo il Golfo di Taranto del Cammino Materano lungo 215 chilometri.

Si tratta di una zona d’Italia splendida perché custodisce insieme bellezze paesaggistiche, storiche e archeologiche, da scoprire rigorosamente a passo lento. Il cammino parte da Taranto, la città dei due mari, e arriva a Leuca, la finis terrae d’Italia, luogo sacro della civiltà europea e mediterranea perché considerato come punto d’incontro di popoli e culture, oltre che dei pellegrini diretti a Roma o in Terra Santa.

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La Valdichiana e le altre location del “Pinocchio” di Garrone e Benigni

Ambientazioni fiabesche che sembrano uscire direttamente da un libro di favole e paesaggi che potrebbero appartenere ad altri mondi: sono quelli messi in scena nel film Pinocchio di Matteo Garrone del 2019, in cui Roberto Benigni ha recitato nei panni di Geppetto. In realtà questi luoghi, che tutti noi abbiamo potuto ammirare sullo sfondo dell’opera cinematografica del regista de Il racconto dei racconti, sono tutti veri e autentici.

Partiamo per un viaggio tra le location da sogno di Pinocchio, che si snodano in 3 diverse regioni italiane: partiamo dalla Valdichiana toscana per spostarci alla ricerca dei paesaggi scelti per le riprese tra la Puglia e il Lazio.

Ambientazioni di Pinocchio tra le meraviglie d’Italia

Uscito al cinema il 19 dicembre 2019, il film Pinocchio di Garrone, tratto dal romanzo “Le avventure di Pinocchio. Storia di un burattino” di Carlo Collodi, ha conquistato subito il pubblico e la critica. Basti pensare che ha ricevuto ben 15 candidature ai David di Donatello 2020, vincendo in cinque categorie: Miglior scenografo, Miglior truccatore, Miglior costumista, Miglior acconciatore e Migliori effetti speciali visivi. Inoltre, ha ottenuto 2 candidature agli Oscar 2021 nelle categorie Migliori costumi e Miglior trucco.

Ma un premio speciale dovrebbero riceverlo anche le location da favola, tutte italiane, che hanno fatto da sfondo alle scene della pellicola amata da grandi e piccini. I luoghi scelti per le riprese si trovano in tre splendide regioni del Bel Paese: Toscana, Lazio e Puglia. Vediamoli tutti, partendo dalla regione che è anche patria natìa dell’attore Roberto Benigni, ovvero la Toscana.

Location di Pinocchio in Toscana: la Valdichiana

Partiamo dai paesaggi toscani, e in particolare dalla Val di Chiana (o Valdichiana) senese, tra Siena e Arezzo, vicina al lago Trasimeno e alle aree lacustri di Montepulciano e Chiusi.

È nella frazione del borghetto medievale de La Fratta, nel comune di Sinalunga, che è stato ricreato il villaggio di Geppetto (interpretato da Roberto Benigni): l’ambientazione, in particolare, è tra le mura della storica Tenuta La Fratta, una delle più belle e antiche dimore della Toscana, sopravvissuta al passare dei secoli, giungendo a noi in condizioni splendide. Il primo documento nel quale viene citata risale al 1208, il che non fa che attestare il valore storico di una struttura che sorge su quella che un tempo era una delle più importanti strade dell’antica Roma, la via consolare Cassia. Ancora oggi la tenuta mantiene una fattoria, una villa e un pascolo per il bestiame.

Sinalunga, splendido borgo in Toscana

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Sinalunga, in Toscana

Garrone a sfruttato a proprio vantaggio le bellezze senza tempo dei luoghi che circondano la Fratta, sita al centro di un territorio ricco di cultura e pregno di storia. Il paesaggio è particolarmente vario, proponendo così numerose tipologie di setting, dalle aree lacustri dei laghi Trasimeno, di Montepulciano e di Chiusi, fino a quella pianeggiante della Valdichiana e della Val d’Orcia. A ciò si unisce una dorsale collinare, proprio tra le due vallate principali, con il Monte Cetona e il Monte Amiata a dominare il tutto dall’alto.

La scelta dell’area della Val di Chiana ha anche una motivazione metanarrativa: proprio qui è nato Benigni, che nel castello di Gargonza ha scritto, con lo sceneggiatore Cerami, il suo film Pinocchio, quello uscito nel 2002 e nel quale ha interpretato il celebre burattino.

Le location di Pinocchio tra Puglia e Lazio

Per raggiungere le altre meravigliose location del film di Garrone ci spostiamo in Puglia, dove il Parco nazionale dall’Alta Murgia ha offerto splendidi scenari per le riprese: tra le ambientazioni vediamo le verdi distese naturali intervallate da rocce dei borghi di Altamura e Gravina di Puglia, in cui è stata girata probabilmente la scena dell’impiccagione.

A Gravina di Puglia, in particolare, viene ripreso il viadotto con ampie arcate che collega le sponde del torrente Gravina, mentre ad Altamura è stata ricreata la casa della Fata Turchina da adulta all’interno di alcune splendide masserie fortificate presenti in questo territorio. Parliamo della Masseria Jesce per gli esterni, con la sua cripta dedicata a San Michele Arcangelo e affreschi mariani, e della Masseria Patrone per le riprese interne, con i suoi pavimenti finemente decorati, i letti a baldacchino e i ricchi tendaggi.

Altamura, location di "Pinocchio" in Puglia

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Altamura, in Puglia

E il Paese dei Balocchi? Il luogo in cui i bambini poco volenterosi vengono trasformati in asinelli è stato ambientato in un’altra masseria che sorge tra Ostuni e Fasano. Nei dintorni invece, tra le campagne che circondano la “Città Bianca” va in scena l’incontro tra il Gatto e la Volpe, interpretati da Massimo Ceccherini e Rocco Papaleo.

Ci si sposta direttamente sul mare per raggiungere anche la location scelta per la scena del Pescecane: è il paesaggio di Polignano a Mare, a 20 minuti da Ostuni, a incantare con le sue alte falesie con rocce frastagliate e le grotte che si alternano alle calette dalla sabbia fine e candida bagnata da un mare cristallino.

Polignano a Mare, location di "Pinocchio" in Puglia

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Polignano a Mare, in Puglia

Nella cittadina di Noicattaro, in provincia di Bari, è stato ricreato invece il teatro di Mangiafuoco (interpretato da Gigi Proietti): qui si trova il Teatro più piccolo d’Europa, nel cuore nel centro cittadino caratterizzato da una particolare forma a cuore. Con soli 50 posti a sedere, la struttura risalente al 1800 era anticamente un frantoio ipogeo poi trasformato in abitazione per sfollati e deposito e, infine, come cinema e teatro (oggi gestito dai FAI).

Viaggiando fino in Lazio, Garrone ha scelto la meravigliosa Villa Catena, più volte presente nelle scene del film e nel finale: si trova a Poli, vicino a Roma, ed è famosa per essere testimonianza dell’amore di Dino De Laurentiis, che la acquistò nel dopoguerra, per Silvana Mangano. La villa cinquecentesca, nei suoi anni d’oro, ha ospitato molte celebrità hollywoodiane e star internazionali.

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Il Parco dell’Alta Murgia diventa Geoparco Unesco

Grande traguardo per la Puglia che vede finalmente arrivato il riconoscimento Geoparco UNESCO per il Parco dell’Alta Murgia. Questo conferma l’inestimabile valore geologico, naturale e culturale del territorio facente parte delle province di Bari e di Barletta-Andria-Trani che ospita borghi, parchi archeologici, boschi, miniere, musei e castelli. È così che l’Alta Murgia entra a far parte di una lista che conta 213 Geoparchi situati in 48 paesi, diventando il 12esimo riconosciuto in Italia.

Il presidente del parco, Francesco Tarantini, ha dichiarato: “Questo titolo premia l’impegno nella valorizzazione del territorio, ma soprattutto rappresenta un’opportunità per stimolare la crescita delle comunità locali attraverso le iniziative future che andremo a realizzare. Il nostro territorio ha ora una vetrina internazionale che ci permetterà di promuovere le nostre eccellenze in tutto il mondo. Con questo riconoscimento, l’Alta Murgia si prepara a scrivere un nuovo capitolo della sua storia, puntando a progetti di conservazione, educazione e valorizzazione che porteranno beneficio al nostro territorio”.

Cosa sono i Geoparchi UNESCO

I Geoparchi UNESCO vengono riconosciuti tali quando possiedono un patrimonio geologico importante in termini di qualità scientifica, rarità, rilevanza estetica o valore educativo. Seppur la maggior parte dei siti presenti all’interno del territorio considerato Geoparco devono appartenere al patrimonio geologico, il loro interesse può essere esteso anche agli ambiti archeologici, naturalistici, storici o culturali. Oltre a questi fattori, è importante che il territorio possieda confini ben definiti e che questi siano gestiti attraverso misure di protezione efficienti e sostenibili.

Per esempio, all’interno di un Geoparco, non è permessa la distruzione o la vendita di reperti geologici e l’intera area deve necessariamente essere amministrata da strutture ben definite, capaci di rinforzare la protezione, la valorizzazione e le politiche di sviluppo sostenibile all’interno del proprio territorio. L’Alta Murgia ha dimostrato di possedere tutti questi requisiti, ricevendo finalmente l’atteso riconoscimento il 9 settembre 2024 deciso dal Consiglio Mondiale dei Geoparchi UNESCO riunitosi in questi giorni in Vietnam.

Il Parco dell’Alta Murgia

Il meraviglioso Parco dell’Alta Murgia si trova nella Puglia centrale, tra le provincie di Bari e di Barletta-Andria-Trani, non distante dal confine con la Basilicata, e si estende su una superficie di 68.077 ettari. Le possibilità per scoprirlo sono tantissime: è possibile percorrere sentieri di trekking, da quelli più turistici ai percorsi destinati ai più esperti; chi ha la bici può esplorare il territorio seguendo le diverse piste ciclabili; oppure è possibile esplorarlo attraverso gli itinerari guidati organizzati all’interno di aree specifiche del parco.

Fanno parte del parco anche diversi borghi come Altamura, famoso per i suoi prodotti gastronomici, in primis il pane, e per i resti dell’uomo di Neanderthal ritrovati all’interno della grotta di Lamalunga. Altri borghi da visitare sono sicuramente Andria, famoso per ospitare nel suo territorio il Castel del Monte, dichiarato Patrimonio UNESCO, e Gravina in Puglia, dove ha sede l’ente del Parco.

Dal punto di vista geologico, il Parco dell’Alta Murgia ospita, tra le altre cose, la cava di bauxite: questa si caratterizza per le particolari sfumature rosse dovute alla presenza di bauxite, che offrono ai visitatori uno scenario unico che ricorda i paesaggi del Grand Canyon degli Stati Uniti. Inoltre, nel 1999, in una cava situata in località Pontrelli, sono state rinvenute circa 30.000 orme di dinosauri appartenenti ad almeno 5 specie diverse. Questa incredibile concentrazione di tracce ne fa il giacimento più ricco del mondo.

Dolina Alta Murgia

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La dolina chiamata Pulo nel Parco Nazionale dell’Alta Murgia
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Cosa fare a Brindisi in un giorno

Brindisi viene considerata da molti soprattutto come un luogo da cui partire per destinazioni più famose e invitanti, dalla Grecia all’Albania. Un aspetto che non stupisce se si pensa che, da sempre, la sua storia è fortemente legata al suo porto: per motivi bellici o commerciali, questo angolo di Puglia ha rappresentato un crocevia importante per l’incontro di culture e genti diverse plasmando l’identità stessa della città. Accoglienza è infatti una delle parole in grado di descrivere l’atmosfera che si respira tra le sue strade, non prive di difficoltà.

Molti viaggiatori la scoprono solo di passaggio perché i problemi di cui soffre sono evidenti, ma l’impegno dei suoi cittadini e di coloro che vogliono vederla rifiorire è altrettanto presente. In questo articolo vogliamo aiutarvi a conoscere le sue bellezze suggerendovi cosa fare e cosa vedere a Brindisi anche se avete un solo giorno a disposizione. Fidatevi, ne vale la pena.

Cosa vedere a Brindisi

La città di Brindisi ha saputo creare negli anni un

micromondo dal paesaggio vivace e culturalmente attivo fortemente legato alla sua storia millenaria. Un passato che possiamo approfondire visitando i luoghi di interesse più importanti come Piazza Duomo, la Chiesa di San Giovanni al Sepolcro o le Colonne Romane, monumento simbolo della città.

Piazza Duomo, cuore del centro storico

Questo è uno dei luoghi più belli di tutta la città: su Piazza Duomo, infatti, si affacciano alcune delle migliori bellezze architettoniche di Brindisi come la Cattedrale di Santa Maria Assunta, il Portico dei Cavalieri Templari o il Museo Archeologico, tutti edifici realizzati in stile romanico-medievale. Una piazza ampia e luminosa, ma non l’unica presente in città. Se ne contano ben 13 che, nel tempo, hanno rivestito un proprio ruolo nella vita sociale e quotidiana dei suoi abitanti.

Da Piazza Vittoria, in passato luogo d’incontro della plebe, a Piazza del Sedile, al contrario quella vissuta soprattutto dai nobili, fino a Piazza Cairoli, situata lungo Corso Umberto I, che agli inizi del ‘900 rappresentava il place to be con caffè concerto, cinema e teatri. Durante la vostra giornata a Brindisi perdetevi tra le stradine tortuose e labirintiche del centro storico per scoprirle passo dopo passo.

Cattedrale Brindisi

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Cattedrale nel centro storico di Brindisi

Castello Svevo e Castello Aragonese

Imponente ed elegante, il Castello Svevo conquista lo sguardo di tutti i viaggiatori in visita a Brindisi. Situato in Via dei Mille 4, proprio nel cuore della città, è chiamato anche “castello grande” o “di terra” per distinguerlo da quello aragonese “sul mare”. Fu costruito per volere di Federico II nel 1227 come residenza fortificata ed è composto da materiali derivanti dalle vecchie mura e dai monumenti cittadini che all’epoca cadevano in rovina.

Il Castello Aragonese invece, da ammirare al tramonto quando le sue mura assumono un colore rosato, fu commissionato da Ferdinando d’Aragona, come lascia intendere il nome stesso della costruzione. Situato sull’isolotto di Sant’Andrea, può essere visitato previa prenotazione e con guida.

Lungomare Regina Margherita

Se il centro storico racconta il passato, il Lungomare Regina Margherita accoglie un presente vivace dove residenti e turisti trascorrono il tempo passeggiando, mangiando un gelato o godendosi un rilassante aperitivo estivo. Simbolo della città, la sua pianificazione urbana è stata curata con attenzione per offrire un luogo di incontro accogliente e piacevole. Da qui potete raggiungere la Scalinata Virgilio, intitolata a Publio Virgilio Marone, in cima alla quale si trova la Colonna Romana situata nel punto in cui la Via Appia raggiungeva il mare.

Monumento al Marinaio d’Italia

Risalente al periodo fascista, questo monumento è stato costruito come un timone con una grande torre in cemento armato rivestito. Essendo situato su una sponda diversa dal lungomare, per raggiungerlo dovrete salire su una barca che vi porterà in poco tempo a quello che viene chiamato come il villaggio di pescatori. Consigliamo di prendere l’ascensore e di salire in cima al monumento per godervi una vista panoramica sulla città.

Lungomare Brindisi

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Il lungomare di Brindisi

Dove andare al mare a Brindisi

Se capitate in questa città della Puglia in estate, vi starete sicuramente domandando dove andare al mare perché in questi mesi, si sa, il caldo ci attira naturalmente verso le acque meravigliose di questa parte di costa e l’unica cosa che desideriamo è tuffarci al loro interno.

Sul litorale di Brindisi troverete riserve naturali e spiagge bianche come Torre Santa Sabina, distante solo un paio di chilometri dal centro. Se invece avete più giorni a disposizione, non perdetevi Ostuni e le sue spiagge, perfette soprattutto per chi viaggia con bambini. Nei suoi 17 chilometri di costa si alternano grandi spiagge di sabbia, piccole calette o scogli più selvaggi, sempre bagnati da un mare pulito, limpido e dai colori mozzafiato.

Cosa mangiare a Brindisi

Una giornata a Brindisi non può concludersi senza aver provato alcuni dei suoi piatti tipici. A regnare è soprattutto il pesce, dove consigliamo di assaporare il gusto unico delle cozze gratinate, il polpo alla pignata (stufato di polpo) o una squisita grigliata o frittura di pesce fresco. Non mancano ricette a base di pasta fresca offerta in formati diversi, dalle orecchiette alle fettuccine lisce o arricciate. Agli amanti dei dolci, infine, consigliamo di provare la cupeta (torrone di mandorle tostate), dolcetti ricoperti di cioccolato (mustuazzeli) o ripieni di marmellata di amarene (biscotto cegliese).

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Spiaggia di Torre Chianca, una delle località balneari più apprezzate del Salento

A pochi chilometri da Lecce, la splendida Firenze del Sud, si svela Porto Cesareo, gemma sulla costa salentina che incanta chiunque sogni una vacanza al mare da favola e che, tra le grandiose meraviglie, vanta Torre Chianca, rinomata meta balneare dal litorale basso e ampio, con dune di sabbia bianchissima e folta vegetazione mediterranea, profumata da erbe aromatiche. Le acque cristalline, prive di scogli, rendono la zona perfetta per le famiglie, grazie ai fondali dolcemente digradanti che sfiorano affascinanti secche naturali.

La torre cinquecentesca, simbolo indiscusso

L’incantevole spiaggia di Torre Chianca offre un perfetto connubio tra fascino storico e bellezza naturalistica e prende il nome dall’omonima torre in pietra leccese che, anche oggi, svetta fiera in un contesto idilliaco.

La sua storia risale al XVI secolo, quando fu edificata per volere di Carlo V con lo scopo di proteggere il litorale dalle frequenti incursioni dei pirati saraceni: a pianta quadrata, si sviluppa su una base di 15,60 metri e raggiunge un’altezza di 18 metri. Progettata per comunicare con le torri vicine, Torre Cesarea e Torre di San Tommaso, presenta due livelli interni, ciascuno alto 8 metri, separati da una cornice decorativa e coronati da un doppio cordolo.

Un dettaglio interessante è poi l’assenza di scale esterne, retaggio della funzione difensiva, mentre la sua storia più recente riporta alla Seconda Guerra Mondiale, quando divenne una base militare italiana. Durante l’armistizio, la torre fu presa di mira dai piloti tedeschi che sganciavano bombe di cemento, lasciando segni ancora visibili sulle pareti.

L’architettura di Torre Chianca si fonde in armonia con il paesaggio mediterraneo che la abbraccia. Percorrendo il sentiero che la raggiunge, ci si ritrova avvolti nella sua atmosfera solenne e si gode di un panorama mozzafiato sulla costa, dove storia e natura si incontrano.

La spiaggia, perla nascosta di Porto Cesareo

Vero e proprio angolo di paradiso salentino dai fondali bassi e sicuri, la spiaggia si estende per circa 500 metri di candida sabbia finissima, lambita da acque pulite che riflettono i colori intensi della macchia mediterranea.

Il litorale, pur mantenendo un’armonia visiva unica, è intervallato da tratti rocciosi ai due lati, che aggiungono un tocco di varietà alla distesa sabbiosa che riprende, a destra, con la suggestiva Spiaggia delle Dune e, a sinistra, con la torre e un canale naturale che collega il mare al Bacino di Torre Chianca.

Il mare, dalle trasparenze straordinarie, si colora con giochi di luce che, grazie alla rifrazione, dipingono sfumature dal verde smeraldo al turchese, creando un effetto che fa sognare, soprattutto durante le giornate di scirocco quando le acque sono calme. Sulla spiaggia si alternano lidi attrezzati, ideali per chi cerca il massimo comfort e relax senza preoccupazioni, e ampie zone libere, ottime per chi preferisce una giornata all’insegna della semplicità, con solo un asciugamano e un ombrellone per godere della bellezza incontaminata di questo magnifico tratto di costa.

Cosa fare a Torre Chianca: tra snorkeling ed escursioni

Grazie alle acque limpide e alla vivace biodiversità marina, Torre Chianca è un must per gli appassionati di snorkeling. Basta indossare maschera e pinne per immergersi in un mondo subacqueo eccezionale, dove incontrare pesci colorati, piante marine e persino tartarughe. Lo snorkeling qui non è soltanto un’avventura per i più esperti, ma un’esperienza memorabile per tutta la famiglia, che trasforma una semplice nuotata in un viaggio sorprendente nel cuore del mare.

Ma Torre Chianca non si limita alle meraviglie subacquee. Per chi desidera allontanarsi dal litorale e vivere appieno la natura, il Parco Naturale Regionale “Palude del Conte e Duna Costiera” dona una varietà di sentieri per esplorare angoli nascosti e osservare la fauna locale mentre, per chi preferisce l’acqua, le escursioni in barca rappresentano un’opportunità unica per scorgere la costa da un punto di vista differente e giungere in luoghi eccezionali come l’Isola dei Conigli e l’Isola di Sant’Andrea, dal fascino selvaggio.

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La bellissima Putignano, in Puglia, diventa ufficialmente Città

Putignano è un vero e proprio incanto situato nella Murgia della città metropolitana di Bari, in Puglia. Noto per l’antico Carnevale, per le aziende manifatturiere tessili e per le grotte carsiche, offre un centro storico circondato da una strada principale della città moderna, ma anche una serie di viuzze strette che si affacciano su piazze minuscole o più grandi, come nel caso della bellissima piazza Plebiscito, cuore del paese. Ed ora, questa suggestiva località posta su tre colli a 375 metri sul livello del mare, vanta qualcosa in più: il titolo onorifico di Città.

Il titolo onorifico di Città di Putignano

Come riporta la Gazzetta del Mezzogiorno, Michele Vinella, sindaco di Putignano, ha annunciato che il Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, ha conferito a Putignano, il 27 giugno scorso, il titolo onorifico di Città.

Attualmente sono circa 80 i comuni pugliesi che hanno raggiunto tale rango, e la “città” più antica di tutte è Monte Sant’Angelo, in provincia di Foggia, sito patrimonio Unesco che vanta questo riconoscimento dal 1401.

Perché Putignano è ora una Città

Sono diversi i motivi per cui ora Putignano può vantare il titolo di Città. Uno su tutti è sicuramente il suo Carnevale, la cui nascita risale al 1394, quando le scorrerie saracene sulle coste della Puglia imposero di spostare le reliquie del protomartire S. Stefano da Monopoli verso l’entroterra, per poterle difendere più facilmente.

Ma non è di certo l’unica ragione, perché nella relazione del Ministero dell’Interno è evidenziata anche la storia del territorio, dimostrata dalla rilevanza economica di Putignano già nel X secolo d.C. e dalla presenza dei Cavalieri di Malta nel 1317.

Poi ancora per gli innumerevoli monumenti, come la Chiesa di Santa Maria La Greca che al suo interno ospita un’icona bizantina e le reliquie del Primo Martire, Santo Stefano, eletto protettore della città nel 1646; la Basilica dedicata a San Pietro, che custodisce una Cappella della Natività con un bellissimo presepe in pietra policromata; il Convento dei Domenicani con la Chiesa di San Domenico, santuario a pianta rettangolare che pullula di meravigliosi stucchi e bassorilievi.

Non mancano poi luoghi di interesse, tra cui il Museo Civico Principe Guglielmo Romanazzi Carducci dove spiccano la raccolta d’armi e il “Salone Giallo”, all’epoca luogo di mondanità, conversazioni e serate di ballo; il Teatro Comunale Giovanni Laterza, recentemente ristrutturato, elegante ed accogliente; la Biblioteca Comunale, all’interno della quale sono conservati oltre 70.000 volumi.

Assolutamente degne di nota sono anche le grotte, tra cui la Grotta del Trullo che sorge a circa 1 km dal centro storico e che è una delle grotte carsiche più suggestive di tutta la Puglia, e la Grotta di San Michele Arcangelo, con l’affascinante chiesa sotterranea.

Infine, le personalità illustri legate a Putignano, tra cui lo scultore Stefano da Putignano, la nobildonna e benefattrice Francesca Antoniano, il fondatore della casa editrice Edizioni Laterza Giovanni Laterza, il Principe Romanazzi Carducci e Cesare Contegiacomo, primo imprenditore di Putignano.

Insomma, il bellissimo paese di Putignano è ora una Città e di certo questo è un titolo onorifico che gli calza particolarmente a pennello.