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Spiagge del Salento Ionico: il lato più azzurro dell’estate italiana

Tra i litorali più amati d’Italia c’è il Salento: una delle aree della Puglia che in estate attirano più visitatori grazie ai fondali bassi, i tramonti infuocati e le acque cristalline. Il territorio è autentico, fa battere il cuore con accoglienza, folklore, borghi e storia ma sono soprattutto le spiagge a fare la differenza.

Il Salento Ionico è una destinazione estiva che incanta con le sue baie caraibiche, le scogliere e le insenature: se stai progettando una vacanza in Puglia con questi consigli potrai realizzare un on the road tra i luoghi cult da non perdere. Preparati a scoprire le perle più belle della costa ionica salentina; ecco le spiagge del Salento ionico da non perdere durante una vacanza.

Punta della Suina e Punta Pizzo

Poco a sud di Gallipoli, questi due arenili si completano a vicenda. Punta della Suina mescola sabbia e scogliere, con un mare cristallino e panorami suggestivi. Punta Pizzo invece è più sabbiosa, immersa nel Parco Naturale Regionale, e offre un litorale tranquillo e immerso nella natura. A volte la posidonia si accumula, ma l’acqua resta spettacolare.

Torre Lapillo

Tra le spiagge più celebri del Salento Ionico, Torre Lapillo è un autentico must. Per raggiungerla bisogna partire da Porto Cesareo e una volta arrivati ci si può godere una spiaggia di 4 chilometri di meraviglia con acque tra le più limpide e lidi attrezzati. Il fondale è basso, quindi top per famiglie con bambini.

Torre Lapillo Salento

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Il mare cristallino della spiaggia di Torre Lapillo

Punta Prosciutto

Altrettanto suggestiva? dopo Torre Lapillo non ci si può perdere Punta Prosciutto, il tratto di costa scenografico che alterna macchia mediterranea, sabbia bianca e scogliere basse per tuffarsi. L’acqua sfuma dal turchese al verde smeraldo ed è il luogo top per chi ama camminare sul bagnasciuga, desidera fare snorkeling o rilassarsi. Motivo in più per sceglierla? C’è un ampio parcheggio, quindi piuttosto pratico. Attenzione però perché in alta stagione si riempie rapidamente.

Padula Bianca

Una spiaggia meno caotica rispetto alle sue sorelle gallipoline. Con sabbia chiara, mare basso e limpido per metri, Padula Bianca si rivela una scelta perfetta per chi cerca relax. Ampio parcheggio (a pagamento), molti tratti liberi e qualche lido discreto. Da tenere in considerazione, soprattutto in alta stagione.

Torre Colimena

Poco più a nord di Punta Prosciutto si trova Torre Colimena, nel territorio di Manduria. Qui il paesaggio cambia: siamo nella Riserva Naturale del Litorale Tarantino Orientale. Sabbia, scogli bassi e saline abitate dai fenicotteri rosa creano un contesto unico. Le passerelle in legno conducono a calette selvagge, ideali per chi cerca pace e natura autentica.

San Pietro in Bevagna

San Pietro in Bevagna è una lunghissima spiaggia di sabbia chiara, intervallata da piccole scogliere. L’acqua è sempre limpida, perfetta per una giornata in totale relax. Meno affollata di altre località più note, offre uno dei mari più belli del Salento Ionico. Il contesto è ancora autentico, con dune e vegetazione che separano la litoranea dalla spiaggia.

Campomarino di Maruggio

Un’altra gemma da non perdere? Campomarino, meno conosciuta delle precedenti è frequentata dai local ed è un tratto di costa lungo e variegato con sabbia chiara, mare calmo e alcune piccole scogliere. I fondali sono bassi, l’acqua incredibilmente trasparente. Il paese, vivace e ricco di locali, merita una visita. Bellissimo il tratto dopo il Lido dei Cavalieri.

Le spiagge del Parco delle dune di Campomarino

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Tra le spiagge più belle del Salento Ionico c’è quella di Campomarino

Baia Verde

Spostandosi verso sud, appena fuori Gallipoli, ecco Baia Verde. È la spiaggia più famosa tra i giovani, grazie ai lidi attrezzati, alla musica, alla movida e a un mare turchese che non ha nulla da invidiare ai tropici. La sabbia è dorata, il fondale basso. Perfetta per giornate di sole e divertimento, è una delle spiagge più belle della Puglia.

Torre San Giovanni

Situata nella marina di Ugento, è una delle spiagge più estese del Salento Ionico. Sabbia finissima, fondale basso, mare azzurro e numerosi stabilimenti la rendono ideale per famiglie. Ma anche i viaggiatori solitari trovano qui quiete e bellezza. Il faro che domina il paesaggio di Torre San Giovanni aggiunge un tocco iconico.

Pescoluse e le Maldive del Salento

Qui i colori parlano da soli: sabbia chiara, fondale trasparente, mare basso per decine di metri. Pescoluse è la spiaggia simbolo delle Maldive del Salento. Ideale per passeggiate lunghe sulla riva e per bagni rilassanti. Nella zona ci sono lidi celebri, ma anche tanti tratti liberi. La parte tra Torre Vado e Torre Pali offre angoli meravigliosi.

Torre Vado e Torre Pali

Torre Vado e Torre Pali sono due località contigue a Pescoluse che condividono lo stesso tipo di spiaggia: sabbia dorata, acqua turchese, fondale digradante. Meno affollate ma altrettanto suggestive, sono perfette per una giornata rilassante. Parcheggi presenti, lidi discreti, mare sempre stupendo.

Torre Chianca, Scala di Furno e Lido Le Dune

Zona perfetta per chi alloggia nei pressi di Porto Cesareo. A Torre Chianca, Scala di Furno e Lido le Dune si trovano spiagge di sabbia finissima, mare da sogno e numerosi lidi attrezzati. La baia di Torre Chianca, in particolare, è una mezzaluna di sabbia bianchissima incorniciata da acqua turchese. Perfetta anche in bassa stagione per chi cerca silenzio e bellezza.

Torre Chianca spiagge salento ionio

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Torre Chianca, la spiaggia paradisiaca nel Salento Ionico

Spiaggia del Frascone

Una perla nascosta: piccola, raccolta, un po’ rocciosa ma dall’acqua limpida e freschissima la spiaggia del Frascone sa incantare. Ideale per chi ama calette tranquille. Parcheggio gratuito, pochi servizi ma tanto fascino. Meglio arrivare presto al mattino per trovare posto.

Sant’Isidoro

Nonostante una parte di spiaggia sassosa, il mare di Sant’Isidoro è eccezionale. Il litorale alterna tratti attrezzati a zone più spartane. La pineta offre ombra naturale per chi vuole un po’ di tregua dal sole. Ideale per chi cerca angoli meno battuti.

Porto Cesareo

Anche se la spiaggia del centro è piccola e vicino al porto, la zona merita una visita per la sua atmosfera, i locali, e le passeggiate serali sul lungomare di Porto Cesareo. Le spiagge migliori si trovano appena fuori città, come Torre Lapillo e Scala di Furno.

Le spiagge del Salento Ionico sono un vero patrimonio naturale: sabbia finissima, scogliere romantiche, fondali perfetti per il nuoto e lo snorkeling. Ogni località ha una sua anima, ma tutte condividono un ingrediente magico: il mare. Una vacanza in Salento sul lato ionico da modo di scoprire territori autentici, godersi il mare ma anche i borghi e le cittadine che rendono così unico questo luogo.

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Le più belle spiagge di sabbia del Salento

Si scrive estate italiana, si legge Salento. Esatto, proprio il Salento, terra pugliese che negli ultimi anni si è contraddistinta tra le mete italiane per essere una delle località più ricercate da giovani e famiglie italiane, e non solo, come destinazione prediletta dove passare l’estate. Qui infatti, sono presenti alcune tra le spiagge più belle d’Italia, condite da un ritmo di vita decisamente rilassato e una tradizione culinaria senza eguali, che lascerà sicuramente un ricordo indelebile nella memoria di tutti i visitatori.

Ma quali sono le spiagge di sabbia più belle del Salento? Ecco un viaggio alla scoperta delle spiagge salentine sulla costa Ionica e Adriatica, perfette per famiglie, coppie e amanti della natura, dove scoprire un mare cristallino che nulla ha da invidiare alla più rinomata Costa Smeralda o altre destinazioni in Europa e nel mondo.

Tutta la bellezza di Punta Prosciutto a Porto Cesareo

Lungo la costa ionica si trova una delle spiagge più iconiche del Salento. Si tratta di Punta Prosciutto a Porto Cesareo, un tratto celebre in tutto il mondo per la sua sabbia bianca e soffice e per quelle acque che ricordano i mari caraibici. Le sue acque basse rendono questa spiaggia adatta a chi viaggia con bambini, con tratti decisamente più selvaggi, meno attrezzati, che si trasformano in luoghi adatti a chi cerca tranquillità e natura.

La bellezza di Punta Prosciutto viene preservata grazie al fatto che essa fa parte dell’Area Marina Protetta di Porto Cesareo, che garantisce che il paesaggio rimanga intatto e privo di costruzioni invasive, che altrimenti rovinerebbe l’intero paesaggio ed ecosistema.

Nei mesi estivi questa spiaggia è una tra le più frequentate del Salento e proprio per questo motivo si consiglia di arrivare presto al mattino.

Punta Prosciutto dall'alto, una delle spiagge sabbiose più belle del Salento

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Acque turchesi di Punta Prosciutto

Le lunghe passeggiate a Torre Lapillo, nei pressi di Porto Cesareo

Sempre a Porto Cesareo, ma questa volta poco più a sud di Punta Prosciutto, si trova la stupenda spiaggia di Torre Lapillo. Una spiaggia ampia, con fondali bassi, ideale per rilassarsi sul mare e al tramonto con lunghe passeggiate. A differenza della precedente spiaggia, questa è più attrezzata. Qui, infatti, si trovano diversi stabilimenti balneari, ma anche bar e ristoranti, che nonostante tutto riescono a conservare il fascino naturale tipico del Salento.

A Torre Lapillo è possibile praticare diverse attività sportive tra cui kitesurf e windsurf, grazie alle correnti che spesso colpiscono la zona, ma anche kayak. Un modo decisamente adrenalinico per godere di tutta la bellezza di questa meravigliosa spiaggia del Salento. Durante il periodo estivo è molto frequentata, perciò si consiglia di arrivare nelle prime ore del mattino e, se si vuole un po’ più di privacy, di scegliere anche una tra le calette nascoste che si trovano in zona.

Acqua limpida a Torre Lapillo, , una delle spiagge sabbiose più belle del Salento

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Le acque trasparenti di Torre Lapillo

La vivace spiaggia di Baia Verde a Gallipoli

Probabilmente la spiaggia preferita per tutti i giovani che decidono di passare l’estate in Salento e vivere un’esperienza divertente, Baia Verde, oltre ad essere una tra le più belle spiagge della zona, è anche la spiaggia più vivace del Salento.

Si trova a pochi chilometri dal centro storico di Gallipoli ed è una spiaggia caratterizzata da un contrasto unico che si forma tra il colore dorato della sabbia e il mare turchese. Qui si trova una lunga sequenza di lidi attrezzati e beach club, la maggior parte dei quali di sera si trasforma in un vero e proprio locale a cielo aperto, con DJ set e, d’estate, ospiti internazionali. Insomma, la scelta giusta per chi vuole mare e movida, per un mix unico!

La spiagge di Torre San Giovanni e Lido Marini a Marina di Ugento

Lungo la costa ionica, nella zona più meridionale del Salento, si trova la spiaggia di Torre San Giovanni, nel territorio di Ugento. Una spiaggia caratterizzata da sabbia bianchissima, con un mare dalla colorazione unica, che sfuma dal verde smeraldo fino al blu intenso. Questa spiaggia è famosa, oltre che per la sua bellezza, anche per il suo faro a scacchi bianchi e neri, simbolo del borgo. È una spiaggia attrezzata, con diversi stabilimenti balneari e servizi, che si estende per circa sette chilometri, il che la rende una delle più lunghe del Salento.

C’è poi Lido Marini, un’altra gemma della costa ionica salentina e della zona di Ugento. Spesso questa spiaggia è meno affollata rispetto alle mete più note, ma resta comunque fra le più belle del Salento. Qui la sabbia è fine e chiara e il mare è davvero limpido, con numerosi servizi ben distribuiti, che la rendono un luogo decisamente adatto per famiglie con bambini. Uno dei luoghi preferiti anche dagli abitanti locali, che amano questa spiaggia per passare giornate rilassanti al mare, staccando la spina dallo stress quotidiano.

Mare limpido di Lido Marini, una delle spiagge sabbiose più belle del Salento
Acqua limpida di spiaggia Lido Marini nel Salento

Spiaggia Torre Mozza a Marina di Ugento

Sempre nei pressi di Marina di Ugento, per la precisione tra Lido Marini e Torre San Giovanni, bisogna nominare assolutamente la spiaggia Torre Mozza. Oltre la sua bellezza, questa località è famosa per la presenza di una torre, dalla quale prende il nome, che venne eretta nel Millecinquecento per difende la costa dalle incursioni saracene, e che oggi si erge, nonostante sia parzialmente crollata, e caratterizza il panorama salentino, con un fascino storico unico.

La spiaggia Torre Mozza si estende per circa un chilometro e mezzo, con sabbia dorata e fine, e i suoi fondali bassi la rendono ideale per famiglie e bambini. Un mare che invita a passare una giornata di relax e tranquillità, cullati dalle onde piacevoli di questo mare stupendo.

Le Maldive del Salento o Marina di Pescoluse

Questa è probabilmente la meta più fotografata degli ultimi anni: le Maldive del Salento, ovvero la Marina di Pescoluse, si trovano nel comune di Salve. Qui il mare, soprattutto quando le correnti non soffiano da sud, assume un colore unico, dalle tonalità trasparenti, che sembrano ricordare paesaggi tropicali. Proprio tutte quelle caratteristiche che ricordano i paesaggi delle Maldive.

Il fondale sabbioso, che degrada dolcemente, rende questo litorale adatto a tutte le età, soprattutto grazie alla presenza di numerosi stabilimenti balneari, che renderanno una giornata al mare nelle Maldive del Salento davvero rigenerante. La spiaggia si estende per diversi chilometri e presenta anche diversi tratti di spiaggia libera, più selvaggi rispetto ad altri.

Stabilimento balneare delle Maldive del Salento, , una delle spiagge sabbiose più belle del Salento

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Stabilimenti balneari delle Maldive del Salento

La scenografica spiaggia di Torre dell’Orso a Melendugno

Il viaggio alla scoperta delle spiagge di sabbia più belle del Salento adesso si sposta sulla parte a est, quella che si affaccia sul Mar Adriatico. E questo nuovo capitolo del viaggio non può che cominciare dalla spiaggia di Torre dell’Orso, una delle spiagge sabbiose più belle e scenografiche di tutto il Salento.

Si trova a circa trenta chilometri dalla bellissima città di Lecce e fa parte della Marina di Melendugno. Torre dell’Orso è una delle più apprezzate, soprattutto dai turisti, famiglie e giovani, che numerosi decidono di recarsi qui per godere di acque limpide, fresche e spettacolari. Inoltre, ciò che rende ancora più unica questa spiaggia è la presenza de “Le Due Sorelle”, ovvero due faraglioni che è possibile osservare dalla costa. Queste rocce, secondo la leggenda, rappresenterebbero due sorelle che, in cerca di refrigerio, si buttarono nelle acque di Torre dell’Orso, perdendo la vita tra le onde. A causa di questo incidente, gli Dei, sempre secondo la leggende, decisero di trasformare le due sorelle in rocce, per tenerle unite in eterno: un simbolo di legame e amore indissolubile, che oggi regna proprio a Torre dell’Orso.

Bagnanti a Torre dell'Orso, , una delle spiagge sabbiose più belle del Salento

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Bagnanti a spiaggia Torre dell’Orso, Salento

Spiaggia Alimini, tra le più belle spiagge di Otranto

A nord di Otranto, e praticamente a metà strada tra la magnifica città salentina e Torre dell’Orso, si trova la bellissima spiaggia sabbiosa di Alimini.

Lunga e incorniciata da una ricca pineta verde, dove è possibile fare escursioni a piedi o in bici, questa spiaggia offre il paesaggio ideale e incontaminato dove godere di un mare stupendo e in un’atmosfera più selvaggia. Qui sono presenti diversi tratti di spiaggia libera e la sabbia chiara e fine, con i fondali bassi, la rende perfetta anche per le famiglie e per i nuotatori meno esperti.

Questa zona, è molto amata anche da tutti coloro che amano sport come il kitesurf o il windsurf grazie alla presenza di un vento costante, che riesce a trasformare una giornata al mare per questi sportivi in un’esperienza adrenalinica, in un piccolo angolo di paradiso tutto salentino.

La stupenda Baia dei Turchi ad Otranto

Infine, ultima, ma non sicuramente per bellezza e importanza, la bellissima Baia dei Turchi, nei pressi di Otranto. Una spiaggia a dir poco meravigliosa, soprattutto nei mesi di Giugno o Settembre, quando non è così alta la presenza di turisti, ed anche tra le più suggestive del Salento.

Il nome “Baia dei Turchi” deriva da un evento storico importante per la storia di Otranto. Qui, infatti, nel lontano 1480, diverse truppe ottomane sbarcarono per prendere parte all’assedio della città pugliese. Un nome che ancora oggi riesce ad affascinare tutti i suoi visitatori.

Ciò che rende ancora più affascinante questa spiaggia, lunga poco più di 300 metri, è la presenza di una folta pineta, che offre zone d’ombra naturali e la rendono ideale per chi cerca una giornata rilassante a stretto contatto con la natura. Per raggiungerla, infatti, bisogna percorrere alcuni sentieri, coperti da questi grandi pini marittimi, dai vari parcheggi a pagamento presenti nelle vicinanze. Inoltre, Baia dei Turchi, fa parte dell’Oasi protetta dei Laghi Alimini ed è uno dei 100 luoghi tutelati dal FAI in Italia.

Baia dei Turchi dall'alto, una delle spiagge sabbiose più belle del Salento

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Tutta la bellezza di Baia dei Turchi dall’alto
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Puglia autentica, le spiagge sabbiose più affascinanti da scoprire e vivere senza filtri

La Puglia è una terra che racconta storie di mare, vento e luce infinita, dove le spiagge sabbiose si aprono come piccoli tesori lungo un litorale che abbraccia due mari: l’Adriatico a est e lo Ionio a sud-ovest. Da queste parti, ogni costa ha un carattere tutto suo, dalle dune morbide alle baie nascoste, fino a spiagge ampie e selvagge. Per questo motivo, abbiamo selezionato per voi le più belle spiagge sabbiose della Puglia per l’estate.

Punta Prosciutto, Porto Cesareo

Iniziamo questo viaggio dalla bellissima Punta Prosciutto, una delle spiagge di sabbia più note della Puglia. Si tratta di un vero e proprio angolo di paradiso che si fa spazie sulla costa ionica della regione, tra Porto Cesareo e Torre Lapillo. Sembra quasi difficile credere che sia vera, perché si apre come una striscia di sabbia bianca quasi abbagliante, accarezzata da acque turchesi e trasparenti, degne dei paradisi più esotici.

Ciò che rende Punta Prosciutto speciale non è solo la bellezza incontaminata, ma anche il suo carattere quasi selvaggio, perché la spiaggia si estende per chilometri ed è delimitata a nord da una pineta profumata di resina, e a sud da dune di sabbia dorata che sembrano dipinte dal vento.

In zona, infatti, nidificano numerose specie di uccelli. E si vi state domandando per quale motivo si chiami “Prosciutto”, sappiate che l’origine del nome non è del tutto certa: secondo alcune versioni, potrebbe derivare dalla forma della costa, che ricorderebbe vagamente una punta di prosciutto; altri parlano di un nome nato per caso, senza un vero legame storico.

Baia delle Zagare, Gargano

Baia delle Zagare è incredibile, e non a caso è considerata uno degli angoli più suggestivi del Gargano. È infatti una vera gemma nascosta tra le scogliere bianchissime e il mare turchese della costa adriatica, tra Mattinata e Vieste. Con sabbia chiara mista a ciottoli, si adagia tra due imponenti falesie calcaree, e ha questo nome, “Zagare”, che deriva dagli alberi di zagara, i fiori degli agrumi che un tempo riempivano questa zona con il loro profumo dolce e intenso.

La acque sono cristalline e calme, ideali per nuotare e fare snorkeling. Qui il mare cambia sfumature dal verde smeraldo al blu profondo, regalando panorami da cartolina e riflessi incantati al tramonto. Le piccole grotte marine e gli archi di roccia naturali che punteggiano la costa aggiungono un tocco di mistero e avventura, perfetti per esplorazioni in kayak.

La zona è accessibile a piedi tramite una scalinata ripida o, più comodamente, per chi soggiorna nell’hotel affacciato sulla baia. In alternativa, si può arrivare via mare.

Baia delle Zagare, Puglia

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La bellissima Baia delle Zagare

Baia dei Turchi, Otranto

Poi ancora la Baia dei Turchi, a pochi chilometri da Otranto, che è una delle spiagge più amate e suggestive del Salento. Incastonata in una riserva naturale protetta che ne preserva l’incontaminata bellezza, ha sabbia finissima che si estende lungo una costa bassa e bagnata da acque limpide e poco profonde, indicate soprattutto per chi cerca relax e bagni tranquilli.

Anche questo nome, “Baia dei Turchi”, racconta una storia antica: si narra che da queste parti, nel 1480, sbarcarono le truppe ottomane guidate da Gedik Ahmet Pascià, durante l’assedio di Otranto. Da qui il nome ‘Baia dei Turchi, che ha dato origine a leggende che ancora oggi affascinano i visitatori. La baia è circondata da una folta macchia mediterranea, ricca di profumi intensi di mirto, lentisco e corbezzolo, che rende l’ambiente unico e avvolgente.

Il mare, dai colori che vanno dal verde smeraldo al turchese, è un invito irresistibile per gli amanti dello snorkeling, grazie ai fondali sabbiosi che si alternano a piccole praterie di posidonia, dimora di tante specie marine. La spiaggia è accessibile tramite un sentiero in parte immerso nel verde, che inizia dal vicino parcheggio e si snoda attraverso la riserva.

Cala Fetente, Polignano a Mare

Cala Fetente, a pochi chilometri a nord di Polignano a Mare, è una delle poche spiagge di sabbia vera in una zona dominata da scogliere e ciottoli. Questa caletta, attrezzata e ben curata, è perfetta per chi cerca un po’ di comfort senza rinunciare al fascino del mare cristallino e alla natura incontaminata.

Qui si trova tutto ciò che può servire: lettini, ombrelloni, docce, bagni e un bar-ristorante dove rilassarti sorseggiando un drink o gustando specialità locali, magari durante una delle serate estive con musica dal vivo che spesso animano la spiaggia. La sabbia è fine e chiara, molto più comoda rispetto alle spiagge di ciottoli tipiche della zona, e l’acqua è limpida e invitante.

Spiaggia di Pescoluse, Salve

Avete mai sentito parlare delle Maldive del Salento? Se non è mai successo sappiate che si trovano in Puglia a Salve, e in particolare nella Spiaggia di Pescoluse. Essa, infatti, è un vero paradiso di sabbia finissima e acque cristalline, con una bellezza mozzafiato che ricorda spiagge tropicali lontane. Situata sulla costa ionica, tra Punta Pizzo e Torre Vado, questo lido si estende per chilometri, regalando paesaggi incontaminati e un’atmosfera rilassata.

La sabbia candida, finissima e morbida al tatto, si mescola con le acque trasparenti e turchesi, basse e calme, perfette per famiglie con bambini o per chi cerca nuotate tranquille senza correnti fastidiose. Lungo la costa si alternano piccole dune naturali e una rigogliosa macchia mediterranea che profuma l’aria di mirto, rosmarino e ginestre.

Marina di Pescoluse è anche un punto di partenza ottimale per esplorare le bellezze nascoste del Salento, tra calette segrete, sentieri naturali e piccoli borghi dall’atmosfera autentica.

Spiaggia di Torre Mozza, Ugento

Voliamo ora alla Spiaggia di Torre Mozza, incastonata sulla costa ionica di Ugento, nel Salento. Anche qui la sabbia è finissima e l’atmosfera autentica. Situata tra Lido Marini e Torre San Giovanni, questa località deve il suo nome all’antica torre di avvistamento costruita nel XVI secolo per proteggere la costa dalle incursioni piratesche, un vero baluardo storico che oggi si staglia fiero sullo sfondo di un mare limpido e turchese.

Si estende con sabbia chiara e morbida, bagnata da acque basse e calme, il top per famiglie e per chi cerca relax senza troppa confusione. La zona è anche punto di partenza per esplorare la Riserva Naturale di Torre Mozza, un’area protetta dove la natura selvaggia si mostra in tutta la sua bellezza tra laghetti salmastri e percorsi naturalistici.

Lido San Giovanni, Gallipoli

Lido San Giovanni prende vita a pochi chilometri dal centro storico di Gallipoli, ed è una delle perle più amate della costa ionica salentina. Si tratta di una spiaggia di sabbia finissima che si stende in una lunga distesa dorata che abbraccia acque trasparenti e calme, ed è incorniciata da una vegetazione mediterranea fatta di pini, ginepri e ulivi.

Lido San Giovanni è anche un punto di ritrovo per giovani e famiglie grazie ai numerosi stabilimenti balneari che offrono servizi di qualità, ma senza mai perdere quel sapore autentico tipico del Salento. Qui, tra ombrelloni colorati e bar sulla spiaggia, si possono gustare piatti tipici a base di pesce fresco e ascoltare musica dal vivo nelle serate estive.

Per chi ama le attività all’aria aperta, la zona offre opportunità di windsurf e vela grazie ai venti favorevoli che soffiano lungo la costa.

Spiaggia di San Pietro in Bevagna, Manduria

Sabbiosa e bellissima è la Spiaggia di San Pietro in Bevagna, affacciata sul Mar Ionio nel territorio di Manduria. Tra le meno contaminate della costa pugliese, prende vita nel tratto che collega Porto Cesareo a Campomarino, e possiede sabbia chiara e finissima e un mare trasparente dalle tonalità turchesi.

La zona fa parte di una riserva naturale protetta, con dune alte ricoperte da macchia mediterranea e pinete che offrono ombra naturale e un profumo inebriante di resina e rosmarino selvatico. Il fondale basso e sabbioso è il top per le famiglie, mentre chi ama esplorare troverà tratti più selvaggi a pochi passi, dove le tartarughe marine a volte depongono le uova.

San Pietro in Bevagna è anche un ottimo punto di partenza per scoprire il territorio di Manduria, famoso per il Primitivo, il vino corposo e profumatissimo che racconta secoli di tradizione contadina.

Spiaggia di San Pietro in Bevagna, Puglia

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I meravigliosi colori della Spiaggia di San Pietro in Bevagna

Spiaggia di Torre Guaceto, Carovigno

Un’altra meraviglia pugliese è la Spiaggia di Torre Guaceto a Carovigno, sulla costa adriatica. Situata all’interno di una delle riserve naturali più importanti d’Italia, prende vita a pochi chilometri da Ostuni, in provincia di Brindisi, e mette a disposizione sabbia dorata e fine che si apre su un tratto di costa selvaggia e incontaminata, dove la natura detta ancora il ritmo del tempo.

Il suo nome deriva dall’antica torre aragonese costruita nel XVI secolo per sorvegliare il litorale dalle incursioni turche. Qui, il mare è di un azzurro trasparente, con fondali sabbiosi e digradanti, ideali per lunghe nuotate, snorkeling rilassante e giornate in totale tranquillità. Non ci sono stabilimenti balneari, né chioschi, e nei mesi primaverili la spiaggia si colora di gigli di mare, una pianta rara e protetta che fiorisce tra le dune, regalando un paesaggio quasi surreale.

Raggiungerla richiede un pizzico di impegno: si parcheggia a distanza e si prosegue a piedi, in bicicletta o con navette ecologiche messe a disposizione dal consorzio di gestione.

Spiaggia di Vignanotica, Mattinata

Infine la meravigliosa Spiaggia di Vignanotica, tra Mattinata e Vieste, anche se oltre alla sabbia presenta un po’ di ghiaia. Si distingue per essere uno degli angoli più affascinanti e intatti del Gargano, in cui la montagna scende dolcemente al mare e si trasforma in una mezzaluna racchiusa tra spettacolari falesie calcaree alte decine di metri. Un paesaggio che sembra uscito da un dipinto, con il bianco delle rocce che contrasta con il blu intenso dell’Adriatico e il verde della macchia mediterranea.

Vignanotica è selvaggia, silenziosa, potente, e le sue falesie ospitano ogni primavera le nidificazioni del falco pellegrino. Inoltre, lungo il tratto di costa tra Vignanotica e Baia delle Zagare si aprono numerose grotte marine, accessibili solo via mare, che secondo antiche leggende erano rifugi di pirati e contrabbandieri del ‘700.

La spiaggia si raggiunge tramite una strada panoramica con tornanti mozzafiato, oppure via sentiero (circa 20 minuti di cammino) tra ulivi secolari e carrubi, ma è anche una tappa immancabile per le escursioni in barca che partono da Mattinata o Vieste.

Vignanotica è perfetta per chi cerca natura incontaminata, nuotate in acque limpide e fredde (per via delle sorgenti sottomarine) e un paesaggio che cambia colore e umore a seconda della luce del giorno.

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Salento, dove andare per una vacanza all’insegna del lusso e dell’autenticità

Il Salento non è solo mare. C’è tutto un entroterra meraviglioso, ricco di storia e di tradizioni da scoprire che consiglio di visitare sicuramente in bassa stagione, quando in spiaggia non si può andare, ma soprattutto in alta stagione, proprio per allontanarsi dalle orde di bagnati che affollano le spiagge. Per chi cerca esperienze esclusive, non tanto per i costi quanto perché poco note, vi suggerisco alcuni luoghi da vedere per conoscere alcuni aspetti unici, originali e, perché no, anche esclusivi, di questo meraviglioso territorio che fa sognare tanti turisti, italiani e sempre più stranieri.

Salento, terra tra i due mari

Il Salento, terra tra due mari, da sempre è vocata all’agricoltura e, in particolare, alla viticoltura. Ed è proprio grazie allo sviluppo del commercio verso Roma che questa regione ha da secoli favorito la viabilità. La direttrice Manduria-Oria-Brindisi divenne un tratto della Via Appia Traiana, percorsa da mercanti ed eserciti. La via del mare portava, invece, alla sponda opposta, da cui partiva la Via Egnazia che giungeva fino a Costantinopoli. Elementi questi dei quali, qualche secolo dopo, avrebbe beneficiato Federico II di Svevia. Il “Puer Apuliae”, così come fu definito l’imperatore del Sacro Romano Impero per la sua predilezione per questa terra, promosse proprio l’agricoltura di questa regione fertile, costruendo numerose fortificazioni, tutt’oggi patrimonio turistico da scoprire.

Oria e il Castello di Federico II

Arroccato su una collina nel bel mezzo del Salento, perfettamente equidistante dal Mar Ionio e dal Mare Adriatico, e da Brindisi e Taranto, Oria è un luogo che merita assolutamente di essere visitato. Fu un discendente di Federico II a innamorarsene e a ordinare la costruzione di una fortificazione sopra una torre normanna. Ancora oggi, il Castello di Federico II o Castello Svevo, con i suoi merli e le sue imponenti torri, domina la città dalla cima del colle del Vaglio. Secondo una leggenda, ci sarebbero dei passaggi sotterranei che arrivano addirittura fino a Brindisi che dista 35 chilometri. Anche sull’architettura ci sarebbe riflettere: il castello, infatti, ha la forma di un triangolo isoscele e in cima c’è la torre “Dello Sperone”, che è simile alla prua di una nave.

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Il Castello Svevo di Oria

Si visita solo su prenotazione, in quanto il Castello Svevo oggi è di proprietà privata, mentre apre sempre in occasione del corteo storico e del Palio dei rioni di metà agosto, un evento voluto dallo stesso Federico II per allietare gli abitanti del borgo tramandato fino ai giorni nostri. In futuro sono previste maggiori aperture, ma anche la creazione di un museo archeologico, di un bookshop e una caffetteria.

La cittadina di Oria è ricca di storia. Secondo Erodoto, fu fondata da un gruppo di cretesi fuggiti dall’isola nel 1200 a.C. che le diedero il nome di Hyria. Fu un importante avamposto romano proprio per via della vicinanza alla Via Appia, ma fu anche dominata da greci, longobardi e bizantini. Passeggiare tra gli stretti vicoli bianchi del ghetto ebraico, uno dei più antichi d’Europa, che s’avvitano fino su al castello, attraversando deliziose piazzette e sbirciando dentro i cortili, è come fare un salto indietro nel tempo.

Esperienza autentica in masseria

Nell’entroterra del Salento, nell’Agro del territorio di Torre Santa Susanna e di Oria, a metà strada tra il Mar Ionio e il Mar Adriatico, si trova una delle masserie più antiche della zona che risale al 1600, Masseria Altemura, che produce vino e olio extra vergine. Oltre 270 sono gli ettari totali che caratterizzano la tenuta, di cui 130 lavorati a vigneto e 40 a oliveto. Restaurata nel rispetto dell’ambiente e dell’architettura originaria, comprende una cantina moderna, studiata secondo i principi più attuali della bioarchitettura. Di proprietà del Gruppo Zonin 1821, produce vini eccellenti.

La tenuta si trova all’interno del territorio di produzione della DOC Primitivo di Manduria, un terroir tra i più vocati in Italia alla vitivinicoltura di qualità. Oltre al Primitivo, nei vigneti della Masseria Altemura vengono prodotte anche altre varietà autoctone come il Fiano, antico vitigno il cui successo viene fatto risalire ai tempi di Federico II di Svevia, il Negroamaro e l’Aglianico. La posizione geografica della masseria permette alle coltivazioni di beneficiare sia delle correnti dello Ionio sia della salinità tipica dell’Adriatico.

MASSERIA-ALTEMURA

@SiViaggia – Ilaria Santi

La Masseria Altemura del XVII secolo

Vengono organizzate visite guidate delle vigne e della cantina, spesso accompagnate dal direttore Antonio Cavallo, che si concludono con degustazioni e pairing di prodotti tipici locali, dalle mozzarelle di bufala ai tarallini fatti in casa, ma anche corsi di cucina salentina. Nel calendario degli eventi che si svolgono in masseria ci sono anche reading e star gazing per ammirare le stelle, vista l’assenza di inquinamento luminoso per chilometri. Ma la masseria merita una visita anche solo per la sua rilevanza storica. Di proprietà di Federico II (allora si chiamava La palombara), è appartenuta anche a San Carlo Borromeo. Particolare cura è stata riservata al recupero dei due edifici storicamente significativi per il territorio: la massiccia torre, che sarà trasformata in una residenza di pregio per gli ospiti della tenuta, e una cappella privata con affreschi risalenti al XVI secolo.

Il frantoio ipogeo a Torre Santa Susanna

Anche questo luogo è una vera chicca, nota davvero a pochi e dista soltanto una decina di chilometri dalla masseria. Si tratta dell’unico frantoio ipogeo visitabile. Qui venivano spremute le olive per la produzione dell’olio lampante ovvero quello che serviva per l’illuminazione e non per la cucina, che era una fonte di sostentamento per l’intero Comune di Torre Santa Susanna, in provincia di Brindisi, tanto che veniva per la maggior parte esportato all’estero (i lampioni di Parigi, la prima città al mondo a dotarsi di illuminazione pubblica a olio durante il regno di Luigi XIV nel 1667, erano alimentati con l’olio di Torre Santa Susanna). Fino agli Anni ’50, sottoterra ci vivevano ancora tutto l’anno coloro che si occupavano del frantoio.

frantoio-ipogeo-Torre-Santa-Susanna

@SiViaggia – Ilaria Santi

Il frantoio ipogeo di Torre Santa Susanna

La zona più antica del frantoio risale addirittura al 1100 e visitare questo luogo aperto solo nel 2000 racconta una pagina importantissima del Salento. Le visite sono gratuite, ma solo su prenotazione e condotte da guide volontarie. Un’esperienza davvero esclusiva. Del frantoio fa parte anche il Museo dell’olio “Molo” nel quale i visitatori possono rivivere il ciclo di produzione dell’olio attraverso un percorso fatto di sale multimediali.

Istituire il museo proprio a Torre Santa Susanna non è stato casuale. Il Comune è da secoli un luogo simbolo della lavorazione dell’oro verde. Nei suoi frantoi, infatti, veniva lavorato oltre il 60% delle olive di tutta la regione. E Torre Santa Susanna divenne famosa sin dal XVI secolo proprio per i suoi frantoi ipogei, costruiti nella roccia, come questo. Se cercate esperienze insolite in una terra già molto sfruttata dal punto di vista turistico, queste lo sono di certo.

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Isole Tremiti: le 7 spiagge più belle da visitare in estate

Acque cristalline, fondali mozzafiato e calette scolpite nella roccia. L’Arcipelago delle Tremiti, a soli 22 km di distanza dal promontorio del Gargano, in Puglia, custodisce piccoli angoli di paradiso incastonati tra scogliere e pini d’Aleppo, lambiti da un mare così trasparente da sembrare irreale: con le sue insenature segrete e la natura incontaminata che regala paesaggi da cartolina, rappresenta il luogo ideale per chi è in cerca di pace e tranquillità. Ecco una guida per partire alla scoperta delle spiagge delle Isole Tremiti, tra le più affascinanti di tutto l’Adriatico.

Isole Tremiti, le 5 perle del Mar Adriatico

Prima di lasciarci ammaliare dal patrimonio dell’Area Marina Protetta delle Isole Tremiti, istituita nel 1989 per la conservazione dei fondali e la tutela delle peculiari flora e fauna marina, esploriamo rapidamente l’anima dell’arcipelago.

Cinque isole che strizzano l’occhio alla costa della Puglia, ciascuna con una propria voce e un carattere ben definito:

  • San Domino, la più grande e attrezzata per i turisti, è l’isola in cui si concentra la maggior parte delle spiagge delle Tremiti, tra sabbia bianchissima e calette rocciose;
  • San Nicola, dominata da un imponente complesso abbaziale, è ricca di storia e di fascino: nonostante sia meno balneabile di San Domino, regala scorci decisamente suggestivi;
  • Capraia, selvaggia e disabitata, vanta la più bella opera di architettura naturale di tutto l’arcipelago: l’Architiello, che si è formato a causa delle mareggiate provenienti da nord;
  • Pianosa, la più remota delle Tremiti, è un’area marina protetta inaccessibile al pubblico;
  • il Cretaccio, un ammasso roccioso ricco di funghi che sta lentamente scomparendo per l’azione corrosiva degli agenti atmosferici e marini.

Le Isole Tremiti non offrono distese di sabbia infinite, ma una varietà di calette nascoste, scogliere lambite dal mare e insenatura raggiungibili solo a piedi, o in barca: l’alternanza tra accessibilità e isolamento fa di ogni spiaggia un piccolo tesoro da scoprire.

faraglioni e mare turchese

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Spiaggia dei Pagliai

Dalle Diomedee alle Tremiti attraverso la leggenda

Le Isole Tremiti non sono solo geografia e biodiversità: ce lo rivela l’antico nome, Diomedee, che affonda le radici in una leggenda dove si intrecciano mitologia greca e suggestioni mediterranee.

Si narra che Diomede, eroe della guerra di Troia, approdò in queste acque durante il suo esilio. Stanco e in cerca di pace, lanciò in mare tre enormi massi che si trasformarono nelle isole di San Domino, San Nicola e Capraia. Quando Diomede morì la dea Afrodite, mossa a compassione, trasformò i suoi compagni di viaggio in uccelli marini dalle voci struggenti, le Diomedee. Ancora oggi questi uccelli nidificano tra le scogliere delle Tremiti e nelle notti più silenziose il loro canto riecheggia come un lamento, alimentando la leggenda.

Le 7 spiagge più belle delle Isole Tremiti

Data la vicinanza con la costa italiana, le Tremiti sono visitabili con un’escursione in giornata nel corso di un viaggio on the road tra Molise e Puglia, ma trascorrere qualche giorno di puro relax in questo paradiso naturale ha sicuramente un valore aggiunto. In particolare, l’isola di San Domino ha una costa magnifica, ricca di calette facilmente raggiungibili a piedi tramite sentieri ben segnalati.

1. Cala delle Arene

Partendo dalla costa orientale di San Domino troviamo Cala delle Arene, una piccola baia ricoperta di morbida sabbia bianca, bagnata da acque limpidissime e circondata dalla macchia mediterranea. Grazie alla sua posizione riparata, ai bassi fondali e alla facile accessibilità, Cala delle Arene è il luogo perfette per famiglie con bimbi piccoli.

Spiaggia con acqua cristallina e vegetazione

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Cala delle Arena, sull’isola di San Domino

2. Cala Matano

Sempre sulla costa orientale di San Domino, a poche centinaia di metri da Cala delle Arene si trova una delle spiagge più famose delle Tremiti: Cala Matano. Nota anche come Cala Duchessa, in omaggio alla Duchessa Matano che anticamente amministrava l’arcipelago pugliese, sembra essere uscita da una cartolina dei Caraibi: qui il cantautore Lucio Dalla compose l’album Luna Matana.

3. Cala Zio Cesare

Spostiamoci a sud verso Cala Zio Cesare, una delle più affascinanti dell’isola di San Domino. Il suo nome è legato al guardiano del faro, per l’appunto Cesare, che ormeggiava la sua barca in questa caletta ricoperta di ciottoli e immersa nel verde della vegetazione. Il luogo privilegiato per gli amanti di immersioni e di attività acquatiche.

4. Spiaggia dei Pagliai

Tra i luoghi più spettacolari e fotografati delle Tremiti troviamo Spiaggia dei Pagliai, raggiungibile solo via mare. Questa spiaggia di arena bianca deve il nome alla presenza di grossi massi calcarei affioranti dall’acqua che ricordano, visti dall’alto, enormi balle di paglia adagiate sulla superficie del mare. Il fondale, poco profondo, è perfetto per i bambini piccoli e per chi non sa nuotare, ma si presta bene anche allo snorkeling.

5. Cala degli Inglesi

Quest’insenatura silenziosa e nascosta lungo la costa occidentale dell’isola di San Domino, nota come Cala degli Inglesi, si caratterizza per le rocce degradanti nel mare trasparente che regalano paesaggi da sogno e per i tramonti mozzafiato. Perfetta per chi cerca pace e contemplazione, è raggiungibile solo via mare ed è poco frequentata anche in alta stagione.

6. Spiaggia di Marinella

Protetta da una scogliera bianca, la Spiaggia di Marinella è l’unica vera spiaggia presente sull’isola di San Nicola: il sentiero via terra è piuttosto impegnativo, ma si può agevolmente raggiungere via mare.

7. Cala del Cretaccio

Last but not least, la Cala del Cretaccio – sull’omonima isola – si trova nella parte più selvaggia di tutto l’arcipelago, priva di qualsivoglia tipo di struttura e/o servizio. Nota per gli scogli lisci di creta bianca dalle proprietà benefiche per la pelle, è la spiaggia ideale per chi cerca la tranquillità e il contatto della natura, ma è anche molto apprezzata dagli appassionati di canoa e di nuoto. Qui il paesaggio cambia di anno in anno, modellato dal vento e dalle mareggiate: un luogo in costante trasformazione, che testimonia la forza, e la fragilità, dell’ecosistema delle Tremiti.

spiaggia con acqua turchese e vegetazione

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Cala Montana
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Maldive del Salento, le spiagge che sembrano un paradiso

Le parole “Maldive del Salento” possono evocare immagini di un paradiso lontano migliaia di chilometri, ma la verità è che siamo qui, nel tacco d’Italia, dove il mare si tinge di blu intenso e le spiagge sembrano rubate a un sogno tropicale. Parliamo quindi di una zona che si estende lungo la costa ionica salentina, tra Pescoluse, Torre Pali e Torre Vado, in cui gli arenili sono di sabbia finissima e bianchissima, l’acqua limpida e il paesaggio indimenticabile.

Va specificato, tuttavia, che si tratta di un termine turistico e non di un punto geografico vero e proprio. Ma quali sono le spiagge più belle di questa magnifica zona della Puglia?

Spiaggia di Pescoluse

Iniziamo questo viaggio nelle Maldive del Salento dalla Spiaggia di Pescoluse, sul tratto di costa ionica tra Torre Pali e Torre Vado. Famosissima per la sabbia morbida e candida e il mare cristallino che sfuma dal turchese al blu intenso, offre acqua è bassa e trasparente per diversi metri, tanto da rivelarsi perfetta per famiglie con bambini o per chi ama nuotare senza correnti fastidiose.

Pescoluse si distingue per avere una bellezza naturale che pochi posti riescono a eguagliare, con chilometri di spiaggia dove trovare angoli tranquilli anche in alta stagione. La presenza di lidi attrezzati garantisce comfort, ma senza perdere quella sensazione di relax (attenzione, i prezzi non sempre sono accessibili). Ciò non toglie che, soprattutto nei mesi di luglio e agosto, si può affollare parecchio, al punto che trovare parcheggio diventa una sfida. Inoltre, la vicinanza alla strada principale fa sì che a volte si sentono rumori di fondo, un dettaglio che chi cerca il silenzio totale potrebbe notare.

Il consiglio è quindi quello di spostarsi verso le aree meno accessibili, dove le dune di sabbia nascondono piccole calette e scorci quasi incontaminati. Territori in cui, tra le altre cose, il mare è ancora più trasparente e la folla sparisce. Infine, poco lontano c’è un tratto di costa dove si possono vedere tartarughe marine in primavera, un’esperienza unica per chi ama la natura.

Spiaggia di Torre Vado

Un’altra delle spiagge più interessanti delle Maldive del Salento è quella di Torre Vado, piccolo borgo marinaro poco più a sud di Pescoluse e vicino a Santa Maria di Leuca. Manco a dirlo, il mare è limpido e profondo, con spiagge di sabbia fine alternate a scogliere basse che regalano paesaggi suggestivi. A differenza delle spiagge più turistiche, Torre Vado mantiene un’atmosfera raccolta e genuina.

Ma senza ombra di dubbio, il vantaggio di Torre Vado è la combinazione tra bellezza naturale e qualche servizio locale, come bar, ristoranti e piccoli lidi che permettono di godersi il mare senza rinunciare a un minimo di comodità. Inoltre, il porto e la torre costiera, da cui prende il nome, aggiungono un tocco di storia e fascino. Il rovescio della medaglia è che in alta stagione può affollarsi, soprattutto nei weekend.

A pochi passi dalla spiaggia principale si trovano calette nascoste raggiungibili solo a piedi o in barca, dove l’acqua è ancora più trasparente e il silenzio regna sovrano. Torre Vado è anche un punto di partenza ideale per escursioni in barca verso le grotte marine della zona, un’esperienza che non tutti i turisti conoscono ma che vale davvero la pena fare.

Spiaggia di Posto Vecchio

La Spiaggia di Posto Vecchio è un angolo meno conosciuto (ma affascinante) lungo la costa tra Torre Vado e Pescoluse. Qui la sabbia dorata incontra un mare che passa dal turchese al blu profondo, tra ciottoli e rocce lambite da onde gentili. È il posto da prendere in considerazione se si desidera un mix di tranquillità e natura autentica, senza rinunciare a un tocco di comfort.

Situata proprio all’imbocco di una baia naturale, Posto Vecchio è protetta e incorniciata da un basso promontorio roccioso, che aiuta a mantenere l’acqua calma e perfetta per nuotate serene. È caratterizzata da tratti di spiaggia liberi molto spaziosi, che permettono di godersi la vacanza lontano dalla folla.

I servizi sono presenti, ma ancora contenuti rispetto a località più urbanizzate e l’accesso non è sempre facile in quanto, spesso, si è costretti a parcheggiare lungo la strada per poi scende su sentieri non pavimentati. In alta stagione può riempirsi nei fine settimana, quando i residenti del territorio vengono a cercare un po’ di relax.

Se volete vivere la magia più pura di questo luogo incantato della Puglia, vi suggeriamo di raggiungerlo per ammirare l’alba, ovvero quel momento in cui il sole sorge tra mare e scogli colorando tutto di rosa. Ma non è finita qui, perché sotto la superficie della scogliera, nelle limpide acque del minuscolo porticciolo, a volte si vedono rare stelle marine e piccoli polpi.

Spiaggia di Torre Pali

Infine la Spiaggia di Torre Pali, piccola frazione balneare sulla costa ionica del Salento. Con mare limpido e sabbia fine, si estende per diversi chilometri, offrendo un litorale ampio e sabbioso che si affaccia su acque turchesi e trasparenti, tipiche del basso Salento. Si presenta ampia e pulita, con fondali bassi che si prestano bene a famiglie con bambini.

Ci sono lidi attrezzati che mettono a disposizione servizi come noleggio ombrelloni, bar e ristoranti e, contemporaneamente, è un’ottima base per esplorare altre spiagge vicine, come Pescoluse e Torre Vado. Ciò non toglie che anche qui l’alta stagione possa portare affollamento, soprattutto nei weekend e nei mesi di luglio e agosto.

Anche Torre Pali è molto amata dai salentini, specialmente all’alba, quando la spiaggia è deserta e il mare sembra una distesa infinita di vetro. Poco fuori dal centro, nascosta tra la macchia mediterranea, si trova una piccola area dove si possono ammirare i fenicotteri rosa durante la migrazione.

In sintesi, Torre Pali è la scelta giusta se si desidera comodità e un mare da cartolina.

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Eventi per famiglie a luglio: festival, natura e magia in tutta Italia

Luglio è il mese perfetto per vivere la cultura all’aria aperta con tutta la famiglia. Dal Piemonte alla Puglia, borghi, boschi e piazze diventano palcoscenici per spettacoli, laboratori, parate e avventure tra scienza e fantasia. Ecco dove andare per vivere esperienze indimenticabili.

Campionato Mondiale della Magia FISM 2025 (Piemonte, 14–19 luglio)

Dal 14 al 19 luglio Torino accoglie per la prima volta in Italia il prestigioso Campionato Mondiale della Magia FISM: la città e il Piemonte si trasformano in un palcoscenico internazionale per oltre 5.000 maghi e appassionati provenienti da 51 Paesi. Oltre alle spettacolari gare di illusionismo al Lingotto Centro Congressi (14–19 luglio) per soli addetti ai lavori, il pubblico può assistere al Gran Gala dei Campioni (15 luglio, Teatro esterno Lingotto), ai 10 Maestri dell’Impossibile (16 luglio, Teatro Lingotto) e al Magic Comedy Show (18 luglio, Auditorium Lingotto). Le performance di magia di strada con la Street of Magic (12–13 luglio, piazze di Torino, Asti, Biella, Borgomanero, Mondovì) portano l’arte dell’illusione nelle piazze, mentre una serata speciale di magia anima la Reggia di Venaria (16 luglio).

eventi bambini luglio

Ufficio stampa

Torino accoglie per la prima volta in Italia il prestigioso Campionato Mondiale della Magia FISM

Vertigo Summer Festival Cocconato (Piemonte, 3–6 luglio)

Dal 3 al 6 luglio il borgo di Cocconato d’Asti ospita la prima edizione del Vertigo Summer Festival: oltre quindici compagnie internazionali animano strade, piazze e cortili con circo contemporaneo, teatro fisico, musica dal vivo, magia e teatro di figura. Tra i momenti clou: l’apertura con Andrea Loreni, funambolo dei record, e la parata gipsy di Bandaradan. Imperdibili Tiramisù di ArteMakìa, The Charming Jay con magia e jazz, il poetico Aaah! di Davide Partinico e i burattini di Bandirali. Piazza Statuto accoglie lo spettacolo itinerante Come angeli dal cielo. Bollestrabelle, Klinke, Faiscas, laboratori di circo e il Vertigo Galà 25 completano quattro giorni di meraviglia a ingresso gratuito con prenotazione su app.

eventi bambini luglio

Ufficio stampa

Quattro giorni di spettacolo a Cocconato

Gran Bal Trad – Vialfrè (Piemonte, 7–12 luglio)

Dal 7 al 12 luglio Vialfrè ospita Gran Bal Trad, festival internazionale che trasforma l’area naturalistica di Pianezze in un grande villaggio culturale. Ogni giorno, dalle 10:30 fino a notte fonda, il programma alterna workshop su strumenti come cornamusa, diatonica, violino e arpa, e lezioni di danze popolari europee, con livello anche per principianti. Alla sera si tengono balli aperti fino all’alba su cinque palchi all’aperto, animati da gruppi folk internazionali. Il festival allestisce anche un’area dedicata ai più piccoli, con laboratori ludico-musicali e spazi di gioco. I bambini fino a 15 anni partecipano gratuitamente, sempre accompagnati; iscrizione richiesta per laboratori e balli. È presente un’ampia zona campeggio e punti di ristoro con cibo e bevande locali.

eventi bambini luglio

Gran Bal Trad

Gran Bal Trad, festival di danze e musiche internazionali

Festival Corti.lì – Torino (Piemonte, 1–6 luglio)

Nel cuore di Torino, il cortile alberato di Santa Pelagia ospita dal 1° al 6 luglio con Corti.lì, festival multidisciplinare a ingresso gratuito pensato per tutta la famiglia. Ogni giorno, dalle 16:30 fino a mezzanotte (dalle 18:00 nella giornata inaugurale), bambini e adulti possono vivere un ricco palinsesto di spettacoli, laboratori, letture, concerti e momenti di benessere olistico. I più piccoli trovano narrazioni animate, giochi e attività creative immerse nel verde urbano, mentre per i grandi non mancano talk, performance serali e sessioni di yoga accompagnate da musica dal vivo. Il festival promuove inclusività, sostenibilità e partecipazione attiva, con servizi pensati per ogni fascia d’età e possibilità di ristoro a cura di foodtruck locali. L’accessibilità è garantita, con prenotazione obbligatoria online e possibilità di supporto dedicato per esigenze specifiche.

Trentino Music Festival (Trentino, 26 giugno–1 agosto)

Decima edizione del più grande festival di formazione e performance d’Europa: 166 giovani artisti e 39 docenti della Music Academy International di New York danno vita a oltre 30 spettacoli tra concerti sinfonici, musical, opera e recital. Mezzano e i borghi del Primiero si trasformano in un palcoscenico a cielo aperto con prove aperte, incontri con musicisti e backstage tour per famiglie. Il 9 luglio va in scena Once Upon a Mattress, musical fiabesco diretto da Cj Greer con coreografie di Lauren Haughton Gillis.

eventi bambini luglio

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Trentino Music Festival

Ala Città di Velluto (Trentino, 4–6 luglio)

Nel borgo barocco di Ala si torna al Settecento: dame e cavalieri sfilano per le vie lastricate, cortili segreti ospitano concerti di musica antica, giochi di strada, spettacoli di giocoleria, laboratori di antichi mestieri e un’escape room storica. Più di 50 eventi animano botteghe, piazze e giardini. Ingresso libero o a offerta, alcune attività su prenotazione.

Celtica (Valle d’Aosta, 3–6 luglio)

Tra il Bosco di Peuterey e la Val Veny si svolge il festival di musica e cultura celtica più alto d’Europa. Arpe, cornamuse, danze tradizionali, mercatini artigianali, laboratori di fiabe e passeggiate guidate tra fate e cavalieri. Un’atmosfera magica per tutta la famiglia. Accesso con biglietto giornaliero o pass completo.

celtica festival

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Appuntamento a Celtica

Domenica Leonardiana a Vinci (Toscana, 13 luglio)

Ogni seconda domenica del mese Vinci celebra il genio di Leonardo con attività per bambini. Il 13 luglio, “I Mandala di Leonardo” è il  laboratorio creativo per scoprire la natura e la geometria. Si possono aggiungere visite guidate al Museo e alla Casa Natale. Biglietto ridotto per famiglie e prenotazione consigliata.

Borghi di Velluto (Marche, luglio–settembre)

Borghi di Velluto torna da luglio a settembre per valorizzare nove borghi della Val Mivola: Arcevia, Barbara, Castelleone di Suasa, Corinaldo, Ostra, Ostra Vetere, Senigallia, Serra de’ Conti e Trecastelli. Ogni tappa propone escursioni guidate in bus da Senigallia con visite a castelli medievali, mosaici romani, chiese rinascimentali, degustazioni di prodotti tipici, spettacoli di piazza e musica dal vivo. La Notte Bianca dei Bambini, a Barbara il 5 luglio, apre il programma con laboratori, gonfiabili, cena tipica e concerti. Influencer e content creator seguiranno il tour condividendo foto, video e itinerari per vivere le Marche autentiche lontano dal turismo di massa.

Città della Scienza – Napoli (Campania, 18 e 19 luglio)

A Città della Scienza tornano due serate estive pensate per famiglie curiose di scoprire la scienza sotto le stelle. Il 18 luglio si svolge la “Notte al Museo”: un camping scientifico per bambini dai 7 agli 11 anni, con sacco a pelo sotto la cupola del Planetario, laboratori Crime Lab per risolvere misteri con esperimenti e analisi, cena e colazione di gruppo e uno spettacolare Live Show sulle costellazioni. Il 19 luglio “Appuntamento in Via Lattea” propone un aperitivo gourmet, dj set nel museo Corporea, proiezioni sul tema degli esopianeti e la fantascienza di Asimov e Tolkien, più osservazioni del cielo guidate dall’Unione Astrofili Napoletani. Posti limitati, prenotazione obbligatoria per entrambe le serate.

Festa degli Gnomi – Roccaraso (Abruzzo, 25–27 luglio)

Boschi incantati, fate, elfi, unicorni e gnomi: la Festa Internazionale degli Gnomi trasforma Roccaraso in un mondo fiabesco con spettacoli itineranti, passeggiate notturne con lanterne, laboratori creativi e danze magiche sotto le stelle. Ingresso gratuito, abbigliamento comodo consigliato.

Festival di teatro urbano in Italia a luglio

In tutta Italia, borghi, piazze e paesaggi unici si trasformano in teatri a cielo aperto, palcoscenici di spettacoli – oltre 200 da Nord a Sud – che spaziano dal teatro di strada al circo contemporaneo, dal teatro di figura alla danza e alla musica urbana.  L’ANAP – Associazione Nazionale Arti Performative ne raccoglie al suo interno oltre 40, tutti mappati sul sito. Ecco gli appuntamenti di luglio:

  • Gallura Buskers Festival (Sardegna – 9–12 luglio)

Tre giorni di buskers internazionali, giocolieri, clown, musicisti e parate luminose nelle piazze di Pula. Laboratori per bambini e mercatini artigianali completano l’atmosfera di festa. Ingresso gratuito.

  • Mercantia (Toscana – 16–20 luglio)

Certaldo diventa un teatro a cielo aperto: oltre 100 spettacoli di danza, musica, teatro di strada, giocoleria, fuoco e poesia trasformano ogni vicolo. Biglietto serale con sconti famiglia.

  • Il Paese dei Balocchi (Toscana – Cecina – 18–20 luglio)

Alla Villa Guerrazzi di Cecina spettacoli di circo contemporaneo, burattini, parate e laboratori di giocoleria per bambini. Festival a ingresso libero, atmosfera fiabesca assicurata.

  • Fasti Verolani (Lazio – 30 luglio–3 agosto)

Il centro storico di Veroli ospita spettacoli serali di giocoleria, mimo, musica folk, poesia e teatro di strada con artisti da tutta Europa. Cinque serate gratuite di magia e arte all’aperto.

eventi luglio bambini

Ufficio stampa ANAP

Mercantia, oltre 100 spettacoli a Certaldo
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Cammino di San Michele: come organizzare il viaggio

Attraversare l’Italia da nord a sud lungo un sentiero che unisce santuari, abbazie e borghi millenari significa immergersi in un viaggio che è al tempo stesso spirituale, culturale e geografico. È questo lo spirito del Cammino di San Michele, un itinerario che si sviluppa lungo la cosiddetta Linea Sacra Micaelica, una direttrice leggendaria che, secondo la tradizione medievale, sarebbe stata tracciata dal colpo di spada dell’Arcangelo Michele per ricacciare Satana negli inferi.

Una linea di luce e protezione che collega sette santuari dedicati all’arcangelo, disposti tra Irlanda e Israele, sorprendentemente allineati con il tramonto del sole nel giorno del solstizio d’estate. In Italia, questa traiettoria prende forma concreta in un cammino che collega la Sacra di San Michele in Val di Susa al Santuario di Monte Sant’Angelo nel Gargano, attraversando paesaggi mozzafiato, città d’arte e terre antiche. Più che un semplice percorso fisico, è un invito a confrontarsi con la lotta tra bene e male, l’eroismo interiore e il senso profondo della fede.

Le origini del culto e la nascita del Cammino

Il culto di Michele ha radici antiche. L’arcangelo è sempre raffigurato come un guerriero, con la spada sguainata, mentre calpesta un drago o un demone: un’iconografia che lo identifica da secoli come difensore della fede contro le forze oscure. Fu con l’arrivo dei Longobardi che il suo culto si diffuse capillarmente in Italia: popolo guerriero convertitosi al cristianesimo, i Longobardi videro in Michele un ideale successore del dio Odino, associando alla nuova figura religiosa le stesse virtù militari.

A loro si deve la consacrazione di numerosi luoghi sacri a San Michele, tra cui il Santuario di Monte Sant’Angelo, che divenne il loro principale centro spirituale. Poco dopo, tra il 983 e il 987, fu fondata anche la Sacra di San Michele in Piemonte, sulla cima del Monte Pirchiriano: un luogo suggestivo, a mille metri d’altezza, che domina la Val di Susa e rappresenta il punto di partenza del cammino italiano.

Insieme a Mont Saint-Michel, i tre santuari formano una linea retta perfetta, distanziati di circa 1000 chilometri l’uno dall’altro: una disposizione che ha alimentato per secoli l’idea affascinante di una geografia sacra, capace di unire spiritualità e mistero, fede e astronomia.

Le tappe del Cammino di San Michele in Italia

Il tratto italiano del Cammino di San Michele si estende per circa 1.500 km, attraversando sette regioni, diciassette province e oltre 170 comuni. Interamente tracciato in GPS, si suddivide in dieci grandi sezioni: ognuna può essere percorsa in tappe giornaliere da 15-20 km o, per chi ha meno esperienza, in segmenti più brevi, adattando il ritmo alle proprie capacità.

Tappa 1 – da Moncenisio a Torino

(60 km, 1.100 D+, 2-3 giorni)

Dal Passo del Moncenisio, antico valico alpino tra Francia e Italia, il cammino scende lungo la Val Cenischia attraversando paesaggi d’alta quota e boschi silenziosi. Dopo circa 15 km si incontra l’Abbazia di Novalesa, fondata nell’VIII secolo, uno dei primi centri spirituali del cammino. Da qui si raggiunge Susa, con le sue testimonianze romane e medievali, per poi proseguire lungo la Via Francigena fino ai piedi del monte Pirchiriano.

L’ascesa finale porta alla maestosa Sacra di San Michele, a mille metri d’altezza, affacciata sulla pianura torinese: un luogo carico di simbolismo, costruito tra il X e l’XI secolo, che segna l’inizio ufficiale del tratto italiano. Si può pernottare a Novalesa, Susa o Sant’Ambrogio, suddividendo la tappa in due o tre giornate in base al proprio ritmo.

Tappa 2 – da Superga a Crea

(62 km, 950 D+, 2-3 giorni)

Dal centro di Torino, si sale alla panoramica Basilica di Superga, sulla collina che domina la città, prima di addentrarsi nelle campagne astigiane. Un sentiero del CAI guida il camminatore tra colline e vigneti fino all’Abbazia di Vezzolano, uno dei capolavori del romanico piemontese, nota per il chiostro affrescato e la facciata con la statua di San Michele. Il paesaggio è dolce, punteggiato da cascine, noccioleti e piccoli borghi.

Si prosegue quindi verso Crea, attraversando le province di Asti e Alessandria. L’arrivo al Sacro Monte di Crea, inserito tra i beni UNESCO, regala un ambiente mistico e raccolto, tra boschi e cappelle immerse nel verde. La tappa può essere spezzata in più giorni, con possibilità di sosta in agriturismi e strutture rurali lungo il percorso.

Tappa 3 – da Crea a Pavia

(80 km, 600 D+, 3-4 giorni)

Dal Sacro Monte di Crea si scende dolcemente verso la pianura, attraversando paesaggi di campagna e piccoli centri del Monferrato. Il cammino offre due varianti: una segue i sentieri CAI fino a Casale Monferrato, lungo il Po, l’altra scende verso Alessandria passando per San Salvatore Monferrato e Mirabello. Entrambe le opzioni si ricongiungono nei pressi di Tortona, dove si può visitare la pieve medievale di San Pietro, custode di un affresco di San Michele che è divenuto simbolo del cammino.

L’ultima parte della tappa si snoda lungo il Ticino, tra sentieri golenali e antiche strade, fino a raggiungere Pavia, città dal passato longobardo, dove sorge la splendida chiesa romanica di San Michele Maggiore. La lunghezza del percorso consente diverse suddivisioni, con possibilità di sosta in città e borghi ben serviti. L’arrivo a Pavia rappresenta un altro importante snodo spirituale e culturale lungo la Linea Sacra.

Tappa 4 – da Pavia a Bobbio

(70 km, 850 D+, 2-3 giorni)

Lasciata Pavia, il cammino attraversa l’ultimo tratto di pianura lombarda seguendo strade secondarie e campestri. Si costeggiano risaie, canali e cascinali, in un paesaggio sempre più ondulato man mano che ci si avvicina all’Appennino. Dopo aver superato il Po e lambito piccoli borghi rurali, si entra in Emilia e si prosegue verso la Val Trebbia, tra boschi, vigneti e salite sempre più marcate.

L’arrivo a Bobbio, antica cittadina fondata da San Colombano, segna un punto di svolta nel cammino. Qui sorge il grande Monastero di San Colombano, uno dei centri religiosi più importanti dell’Italia medievale, dove è presente una spelonca legata al culto micaelico, meta di pellegrinaggi locali. La tappa è ricca di atmosfera e può essere suddivisa con una sosta intermedia nei pressi della valle del Tidone o in uno dei borghi ai piedi dell’Appennino.

Tappa 5 – da Bobbio a Pontremoli

(110 km, 2.100 D+, 4-5 giorni)

Da Bobbio, il cammino entra nel cuore dell’Appennino emiliano, seguendo la storica Via degli Abati, una delle vie monastiche più antiche d’Europa. Il percorso si snoda tra fitti boschi, crinali isolati e antichi valichi, toccando borghi suggestivi come Bardi, con il suo castello arroccato, e Borgo Val di Taro, importante centro dell’Alta Valtaro. Il terreno è vario e impegnativo, con salite e discese che mettono alla prova anche i camminatori più esperti.

La fatica è ampiamente ripagata dalla bellezza dei paesaggi e dalla spiritualità che permea questa tratta. L’arrivo a Pontremoli, porta della Lunigiana e punto di congiunzione con la Via Francigena, segna la fine di una delle tappe più selvagge e affascinanti dell’intero Cammino. Numerose strutture di accoglienza lungo il tracciato permettono di suddividere l’itinerario in modo equilibrato, con possibilità di sosta in rifugi, agriturismi o ostelli.

Tappa 6 – da Pontremoli a Lucca

(120 km, 1.800 D+, 4-5 giorni)

Da Pontremoli, il cammino entra nella suggestiva Lunigiana, seguendo la Via del Volto Santo, un antico percorso di fede che collega le Alpi Apuane a Lucca. Si attraversano borghi medievali come Filattiera, Bagnone e Castiglione di Garfagnana, tra mulattiere in pietra, ponti romanici e vallate boscose. Il paesaggio alterna tratti montani a dolci colline, offrendo una varietà di scenari naturali che ben rappresentano l’essenza della Toscana interna.

La tappa si conclude nella storica città di Lucca, dove si trova la celebre chiesa di San Michele in Foro, testimonianza diretta del culto micaelico nel cuore cittadino. L’ingresso in città, attraverso le mura rinascimentali e il dedalo di vicoli del centro, rappresenta un momento emozionante per ogni pellegrino. I numerosi alloggi disponibili lungo il tragitto permettono un’organizzazione flessibile, adattabile a diverse esigenze di ritmo e resistenza.

Tappa 7 – da Lucca a Volterra via Pisa

(80 km, 1.200 D+, 3-4 giorni)

Da Lucca, il cammino si dirige verso ovest aggirando il Monte Pisano, per poi scendere nella piana di Pisa, dove si incontrano testimonianze longobarde e resti di edifici religiosi dedicati a San Michele, come la pieve di San Michele degli Scalzi. Il tracciato attraversa campagne coltivate e piccoli centri rurali, tra oliveti, corsi d’acqua e sentieri pianeggianti, offrendo un passaggio tranquillo ma ricco di storia.

Dopo Pisa, il percorso si inoltra nell’entroterra toscano, seguendo antiche vie che conducono verso le prime colline della Val di Cecina. L’ascesa finale verso Volterra, città etrusca sospesa su un’altura, è suggestiva e panoramica. Il borgo custodisce una forte tradizione spirituale e segna l’ingresso simbolico alla Maremma. Questa tappa può essere suddivisa in tre giornate, con possibilità di sosta in agriturismi e centri abitati lungo il tragitto.

Tappa 8 – da Volterra alla Maremma

(170 km, 2.300 D+, 5-7 giorni)

Da Volterra il cammino si biforca, offrendo due varianti affascinanti. Una conduce verso Massa Marittima e gli scavi archeologici di Roselle, l’altra attraversa la campagna senese fino all’Abbazia di San Galgano, famosa per la spada nella roccia conficcata nella pietra dal cavaliere Galgano come simbolo di conversione e pace. Entrambi i rami attraversano colline solitarie, calanchi, boschi mediterranei e borghi antichi come Sovana, Saturnia e Pitigliano, al confine con il Lazio.

Questa è una delle tratte più paesaggisticamente varie e selvagge: si cammina lungo sterrate, tratturi e strade bianche, spesso lontano dai grandi centri abitati. In alcuni tratti l’acqua scarseggia, quindi è consigliato rifornirsi nei borghi attraversati. I camminatori possono scegliere tappe giornaliere più brevi, grazie alla presenza di agriturismi e ospitalità diffusa. L’ingresso in Maremma, con le sue atmosfere etrusche e l’eco delle leggende templari, dona a questa sezione del cammino un carattere profondo e quasi mistico.

Tappa 9 – dalla Tuscia a Roma

(120 km, 1.000 D+, 4-5 giorni)

Entrati nel Lazio, il cammino segue l’Antica Via Clodia, un tracciato di origine etrusco-romana che attraversa la selvaggia e affascinante Tuscia. I pellegrini si addentrano nella Foresta del Lamone, tra sentieri ombrosi e solitari, per poi toccare borghi straordinari come Farnese, Tuscania, Norchia e Barbarano Romano, noti per le necropoli rupestri e le architetture medievali. Il paesaggio è segnato da calanchi, canyon tufacei e sorgenti termali, in un contesto naturalistico intatto.

Superato il lago di Bracciano, si entra progressivamente nella periferia romana fino a raggiungere il maestoso Castel Sant’Angelo, antica mole funeraria divenuta bastione papale e simbolo micaelico per eccellenza. Da lì, il cammino si snoda lungo il centro storico di Roma, passando per Campo de’ Fiori, il Campidoglio e il Colosseo, fino a giungere a Piazza San Pietro, cuore spirituale della cristianità. Una tappa densa di significati, che unisce natura, storia e fede in un crescendo di emozioni.

Tappa 10 – da Roma alla Grotta del Gargano

(oltre 220 km, 2.500 D+, 7-10 giorni)

Lasciata Roma, si prosegue lungo la Via Prenestina, attraversando la Ciociaria con le sue colline fertili e borghi carichi di spiritualità. Si toccano luoghi simbolici come Palestrina, Fiuggi, Alatri, Veroli e l’imponente Certosa di Casamari, fino a raggiungere Sora, Posta Fibreno e Alvito. Qui il paesaggio comincia a farsi più montuoso, preparando il camminatore al passaggio nel Molise.

Superato il confine regionale, si percorre la Via Micaelica Molisana, tra Colli al Volturno, Isernia, Bojano e i tratturi storici come il Pescasseroli-Candela. Si attraversano le colline di Campobasso, i borghi di Ripabottoni e Santa Croce di Magliano, fino a entrare in Puglia. L’ultima parte del cammino passa per Serracapriola e San Marco in Lamis, prima di salire al Santuario di Monte Sant’Angelo, affacciato sul Golfo di Manfredonia. Da lì, un sentiero scende alla costa fino all’antico porto di Siponto, punto d’imbarco per i pellegrini diretti in Terra Santa.

Le tappe internazionali del Cammino

Sebbene il tratto italiano sia il più articolato e strutturato, il Cammino di San Michele si inserisce in un itinerario ben più ampio e affascinante: la cosiddetta Linea Sacra Micaelica, che collega sette luoghi di culto dedicati all’Arcangelo Michele, disposti in linea retta tra Irlanda e Israele. Ciascuno di questi siti custodisce una tradizione millenaria di pellegrinaggio, apparizioni, simbolismo e spiritualità.

Le tappe principali all’estero sono:

  • Skellig Michael (Irlanda): si tratta di un’isola rocciosa e impervia al largo della costa sud-occidentale dell’Irlanda, patrimonio UNESCO. Qui, nel VI secolo, i monaci fondarono un eremo dedicato a San Michele, simbolo di isolamento e ascesi spirituale. È accessibile solo via mare, durante la bella stagione.
  • St Michael’s Mount (Inghilterra): è un isolotto situato in Cornovaglia, collegato alla terraferma da un istmo sabbioso percorribile con la bassa marea. Il santuario, risalente all’XI secolo, ospita una cappella, un castello e un piccolo villaggio, e rappresenta un importante luogo di culto micaelico in terra anglosassone.
  • Mont Saint-Michel (Francia): uno dei luoghi sacri più celebri d’Europa, situato in Normandia. Arroccato su un isolotto circondato da maree spettacolari, unisce storia monastica, architettura gotica e spiritualità. È da secoli una meta di pellegrinaggio di grande prestigio.
  • Monastero di Panormitis (Grecia): si trova sull’isola di Symi, nel Dodecaneso, ed è il principale santuario ortodosso dedicato a San Michele Taxisarchis. Meta di pellegrinaggi marittimi, custodisce un’icona venerata in tutto il mondo greco e rappresenta una delle espressioni più vive del culto micaelico.
  • Monastero Stella Maris (Israele): sorge sul Monte Carmelo, a Haifa, ed è legato sia al culto di San Michele sia alla tradizione carmelitana. All’interno si trova una grotta sacra frequentata fin dai primi secoli del cristianesimo. È l’ultimo punto della Linea Sacra in direzione est.

Come organizzare il viaggio e pianificare l’itinerario

Il Cammino di San Michele è un itinerario lungo e variegato che richiede una pianificazione attenta, soprattutto se si intende affrontarne più tappe consecutive. La prima scelta da compiere riguarda il tratto da percorrere: si può optare per un segmento regionale di pochi giorni, oppure per un itinerario di ampio respiro, che collega due o più santuari principali. In fase di progettazione è utile valutare la propria preparazione fisica, la stagionalità (preferibili primavera e autunno) e i tempi a disposizione, tenendo conto che una media sostenibile per i camminatori allenati è di 20-25 km al giorno, su terreno misto.

È fondamentale dotarsi delle tracce GPS, scaricabili online, e consultare le tappe ufficiali per stimare distanze, dislivelli e punti d’appoggio. Molti tratti del cammino coincidono con altri percorsi segnalati, come la Via Francigena o la Via degli Abati, facilitando la logistica. Lungo l’itinerario si trovano ostelli, B&B, strutture religiose e agriturismi: prenotare in anticipo è consigliato, specialmente nei periodi di maggiore affluenza. Un diario di tappa, una credenziale e una guida cartacea o digitale possono completare il kit ideale per affrontare con consapevolezza e serenità questo viaggio interiore e geografico.

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Da L’Aquila al Gargano: le tappe del Cammino della Pace

Il Cammino della Pace è un itinerario che attraversa l’Italia centrale e meridionale sulle orme di santi, pellegrini, monaci e pastori. Parte dalla basilica di Santa Maria di Collemaggio, nel cuore dell’Aquila, e giunge fino alla sacra grotta di Monte Sant’Angelo, seguendo sentieri montani, tratturi millenari, borghi medievali e santuari incastonati nella roccia. Un viaggio che unisce tre regioni — Abruzzo, Molise e Puglia — attraversando paesaggi naturali di straordinaria bellezza e luoghi carichi di spiritualità e memoria.

Lungo il cammino si incontrano eremi silenziosi, abbazie benedettine, conventi francescani e tracce di transumanze antiche. Ma soprattutto, si cammina per ritrovare senso, equilibrio e riconciliazione: con sé stessi, con gli altri, con la terra. Il nome non è casuale — la pace è la meta e il cammino insieme.

La storia del Cammino

Il Cammino della Pace nasce come sintesi tra le rotte del pellegrinaggio religioso e la memoria civile del Centro-Sud italiano. Le sue radici affondano nel Medioevo, quando il tratturo era il solco lasciato dal passaggio dei pastori transumanti e dei pellegrini diretti verso Monte Sant’Angelo, importante meta micaelica frequentata già dal VI secolo. Su questi stessi percorsi camminarono anche frati, santi e penitenti attratti dai luoghi di culto come la basilica di Collemaggio, il santuario di San Giovanni in Venere, gli eremi della Maiella o l’abbazia di San Clemente a Casauria.

Ma è anche un cammino che intreccia la storia della resistenza e della pace. Passa da zone segnate dai drammi del Novecento, da monasteri che accolsero sfollati e partigiani, e da santuari dove la fede si fece rifugio e denuncia. È proprio da questo intreccio di spiritualità e memoria che nasce il nome del cammino: un invito a percorrere l’Italia interna non solo per devozione, ma per ricostruire legami, onorare la memoria e praticare la pace, tappa dopo tappa, passo dopo passo.

Le tappe del Cammino

Il Cammino della Pace si snoda lungo oltre 600 chilometri di sentieri, tratturi e strade secondarie, attraversando paesaggi montani, borghi arroccati, valli silenziose e tratti costieri dal fascino incontaminato. Ogni tappa rappresenta un piccolo viaggio a sé, un’occasione per immergersi nella natura, scoprire storie locali, visitare luoghi di culto e sostare in centri ricchi di accoglienza e tradizioni.

Il percorso è suddiviso in 29 tappe principali, cui si aggiungono alcune varianti montane per chi desidera un’esperienza più immersiva e fisicamente impegnativa:

  • Tappa 1 – da L’Aquila a Villa Sant’Angelo (18,9 km, 152 m D+, 260 m D-): dal Collemaggio si segue l’Aterno, passando per Monticchio, Fossa e Sant’Eusanio Forconese fino a Villa Sant’Angelo.
  • Tappa 2 – da Villa Sant’Angelo a Prata d’Ansidonia (14 km, 475 m D+, 236 m D-): si attraversa la valle fino a San Demetrio, poi lungo il Tratturo Magno si raggiunge Peltuinum e infine Prata.
  • Tappa 3 – da Prata d’Ansidonia a Caporciano (10,3 km, 440 m D+, 447 m D-): via Tussio si sale a San Michele e al castello di Bominaco, quindi si scende al complesso benedettino e a Caporciano.
  • Tappa 4 – da Caporciano a Navelli (10,2 km, 144 m D+, 278 m D-): si scende alla piana fino a Cintorelli, poi si prosegue per Civitaretenga e Santa Maria in Cerulis fino a Navelli.
  • Tappa 5 – da Navelli a Bussi sul Tirino (20,3 km, 352 m D+, 693 m D-): si scende nella valle di Capestrano, si attraversa il borgo, poi lungo il Tirino fino a San Pietro ad Oratorium e Bussi.
  • Tappa 6 – da Bussi sul Tirino a San Clemente a Casauria (17,9 km, 709 m D+, 853 m D-): salita su Tratturo Centurelle-Montesecco, poi discesa verso Pescosansonesco, Castiglione a Casauria, Torre de’ Passeri e infine all’abbazia.
  • Tappa 7 – da San Clemente a Casauria a Salle (15,9 km, 775 m D+, 498 m D-): si passa per Bolognano, Musellaro e la chiesa di San Tommaso Becket, scendendo infine a Salle.
  • Tappa 8 – da Salle a Caramanico Terme (10,2 km, 460 m D+, 315 m D-): salita a Salle Vecchio, discesa al fiume Orta e risalita fino al Centro Visite del Parco.
  • Tappa 9 – da Caramanico Terme a Roccamorice (14,4 km, 738 m D+, 830 m D-): si scende nella Valle dell’Orfento, si sale a Decontra, si attraversa l’altopiano e si arriva alla chiesa di San Bartolomeo e Roccamorice.
  • Tappa 9 (Variante Montana) – da Caramanico Terme a Santo Spirito a Maiella (14,4 km, 1150 m D+, 614 m D-): si scende nella Valle dell’Orfento e si risale fino a Decontra (tratto comune alla tappa 9), poi si continua in salita tra pascoli e faggete fino all’abbazia rupestre di Santo Spirito a Maiella.
  • Tappa 10 – da Roccamorice a Serramonacesca (17,2 km, 825 m D+, 1049 m D-): salita e discesa nel vallone dell’Angelo, attraversamento dei pascoli della Maiella e dei boschi fino a Serramonacesca.
  • Tappa 10 (Variante Montana) – da Santo Spirito a Maiella a Rifugio B. Di Marco (10 km, 1173 m D+, 585 m D-): breve discesa al torrente, poi salita impegnativa nel bosco fino a Piana Grande, discesa all’eremo rupestre di San Giovanni all’Orfento e risalita tra pascoli fino al Rifugio B. Di Marco.
  • Tappa 11 – da Serramonacesca a Roccamontepiano (10 km, 621 m D+, 458 m D-): salita a San Liberatore, Torre di Polegro e Montepiano, poi discesa al convento e a Roccamontepiano.
  • Tappa 11 (Variante Montana) – da Rifugio B. Di Marco a Guardiagrele (16,4 km, 566 m D+, 1742 m D-): attraversamento del Prato della Maiella e lunga discesa nella valle di Guardiagrele, passando per Fonte Carlese, il Campanaro, Valle delle Monache, la Cascata San Giovanni, Bocca di Valle, Comino e San Donato.
  • Tappa 12 – da Roccamontepiano a Guardiagrele (17,8 km, 800 m D+, 690 m D-): si toccano i ruderi di San Pietro, Pretoro, la Grotta del Colle e Santa Lucia, con arrivo a Guardiagrele.
  • Tappa 13 – da Guardiagrele a Orsogna (14 km, 406 m D+, 549 m D-): si scende a Piana San Bartolomeo, si passa per Piano Venna, Filetto e il convento dell’Annunziata fino a Orsogna.
  • Tappa 14 – da Orsogna a Lanciano (11,5 km, 423 m D+, 584 m D-): discesa al torrente Moro, poi su e giù fino a Santa Maria dei Mesi, si entra a Lanciano dal Santuario del Miracolo.
  • Tappa 15 – da Lanciano a San Giovanni in Venere (13,4 km, 345 m D+, 508 m D-): si supera Rocca San Giovanni e si conclude all’abbazia di San Giovanni in Venere.
  • Tappa 16 – da San Giovanni in Venere a Trabocco Le Morge (13,1 km, 365 m D+, 470 m D-): si costeggia l’Adriatico, si attraversa la riserva della Lecceta e si arriva al trabocco.
  • Tappa 17 – da Trabocco Le Morge a Casalbordino (13,6 km, 368 m D+, 179 m D-): si segue la costa fino al Lido, poi si sale al Santuario della Madonna dei Miracoli e a Casalbordino.
  • Tappa 18 – da Casalbordino a Monteodorisio (15 km, 465 m D+, 353 m D-): si passa per Pollutri e il Sinello, salendo poi fino al santuario della Madonna delle Grazie.
  • Tappa 19 – da Monteodorisio a Lentella (14,8 km, 570 m D+, 498 m D-): si attraversa Cupello, si segue il fiume Treste e si sale fino a Lentella.
  • Tappa 20 – da Lentella a Montenero di Bisaccia (12,8 km, 333 m D+, 448 m D-): discesa verso il Trigno e risalita impegnativa fino al centro di Montenero.
  • Tappa 21 – da Montenero di Bisaccia a Guglionesi (15,9 km, 549 m D+, 445 m D-): si visita il santuario e la Grotta della Madonna di Bisaccia, poi si sale fino a Guglionesi.
  • Tappa 22 – da Guglionesi a Madonna Grande (17,9 km, 337 m D+, 630 m D-): discesa al Biferno, attraversamento di Portocannone e San Martino, fino al santuario di Nuova Cliternia.
  • Tappa 23 – da Madonna Grande a Serracapriola (19 km, 458 m D+, 270 m D-): si segue il Tratturo Magno fino al torrente Saccione, poi in salita fino a Serracapriola.
  • Tappa 24 – da Serracapriola a San Paolo di Civitate (15,5 km, 287 m D+, 368 m D-): discesa al Fortore e risalita all’altopiano di San Paolo di Civitate.
  • Tappa 25 – da San Paolo di Civitate a Apricena (via Apricena) (18,4 km, 122 m D+, 230 m D-): si oltrepassa la cappella della Madonna di Belmonte e si arriva attraversando campi coltivati.
  • Tappa 26 – da Apricena a Santa Maria di Stignano (16,2 km, 324 m D+, 131 m D-): si percorre la campagna fino alla stazione di San Marco in Lamis, poi si sale al santuario.
  • Tappa 25 – da San Paolo di Civitate a San Severo (via San Severo) (13,5 km, 98 m D+, 196 m D-): percorso pianeggiante tra campi coltivati fino al centro abitato di San Severo.
  • Tappa 26 – da San Severo a Santa Maria di Stignano (19,8 km, 320 m D+, 143 m D-): su ferrovia dismessa e poi in salita verso il santuario sul Gargano.
  • Tappa 27 – da Santa Maria di Stignano a San Matteo (11,9 km, 740 m D+, 298 m D-): salita sul promontorio tra eremi e romitori, discesa al convento di San Matteo.
  • Tappa 28 – da San Matteo a San Giovanni Rotondo (10 km, 464 m D+, 597 m D-): salita panoramica sul Gargano e discesa verso i santuari di Padre Pio.
  • Tappa 29 – da San Giovanni Rotondo a Monte Sant’Angelo (22,4 km, 690 m D+, 452 m D-): lunga salita verso la cima del Gargano, conclusione alla Grotta di San Michele Arcangelo.

I luoghi imperdibili

Il Cammino attraversa un territorio ricchissimo di storia, natura e spiritualità, offrendo al viandante una straordinaria varietà di luoghi di interesse. Si parte da L’Aquila, con la maestosa basilica di Santa Maria di Collemaggio, e si segue il corso del fiume Aterno tra necropoli italiche, come quella di Fossa, e resti archeologici come l’antica Peltuinum, città vestina poi romanizzata.

Si incontrano borghi medievali intatti come Bominaco, con il suo straordinario complesso benedettino, e Capestrano, dominato dal castello Piccolomini e celebre per il celebre Guerriero rinvenuto nelle sue necropoli. Il percorso costeggia il fiume Tirino, uno dei più limpidi d’Europa, e tocca luoghi sacri come l’abbazia di San Clemente a Casauria, gioiello del romanico abruzzese.

Entrando nel Parco Nazionale della Maiella, il paesaggio si fa montano e mistico: tra le faggete e i pascoli d’alta quota si trovano eremi rupestri come San Bartolomeo in Legio, Sant’Onofrio e San Giovanni all’Orfento, mete di meditazione per eremiti e santi. Le città di Guardiagrele, Lanciano e San Giovanni Rotondo arricchiscono il cammino con il loro patrimonio artistico e religioso, legato in particolare alla figura di Padre Pio.

Il cammino culmina a Monte Sant’Angelo, con il celebre santuario micaelico scavato nella roccia, punto di arrivo carico di suggestione per chi ha attraversato gli Appennini fino al promontorio del Gargano. Tra vestigia romane, santuari, abbazie e paesaggi naturali incontaminati, ogni tappa è un invito alla scoperta e alla contemplazione.

Cosa sapere prima di intraprendere il Cammino

Per affrontare il cammino in sicurezza e con consapevolezza, è utile conoscere in anticipo alcune indicazioni pratiche su equipaggiamento, gestione dell’acqua e logistica:

  • Il cammino presenta tratti pianeggianti e salite impegnative, in particolare nella zona della Maiella e del Gargano: è consigliata una buona preparazione fisica.
  • È utile suddividere le tappe in base alle proprie capacità e inserire eventuali giornate di riposo nei centri principali (es. L’Aquila, Caramanico, Lanciano, San Giovanni Rotondo).
  • L’equipaggiamento consigliato include: scarponcini da trekking, bastoncini, zaino leggero ed ergonomico, abbigliamento a strati, mantella antipioggia, cappello, occhiali da sole e crema solare.
  • È importante portare con sé la traccia GPS ufficiale del cammino. In alcune zone i segnali sono assenti o poco visibili; una mappa cartacea può essere utile in caso di necessità.
  • Portare almeno 1,5–2 litri d’acqua al giorno, soprattutto nelle tappe più isolate e in quota.
  • Le fonti d’acqua si trovano nei borghi attraversati (fontane pubbliche, bar, negozi), lungo il fiume Tirino, nel Parco della Maiella (es. Fonte Carlese) e in alcuni eremi.
  • Nei tratti più impegnativi (es. tra Santo Spirito a Maiella e Rifugio Di Marco), non ci sono punti di rifornimento: è essenziale partire ben equipaggiati.
  • Le strutture ricettive variano tra ostelli, B&B, rifugi e ospitalità religiosa. In alta stagione è consigliata la prenotazione, soprattutto nelle località più piccole.

I piatti tipici da gustare

Il cammino attraversa territori dall’identità gastronomica forte e variegata, dove le ricette della tradizione si intrecciano con la ruralità e la montagna. In Abruzzo, tra L’Aquila, la valle dell’Aterno e la Maiella, spiccano piatti come gli arrosticini di pecora, cotti alla brace e serviti con pane e olio, le sagne e ceci, pasta fatta a mano con legumi, e le pallotte cace e ove, polpette fritte a base di formaggio e uova in sugo di pomodoro.

Tra i primi piatti si distinguono anche i maccheroni alla chitarra, spesso conditi con sughi di carne d’agnello. Nei borghi della Maiella e del chietino si trovano minestre rustiche, formaggi a latte crudo, pane cotto con erbe spontanee e zuppe contadine. Avvicinandosi al Molise, il gusto si fa ancora più robusto: è qui che si incontra la ventricina, salume saporito e speziato, protagonista di panini e antipasti, e si riscoprono piatti come la pezzata (carne di pecora bollita con verdure), i cavatelli con sugo di carne e i dolci secchi come i mostaccioli.

Infine, nella parte garganica della Puglia, la cucina si apre a influenze mediterranee: orecchiette, panzerotti, verdure ripiene, latticini freschi come la ricotta forte o la burrata, fino ai profumi del mare che iniziano ad affacciarsi nei pressi del litorale. A ogni tappa, sapori semplici e intensi raccontano storie antiche, da assaporare con lentezza, proprio come il cammino.

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Salento low cost, le località più belle ed economiche per le vacanze estive in Puglia

Quando si pensa alle vacanze estive il Salento è senza dubbio una delle mete top che ci fa battere il cuore ma con l’aumento dei costi di voli e alloggi non è più una scelta così economica. E se invece ci fossero delle soluzioni? Il Salento low cost è perfetto per l’estate, basta allontanarsi dai borghi più battuti e optare per soluzioni leggermente nell’entroterra o semplicemente lontani dall’overtourism.

Il Salento low cost non è solo una meta, è un invito a scoprire la bellezza autentica, fatta di paesaggi incantati, borghi storici e calore genuino senza lusso ostentato, ma con un fascino che difficilmente scorderai. Quindi, ti invito a continuare la lettura per scoprire un Salento low cost ma indimenticabile. 

In Salento il vero lusso è l’essenza stessa dei luoghi: la semplicità del suo mare cristallino, i tramonti che dipingono il cielo, le piazze animate da sorrisi e musica. Qui il low cost non significa rinunciare, ma vivere con leggerezza, immergendoti in un’atmosfera che sa di casa. Scopriamo insieme dove andare per goderti un’estate salentina che non ti svuota il portafoglio, ti riempie di ricordi. 

Specchia

Specchia è uno di quei luoghi che sembrano usciti da un film d’autore, con i vicoli lastricati di pietra, i balconi fioriti e un silenzio ovattato che invita alla lentezza. Perfetto se stai cercando una vacanza estiva nel cuore del Salento tipico ed economica. Cosa ti regala Specchia? Panorami, serate folkloristiche e osterie sincere dove potrai degustare piatti tipici con pochi euro.

Le spiagge? Non essendo direttamente affacciato sul mare, questo borgo della Puglia dà modo di raggiungere i primi litorali in una ventina di minuti di guida. Tra le più belle vicine? Punta della Suina, Lido Marini e Pescoluse, quest’ultima è conosciuta con il soprannome di Maldive del Salento.

Ostuni

Ostuni ti sa accogliere con il suo candore abbagliante e le terrazze iconiche da cui osservare il mare in lontananza. Pur essendo una meta molto amata dai turisti, resta una meta che offre possibilità low cost inaspettate. Case in affitto nei vicoletti, aperitivi con vista a prezzi contenuti, spiagge libere nelle vicinanze dove basta un telo per sentirti in paradiso. Una scelta smart se cerchi il Salento d’estate senza spendere troppo

Tra le spiagge di Ostuni da non perdere c’è Torre Pozzella che con le sue calette selvagge ti conquisterà. Altra chicca? Pilone, dove sabbia fine e mare cristallino danno modo di godersi una vacanza a tutto relax in una delle zone di mare più belle d’Italia.

Il borgo di Ostuni

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Ostuni è tra le opportunità per una vacanza low cost in Salento

Acaya

Piccola, discreta e sorprendente, Acaya è una delle perle del Salento perfetta se ami l’arte, la storia e l’atmosfera intima. Camminare tra le sue mura rinascimentali è gratuito, ogni suo angolo racconta una storia antica. Il mare è a pochi minuti, le masserie intorno offrono soggiorni a prezzi competitivi, e il ritmo lento del luogo ti farà dimenticare la frenesia della quotidianità lavorativa.

Il fascino medievale di Acaya non ci allontana certo dal mare, bastano pochi minuti per arrivare a le Cesine, una delle riserve naturali più belle del Salento. Non mancano spiagge libere per chi cerca il mare più wild lontano dal caos e tenendo d’occhio il budget.

Galatina

Galatina è il tuffo perfetto nel barocco salentino ma anche nei sapori veri. Qui puoi perderti tra chiese decorate, portali antichi e laboratori di pasticciotti dove assaggiare il meglio a poco prezzo. Le piazze si trasformano in palcoscenici per eventi gratuiti, le trattorie servono piatti tipici a prezzi accessibili e l’atmosfera è quella dell’estate lenta e profonda. Ideale se cerchi il Salento low costo con un tocco di cultura.

Galatina ti conquista con le sue chiese barocche e i pasticciotti caldi… ma quando vuoi mare, in meno di mezz’ora puoi raggiungere Torre Lapillo, Porto Cesareo o Sant’Isidoro. Sono tutte spiagge perfette per chi cerca mare cristallino senza spendere troppo.

Nardò

Nardò, lo ripetiamo, è un gioiello dal cuore nobile ma dai prezzi popolari. Il suo centro storico è una meraviglia da esplorare e non costa nulla. Poco distante ci sono le spiagge di Santa Maria al Bagno e Porto Selvaggio: libere, scenografiche e perfette se vuoi goderti il mare del Salento d’estate senza pagare lettini o parcheggi dai prezzi esorbitanti. Non trovi sia un connubio perfetto tra cultura, relax e risparmio?

Nardò è uno dei borghi più “strategici” per chi ama il mare: bastano pochi minuti per arrivare a Santa Maria al Bagno, Santa Caterina o la spettacolare Portoselvaggio. Quest’ultima è una vera oasi naturale: una camminata tra i pini e poi… boom! Una baia turchese tutta per te. Nessun lido, solo natura e libertà. Ideale per chi vuole vivere il Salento autentico, con budget mini e meraviglia maxi.

Santa Cesarea Terme

Chi l’ha detto che le terme sono solo per i ricchi? A Santa Cesarea Terme puoi trovare trattamenti a prezzi accessibili e soprattutto goderti le calette rocciose e il mare trasparente senza spendere nulla. Più low cost di così… Le passeggiate lungo la costa sono incantevoli, i ristorantini tipici propongono piatti di pesce con menù turistici a prezzi davvero contenuti, e l’atmosfera? Beh quella è l’atmosfera tipica dell’estate salentina: rigenerante ed economica. 

Le spiagge vere e proprie sono pochissime, ma puoi stenderti sulle piattaforme in cemento (gratuite!) con vista sul blu, come a Bagno Marino Archi o sotto Villa Sticchi, simbolo liberty della città.

Santa Cesarea Terme in Puglia

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Santa Cesarea Terme è tra i borghi del Salento low cost

Castro di Lecce

Castro è una delle gemme del Salento orientale. Qui l’acqua è di un blu profondo, il borgo antico si affaccia su un panorama che toglie il fiato e il porticciolo è perfetto se cerchi vacanze estive in Salento low cost. Magari con una granita in mano e i piedi immersi in questo suo mare incredibile. Molte spiagge sono gratuite, i B&B familiari propongono offerte interessanti, e il fascino… il fascino è incluso.

 Il borgo antico è tutto da esplorare, ma la vera magia è giù, nel porto vecchio: piccolissimo, incantevole, con barche colorate e un mare trasparente che pare quello della Grecia. La Cala dell’Acquaviva, poco distante, è una piscina naturale scavata tra le rocce, accessibile gratuitamente e perfetta per chi ama nuotare in acque fresche e pulitissime.