Categorie
Catania Curiosità Etna panorami Reggio Calabria Sicilia Viaggi vulcani

Etna, tutte le leggende sul vulcano siciliano

L’Etna è un famoso complesso vulcanico siciliano ancora attivo, noto anche come Mongibello. Questo vulcano si trova sulla costa orientale dell’isola della Sicilia ed è uno dei vulcani più attivi del mondo, con un’altezza che supera addirittura i 3300 metri, che lo rende anche il più alto di tutto il continente europeo.

L’Etna, infatti, domina sulla vallata e sul golfo di Catania ed è visibile anche dalla città di Reggio Calabria e dai monti delle Madonie, che si trovano nella parte settentrionale della Sicilia. Il vulcano ha caratterizzato molto il paesaggio circostante, a causa del suo fuoco e della sua lava che hanno modificato continuamente il paesaggio, anche negli ultimi anni, creando non poche preoccupazioni nella popolazione vicina.

Le sue eruzioni, spesso spettacolari, hanno catturato l’immaginazione di molte persone, sin dai tempi antichi, e ciò ha portato alla nascita di numerose leggende legate alla sua grandezza ed alla sua enorme potenza. Tutto ciò ha reso l’Etna un simbolo culturale e mitologico conosciuto in tutto il mondo.

Ma quali sono le leggende legate al vulcano siciliano? Ce ne sono diverse: di epoca greca e romana, ma anche legate alla religione cristiana e alle tradizioni popolari siciliane.

La mitologia greca e l’Etna

Il dio del fuoco Efesto e la sua fucina

Una delle leggende più antiche legate all’Etna deriva dalla mitologia greca e riguarda storie legate al dio del fuoco e della metallurgia Efesto. Secondo questa leggenda, Efesto era noto per la sua abilità nel creare armi ed armature per gli dei dell’Olimpo e, secondo i greci, si diceva che la lava ed il fuoco che scaturivano, appunto, dall’Etna fossero una conseguenza dell’incessante lavoro di questo deo dell’Olimpo antico e della sua fucina sotterranea.

Tifone, il gigante ribelle a cento teste

Sempre nell’antica Grecia, si racconta di questo mostruoso gigante, dotato di cento teste di drago, chiamato Tifone. Questo essere, secondo questa leggende, venne sconfitto da Zeus ed imprigionato sotto il vulcano Etna. Proprio per questo, a causa di continui tentativi di liberarsi dalla prigione sotterranea, Tifone causò continui terremoti ed eruzioni vulcaniche.

Vista dalla città di Taormina dell'Etna innevato, con in primo piano le antiche rovine risalenti all'epoca degli Antichi Greci

Fonte: iStock

Vista dell’Etna dalle rovine greche della città di Taormina

Le leggende degli antichi romani

Anche in epoca romana nacquero delle leggende sul vulcano siciliano Etna, storie che non si discostano molto dalle loro versioni greche.

Encelado, uno dei titani ribelli sepolto sotto l’Etna

Una di queste leggende dell’epoca romana riguarda Encelado, ovvero uno dei titani che si ribellò contro gli dei dell’Olimpo. Un essere spaventoso, che possedeva mani enormi, una barba folta ed incolta, come pure le sopracciglia, e che al posto delle gambe aveva due squamose code di serpente. Questo spaventoso essere, dopo aver subito una sconfitta da Zeus, venne sepolto sotto l’Etna. I Romani credevano che i movimenti e le eruzioni del vulcano fossero causati dai tentativi di Encelado di liberarsi, come i greci pensavano che Tifone fosse la causa degli stessi avvenimenti.

La fucina di Vulcano e dei suoi ciclopi

Per il popolo romano, il vulcano siciliano era anche considerato come la fucina di Vulcano, considerato, come Efesto, il dio del fuoco. Come per i greci, anche in questo caso le eruzioni vulcaniche erano viste come il fumo e le scintille provenienti dalla fucina divina, dove Vulcano ed i ciclopi, ovvero i suoi aiutanti, forgiavano le armi sacre per gli dei.

Le leggende cristiane del Mongibello

Sono altre e diverse le leggende, invece, che provengono dal mondo cristiano. Infatti, con l’avvento del Cristianesimo, le leggende sul vulcano siciliano si trasformarono ed alle stesse vennero aggiunti elementi riconducenti alla religione.

La patrona della città di Catania: Sant’Agata

Una delle leggende più conosciute sarebbe quella legata a Sant’Agata, che è la patrona della città di Catania, che sorge proprio alle pendici dell’Etna. Si racconta che in passato ci fu un’eruzione molto violenta, che portò i cittadini catanesi a muoversi in massa verso il vulcano portando in processione il sacro velo di Sant’Agata, per chiedere ed implorando un suo intervento per fermare l’imminente catastrofe. Dopo questo gesto, l’eruzione si fermò, salvando così la vita alla popolazione siciliana e alla città di Catania. Da allora, la patrona Sant’Agata viene venerata come protettrice contro le eruzioni vulcaniche dell’Etna.

San Giorgio contro il drago Tifone

Quest’altra leggenda, invece, riporta all’antica Grecia. Si tratta nuovamente di Tifone, il dio ribelle che si mostrò ostile al volere degli dei grechi. Infatti, secondo il racconto di quest’epoca, San Giorgio avrebbe sconfitto un drago, spesso identificato con il nome di Tifone, che tentò di scappare alla prigionia sotto l’Etna, scatenando le eruzioni del vulcano e mettendo in pericolo la popolazione circostante.

Eruzione vulcanica dell'Etna, durante la quale è visibile anche la lava che fuoriesce dal cratere

Fonte: iStock

Eruzione dell’Etna, Sicilia

Le leggende popolari siciliane e dei popoli del nord

Nel corso dei secoli, storie e leggende relative a questo vulcano siciliano, hanno subito delle modifiche, con interferenze religiose e culturali. Sono nate sia leggende del popolo siciliano, ma anche da popolazioni del nord Europa.

La montagna e la luna e la sposa dell’Etna

La prima leggenda di stampo popolare siciliana, se così si può definire, è una delle più affascinanti. In questa leggenda si racconta come l’Etna fosse innamorato della luna e che ogni notte cercasse di raggiungerla, sfruttando il suo fuoco e le sue fiamme. Allora, la luna, commossa dall’amore della montagna, ovvero l’Etna, brillava sempre più luminosa, creando così uno spettacolo unico.

Questa leggenda riflette il fascino romantico che l’Etna riesce ad esercitare sugli abitanti della regione. Proprio da qui nasce un’altra leggenda popolare, ovvero la storia di una giovane donna, promessa sposa di un uomo considerato malvagio, la quale preferì gettarsi nell’Etna piuttosto che sposarlo. Da quel giorno, ogni volta che il vulcano siciliano erutta, si dice che ad uscire dal cratere siano le lacrime di questa sposa infelice.

Il mondo dei morti e la Regina Elisabetta I

Infine, una leggenda proveniente dai territori del Nord Europa e che riguarda un personaggio molto famoso della storia inglese: la Regina Elisabetta I. Questa leggenda, infatti, racconta che l’anima errante della Regina riposi nell’Etna, che era riconosciuto anche come il mondo dei morti, a causa di un patto che essa fece con il diavolo, in cambio del trono d’Inghilterra.

Come si è visto, l’Etna è ed è stato fonte inesauribile di leggende popolari e che hanno accompagnato le diverse popolazioni che hanno abitato la Sicilia. Queste leggende arricchiscono la cultura e la storia della Sicilia, ed aprono una finestra sul come gli esseri umani cerchino di comprendere, in qualsiasi modo, la forza di questo vulcano siciliano, il più attivo del pianeta terra.

Allo stesso tempo, queste leggende ne arricchiscono anche il fascino. Per chi visita l’Etna, il fatto di conoscere queste leggende, renderà l’esperienza ancora più profonda e significativa, ammirando probabilmente con occhi diversi una delle più belle meraviglie naturali della regione Sicilia e di tutto il territorio italiano.

Categorie
Catania Etna Idee di Viaggio patrimonio dell'umanità Sicilia Viaggi viaggiare vulcani

Luoghi da visitare in Sicilia partendo dall’aeroporto di Catania

La Sicilia è tutta da amare. Visitarla in una sola volta è impossibile, perché merita di essere esplorata a passo lento, assaporandone ogni sfumatura culturale, architettonica e paesaggistica. Se il prossimo viaggio nella Perla del Mediterraneo prevede di atterrare all’aeroporto Vincenzo Bellini di Catania-Fontanarossa, potete scegliere di rimanere nella splendida città ai piedi dell’Etna godendo del suo centro storico barocco dichiarato Patrimonio dell’Umanità dall’Unesco, oppure potete decidere di spostarvi in una delle splendide località turistiche della Sicilia orientale che sorgono nei suoi dintorni.

Ecco alcuni consigli per visitare borghi storici, litorali incontaminati e paesaggi meravigliosi a pochi chilometri e facilmente raggiungibili da Catania.

Tappe da visitare a nord di Catania

Partendo dall’aeroporto di Catania, sono diverse le perle siciliane da visitare a poca distanza. Viaggiando verso nord, esploriamo alcune tappe alla scoperta della splendida costa che giunge fino a Taormina: Aci Castello, Aci Trezza, Acireale e Zafferana Etnea.

Taormina e le Gole dell’Alcantara

Taormina dista poco più di 60 chilometri da Catania ed è una delle città più amate dai turisti di tutto il mondo. La sua posizione, a circa 250 metri a strapiombo sul mare, la rende ancora più ricca di fascino e attrattiva. I bellissimi giardini pubblici della villa comunale sono il polmone verde della città ma anche un luogo dove ristorarsi lasciandosi inebriare dal profumo dolce di magnolie e bouganville.

Il Duomo, risalente al XIII secolo, è imponente e maestoso e contiene opere di grande valore artistico che vanno dal periodo bizantino a quello rinascimentale. È il Teatro Greco il monumento più rappresentativo di Taormina: chiamato anche Teatro Antico, venne costruito dai greci intorno al III secolo a.C., dopo la realizzazione del teatro di Siracusa, ed è la seconda struttura teatrale più grande della Sicilia.

Taormina vista dal Teatro Greco antico, in Sicilia

Fonte: iStock

Taormina vista dal Teatro Greco

Dopo una visita al centro storico di Taormina, gli amanti della natura non possono lasciarsi scappare le Gole dell’Alcantara, a poco più di 20 chilometri verso l’entroterra. Un luogo incredibile e meraviglioso, caratterizzato da gole naturali di basalto scavate dallo scorrere incessante delle acque pure e cristalline del fiume Alcantara. Le pareti raggiungono un’altezza di 25 metri e la loro particolarità è la forma bizzarra che hanno assunto nel corso dei millenni, grazie alla lava incandescente che, a contatto con l’acqua, ha dato vita a pareti dalle geometrie spettacolari.

Le Gole di Alcantara, da visitare nei dintorni di Taormina

Fonte: iStock

Gole di Alcantara

Aci Castello e Aci Trezza

Prima di raggiungere Taormina, meritano sicuramente una visita le cittadine marinare di Aci Castello e di Aci Trezza, rispettivamente a 18 km e a 20 km dall’aeroporto di Catania. Affacciate sulla splendida costa assolata bagnata dal mar Ionio, le due località sono affascinanti tesori ricchi di storia e bellezze naturali e architettoniche. Ad accomunarle è lo spettacolo delle Isole Ciclopi, luogo che ha fatto da sfondo al capolavoro intramontabile “I Malavoglia” di Giovanni Verga: grandi strutture geologiche caratterizzate da migliaia di pilastri naturali di lava solidificata che emergono dalle acque del mare, formatesi più di un milione e mezzo di anni fa. Oggi quest’area è protetta all’interno della Riserva integrale Isola di Lachea e Faraglioni dei Ciclopi.

Alba sulle Isole dei ciclopi, di fronte ad Aci Trezza, in Sicilia

Fonte: iStock

Alba sulle Isole dei ciclopi, Aci Trezza

Dopo una passeggiata sul lungomare, sul quale si affacciano le antiche casette dei pescatori, ci si addentra nel cuore pulsante dei borghi. Da visitare è il Castello Normanno di Aci Castello, oggi sede del museo civico della città, e dal quale prende il nome. Dal castello, il panorama che si stende davanti alla vista è qualcosa di unico e meraviglioso. Ad Aci Trezza è il Museo Casa del Nespolo di Aci Trezza a raccontare la storia della cittadina, fatta di tradizioni tramandate nei secoli. Non può mancare anche una degustazione della gastronomia locale, che unisce gli ingredienti del mare a quelli della cucina siciliana, in un esplosione di sapori indimenticabile.

Acireale

Seguendo la costa verso nord, la prossima tappa è Acireale, a soli 6 km di distanza da Aci Trezza. Un tesoro barocco che unisce lo splendore del mare, con la Riserva Naturale de La Timpa che offre un mare limpido e spiagge rocciose in cui poter fare il bagno, e il fascino della cultura del luogo tramite le architetture che ne testimoniano la storia millenaria.

Sulle sue strade sono molteplici i palazzi nobiliari e le chiese antiche che vi si affacciano, regalando scorci di rara bellezza. Da visitare sono la Cattedrale di Maria Santissima Annunziata, risalente al XVI secolo, e le antiche terme romane. Acireale è celebre anche per il suo Carnevale, tra i più suggestivi d’Italia.

Zafferana Etnea

A 600 metri sul livello del mare, sorge Zafferana Etnea: posizionato ai piedi delle pendici orientali dell’Etna e a 15 km da Acireale, questo splendido borgo ha un patrimonio culturale, storico e paesaggistico che richiama numerosi turisti durante tutto l’anno. Qui si possono percorrere i diversi sentieri escursionistici che risalgono i pendii, oppure ammirare antiche chiese e palazzi storici, i sorvegliati speciali del vulcano attivo più alto d’Europa. Da non perdere sono i giardini con la fontana e la chiesa di Santa Maria della Provvidenza, proprio nel centro storico nel quale si svolge uno degli eventi più importanti della zona: l’Ottobrata, una festa che celebra i prodotti tipici locali, tra i quali il miele.

Vista da Zafferana Etnea, in Sicilia

Fonte: iStock

Vista sull’Etna da Zafferana Etnea

Tappe da visitare a sud di Catania

Partendo sempre dall’aeroporto Vincenzo Bellini di Catania-Fontanarossa, ci spostiamo in direzione sud, verso stupendi borghi affacciati a un mare limpido e cristallino in cui tuffarsi. Ecco alcuni suggerimenti per visitare Augusta, Siracusa, Vizzini e Caltagirone.

Augusta

A poco più di 40 chilometri a sud dell’aeroporto di Catania sorge Augusta, un gioiello nascosto affacciato sullo Ionio con una storia millenaria da raccontare. Famosa per il suo porto, tra i più importanti della zona, è dominata dal Castello Svevo, una fortezza medievale, e custodisce la Chiesa Madre, importante testimonianza dell’architettura barocca siciliana. Dopo una visita al centro storico, non può mancare una pausa al mare sulle sue spiagge rocciose, come lo Sbarcatore dei Turchi, alternate a suggestive grotte scavate dall’acqua.

Siracusa

Siracusa è un’altra delle splendide località della costa orientale della Sicilia. Situata poco più a sud rispetto ad Augusta, la città è conosciuta per gli edifici barocchi del centro e per Ortigia, la parte della città costruita su un isolotto collegato con la terraferma. Anche qui è facile perdersi nel labirinto di viuzze, tra palazzi nobiliari e monumenti storici. 

Da appuntare per una visita il Parco Archeologico Neapolis: 240.000 mq di area che custodisce testimonianze antichissime, risalenti all’età protostorica, tardoantica e bizantina. Da non perdere anche il teatro greco e il curioso Orecchio di Dionisio, una grotta di origine calcarea che assume la forma di orecchio: in questo antro naturale il gioco dell’eco è impressionante, arrivando ad amplificare i suoni fino a 16 volte.

Un altro consiglio è quello di passeggiare lungo le viuzze che si snodano lungo la Giudecca, il quartiere ebraico della città. Da non perdere anche il castello Eurialo e la speciale fonte di Aretusa (sull’isola di Ortigia): questo è l’unico luogo in Europa in cui crescono ancora spontaneamente i papiri.

Siracusa e la sua isola di Ortigia, con il centro storico e il mare turchese

Fonte: iStock

Siracusa e l’isola di Ortigia

Vizzini e Caltagirone

Spostandoci verso l’entroterra si raggiungono Vizzini e Caltagirone. A circa 50 km a sud rispetto all’aeroporto di Catania sorge il borgo di Vizzini, raggiungibile in auto in circa 30 minuti. Strette viuzze si snodano tra antiche case in pietra e storiche testimonianze di un passato culturale e artistico di estrema importanza. Meritano una visita la Chiesa di San Giovanni Battista, esempio dell’architettura barocca siciliana, e la Chiesa Madre, che custodisce alcune opere d’arte di grande valore. Per un tuffo nella vita del celebre scrittore siciliano Giovanni Verga, si può visitare il Museo dell’Immaginario Verghiano.

E poi c’è Caltagirone, con le sue botteghe artigiane di maestri ceramisti, di cui sono piene le viuzze del centro, abbellite dalle colorate piastrelle di produzione locale. Famosa la scalinata di Santa Maria del Monte, con i suoi 142 gradini colorati, tra le più spettacolari del mondo.

Ma Caltagirone non è solo la patria della ceramica. I suoi monumenti e le chiese sono testimonianza di diverse epoche storiche che ne hanno modificato le architetture. Da visitare la Chiesa di San Francesco d’Assisi, con il suo meraviglioso chiostro.

Caltagirone e la celebre scalinata con le ceramiche, in Sicilia

Fonte: iStock

Scalinata di Santa Maria del Monte, Caltagirone

Tappe da visitare nell’entroterra di Catania, tra la città e l’Etna

Visitare la Sicilia dell’entroterra è un viaggio meraviglioso alla scoperta di tradizioni, storie antiche e paesaggi naturali incontaminati. Dall’aeroporto di Catania ci allontaniamo allora dal mare verso l’interno, immergendoci nella campagna punteggiata da splendidi borghi e cittadine custodi di un patrimonio di immenso valore. Ecco allora alcuni suggerimenti per fare tappa a Motta Sant’Anastasia, Belpasso, Sperlinga e Bronte.

Motta Sant’Anastasia

Un gioiello nascosto tutto da esplorare è Motta Sant’Anastasia. Sono solo 16 i chilometri che la dividono dal terminal aeroportuale di Catania e una tappa qui vale assolutamente il viaggio. Immerso nella natura, questo borgo racconta la storia di un passato culturale e artistico importante grazie al suo Castello Normanno, antica fortezza che domina l’area e dalla quale si gode di un panorama incantevole sui dintorni caratterizzati dal caratteristico basalto nero.

L’essenza di Motta Sant’Anastasia si esprime anche nelle tradizioni e nelle feste popolari che tutt’oggi animano la popolazione. La più celebre è la Festa di Sant’Anastasia, un evento colorato e vivace che riunisce tutta la comunità che abita queste terre.

Belpasso

Il viaggio prosegue con una tappa a Belpasso, una località che brilla di luce propria alle pendici dell’Etna, ricostruita dai suoi abitanti e risorta dalle proprie ceneri più volte a seguito di alcune devastazioni causate dal vulcano e dai terremoti, avvenute nel corso dei secoli.

Abbarbicata sulle pendici del vulcano, la cittadina viene comunemente chiamata anche la “Scacchiera dell’Etna” per via del suo schema urbanistico con strade e incroci che, dall’alto, s’intersecano ricordando proprio una scacchiera. Tra le vie del centro storico, meritano una visita la Chiesa Madre, il convento e la Chiesa di Sant’Antonio da Padova, esempi di barocco siciliano, e Palazzo Scrofani, caratterizzato da elementi barocchi alternati alla pietra lavica.

Sperlinga

Proseguendo il viaggio verso l’entroterra siciliano, dopo circa 90 km di viaggio si raggiunge Sperlinga, una cittadina incastonata nel paesaggio delle Madonie, in provincia di Enna. La visita a questa località merita sicuramente in viaggio da Catania per via del suo splendido castello, dalla struttura particolare: è scavato nella roccia e composto da un labirinto di grotte e tunnel che si snodano per diversi chilometri. Raggiungendo la fortezza tramite i vicoli che attraversano il caratteristico centro storico, si apre un panorama che toglie il fiato sulle colline ricoperte da distese di vigneti e ulivi.

Sperlinga e il suo castello costruito nella roccia, in Sicilia

Fonte: iStock

Sperlinga e il suo castello

Bronte

Il viaggio nell’entroterra siciliano nei dintorni di Catania non può non contemplare anche una tappa a Bronte, la patria del pistacchio conosciuta in tutto il mondo. Sorge alle pendici dell’Etna su dolci colline che vedono la produzione del cosiddetto “oro verde”, tra i pistacchi più buoni del mondo. Ma Bronte non riserva ai propri visitatori soltanto la storia e la cultura culinaria legata ai pistacchi. Il patrimonio culturale custodito in questo borgo comprende anche il Castello di Nelson, struttura del XIV secolo che oggi ospita un museo, e la Chiesa di Santa Maria.

 

Categorie
Etna Notizie Viaggi vulcani

Etna e Stromboli: lo streaming in diretta sulle terre di fuoco

Da una parte lo storico e instancabile vulcano attivo da migliaia di anni, dall’altra il gigante buono, quello diventato il simbolo di una regione intera: stiamo parlando dell’Etna e dello Stromboli, i due vulcani siciliani che da oggi entrano direttamente nelle case dei cittadini di tutto il mondo.

Etna e Stromboli: la visione dei vulcani in diretta streaming

L’Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia (INGV), ha da poco realizzato i canali tv dei due vulcani siciliani dai quali è possibile ammirare i due giganti e le loro attività. Grazie alle telecamere di sorveglianza che sono state installate rispettivamente sull’Etna e sulle Isole Eolie, l’accesso alla visione dei due vulcani ora è stata garantita a tutti.

Attraverso un servizio in video streaming, sul portale l’Osservatorio Etneo dell’INGV, sarà possibile guardare in diretta tutto ciò che succede sia sull’Etna che sulle isole eoliche attraverso riprese ambientali e termiche che arrivano direttamente dalle telecamere installate nelle località La Montagnola, Nicolosi e Monte Cagliato.

Stromboli

Stromboli

Una sorta di finestra aperta su questi due vulcani che, seppur spaventosi, da sempre sono celebrati alla stregua di un tesoro prezioso, simboli dell’identità territoriale riconosciuta in tutto il mondo.

I vulcani spaventosi che non fanno paura

I due vulcani in questione sono ancora attivi, un motivo questo per renderli temutissimi. Eppure sono migliaia i visitatori provenienti da tutto il mondo che raggiungono queste terre del fuoco per ammirare questi due giganti, gli stessi che sono celebrati dalle popolazioni siciliane.

Il motivo è perché, nonostante le eruzioni e le allerte, un po’ ci si sente al sicuro al cospetto di questi giganti buoni che dopo aver fatto rumore, tornano silenti a definire l’intero paesaggio con la loro bellezza.

Etna: il gigante buono

Parlare della Sicilia vuol dire necessariamente parlare anche di lui, della sua maestosa bellezza, del cuore ardente che pulsa da secoli, ma che non fa male a nessuno. L’Etna è il gigante buono della Sicilia. È passionale e verace, è scenografico quando accende il paesaggio circostante con il manto di fuoco che sgorga dal cratere. Ma è anche spaventoso, quando la magia della visione lascia spazio al rumore, alla cenere e ai lapilli. Eppure non fa paura. Eppure l’Etna, il vulcano attivo più alto d’Europa, continua a restare impresso nell’immaginario collettivo come un gigante dal cuore vivo e buono.

Etna

Etna

Stromboli: il fascino delle leggende antiche

160.000 anni e non sentirli: l’età anagrafica dello Stromboli e le numerose leggende che ruotano al suo cospetto, non hanno fatto altro che creare un’allure sempre più leggendaria attorno a uno dei vulcani al mondo che registra un’intensa e ininterrotta attività.

Eppure qui, secondo le leggende antiche, Eolo aveva costruito proprio la sua dimora. Sempre qui il dio dei venti, dal quale l’arcipelago siciliano prende il nome, poteva prevedere il tempo solo attraverso l’osservazione delle nubi di vapore che emanava il vulcano. Non una magia, s’intende, dato che la forma di queste è condizionata dalla pressione atmosferica dalla quale è condizionata.

Così eccola Stromboli, il Faro del mediterraneo, l’isola dal quale era possibile ammirare uno spettacolo maestoso e suggestivo, e a tratti spaventoso, quello dell’eruzione, anche a lunghe distanze. Di tempi ne sono passati dalla sua nascita eppure nuove storie, miti e leggende si sono sovrapposte affascinando cittadini e viaggiatori provenienti da tutto il mondo. Fa paura? Certo, eppure il suo fascino non cessa di esistere.

Stromboli, eruzione

Stromboli, eruzione 1 agosto 2019