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Il Buthan è pronto a costruire la futura città della consapevolezza

Il Bhutan, il piccolo regno dell’Himalaya celebre per aver introdotto il concetto di Felicità Nazionale Lorda (Gross National Happiness, GNH), è pronto a compiere un nuovo passo verso lo sviluppo sostenibile. Lunedì 18 novembre 2024, il governo lancerà un’emissione di obbligazioni da 100 milioni di dollari per finanziare la costruzione della Gelephu Mindfulness City (GMC), una “città della consapevolezza” progettata per promuovere valori buddisti e principi di sostenibilità.

Un polo di connessione economica e spirituale

La GMC sorgerà in una regione amministrativa speciale al confine con l’India, dotata di leggi autonome per favorire un corridoio economico tra l’Asia meridionale e il Sud-est asiatico. La città, che si estenderà su un’area di oltre 2.500 km² (circa un sesto della superficie totale del Bhutan) offrirà spazio a settori strategici come finanza, turismo, energia verde, tecnologia, sanità e istruzione.

Tra le sue peculiarità, la GMC prevede spazi verdi per la meditazione, infrastrutture per il cammino e la bicicletta, centri di benessere ed ecoturismo. Un esempio ambizioso di urbanizzazione che intende integrare la spiritualità buddista con i principi della tutela dell’ambiente.

Il progetto sarà inizialmente finanziato dal Nation Building Bond, un’obbligazione decennale aperta ai bhutanesi residenti all’estero fino al 17 dicembre 2024. I fondi saranno utilizzati per costruire le prime infrastrutture, garantire energia verde e migliorare la connettività. Secondo Lotay Tshering, governatore della GMC ed ex primo ministro, l’iniziativa potrebbe trasformare il panorama economico del Bhutan, promuovendo un futuro prospero e resiliente.

L’immagine di un Bhutan resiliente

Con meno di 800.000 abitanti e incastonato tra i giganti India e Cina, il Bhutan fatica a diversificare la propria economia da 3 miliardi di dollari, ancora fortemente dipendente da aiuti esterni, turismo e idroelettrico. La pandemia di Covid-19 ha accentuato tali difficoltà, aggravando il problema della disoccupazione, che nel 2022 ha raggiunto il 30% tra i giovani. Uno scenario che ha alimentato un esodo di lavoratori, molti dei quali hanno trovato opportunità in Australia.

La GMC mira a invertire questa tendenza attirando investimenti, sviluppando competenze locali e creando posti di lavoro. Una volta completata, la città potrebbe ospitare oltre un milione di persone e diventare un modello di urbanizzazione sostenibile.

La costruzione della Gelephu Mindfulness City si articolerà in diverse fasi e richiederà circa 21 anni per essere portata a termine. Tra le infrastrutture previste vi sono strade, ponti, un aeroporto, scuole, ospedali e abitazioni, tutte progettate con un’attenzione particolare alla sostenibilità. Nei primi 7-10 anni, le autorità prevedono che la città accoglierà circa 150.000 residenti.

Una visione ispirata dal buddismo

La visione della GMC nasce da un’idea del re Jigme Khesar Namgyal Wangchuck e si fonda sui principi del GNH. “La consapevolezza è al centro della nostra città basata sui valori e si allinea con l’etica e l’identità della nostra nazione“, ha dichiarato Rabsel Dorji, un alto funzionario del progetto. Secondo il sito web ufficiale della città, l’iniziativa combina tradizione buddista, architettura eco-compatibile e una visione moderna di benessere e felicità collettiva.

Sfide e prospettive future

Nonostante le ambizioni, il progetto non è privo di sfide. La connettività internazionale rappresenta un ostacolo notevole per un Paese senza sbocchi sul mare come il Bhutan. L’esperto nepalese Surya Raj Acharya sottolinea che il successo della GMC dipenderà anche dalla capacità dell’India, il principale partner commerciale del Bhutan, di migliorare le proprie infrastrutture logistiche. “Dovrebbe essere attraente anche per gli investitori internazionali, ma questi aspetti non sono sotto il controllo diretto del Bhutan“, ha osservato Acharya.

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Perché un viaggio in questo Paese può renderti davvero felice

Se dovessimo misurare la felicità con i parametri utilizzati dalla cultura occidentale, probabilmente, non prenderemmo mai in considerazione l’idea di lasciarci ispirare in termini di stile di vita da quel piccolo stato montuoso dell’Asia che Lonely Planet ha scelto come uno dei posti migliori da visitare nel mondo nel 2020.

Sì perché il Bhutan, nella classifica mondiale del Prodotto interno lordo, risulta uno dei paesi più poveri del nostro globo. Eppure – nonostante questo – è anche il più felice. Non sono i soldi, qui, a scandire la quotidianità delle persone, ma è un altro parametro ancora più importante. Si tratta della FIL, Felicità Interna Lorda, l’indice che viene misurato tenendo in considerazione la salute, il benessere e le relazioni sociali della comunità e che si traduce in una vita semplice, fatta di cose genuine, proprio quelle dietro le quali è nascosta la felicità.

Gli uomini e le donne più felici del mondo sono qui

Il Bhutan è il Paese più felice al mondo. È quello fatto di ritmi lenti, di poco stress e di rispetto e condivisione. Quello in cui, girando per le strade, si vedono le auto ma non si sentono i rumori assordanti dei clacson. Dove le mucche camminano al fianco della carreggiata insieme ai cani e altri animali che vivono in libertà.

Gangtey Valley, Bhutan

Gangtey Valley, Bhutan

Sono le famiglie a prendersi cura di loro, lasciando il cibo per le strade affinché loro si nutrano. E non c’è caos né disordine in questo microcosmo dove natura, uomini e felicità si incontrano e si fondono annullando tutti i confini.

Si riuniscono tra le strade e si incontrano durante le feste nazionali o in occasione delle partite di calcio anche se sono ultimi nelle classifiche mondiali. A loro non interessa vincere, quanto più assaporare il valore più autentico delle competizioni e del gioco di squadra.

E in quei templi suggestivi incastonati tra le vette delle montagne, i villaggi rurali e i mercati locali appaiono i falli. Sono situati sulle pareti dei muri e dei negozi, nei dipinti murali. Ma non la loro presenza non ha nulla a che fare con la pornografia o con i richiami sessuali, si tratta di un simbolo sacro che serve a scacciare gli spiriti maligni, un simbolo nazionale contro il male.

Ed è proprio in tutte queste meraviglie, così diverse e distanti dalla nostra cultura, che il Bhutan si è conquistato il nome di Paese più felice nel mondo. Tutto è successo quando, più di due ventenni fa, il Re Jigme Dorji Wangchuck decise di abbandonare i parametri del PIL e adottare quelli del FIL. La felicità dei cittadini doveva essere messa al primo posto e così è stato fatto.

Lo stesso modo in cui viene trattato il turismo internazionale – con tanto di tariffa turistica giornaliera – fa parte di questo stile di vita, di questa personale filosofia della città. Un viaggio in questo Paese equivale a un’esperienza di alto valore in grado di segnare per sempre la vita dei viaggiatori, ma al contempo di garantire un basso impatto sulla quotidianità del Paese e della vita dei suoi abitanti.

Taktshang Monastery

Taktshang Monastery

Cosa aspettarti dal Paese della felicità

Un viaggio in Bhutan significa così tante cose che poterle descrivere tutte è quasi in possibile. L’intero territorio è impregnato dal Buddismo, pensate che questo è l’unico Paese al mondo ad aver mantenuto il Buddismo mahāyāna come religione ufficiale. Una scelta, questa, evidente in ogni aspetto della loro vita, nel rispetto nei confronti di tutte le creature viventi.

Un viaggio in Bhutan non è solo un’esperienza, ma un vero e proprio privilegio che ci allontana da tutte le convinzioni che riguardano la cultura occidentale. Ci permette di toccare con mano un mondo antico preservato da una cultura estremamente all’avanguardia, di osservare i suggestivi panorami del territorio e di entrare nel vivo delle tradizioni buddiste. Di imparare a vivere secondo altri ritmi, quelli che seguono le regole della felicità.

Punakha Dzong

Punakha Dzong