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Tevere Day 2024 festeggia il fiume di Roma nuovo patrimonio Unesco

Roma si prepara a celebrare un traguardo di grande prestigio per il suo fiume. In occasione della sesta edizione del Tevere Day, in programma dal 7 al 13 ottobre 2024, è stato annunciato l’inserimento del tratto del fiume che attraversa il centro storico della capitale tra i beni tutelati dall’Unesco. Un riconoscimento significativo per l’associazione Tevere Day, che da anni si impegna per il rilancio e la valorizzazione del fiume, promuovendo iniziative che coinvolgono l’intera città.

Un evento di punta per Roma

Ormai entrato nel calendario dei grandi eventi della capitale, il Tevere Day è una manifestazione di punta per Roma, capace di unire il divertimento e la riflessione sul futuro del principale corso d’acqua cittadino. Organizzata con il contributo di Roma Capitale e parte del programma dell’Estate Romana 2024, la sesta edizione si svolgerà lungo 84 chilometri di sponde del Tevere, coinvolgendo numerosi quartieri della città e località limitrofe come Ostia e Fiumicino.

Circa 140 eventi diffusi animeranno le rive del fiume, con punti focali situati al Lungotevere degli Anguillara, al Ponte della Musica e a Scalo de Pinedo. Il Tevere Day non sarà limitato solo alla città di Roma, ma si estenderà anche ai parchi naturali di Nazzano Tevere Farfa, Ostia Antica e Fiumicino con i Porti Imperiali, regalando ai partecipanti un’immersione nelle bellezze naturali e storiche del territorio.

Il riconoscimento Unesco

“A rendere ancora più significativa questa edizione, inoltre, è il nuovo ruolo del fiume Tevere che, per il tratto che attraversa il centro storico della capitale, verrà riconosciuto quale patrimonio Unesco,” ha dichiarato Sabrina Alfonsi, Assessora all’Agricoltura, Ambiente e Ciclo dei rifiuti di Roma Capitale, durante la conferenza stampa di presentazione del Tevere Day 2024, ufficializzando il riconoscimento del fiume tra i beni tutelati dall’Unesco, non solo per la sua valenza storica, ma anche per il suo valore ambientale e culturale. Un risultato importante, che sarà celebrato e approfondito nel corso di un convegno dal titolo “Tevere patrimonio del mondo”, in programma l’8 ottobre all’Ara Pacis.

Alessandro Onorato, Assessore ai Grandi Eventi, Sport, Turismo e Moda di Roma Capitale, ha sottolineato l’importanza del fiume come elemento unificante della città: “Il Tevere è il filo conduttore che lega le ricchezze di Roma, dal Circo Massimo a Ostia Antica. Organizzare giornate per valorizzarlo è un’idea vincente, e continueremo a sostenerla in futuro”.

Tevere Day

Fonte: Ufficio Stampa Tevere Day

Battello sul fiume, Tevere Day, Roma

Un programma per tutte le età

Il Tevere Day 2024 vuole essere una festa per tutti, con eventi e attività pensate per ogni fascia d’età. Tra le attività previste, spiccano escursioni in bicicletta, aperitivi in barca sotto i ponti del fiume, sport all’aria aperta come canoa, canottaggio, pesca e scherma. I più giovani potranno partecipare a lezioni di skateboard e roller, mentre le famiglie avranno l’opportunità di godere delle numerose iniziative sportive e culturali, tra cui visite guidate alle mostre e tour storici lungo le sponde del fiume.

A partire dal 7 ottobre, si inizierà a celebrare il fiume con gli incontri “Parliamo di Tevere” all’interno dei luoghi della cultura della città, tra librerie, biblioteche e musei, in cui saranno invitati scrittori, esperti e personaggi che parleranno del Tevere, raccontando storie, aneddoti, progetti e nuove iniziative legate al suo recupero e alla sua valorizzazione.

Per i più piccoli, saranno organizzati laboratori didattici e attività di sensibilizzazione ambientale, tra cui le “Lezioni di Ambiente”, un progetto educativo rivolto alle scuole che si terrà dall’11 al 13 ottobre, coinvolgendo studenti di ogni grado in esperienze a contatto con la natura e il fiume, promuovendo la conoscenza della biodiversità e l’educazione ambientale.

Aperture straordinarie

Tra le novità di quest’anno, spicca l’apertura straordinaria del murale “Carnevale Romano” di Orfeo Tamburi, custodito nel Palazzo dell’Anagrafe. Questo evento speciale, curato dal Municipio 1, è un ulteriore segnale dell’impegno dell’associazione Tevere Day nel promuovere la cultura anche al di là delle sponde del fiume.

Un’altra esclusiva sarà l’apertura dei siti archeologici dell’Ospedale Fatebenefratelli dell’Isola Tiberina, tra cui il Tempio di Giove Giovario, mai accessibile prima al pubblico, assieme ai Sacconi Rossi, al Refettorio, alla Chiesa di S. Giovanni Calibita, alla Sala Capitolare. Questi luoghi, ricchi di storia e fascino, rappresentano un’opportunità unica per scoprire tesori nascosti nel cuore di Roma.

Tra gli appuntamenti più attesi, torna anche il Festival Musicale dei Municipi, un evento che vedrà la partecipazione di orchestre di quartiere, bande e cori provenienti dai vari municipi di Roma. Un’occasione per godere della musica popolare e tradizionale, creando un’atmosfera festosa lungo le rive del Tevere.

Con oltre 200 associazioni coinvolte e un programma che spazia dallo sport all’intrattenimento culturale, il Tevere Day 2024 si preannuncia come un evento imperdibile per romani e turisti. Gli organizzatori, sostenuti da partner prestigiosi come Bulgari, puntano a consolidare l’importanza del fiume non solo come risorsa naturale, ma come simbolo di identità e coesione per la città.

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Crociere gourmet, le più belle esperienze a bordo con chef stellati

Le crociere gourmet sono sempre più diffuse a bordo delle navi più eleganti del mondo, dove rinomati chef stellati creano menù esclusivi, trasformando ogni pasto in un’esperienza indimenticabile. Del resto, non potrebbe esserci momento migliore di una crociera a tema per combinare il piacere della navigazione con esperienze gastronomiche di alto livello.

Dai più classici itinerari nel Mediterraneo alle navigazioni fluviali lungo il Danubio, fino ai viaggi nei fiordi norvegesi con cene firmate da maestri della cucina internazionale, le crociere gourmet rappresentano il perfetto connubio tra esplorazione culturale e piaceri del palato. Ecco allora una panoramica delle più belle esperienze da vivere a bordo di navi lussuose, dove il mare diventa un palcoscenico per chef stellati di fama mondiale.

Massimiliano e Raffaele Alajmo a bordo di Crystal Cruises

Gli ospiti delle navi Crystal Serenity e Crystal Symphony potranno a breve gustare le creazioni degli chef stellati Massimiliano e Raffaele Alajmo, che porteranno la loro esperienza culinaria nell’esclusivo ristorante Osteria d’Ovidio su entrambe le unità della flotta Crystal Cruises. Con una carriera caratterizzata dal perfetto equilibrio tra tradizione e innovazione, coronata dall’aver mantenuto le tre stelle Michelin per ben 22 anni, i fratelli Alajmo offriranno un’esperienza gastronomica che celebra la ricca tradizione della cucina italiana.

Il menu dell’Osteria d’Ovidio sarà annunciato prossimamente e prevederà l’utilizzo di ingredienti freschi e locali, inclusi prodotti speciali dall’Italia. Inoltre, gli ospiti avranno l’opportunità di cenare nei rinomati ristoranti degli Alajmo, Le Calandre a Padova e Grancaffè & Ristorante Quadri a Venezia, grazie alle escursioni organizzate da Abercrombie & Kent.

Questa nuova iniziativa rafforza ulteriormente l’impegno di Crystal Cruises verso l’eccellenza culinaria, una compagnia che già vanta l’unico ristorante Nobu in mare, Umi Uma, e che ha recentemente annunciato che entro la fine dell’anno sarà inaugurato anche il nuovo Beefbar di Riccardo Giraudi.

Chef Max e Raf Alajmo

Fonte: Crystal Cruises

Gli Chef Massimiliano e Raffaele Alajmo

 

Il primo Culinary Masters’ Cruise 2024

Partirà il prossimo 16 ottobre a bordo della nave Marina di Oceania Cruises la prima edizione della Culinary Masters’ Cruise, un’esperienza esclusiva dedicata agli amanti della buona cucina guidata da due Maîtres Cuisiniers de France, Alexis Quaretti ed Eric Barale. Durante il viaggio, i passeggeri avranno l’opportunità di immergersi completamente nell’arte culinaria attraverso esperienze gastronomiche raffinate ed eventi speciali.

L’itinerario di 10 giorni porterà i viaggiatori da Malta a Civitavecchia, toccando alcune delle destinazioni gastronomiche più celebri del Mediterraneo, tra cui Kotor in Montenegro; Dubrovnik e Spalato in Croazia, Bari e i porti greci di Corfu and Katakolon. Gli ospiti potranno partecipare a dimostrazioni culinarie dal vivo, discutere di cucina con gli chef in esclusivi panel, e gustare cene a tema presso The Terrace Café, dove verranno serviti piatti preparati con ingredienti freschi locali.

Inoltre, sarà possibile prenotare esperienze personalizzate, tra cui tour culinari nei porti visitati e degustazioni di vini a bordo. La crociera prevede anche l’esclusivo Gala Seafood Brunch, un’esperienza di alta cucina solitamente riservata solo agli eventi di lancio delle navi.

Culinary Masters' Cruise

Fonte: Oceania Cruises

Gli chef della Culinary Masters’ Cruise di Oceania

Le crociere a tema di Windstar Cruises

Nel 2025, Windstar Cruises celebrerà il decimo anniversario della sua prestigiosa partnership con la James Beard Foundation, espandendo la serie di crociere tematiche culinarie che hanno reso famosa la compagnia e accogliendo a bordo cinque chef di fama internazionale: Jamilka Borges, José Mendin, Jennifer Hill Booker, Jennifer Jasinski e Larry Forgione.

In qualità di compagnia di crociere ufficiale della James Beard Foundation, Windstar condivide la missione della fondazione: celebrare e sostenere i talenti della cultura gastronomica americana, promuovendo standard di eccellenza culinaria basati su capacità, equità e sostenibilità.

Le crociere tematiche James Beard Foundation del 2025 offriranno agli ospiti l’opportunità di interagire direttamente con gli chef attraverso cene esclusive con abbinamenti di vini, dimostrazioni culinarie a bordo e tour dei mercati locali accompagnati dagli chef.

Esperienze uniche che porteranno gli ospiti in destinazioni spettacolari tra cui il Mar Baltico e il Mediterraneo. È qui che si svolge la crociera “Spanish Symphony” con lo chef José Mendin: 8 giorni da Lisbona a Barcellona a bordo dell’ammiraglia Wind Surf con partenza il 12 aprile, durante la quale sono previste una cena con lo chef con abbinamento di vini, due cooking class e un tour del mercato con lo chef.

Il 29 giugno partirà invece da Stoccolma la Star Legend per la crociera “Baltic Beauty” di 11 giorni con la Chef Jennifer Hill Booker; mentre dal 27 agosto la Chef Jennifer Jasinski sarà a bordo di Wind Surf nella crociera di 9 giorni “Adriatic Archipelagos & Greek Goddesses” da Venezia ad Atene.

Il ristorante stellato sulle navi Costa

Costa Crociere ha unito le forze con tre chef del calibro di Bruno Barbieri, Hélène Darroze e Ángel León, che hanno rielaborato con il loro inconfondibile tocco personale le ricette più autentiche delle destinazioni visitate durante la navigazione. Le loro creazioni si possono gustare presso il ristorante Archipelago, presente su Costa Smeralda e Costa Toscana, che offre un’esperienza culinaria unica con tre menù esclusivi, uno per ciascuno chef.

Ogni menù è composto da cinque portate che raccontano il viaggio attraverso i sapori del mare, ideati con particolare cura per gli ingredienti, provenienti principalmente da produttori locali, e per la preparazione, al fine di ridurre gli sprechi alimentari. L’innovativo design del ristorante, con tavoli “isola” circondati da sculture di rame e legni di recupero, riflette l’attenzione alla sostenibilità.

Inoltre per permettere a tutti gli ospiti di vivere un viaggio gastronomico che anticipi le emozioni delle mete raggiunte, nei ristoranti principali di tutte le navi Costa sono serviti i “Destination Dishes”, ricette create dai tre chef che reinterpretano le tradizioni culinarie delle località che gli ospiti visiteranno il giorno successivo.

Chef Bruno Barbieri su nave Costa

Fonte: Costa Crociere

Chef Bruno Barbieri firma i menu stellati di Costa Crociere

Le crociere gourmet Maris 2025 di Swan Hellenic

Le crociere gourmet Maris in programma nel 2025 a bordo delle eleganti navi di design SH Diana e SH Vega rappresentano il connubio perfetto tra l’eredità culturale delle spedizioni Swan Hellenic e l’expertise culinaria degli chef internazionali di JRE-Jeunes Restaurateurs. Si tratta di viaggi che offrono esperienze gastronomiche uniche, con menù accuratamente selezionati che riflettono le iconiche destinazioni esplorate.

Ogni viaggio Maris è caratterizzato dalla creatività straordinaria di chef stellati sotto i 40 anni, riconosciuti a livello internazionale, tra cui anche due italiani, Federico Pettenuzzo (1 Stella Michelin) e Alberto Basso. Nel 2025, sono in programma dieci crociere Swan Hellenic Maris, dall’Artico all’Europa e al Mediterraneo, con nove viaggi su SH Diana e uno su SH Vega.

Durante queste crociere, gli ospiti potranno gustare piatti esclusivi ogni sera, culminando in una Cena di Gala che metterà in mostra la piena creatività degli chef, ispirati da tradizione, sostenibilità e ingredienti locali di qualità. Inoltre, gli chef Maris offrono dimostrazioni culinarie e conducono escursioni gastronomiche a terra, condividendo la loro arte e passione con gli ospiti, rendendo ogni crociera un’esperienza memorabile.

Si comincia con lo chef svizzero Heribert Dietrich (1 stella Michelin) a bordo della crociera di 9 notti della SH Diana lungo la costa atlantica europea, da Lisbona a Portsmouth, con partenza il 12 maggio 2025. Sarà poi la volta dello chef italiano Federico Pettenuzzo (1 stella Michelin) con la crociera di 11 notti che salperà l’11 agosto da Lisbona diretta a Palermo costeggiando la costa nordafricana. Mentre lo chef Alberto Basso sarà a bordo dell’itinerario di 10 notti da Palermo a Venezia, con partenza dal capoluogo siciliano il 22 agosto.

Le Gavroche at Sea sulle navi Cunard

Il celebre chef Michel Roux, due stelle Michelin, torna a bordo delle navi Cunard per una nuova serie di residenze esclusive di Le Gavroche at Sea nel 2025. Tra aprile e agosto l’acclamato chef supervisionerà quattro residenze durante emozionanti crociere nei Fiordi Norvegesi, a bordo delle navi Queen Anne e Queen Mary 2.

Il primo evento si terrà a bordo della Queen Mary 2, dal 6 aprile, con un raffinato menù degustazione di cinque portate durante una crociera di sette notti nei Fiordi. Successivamente, Roux porterà la sua arte culinaria sulla Queen Anne l’11 maggio, dove gli ospiti potranno gustare le sue specialità di pesce e i suoi grandi classici.

Il 15 agosto, Roux tornerà sulla Queen Mary 2 per un’altra residenza, completando poi la serie di eventi esclusivi a bordo della Queen Anne il 31 agosto. Durante ogni crociera, Roux terrà dimostrazioni culinarie dal vivo e incontri con gli ospiti, raccontando la sua straordinaria carriera di oltre 40 anni e firmando copie dei suoi libri.

Oltre a queste residenze, Roux lancerà una nuova raffinata proposta a base di frutti di mare, con ostriche servite ogni sera presso The Champagne Bar (Queen Mary 2) e Carinthia Lounge (Queen Anne).

chef Michel Roux

Fonte: Cunard

Chef Michel Roux a bordo delle navi Cunard nel 2025

Sinfonia d’Autunno sul Danubio

Alta cucina protagonista anche della crociera fluviale Sinfonia del Danubio di Avalon Waterways, un viaggio di 7 giorni tra Vilshofen e Budapest, immersi nei colori vibranti della natura e nella cultura dell’Europa Centrale, attraverso Germania, Austria, Slovacchia e Ungheria. Partendo il 21 ottobre, questa crociera in lingua italiana offre un’esperienza culturale rilassante, con escursioni guidate di città storiche come Vienna, Bratislava e Budapest, nonché la pittoresca valle di Wachau, famosa per i suoi vigneti. A bordo, gli chef di Avalon Waterways trasformano ogni pasto in un’esperienza gourmet, utilizzando ingredienti locali per creare piatti raffinati accompagnati da vini internazionali, ma sono previsti anche speciali momenti conviviali come barbecue all’aperto o tapas al tramonto, che rendono ancora più gustosa la crociera.

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Friuli, un’escursione panoramica con vista sul Tagliamento

Il Tagliamento è un fiume unico.

Non per i suoi 170 chilometri di lunghezza, dalle sorgenti sul Passo della Mauria a 1195 metri di altitudine fino a sfociare nell’Adriatico tra Lignano Sabbiadoro e Bibione, che lo rendono il più lungo ed importante del Friuli. Non, o almeno non solo, per gli intrecci della Storia, che lo videro protagonista tanto in epoca napoleonica quanto durante la rovinosa ritirata seguente alla disfatta di Caporetto, o le righe della letteratura, che da Hemingway a Pasolini ne hanno toccato le sponde.

La caratteristica che lo rende singolare è che si tratta di un braided river, un fiume a canali intrecciati. Il solo a scorrere nell’intero arco alpino ad aver mantenuto questa caratteristica morfologica grazie a un limitato intervento dell’uomo sul suo corso.

Quando si attraversa uno dei tanti ponti che in Friuli portano da una parte all’altra del fiume più rilevante della regione si intuisce immediato il significato di braided river: come sinuose trecce dalle volontà indipendenti, molteplici canali portano le cristalline acque del Tagliamento da monte a valle all’interno di un grande, ampio letto di ghiaia, intrecciandosi e separandosi più volte. Sono canali mutevoli, che modificano continuamente il proprio corso, tanto che quando si attraversa il medesimo ponte e si guarda giù, magari dopo un periodo di assenza, si trova un fiume diverso, un panorama cambiato e cangiante.

Fonte: Getty Images

I canali intrecciati del corso del Tagliamento

L’unicità del Tagliamento, che condivide questa caratteristiche con un risicato numero di fiumi in Europa e con una quantità più sostanziosa nel mondo intero, rende altrettanto unico anche il contesto paesaggistico all’interno del quale il fiume si muove.

La valle del medio Tagliamento, quella che orientativamente si trova tra Venzone e Pinzano al Tagliamento, offre una occasione perfetta per scoprirlo: qui il fiume si trova ad attraversare territori con una altitudine piuttosto bassa, contornati di montagne le cui vette non raggiungono grandi sommità, ma che per il forte dislivello rispetto al principale corso d’acqua che le attraversa permettono di bearsi gli occhi con panorami eccezionali.

Un esempio? Dalla cima del Monte Cuar, 1478 metri sopra il paese di Forgaria del Friuli, nel Gemonese, si gode di un panorama sensazionale sul corso del Tagliamento, su alcuni suoi affluenti e sulle montagne circostanti.

Per raggiungere la sommità della montagna esiste un sentiero ad anello, un’escursione semplice e divertente alla portata dei più.

Friuli, escursione al Monte Cuar

Monte Cuar Friuli Tagliamento

Fonte: Lorenzo Calamai

Il Lago di Cavazzo visto dal Monte Cuar

L’escursione per salire al Monte Cuar prende le mosse dal Cuel di Forchia, una sella da dove passa la strada sterrata che arriva dal vicino paese di Avasinis e che è uno snodo di molti sentieri della zona.

Percorrendo la SP41 con provenienza Trasaghis, si raggiunge la frazione di Avasinis e si svolta a sinistra su via Novedet. La stretta strada asfaltata si impenna quasi subito, trasformandosi in una tortuosa stradella di montagna. La si segue per circa 8 chilometri, fino ad arrivare al Cuel di Forchia, contraddistinto da una vistosa segnaletica del CAI, con tanti cartelli in legno che indicano diverse direzioni per imboccare altrettanti sentieri.

Qui ci si trova di fronte a una scelta, poiché l’anello per la salita al monte Cuar si può percorrere in entrambi i sensi: il sentiero 815 sale per un sentiero comodo e largo, con una pendenza inizialmente molto morbida, che si fa più ostica solamente negli ultimi due chilometri dei sei che si devono percorrere per arrivare alla cima; il sentiero 816, invece, sale da Cuel di Forchia alla cima in un paio di chilometri appena, brusco e ripido, e arriva alla croce sommitale.

Uno lo si percorre in salita, l’altro lo si percorre in discesa, tenendo conto che anche scendere comporta la sua fatica. I tempi di percorrenza sono simili, il dislivello in salita molto simile. Il primo passa dalle rovine di alcune piccole stalle e costruzioni contadine: i fianchi della montagna, oggi meta soprattutto di escursionisti, erano fino agli anni Settanta sfruttati per l’agricoltura e l’allevamento. Rigogliosi cespugli di lamponi costeggiano il sentiero, quasi tutto al riparo di un fitto bosco. Il secondo, dal sapore più impervio e immediatamente montano, corre lungo il costone roccioso più ripido del monte: si chiama cuar, in friulano corno, per via di questa sua forma protrusa, proprio come un balcone panoramico.

Monte Cuar Friuli Tagliamento

Fonte: Lorenzo Calamai

I pascoli attorno al Monte Cuar

Lungo il sentiero 815 si trova inoltre una malga, poco sotto la cima del monte, tra pascoli verdeggianti. È aperta al pubblico e ci si può rifocillare assaggiando i prodotti tipici locali. Da qui già si gode di una splendida vista sul versante nord-orientale, con il Monte Festa e il Monte San Simeone che vegliano sul Lago di Cavazzo, le vette della Carnia alle loro spalle.

Il panorama sul corso del Tagliamento

Quando si avvista l’ampia croce che simboleggia la vetta del Monte Cuar, si percorrono con energia gli ultimi passi per arrivare fino in cima. È il momento di far viaggiare lo sguardo lungo le valli del Tagliamento e del torrente Arzino, uno degli affluenti del fiume che scorre in una vallata adiacente, incassato tra tornite colline sul lato destro del panorama, incuneandosi fino alla confluenza nel fratello maggiore.

All’estrema sinistra, incassato tra le montagne circostanti, il Lago di Cavazzo offre bella mostra di sé, con le sue acque cristalline. Accanto fa il suo ingresso sulla scena il Tagliamento, che proviene dalla sua parte più montana: l’ampio letto grigio, sinuosamente tagliato dai canali più grandi e dai rivoli più piccoli, si espande di fronte all’ampia pianura di Gemona del Friuli e di Osoppo.

Monte Cuar Friuli Tagliamento

Fonte: Lorenzo Calamai

Il Tagliamento scorre verso sud oltre il Monte di Ragogna

Spostando lo sguardo verso destra, lo si osserva lambire il Monte di Ragogna, un colle che ricorda la schiena di un gigantesco dinosauro che emerge dalla pianura circostante. Dietro, le colline intorno a San Daniele del Friuli. La vista si perde verso l’orizzonte mentre il fiume continua la sua intrecciata e vorticosa discesa verso sud, nella pianura udinese.

Lo sguardo spazia a 360 gradi, consentendo di ammirare la corona di montagne nobili che spuntano all’orizzonte e lo circondano, regalando quel tipo di pienezza sensoriale che riescono a dare i panorami che, con un’espressione trita ma assolutamente efficace, chiamiamo mozzafiato.

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Friuli, dal Natisone all’Isonzo: lungo il fiume in bicicletta

Non c’è, in Italia, altra regione così brulicante di torrenti e fiumi balneabili e brillanti come il Friuli. La regione all’estremo nord-est del nostro paese è un vero e proprio regno delle acque, capace di conquistare i più indefessi amanti del turismo fluviale e di stupire al contempo anche i novizi del wild swimming.

Ad aumentare esponenzialmente l’attrattiva delle sponde di alcuni dei fiumi e dei torrenti friulani c’è la possibilità, non così frequente, di poterle esplorare in sella a una bicicletta, sfruttando magari alcuni dei percorsi ciclabili pensati per i visitatori della regione.

Pensate a quando andate in bicicletta nella vostra città: piste ciclabili intermittenti, automobilisti imprudenti, l’inquinamento che neutralizza il piacere del movimento a due ruote. Niente a che vedere con l’esperienza di pedalare tranquilli a stretto contatto con la natura che regala la ciclovia che collega Cividale del Friuli a Tolmin, in Slovenia, e che collega le rive del fiume Natisone a quelle dell’Isonzo.

Due corsi d’acqua straordinari. Il Natisone attraversa una valle stretta, dall’altitudine assai limitata, con usi, costumi e cultura separati da quelli del resto del Friuli. Le sue acque tendono allo smeraldino, sempre limpide e pure, raramente fredde (una rarità per certi corsi montani). L’Isonzo ha metà del suo corso in territorio italiano, ma le sue spiagge più belle, caratterizzate da piscine naturali con acque turchesi e cristalline su un fondale di sassolini bianchissimi, si trovano in Slovenia, nella zona compresa tra Kranjska Gora e Tolmin.

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Il Natisone poco fuori da Cividale

Le due vallate, di qua e di là dal confine di Stato, hanno il vantaggio di mantenersi su un’altitudine media relativamente bassa, mentre i fianchi delle montagne si impennano ai loro lati. Così, anche per il ciclo-amatore alle prime armi non è impresa impossibile percorrere i 45 chilometri che compongono il percorso: il dislivello totale dell’intero percorso è di appena 350 metri, alla portata della maggior parte delle persone, e pertanto adatto a intere famiglie.

Cividale del Friuli, la partenza

La partenza del percorso ciclistico è a Cividale del Friuli, piccolo gioiello delle Valli del Natisone, di cui è anche il centro decisamente più rilevante.

Nata in epoca romana con il nome di Forum Iulii, dalla cui contrazione nasce il toponimo Friuli che andrà ad indicare l’intera regione, Cividale è un borgo storico, con un centro che merita una prolungata visita.

Vi si entra attraversando il Ponte del Diavolo, che permette di attraversare una vertiginosa gola dove scorre il fiume Natisone. Si accede quindi a Piazza del Duomo, con il duomo cinquecentesco che si trova di fronte al bel Palazzo comunale, ornato a sua volta dalla statua di Giulio Cesare, fondatore della città.

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Fonte: Lorenzo Calamai

Cividale del Friuli vista dalle sponde del Natisone

In fondo alla piazza, sul lato opposto, si trova il Museo archeologico nazionale di Cividale del Friuli, ospitato in quello che fu il Palazzo dei Provveditori veneti, elegante edificio di impronta palladiana. Il Museo ospita soprattutto reperti del passato longobardo della città, che fu capoluogo del ducato stabilito in Friuli dopo la caduta dell’impero romano.

Altra mirabile testimonianza del passato di Cividale è il Tempietto longobardo, piccolo gioiello di architettura e scultura facente parte del complesso religioso di Santa Maria in Valle, all’estremità orientale del centro storico.

Il Museo archeologico nazionale e il Tempietto longobardo sono i due luoghi che fanno parte del sito seriale dell’UNESCO I Longobardi in Italia: i luoghi del potere, che raggruppa le tracce del passaggio storicamente, architettonicamente e artisticamente importante della popolazione longobarda nella Penisola, al fianco di luoghi come Benevento, Brescia, Campello sul Clitunno, Spoleto.

Partendo dal centro storico di Cividale prende quindi le mosse la pedalata lungo il corso del Natisone per giungere nella valle dell’Isonzo. Si risale il corso d’acqua sulla sponda in sinistra orografica sfruttando la pista ciclabile in sterrato ben tenuto fino alla vicina frazione di Ponte San Quirino, quindi si passa sull’altro lato e si attraversano tutte quelle piccole frazioni di San Pietro al Natisone che ospitano alcuni dei più bei luoghi dedicati al wild swimming lungo il fiume, soste ideali per una pedalata col giusto ritmo.

Le piscine naturali del Natisone lungo il percorso

Fin dalle prime battute, il percorso ciclistico affronta piste ciclabili dedicate o strade secondarie molto poco trafficate. In più, ci sono diversi spot dov’è possibile abbandonare la bicicletta per qualche decina di minuti, rinfrescandosi nelle più belle spiagge d’acqua dolce del fiume Natisone.

Poco dopo l’attraversamento del Natisone in località Ponte San Quirino, ad esempio, si arriva a Vernasso.

Qui l’area predisposta alla nota, chiassosa sagra locale, si trasforma in un gioiellino di pace e tranquillità durante la settimana. Vi si trova una larga spiaggia per metà costituita da sassi e per metà da un bel prato d’erba. Il fiume si allarga tranquillo in un’ampia piscina naturali dove rinfrescarsi in totale relax.

Non lontano, in località Oculis, è possibile una piccola deviazione: percorrendo una stradina tra i campi sulla destra si arriva a un piccolo ponte pedonale. A fianco del ponte un sentierino porta al letto del torrente e a una bella spiaggia riparata dalle fronde degli alberi. Le acque del Natisone scorrono placide all’ombra delle chiome: un luogo ideale per i giorni più caldi d’estate.

Superata la località di Cras si giunge all’incrocio con il ponte che attraversa il fiume. Mentre il percorso ciclabile continua seguendo le indicazioni per Antro e imbocca la strada sterrata sulla destra a pochi metri dall’incrocio, gli appassionati di wild swimming possono imboccare, anche in bici, il sentiero che scende a pochi metri dal ponte. Conduce a un’ampia radura boschiva a stretto contatto con una spiaggia in uno dei punti più belli del Natisone: una cascatella delimita l’inizio di un tratto molto spettacolare, con grosse conformazioni rocciose decorate da una timida vegetazione che sorgono dal letto del fiume, che sotto di loro raggiunge una elevata profondità.

Trampolini ideali per un acrobatico tuffo nelle temperate acque del Natisone, mentre l’ampia piscina naturale garantisce anche lo spazio per qualche rilassante bracciata.

Un’altra piccola piscina naturale si trova dietro al campo sportivo di Pulfero, che viene fiancheggiato dal percorso ciclistico che, infine, si sposta lungo la Strada statale 54 fino a Stupizza e poi al confine con la Slovenia.

A Stupizza l’ultima possibile deviazione per un bagno nel Natisone: in concomitanza della fermata dell’autobus del paesino, si seguono le indicazioni per il percorso tematico il Villaggio degli Orsi e la strada bianca che porta al ponte sul fiume. Da qui si accede alla lunga spiaggia di sassolini bianchi, con tanto spazio per sistemarsi (e anche per appoggiare le bici, se serve). La piscina naturale migliore si trova risalendo di un centinaio di metri a monte del ponte.

La Valle dell’Isonzo e lo sconfinamento in Slovenia

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L’Isonzo scorre in terra slovena

Oltrepassato il confine nei pressi di Stupizza, si prosegue per qualche chilometro lungo il corso del Natisone sloveno, quindi si piega a oriente in direzione Tolmin, piegando verso la valle dell’Isonzo.

È qui che le cose si fanno un po’ più avventurose: il percorso lascia l’asfalto per uno sterrato comunque non impegnativo, tagliando per le campagne fino a Kobarid, quella che fu Caporetto, nota per la battaglia della Prima guerra mondiale.

Proprio in questo luogo carico di storia e di fascino, nel quale merita fermarsi a riprendere fiato, si incontra l’altro grande fiume di questo splendido viaggio a due ruote: da qui in poi si costeggia l’Isonzo fino a Tolmin, scendendo verso sud con lo sguardo rapito dagli scorci sulle sue acque turchesi e incredibilmente attraenti.

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Una delle meravigliose spiagge sull’Isonzo

Poco a sud di Kobarid, in località Ladra, si trovano un paio di tratti di fiume splendidi, con ampie spiagge di sabbia sulle sponde delle acque turchesi del fiume.

Infine anche a Tolmin, termine ultimo della splendida pedalata, l’Isonzo regala un paio di splendidi spot per il wild swimming proprio a margine della città: dove il torrente Tolminka si getta nell’Isonzo formando un’enorme piscina naturale.

Così, anche una volta scesi dal sellino, ci sarà spazio per un ultimo tuffo prima del ritorno a casa.

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In Friuli tra wild swimming, meraviglie naturali, borghi e cultura

Un enorme punto interrogativo: se si guarda da una foto satellitare il corso del Tagliamento, il fiume più importante, caratteristico e identitario del Friuli, lo si vede disegnare, con il suo ampio letto grigio solcati da azzurri canali che si staglia nelle immagini aeree, un’ampia curva iniziale per poi andare giù dritto, lungo la verticale nord-sud, fino a gettarsi nell’Adriatico.

In effetti il Tagliamento nasce nei pressi del Passo della Mauria, in Carnia, e scorre in direzione est fino al magico borgo di Venzone. Qui, scontrandosi con il massiccio montano delle Prealpi Giulie, è costretto a deviare repentinamente il suo corso verso sud con una grande curvatura che, molti chilometri più a valle, si stabilizza in un percorso più rettilineo verso sud.

Quella forma che ricorda un punto interrogativo ha un significato metaforico ma preciso: lungo il corso del Tagliamento si trovano molte risposte alle vostre domande sui luoghi da visitare nella vostra prossima vacanza in Italia.

Monte Cuar Friuli Tagliamento

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I canali intrecciati del corso del Tagliamento

Il Friuli è un paradiso per l’outdoor, una terra delle acque che invita a nozze gli amanti del wild swimming e della natura, un territorio bellissimo pieno di ricchezze culturali e culinarie che, malgrado una costante crescita turistica in anni recenti mantiene la sua originalità e offre zone ancora molto poco battute, ma assolutamente imperdibili.

Il Tagliamento e i suoi affluenti: le spiagge più belle del Friuli

Tagliamento, Arzino, Leale, ma anche Torre, Natisone, Isonzo e molti altri ancora. Sono i nomi di alcuni dei fiumi che condiscono il territorio del Friuli di una molteplicità di stupende spiagge d’acqua dolce, tra piscine naturali, canyon da esplorare e grandi cascate.

Le spiagge più belle del Friuli, infatti, non sono sul mare. Niente da togliere al litorale adriatico della regione, ma le vette di bellezza raggiunte dai fiumi e dai torrenti che costellano le mille valli delle province di Udine e Pordenone restano irraggiungibili: spiagge di minuscoli sassolini bianchi levigate dallo scorrere millenario dei corsi d’acqua, stupendi ambienti naturali da esplorare, torrenti dalle acque cristalline che regalano ogni possibile colorazione nello spettro del blu e dell’azzurro.

Friuli Val d'Arzino

Fonte: Lorenzo Calamai

Le sinuose curve dell’Arzino, uno dei torrenti più belli del Friuli

Uno spettacolo a cui è difficile resistere e che è molto vario: lungo il corso del Tagliamento sono innumerevoli le discese sull’ampio greto del fiume, dove in ogni giorno d’estate è possibile scorgere il cono degli ombrelloni piantati tra la ghiaia, mentre la gente si rinfresca dalla calura gettandosi nelle fredde acque del fiume; il torrente Arzino, suo affluente, è assai più selvaggio e montano, ma regala la possibilità di esplorarlo camminando direttamente nel letto del torrente, e i suoi colori sono unici; il torrente Palâr ha i puoi bei trampolini per tuffi adrenalinici tra le sue acque cristalline, e lo si può risalire esplorando un ambiente fluviale incontaminato; il fiume Natisone, più a est, è adatto a tutti i gusti, con spiagge comode da raggiungere e acque temperate dove sguazzare gioiosamente.

Spilimbergo e Venzone, borghi da non perdere

Il Friuli, la zona centro-occidentale della regione Friuli-Venezia Giulia, comprendente le province di Udine e Pordenone, è un territorio pieno non solo di attrazioni naturali, ma anche di splendide opere dell’uomo, che si possono ammirare nei borghi medievali e rinascimentali che popolano il suo territorio.

Il Duomo romano-gotico, il Palazzo del Daziaro, la Loggia della Macia e il Castello con il suo Palazzo dipinto sono le principali attrazioni del bel borgo di Spilimbergo, sulla sponda occidentale del Tagliamento. Una cittadina curata e viva, movimentata dai tanti eventi culturali che si susseguono nelle sue strade lastricate e pedonali del centro storico, animata dalle osterie che popolano i suoi vicoli e immersa in una atmosfera rinascimentale conferitale dalle opere d’arte di Giovanni Antonio de’ Sacchis, detto il Pordenone, e dalle architetture che riportano gli stilemi romanici, gotici, e del Rinascimento Veneto.

Spilimbergo-Friuli
Il centro di Spilimbergo, uno dei borghi più belli del Friuli

Spilimbergo è inoltre per la Scuola mosaicisti del Friuli, centro di formazione di fama mondiale nell’antica (e resa contemporanea) arte del mosaico.

Ben più a monte, seguendo il corso del Tagliamento, si incontra Venzone. Antica cittadina rasa al suolo dal terremoto del 1976, è stata ricostruita così com’era, pietra per pietra, riportandola ad essere l’unico esempio rimasto in Friuli di cittadina fortificata del Trecento.

Cinta dalle antiche mura, Venzone affascina con la sua atmosfera medievale, con il Duomo di Sant’Andrea a recitare il ruolo di grande protagonista della scena. Il Municipio è uno splendido esempio di palazzo di stile gotico veneziano.

Nella Cappella di San Michele, vicino al Duomo, sono conservate le mummie di Venzone, una serie di corpi risalenti al XIV secolo. Nel Seicento circa una quarantina di mummie venne estratta dalle tombe del Duomo: il processo di mummificazione non era dovuto ad opera umana, ma a particolari condizioni naturali del luogo. I motivi esatti per cui la mummificazione sia stata possibile non è ancora stato determinato con precisione, ma si ritiene sia dovuto a una temperatura e umidità particolarmente adatte, oltre alla consistente presenza di solfato di calcio nel terreno e, forse, di un particolare tipo di fungo idrovoro.

Duomo di Venzone
Mura e Duomo di Venzone

Le colline di San Daniele e i gusti del Friuli

Un viaggio in Friuli non può prescindere dalle gioie del palato, che in Friuli sono peraltro più economiche che in molte altre regioni d’Italia, che si parli di cibo o di buoni bicchieri.

San Daniele del Friuli, oltre a essere un borgo seduto sul cocuzzolo di una dolce collina e meritare una visita, è naturalmente la patria di uno dei prosciutti più rinomati del Paese. La cittadina offre osterie e ristoranti di tutti i livelli e per tutte le tasche per assaggiare un prodotto prodigioso e unico al mondo, mentre le persone del luogo sapranno edurvi su quale, secondo loro, sia il prosciuttificio che in quel momento offre il prodotto migliore.

Da non perdere l’abbinamento con i fantastici formaggi locali e con alcuni dei vini bianchi più pregiati d’Italia, anche se non sono da sottovalutare i vini rossi freschi e leggeri che accompagnano spesso i pasti dei friulani.

Re della cucina friulana, infine, è il frico, ricetta contadina simbolo della regione. Si tratta di una sorta di tortino con due soli ingredienti di base: patate e formaggio. Lo si può arricchire con cipolla, salsiccia, speck, ma la ricetta di base prevede solo l’unione di qualche patata, come legante, e di una ricca grattugiata di formaggio che viene fatto fondere, fino a formare una crosticina dorata all’esterno. È così pronto ad essere impiattato per far innamorare della cucina friulana qualunque ospite, come accade da innumerevoli generazioni.

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Cosa fare a Comacchio, la “piccola Venezia” sul Delta del Po

Comacchio, situata nella provincia di Ferrara, è spesso soprannominata la “piccola Venezia” per i suoi canali e ponti altrettando suggestivi e affascinanti. Questa cittadina nel cuore del Parco Regionale del Delta del Po offre una straordinaria combinazione di storia, cultura e natura ed è una piacevole meta per una gita di qualche giorno, praticamente tutto l’anno.

Comacchio, di sale e pesca

Con origini che risalgono all’epoca etrusca, Comacchio ha una storia piuttosto antica. Durante il Medioevo la città è stata un importante centro di commercio e produzione di sale, un’attività che contribuì notevolmente alla sua prosperità. La pesca, un’altra risorsa vitale, ha modellato la cultura e l’economia di Comacchio nel corso dei secoli. I monumenti e musei testimoniano la ricca eredità della città, come ad esempio, il Museo Delta Antico, situato nell’ex Ospedale degli Infermi, che espone reperti che raccontano la storia della vita sul Delta del Po dalla preistoria all’epoca romana. La produzione di sale, tra l’altro, è stata ripresa a fini culturali e didattici: dopo un lungo periodo di interruzione, le saline di Comacchio hanno ripreso a produrre sale in piccole quantità, soprattutto per mantenere viva la tradizione e per scopi educativi e turistici. Le visite guidate alle saline permettono ai visitatori di conoscere da vicino le tecniche tradizionali di produzione del sale, un’attività che ha avuto un’importanza storica fondamentale per l’economia della città.

Il centro storico

Il centro storico di Comacchio è un labirinto di canali, ponti e vicoli pittoreschi. Passeggiando tra le sue stradine, scoprirete angoli incantevoli e panorami suggestivi. Via Edgardo Fogli, una delle vie principali, è particolarmente vivace, con negozi e caffè che invitano a una pausa rilassante.

Trepponti

Simbolo indiscusso di Comacchio, il Trepponti è un ponte monumentale costruito nel XVII secolo, precisamente nel 1634, su progetto dell’architetto Luca Danese. Questo straordinario esempio di architettura idraulica è composto da cinque scalinate e tre archi principali che si uniscono in un unico punto centrale. Il nome “Trepponti” deriva proprio dalla fusione delle parole “tre” e “ponti”, riflettendo la particolare struttura del ponte con i suoi tre archi principali. È anche conosciuto come Ponte Pallotta, in onore del cardinale Giovanni Battista Maria Pallotta, che commissionò la costruzione. Il Trepponti è accessibile gratuitamente tutto l’anno e non è richiesto alcun biglietto per attraversarlo. Per una vista panoramica dei canali e del centro storico, il punto migliore per fermarsi è sulla cima delle scalinate centrali. Da qui, si possono ammirare le intersezioni dei canali e osservare il movimento della città. La luce migliore per scattare foto? Al mattino presto o nel tardo pomeriggio, quando il sole crea suggestivi giochi di luce e ombra.

Duomo di San Cassiano

Nel cuore di Comacchio, il Duomo di San Cassiano rappresenta la principale chiesa cittadina. Questo imponente edificio religioso, con la sua facciata neoclassica, risale al XVII secolo ed è dedicato al patrono della città. All’interno, si possono ammirare pregevoli opere d’arte, tra cui il magnifico altare maggiore in marmo, opere pittoriche del XVIII secolo e una serie di statue lignee raffiguranti santi. Particolarmente degni di nota sono il dipinto della Madonna col Bambino e Santi e il coro ligneo intagliato, che testimoniano l’abilità degli artisti e artigiani locali.

Museo Delta Antico

Situato nell’ex Ospedale degli Infermi, il Museo Delta Antico è una tappa imperdibile per chi visita Comacchio. Il museo ospita reperti archeologici che raccontano la storia del Delta del Po, dalla preistoria all’epoca romana. Tra i pezzi più significativi ci sono le antiche imbarcazioni romane e una collezione di strumenti utilizzati nella pesca e nella produzione del sale.

MARB e Manifattura dei Marinati

Un’altra tappa fondamentale è il MARB (Museo Archeologico del Delta del Po) e la Manifattura dei Marinati. Questa fabbrica-museo illustra il tradizionale ciclo di lavorazione delle anguille, pescate da secoli nelle acque salmastre di Comacchio. L’anguilla è conservata attraverso un procedimento di marinatura che è rimasto invariato nel tempo. L’anguilla marinata delle Valli di Comacchio è riconosciuta come Presidio Slow Food, un simbolo della tradizione gastronomica locale.

Canali, ponti e batane

I canali e i ponti sono il tratto distintivo di Comacchio. Una passeggiata lungo i canali regala una vista unica sulla città, con angoli nascosti e scorci suggestivi. Tra i ponti famosi, oltre al Trepponti, ci sono il Ponte degli Sbirri e il Ponte del Carmine. Un’esperienza imperdibile è una gita in batana, l’antica barca tipica di Comacchio. Le batane, con la loro forma sottile e lunga, sono ideali per navigare i canali stretti della città e scoprire la storia della pesca locale.

Il lungomare

Anche se Comacchio non dispone di un vero e proprio lungomare, la vicina Lido degli Estensi si presenta come una lunga spiaggia sabbiosa ideale per il relax e la balneazione. Lungo la passeggiata si trovano numerosi ristoranti e bar dove gustare piatti di pesce fresco.

Parco Regionale del Delta del Po e valli di Comacchio

Il Parco Regionale del Delta del Po è una delle aree naturali più importanti d’Europa, con una straordinaria biodiversità. I visitatori possono percorrere sentieri escursionistici, fare gite in bicicletta e partecipare a tour naturalistici per scoprire la ricchezza di questo ecosistema unico. Il parco propone diverse attività come il birdwatching, la pesca e il canottaggio.

All’interno del Parco, le Valli di Comacchio rappresentano un vasto complesso di lagune salmastre, paludi e canali che si estendono per oltre 13.000 ettari. Questo straordinario ecosistema umido è un paradiso per gli amanti della natura e del birdwatching, con numerose specie di uccelli che nidificano e sostano durante le migrazioni. Tra le specie più avvistate si trovano fenicotteri, aironi, spatole e avocette.

Le visite guidate in barca sono un ottimo modo per esplorare le Valli e ammirare la flora e la fauna locali. Queste escursioni offrono l’opportunità di navigare tra i canali e le lagune, permettendo di osservare da vicino gli uccelli e altre specie animali nel loro habitat naturale. Le guide esperte forniscono informazioni dettagliate sulla storia, la geologia e l’ecologia della zona, arricchendo l’esperienza con curiosità e aneddoti.

Oltre al birdwatching, le Valli di Comacchio propongono altre attività interessanti, come la pesca sportiva e le escursioni a piedi o in bicicletta lungo i sentieri che attraversano il parco.

Escursioni nei dintorni di Comacchio

Nei dintorni di Comacchio ci sono numerose escursioni e gite di un giorno che meritano attenzione. Tra le mete più popolari ci sono il Bosco della Mesola, una riserva naturale che ospita cervi e daini; o città storiche come Ravenna, famosa per i suoi mosaici bizantini, e Ferrara, ricca di storia e patrimonio culturale, raggiungibili abbastanza comodamente e velocemente da Comacchio, sia in auto che con i mezzi pubblici.

Info pratiche

Come arrivare a Comacchio

Comacchio è facilmente raggiungibile in auto, trovandosi a breve distanza dalle principali autostrade. Per chi arriva in treno, la stazione ferroviaria più vicina è quella di Ferrara, da cui è possibile proseguire con autobus o taxi. La città non ha un aeroporto proprio, ma gli aeroporti di Bologna e Venezia sono relativamente vicini e ben collegati tramite trasporti pubblici.

Muoversi a Comacchio

Muoversi a Comacchio è semplice e piacevole. Il centro storico è da esplorare a piedi, grazie alle dimensioni contenute e alla presenza di numerosi ponti e passerelle. Per raggiungere le valli e altre attrazioni nei dintorni, è possibile noleggiare biciclette o partecipare a tour guidati in barca. Gli autobus locali offrono un servizio affidabile per spostamenti verso le località vicine.

Cucina e gastronomia

La cucina di Comacchio è profondamente legata alle tradizioni del Delta del Po. Il piatto tipico per eccellenza è l’anguilla, preparata in vari modi, dalla marinatura alla grigliatura. Tra gli altri piatti locali si trovano le vongole veraci e le cozze, spesso accompagnate da vini locali come il Trebbiano e il Lambrusco. Non mancano inoltre i dolci tradizionali, come i pinza, biscotti secchi tipici della zona.

Comacchio Museum Pass

Il Comacchio Museum Pass è un’opzione conveniente per scoprire tutte le bellezze della città con un unico biglietto. Il pass (sempre da verificare prima) include gli ingressi al Museo Delta Antico, alla Casa Museo Remo Brindisi, alla Manifattura dei Marinati, oltre al giro in barca nelle Valli di Comacchio. Per ulteriori dettagli su prezzi, validità e modalità di acquisto, è consigliabile visitare il sito ufficiale del turismo di Comacchio o contattare gli uffici turistici locali.

Quando andare

Il clima di Comacchio è tipicamente temperato, con estati calde e inverni miti. La primavera e l’autunno, magari approfittando di qualche ponte o di un week end lungo, sono i periodi migliori per visitare la città, quando le temperature sono piacevoli e le folle meno numerose. L’estate è ideale per chi abbina la visita al mare, ma può essere molto affollata, soprattutto nei fine settimana e durante le festività, e molto calda. L’inverno è più tranquillo, ma alcune attrazioni potrebbero avere orari ridotti o essere chiuse.

 

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A Roma c’è una spiaggia in città, si chiama Tiberis

Molte grandissime città del nostro pianeta non hanno la fortuna di essere bagnate dal mare, ma quando l’estate, il caldo e il sole arrivano scatta la voglia di andare in spiaggia. La cosa positiva è che alcune di queste località sono attraversate da lunghi fiumi, che nelle loro sponde permetto di creare delle spiagge artificiali. È il caso di Roma, la nostra eterna Capitale, dove è appena stata inaugurata Tiberis, una spiaggia sul fiume.

Dove si trova Tiberis e la differenza con le stagioni precedenti

Tiberis è una bellissima spiaggia romana situata più o meno al di sotto di Ponte Marconi, ovvero quello che costituisce la congiunzione dei due rami del viale omonimo che a nord del fiume si trova nel quartiere Portuense, nel XII Municipio, e a sud di esso nel quartiere Ostiense, nell’VIII Municipio.

Parliamo quindi di una banchina adesso attrezzata come spiaggia sul fiume, piena di aree relax, ombrelloni e lettini, tavoli da ping pong, biliardini e persino campi da beach volley. L’area di circa 2 ettari presenta anche giochi d’acqua ideali per i bambini e un chiosco che garantisce a tutti la possibilità di usufruire di un luogo comodo, accessibile, sicuro, pulito ed accogliente. Sono anche previste lezioni di yoga e di altre discipline, in modo da poter beneficiare della vicinanza alla natura che impreziosisce il letto del Tevere.

Non è la prima volta che a Roma d’estate si può approfittare di questa opportunità, ma le novità di quest’anno sono davvero tantissime: al calar del sole, e più precisamente dall’aperitivo in poi, Tiberis si arricchirà con eventi di musica dal vivo e serate di ballo, per finire la propria giornata nella migliore maniera possibile.

Tiberis diventerà una spiaggia permanente

Ma le novità non sono finite qui, perché a partire dal 15 ottobre, ovvero il giorno che il Comune di Roma ha fissato come termine della stagione estiva, l’area di Tiberis sarà interessata da dei lavorini che punteranno a realizzare il nuovo parco fluviale Tevere Sud, che sancirà la restituzione definitiva di questi spazi preziosi alla cittadinanza.

Tiberis diventerà perciò un vero e proprio parco permanente, con la presenza di giochi d’acqua luminosi, con pedana e passerella antiscivolo, con nuove attrezzature e con la costruzione di una piazza con gradonata. Aumenteranno anche la aeree arboree ripariali con lo scopo di contrastare gli effetti dei cambiamenti climatici. L’obiettivo, nei fatti, è quello di far diventare il biondo Tevere il più grande parco lineare di Roma (e non solo).

Come si può leggere sul sito del Comune di Roma, il primo cittadino, Roberto Gualtieri, ha commentato: “Essere riusciti a stabilizzare un luogo così bello e di qualità per noi è motivo di gioia. Questa spiaggia fluviale è solo una tappa del progetto più ampio dei parchi d’affaccio. Tiberis, con la programmazione anche invernale, diventa a pieno titolo il nono parco lungo il corso del fiume. Andremo avanti, per creare un unico parco fluviale lineare, il più grande d’Europa. Riportiamo il Tevere al centro della vita della città e Tiberis è il gioiello di questo progetto avendo anche questa dimensione di spiaggia, con tutti i servizi necessari per godere di questo spazio”.

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Alla scoperta di Smederevo, l’antica capitale serba

Esistono città che sono diventate capitali grazie al loro sviluppo storico, e altre che sono state costruite per esserlo. Smederevo fa parte di questa seconda categoria. Ultima capitale medievale serba, nel corso del tempo le sono stati dati diversi epiteti: è chiamata città dell’acqua, la più grande fortezza di pianura d’Europa e la porta tra l’Oriente e l’Occidente.

Smederevo si trova nella Serbia centrale ed è il centro amministrativo del distretto di Podunavski. Si estende su una superficie di 481,5 km ed è delimitata dal Danubio a nord, dalla Velika Morava a est e dalle colline di Sumadija a sud e a ovest.

Gli antichi insediamenti romani di Mons Aureus e Vincea si trovavano nella zona dell’odierna Smederevo. La città viene menzionata per la prima volta nella Carta del 1019 d.C. dell’imperatore bizantino Basilio II, con il nome di “Sphenteromon”. Il suo clima è moderatamente continentale. Sul territorio di Smederevo vivono 117.134 abitanti, di cui 83.768 all’interno della città e della sua periferia.

La storia della città e della sua celebre fortezza

Uno dei motivi principali per visitare Smederevo è la famosa Fortezza di Djuradj, celebre per le sue finestre e la sua acustica particolare. Le magnifiche vetrare catturano ancora oggi le attenzioni dei visitatori come facevano in passato. Il loro infatti non è un vetro qualsiasi, ma proviene direttamente dall’isola veneziana di Murano. Mentre venivano costruite le torri di pietra a difesa della fortezza (ben 25), il corpo centrale era stato studiato per propagare al meglio la musica per il despota e il suo seguito reale, così come per i nobili di passaggio a Smederevo per affari o per pregare sulle reliquie di San Luca, oggi custodite a Padova. All’interno della fortezza ci sono ancora i resti della chiesa che per un periodo ospitò le memorie di uno dei quattro evangelisti.

La città si è estesa a partire dalla fortezza, a forma di triangolo, custodendo i segni della vita, delle battaglie e delle sofferenze, della sua crescita e del suo sviluppo nel corso della storia. Solo a Smederevo si può vedere un gelso di oltre 300 anni, sotto il quale Karadjordje prese le chiavi della città dal comandante turco nel 1805. Alla folla riunita disse: “Continuiamo dove ci siamo fermati, Smederevo è stata l’ultima capitale serba e sarà la prima capitale della Serbia liberata”. E in effetti, ancora oggi, si può vedere una targa commemorativa a Smederevo, sulla casa dove si trovava il primo governo serbo, dal 1805 al 1807.

Smederevo municipio

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Municipio di Smederevo

Dopo la fine della dominazione ottomana, fu la dinastia reale degli Obrenovic a segnare il volto della città. Vennero costruite chiese, uffici distrettuali, il tribunale, e la piazza della città fu resa più accogliente e moderna, in modo da essere al pari delle più belle capitali europee dell’epoca. La città doveva mostrarsi al meglio per accogliere quanti arrivavano a Smederevo, anche attraverso i collegamenti via nave, per il suo famoso vino. Gli operosi viticoltori e frutticoltori di Smederevo accolsero le navi al porto nel 1888 ed esposero i loro prodotti sul lungofiume del Danubio, senza sapere di aver dato vita a uno dei festival più antichi della Serbia, l’Autunno di Smederevo, quando la città si riempie di bancarelle di frutta, uva, vino e tanti altri prodotti gastronomici della zona. Il momento ideale per assaggiare la Smederevka, varietà autoctona di vino bianco, da cui l’antica capitale prende il suo nome.

Avendo sempre avuto un importante significato strategico, Smederevo fu attaccata due volte dagli eserciti austro-ungarici e tedeschi, sempre respinti, durante la Prima Guerra Mondiale. Fu la Seconda però a portare a Smederevo l’evento più distruttivo della sua storia. La Fortezza comincio ad accogliere gli armamenti delle forze militari del Regno di Jugoslavia. Tonnellate di scatole di munizioni, granate, polvere da sparo, esplosivi, barili di carburante, benzina, olio furono trasportati nella fortezza da ogni parte. Il 5 giugno 1941, alle 14:14, il deposito di esplosivi nella fortezza di Djuradj saltò in aria. In pochi secondi causò la morte di 2.500 persone e ne ferì il doppio, mentre un terzo delle case della città fu demolito. Il monumento commemorativo di quella tragedia si trova nell’area tra il Museo di Smederevo e la Fortezza.

Nel dopoguerra Smederevo si è sviluppata come città industriale, grazie alla ferriera, tuttora in funzione, che ha dato il via all’industria della città e dell’intera Serbia, ma è anche una città di giovani, di sport, di turismo e naturalmente di vino. Smederevo è nota per la sua atmosfera rilassata e per l’eccellente offerta enogastronomica.

Quello dell’acciaieria è un tema complesso perchè, se è vero che ha fornito lavoro e opportunità  di crescita e sviluppo per l’economia e per gli abitanti di Smederevo, non vanno dimenticati i problemi dovuti  all’inquinamento prodotto dall’industria. La qualità dell’aria, ma anche di acqua e suolo, specialmente nei vicini villaggi di Radinac, Vranovo e Ralja, è considerata inaccettabile. Il tema non è nuovo ma persiste fin dal 1960. L’inquinamento però sarebbe aumentato dal 2016 in poi, quando la nuova proprietà dell’acciaieria, l’azienda cinese HBIS, ha aumentato la produzione senza, denunciano gli attivisti locali, fare alcun investimento in tencologie che potessero limitare le emissioni.

Fortezza di Smederevo

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Vista dall’alto della Fortezza di Smederevo

Smederevo, cosa fare e cosa vedere

Smederevo offre molto ai visitatori, indipendentemente dal tempo e dal periodo dell’anno. La città dispone di un numero incredibile di attrazioni, paesaggi pittoreschi e luoghi incantevoli ed è una destinazione perfetta in ogni stagione, facilmente raggiungibile da Belgrado. Se vuoi conoscere meglio la Serbia, il suo patrimonio e la sua storia, Smederevo è destinazione ideale. Qui trovi la nostra Top 10 delle cose da fare a Smederevo: ce n’è per tutti i gusti!

  1. Fai un tour a piedi della città per orientarti al meglio. Puoi partire esplorando la chiesa di San Giorgio, una delle più grandi chiese serbe del XIX secolo, e scoprire la storia generale della città.
  2. Visita la Fortezza di Smederevo, la più grande fortificazione di pianura in Europa. È una fortezza triangolare con 25 torri.
  3. Da non perdere la Chiesa dell’Assunzione della Santa Madre di Dio, risalente al XV secolo. Gli scavi archeologici condotti nel 1982 hanno dimostrato che la chiesa è stata costruita sul sito di una necropoli più antica.
  4. Fai un tour delle regioni vinicole per conoscere l’origine del miglior vino di Smederevo. La Smederevka, che prende il nome dalla città di Smederevo, è il vitigno principale e il simbolo tradizionale della viticoltura della regione.
  5. Visita il Museo della Storia della città con manufatti risalenti all’epoca romana. Il tesoro museale esposto offre ai visitatori l’opportunità di rivivere la storia della regione e di farsi un’idea della sua ricchezza e imprevedibilità.
  6. Fai una crociera: niente di più rilassante di una crociera lungo il fiume Danubio. È un’attività perfetta per le giornate estive, adatta a tutte le età e un ottimo modo per vedere Smederevo da una prospettiva diversa, lontano dalla folla.
  7. Visita la Biblioteca comunale, una delle più antiche istituzioni culturali di Smederevo, fondata nel 1846.
  8. Visita la Villa della Collina d’Oro, un tempo residenza estiva della dinastia reale degli Obrenovic, situata nella parte più bella della città, su una collina rivolta a nord, verso il Danubio e le pianure del Banato.
  9. La Città del Vino è da non perdere. Questo luogo particolare, con le sue botti a forma di casa, ha persino strade che portano i nomi dei vini per cui questa regione era famosa fin dall’antichità.
  10. Goditi il tuo viaggio al massimo visitando Piazza della Repubblica, un luogo di incontro, riposo e divertimento tra i giovani e gli anziani della città. Con la sua continuità storica, la forma urbana triangolare e il patrimonio rappresentativo, mostra l’identità della città stessa e, insieme alla Fortezza, ne esprime il profilo riconoscibile.

Come arrivare a Smederevo

Il comune di Smederevo si trova in una posizione geografica estremamente comoda da raggiungere. Si trova a circa un’ora di distanza da Belgrado, la rinata capitale serba:

  • sull’autostrada internazionale E-75, il Corridoio 10 che collega Budapest, Belgrado, Nis, Salonicco e Atene
  • si trova sulla linea ferroviaria internazionale che collega Budapest e Belgrado con Atene e Sofia
  • sulla parte più attraente della sponda del Danubio in Serbia, con una riva adatta alla costruzione di porti e marine, con aree vicine sviluppate industrialmente, sul Corridoio internazionale 7
  • a 45 km da Belgrado, centro amministrativo, economico e turistico della Serbia
  • l’aeroporto internazionale Nikola Tesla si trova a 60 km da Smederevo

Per raggiungere Smederevo da Belgrado ci sono almeno una decina di autobus al giorno (ogni 30 minuti) dalla stazione degli autobus di Lasta. Alcuni di questi passano dall’autostrada e sono un po’ più costosi, anche se non necessariamente più veloci. La maggior parte prende la strada più panoramica via Grocka, lungo un alto crinale sopra il fiume Danubio. La stazione degli autobus di Smederevo è vicina alla Fortezza, così come la stazione ferroviaria. Esiste anche un servizio di autobus frequente per Vrsac, attraverso le città di Kovin e Bela Crkva a nord del Danubio.

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Come muoversi a Belgrado: mezzi, costi e consigli

Belgrado, oggi capitale della Serbia e un tempo della Jugoslavia, è una città ricca di fascino, ma ancora troppo poco conosciuta rispetto alle altre capitali europee. Essendo situata sul Danubio è perfetta anche come meta strategica per esplorare tutto ciò che ha nelle vicinanze. Come ogni luogo per molto segnato dalla guerra, anche Belgrado ha quel fascino decadente che in ogni caso la rende davvero suggestiva. Sono molti, infatti, i suoi punti d’interesse da visitare assolutamente. Prima di stilare una lista delle cose da vedere è necessario capire come muoversi a Belgrado, magari con una esaustiva guida turistica alla mano. Ecco consigli, info e costi.

Come arrivare dall’aeroporto al centro

Se si arriva a Belgrado in aereo si atterra all’aeroporto Nikola Tesla che dista circa 20 chilometri dal centro storico, quindi circa 20 minuti. Per raggiungere la città basterà utilizzare i mezzi pubblici. Quali? Sicuramente bus e tram in prima linea. Anche i taxi sono molto utilizzati dai turisti grazie ai loro costi contenuti e alla loro comodità.

Vediamo nel dettaglio linee e costi per raggiungere il centro storico:

  • taxi: costo medio €20,00; tempo di percorrenza: 20-30 minuti. Il servizio taxi info si trova proprio vicino all’uscita dell’aeroporto.
  • bus: linee 72 e 607; costo medio: 89,00 RSD, cioè € 0,80; tempo di percorrenza: circa 30 minuti.
  • minibus: linea A1; costo: 400,00 RSD, cioè € 3,40; tempo di percorrenza: circa 40 minuti. Solitamente le corse sono ogni 20 minuti.
spostarsi a Belgrado

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Visitare il centro di Belgrado: come. spostarsi

Come muoversi in città

Se la meta del nostro viaggio è Belgrado è importante sapere che per muoversi in città ci sono numerose soluzioni, la scelta dipende soltanto dai gusti e dalle esigenze personali. Le alternative possibili sono: muoversi a piedi, con i mezzi pubblici o in auto. Ognuno, chiaramente, ha i suoi vantaggi.

A piedi

Sicuramente per scoprire le bellezze cittadine, camminare a piedi è la formula ideale perché così è più semplice entrare in sintonia con la città respirando la sua atmosfera senza tempo. Lungo un percorso di circa 2,5 chilometri è possibile partire dal tempio di San Sava per poi continuare su via Skerlićeva e Bore Stankovica, fino a Piazza della Repubblica e il quartiere Bohemien di Skadarlija, uno dei luoghi di riferimento per la movida di Belgrado. La città serba è una perfetta meta da scoprire a piedi anche perché sono molte le aree pedonali e quelle verdi dove poter camminare in totale relax e, magari, riposarsi su qualche panchina.

In bus

Sono  numerosi i turisti che decidono di utilizzare il bus anche perché le sue 112 linee coprono in modo organizzato la città. Sia con il bus che con il tram è possibile raggiungere ogni parte di Belgrado. Uno dei suoi punti di forza è il servizio 24 ore su 24 che garantisce mezzi per tutto il giorno. I costi? Un biglietto per una corsa singola dura 90 minuti e ha un costo di 89,00 RSD, quindi € 0,75. Se, invece, si acquista direttamente sul bus e ha un costo di 150,00 RSD, cioè € 1,30.

In tram

Sicuramente il tram è il mezzo di trasporto più panoramico e affascinante per visitare Belgrado. Con le sue 12 linee (dal n° 2 al 14) è perfetto per muoversi nel centro città e nei quartieri vicini che vengono coperti capillarmente. Il servizio in questo caso non è 24 ore su 24, ma va dalle 4 di mattina a mezzanotte. Un biglietto del tram ha durata di 90 minuti e un costo di 89 RSD che equivale a 0,75 euro.

In filobus

Tra i numerosi mezzi pubblici di Belgrado c’è anche il filobus, attivo dal 1947 e ancora oggi molto utilizzato. Anche questo è utilissimo e comodo per spostarsi nel centro storico grazie alle sue 5 linee. Il costo di un biglietto è esattamente come quello di bus e tram, cioè 89 RSD (€ 0,75).

In metro

Attenzione alle fake news che si trovano in rete: la metro a Belgrado non è ancora attiva. Nonostante i numerosi progetti che hanno portato all’ideazione di un piano d’azione per muoversi in questa direzione, la capitale della Serbia non ha ancora ottenuto una prima linea di metropolitana. Nonostante ciò, si continua a sperare che quel progetto possa essere messo in atto non solo per i turisti ma per chi vive la città nella quotidianità e potrebbe trarne un incredibile vantaggio.

spostarsi a Belgrado

Fonte: iStock

Visitare il centro di Belgrado: come. spostarsi

In auto

Non è impossibile muoversi a Belgrado in auto, ma se si è turisti è sconsigliato. I motivi sono vari, quelli più rilevanti sono:

  • difficoltà di trovare parcheggio: le aree del centro storico sono 3 e ognuna ha tempi limitati e tariffe diverse (nella zona rossa si può sostare al massimo 1 h, nella zona gialla massimo 2 h, nella zona verde massimo 3 h). I parcheggi sono tutti a pagamento. Se si arriva a Belgrado con la propria auto è consigliato scegliere un hotel o un appartamento dotato di parcheggio in modo da poter lasciare lì il proprio mezzo per la durata della vacanza.
  • limiti di velocità: diversi da quelli italiani.
  • cartelli stradali: scritti in serbo, quindi non facilmente comprensibili per chi non conosce la lingua.

Consigli sui quartieri di Belgrado

Come ogni altra città anche a Belgrado ci sono quartieri più tranquilli in cui si può passeggiare a ogni ora del giorno e altri che, invece, sono da evitare.

Il centro storico non è soltanto interessante e suggestivo da scoprire, ma è anche uno di quelli più consigliati anche per alloggiare. Si può considerare il cuore della città dove è possibile visitare numerose attrazioni come musei, teatri e gallerie d‘arte, ma anche frequentare bar, locali e boutique.

Anche ​​Skardalija che si trova proprio accanto al centro storico, è uno dei quartieri consigliati. Perché? Per i suoi vicoli affascinanti, i negozi e i numerosi ristoranti. Ideale anche per una vacanza con bambini.

Dorćol che è considerata la zona più antica di Belgrado, si divide nella parte alta (Gornji Dorćol) e nella parte bassa (Donji Dorćol), entrambe luoghi da visitare assolutamente. Qui, tra le altre cose, è consigliata la visita alla cittadella di Kalemegdan dove è possibile ammirare le antiche rovine romane.

Il quartiere di Vračar è il più piccolo della città e offre bar e locali in quanto è principalmente residenziale. Da visitare qui c’è la cattedrale ortodossa più grande del mondo, il Saint Sava Temple. Facile raggiungerlo dalle altre zone cittadine perché si raggiunge a piedi ed è collegato molto bene anche con i mezzi pubblici.

 

 

 

 

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La regione del Kvarner: il gioiello nascosto della Croazia

Regione del Kvarner: tra mare cristallino e montagne

Ci troviamo nel territorio del Quarnero (o Quarnaro), dal nome croato Kvarner. Un luogo affascinante disteso tra l’Istria e le tranquille isole Quarnerine di Cherso e Lussino. La regione comprende anche Fiume, con il suo vivace panorama cittadino e un patrimonio storico e culturale tutto da esplorare, collegandosi anche con la splendida Riviera di Abbazia (Opatija riviera). Proprio qui si possono ancora ammirare le splendide ville antiche spesso trasformate in hotel di lusso, i parchi ben curati e il romantico lungomare in cui passeggiare al chiaro di luna.

Ce n’è per tutti i gusti: puoi rinfrescarti nelle tranquille foreste del Montanaro oppure rilassarti sotto il sole, lungo le dorate spiagge della Riviera di Cirquenizza: il Kvarner è uno scrigno di esperienze che aspetta solo di essere esplorato.

Fonte: Luca Tabako -TB Kvarner

Kvarner

Le spiagge incontaminate del Kvarner: un paradiso marino

Per coloro che cercano il massimo relax il Quarnero custodisce i luoghi perfetti in cui godersi la natura e immergersi delle sue acque cristalline: le isole di Lošinj (Lussino), Cres (Cherso) e Krk (Veglia) incantano con le loro spiagge incontaminate e i paesaggi verdi lussureggianti che le abbracciano.

Tra le spiagge più suggestive troviamo: San Biagio (Sv. Blaž), Piccolo bok (Mali bok), Grotte azzurre (Plave Grote) e Lubenizze, nell’isola di Cherso, oppure le spiagge di Cikat, Kadin e Veli Zal nell’isola di Lussino. A Veglia (Krk), che rientra anche nel territorio di Quarnerolo (più a est), si possono ammirare le spiagge di Vela Luka e Vela plaža o la Spiaggia dorata (Punat/Stara Baška).

Queste isole croate offrono lo sfondo perfetto per una vacanza rigenerante. Che tu voglia rilassarti in un lussuoso resort con vista sull’Adriatico o che tu sia intenzionato a esplorare calette nascoste e baie isolate, le isole del territorio del Quarnero promettono serenità e tranquillità ad ogni angolo.

Fonte: Luka Tabako

Località balneare di Baska

Immergiti nei sapori del Kvarner: un viaggio gastronomico speciale

Il viaggio tra le bellezze del Kvarner non può non comprendere anche la scoperta del suo ricco patrimonio culinario.

La città di Fiume e i suoi dintorni sono vivaci località anche dal punto di vista culinario. Qui puoi assaggiare prelibatezze a base di pesce fresco e gustosi piatti tradizionali che portano con sé le influenze dei sapori mediterranei e centro-europei dei secoli passati.

Nella riviera che ospita la città di Abbazia (Opatija), eleganti resort mostrano le offerte gastronomiche della regione, con ristoranti lussuosi che promettono di vivere esperienze legate all’alta cucina.

Assicurati di provare le squisite specialità del Kvarner, come la pasta šurlice con salsa di agnello o l’iconico gambero del Kvarner, un ottimo esempio della maestria culinaria della regione.

Fonte: TB Opatija

Gambero del Kvarner – Opatija

Mentre il sole estivo tramonta sulle paradisiache spiagge del Kvarner, non potrai che raccogliere i ricordi indelebili di una vacanza immersa in paesaggi mozzafiato e alla scoperta della vibrante cultura croata..

Che tu abbia trascorso le tue giornate sdraiato su spiagge dorate baciate dal sole, esplorando città storiche o gustando la deliziosa cucina locale, una cosa è certa: il Quarnero lascia un’impressione memorabile su tutti coloro che visitano questo territorio unico. Allora, perché aspettare? Inizia a pianificare la tua vacanza da sogno al Kvarner e scopri la bellezza e il fascino del  gioiello nascosto della Croazia.