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Il Lago Vittoria, il gigante d’Africa: cosa vedere e cosa fare

Il Lago Vittoria, tra Tanzania, Uganda, Kenya, Ruanda e Burundi, è il più grande dell’Africa e il secondo al mondo dopo il Lago Superiore in Nord America. Questo enorme bacino di acqua dolce di 68.870 km² nell’area centro-orientale del continente, rappresenta una risorsa vitale per milioni di persone ma è anche un luogo di straordinaria biodiversità, storia e cultura. Un ecosistema ricco e complesso, formatosi quasi 400.000 anni fa, che ospita più di 200 specie di pesci ed  è fondamentale per la sopravvivenza delle popolazioni locali.

Il suo nome occidentale si deve all’esploratore britannico John Hanning Speke, primo uomo bianco a raggiungerlo nel 1858, che chiamò il lago “Vittoria” in onore dell’allora regina d’Inghilterra. Principale sorgente del fiume Nilo, che  da qui scorre verso Nord fino al Mar Mediterraneo, il lago è un santuario per ippopotami e coccodrilli, che popolano le sue rive e isole, e per gli scimpanzé che abitano l’isola di Ngamba, in Uganda.

Il Lago Vittoria però è un gigante fragile, minacciato dal cambiamento climatico e dalle attività antropiche: negli anni ’50, ad esempio, l’introduzione del persico del Nilo, che avrebbe dovuto incrementare la produzione ittica, ha avuto invece effetti devastanti sull’ecosistema, portando all’estinzione di molte specie di pesci endemici e a un drastico cambiamento della biodiversità del lago.

ippopotami nilo

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Gruppo di ippopotami a bagno nelle acque del Lago Vittoria

Una risorsa vitale sotto minaccia

Il Lago Vittoria è cruciale per la sopravvivenza di circa 40 milioni di persone che vivono lungo le sue coste e per la fauna del territorio. Principale fonte di acqua dolce per la regione, ne supporta l’agricoltura, offre l’approvvigionamento idrico alle città vicine come Kisumu, in Kenya, Kampala, in Uganda e Mwanza, in Tanzania, ed è sede di una delle più grandi industrie ittiche del mondo. Vivido esempio di quanto le risorse naturali siano fragili e vulnerabili, la sua conservazione dipende in primo luogo dalla collaborazione tra i Paesi che ne condividono le acque: per preservare questo patrimonio naturale servono politiche per uno sviluppo e una gestione delle risorse sostenibili. Le sue acque sono oggi minacciate da numerosi fattori:

  • La pressione demografica. Con milioni di persone che vivono lungo le sue rive, ha portato a un aumento esponenziale delle attività agricole e industriali, senza adeguati sistemi di depurazione delle acque. Gli inquinanti come pesticidi, fertilizzanti e mercurio, utilizzato dai cercatori d’oro, hanno gravemente danneggiato l’ecosistema del lago.
  • L’eutrofizzazione. Si tratta di un fenomeno causato dall’eccessivo apporto di sostanze nutritive nelle acque, che favorisce la crescita di piante infestanti come il giacinto d’acqua che, oltre a soffocare la vita sotto la superficie, ostacola la navigazione e danneggia la pesca. La presenza di giacinti d’acqua è diventata così massiva che satelliti hanno documentato come il loro proliferare in vastissime aree del lago abbia creato una vera e propria barriera vegetale.
  • Il cambiamento climatico. Gli esperti prevedono un aumento delle temperature nella regione, con conseguente aumento dell’evaporazione e potenziale abbassamento del livello del lago. Se ciò dovesse accadere, il lago potrebbe smettere di alimentare il Nilo Bianco, con gravi conseguenze per i paesi a valle, che dipendono dal flusso costante di acqua del lago per l’irrigazione e la produzione di energia idroelettrica.
  • L’oleodotto. La costruzione di un oleodotto che attraverserà il bacino del lago e la crescente industria del petrolio, rappresentano una grave minaccia. Le maree nere e l’inquinamento da greggio mettono ulteriormente a rischio la fauna e la flora del lago, compromettendo l’accesso all’acqua potabile e dunque minacciando la sicurezza alimentare della regione.
Mwanza Tanzania

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La vita nella città di Mwanza, in Tanzania, come le altre dell’area, dipende dal Lago Vittoria

Il Lago Vittoria è una delle meraviglie naturali dell’Africa. Le sue isole, la fauna selvaggia e le tradizioni culturali lo rendono una meta affascinante per i viaggiatori fin dall’epoca delle grandi esplorazioni del continente. Seppur minacciato, come abbiamo visto, da diversi fattori, il lago continua a offrire esperienze uniche di esplorazione, relax e avventura.

Un viaggio al Lago Vittoria, una crociera tra le sue isole più belle come Ukerewe, Rubondo e Ukara, i safari nelle aree circostanti, sono un’esperienza da non perdere per chi desidera immergersi nella natura selvaggia dell’Africa orientale. Le isole Ssese sono una delle principali attrazioni turistiche della zona, insieme all’isola Migingo, non lontano dalle coste del Kenya. Oltre che per la sua indiscutibile bellezza, il lago rappresenta un’importante risorsa naturale che va protetta con impegno e urgenza.

Affrontare le minacce all’ecosistema, dall’inquinamento al cambiamento climatico, è cruciale per garantire che questo enorme specchio d’acqua continui a nutrire e sostenere le popolazioni che dipendono da esso, rimanendo un’insostituibile fonte di vita, e di bellezza, per tutto l’ecosistema circostante.

Le isole del Lago Vittoria: un viaggio tra natura e cultura

Un viaggio di esplorazione del Lago Vittoria non può prescindere da quella delle tante isole che lo puntellano. Ognuna ti offrirà esperienze differenti e  indimenticabili, tra una biodiversità straordinaria e tradizioni locali da scoprire.

Ukerewe: l’isola più grande del lago

Ukerewe, situata nel tratto settentrionale del Lago Vittoria, è la più grande delle isole del lago. Ammirerai paesaggi mozzafiato e una natura incontaminata, con colline verdeggianti che salgono fino a 200 metri sopra il livello del lago. Ukerewe è una meta ideale se cerchi tranquillità e vuoi conoscere meglio la cultura locale. L’isola è densamente popolata, ma conserva ancora un’atmosfera rustica e tradizionale, con i suoi villaggi pittoreschi che vivono principalmente di agricoltura e pesca.

Rubondo: un paradiso naturale

Rubondo è una delle isole più remote e affascinanti del lago, santuario naturale protetto dal 1977, quando fu istituito il Parco Nazionale. Destinazione perfetta se ami il birdwatching, le escursioni nella natura selvaggia e la pesca sportiva. Tra la sua vegetazione lussureggiante potrai osservare una ricca varietà di specie selvatiche: scimpanzé, ippopotami e coccodrilli del Nilo.

Ukara: tra cultura e natura

Ukara è una piccola isola situata nella parte centrale del lago, ottimo punto di partenza per battute di pesca. Ukara offre anche interessanti siti storici e culturali, dove è possibile conoscere le tradizioni degli abitanti locali. Più tranquilla rispetto ad altre, è perfetta se desideri esplorare il lato autentico del Lago Vittoria.

scimpanze lago vittoria

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Osserva da vicino gli scimpanzè salvati sull’isola di Ngamba

Il santuario degli scimpanzé sull’isola di Ngamba

Conosciuta come l’Isola degli Scimpanzé, è casa di oltre 40 scimpanzé salvati da diverse situazioni che non possono essere rimessi in libertà. Avrai la possibilità di osservarli da una piattaforma sopraelevata ma in sicurezza perchè separati da una recinzione che evita il contatto. 

Isola di Ssese

L’Isola di Ssese è un autentico tesoro. Raggiungibile in aereo, in barca o in traghetto, offre bellissime spiagge sabbiose e la possibilità di fare delle lunghe escursioni a piedi o a cavallo, battute di pesca e birdwatching. 

Isola dell’Equatore 

Sai che l’Equatore attraversa il Lago Vittoria? Lo fa nell’isola Lwaji (Isola dell’Equatore), che potrai raggiungere con una gita in barca per goderti le sue tranquille acque blu e i venti leggeri e rinfrescanti che la rendono speciale. Anche questa isola ospita inoltre numerose specie di uccelli e ti sorprenderà con i suoi enormi alberi, capaci di crescere sulla roccia dell’isola.

Le attività e le esperienze più popolari

Oltre a essere una risorsa vitale per milioni di persone il Lago Vittoria, una delle principali attrazioni turistiche dell’Africa orientale, è un luogo ricco di bellezze naturali e opportunità di avventura.  Tra le esperienze più popolari ci sono:

  • Battute di pesca: le acque del lago sono ricche di specie ittiche, tra cui la tilapia e il pesce persico del Nilo. La pesca è una delle attività più tradizionali e lucrative per le popolazioni locali, ma è anche un’esperienza che attira ogni anno molti turisti;
  • Birdwatching: con oltre 200 specie di uccelli, il Lago Vittoria è un paradiso per gli appassionati di birdwatching. Le isole e le zone umide circostanti sono ricche di avifauna, tra cui la famosa gru coronata, simbolo dell’Uganda;
  • Escursioni e gite in barca: un modo perfetto per godersi la vista panoramica e scoprire le numerose isole che punteggiano la sua superficie.
crociera nilo bianco

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Partecipa a una crociera sul lato ugandese del Lago Vittoria

A pesca nel Lago Vittoria

Gli operatori locali offrono molte occasioni, tra escursioni giornaliere o più lunghe, per chi ama la pesca. Nella acque del Lago Vittoria  si pescano il tilapia, il pesce giallo e il pesce gatto, il pesce persico del Nilo. Tutto l’equipaggiamento e l’attrezzatura da pesca sono messi a disposizione dagli organizzatori.

Escursioni e gite in barca sulla rotta di Churchill

Potrai seguire il percorso che seguì Winston Churchill nel 1907 per arrivare all’esatta sorgente del Nillo, Jinja, in Uganda, dove coniò la celebre espressione “perla dell’Africa”, per descrivere la bellezza unica del Paese, con la sua meravigliosa vegetazione. Una volta a Jinja, potrai partecipare a uno dei tanti safari organizzati, compresa una visita al Centro Educativo della fauna ugandese. Potrai anche montare a cavallo per un giro nei dintorni e lungo le rive del Nilo, fare un’escursione su un vulcano o un trekking alla ricerca dei gorilla mentre se ami la velocità e il fango, potrai esplorare l’area con un quad. I più coraggiosi potranno provare il bungee jumping sul Nilo o divertirsi con il rafting, per poi rilassarsi con una tranquilla crociera al tramonto.

cicogna lago vittoria

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Il Lago Vittoria è la meta ideale per gli appassionati di birdwatching

Birdwatching sul Lago Vittoria

Migliaia di turisti arrivano qui ogni anno sperando di avvistare uccelli acquatici come lo Shoebill, il Martin Pescatore Malachite, il Tisserin Testa Nera, il Falco Nero e tanti altri, in particolare nelle zone umide di Mabamba, durante un safari guidato in barca. Un’esperienza di birdwatching memorabile.

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In Egitto, alla scoperta del tempio di Kôm Ombo

Un luogo di culto antico, in cui si sente vibrare il passato più remoto tra le pietre che sono lì da tanto tempo e che sono testimoni silenziose di una civiltà. Un’emozione che si può provare in Egitto se si visita il tempio di Kôm Ombo che è stato realizzato nel periodo della dinastia tolemaica, che ha governato il regno dal 305 al 30 a.C.

Si trova vicino all’omonima cittadina, sulla riva orientale del Nilo e a una quarantina di chilometri dalla grande città di Assuan. Pietre che ricordano il colore del sole e della terra e che sono state poste lì migliaia di anni fa a costruire un luogo di culto particolarissimo e suggestivo, un posto che vale la pena scoprire per carpire un po’ di quell’anima del passato così affascinante e, per certi versi, misteriosa.

Alla scoperta del tempio di Kôm Ombo

L’Egitto è una terra di bellezze, ricca di un passato che emerge con le sue preziose testimonianze in tanti luoghi e che ci fa sentire l’eco di un passato lontano e grandioso. Uno dei posti da visitare, se si programma un viaggio in questo Paese che sembra fare da collegamento tra Africa del Nord e Medio Oriente, è il tempio di Kôm Ombo. La sua storia è strettamente collegata a quella di Tolomeo VI, infatti è stato inizialmente costruito da lui proprio all’inizio del suo regno. Successivamente ha subito alcuni rimaneggiamenti per essere ampliato.

Su questo sito già precedentemente vi era una più antica struttura religiosa, che pare sia stata realizzata durante il Nuovo Regno, ovvero tra il 1550 e il 1069 a.C., ma ciò che possiamo ancora ammirare e apprezzare oggi è di un periodo diverso, ovvero quello greco-romano tra il 332 a.C. e il 395 d.C.

La peculiarità di questo tempio è quella di essere dedicato a due dei (il dio coccodrillo Sobek e il dio falco Har wer) e così ha due ingressi, due corti, ma anche due sale ipostile e due santuari.

Quando lo si visita si rimane affascinati dalle colonne con i suggestivi capitelli, ma anche dalle decorazioni in bassorilievi che impreziosiscono le pareti. Ragiungerlo significa fare un viaggio nel passato, anche alla scoperta di una cultura e di tradizioni lontane ed estremamente intriganti. Dal tempio, poi, si gode di una magnifica vista sull’ansa del Nilo.

Come e quando visitare il tempio di Kôm Ombo

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Come e quando visitare il tempio di Kôm Ombo in Egitto

Come e quando visitare il tempio di Kôm Ombo

Visitare il tempio di Kôm Ombo è molto facile, infatti la struttura è aperta tutti i giorni dalle sette alle 21. Il modo più bello e suggestivo per raggiungerlo, a quanto pare, è tramite fiume: navigando sul Nilo si arriva al sito rimanendo profondamente affascinati da tanta bellezza: vi sono pacchetti crociere che includono una sosta qui. In alternativa si può arrivare anche in automobile (si impiegano circa 40 minuti da Assuan) oppure in autobus.

Ma non è l’unica meraviglia da scoprire in questo luogo; infatti, accanto al tempio c’è un Museo del coccodrillo all’interno del quale si possono vedere le mummie dei coccodrilli del Nilo, con esemplari di 4,30 metri, ma anche più piccoli (di “soli” due metri). Tra le altre cose si possono ammirare statue del dio Sobek e un modello di tomba, andando alla scoperta dei metodi di sepoltura e le bare in cui veniva posto l’animale sacro. Anche questo museo mantiene gli stessi orari di apertura del tempio.

L’orario migliore per raggiungerli? Senza dubbio il fascino del tramonto è qualcosa di magico.

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Le location di Senna, la bella serie Tv sul pilota di Formula 1

Il 29 novembre 2024, Netflix ha lanciato una delle sue produzioni più attese: Senna, la miniserie brasiliana dedicata al leggendario pilota di Formula 1 Ayrton Senna.

In sei episodi, lo spettatore si ritroverà “catapultato” nella vita e nella carriera di uno dei protagonisti più carismatici del motorsport mondiale, dalla sua infanzia fino al tragico incidente durante il Gran Premio di Imola del 1994 che lo portò via troppo presto. La serie si distingue non soltanto per la cura nella narrazione, ma anche per le location suggestive in cui è stata girata, capaci di rendere omaggio al carisma di Senna.

Le location principali: tra Sud America ed Europa

Argentina: il cuore delle sequenze di gara

La provincia di Buenos Aires ha ospitato gran parte delle riprese legate alle competizioni automobilistiche. Il celebre circuito Oscar y Juan Gálvez è stato utilizzato per ricreare alcune delle gare più iconiche di Senna.

Anche Balcarce, città della stessa provincia, ha fornito un supporto essenziale: qui sono state infatti costruite molte delle auto impiegate durante le riprese, e il circuito Juan Manuel Fangio, insieme a una pista di kart adiacente, ha contribuito a dare vita alle sequenze più adrenaliniche.

Altre città argentine, come La Plata, Mar del Plata e la piccola San Cayetano, sono state trasformate in set, con il circuito di San Cayetano che ha fatto da sfondo a momenti chiave della serie.

Brasile: l’anima di Senna

San Paolo, Brasile

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Le location di Senna, la bella serie Tv sul pilota di Formula 1

Per il ritorno alle origini del pilota, il Brasile ha giocato un ruolo fondamentale. A San Paolo, città dal profondo legame con Senna, sono state sfruttate le tecnologie di uno studio di produzione virtuale. Qui, tramite avanzati effetti visivi e piattaforme mobili, è stato possibile ricreare gare emozionanti con un livello di dettaglio a dir poco impressionante.

Un’altra location brasiliana di rilievo è Angra dos Reis, nello stato di Rio de Janeiro. Oltre a essere un’importante meta turistica, con attrazioni come il Parco Nazionale di Ilha Grande e la Baia di Angra, ha aggiunto alla serie un tocco di autenticità grazie ai suoi paesaggi iconici.

Uruguay: il fascino del Víctor Borrat Fabini

Montevideo, Uruguay

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Veduta di Montevideo, Uruguay

Il circuito automobilistico Víctor Borrat Fabini, situato a Ciudad de la Costa, ha ospitato diverse riprese, regalando alla serie un’atmosfera senza eguali.

Per ricreare il celebre Gran Premio di Monaco del 1984, il team di produzione ha trasformato un vecchio aeroporto di Montevideo in un circuito temporaneo, a dimostrazione di una straordinaria capacità di adattamento scenografico.

Regno Unito e Repubblica d’Irlanda: un tocco europeo

La miniserie ha trovato spazio anche in Europa, dove alcune sequenze significative sono state girate tra il Regno Unito e l’Irlanda. Il lavoro congiunto tra registi, scenografi e tecnici ha permesso di utilizzare più location per rappresentare un unico circuito, grazie a un’attenta pianificazione e all’uso dei VFX.

Un viaggio nella vita del leggendario Ayrton Senna

La serie, realizzata con la collaborazione della famiglia del pilota, promette un racconto autentico ed emozionante.

Ripercorre gli inizi nei kart, il passaggio alla Formula Ford in Inghilterra e il debutto in Formula 1 con il team Toleman. La storia si snoda attraverso le memorabili vittorie con McLaren, le accese rivalità (in particolare quella con Alain Prost) e i successi che lo consacrarono come una vera leggenda.

Non mancano approfondimenti sulla figura complessa di Senna: il suo impegno per la sicurezza in pista, i valori umani che lo caratterizzavano e le sfide personali che affrontava lontano dal rombo dei motori.

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Mercatini di Natale a Budapest: quando andare e cosa sapere

Quando il Natale scende come un velo di magia sui tetti di Budapest, resistere al suo incanto è davvero impossibile. La capitale magiara con il possente Danubio che divide a metà Buda e Pest, a Natale si trasforma in una fiaba incantata, con la neve che che si appoggia delicata come zucchero a velo e che dà un tocco unico all’aspetto della sua città. In questo periodo dell’anno, ad amplificare l’atmosfera magica e festosa, vengono allestiti meravigliosi villaggi natalizi dove potrai fare acquisti per i tuoi regali di Natale, assaggiare pietanze tipiche e lasciarti coccolare dai profumi avvolgenti di cioccolata calda, mandorle caramellate, zucchero filato e vin brulè. Se hai deciso di visitare la splendida capitale dell’Ungheria allora prendi nota: stiamo per raccontarti tutto quello che devi sapere sui mercatini di Natale di Budapest, considerati tra i mercatini più belli d’Europa.

Mercatini di Natale a Budapest: dove trovarli

Rispetto ad altre città europee come Vienna o Parigi dove i mercatini sono tanti e distribuiti per tutto il centro storico e le piazze principali della città, i mercatini di Natale di Budapest si concentrano principalmente in due aree: Piazza Vörösmarty e alla Basilica di Santo Stefano. In questa guida ti accompagniamo in un viaggio tra le bancarelle di entrambi i mercatini, alla scoperta delle loro peculiarità e differenze.

Mercatino di Natale in Piazza Vörösmarty

Bancarella dei mercatini di Natale a Budapest

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L’artigianato locale nelle bancarelle natalizie a Budapest

Il primo mercatino che vi presentiamo è il più longevo d’Ungheria, celebre per le sue casette bianche in legno che vendono prodotti d’artigianato o delizie di tutti i tipi. Qui potrai gustare cioccolate calde on-the-go, frutta candita e alcune delle pietanze più tipiche della cucina ungherese come il kürtőskalács, un dolce tipico composto da un cilindro di pastella ricoperto di zucchero e cannella; il lángos, una focaccia fritta e condita con ingredienti a piacere e altre prelibatezze locali. Nelle giornate più fredde, un piatto fumante di Goulash è sempre molto apprezzato. Oltre al buon cibo, qui potrai trovare molte idee per i tuoi regali fatte esclusivamente a mano da sapienti artigiani ungheresi come gioielli, ceramiche, decorazioni natalizie e oggettistica di tutti i tipi. Oltre alla bellezza del mercatino in sé, ciò che toglie il fiato è anche l’atmosfera che si respira in piazza: le luci delle luminarie creano giochi di ombre sugli edifici, il presepe di legno fatto a mano sembra quasi prendere vita e il palazzo che ospita il Café Gerbeaud – storico caffè nato a metà del 1800 – si trasforma in un maestoso e scintillante calendario dell’Avvento con 24 finestre illuminate per l’occasione. Passeggiare per il mercatino di Piazza Vörösmarty è un’esperienza unica capace di trasportarti in un’atmosfera festosa anche grazie al fitto programma di spettacoli dal vivo e musica tradizionale che animano la piazza in questi giorni di festa.

Mercatino di Natale alla Basilica di Santo Stefano

Più contenuto rispetto al primo mercatino, il mercatino della Basilica di Santo Stefano regge con estrema tranquillità il confronto con il cugino situato a Piazza Vörösmarty. Con oltre un centinaio di bancarelle che offrono dolci e pietanze tipiche ungheresi e un vasto assortimento di prodotti d’artigianato ricercati e di altissima qualità, questo mercatino saprà stupirti con la sua atmosfera intima e accogliente. Qui potrai trovare delle vere chicche in vetro soffiato, legno, pelle e lana; esclusivamente realizzate a mano. E quando le temperature scenderanno di parecchio e vorrai trovare un po’ di calore, potrai recarti in una delle tante bancarelle di street food e coccolare il tuo palato con il gusto avvolgente di una scodella di Goulash o di una zuppa oppure, se sei più avvezzo alle prelibatezze zuccherine, in una calda e fumante tazza di cioccolata. Durante tutto il periodo di attività, ogni sera, un incantevole spettacolo di luci 3D viene proiettato sulla facciata della Basilica di Santo Stefano – icona per antonomasia della città di Budapest – accompagnando i visitatori in un viaggio visivo tra le pagine di alcune famose storie natalizie. Un’altra tradizione che caratterizza questo mercatino è la celebre ghirlanda adornata con quattro candele le quali, durante le quattro domeniche d’Avvento, vengono accese con delle grandi cerimonie. Se viaggi con i bambini, qui potrai trovare un’enorme pista di pattinaggio sul ghiaccio dove tutta la famiglia potrà divertirsi tra uno slalom e l’altro. È proprio per questa cura dei dettagli, per le piccole tradizioni e per gli eventi che animano il mercatino che, nonostante anche quello di Piazza Vörösmarty sia spettacolare, quello della Basilica di Santo Stefano ha conquistato il cuore di grandi e piccini fino al punto di incoronarlo come miglior mercatino di Natale di Budapest.

Mercatini di Natale minori: Parco del Municipio e Piazza Erzsébet

I mercatini di Natale di Budapest che vi abbiamo presentato sono i due più grandi e famosi di tutta la città. Ce ne sono altri due molto più contenuti e meno suggestivi ma che comunque rappresentano un’ottima alternativa per chi preferisce i luoghi meno affollati e i contesti più intimi. Si tratta del Mercatino di Natale al Parco del Municipio e quello del Mercatino di Natale di Piazza Erzsébet. Il primo si trova all’interno del parco del Municipio e presenta alcune bancarelle ricercate e decorazioni e installazioni perfette per intrattenere i più piccini. Il secondo è un mercatino che si focalizza sulle specialità gastronomiche natalizie da gustare sul momento o da acquistare come idea regalo ed è collocato appena sotto la grande ruota panoramica di Budapest.

Mercatini di Natale a Budapest: quando andare

Essendo pochi i villaggi natalizi di Budapest, si potrebbe pensare che tutti aprano e chiudano nello stesso momento. Tuttavia il mercatino di Piazza Vörösmarty,  quello della Basilica di Santo Stefano e i mercatini minori hanno un programma differente. Per organizzare al meglio il tuo viaggio li abbiamo riassunti in questo schemino:

Mercatino di Natale di Budapest – Piazza Vörösmarty

Il mercatino avrà inizio il 15 novembre e terminerà il 7 gennaio. Come orari di apertura dalla domenica al giovedì dalle 10:00 alle 20:00 per le bancarelle di artigianato, mentre quelle di gastronomia chiuderanno alle 21:00. Il venerdì e il sabato, invece, l’orario viene esteso per un’ora: artigianato fino alle 21:00; gastronomia fino alle 22:00.

Mercatino di Natale di Budapest – Basilica di Santo Stefano

Questo mercatino, invece, avrà inizio il 15 novembre e terminerà il 1° gennaio. Come orari di apertura troviamo dal lunedì al giovedì dalle 11:00 alle 21:00, il venerdì e il sabato dalle 11:00 alle 23:00, la domenica dalle 11:00 alle 21.00. Nei giorni festivi il mercatino della Basilica di Santo Stefano subisce alcune variazioni di orario, nello specifico:

  • Vigilia di Natale: aperto dalle 11:00 alle 15:00.
  • Natale: aperto dalle 11:00 alle 20:00.
  • Santo Stefano: aperto dalle 11:00 alle 20:00.

Mercatino di Natale di Budapest – Parco del Municipio

Il mercatino minore di Piazza del Municipio è in attività dal 23 novembre al 28 dicembre e sarà aperto tutti i giorni dalle 10:00 alle 21:00.

Mercatino di Natale di Budapest – Piazza Erzsébet

Il Mercatino di Natale di Piazza Erzsébet, invece, è in attività dal 27 novembre al 23 dicembre ed è aperto tutti i giorni dalle 10:00 alle 23:00.

Mercatini di Natale a Budapest: come arrivare

Per vedere i mercatini di Natale di Budapest devi, innanzitutto, raggiungere la città. Arrivare nella capitale ungherese dall’Italia è facile e veloce: puoi prendere un volo diretto con una compagnia low-cost dai principali aeroporti italiani come Milano, Roma, Venezia e Napoli. In un’ora di viaggio – due al massimo – sarai atterrato all’aeroporto Budapest Ferenc Liszt. Da lì puoi raggiungere comodamente il centro città con un bus diretto che arriva a pochi passi da Piazza Vörösmarty. Anche raggiungere i mercatini di Natale è facile e comodo poiché si trovano in pieno centro città. Puoi arrivare al mercatino di Natale in Piazza Vörösmarty a piedi o prendendo la linea M1 della metro e scendendo alla fermata “Vörösmarty tér.” Mentre, per il mercatino di Natale alla Basilica di Santo Stefano, che dista solo dieci minuti a piedi da Piazza Vörösmarty, puoi prendere la stessa linea M1 e scendere a “Bajcsy-Zsilinszky út”. Se vuoi provare un’esperienza magica di totale immersione nell’atmosfera della città a Natale puoi prendere il tram e godere di uno scenario unico.

Non è un caso che i mercatini di Natale di Budapest si siano aggiudicati più volte la prima posizione nella lista dei Migliori Mercatini di Natale d’Europa. Con le loro bancarelle in legno bianco, gli spettacoli luminosi e gli eventi che punteggiano il calendario natalizio della capitale ungherese, passeggiare in questi villaggi sarà un’esperienza davvero magica che incanterà grandi e piccini.

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Le 5 imperdibili mete lungo il Danubio

Il Danubio attraversa nove Paesi e diverse Capitali dell’Europa centrale e orientale. Alcune di queste sono città splendide, ricche di storia e di fascino, anche legate al fiume che scorre loro in mezzo e che, spesso, sono collegate tra loro da navi da crociera o anche da traghetti che percorrono brevi tratti.

Lungo i suoi 2800 chilometri, il paesaggio cambia continuamente e alcune tappe meritano davvero una sosta. Ecco le città europee lungo il Danubio dove fermarsi in un itinerario ideale.

Ratisbona

Città fiabesca nel cuore della Baviera, Ratisbona sorge nell’alto corso del Danubio ed è patrimonio culturale dell’UNESCO. I suoi suggestivi edifici storici e religiosi testimoniano una storia millenaria, caratterizzata da periodi di intenso fermento culturale e commerciale. Da non perdere una passeggiata tra i vicoli del centro storico, ammirando opere architettoniche medievali come il ponte Steinerne.

Belgrado

Collocata tra il Danubio e la Sava, la Capitale serba è rinata a nuova vita dopo la fine della guerra del Kosovo. Oggi, Belgrado è una città moderna, effervescente, la cui movida attira giovani da tutto il mondo e si spegne solo con le prime luci dell’alba. La Fortezza è il monumento più antico della città, ma non bisogna tralasciare una visita a Skadarlija, il quartiere bohèmien di Belgrado.

Bratislava

Un’energia vibrante si sparge per le strade di Bratislava, adagiata sulla riva sinistra del Danubio. La Capitale della Slovacchia è attraversata da un fermento che la spinge a cambiare rapidamente e a trasformarsi sempre più in senso moderno. Staré Mesto (la città vecchia) e Bratislavský hrad (il castello) sono le perle della Capitale slovacca. La vicinanza con i confini austriaci e ungheresi la collocano in una posizione ideale. I traghetti collegano quotidianamente la città con Vienna raggiungibile in poco più di un’ora.

Vienna

Quando si pensa al Danubio si pensa subito a Vienna. La Capitale austriaca è considerata la patria della musica, ma non solo. Musei, giardini, palazzi, ristoranti raffinati e un’animata vita notturna fanno di Vienna il luogo ideale per viaggi culturali ricchi di stimoli. Teatri e palazzi antichi si armonizzano perfettamente con edifici post moderni. I caffè e i ristorantini tipici avvolgono i visitatori in un’atmosfera da sogno.

Budapest

Tagliata in due dal Danubio, Budapest ha il fascino di Vienna, ma con ancora più vitalità. La sera, le strade di Pest si riempiono di una moltitudine allegra, attirata dai numerosissimi locali e ristoranti, e dagli animati “ruin pubs”. Ai momenti dedicati alla cultura si alternano serate di divertimento e ore di relax in uno dei tanti stabilimenti termali, veri e propri centri nevralgici della tradizione ungherese.

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Le 10 città sull’acqua, destinazioni affascinanti in tutto il mondo

Tra le città costruite sull’acqua, Venezia è senz’altro un orgoglio tutto italiano, ma la Serenissima non è certo l’unico centro urbano al mondo ad esercitare da sempre un fascino irresistibile, proprio per il fatto di unire l’architettura con la natura in un equilibrio spettacolare.

Canali, fiumi e lagune diventano vere e proprie arterie di queste città, protagoniste assolute in grado di  modellare lo sviluppo del centro stesso e l’atmosfera che lo permea. Attraversare queste meravigliose quanto suggestive (e misteriose) città sull’acqua permette di avere la possibilità, per un viaggiatore, di vedere scorci unici, dove i riflessi sull’acqua raccontano storie di antiche civiltà, modernità e cultura.

Non fermatevi a Venezia. Fate come dei veri Marco Polo e scoprite quali sono le più belle città sull’acqua del mondo.

Venezia, regina tra le città d’acqua

Venezia è senza dubbio la città sull’acqua più famosa del mondo e con la sua bellezza giochiamo “in casa”. Fondata nel V secolo d.C., la città lagunare sorge tuttora su un insieme di isole nella laguna veneta e ogni anno attira milioni di turisti, tanto da essere stata di recente sotto i riflettori per l’esperimento relativo al pagamento di un ticket di ingresso a causa del fenomeno dell’overtourism. I suoi canali, su tutti il celebre Canal Grande, sono attraversati da gondole e vaporetti e offrono una prospettiva unica dei palazzi rinascimentali e gotici che dominano il centro di Venezia. Ma la Serenissima è anche la culla del Carnevale, una delle feste più iconiche al mondo, dove maschere di finissima e pregiata fattura riempiono la città di mistero e bellezza.

Amburgo, il gigante del Nord

Adagiata con la sua eleganza sulle rive del fiume Elba, Amburgo è la città portuale più importante della Germania e la seconda più grande dell’Unione Europea. Nonostante sia una metropoli di impronta industriale, Amburgo è anche una città che ammalia grazie ai suoi scorci pittoreschi resi tali dai numerosi canali, laghi e ponti (pensate che ne conta persino più di Venezia e Amsterdam messi insieme!). Uno dei luoghi più curiosi da visitare se si è di passaggio ad Amburgo è il Miniatur Wunderland, il più grande plastico ferroviario del mondo. Oltre a questo, l’Elbphilharmonie, una sala concerti ultramoderna affacciata sul porto, è diventata ormai un simbolo iconico della città, da fotografare subito.

Amburgo, canali

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Le barche lungo i canali di Amburgo

Alappuzha, la Venezia d’Oriente

Ci spostiamo molto più lontano, prendendo l’aereo verso l’India: qui, Alappuzha, anche conosciuta come Alleppy, è attraversata da un intricato sistema di canali, lagune e laghi che la rendono un centro vivo di attività legate all’acqua. I turisti possono navigare tra le houseboats, tipiche case galleggianti, e visitare villaggi di pescatori nascosti tra le palme. Ogni anno si svolge la famosa gara delle Snake Boat, in cui barche lunghe e affusolate vengono spinte da decine di rematori, in una vera e propria festa, oltre che competizione.

Amsterdam, la Venezia del Nord Europa

Se pensate che Amsterdam sia solo coffe shop e vita notturna, significa probabilmente che non ci siete ancora stati e non avete ancora avuto il piacere di scoprire quanto questa città olandese e i suoi dintorni abbiano da offrire ai turisti. Infatti, Amsterdam è una città incredibilmente bella dal punto di vista architettonico e urbano, piena di verde e caratterizzata da un ritmo di vita rilassato, con i suoi cittadini che usano principalmente le biciclette come mezzo di trasporto, una ricca offerta culturale e ottimo street food. Amsterdam è soprannominata la “Venezia del Nord” per il suo vasto sistema di canali, che attraversano la città creando un paesaggio pittoresco. Fondata nel XVII secolo, la città ha più di 100 chilometri di canali, 90 isole e oltre 1.200 ponti. Una delle attività più popolari tra i turisti è fare un giro in barca lungo i canali, che offre viste uniche sui caratteristici edifici del Secolo d’Oro. Oltre a questo, Amsterdam è una città vibrante, con musei famosi come il Rijksmuseum, il Van Gogh Museum e la Casa di Anna Frank.

Birmingham, la città dai mille canali

Pochi sanno che Birmingham, nel cuore dell’Inghilterra, ha più chilometri di canali di Venezia. Questi canali furono costruiti durante la Rivoluzione Industriale per facilitare il trasporto delle merci e oggi sono una caratteristica affascinante della città. I turisti possono fare escursioni in barca lungo il Gas Street Basin, una zona vivace e restaurata piena di ristoranti, caffè e pub, oppure esplorare il Jewellery Quarter, il famoso quartiere dei gioiellieri.

Birmingham, canali

Fonte: iStock

I canali di Birmingham alla sera

Fort Lauderdale, Venice of America

Situata in Florida, Fort Lauderdale è spesso chiamata la Venezia d’America grazie al suo sistema di baie e canali che si estendono per oltre 250 chilometri. Qui si possono fare giri in gondola o in barca, ammirando le lussuose ville che si affacciano sui canali. La città è anche famosa per le sue spiagge e la Las Olas Boulevard, una strada ricca di boutique, gallerie d’arte e ristoranti raffinati, perfetta per passeggiare.

Fort Lauderdale, Florida

Fonte: iStock

I canali della città americana di Fort Lauderdale

San Pietroburgo, la Venezia russa

San Pietroburgo, la seconda città della Russia, è attraversata dal maestoso fiume Neva e da una rete di canali che le conferiscono un’atmosfera elegante e regale. Tra le cose da fare, un giro in barca lungo i canali è imperdibile, soprattutto in estate quando le temperature sono più miti. Durante le Notti Bianche, in giugno, la città si illumina con eventi culturali e festival. Da non perdere anche una visita all’imponente Museo dell’Hermitage, una delle più grandi collezioni d’arte al mondo.

Stoccolma, la regina del Baltico

Stoccolma si estende su quattordici isole lì dove il lago Mälaren incontra il Mar Baltico. La capitale svedese è una perfetta combinazione di natura e modernità, dove l’acqua è parte integrante del paesaggio urbano. Gli amanti della natura possono fare escursioni in kayak tra le isole, mentre gli appassionati di cultura possono visitare il Palazzo Reale, il Museo Vasa e il centro storico, Gamla Stan, con le sue pittoresche stradine medievali.

Suzhou, la Venezia d’Oriente

Suzhou, conosciuta come la Venezia d’Oriente, è celebre per i suoi antichi canali, ponti di pietra e giardini classici cinesi. Situata nella provincia di Jiangsu, è una delle città più pittoresche della Cina, con il Giardino dell’Umile Amministratore e il Giardino del Maestro delle Reti, entrambi Patrimonio dell’Unesco. I canali di Suzhou sono attraversati da tradizionali barche cinesi, offrendo ai visitatori un’esperienza autentica e rilassante.

Suzhou, canali

Fonte: iStock

I corsi d’acqua nella città cinese di Suzhou

Xochimilco, città d’acqua del Nuovo Mondo

Situata nei pressi di Città del Messico, Xochimilco è famosa per i suoi coloratissimi canali e le trajineras, tipiche imbarcazioni tradizionali decorate con fiori e motivi vivaci. Qui, i turisti possono noleggiare una barca e navigare tra i canali accompagnati da musicisti mariachi e gustando piatti della cucina messicana direttamente a bordo. Questo sito, dichiarato Patrimonio dell’Umanità dall’Unesco, è anche un’affascinante finestra sulla cultura e le tradizioni azteche.

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Tevere Day 2024 festeggia il fiume di Roma nuovo patrimonio Unesco

Roma si prepara a celebrare un traguardo di grande prestigio per il suo fiume. In occasione della sesta edizione del Tevere Day, in programma dal 7 al 13 ottobre 2024, è stato annunciato l’inserimento del tratto del fiume che attraversa il centro storico della capitale tra i beni tutelati dall’Unesco. Un riconoscimento significativo per l’associazione Tevere Day, che da anni si impegna per il rilancio e la valorizzazione del fiume, promuovendo iniziative che coinvolgono l’intera città.

Un evento di punta per Roma

Ormai entrato nel calendario dei grandi eventi della capitale, il Tevere Day è una manifestazione di punta per Roma, capace di unire il divertimento e la riflessione sul futuro del principale corso d’acqua cittadino. Organizzata con il contributo di Roma Capitale e parte del programma dell’Estate Romana 2024, la sesta edizione si svolgerà lungo 84 chilometri di sponde del Tevere, coinvolgendo numerosi quartieri della città e località limitrofe come Ostia e Fiumicino.

Circa 140 eventi diffusi animeranno le rive del fiume, con punti focali situati al Lungotevere degli Anguillara, al Ponte della Musica e a Scalo de Pinedo. Il Tevere Day non sarà limitato solo alla città di Roma, ma si estenderà anche ai parchi naturali di Nazzano Tevere Farfa, Ostia Antica e Fiumicino con i Porti Imperiali, regalando ai partecipanti un’immersione nelle bellezze naturali e storiche del territorio.

Il riconoscimento Unesco

“A rendere ancora più significativa questa edizione, inoltre, è il nuovo ruolo del fiume Tevere che, per il tratto che attraversa il centro storico della capitale, verrà riconosciuto quale patrimonio Unesco,” ha dichiarato Sabrina Alfonsi, Assessora all’Agricoltura, Ambiente e Ciclo dei rifiuti di Roma Capitale, durante la conferenza stampa di presentazione del Tevere Day 2024, ufficializzando il riconoscimento del fiume tra i beni tutelati dall’Unesco, non solo per la sua valenza storica, ma anche per il suo valore ambientale e culturale. Un risultato importante, che sarà celebrato e approfondito nel corso di un convegno dal titolo “Tevere patrimonio del mondo”, in programma l’8 ottobre all’Ara Pacis.

Alessandro Onorato, Assessore ai Grandi Eventi, Sport, Turismo e Moda di Roma Capitale, ha sottolineato l’importanza del fiume come elemento unificante della città: “Il Tevere è il filo conduttore che lega le ricchezze di Roma, dal Circo Massimo a Ostia Antica. Organizzare giornate per valorizzarlo è un’idea vincente, e continueremo a sostenerla in futuro”.

Tevere Day

Fonte: Ufficio Stampa Tevere Day

Battello sul fiume, Tevere Day, Roma

Un programma per tutte le età

Il Tevere Day 2024 vuole essere una festa per tutti, con eventi e attività pensate per ogni fascia d’età. Tra le attività previste, spiccano escursioni in bicicletta, aperitivi in barca sotto i ponti del fiume, sport all’aria aperta come canoa, canottaggio, pesca e scherma. I più giovani potranno partecipare a lezioni di skateboard e roller, mentre le famiglie avranno l’opportunità di godere delle numerose iniziative sportive e culturali, tra cui visite guidate alle mostre e tour storici lungo le sponde del fiume.

A partire dal 7 ottobre, si inizierà a celebrare il fiume con gli incontri “Parliamo di Tevere” all’interno dei luoghi della cultura della città, tra librerie, biblioteche e musei, in cui saranno invitati scrittori, esperti e personaggi che parleranno del Tevere, raccontando storie, aneddoti, progetti e nuove iniziative legate al suo recupero e alla sua valorizzazione.

Per i più piccoli, saranno organizzati laboratori didattici e attività di sensibilizzazione ambientale, tra cui le “Lezioni di Ambiente”, un progetto educativo rivolto alle scuole che si terrà dall’11 al 13 ottobre, coinvolgendo studenti di ogni grado in esperienze a contatto con la natura e il fiume, promuovendo la conoscenza della biodiversità e l’educazione ambientale.

Aperture straordinarie

Tra le novità di quest’anno, spicca l’apertura straordinaria del murale “Carnevale Romano” di Orfeo Tamburi, custodito nel Palazzo dell’Anagrafe. Questo evento speciale, curato dal Municipio 1, è un ulteriore segnale dell’impegno dell’associazione Tevere Day nel promuovere la cultura anche al di là delle sponde del fiume.

Un’altra esclusiva sarà l’apertura dei siti archeologici dell’Ospedale Fatebenefratelli dell’Isola Tiberina, tra cui il Tempio di Giove Giovario, mai accessibile prima al pubblico, assieme ai Sacconi Rossi, al Refettorio, alla Chiesa di S. Giovanni Calibita, alla Sala Capitolare. Questi luoghi, ricchi di storia e fascino, rappresentano un’opportunità unica per scoprire tesori nascosti nel cuore di Roma.

Tra gli appuntamenti più attesi, torna anche il Festival Musicale dei Municipi, un evento che vedrà la partecipazione di orchestre di quartiere, bande e cori provenienti dai vari municipi di Roma. Un’occasione per godere della musica popolare e tradizionale, creando un’atmosfera festosa lungo le rive del Tevere.

Con oltre 200 associazioni coinvolte e un programma che spazia dallo sport all’intrattenimento culturale, il Tevere Day 2024 si preannuncia come un evento imperdibile per romani e turisti. Gli organizzatori, sostenuti da partner prestigiosi come Bulgari, puntano a consolidare l’importanza del fiume non solo come risorsa naturale, ma come simbolo di identità e coesione per la città.

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Crociere gourmet, le più belle esperienze a bordo con chef stellati

Le crociere gourmet sono sempre più diffuse a bordo delle navi più eleganti del mondo, dove rinomati chef stellati creano menù esclusivi, trasformando ogni pasto in un’esperienza indimenticabile. Del resto, non potrebbe esserci momento migliore di una crociera a tema per combinare il piacere della navigazione con esperienze gastronomiche di alto livello.

Dai più classici itinerari nel Mediterraneo alle navigazioni fluviali lungo il Danubio, fino ai viaggi nei fiordi norvegesi con cene firmate da maestri della cucina internazionale, le crociere gourmet rappresentano il perfetto connubio tra esplorazione culturale e piaceri del palato. Ecco allora una panoramica delle più belle esperienze da vivere a bordo di navi lussuose, dove il mare diventa un palcoscenico per chef stellati di fama mondiale.

Massimiliano e Raffaele Alajmo a bordo di Crystal Cruises

Gli ospiti delle navi Crystal Serenity e Crystal Symphony potranno a breve gustare le creazioni degli chef stellati Massimiliano e Raffaele Alajmo, che porteranno la loro esperienza culinaria nell’esclusivo ristorante Osteria d’Ovidio su entrambe le unità della flotta Crystal Cruises. Con una carriera caratterizzata dal perfetto equilibrio tra tradizione e innovazione, coronata dall’aver mantenuto le tre stelle Michelin per ben 22 anni, i fratelli Alajmo offriranno un’esperienza gastronomica che celebra la ricca tradizione della cucina italiana.

Il menu dell’Osteria d’Ovidio sarà annunciato prossimamente e prevederà l’utilizzo di ingredienti freschi e locali, inclusi prodotti speciali dall’Italia. Inoltre, gli ospiti avranno l’opportunità di cenare nei rinomati ristoranti degli Alajmo, Le Calandre a Padova e Grancaffè & Ristorante Quadri a Venezia, grazie alle escursioni organizzate da Abercrombie & Kent.

Questa nuova iniziativa rafforza ulteriormente l’impegno di Crystal Cruises verso l’eccellenza culinaria, una compagnia che già vanta l’unico ristorante Nobu in mare, Umi Uma, e che ha recentemente annunciato che entro la fine dell’anno sarà inaugurato anche il nuovo Beefbar di Riccardo Giraudi.

Chef Max e Raf Alajmo

Fonte: Crystal Cruises

Gli Chef Massimiliano e Raffaele Alajmo

 

Il primo Culinary Masters’ Cruise 2024

Partirà il prossimo 16 ottobre a bordo della nave Marina di Oceania Cruises la prima edizione della Culinary Masters’ Cruise, un’esperienza esclusiva dedicata agli amanti della buona cucina guidata da due Maîtres Cuisiniers de France, Alexis Quaretti ed Eric Barale. Durante il viaggio, i passeggeri avranno l’opportunità di immergersi completamente nell’arte culinaria attraverso esperienze gastronomiche raffinate ed eventi speciali.

L’itinerario di 10 giorni porterà i viaggiatori da Malta a Civitavecchia, toccando alcune delle destinazioni gastronomiche più celebri del Mediterraneo, tra cui Kotor in Montenegro; Dubrovnik e Spalato in Croazia, Bari e i porti greci di Corfu and Katakolon. Gli ospiti potranno partecipare a dimostrazioni culinarie dal vivo, discutere di cucina con gli chef in esclusivi panel, e gustare cene a tema presso The Terrace Café, dove verranno serviti piatti preparati con ingredienti freschi locali.

Inoltre, sarà possibile prenotare esperienze personalizzate, tra cui tour culinari nei porti visitati e degustazioni di vini a bordo. La crociera prevede anche l’esclusivo Gala Seafood Brunch, un’esperienza di alta cucina solitamente riservata solo agli eventi di lancio delle navi.

Culinary Masters' Cruise

Fonte: Oceania Cruises

Gli chef della Culinary Masters’ Cruise di Oceania

Le crociere a tema di Windstar Cruises

Nel 2025, Windstar Cruises celebrerà il decimo anniversario della sua prestigiosa partnership con la James Beard Foundation, espandendo la serie di crociere tematiche culinarie che hanno reso famosa la compagnia e accogliendo a bordo cinque chef di fama internazionale: Jamilka Borges, José Mendin, Jennifer Hill Booker, Jennifer Jasinski e Larry Forgione.

In qualità di compagnia di crociere ufficiale della James Beard Foundation, Windstar condivide la missione della fondazione: celebrare e sostenere i talenti della cultura gastronomica americana, promuovendo standard di eccellenza culinaria basati su capacità, equità e sostenibilità.

Le crociere tematiche James Beard Foundation del 2025 offriranno agli ospiti l’opportunità di interagire direttamente con gli chef attraverso cene esclusive con abbinamenti di vini, dimostrazioni culinarie a bordo e tour dei mercati locali accompagnati dagli chef.

Esperienze uniche che porteranno gli ospiti in destinazioni spettacolari tra cui il Mar Baltico e il Mediterraneo. È qui che si svolge la crociera “Spanish Symphony” con lo chef José Mendin: 8 giorni da Lisbona a Barcellona a bordo dell’ammiraglia Wind Surf con partenza il 12 aprile, durante la quale sono previste una cena con lo chef con abbinamento di vini, due cooking class e un tour del mercato con lo chef.

Il 29 giugno partirà invece da Stoccolma la Star Legend per la crociera “Baltic Beauty” di 11 giorni con la Chef Jennifer Hill Booker; mentre dal 27 agosto la Chef Jennifer Jasinski sarà a bordo di Wind Surf nella crociera di 9 giorni “Adriatic Archipelagos & Greek Goddesses” da Venezia ad Atene.

Il ristorante stellato sulle navi Costa

Costa Crociere ha unito le forze con tre chef del calibro di Bruno Barbieri, Hélène Darroze e Ángel León, che hanno rielaborato con il loro inconfondibile tocco personale le ricette più autentiche delle destinazioni visitate durante la navigazione. Le loro creazioni si possono gustare presso il ristorante Archipelago, presente su Costa Smeralda e Costa Toscana, che offre un’esperienza culinaria unica con tre menù esclusivi, uno per ciascuno chef.

Ogni menù è composto da cinque portate che raccontano il viaggio attraverso i sapori del mare, ideati con particolare cura per gli ingredienti, provenienti principalmente da produttori locali, e per la preparazione, al fine di ridurre gli sprechi alimentari. L’innovativo design del ristorante, con tavoli “isola” circondati da sculture di rame e legni di recupero, riflette l’attenzione alla sostenibilità.

Inoltre per permettere a tutti gli ospiti di vivere un viaggio gastronomico che anticipi le emozioni delle mete raggiunte, nei ristoranti principali di tutte le navi Costa sono serviti i “Destination Dishes”, ricette create dai tre chef che reinterpretano le tradizioni culinarie delle località che gli ospiti visiteranno il giorno successivo.

Chef Bruno Barbieri su nave Costa

Fonte: Costa Crociere

Chef Bruno Barbieri firma i menu stellati di Costa Crociere

Le crociere gourmet Maris 2025 di Swan Hellenic

Le crociere gourmet Maris in programma nel 2025 a bordo delle eleganti navi di design SH Diana e SH Vega rappresentano il connubio perfetto tra l’eredità culturale delle spedizioni Swan Hellenic e l’expertise culinaria degli chef internazionali di JRE-Jeunes Restaurateurs. Si tratta di viaggi che offrono esperienze gastronomiche uniche, con menù accuratamente selezionati che riflettono le iconiche destinazioni esplorate.

Ogni viaggio Maris è caratterizzato dalla creatività straordinaria di chef stellati sotto i 40 anni, riconosciuti a livello internazionale, tra cui anche due italiani, Federico Pettenuzzo (1 Stella Michelin) e Alberto Basso. Nel 2025, sono in programma dieci crociere Swan Hellenic Maris, dall’Artico all’Europa e al Mediterraneo, con nove viaggi su SH Diana e uno su SH Vega.

Durante queste crociere, gli ospiti potranno gustare piatti esclusivi ogni sera, culminando in una Cena di Gala che metterà in mostra la piena creatività degli chef, ispirati da tradizione, sostenibilità e ingredienti locali di qualità. Inoltre, gli chef Maris offrono dimostrazioni culinarie e conducono escursioni gastronomiche a terra, condividendo la loro arte e passione con gli ospiti, rendendo ogni crociera un’esperienza memorabile.

Si comincia con lo chef svizzero Heribert Dietrich (1 stella Michelin) a bordo della crociera di 9 notti della SH Diana lungo la costa atlantica europea, da Lisbona a Portsmouth, con partenza il 12 maggio 2025. Sarà poi la volta dello chef italiano Federico Pettenuzzo (1 stella Michelin) con la crociera di 11 notti che salperà l’11 agosto da Lisbona diretta a Palermo costeggiando la costa nordafricana. Mentre lo chef Alberto Basso sarà a bordo dell’itinerario di 10 notti da Palermo a Venezia, con partenza dal capoluogo siciliano il 22 agosto.

Le Gavroche at Sea sulle navi Cunard

Il celebre chef Michel Roux, due stelle Michelin, torna a bordo delle navi Cunard per una nuova serie di residenze esclusive di Le Gavroche at Sea nel 2025. Tra aprile e agosto l’acclamato chef supervisionerà quattro residenze durante emozionanti crociere nei Fiordi Norvegesi, a bordo delle navi Queen Anne e Queen Mary 2.

Il primo evento si terrà a bordo della Queen Mary 2, dal 6 aprile, con un raffinato menù degustazione di cinque portate durante una crociera di sette notti nei Fiordi. Successivamente, Roux porterà la sua arte culinaria sulla Queen Anne l’11 maggio, dove gli ospiti potranno gustare le sue specialità di pesce e i suoi grandi classici.

Il 15 agosto, Roux tornerà sulla Queen Mary 2 per un’altra residenza, completando poi la serie di eventi esclusivi a bordo della Queen Anne il 31 agosto. Durante ogni crociera, Roux terrà dimostrazioni culinarie dal vivo e incontri con gli ospiti, raccontando la sua straordinaria carriera di oltre 40 anni e firmando copie dei suoi libri.

Oltre a queste residenze, Roux lancerà una nuova raffinata proposta a base di frutti di mare, con ostriche servite ogni sera presso The Champagne Bar (Queen Mary 2) e Carinthia Lounge (Queen Anne).

chef Michel Roux

Fonte: Cunard

Chef Michel Roux a bordo delle navi Cunard nel 2025

Sinfonia d’Autunno sul Danubio

Alta cucina protagonista anche della crociera fluviale Sinfonia del Danubio di Avalon Waterways, un viaggio di 7 giorni tra Vilshofen e Budapest, immersi nei colori vibranti della natura e nella cultura dell’Europa Centrale, attraverso Germania, Austria, Slovacchia e Ungheria. Partendo il 21 ottobre, questa crociera in lingua italiana offre un’esperienza culturale rilassante, con escursioni guidate di città storiche come Vienna, Bratislava e Budapest, nonché la pittoresca valle di Wachau, famosa per i suoi vigneti. A bordo, gli chef di Avalon Waterways trasformano ogni pasto in un’esperienza gourmet, utilizzando ingredienti locali per creare piatti raffinati accompagnati da vini internazionali, ma sono previsti anche speciali momenti conviviali come barbecue all’aperto o tapas al tramonto, che rendono ancora più gustosa la crociera.

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Friuli, un’escursione panoramica con vista sul Tagliamento

Il Tagliamento è un fiume unico.

Non per i suoi 170 chilometri di lunghezza, dalle sorgenti sul Passo della Mauria a 1195 metri di altitudine fino a sfociare nell’Adriatico tra Lignano Sabbiadoro e Bibione, che lo rendono il più lungo ed importante del Friuli. Non, o almeno non solo, per gli intrecci della Storia, che lo videro protagonista tanto in epoca napoleonica quanto durante la rovinosa ritirata seguente alla disfatta di Caporetto, o le righe della letteratura, che da Hemingway a Pasolini ne hanno toccato le sponde.

La caratteristica che lo rende singolare è che si tratta di un braided river, un fiume a canali intrecciati. Il solo a scorrere nell’intero arco alpino ad aver mantenuto questa caratteristica morfologica grazie a un limitato intervento dell’uomo sul suo corso.

Quando si attraversa uno dei tanti ponti che in Friuli portano da una parte all’altra del fiume più rilevante della regione si intuisce immediato il significato di braided river: come sinuose trecce dalle volontà indipendenti, molteplici canali portano le cristalline acque del Tagliamento da monte a valle all’interno di un grande, ampio letto di ghiaia, intrecciandosi e separandosi più volte. Sono canali mutevoli, che modificano continuamente il proprio corso, tanto che quando si attraversa il medesimo ponte e si guarda giù, magari dopo un periodo di assenza, si trova un fiume diverso, un panorama cambiato e cangiante.

Fonte: Getty Images

I canali intrecciati del corso del Tagliamento

L’unicità del Tagliamento, che condivide questa caratteristiche con un risicato numero di fiumi in Europa e con una quantità più sostanziosa nel mondo intero, rende altrettanto unico anche il contesto paesaggistico all’interno del quale il fiume si muove.

La valle del medio Tagliamento, quella che orientativamente si trova tra Venzone e Pinzano al Tagliamento, offre una occasione perfetta per scoprirlo: qui il fiume si trova ad attraversare territori con una altitudine piuttosto bassa, contornati di montagne le cui vette non raggiungono grandi sommità, ma che per il forte dislivello rispetto al principale corso d’acqua che le attraversa permettono di bearsi gli occhi con panorami eccezionali.

Un esempio? Dalla cima del Monte Cuar, 1478 metri sopra il paese di Forgaria del Friuli, nel Gemonese, si gode di un panorama sensazionale sul corso del Tagliamento, su alcuni suoi affluenti e sulle montagne circostanti.

Per raggiungere la sommità della montagna esiste un sentiero ad anello, un’escursione semplice e divertente alla portata dei più.

Friuli, escursione al Monte Cuar

Monte Cuar Friuli Tagliamento

Fonte: Lorenzo Calamai

Il Lago di Cavazzo visto dal Monte Cuar

L’escursione per salire al Monte Cuar prende le mosse dal Cuel di Forchia, una sella da dove passa la strada sterrata che arriva dal vicino paese di Avasinis e che è uno snodo di molti sentieri della zona.

Percorrendo la SP41 con provenienza Trasaghis, si raggiunge la frazione di Avasinis e si svolta a sinistra su via Novedet. La stretta strada asfaltata si impenna quasi subito, trasformandosi in una tortuosa stradella di montagna. La si segue per circa 8 chilometri, fino ad arrivare al Cuel di Forchia, contraddistinto da una vistosa segnaletica del CAI, con tanti cartelli in legno che indicano diverse direzioni per imboccare altrettanti sentieri.

Qui ci si trova di fronte a una scelta, poiché l’anello per la salita al monte Cuar si può percorrere in entrambi i sensi: il sentiero 815 sale per un sentiero comodo e largo, con una pendenza inizialmente molto morbida, che si fa più ostica solamente negli ultimi due chilometri dei sei che si devono percorrere per arrivare alla cima; il sentiero 816, invece, sale da Cuel di Forchia alla cima in un paio di chilometri appena, brusco e ripido, e arriva alla croce sommitale.

Uno lo si percorre in salita, l’altro lo si percorre in discesa, tenendo conto che anche scendere comporta la sua fatica. I tempi di percorrenza sono simili, il dislivello in salita molto simile. Il primo passa dalle rovine di alcune piccole stalle e costruzioni contadine: i fianchi della montagna, oggi meta soprattutto di escursionisti, erano fino agli anni Settanta sfruttati per l’agricoltura e l’allevamento. Rigogliosi cespugli di lamponi costeggiano il sentiero, quasi tutto al riparo di un fitto bosco. Il secondo, dal sapore più impervio e immediatamente montano, corre lungo il costone roccioso più ripido del monte: si chiama cuar, in friulano corno, per via di questa sua forma protrusa, proprio come un balcone panoramico.

Monte Cuar Friuli Tagliamento

Fonte: Lorenzo Calamai

I pascoli attorno al Monte Cuar

Lungo il sentiero 815 si trova inoltre una malga, poco sotto la cima del monte, tra pascoli verdeggianti. È aperta al pubblico e ci si può rifocillare assaggiando i prodotti tipici locali. Da qui già si gode di una splendida vista sul versante nord-orientale, con il Monte Festa e il Monte San Simeone che vegliano sul Lago di Cavazzo, le vette della Carnia alle loro spalle.

Il panorama sul corso del Tagliamento

Quando si avvista l’ampia croce che simboleggia la vetta del Monte Cuar, si percorrono con energia gli ultimi passi per arrivare fino in cima. È il momento di far viaggiare lo sguardo lungo le valli del Tagliamento e del torrente Arzino, uno degli affluenti del fiume che scorre in una vallata adiacente, incassato tra tornite colline sul lato destro del panorama, incuneandosi fino alla confluenza nel fratello maggiore.

All’estrema sinistra, incassato tra le montagne circostanti, il Lago di Cavazzo offre bella mostra di sé, con le sue acque cristalline. Accanto fa il suo ingresso sulla scena il Tagliamento, che proviene dalla sua parte più montana: l’ampio letto grigio, sinuosamente tagliato dai canali più grandi e dai rivoli più piccoli, si espande di fronte all’ampia pianura di Gemona del Friuli e di Osoppo.

Monte Cuar Friuli Tagliamento

Fonte: Lorenzo Calamai

Il Tagliamento scorre verso sud oltre il Monte di Ragogna

Spostando lo sguardo verso destra, lo si osserva lambire il Monte di Ragogna, un colle che ricorda la schiena di un gigantesco dinosauro che emerge dalla pianura circostante. Dietro, le colline intorno a San Daniele del Friuli. La vista si perde verso l’orizzonte mentre il fiume continua la sua intrecciata e vorticosa discesa verso sud, nella pianura udinese.

Lo sguardo spazia a 360 gradi, consentendo di ammirare la corona di montagne nobili che spuntano all’orizzonte e lo circondano, regalando quel tipo di pienezza sensoriale che riescono a dare i panorami che, con un’espressione trita ma assolutamente efficace, chiamiamo mozzafiato.

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Friuli, dal Natisone all’Isonzo: lungo il fiume in bicicletta

Non c’è, in Italia, altra regione così brulicante di torrenti e fiumi balneabili e brillanti come il Friuli. La regione all’estremo nord-est del nostro paese è un vero e proprio regno delle acque, capace di conquistare i più indefessi amanti del turismo fluviale e di stupire al contempo anche i novizi del wild swimming.

Ad aumentare esponenzialmente l’attrattiva delle sponde di alcuni dei fiumi e dei torrenti friulani c’è la possibilità, non così frequente, di poterle esplorare in sella a una bicicletta, sfruttando magari alcuni dei percorsi ciclabili pensati per i visitatori della regione.

Pensate a quando andate in bicicletta nella vostra città: piste ciclabili intermittenti, automobilisti imprudenti, l’inquinamento che neutralizza il piacere del movimento a due ruote. Niente a che vedere con l’esperienza di pedalare tranquilli a stretto contatto con la natura che regala la ciclovia che collega Cividale del Friuli a Tolmin, in Slovenia, e che collega le rive del fiume Natisone a quelle dell’Isonzo.

Due corsi d’acqua straordinari. Il Natisone attraversa una valle stretta, dall’altitudine assai limitata, con usi, costumi e cultura separati da quelli del resto del Friuli. Le sue acque tendono allo smeraldino, sempre limpide e pure, raramente fredde (una rarità per certi corsi montani). L’Isonzo ha metà del suo corso in territorio italiano, ma le sue spiagge più belle, caratterizzate da piscine naturali con acque turchesi e cristalline su un fondale di sassolini bianchissimi, si trovano in Slovenia, nella zona compresa tra Kranjska Gora e Tolmin.

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Il Natisone poco fuori da Cividale

Le due vallate, di qua e di là dal confine di Stato, hanno il vantaggio di mantenersi su un’altitudine media relativamente bassa, mentre i fianchi delle montagne si impennano ai loro lati. Così, anche per il ciclo-amatore alle prime armi non è impresa impossibile percorrere i 45 chilometri che compongono il percorso: il dislivello totale dell’intero percorso è di appena 350 metri, alla portata della maggior parte delle persone, e pertanto adatto a intere famiglie.

Cividale del Friuli, la partenza

La partenza del percorso ciclistico è a Cividale del Friuli, piccolo gioiello delle Valli del Natisone, di cui è anche il centro decisamente più rilevante.

Nata in epoca romana con il nome di Forum Iulii, dalla cui contrazione nasce il toponimo Friuli che andrà ad indicare l’intera regione, Cividale è un borgo storico, con un centro che merita una prolungata visita.

Vi si entra attraversando il Ponte del Diavolo, che permette di attraversare una vertiginosa gola dove scorre il fiume Natisone. Si accede quindi a Piazza del Duomo, con il duomo cinquecentesco che si trova di fronte al bel Palazzo comunale, ornato a sua volta dalla statua di Giulio Cesare, fondatore della città.

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Fonte: Lorenzo Calamai

Cividale del Friuli vista dalle sponde del Natisone

In fondo alla piazza, sul lato opposto, si trova il Museo archeologico nazionale di Cividale del Friuli, ospitato in quello che fu il Palazzo dei Provveditori veneti, elegante edificio di impronta palladiana. Il Museo ospita soprattutto reperti del passato longobardo della città, che fu capoluogo del ducato stabilito in Friuli dopo la caduta dell’impero romano.

Altra mirabile testimonianza del passato di Cividale è il Tempietto longobardo, piccolo gioiello di architettura e scultura facente parte del complesso religioso di Santa Maria in Valle, all’estremità orientale del centro storico.

Il Museo archeologico nazionale e il Tempietto longobardo sono i due luoghi che fanno parte del sito seriale dell’UNESCO I Longobardi in Italia: i luoghi del potere, che raggruppa le tracce del passaggio storicamente, architettonicamente e artisticamente importante della popolazione longobarda nella Penisola, al fianco di luoghi come Benevento, Brescia, Campello sul Clitunno, Spoleto.

Partendo dal centro storico di Cividale prende quindi le mosse la pedalata lungo il corso del Natisone per giungere nella valle dell’Isonzo. Si risale il corso d’acqua sulla sponda in sinistra orografica sfruttando la pista ciclabile in sterrato ben tenuto fino alla vicina frazione di Ponte San Quirino, quindi si passa sull’altro lato e si attraversano tutte quelle piccole frazioni di San Pietro al Natisone che ospitano alcuni dei più bei luoghi dedicati al wild swimming lungo il fiume, soste ideali per una pedalata col giusto ritmo.

Le piscine naturali del Natisone lungo il percorso

Fin dalle prime battute, il percorso ciclistico affronta piste ciclabili dedicate o strade secondarie molto poco trafficate. In più, ci sono diversi spot dov’è possibile abbandonare la bicicletta per qualche decina di minuti, rinfrescandosi nelle più belle spiagge d’acqua dolce del fiume Natisone.

Poco dopo l’attraversamento del Natisone in località Ponte San Quirino, ad esempio, si arriva a Vernasso.

Qui l’area predisposta alla nota, chiassosa sagra locale, si trasforma in un gioiellino di pace e tranquillità durante la settimana. Vi si trova una larga spiaggia per metà costituita da sassi e per metà da un bel prato d’erba. Il fiume si allarga tranquillo in un’ampia piscina naturali dove rinfrescarsi in totale relax.

Non lontano, in località Oculis, è possibile una piccola deviazione: percorrendo una stradina tra i campi sulla destra si arriva a un piccolo ponte pedonale. A fianco del ponte un sentierino porta al letto del torrente e a una bella spiaggia riparata dalle fronde degli alberi. Le acque del Natisone scorrono placide all’ombra delle chiome: un luogo ideale per i giorni più caldi d’estate.

Superata la località di Cras si giunge all’incrocio con il ponte che attraversa il fiume. Mentre il percorso ciclabile continua seguendo le indicazioni per Antro e imbocca la strada sterrata sulla destra a pochi metri dall’incrocio, gli appassionati di wild swimming possono imboccare, anche in bici, il sentiero che scende a pochi metri dal ponte. Conduce a un’ampia radura boschiva a stretto contatto con una spiaggia in uno dei punti più belli del Natisone: una cascatella delimita l’inizio di un tratto molto spettacolare, con grosse conformazioni rocciose decorate da una timida vegetazione che sorgono dal letto del fiume, che sotto di loro raggiunge una elevata profondità.

Trampolini ideali per un acrobatico tuffo nelle temperate acque del Natisone, mentre l’ampia piscina naturale garantisce anche lo spazio per qualche rilassante bracciata.

Un’altra piccola piscina naturale si trova dietro al campo sportivo di Pulfero, che viene fiancheggiato dal percorso ciclistico che, infine, si sposta lungo la Strada statale 54 fino a Stupizza e poi al confine con la Slovenia.

A Stupizza l’ultima possibile deviazione per un bagno nel Natisone: in concomitanza della fermata dell’autobus del paesino, si seguono le indicazioni per il percorso tematico il Villaggio degli Orsi e la strada bianca che porta al ponte sul fiume. Da qui si accede alla lunga spiaggia di sassolini bianchi, con tanto spazio per sistemarsi (e anche per appoggiare le bici, se serve). La piscina naturale migliore si trova risalendo di un centinaio di metri a monte del ponte.

La Valle dell’Isonzo e lo sconfinamento in Slovenia

friuli ciclabile natisone isonzo
L’Isonzo scorre in terra slovena

Oltrepassato il confine nei pressi di Stupizza, si prosegue per qualche chilometro lungo il corso del Natisone sloveno, quindi si piega a oriente in direzione Tolmin, piegando verso la valle dell’Isonzo.

È qui che le cose si fanno un po’ più avventurose: il percorso lascia l’asfalto per uno sterrato comunque non impegnativo, tagliando per le campagne fino a Kobarid, quella che fu Caporetto, nota per la battaglia della Prima guerra mondiale.

Proprio in questo luogo carico di storia e di fascino, nel quale merita fermarsi a riprendere fiato, si incontra l’altro grande fiume di questo splendido viaggio a due ruote: da qui in poi si costeggia l’Isonzo fino a Tolmin, scendendo verso sud con lo sguardo rapito dagli scorci sulle sue acque turchesi e incredibilmente attraenti.

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Una delle meravigliose spiagge sull’Isonzo

Poco a sud di Kobarid, in località Ladra, si trovano un paio di tratti di fiume splendidi, con ampie spiagge di sabbia sulle sponde delle acque turchesi del fiume.

Infine anche a Tolmin, termine ultimo della splendida pedalata, l’Isonzo regala un paio di splendidi spot per il wild swimming proprio a margine della città: dove il torrente Tolminka si getta nell’Isonzo formando un’enorme piscina naturale.

Così, anche una volta scesi dal sellino, ci sarà spazio per un ultimo tuffo prima del ritorno a casa.