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Castello di Limatola, il meraviglioso maniero che a Natale si trasforma in una fiaba

Nel cuore della Campania, tra le verdeggianti colline del Sannio solcate dal fiume Volturno, sorge un castello da fiaba che in un’occasione speciale dell’anno apre le porte trasformandosi in un villaggio di Natale dei sogni: è il Castello di Limatola, in provincia di Benevento, un’antica e affascinante fortezza normanna che sembra sospesa nel tempo.

Le pietre che compongono le sue imponenti mura sembrano ancora sussurrare le storie di dame e cavalieri, di battaglie e amori segreti. Finemente restaurato dopo anni di degrado, oggi ospita un hotel ed eventi privati, ma conserva intatto il fascino storico delle testimonianze di un passato remoto.

Il castello normanno rinato dopo l’abbandono

Costruito nel XII secolo dai Normanni, sui resti di un’antica torre longobarda, il maniero fu per secoli dimora di sovrani e famiglie potenti: tra le sue mura hanno vissuto dinastie come gli Aragonesi, i Sanseverino, fino ai Conti Della Ratta, che nel Quattrocento lo trasformarono in una raffinata residenza rinascimentale, e vi hanno soggiornato personaggi illustri come Carlo I d’Angiò e Garibaldi.

Le sue torri di pietra, le corti maestose e le sale affrescate raccontano ancora oggi storie millenarie di banchetti sontuosi, intrighi di corte e segreti celati nei secoli, rendendo questo castello una delle più suggestive testimonianze medievali del Mezzogiorno.

Il meraviglioso Castello di Limatola

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Le mura imponenti del Castello di Limatola

Nel Rinascimento, il castello visse una nuova stagione di splendore con interni arricchiti con affreschi ispirati alla Gerusalemme Liberata e alle grandi leggende cavalleresche. La chiesa palatina di San Nicola, al suo interno, conserva ancora il portale romanico e preziose opere del pittore Francesco da Tolentino, tra cui il polittico del 1527 con la Madonna col Bambino. La fortezza ospita anche un museo con testimonianze degli eventi storici del territorio, tra cui dipinti del 1861 che raffigurano la battaglia del Volturno.

Dopo un lungo periodo di abbandono, il maniero è rinato nel 2010 grazie alla famiglia Sgueglia, che ne ha curato un restauro minuzioso, riportandolo al suo antico splendore. Oggi, il Castello di Limatola è un luogo magico dove il tempo sembra sospeso: sede di eventi, mostre e celebrazioni, ma anche rifugio di pace e bellezza, dove il passato e il presente si intrecciano in un abbraccio di pura meraviglia.

Il Natale al Castello di Limatola

Durante il periodo natalizio, ogni anno, il Castello di Limatola si trasforma in un paesaggio da fiaba con il suo mercatino di NataleCadeaux al Castello“, uno dei più amati d’Italia.

Luci, profumi, artigianato di qualità, gastronomia e spettacoli si uniscono per dare vita a un evento coinvolgente che richiama centinaia di migliaia di visitatori da tutt’Italia.

Nel 2025, la XVI edizione dei mercatini di Natale al Castello di Limatola si tiene nei weekend di novembre (dal 7 al 9, dal 14 al 16, dal 21 al 23) e ininterrottamente dal 28 Novembre al 14 dicembre. Il tema? “Cirque de Noël”, un omaggio al mondo del circo e alla sua meraviglia senza tempo.

L’ingresso al mercatino di Natale è a pagamento, con biglietti acquistabili anche online attraverso il sito ufficiale Castellodilimatola.it. Per gli adulti ha un costo di 10 euro, per bambini dai 3 ai 10 anni di 5 euro, mentre è gratuito per bimbi sotto i 3 anni e persone con disabilità. Vengono offerti anche pacchetti famiglia consultabili sul sito web del castello.

Mercatino di Natale al Castello di Limatola

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Il suggestivo mercatino di Natale al Castello di Limatola

Dove si trova

Il Castello di Limatola domina dall’alto la valle solcata dal fiume Volturno e lo splendido borgo medievale di Limatola, in provincia di Benevento (Campania), regalando una vista spettacolare sul paesaggio circostante. In particolare, sorge tra il massiccio del Taburno, il monte Maggiore e i monti Tifatini, a pochi chilometri dal confine con la provincia di Caserta.

È facilmente raggiungibile in auto percorrendo l’autostrada A1 Napoli–Roma, con uscita a Caserta Sud, per poi proseguire lungo la SS7 Appia fino a Limatola (circa 20 km).

Chi viaggia in treno può scendere alla stazione di Caserta o Dugenta-Frasso Telesino, entrambe a circa 15-20 minuti di distanza, e proseguire con autobus o taxi locali. Diversi collegamenti bus regionali partono ogni giorno da Benevento e Caserta in direzione del borgo, rendendo il Castello di Limatola una meta comoda da raggiungere anche senza automobile.

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Cosa vedere in Irpinia: viaggio tra borghi, natura e leggende

Nel cuore della Campania, lontano dalle rotte più battute e immersa in un paesaggio che alterna montagne, vallate e borghi sospesi nel tempo, si trova l’Irpinia, una terra fiera della propria identità, dove la natura incontra la storia e ogni paese conserva ancora un’anima antica.

Qui è dove il silenzio delle colline si intreccia al suono delle campane dei piccoli centri medievali, mentre le strade si perdono tra vigneti, castagneti e antiche abbazie che raccontano secoli di devozione e bellezza.

I borghi storici più belli

L’Irpinia è un mosaico di borghi, ognuno con la propria voce e un fascino discreto che conquista passo dopo passo. Nusco, conosciuto come il “balcone dell’Irpinia”, si affaccia sulla valle del fiume Ofanto con un panorama che toglie il fiato: le stradine lastricate si arrampicano verso il centro storico, dove il tempo sembra essersi fermato tra le case in pietra e le antiche porte in legno.

Gesualdo, invece, respira arte e musica. Il castello che veglia sull’abitato ricorda la figura di Carlo Gesualdo, principe e compositore del Rinascimento, che rese il borgo un centro di vita culturale e artistica. Frigento, arroccato su un’altura che domina il paesaggio tutt’intorno, vanta una vista sconfinata sulle valli e sui monti dell’Irpinia e conserva un impianto medievale tuttora leggibile, con vicoli stretti che si aprono su piazzette e antichi palazzi.

Via del centro storico del borgo di Frigento, Irpinia

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Scorcio del centro storico del borgo di Frigento

Zungoli, con il suo dedalo di scalinate, archi e grotte scavate nella roccia, è uno dei borghi più suggestivi d’Italia, insignito anche del titolo di Bandiera Arancione del Touring Club, e vive un’atmosfera sospesa tra passato e presente, in cui la vita quotidiana scorre lenta, tra le botteghe e il castello normanno.

Monteverde, infine, colpisce per la sua posizione spettacolare e per la capacità di unire memoria e innovazione. Inserito nel circuito dei Borghi Più Belli d’Italia, custodisce un castello imponente, vicoli lastricati e un panorama che abbraccia la valle dell’Ofanto. Ogni anno si anima grazie a rievocazioni storiche e spettacoli multimediali che ne raccontano la storia millenaria.

E ad Avellino, il capoluogo, si respira l’eleganza di una città che conserva il legame profondo con la sua identità religiosa e artistica. Il Duomo dalla facciata neoclassica, la Cripta dell’Addolorata e la Torre dell’Orologio rappresentano un itinerario ideale per scoprire le radici di una comunità che ha saputo rinnovarsi senza dimenticare il proprio passato.

Un viaggio tra natura e storia

L’Irpinia è una terra di paesaggi ampi e incontaminati, dove la natura è protagonista assoluta. Il Lago Laceno, a Bagnoli Irpino, è una delle tappe più amate, un altopiano che si apre tra i Monti Picentini, in un abbraccio di boschi di faggi e pascoli che si tingono di colori diversi a ogni stagione. In estate è una meta perfetta per escursioni e picnic, mentre in inverno diventa un piccolo paradiso per chi ama la neve. La leggenda racconta che tra queste montagne si aggiri ancora il “lupo irpino”, simbolo di forza e mistero, animale raro e protetto che incarna lo spirito selvaggio di queste terre.

Non lontano, il Parco Archeologico di Compsa a Conza della Campania rivela i resti dell’antica città romana: tra le rovine emergono tracce di templi, terme e strade basolate che riportano indietro di secoli, mentre il panorama che si apre tutt’intorno aggiunge un senso di silenziosa grandezza. Accanto al sito, l’Oasi WWF di Conza regala un’altra dimensione di bellezza, quella della natura incontaminata. Laghetti, sentieri e osservatori permettono di ammirare gli uccelli migratori che sostano durante i loro lunghi viaggi.

Veduta del Lago Laceno, Irpinia

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Tutto il fascino del Lago Laceno

Uno sguardo all’Alta Irpinia

Più a sud, l’Alta Irpinia svela paesaggi ancora più intimi, dove la spiritualità e la leggenda incontrano la storia. L’Abbazia del Goleto, nei pressi di Sant’Angelo dei Lombardi, è tra le tappe più affascinanti della Campania. Fondata nel XII secolo, custodisce secoli di fede e di arte. Tra le sue mura si respira un senso di pace profonda, accentuato dal silenzio che avvolge il complesso monastico e dai colori dorati della pietra che cambiano con la luce del giorno.

A Rocca San Felice, la natura si fa misteriosa con la Mefite, un laghetto solfureo che emana vapori e gas dal sottosuolo. Gli antichi la consideravano la porta degli inferi, un luogo sacro alla dea Mefite, divinità italica delle acque e dei vapori. Oggi resta uno dei fenomeni naturali più suggestivi dell’Italia meridionale, affascinante e inquietante al tempo stesso.

Non mancano infine i castelli, come quello di Bisaccia, dall’imponente struttura che domina il borgo dall’alto, o quello di Monteverde, che sembra custodire i segreti di secoli di battaglie e di vita nobiliare.

Ingresso dell'Abbazia del Goleto a Rocca San Felice, Irpinia

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Scorcio dell’Abbazia del Goleto
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Alla scoperta di Frigento, borgo panoramico tra i più belli d’Italia

In cima a un colle che domina vallate e orizzonti, Frigento si apre come un grande balcone affacciato su ben cinque regioni: durante le giornate limpide, lo sguardo corre fino al Molise, alla Basilicata, alla Puglia, all’Abruzzo, e naturalmente, sulla Campania, la terra che lo ospita. Un panorama da togliere il fiato, che gli è valso il nome di “Balcone d’Irpinia”, ma anche un cuore antico, custode di una storia millenaria e di un’identità culturale forte e radicata.

Inserito tra i Borghi più belli d’Italia, il borgo campano è anche memoria, architettura, arte e spiritualità, un luogo in cui il tempo scorre più lento, tutto da vivere e scoprire.

Cosa vedere a Frigento tra panorami infiniti

Panorama dal borgo di Frigento in Campania

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Il bellissimo panorama di Frigento

Adagiato a 911 metri sul livello del mare, Frigento si sviluppa lungo un crinale che regala a ogni angolo scorci sempre nuovi: uno dei punti più suggestivi è la Panoramica Limiti, una strada pedonale di circa 700 metri che ne delimita il bordo estremo. Tre loggiati si aprono come quinte su un panorama che sembra non finire mai: colline, valli, borghi lontani, cime montuose. Nei giorni più limpidi si distinguono perfino i massicci del Matese e della Maiella, come presenze familiari all’orizzonte.

Simbolo religioso e identitario è la Cattedrale di Santa Maria Assunta in Cielo. Antica e solenne, fu insignita del titolo di “Cattedrale” quando il paese fu sede vescovile. Si ritiene che le sue origini risalgano addirittura all’epoca paleocristiana, anche se la struttura attuale (con tre navate, abside semicircolare e cappelle laterali) è il risultato di restauri avviati dopo il devastante terremoto del 1732.

A pochi passi, un altro edificio storico racconta un frammento prezioso della vita culturale del paese: la Casa della Cultura, ospitata nel Palazzo De Leo, dove nacque e visse Marciano De Leo, canonico e letterato settecentesco. Oggi il palazzo è sede della Biblioteca Civica, del Museo Archeologico e della Civica Raccolta d’Arte “Pina Famiglietti”, che conserva una raffinata collezione di stampe d’autore, dono del maestro stampatore Angelo Gabbanini. Il Museo Civico Archeologico accompagna in un percorso che racconta l’anima più profonda del territorio: da un lato, la vocazione agricola, rappresentata dal grano e dal lavoro dei campi; dall’altro, le numerose iscrizioni di epoca romana rinvenute nella zona.

Salendo verso il punto più alto del borgo, si raggiungono le Cisterne Romane. Realizzate in opus incertum e risalenti all’età repubblicana, formavano un sistema idrico di undici ambienti, di cui oggi se ne conservano quattro, tre dei quali visitabili. Entrando in tali cavità, fresche e silenziose, si percepisce la sapienza costruttiva degli antichi Romani e il bisogno profondo di rendere abitabile ogni angolo della terra.

Infine, passeggiando tra i vicoli di Frigento, si incontrano palazzi gentilizi del XVIII e XIX secolo, impreziositi da portali in pietra locale, tornati al loro splendore grazie ai restauri successivi al terremoto del 1980.

Dove si trova Frigento e come arrivare

Panorama collinare da Frigento, Campania

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Il verde panorama da Frigento

Frigento si trova in provincia di Avellino, nella parte nordorientale della Campania, a 911 metri di altitudine. La sua posizione su un colle lo rende perfetto per godere di panorami unici e per esplorare l’Irpinia più autentica, lontana dalle rotte turistiche affollate.

Chi arriva in auto da nord può uscire dall’A1 a Caserta, proseguire sulla A30 fino a Nola e poi imboccare la A16 verso Bari, uscendo a Grottaminarda. Da qui, le strade provinciali SP36 e la SS303 conducono a destinazione.
Da Napoli, la via più comoda è la A16, sempre in direzione Bari, fino a Grottaminarda.
Chi proviene da sud lungo la A2, può uscire a Salerno, prendere la E841 fino ad Avellino, poi la E842 verso Bari e da Manocalzati rientrare sulla A16 fino a Grottaminarda.

Per chi preferisce i mezzi pubblici, Frigento è servita da autobus extraurbani Air Campania, con partenze regolari da Avellino, distante circa 40 chilometri. In treno, non ci sono stazioni ferroviarie dirette: si può scendere a Benevento o Avellino e da lì proseguire in autobus con le stesse linee Air Campania.

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Terme di Agnano: momenti di relax tra acque termali e fascino storico

La meta del benessere perfetta in Campania per rimettersi in forma? Le Terme di Agnano, un luogo unico ricco di fascino millenario, incastonato nel paesaggio suggestivo di Napoli, che propone ai visitatori molto più di una semplice pausa di relax. Sono diverse le offerte messe a disposizione agli appassionati delle acque calde, ma anche agli amanti della storia: proprio così, queste terme propongono piscine termali naturali, antiche Stufe di San Germano, un istituto estetico avanzato e percorsi archeologici.

Se volete trascorrere un weekend rigenerante tra benessere, cultura e cura di sé, questo è il luogo perfetto per voi.

Come arrivare alle Terme di Agnano

Le Terme di Agnano si trovano in Via Agnano Astroni 24, nella zona ovest di Napoli e possono essere raggiunte sia in auto che con i mezzi pubblici.

Se arrivate con la vostra auto, dalle autostrade prendete e percorrete la tangenziale (direzione Pozzuoli) fino allo svincolo 11 “Agnano terme” e seguite le indicazioni segnaletiche per le Terme di Agnano. Con i mezzi pubblici, invece, potete prendere la linea 2 della metro e scendere alla fermata Stazione Campi Flegrei. Da qui salite sull’autobus 502 o C2 o C6 e scendete alla fermata situata proprio di fronte alle terme. Oppure, scendete alla fermata Stazione Bagnoli Agnano Terme (a piedi 8 minuti) e prendete la linea dell’autobus C3, anche questa ferma di fronte alle terme.

In alternativa, su prenotazione, la struttura offre un comodo servizio navetta che può essere richiesto tramite email.

Giorni di apertura e orari delle Terme di Agnano

Tra le terme imperdibili della Campania, quelle di Agnano sono aperte dal martedì al sabato dalle 9:30 all’1:00 con chiusura anticipata alle 19:00 il mercoledì e il giovedì e alle 20:00 la domenica. Le Stufe di San Germano, saune naturali a calore secco, sono invece aperte il martedì, il venerdì e il sabato dalle 9:30 alle 00:00, mentre il mercoledì, il giovedì e la domenica fino alle 20:00.

I prezzi delle Terme di Agnano

Le Terme di Agnano offrono sia ingressi singoli che abbonamenti ed è sempre necessaria la prenotazione:

  • dal martedì alla domenica: 35 euro per tutta la giornata;
  • ingresso combinato piscine termali e Stufe di San Germano: 80 euro (con offerte periodiche a 60 euro da consultare sul sito)
  • abbonamento con 5 ingressi: 175 euro o 100 euro in base alle offerte periodiche;
  • esperienza termale alle terme con musica ogni venerdì: 18 euro;
  • ingresso serale con aperitivo il sabato (calendario da consultare sul sito): 80 o 140 euro in base all’evento.

Trattamenti e servizi delle Terme di Agnano

Tra le terme più belle da visitare in Italia, quelle di Agnano vantano oltre duemila anni e propongono un’ampia offerta di trattamenti. Sono presenti le piscine termali alimentate da acque ricche di minerali, benefiche per corpo e mente, immerse in un contesto naturale suggestivo.

Presso l’Istituto Estetico Avanzato, parte del complesso delle Stufe di San Germano, vengono proposti trattamenti per viso e corpo, massaggi e servizi di epilazione laser.

Punto di forza delle Terme di Agnano è la Spa Termale delle Stufe di San Germano: saune naturali a calore secco, uniche al mondo, apprezzate da secoli per le loro proprietà terapeutiche e depurative con temperature che variano dai 40 ai 75 gradi, ampie aree relax e super relax, oltre a una piscina di acqua dolce.

Temporaneamente sospesi, quando riprenderanno potrete scoprire la storia delle terme partecipando agli Archeopercorsi, tra sentieri suggestivi e reperti archeologici.

Informazioni utili sulle Terme di Agnano

Le Terme di Agnano sono facilmente raggiungibili in auto, con ampi parcheggi gratuiti a disposizione dei visitatori. La struttura è accessibile anche alle persone con mobilità ridotta, con rampe e servizi dedicati. Per informazioni generali o prenotazioni, è possibile contattare la reception telefonicamente, dove il personale fornisce dettagli su orari di apertura, pacchetti benessere e attività disponibili. Gli ambienti termali includono piscine, saune e spazi relax, tutti progettati per garantire comfort e sicurezza durante la visita.

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Estate sul Mar Tirreno, i luoghi imperdibili tra calette segrete, borghi sul mare e acque da cartolina

Senza ombra di dubbio, uno dei tratti di costa più belli, vari e sorprendenti del nostro Paese è quello che si affaccia sul Mar Tirreno. Da nord a sud, questa porzione di mare bagna oltre 3.000 chilometri di costa, toccando Toscana, Lazio, Campania, Basilicata tirrenica, Calabria occidentale, Sicilia nord-orientale e parte della Sardegna. Una fascia costiera lunga, frastagliata, piena di curve, golfi, promontori e isole (dove ogni tratto ha una personalità diversa).

Sul Mar Tirreno, quindi, si può passare dalle spiagge bianche dell’Argentario alle scogliere vulcaniche delle Eolie, dalle acque trasparenti del Cilento al mare ruvido e aperto del Lazio. Scopriamo insieme quali sono le mete top per l’estate.

Monte Argentario, Toscana

Una delle migliori mete sul Tirreno per l’estate è il Monte Argentario, con le sue scogliere selvagge, mare trasparente e piccoli borghi che conservano ancora un’anima autentica. Porto Santo Stefano è il cuore vivo del promontorio, con il suo porto pieno di barche e una passeggiata perfetta per le serate estive.

Porto Ercole, più intimo ed elegante, regala scorci pittoreschi tra vicoli e forti spagnoli affacciati sul mare. I veri tesori, però, si scoprono via mare: calette come Cala del Gesso, Cala Piccola o Mar Morto sono raggiungibili in barca o a piedi, ma valgono tutta la fatica richiesta.

Un piccolo consiglio da non perdere: la mattina presto dedicatevi a una camminata nella Riserva della Feniglia, tra pini, daini e sabbia finissima.

Monte Argentario, Porto Ercole

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Veduta di Porto Ercole

Isola di Ponza, Lazio

Meravigliosa è anche l’Isola di Ponza, nel Lazio, che durante la bella stagione mette a disposizione un equilibrio perfetto tra mare spettacolare, ritmi lenti e autenticità. L’isola, la più grande dell’arcipelago pontino, ha un’anima semplice ma magnetica: case color pastello affacciate sul porto, barche di pescatori che vanno e vengono, e quella luce mediterranea che rende tutto più intenso.

Le spiagge più belle, come Chiaia di Luna, Cala Feola o Lucia Rosa, si raggiungono spesso via mare, e il suggerimento è proprio questo: affittate una barchetta e girate l’isola da soli, fermandovi dove vi ispira. Ponza non è modaiola, ma ha uno stile tutto suo, fatto di serate tranquille, cene in terrazza e bagni nelle acque trasparenti delle sue grotte.

Costiera Amalfitana, Campania

Non poteva di certo mancare la straordinaria Costiera Amalfitana, zona del nostro Paese che colpisce chiunque perché si presenta come un mix travolgente di bellezza, caos elegante e panorami che restano negli occhi. I borghi, da queste parti, sembrano arrampicati sulla roccia: Positano con le sue scalinate fiorite, Amalfi col suo Duomo dorato e Ravello che guarda il mare dall’alto in silenzio.

Le spiagge sono spesso piccole e strette, incastonate tra pareti verticali e mare blu profondo, e si raggiungono a piedi o via mare. È bene sapere, però, che la vera Costiera si vive nelle ore meno affollate: al mattino presto, quando i bar profumano di sfogliatelle calde, o la sera, nei vicoli illuminati da lanterne e voci basse. Meglio ancora se ci si arriva in barca, scivolando tra calette segrete e porticcioli nascosti.

Maratea, Basilicata

Degna di nota è anche l’estate che offre Maratea, in Basilicata, che è l’ideale per chi desidera mare vero, silenzio e paesaggi ancora intatti. Qui la costa è corta ma spettacolare, con grotte marine, scogliere a picco e calette nascoste raggiungibili solo a nuoto o con piccole barche. Il borgo antico, arrampicato sul monte, è un labirinto di vicoli in pietra, chiese silenziose e terrazze da cui si vede tutta la costa lucana.

Il momento migliore per vivere Maratea è al tramonto, quando il sole colora di arancio le rocce e il Cristo Redentore domina tutto dall’alto, in silenzio. Le spiagge, come Cala Jannita, la Spiaggia Nera o Acquafredda, hanno acque profonde e trasparenti, lontane dalle folle. Non è una meta per chi cerca la movida, ma per chi vuole sentire l’estate addosso, senza distrazioni.

Zambrone, Calabria

Poi ancora Zambrone, affascinante località della Calabria, in cui la stagione calda ha il sapore semplice e intenso del sud vero: mare cristallino, spiagge bianche e un ritmo lento che costringe a rallentare. Situato lungo la Costa degli Dei, a pochi chilometri da Tropea, è un tratto di costa della regione lambito da acque turchesi.

La spiaggia del Paradiso del Sub, suo gioiello per eccellenza, è un piccolo Eden nascosto tra rocce e vegetazione, che i local raggiungono con sentieri brevi ma scoscesi o direttamente via mare. Le giornate qui scorrono tra bagni infiniti, snorkeling in fondali limpidi e serate tranquille con vista sullo Stromboli all’orizzonte.

Salina, Sicilia

Voliamo ora a Salina, meravigliosa isola delle Eolie, fatta di quiete, profumi intensi e un mare che cambia colore a ogni ora del giorno. È la più verde e rigogliosa dell’arcipelago, famosa per i suoi capperi, la malvasia e un paesaggio che alterna scogliere laviche a terrazze coltivate. I due vulcani spenti, Fossa delle Felci e Monte dei Porri, dominano l’isola e offrono trekking panoramici con viste mozzafiato su Lipari, Stromboli e Alicudi.

Tutto questo vuol dire che il vero lusso qui è la semplicità: una granita di gelsi al porto di Santa Marina, un bagno al tramonto nella baia di Pollara (resa celebre da “Il Postino”), o una giornata in barca tra scogli neri e calette raggiungibili solo via mare. A Salina non serve fare molto: basta esserci, respirare forte e lasciarsi andare al suo ritmo lento.

San Teodoro, Sardegna

San Teodoro, sulla costa tirrenica della Sardegna nord-orientale, è uno di quei posti che d’estate sembrano fatti apposta per starci bene: spiagge lunghissime come La Cinta, fondali bassi e acqua trasparente, sabbia bianca e fine come borotalco. Al mattino, se ci si arriva presto, pace e silenzio regnano, e nelle ore calde soffia spesso un vento leggero che salva dall’afa.

In zona ci sono spiaggette spettacolari come Cala Brandinchi, chiamata “Tahiti” dai locali, e luoghi più selvaggi come Capo Coda Cavallo o Punta Molara, dove fare snorkeling tra posidonia e stelle marine. Alle spalle delle spiagge c’è la laguna con i fenicotteri rosa, e appena si sale sul Monte Nieddu, si vede tutto dall’alto: mare, isole, silenzio.

La sera il centro del paese si anima con mercatini, musica dal vivo e artigianato, ma resta sempre a misura d’uomo.

Cala Brandinchi, San Teodoro

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Veduta della magnifica Cala Brandinchi

Baratti e Populonia, Toscana

C’è poi l’estate di Baratti e Populonia, in Toscana, che si rivela un tuffo nella storia e nella natura selvaggia insieme. Baratti, con la sua baia tranquilla e le acque cristalline, è il luogo migliore per chi cerca relax lontano dalla folla, mentre Populonia, l’antica città etrusca, regala scorci archeologici unici affacciati sul mare.

Anche qui, il vero segreto è perdersi tra i sentieri del Parco Archeominerario, in cui si intrecciano rovine, antiche miniere e panorami spettacolari sulla costa toscana. Da queste parti non si viene solo per il mare, ma per vivere un pezzo del nostro passato, le nostre origini, immersi nella macchia mediterranea, con il profumo delle erbe aromatiche che accompagna a ogni passo.

Montalto di Castro, Lazio

Un’altra valida scelta sul Mar Tirreno è Montalto di Castro, in provincia di Viterbo, dove “tranquillità” è la parola d’ordine: tutto è perfettamente a portata di mano. Il mare, spesso pulito e in alcuni tratti poco affollato, lambisce spiagge di sabbia fine che si allungano quasi senza terminare, perfette per lunghe passeggiate al tramonto (che è magnifico).

Il borgo, con le sue strade tranquille e qualche locale tipico, conserva un’atmosfera autentica, lontana dal turismo di massa. Vale assolutamente la pena esplorare anche la campagna circostante, con le sue aree naturali protette e percorsi ciclabili immersi tra ulivi e pini. In più, proprio in zona prende vita la magnifica area archeologica di Vulci, un parco che unisce natura e storia con resti etruschi immersi in un paesaggio rigoglioso.

Marina di Camerota, Campania

Voliamo ora a Marina di Camerota, in Campania, con mare cristallino, paesaggi selvaggi e un’atmosfera autentica che non si trova ovunque. Qui la costa del Cilento si apre con spiagge di sabbia dorata e calette nascoste tra le rocce, ideali per chi ama esplorare e allontanarsi dalla folla. Il borgo conserva quel fascino da paese di pescatori, con mercati di pesce freschissimo e locali dove assaporare la cucina cilentana più vera.

Il modo migliore per vivere Marina di Camerota è al mattino presto, quando il mare è calmo e trasparente, o la sera, con una passeggiata lungo il lungomare illuminato e un gelato in mano. Da non perdere una visita alle grotte marine, soprattutto la famosa Grotta Azzurra, raggiungibile solo via barca, che regala uno spettacolo di colori unico.

Scilla, Calabria

E poi  il suggestivo borgo di Scilla, in Calabria, arroccato sulla costa tirrenica e affaccia sullo Stretto di Messina, con le sue case colorate e il castello Ruffo che domina il paesaggio. Le spiagge sono piccole, ma il mare è limpido e profondo, perfetto per chi ama nuotare e fare snorkeling tra fondali ricchi di vita.

Camminando per le sue strade è facile ascoltare storie di pescatori e leggende antiche, come quella della mitica Scilla e Cariddi. Il momento più magico però è quello del calar del sole, quando il cielo si incendia di colori e tutto intorno si fa silenzioso, permettendo di vivere un’esperienza che resta nel cuore.

Baunei, Sardegna

Infine Baunei, lungo la costa orientale della Sardegna, che si presenta aspro, selvaggio e bellissimo. Niente stabilimenti, niente passeggiate sul lungomare: qui si cammina, si scala e si rema. Ma quando si arriva a Cala Goloritzé o Cala Mariolu, si viene accolti da un’acqua così limpida da sembrare vetro, scogli bianchi e fondali blu profondo.

Le cale non si raggiungono in auto. Piuttosto ci si arriva in barca o con trekking anche duri, ma ogni passo toglie un peso di dosso. Il paese in sé, abbarbicato sulla montagna, è tranquillo, sincero e lontano dal casino del turismo massivo. I più curiosi, inoltre, possono salire sul Supramonte, tra canyon, nuraghi e panorami che sembrano infiniti, o tuffarsi nelle piscine naturali del Golgo.

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Il Cilento in estate: ecco cosa vedere e cosa fare

C’è un angolo d’Italia che in molti non conoscono, dove l’estate conserva ancora il sapore autentico di una volta, quello delle cose semplici. Un luogo dove il mare sembra quasi fondersi con la vicina montagna, dove i borghi parlano con la voce della pietra e dei profumi antichi. È il Cilento, terra selvatica e gentile della Campania meridionale, luogo che in estate si trasforma e si svela ai suoi visitatori in tutto il suo splendore e la sua meraviglia, lontano dalle rotte più frequentate dal turismo di massa. Visitare il Cilento significa fare un salto fuori dal tempo, immergersi in un paesaggio che cambia continuamente, dove una curva porta al mare e l’altra a un bosco fitto, e subito dopo ci si ritrova in un paese dal volto tipico della Campania, ancora autentico.

Ma cosa vedere e cosa fare nel Cilento d’estate? Andiamo alla scoperta di questa bellissima terra italiana.

Spiagge e calette da sogno: il mare che non t’aspetti

Il Cilento accoglie i suoi viaggiatori con una costa che lascia letteralmente senza fiato. Le spiagge del Cilento sono spesso racchiuse tra falesie, ovvero grandi coste rocciose e continue che si gettano a picco sul mare, alcune delle quali è possibile anche scalare, e la macchia mediterranea, che crea un contrasto suggestivo per i bagnanti. Coste lambite da un mare trasparente, che ogni anno riceve riconoscimenti per l’altissima qualità delle acque e che invita a lasciarsi trasportare tra le onde. È un tratto di litorale che alterna sabbia dorata a insenature rocciose, offrendo esperienze diverse a ogni tappa.

A Marina di Camerota, ad esempio, la spiaggia di Lentiscelle è un tratto di costa ampio e sabbioso, ideale per chi ama la comodità, mentre poco oltre si nasconde Cala Bianca, spiaggetta raggiungibile solo a piedi o in barca, che viene considerata tra le spiagge più belle d’Italia. A Palinuro, poi, si trova la Grotta Azzurra, un luogo che riflette i colori dell’acqua in giochi di luce ipnotici, mentre la baia del Buondormire, abbracciata dalle rocce, invita i bagnanti al relax più totale. Più a nord, infine, si trova la spiaggia di Acciaroli, che regala scorci da cartolina e un’atmosfera sospesa nel tempo, dove la semplicità regna sovrana. Ogni spiaggia, ogni cala, è una scoperta che non si può assolutamente dimenticare.

Trekking e natura del Cilento: camminare tra cielo, natura e mare

Chi ama camminare, troverà nel Cilento una dimensione perfetta. Il Parco Nazionale del Cilento, Vallo di Diano e Alburni, dichiarato anche Patrimonio dell’Umanità dall’UNESCO, è un vero e proprio mosaico di sentieri che si snodano tra montagne, fiumi e coste spettacolari, dove tutti i camminatori, di ogni livello, possono trovare un cammino adatto alle proprie esigenze.

Uno dei percorsi più amati è il Sentiero degli Infreschi: parte da Marina di Camerota e segue la costa fino alla bellissima Baia degli Infreschi, attraversando cale segrete e posti da favola come Cala Bianca e la spiaggia del Pozzallo, permette di scoprire da vicino antiche torri saracene e di camminare lungo tratti immersi nella vegetazione mediterranea. È un’esperienza che unisce natura e storia, con il mare sempre a pochi passi, adatto anche alle famiglie con bambini, grazie anche alla sua lunghezza di circa quattro chilometri e mezzo. Sono consigliati anche il Sentiero di San Cono e il Sentiero di Marcellino, entrambi cammini in grado di regalare panorami fantastici e scatti unici.

All’interno del Cilento, si trovano anche le gole del Calore, nei pressi di Felitto, che offrono un paesaggio sorprendente. Località dove le acque fresche scorrono tra pareti rocciose e ponti medievali e dove è possibile praticare trekking leggero o noleggiare una canoa, per scorrere dolcemente nel cuore della natura cilentana.

Più in alto, si trova, invece, il Monte Gelbison, che accoglie il santuario della Madonna di Novi Velia, ed è meta di numerosi pellegrini oltre che punto panoramico da cui si domina gran parte della regione, fino al mare.

Paestum e Velia: tra i templi della Magna Grecia

Anche gli amanti della storia antica possono scegliere il Cilento per la prossima estate. Nel cuore della piana del Sele, infatti, circondata da enormi campi di grano e fichi, sorge una delle testimonianze più straordinarie dell’antichità: la città di Paestum. Antica cittadina fondata dai Greci nel lontano Sesto secolo a.C. e che ancora oggi conserva alcuni tra i templi dorici meglio preservati non solo in Italia, ma a livello mondiale. Camminare tra il Tempio di Nettuno, quello di Hera e quello di Atena è un’esperienza che toglie il fiato, soprattutto nelle ore serali, quando la luce dorata del tramonto illumina e sembra quasi accarezzare la pietra millenaria.

Nei pressi del sito si trova il museo archeologico, che ogni attira numerosi visitatori da tutto il mondo e, al suo interno, custodisce reperti di rara bellezza, come la Tomba del Tuffatore, un affresco unico nel suo genere, risalente alla Magna Grecia, che raffigura il passaggio dalla vita alla morte con estrema delicatezza. Visitare Paestum significa riconnettersi con le radici profonde della civiltà europea, in un luogo che ancora oggi emana sacralità e armonia.

Poco più a sud, invece, in un paesaggio collinare che si spinge verso il mare, si trova l’antica Elea, oggi conosciuta come Velia. Fu qui che nacque l’antica scuola filosofica eleatica, fondata da da studiosi del calibro di Parmenide e Zenone, una cultura che pose le basi per il pensiero occidentale. Le rovine di Velia raccontano una storia diversa da quella di Paestum: meno monumentale, più intima, ma altrettanto affascinante.

Passeggiare tra i resti delle case della città antica, le sue terme, gli spazi pubblici e la celebre Porta Rosa, che è anche il più antico esempio di arco a tutto sesto in Italia, è come entrare viaggiare indietro nel tempo. Insomma, i posti giusti che fanno del Cilento la meta ideale per ogni appassionato di archeologia.

I borghi del tempo lento

Nel Cilento si trovano alcuni dei borghi più belli d’Italia. Luoghi unici, da visitare soprattutto in estate, dove si cammina piano, si ascolta e si respira. Ogni borgo del Cilento racconta una storia diversa e custodisce un’identità profonda. Castellabate, ad esempio, incastonato sulla collina che guarda il Tirreno, è in grado di regalare vicoli in salita, terrazze panoramiche con una vista mozzafiato e una piazza che ha fatto da sfondo al celebre film Benvenuti al Sud. Pisciotta, invece, è più raccolta, ma regala ai suoi visitatori un intreccio di strade acciottolate che profumano di alici sotto sale e panni stesi.

San Severino di Centola, poi, è un gioiello sospeso tra la vita e il silenzio: il borgo antico, che è stato abbandonato nel secolo scorso, sorge su uno sperone roccioso ed è un luogo in grado di regalare panorami mozzafiato. Infine, più a est, c’è anche il borgo di Teggiano, che conserva un impianto medievale intatto, con chiese, castelli e mura, che raccontano storie antiche di cavalieri e scontri e di secoli di storia. In estate, ogni borgo si anima con sagre, feste patronali, concerti e danze popolari, trasformandosi in palcoscenico vivente della cultura cilentina.

Le grotte del Cilento: un viaggio nel sottosuolo cilentino

In estate, quando il caldo e le temperature più elevate si fanno sentire, il Cilento offre rifugi straordinari anche nel sottosuolo. Ad esempio, le grotte di Pertosa-Auletta, che si trovano nel massiccio di Monte Alburni, sono uniche in Italia grazie alla presenza di un tratto navigabile su un fiume sotterraneo, sono un vero e proprio mondo a parte. Al suo interno gli stalattiti, gli stalagmiti e i giochi di luce, creano un’atmosfera quasi mistica, che regala ricordi indelebili ad ogni visitatore. Le guide raccontano leggende, storie di esplorazioni e misteri geologici ed è possibile scoprire esplorare antri e cavità nascosti, creati dalla natura in migliaia di anni, acquistando il biglietto direttamente sul sito ufficiale. Non lontano, si trovano anche le grotte di Castelcivita, che si snodano per chilometri anch’esse sotto i Monti Alburni.

Visitare queste cavità significa scoprire un volto nascosto del Cilento, altrettanto affascinante quanto quello alla luce del sole.

In barca lungo la costa: libertà e meraviglia

Infine, una delle esperienze più emozionanti da vivere in Cilento in estate è sicuramente quella di partecipare ad un’escursione in barca lungo la costa cilentina. I pescatori locali, che ormai si trasformati in abili skipper, accompagnano i visitatori alla scoperta di calette segrete e grotte marine, che sembrano quasi essere uscite da un romanzo d’avventura.

Tra i percorsi più suggestivi c’è quello che collega Palinuro a Marina di Camerota, passando per la Grotta del Sangue, la Cala del Cefalo e la Baia degli Infreschi. Le soste per fare il bagno in acque trasparenti, tra i diversi pesci e le rocce sommerse, sono momenti di pura felicità. E al tramonto, quando il sole si riflette sull’acqua calma del mare, il Cilento è in grado di regalare una delle sue magie più intense.

Il Cilento, in estate, è il luogo ideale per chi cerca mare e montagna, storia e natura, cibo buono e silenzi veri. È un’Italia che resiste al cambiamento e al turismo di massa, che conserva la sua anima e che accoglie i suoi viaggiatori senza stravolgersi. E che, proprio per questo, resta nel cuore di chi la incontra.

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Alla scoperta delle spiagge libere più belle della Campania

In quanto a spiagge, la Campania non si fa mancare nulla. Da Napoli alla Costiera Amalfitana, dalla Penisola Sorrentina alle isole del golfo, si può scegliere tra lunghi arenili di sabbia doarata o ciottoli, un tuffo dagli scogli circondati da paesaggi che sembrano cartoline viventi, una giornata relax in una baia riparata dal mondo. Sia in città che fuori, ci sono diverse spiagge libere dove abbandonarsi al piacere del mare e del sole in cornici naturalistiche che hanno conservato il loro fascino selvaggio. Ecco le più belle.

Spiagge libere a Posillipo

Per poter godere dei tre tratti di spiaggia libera a Posillipo, rinomato quartiere residenziale collinare della città di Napoli, è disponibile un sistema online per prenotare il proprio posto – ce ne sono ben 480 sulla spiaggia delle Monache, con accessi dal Bagno Sirena, e 70 posti sulla spiaggia ai lati di Palazzo Donn’Anna, con accesso dal Bagno Elena e dal Bagno Ideal. È possibile accedere alle spiagge dalle ore 8:30 alle 17:30 (il mancato accesso entro le 13:00 fa decadere la prenotazione e, quindi, libera il posto ad altri bagnanti). Non hanno, invece bisogno di prenotazione gli anziani oltre i 70 anni e gli appartenenti alle categorie protette.

Circondata da scogliere, la Spiaggia delle Monache è una piccolissima area libera situata tra Mergellina e Posillipo, con accesso dal vicino Bagno Sirena, attraverso un percorso apposito. Prende il nome dalle monache di un vicino convento ormai in disuso, le quali erano solite venire a rinfrescarvisi godendo in questo splendido angolo di pace lambito da acque di colore azzurro-verde.
La Spiaggia Donn’Anna sorge all’ombra dello storico Palazzo omonimo, appartenuto alla regina Giovanna II d’Amgiò, e si presenta come un’oasi di relax e tranquillità, circondata da splendide rocce vulcaniche.

Spiaggia libera nel Parco Sommerso di Gaiola a Napoli

Spiaggia di Gaiola, in un’area marina protetta

All’interno dell’Area Marina Protetta Parco Sommerso di Gaiola – che prende il nome dai due isolotti situati a pochi metri di distanza dalla costa di Posillipo – si può usufruire della bellissima spiaggia libera, accessibile unicamente su prenotazione e fino al raggiungimento di un limite massimo di persone: 400 al giorno in due turni, in una spiaggia di 420 metri quadrati, con ingresso garantito per diversamente abili e gli ultrasettantenni. Il motivo è preservare un inestimabile patrimonio archeologico e ambientale.

Il Parco Sommerso di Gaiola – oggi sito di ricerca, formazione, divulgazione scientifica ed educazione ambientale – deve la sua particolarità alla fusione tra aspetti vulcanologici, biologici e storico-archeologici, il tutto nella cornice di un paesaggio costiero tra i più suggestivi del Golfo di Napoli.

Spiaggia dello Schiacchetiello a Bacoli

Lo Schiacchetiello è una incantevole insenatura costituita da una piccola spiaggetta di sabbia e sassolini e da scogli di tufo, affacciata sull’isolotto di Punta Pennata, nella zona di Bacoli e Miseno. Per molto tempo, date le dimensioni limitate dell’area e la mancanza di lidi attrezzati, questo luogo è stato frequentato solo dagli abitanti della zona, il che ha permesseo che restasse ricco di biodiversità marina.

Collegata alla terraferma fino agli anni ’60, è oggi una riserva marina del Parco regionale dei Campi Flegrei, nonché un luogo ricco di storia e avvolto nella leggenda. Secondo la mitologia greca, proprio qui approdò Ulisse, incantato dalle bellezze di questa costa. Un piccolo e suggestivo angolo di paradiso bagnato da acque perfette per gli amanti dello snorkeling.

Fiordo di Furore, Costiera Amalfitana

La spiaggia del Fiordo di Furore è un piccolo gioiello naturale incastonato tra spettacolari rocce a strapiombo, di circa 25 metri. Una lingua di sabbia ciottolosa, incorniciata dalle scoscese pareti del vallone e sormontata dal ponte della strada statale che taglia la gola stretta. Da molti definito “un angolo di Norvegia tagliato nella roccia del Mediterraneo”, il Fiordo di Furore ospita un pittoresco borgo marinaro, tra pareti a falesia con boschi verdeggianti e intervallato da splendide aree terrazzate, il tutto a formare un museo a cielo aperto. Fino al 2024, vi si è svolta la gara internazionale di tuffi che raggiungono la massima altezza con il salto dal ponte a 28 metri dal mare.

Baia di Ieranto, Massa Lubrense

Un’altra splendida spiaggia libera campana è quella racchiusa nella Baia di Ieranto, racchiusa tra Punta Campanella e Punta Penna, all’estremità della Penisola Sorrentina, nel comune di Massa Lubrese. Un luogo avvolto nella leggenda – quella dell’incontro di Ulisse con le Sirene, nel suo viaggio di ritorno verso Itaca – dove all’azzurro del mare fa da contraltare il verde degli olivi, in un panorama che si estende fino all’inconfondibile profilo dell’isola di Capri. Per raggiungere la Baia e la spiaggia bisogna percorrere un sentiero lungo circa 6 km, che parte dalla piazzetta di Nerano. Il luogo ideale per chi ama lo snorkeling e le passeggiate nella natura.

Spiaggia del Caleo, Acciaroli

Poco prima dell’ingresso al centro di Acciaroli, arrivando da Pioppi, ci si imbatte nella splendida Spiaggia del Caleo, un vero tesoro lungo la costa cilentana che offre un’esperienza immersiva nella natura. Il suo nome è legato alla storica Torre del Caleo, che domina la spiaggia. Un angolo di paradiso raggiungibile attraverso un sentiero costiero, privo di stabilimenti balneari, dove godere in tutta tranquillità delle acque cristalline che lambiscono la sabbia punteggiata di ciottoli e scogli, ricche di vita marina e quindi paradiso per gli amanti dello snorkeling.

Spiaggia di Cava dell’Isola, Ischia

Situata nel comune di Forio, poco distante dalla baia di Citara e dagli Scogli degli Innamorati, la Spiaggia di Cava dell’Isola è l’unica completamente libera dell’isola d’Ischia. La contraddistingue un fascino selvaggio e un’anima informale che la rende la meta preferita dai giovani e dagli amanti del beach volley e dei racchettoni, ma adatta anche alle famiglie con bambini. Per raggiungerla si percorre una ripida discesa e diversi scalini che conducono in questa suggestiva cavità naturale, dove si incontrano anche due bar-ristoranti. La felice esposizione a ovest permette di ammirare tramonti che tolgono il fiato.

Spiaggia di Ciraccio a Procida con vista sui faraglioni

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La Spiaggia di Ciraccio con vista sui faraglioni, a Procida

Spiaggia di Ciraccio, Procida

Anche a Procida non mancano spiagge libere dal fascino naturalistico, come quella di Ciraccio, separata dal Ciracciello (meglio nota come Chiaiolella) da due caratteristici faraglioni tufacei, formatisi in seguito a una frana del costone roccioso. Il bagno in queste acque diventa così un’esperienza unica in una cornice davvero suggestiva, in un luogo che è una piccola oasi di relax, rispetto alla più vivace e affollata Chiaiolella. La spiaggia ideale per chi cerca un mix di fondali bassi, natura selvaggia e un’atmosfera accogliente, preferendo evitare gli stabilimenti balneari e godendo di tutta la magia più autentica dell’isola.

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Spiagge della Campania, quali sono le meno conosciute

Da Napoli alla Costiera Amalfitana, dalla Penisola Sorrentina fino alle isole, sono infinite le opzioni per bagni e nuotate che fanno sentire in paradiso. Non tutti, però, amano la folla e c’è chi preferisce scegliere luoghi che abbiano come ingredienti un mix di relax, paesaggi che fanno sognare e acque dalle infinite sfumature di blu e verde. Insomma, c’è chi cerca quei proverbiali angoli di paradiso che se ne stanno nascosti alla grande folla. Ecco, dunque, la nostra selezione di spiagge meno conosciute della Campania, una regione che non smette mai di sorprendere ed emozionare.

Baia di Ieranto, Massa Lubrense

Situata in una insenatura all’estremità della Penisola Sorrentina, nel comune di Massa Lubrese, la Baia di Ieranto si apre in un meraviglioso scenario naturale, con la vista che abbraccia i faraglioni di Capri. Un vero luogo incantato che ha alimentato la leggenda legata all’incontro di Ulisse con le Sirene, nel suo viaggio di ritorno verso Itaca. La caratterizza una rigogliosa macchia mediterranea, con verdi olivi e splendidi panorami sulle acque cristalline, da ammirare attraverso un percorso di trekking di media difficoltà.

Oggi protetta dal FAI e riconosciuta Sito di Interesse Comunitario, incluso nell’Area Marina Protetta di Punta Campanella, Ieranto vanta un elevato livello di biodiversità, che la rende la destinazione ideale per chi desidera stare a contatto con la natura incontaminata, anche attraverso esperienze come il kayak, lo snorkeling, passeggiate botaniche e birdwatching.

Marina di Conca, Costiera Amalfitana

È un concentrato di meraviglie, il borgo di Conca dei Marini, affacciato sul mare tra Praiano e Amalfi, e celebre per la Grotta dello Smeraldo. Forse ancora poco conosciuta è la spiaggia di Marina di Conca, delimitata da un’incantevole baia e costituita da piccoli ciottoli lambiti da acque dalle sfumature che vanno dall’azzurro allo smeraldo.

Oltre che dalla bellezza del paesaggio circostante, l’occhio viene rapito dalle case che se ne stanno aggrappate alla scogliera sovrastante, e dalla piccola e antica antica chiesetta della Madonna della Neve, incastonata nella roccia. La spiaggia si può raggiungere comodamente via mare oppure a piedi, affrontando un dedalo di circa 300 scalini.

Spiaggia dello Schiacchetiello, Bacoli

Affacciato di fronte all’isolotto di Punta Pennata, nella zona di Bacoli e Miseno, lo Schiacchetiello non è una spiaggia vera e propria, bensì un tratto di costa adornato da scogli di tufo. Questa splendida insenatura è stata collegata alla terraferma fino agli anni ’60, e oggi è una riserva marina del Parco regionale dei Campi Flegrei, nonché un luogo ricco di storia e avvolto nella leggenda. Secondo la mitologia greca, proprio qui approdò Ulisse, incantato dalle bellezze di questa costa. Un piccolo e suggestivo angolo di paradiso bagnato da acque limpide, dove regalarsi un bagno al cospetto di un paesaggio senza tempo.

Spiaggia di Capitello, Montecorice

Incastonata nell’omonima Baia di Capitello, in località Montecorice – uno dei comuni Bandiera Blu della Campania – perla della costa del Cilento, questa piccola spiaggia è composta in prevalenza da ghiaia e ciottoli, lambiti da un mare cristallino che regala grandi emozioni agli appassionati di snorkeling e immersioni subacquee, grazie alla ricchezza della fauna marina.

Questa perla dal paesaggio unico, circondata da unavegetazione rigogliosa e da scogliere imponenti, rimane ancora poco frequentata dai vacanzieri, il che la rende un luogo ideale per coloro che vogliono evitare i lidi troppo affollati, godendosi un’esperienza rilassante, ma soprattutto autentica nel rapporto con la natura circostante. La si raggiunge tramite una strada panoramica che offre vedute spettacolari lungo il tragitto.

Cava Grado, Ischia

A poche centinaia di metri dall’ingresso al borgo di Sant’Angelo, sull’isola d’Ischia, volgendo lo sguardo verso la cava situata alle spalle del piazzale degli autobus, si scopre una piccola oasi di relax e bellezza: la spiaggia di Cava Grado. Un fazzoletto di sabbia a grani grossi protetta da alte falesie di tufo, che svela una vista privilegiata sulla caratteristica Torre, l’isolotto simbolo dell’ex villaggio di pescatori.

Il lido, in parte libero e in parte privato, si raggiunge attraverso una panoramica scalinata in pietra, che ripaga della fatica offrendo emozionanti scorci paesaggistici. Sotto uno dei costoni che cingono la spiaggia, un bar-ristorante interamente scavato nella roccia offre piatti tipici e fresche pause dal caldo. Una vera scoperta per i vacanzieri, un rifugio di benessere per le persone del posto, perfetta anche per le famiglie con bambini.

Fiordo di Crapolla, Penisola Sorrentina

Affacciata sul golfo di Salerno, a poca distanza da Positano, Crapolla è una graziosa località marina del paese di Torca, frazione di Massa Lubrense, nella Penisola Sorrentina. Il suo fiore all’occhiello è il fiordo che si insinua nel Monte di Torca, tra le insenature più spettacolari di questo tratto di costa. Lo si può raggiungere solo a piedi, partendo dalla piazzetta di Torca (gli autobus SITA che arrivano qui partono da Sorrento, alcuni passano da Massa Centro prima di raggiungere Sant’Agata sui Due Golfi, quindi Torca), oppure da Sant’Agata sui Due Golfi, distante un chilometro.

Dopo un primo tratto tra i vicoletti del centro abitato, il sentiero si innesta su una vecchia mulattiera circondata dalla flora mediterranea. Una volta giunti sul belvedere noto come “La guardia”, troverete una diramazione (tracciata con la fascia bianco-rossa) che prevede un percorso di 700 gradini che vi condurranno al fiordo. Il percorso è molto impegnativo – ma ben tracciato – per cui è bene intraprenderlo con scarpe e abbigliamento adeguato.

Spiaggia del Buon Dormire, Palinuro

Tra le gemme forse meno conosciute del Cilento c’è la Baia del Buon Dormire, a Palinuro. Racchiude una spiaggetta dal fascino selvaggio ed è accessibile solo via mare. Se desiderate regalarvi un’esperienza unica e rilassante a contatto con la natura, immersi nella bellezza di un angolo di paradiso dalle acque turchesi con riflessi verde smeraldo, è il posto giusto per voi.

Un’altra chicca di questo luogo idilliaco, è che regala molte zone d’ombra, in cui si può prendere una tregua dal sole cocente e riposare: da qui il nome “Spiaggia del Buon Dormire”. Di fronte alla baia, si può inoltre ammirare il caratteristico “Scoglio del Coniglio”, una formazione circondata interamente dal mare e sormontata da un fitto bosco, che ricorda un coniglio accovacciato.

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Parte il treno diretto per il Cilento, una delle coste più belle d’Italia

Sito UNESCO nella sua interezza, il Cilento è un’area vasta e variegata situata nella parte più meridionale della Campania. E ora, se da Milano volete sfuggire al caldo cittadino per raggiungerla e godervi i ritmi rilassati e le bellezze della sua costa, potete farlo senza troppo stress. A partire dal 20 giugno 2025, infatti, sarà possibile salire sul Frecciarossa che, dal capoluogo lombardo, fermerà alla stazione di Centola, nella località di San Severino.

Si tratta di un progetto importante che amplia ulteriormente le opportunità di collegamento per questa zona bellissima della Campania. Com’è stato dichiarato nella nota del comune di Centola, verranno ampliati anche i trasporti interni al territorio: “L’Amministrazione Comunale informa la cittadinanza che, in vista della stagione estiva 2025, il servizio di trasporto urbano sarà potenziato con l’introduzione di corse aggiuntive, al fine di garantire una mobilità più efficace ed efficiente, soprattutto nei periodi di maggiore affluenza turistica”.

I giorni e gli orari del Frecciarossa Milano-Centola

Quest’estate il Cilento diventa ancora più accessibile grazie al Frecciarossa che ha esteso la sua rete per collegare direttamente il Nord Italia con la splendida costa campana. Si tratta di un’opportunità imperdibile per migliaia di viaggiatori che desiderano sfuggire alla calura urbana per immergersi nelle meraviglie di questa terra, spesso sottovalutata ma ricca di fascino. Qui, infatti, oltre all’antica città greca di Paestum, ci sono montagne, colline e chilometri e chilometri di spiagge bellissime.

Il Frecciarossa sarà attivo solo nei weekend (venerdì, sabato e domenica) durante tutta la stagione estiva. Il viaggio, con partenza alle 7:15, durerà all’incirca 7 ore collegando la stazione di Milano Centrale con Centola, con arrivo previsto alle 14:12.

Il ritorno, in direzione Milano, sarà alle ore 16:00, con arrivo nella capitale lombarda alle 23:50. La scelta della frequenza nei fine settimana testimonia l’importanza che il collegamento assume per il turismo estivo, portando ogni weekend migliaia di viaggiatori alla scoperta di una delle perle più ambite del Sud Italia.

Il Frecciarossa in arrivo da Milano, inoltre, effettuerà fermate anche ad Agropoli, Vallo della Lucania e Sapri.

Il servizio di trasporto urbano locale

Al Frecciarossa si aggiunge anche un ulteriore servizio dedicato ai viaggiatori che desiderano spostarsi in modo sostenibile all’interno delle località del Cilento. Dal 9 giugno al 7 settembre, infatti, sarà attivo anche un servizio di trasporto urbano locale che collegherà la stazione di Centola con le principali località del comune, tra cui la rinomata frazione di Palinuro. Questa è una destinazione molto amata per le sue spiagge, tra le più belle della zona, per le sue grotte e per la possibilità di scoprire il territorio a passo lento.

Chi ama il turismo attivo, infatti, non dovrà dimenticare di portare con sé delle scarpe comode per percorrere il famoso trekking sul promontorio di Capo Palinuro o per visitare il Parco Nazionale del Cilento, di cui Palinuro rappresenta uno degli accessi principali.

In questo modo, i visitatori potranno immergersi nella bellezza del Cilento dimenticando le complessità degli spostamenti e del parcheggio, ma godendo di un’accoglienza comoda e immediata.

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L’anima selvaggia del Matese: un sogno protetto d’Italia

Il parco del Matese rappresenta una significativa storia di tutela ambientale in evoluzione. Un percorso che lo ha condotto dal riconoscimento regionale a pieno titolo tra i parchi nazionali d’Italia. Nella Giornata della Terra, il 22 aprile 2025, il parco del Matese è diventato, infatti, il venticinquesimo parco nazionale d’Italia. Il ministro dell’Ambiente e della Sicurezza energetica, Gilberto Pichetto Fratin, ha firmato così il decreto per la salvaguardia del parco nazionale del Matese. Il nuovo parco nazionale del Matese nasce dall’inglobamento e dall’ampliamento dell’ex parco regionale del Matese, che si estendeva per oltre 33.000 ettari sul versante campano, e dell’oasi WWF di Guardiaregia e Campochiaro, che copre 3.135 ettari sul versante molisano.

Questo prezioso scrigno di biodiversità, incastonato tra Campania e Molise e con una superficie ora di 87.898 ettari, custodisce un ecosistema di straordinaria ricchezza. Le sue vette maestose, le foreste secolari e una ricca fauna selvatica lo consacrano come un autentico gioiello naturalistico del nostro Paese. La sua elevazione da parco regionale a parco nazionale segna un nuovo e importante capitolo nella sua conservazione e valorizzazione, proiettandolo a pieno titolo nella categoria delle aree protette più importanti d’Italia.

Nei prossimi mesi e anni, potremmo assistere a sviluppi che renderanno la visita a questi luoghi un’esperienza ancora più ricca e significativa. Sarà interessante seguire come la gestione del nuovo parco nazionale applicherà nuove strategie per evidenziare e valorizzare al meglio le sue peculiarità.

Nel parco nazionale del Matese, gli amanti della tranquillità, delle passeggiate lente e della montagna, troveranno un ambiente perfetto per rilassarsi, godendo delle bellezze paesaggistiche di questo splendido territorio. Il parco nazionale del Matese è scelto dagli amanti dello sport e dell’avventura, poiché si presta a molteplici attività, dal cicloturismo al kayak, fino alle arrampicate e al parapendio.

Il parco nazionale del Matese: una splendida oasi naturale

Il parco nazionale del Matese è un’oasi naturale di estrema bellezza, con peculiarità tutte da scoprire. Entrato in funzione come area naturale protetta della Campania nel 2002, diventato poi parco regionale con un’area di ben 33.326 ettari, è ora parco nazionale con una nuova area protetta che si estende su 87.898 ettari tra la Campania e il Molise e comprende quattro Province (Benevento, Campobasso, Caserta e Isernia) e ben 52 Comuni.

Questo parco, a meno di due ore da Napoli, prende il nome dal Massiccio del Matese – a cavallo tra Campania e Molise – sul quale spiccano tre imponenti monti di natura calcarea: il Mutria, il Miletto – il più alto della zona con più di 2.000 metri – e il Gallinola.

Ma non è tutto, perché il Parco custodisce una varietà di paesaggi e punti di interesse tutti da esplorare. Nell’area sono presenti quattro laghi, tra i quali il Matese, il più alto d’Italia, e quattro fiumi che lo attraversano tra i quali il Titerno e il Tammaro.

Ciò che incanta è la varietà di flora e fauna presenti in questa riserva naturale, dalla vegetazione mediterranea alle praterie, che lasciano il posto a boschi di faggi e castagni salendo in quota. Qui, inoltre, trovano dimora i lupi, le volpi, le lepri, i caprioli, i gatti selvatici e tanti altri esemplari.

Il Lago del Matese e gli altri specchi d’acqua

La distesa naturale del parco nazionale del Matese è ricca di acqua, tra sorgenti, cascate e laghi. Tra questi spicca il lago del Matese, il lago carsico più alto d’Italia: si trova a circa 1000 metri di altitudine tra i comuni di Castello del Matese e di San Gregorio Matese. Incastonato tra i meravigliosi boschi di faggio è sorvegliato dall’alto da due imponenti montagne rocciose: il Monte Miletto e il Monte La Gallinola.

Questo specchio d’acqua è un’oasi che numerosi volatili hanno scelto come loro dimora, come il germano reale e gli aironi cenerini. Visitarlo è semplice, tramite diversi percorsi segnalati che accompagnano lungo il suo perimetro, a piedi o in bicicletta. Questa camminata è facile e adatta a tutti, anche ai bambini. Nei periodi in cui il livello dell’acqua del lago è più basso è possibile anche raggiungere l’isolotto “Montrone” – o “Monterone” – che una volta veniva utilizzato per riparare il bestiame.

Ma non c’è solo il lago del Matese ad arricchire il paesaggio naturale di questo meraviglioso parco. Troviamo anche il lago di Letino, il lago di Gallo Matese e il lago di Arcichiaro. Sono più piccoli ma molto suggestivi e utilizzati per produrre energia idroelettrica.

punto di interesse all'interno del parco nazionale del Matese

Fonte: iStock

Gallo Matese, parco nazionale del Matese

Trekking e tanto sport per tutto l’anno

Il parco nazionale del Matese ha una varietà di ambientazioni che lo rendono il luogo ideale per numerose attività all’aperto durante tutto l’anno.

I sentieri per il trekking sono numerosi e segnalati: si addentrano nei fitti boschi, girano attorno ai laghi, esplorano i canyon scavati nella roccia e salgono in quota fino alle cime dei monti che compongono questo splendido paesaggio, con viste mozzafiato dall’alto.

Anche gli amanti delle due ruote possono seguire in mountain-bike le stradine e i sentieri che esplorano ogni punto del parco, per un’escursione all’insegna dell’avventura.

Ma non è tutto, perché sono tanti gli sport che si possono praticare in quest’area protetta, a partire dalle arrampicate sulle pareti calcaree: quelle di Civita di Pietraroja, di San Lorenzello, di Letino e della Valle Orsara, sono le più famose.

Inoltre, le acque tranquille dei laghi del Parco del Matese sono bacini perfetti per escursioni in kayak e canoa e per chi ama vivere il brivido dell’avventura è possibile fare escursioni guidate tra le gole e i canyon scavati dalle acque, mentre le zone umide circostanti sono ottimi ambienti per coloro che sono appassionati di birdwatching. Qui si possono avvistare, tra i vari esemplari, la marzaiola, il picchio rosso e anche l’aquila reale.

Gli amanti delle passeggiate a cavallo possono esplorare il paesaggio in sella a queste splendide creature, addestrate dalle aziende locali, e i più temerari possono effettuare discese in parapendio o in deltaplano.

Quando arriva l’inverno, poi, il paesaggio si imbianca e diventa l’ambientazione perfetta per gli sport sulla neve. A Bocca della Selva gli appassionati si possono cimentare nello snowboard, nello sci da discesa e nello sci da escursionismo, oppure percorrere piacevoli camminate con le ciaspole ai piedi.

Cosa vedere nel parco

Oltre ai laghi, i boschi incantati e le alte cime che fanno da guardiane al parco nazionale del Matese, ci sono molti altri punti di interesse da visitare durante un’escursione in questa magnifica zona d’Italia. Ecco tre luoghi da non lasciarsi sfuggire: la piana delle pesche, la cipresseta di Fontegreca e le forre di Lavello.

Piana delle pesche

Uno dei punti da raggiungere lungo un’escursione nel parco del Matese è la piana delle pesche, una distesa di prati circondata da un bosco con enormi alberi, il luogo perfetto per famiglie con bambini per cimentarsi in un’escursione semplice e fare un picnic nella natura. Per arrivare alla piana delle pesche, che si trova a Gioia Sannitica, si parte dalla frazione di Curti. Da qui parte una stradina segnalata, in salita, che attraversa il bosco fino a raggiungere il pianoro. Quando le acque dei ghiacciai si sciolgono, inoltre, nella zona si forma anche un piccolo specchio d’acqua chiamato laghetto Suglio.

Cipresseta di Fontegreca

Al di sopra della cittadina di Fontegreca ha sede lo splendido bosco degli Zappini, conosciuto come la cipresseta di Fontegreca. Una tappa qui è dovuta, per ammirare una tipologia di cipresso raro e unico al mondo. Si tratta della varietà che ha più di 500 anni definita “horizontalis”.

Oltre agli alberi, che ricoprono un’area di circa 40 ettari, si trovano anche piccole piscine naturali, cascate e ruscelli, che rendono il paesaggio ancor più suggestivo. All’entrata del bosco, inoltre, si trova anche il santuario della Madonna dei Cipressi.

Forre di Lavello

forre di lavello nel parco nazionale del matese

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Forre di Lavello, parco nazionale del Matese

Uno dei luoghi più incantevoli del parco nazionale del Matese sono le forre di Lavello. Si tratta di gole, create dall’azione erosiva dell’acqua per millenni, che si trovano tra i monti Erbano e Cigno, sulla strada che collega Cerreto Sannita a Cusano Mutri, lungo il fiume Titerno. Il corso d’acqua ha creato un canyon di spettacolare bellezza tra le rocce calcaree, visitabile attraverso un sentiero che ripercorre un’antica mulattiera di epoca sannitica.

Nel tragitto, lungo circa 2 chilometri, si trovano anche altre perle che questo parco custodisce gelosamente: la grotta delle fate, il ponte del mulino, il Muraglione, la caverna dell’elefante, la grotta delle streghe e quella dei briganti, oltre ad alcuni punti panoramici come il belvedere sulla forra.

Il territorio del Matese è carsico e quindi ricco di corsi d’acqua sotto terra che in certi punti compaiono in superficie sotto forma di cascate, piscine naturali e torrenti. Le forre di Lavello, infatti, non sono gli unici canyon presenti all’interno del parco del Matese. Sono ottimi luoghi da esplorare anche la gola di Caccaviola, il canyon di pesco rosso e la forra dell’inferno.

E proprio le azioni del mare, fin dall’antichità, rendono questo territorio ricco di fossili. Molti sono situati nel sito geo-paleontologico di Pietraroja (nella provincia di Benevento): qui si possono ammirare reperti fossili di vertebrati (pesci, rettili, anfibi) e anche un esemplare di un dinosauro carnivoro, antenato dei velociraptor.

Il parco nazionale del Matese tra storia e tradizioni antiche

I sentieri di questo splendido parco sono stati percorsi dall’uomo fin dall’antichità. Quest’area fu roccaforte di un popolo particolarmente tenace, i Sanniti, che a lungo tennero testa alle armate dell’Impero di Roma.

In questi territori è possibile ritrovare tracce anche di Goti, Vandali e Longobardi, tra monumenti e grotte sacre. Quella che racconta questo territorio è una storia tanto antica quanto intrigante, composta da svariati popoli, come ad esempio i Saraceni, il cui arrivo è testimoniato dai centri arroccati e dai monasteri fortificati. I borghi, inoltre, portano i segni di splendori e ricchezze, di stili differenti e periodi di carestie particolarmente difficili. Il territorio parla e racconta ancora di Normanni, Svevi e Angioini, per un’esperienza incredibile, che porterà ad immergersi nella storia di questi luoghi.

Ma è una storia caratterizzata anche da tradizioni ben radicate, soprattutto per quanto concerne il cibo. All’interno del parco sarà possibile apprezzare tutte le specialità dell’area, tramandate da generazioni dal mondo pastorale e contadino: dal formaggio pecorino alle caciotte, dai caciocavalli alla mozzarella. Impossibile non provare i prosciutti stagionati di Pietraroja, così come il cazzu’ntontulu (salume) di Castello Matese. Tutto ruota intorno alla natura, dolci compresi, caratterizzati soprattutto da fragole, more e mirtilli offerti dai boschi.