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Viaggio in Alsazia: Strasburgo, Colmar e la Strada dei Vini

L’Alsazia, piccola ma incantevole regione della Francia, è un territorio famoso per i suoi paesaggi pittoreschi ed i suoi affascinanti borghi antichi. La regione, situata al confine con Svizzera e Germania, lungo la sponda occidentale del Reno, è un vero e proprio paradiso per tutti gli amanti della natura e per chi cerca paesini da esplorare, che sembrano appena usciti dalle fiabe più famose. Con le sue vallate colorate, le sue colline ed i preziosi vitigni, dominata dai monti Vosgi, la regione dell’Alsazia è celebre per le sue due principali città più conosciute: Strasburgo e Colmar.

Questa regione è un mix unico di arte e storia, si tratta di una terra che, pur conservando le sue antiche tradizioni, accoglie al suo interno anche le influenze dei Paesi vicini, creando una regione senza eguali in Europa, per il suo mix di culture. Le case colorate a graticcio, conosciute con il nome di “colombages”, i suoi eccellenti vini e la ricca storia renderanno il viaggio in questa regione francese assolutamente indimenticabile.

Cosa vedere a Strasburgo

La città di Strasburgo è il capoluogo dell’Alsazia e sede del Parlamento Europeo e si trova al confine con la Germania, con una doppia influenza culturale, sia francese che tedesca, che le è valsa il soprannome di “città dalle due anime”. Strasburgo è una città in grado di affascinare i propri visitatori, provenienti da tutto il mondo, con il suo mix di modernità e tradizione.

Il centro storico e la Petite France

Il centro storico di Strasburgo è una zona completamente pedonale, che si affaccia sui canali che scorrono in città e lo rendono un luogo spettacolare da esplorare a piedi. Passeggiando tra le sue stradine, inoltre, si possono scoprire angoli davvero suggestivi, piazzette nascoste e viste mozzafiato sui canali. Un modo ancora più affascinante ed unico per scoprire la città è fare un giro in battello, ammirando i magnifici palazzi che incorniciano i corsi d’acqua, il giusto luogo per gli amanti della fotografia.

La Petite France è la parte più antica e pittoresca del centro storico ed è anche nota come il quartiere dei conciatori. Qui, tra case a graticcio colorate, si trova la famosa Maison de Tanneurs, uno degli edifici più antichi della città, oggi Patrimonio dell’Unesco. L’edificio originale a due piani presenta delle soffitte ventilate, che offrivano ai conciatori dell’epoca le condizioni ideali per la trasformazione del cuoio e l’essiccazione delle pelli.

La cattedrale di Notre Dame di Strasburgo e la sua piazza

C’è poi la Cattedrale di Notre Dame, uno dei monumenti più iconici della città di Strasburgo. Questa struttura venne definita da Victor Hugo come un “prodigio di grandezza e leggiadria”, ed è anche famosa per la sua guglia alta ben 142 metri, la facciata ornata da statue e le imponenti e colorate vetrate. All’interno si trova, inoltre, l’Orologio Astronomico, un capolavoro rinascimentale del sedicesimo secolo. L’Orologio attira soprattutto per il gioco dei meccanismi che, ogni giorno, a mezzo giorno e mezzo, si mettono in moto contemporaneamente, quando si possono vedere le diverse età della vita, che sfilano davanti alla morte. Più in alto, invece, sfilano davanti a Gesù gli apostoli, il cui passaggio è segnato dal canto e dal battito d’ali di un grande gallo.

Foto della città di Strasburgo all'alba con la cattedrale sullo sfondo

Fonte: iStock

Vista della città di Strasburgo, Francia

Durante il periodo natalizio, la Piazza della Cattedrale di Strasburgo, conosciuta anche come la capitale del Natale, si trasforma in un magico regno delle fiabe con i suoi mercatini natalizi, tra i più antichi d’Europa e conosciuti in tutto il mondo. In questa piazza è possibile trovare anche Maison Kammerzell, situata in Piazza della Cattedrale, una delle più antiche ed importanti case della città di Strasburgo, conosciuta anche per la sua facciata in legno, unica, decorata con diverse figure che rappresentano: I cinque sensi, I segni zodiacali, Scene sacre e profane I quattro stadi della vita.

Piazza della Repubblica nel quartiere tedesco

Piazza della Repubblica è una delle più importanti della città di Strasburgo ed è situata nel quartiere tedesco della città. Questa piazza è ricca di edifici amministrativi e culturali, tra cui il Palais du Rhin, il Palazzo della Giustizia ed il Teatro Nazionale di Strasburgo. Si tratta della piazza più grande di Strasburgo, un luogo ideale dove potere fare shopping e gustare un caffè in uno dei suoi numerosi locali.

Arte e cultura a Strasburgo

Per gli amanti di storia, cultura ed appassionati di arte, Strasburgo è una città che ha molto da offrire. Tra i musei da visitare, si consigliano ai visitatori sicuramente il Museo di arte Moderna e contemporanea, uno dei più grandi dell’intera Francia, ed i Musei di Palazzo Rohan, che ospitano al loro interno il Museo Archeologico, il Museo delle Arti Decorative ed il Museo delle Belle Arti. C’è poi anche il famoso Museo dell’Opera di Notre-Dame, conosciuto per la sua collezione di arte decorativa e plastica della regione del Reno.

Cosa mangiare a Strasburgo?

Strasburgo è una città da scoprire anche attraverso i suoi gusti e la sua cucina. Tra i piatti tipici dell’Alsazia spiccano sicuramente la Tarte Flambée, una sorta di pizza con cipolla, formaggio, pancetta e uova, la Choucroute, un piatto a base di carne di maiale con verza e cavolo e, infine, i Pretzel, un pane salato a forma di cuore o fiocco. Da non perdere, poi, il Foie Gras, patè di fegato d’oca, e i croissant di ogni tipo, che sono una specialitá del Paese.

Cosa vedere a Colmar?

Colmar è una piccola cittadina che incanta con le sue casette colorate a graticcio, le sue chiesette gotiche, i piccoli ponti ed i canali, fra le città più incantevoli d’Europa, anche grazie al suo aspetto medievale. È conosciuta anche come “Petite Venice”, la Piccola Venezia, per la presenza di numerosi e affascinanti canali che ricordano Venezia. Passeggiare per le vie di Colmar offre un’atmosfera fiabesca, con le sue botteghe artigianali e le deliziose pasticcerie.

È anche capoluogo dell’alto Reno e fu fondata durante il Sacro Romano Impero. Colmar, grazie anche alla sua posizione, ha una doppia anima, francese e tedesca, ed il suo nome deriva probabilmente dal latino columbarium, dovutato alla presenza dell’allevamento delle colombe del Re ai tempi di Carlo Magno.

La Collégiale Saint-Martin e gli edifici storici di Colmar

La Collégiale Saint-Martin è il luogo di culto principale di questa città dell’Alsazia e si tratta di un maestoso esempio di architettura gotica tipica della regione alsaziana. Passeggiando fra le vie così suggestive di Colmar, è possibile ammirare numerosi edifici storici e caratteristici. Fra questi spiccano sicuramente la Maison des Tetes e la Maison Pfister, due case storiche rinascimentali: la prima è famosa per le 106 teste scolpite che decorano la facciata e la seconda per la tipica finestra sporgente “erker” e gli affreschi presenti sulle sue facciate.

Un’altra attrazione turistica della città di Colmar è la sua vecchia dogana, con i suoi tetti spioventi e le maioliche colorate, che oggi è sede del mercato degli artigiani. La città è anche famosa per la Statua della Libertà e il Museo Bartholdi, dedicato allo scultore che progettò la statua di New York. Inoltre, il museo del giocattolo è un luogo magico ed unico, dove scoprire l’evoluzione dei giocattoli dal diciannovesimo secolo ad oggi, adatto a tutti, adulti e bambini.

I mercatini di Natale a Colmar

Durante il periodo natalizio, Colmar si trasforma in un vero e proprio villaggio di Babbo Natale, con strade, piazze, ponti e canali addobbati con luci e decorazioni natalizie. A Colmar sono presenti cinque mercatini di Natale, in grado di offrire un’esperienza unica, con casette colorate, dolci, giocattoli e tanto divertimento per grandi e piccini.

Route des Vins d’Alsace, la strada dei vini

Il territorio dell’Alsazia è molto conosciuto a livello internazionale anche per le sue specialità enogastronomiche, oltre che per i suoi spettacolari paesaggi. In questo territorio è presente la Route des Vins d’Alsace, un vero e proprio itinerario enogastronomico che si estende per circa 170 chilometri ed attraversa l’intera regione, fra le regioni vinicole migliori d’Europa

Questa strada del vino, che venne creata ufficialmente nel 1953, parte da Marlenheim, a nord di Strasburgo, fino a Thann, vicino a Mulhouse, passando attraverso diversi territori. È una delle più antiche vie del vino in Francia ed offre un’esperienza unica tra vigneti storici, villaggi pittoreschi e famosi vini pregiati.

Lungo la strada dei vini dell’Alsazia si possono visitare piccoli villaggi come Riquewihr, noto per la sua architettura medievale e le case colorate, Eguisheim, spesso votato come uno dei più bei villaggi di Francia e Obernai, villaggio situato vicino a Strasburgo, una città affascinante con una ricca storia e numerose cantine da esplorare.

Distesa di vigneti nelle colline francesi dell'Alsazia

Fonte: iStock

Vigneti nelle colline francesi dell’Alsazia, in Francia

A livello internazionale, l’Alsazia è rinomata per i suoi vini bianchi freschi e aromatici, come il Riesling, il Gewurztraminer, il Pinot Grigio ed il Muscat e per assaporarli, lungo la via dei vini, è possibile effettuare numerose attività ed esperienze, come tour guidati e degustazioni nelle cantine locali, o anche passeggiare tra i vigneti durante i diversi festival di vino locali. Questo percorso non solo celebra i vini eccellenti dell’Alsazia, ma offre anche un’immersione completa nella cultura, nella storia e nelle tradizioni di questa affascinante regione francese.

Un viaggio in Alsazia, alla scoperta di Strasburgo, Colmar e la Strada dei Vini è sicuramente un’esperienza indimenticabile, ricca di storia, cultura, paesaggi mozzafiato e prelibatezze culinarie, che renderanno la visita in questa regione della Francia un’esperienza indimenticabile, anche dal punto di vista dei sapori.

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Ribeira Sacra, regione incontaminata e ricca storia

Nel cuore della Galizia, lontano dalle rotte turistiche più battute, si cela la Ribeira Sacra, una fiabesca regione che incanta grazie alla bellezza naturale, alla storia millenaria e alla preziosa tradizione vinicola. Si tratta davvero di una terra affascinante, che si estende lungo le rive dei fiumi Miño e Sil, e dona a chi la raggiunge un’esperienza unica, al cospetto di canyon spettacolari, antichi monasteri e vigneti terrazzati: insomma, un viaggio dai ricordi indelebili.

Il nome “Ribeira Sacra” significa “riva sacra” e deriva dalla straordinaria presenza di monasteri, costruiti in posizioni spesso inaccessibili e suggestive, luoghi destinati alla contemplazione e alla preghiera che ancora oggi rievocano un’atmosfera intrisa di silenzio e pace. La loro presenza ha, inoltre, lasciato un’impronta profonda nella cultura e nella storia della regione, rendendola meta di pellegrinaggio e riflessione.

Ribeira Sacra, un patrimonio artistico e culturale d’eccellenza

La Ribeira Sacra è una di quelle località per cui dire che “il tempo sembra essersi fermato” non è un’esagerazione. Le sue radici, infatti, affondano nell’epoca romana (come dimostrano le numerose vestigia archeologiche del periodo) ed è durante il Medioevo che assume il suo carattere distintivo, diventando un centro spirituale di primaria importanza.

I monasteri e le chiese romaniche sono vive testimonianze di un passato in cui la vita monastica giocava un ruolo importante e rappresentano il principale esempio di architettura romanica rurale in Europa, un patrimonio culturale e artistico di assoluto valore.

A questo proposito, seguendo il corso del fiume Sil, si possono visitare svariati monasteri benedettini di notevole interesse culturale, come Santo Estevo de Ribas de Sil, edificato tra il XII e il XVIII secolo e oggi trasformato in un lussuoso hotel, di cui sono ancora accessibili i chiostri e la chiesa, Santa Cristina de Ribas de Sil, Santa María de Montederramo e San Pedro de Rocas, un monastero scavato nella roccia che, secondo le iscrizioni rinvenute, ospitò una delle prime comunità monastiche della zona.

Proseguendo il cammino nel territorio vegliato dai pendii affacciati sul Miño, si incontrano altri importanti monasteri come Santo Estevo de Ribas de Miño e San Paio de Diomondi, oltre a chiese di spicco quali San Miguel de Eiré, San Martiño da Cova e San Fiz de Cangas.

Le attrazioni naturalistiche da non perdere

Uno dei tesori naturali più spettacolari della Ribeira Sacra è il Canyon del Sil. Le sue pareti rocciose, che si innalzano in maniera vertiginosa sopra il fiume, creano un panorama di rara bellezza. Non manca l’occasione di esplorare il canyon a bordo di piccole imbarcazioni che solcano le placide acque del fiume e offrono una prospettiva inedita sulle scogliere e sui vigneti terrazzati che si arrampicano lungo i pendii. Per chi invece preferisce “rimanere con i piedi per terra”, i numerosi punti panoramici, come il Mirador de Cabezoás, regalano a loro volta viste che lasciano senza fiato.

Una menzione a parte la merita poi la viticoltura che qui è un’arte antica, risalente ai tempi dei Romani: non a caso, i già citati vigneti terrazzati sono il risultato di secoli di lavoro e dedizione. Oggi, i viticoltori coltivano uve autoctone come il Mencía e il Godello da cui si ottengono vini di grande qualità e carattere, e le cantine locali propongono tour e degustazioni per scoprire i segreti di una tradizione millenaria e assaporare il nettare di Bacco in un contesto senza eguali.

Un paradiso per le escursioni e i tour enogastronomici

Ma non è tutto. La Ribeira Sacra è un autentico paradiso per gli amanti della natura, delle escursioni, del trekking, delle passeggiate a cavallo e della mountain bike.

I percorsi escursionistici, come il Ruta de los Monasterios e il Sendero del Cañón del Río Mao, attraversano paesaggi indimenticabili e permettono di immergersi nella storia e nella natura incontaminata: camminare lungo questi sentieri significa ammirare monasteri nascosti, lussureggianti boschi incantati e vedute panoramiche sui fiumi che scorrono a valle.

Infine, chi desidera unire una vacanza attiva all’aria aperta con le bontà della gastronomia tipica, oltre alle degustazioni dei vini pregiati, deve provare la cucina galiziana che, con i suoi sapori autentici e i piatti della tradizione, è un viaggio nel viaggio. Tra le specialità da assaggiare ci sono il pulpo a la gallega, antipasto servito con paprica e olio d’oliva, e la tarta de Santiago, un dolce a base di mandorle che delizia il palato.

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Idea per il weekend: scopri il Monferrato

Lo scorrere del tempo non ha scalfito il fascino di una terra splendida come quella del Monferrato. Il paesaggio dolce di questa zona, composto da colline, borghi, castelli e vigneti, è perfetto per un weekend romantico all’insegna della scoperta lenta, di passeggiate tra vie acciottolate e di pomeriggi tranquilli sorseggiando un bicchiere di Barbera, Grignolino o Cortese. Situato tra Asti e Alessandria, il Monferrato rappresenta una meta turistica molto ambita per chi desidera staccare la spina e dedicarsi alla scoperta di un ricco patrimonio artistico, culturale e vinicolo.

Di seguito raccontiamo cosa fare e cosa vedere in questa regione storica del Piemonte, suddivisa in zona sud e zona nord e riconosciuta, grazie alla sua cultura vitivinicola, Patrimonio UNESCO.

A spasso tra i borghi del Monferrato

Trascorrere un weekend a Monferrato significa passeggiare tra le strade dei suoi borghi medievali che, con le loro peculiarità architettoniche, si inseriscono perfettamente nel paesaggio creando veri e propri scorci da cartolina. Da dove partire se non da Casale Monferrato, borgo simbolo del territorio? Questa città barocca è rinomata per le sue chiese, per i palazzi, ma soprattutto per due edifici bellissimi: il Duomo, di arte romanica, e la Sinagoga, risalente alla fine del ‘500. Un altro borgo da segnare sull’itinerario è sicuramente Rosignano Monferrato, famoso per i suoi settanta Infernot (termine piemontese che indica un luogo sotterraneo con assenza di luce impiegato come cantina) e per la Panchina Gigante n.41, da dove è possibile godere di un panorama mozzafiato.

Imperdibili sono anche gli Infernot di Cella Monte, piccolo borgo famoso non solo per il vino, ma anche per il suo tartufo bianco di Valle Ghenza, e gli edifici di Vignale Monferrato come Palazzo Callori, costruito nel ‘700 in stile gotico, e Porta Urbica, realizzata in stile medievale. Sono tanti i borghi da scoprire in base ai propri interessi, come anche Canelli, con il suo Castello Gancia risalente all’XI secolo, Asti e Gavi.

Costigliole d'Asti

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Il borgo di Costigliole d’Asti nel Monferrato

I castelli da non perdere

Ad ampliare il fascino di questo territorio ci sono gli affascinanti e antichi castelli, come il Castello di Tagliolo, considerata una delle fortezze meglio conservate di tutto l’Alto Monferrato e location da sogno in cui dormire e organizzare eventi. Dal Castello Malaspina a Cremolino, invece, grazie alla sua altezza (è considerato il più alto della zona nord del Monferrato) è possibile godere di una vista meravigliosa sulla valle e sulla catena delle Alpi. Parlando di castelli, impossibile non citare quello di Razzano, la cornice perfetta per chi è alla ricerca di un’esperienza enogastronomica di alto livello, e quello di Gabiano, con il suo labirinto, il quale rappresenta uno dei rari esempi documentati nell’ambito dei giardini storici del Piemonte.

Camminate tra i vigneti e degustazioni

L’arte del vino è una maestria che a Monferrato si tramanda di generazione in generazione. Unendo saperi artigianali e tecnologici, le diverse cantine del territorio offrono vini di altissima qualità che possono essere scoperti prenotando una degustazione, solitamente accompagnata da una visita delle cantine e degli iconici Infernos. Da non perdere il vino prodotto nella zona di Canelli, considerato una vera eccellenza del Piemonte: in quest’area si produce soprattutto lo spumante, il rinomato Moscato di Canelli, una delle varietà più antiche e diffuse di tutto il Mediterraneo. Una particolarità del Casalese sono anche e soprattutto gli Infernos, i luoghi scavati a mano nel tufo sotto le case, con tanto di nicchie specifiche costruite per contenere le bottiglie migliori. Le tenute dove prenotare una degustazione sono tante, noi consigliamo la Tenuta dei Marchesi Alfieri e le cantine custodite all’interno del Castello di Gabiano.

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Sudafrica: il periodo migliore per visitare questa terra

Se avete in mente un viaggio in Africa e avete scelto il solare e cosmopolita Sudafrica, forse vi starete chiedendo quale sia il momento migliore per partire verso questa terra dai mille colori.

Il Sudafrica è una delle mete turistiche più sorprendenti al mondo, con la sua ricca cultura, la fauna selvatica della spettacolare savana, gli immensi e sconfinati parchi nazionali e i paesaggi mozzafiato. Dalla spumeggiante Cape Town alla meraviglia selvaggia del Parco Nazionale del Kruger, il Sudafrica non smette mai di stupire i suoi visitatori – sapevate che c’è anche un itinerario perfetto per gli amanti del buon vino?

In realtà, il Sudafrica può essere visitato tutto l’anno, dal momento che ogni stagione offre una varietà di cose da fare nel Paese, tuttavia, più in generale i mesi ideali per un viaggio in questa nazione sono quelli primaverili. Se state programmando un viaggio in Sudafrica, essendo un paese dalla latitudine molto estesa (si va dai 22 gradi e 20 di Beitbridge, il punto più a nord della nazione, ai 34 gradi e 51 di Cape Aghulas, il punto invece più a sud), è fondamentale sapere la località esatta in cui volete andare, al fine di individuare il periodo dell’anno migliore per prenotare.

parco nazionale Kruger

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Rinoceronti nel Parco Nazionale del Kruger in Sudafrica.

Viaggiare in Sudafrica in estate: cosa fare nel Paese da novembre a marzo

Durante l’estate sudafricana, che comprende i mesi tra novembre e marzo, il clima è caldo e soleggiato in gran parte del paese. Questo è il momento perfetto per fare una sosta sulle spiagge lungo la costa, come quelle nei pressi dei centri urbani di Città del Capo o Durban, e godersi il sole e le acque cristalline del Paese.

Per i temerari che, invece, volessero avventurarsi nell’estremo Sud del Sudafrica, raggiungendo Capo Agulhas (il termine deriva da “aghi”, alludendo agli aghi della bussola), il clima che troverete è di tipo continentale, con estati miti e inverni rigidi e piovosi: il periodo migliore, in questo caso, è proprio il mese di gennaio. Questa zona, poco battuta turisticamente, offre invece una grande varietà di paesaggi; molto bella la zona dei vigneti, dove si producono ottimi vini.

spiaggia Durban Sudafrica

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Veduta della spiaggia a Durban.

Visitare il Sudafrica in autunno, alla scoperta dei vigneti e dei sapori locali

L’autunno in Sudafrica è caratterizzato da temperature miti e piogge sporadiche. Questo è il periodo ideale per esplorare i dintorni di Città del Capo, soprattutto per visitare le celebri cantine di Stellenbosch e Franschhoek e ammirare i vigneti che si tingono dei colori della stagione autunnale.

Inoltre, l’autunno è la stagione delle migrazioni degli squali bianchi a Gansbaai, una ragione in più per vivere un’esperienza unica per tutti gli appassionati di fauna marina.

stellenbosch Sudafrica

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I vigneti nella zona di Stellenbosch.

Scoprire il paesaggio del deserto sudafricano durante la stagione invernale

L’inverno in Sudafrica può essere freddo, specialmente nelle regioni interne e montuose. Tuttavia, questi mesi sono il momento ideale per avventurarsi nel deserto del Karoo, dove le giornate sono più miti e le notti offrono uno spettacolo di stelle incredibilmente suggestivo. È anche la stagione per l’avvistamento delle balene a Hermanus, una delle principali destinazioni per l’osservazione delle balene, nota in tutto il mondo.

Da settembre a novembre, la primavera sudafricana è il periodo migliore in assoluto

La primavera è uno dei periodi più belli per visitare il Sudafrica. Durante questa stagione, le temperature iniziano a diventare sempre più miti, i parchi nazionali, come il Parco Nazionale dei Fiori di West Coast, offrono spettacolari scenari floreali.

Marzo, aprile e maggio sono il periodo migliore per visitare il Sudafrica, non solo per la mitezza del clima, ma soprattutto per la frequenza delle piogge, che, in questi mesi, inizia a diminuire.

È anche il periodo perfetto per darsi alle escursioni lungo i sentieri montani e ammirare la bellezza naturale del Drakensberg, la cornice ideale per divertirsi a passo di trekking, passeggiare in sella a un cavallo oppure arrampicarsi fino a 3.500 metri di altitudine.

drakensberg

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Vista sul Parco dei Monti dei Draghi.

Inoltre, questo periodo è favorevole anche per avventurarsi nel famoso Parco Nazionale Kruger, dove ammirare gli animali tipici del luogo in tutta la loro magnificenza – elefanti, leopardi, bufali e rinoceronti. Se siete interessati a fare un safari nel Parco Kruger, nella regione del Bushveld, grande altopiano che occupa la zona nord- occidentale del paese, in cui il paesaggio è costituito, per lo più, dalla savana, è bene sapere che qui il clima risulta molto umido in estate (corrispondente al nostro inverno, dato che le stagioni sono invertite) e secco, invece, in inverno.

Il periodo migliore per andare in quest’area è, senza dubbio, da maggio a ottobre (quindi anche in autunno), non solo per l’assenza di piogge, ma anche perché la vegetazione, essendo meno fitta, consente di godere meglio della bellezza del paesaggio. Da non dimenticare, la fotocamera con cui immortalare qualche bell’esemplare di animale tipico della savana.

Come vestirsi per un viaggio in Sudafrica durante i mesi primaverili

Se avete scelto il periodo primaverile per visitare il Paese africano, quello in cui potete godere di molteplici esperienze allo stesso tempo, allora dovrete pensare anche a cosa mettere in valigia in questo particolare momento dell’anno. Il suggerimento è quello di optare per abiti leggeri, in cotone o in lino, per difendersi dal caldo (nonostante le temperature non siano mai eccessive in primavera), senza dimenticare alcuni accessori fondamentali come un cappellino, la crema solare e delle scarpe comode.

Oltre al necessario per le giornate al mare, se visitate il Sudafrica in primavera comunque è bene portare con voi anche un k-way per le sere più fresche e per essere sempre pronti a un’improvvisa pioggia fuori stagione.

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In bicicletta lungo la Route 45 del Monferrato

Ogni appassionato di cicloturismo dovrebbe regalarsi l’opportunità di percorrere la Route 45 del Monferrato, un suggestivo percorso ad anello che esplora la bellezza sconfinata di questo territorio Patrimonio UNESCO, disegnato da dolci colline ricoperte da vigneti, ciliegi, noccioleti e lavanda.

Con uno sguardo verso la valle del Po, da un lato, e le Alpi Marittime d’altro, è l’ideale per pedalare in totale armonia con l’ambiente, in una campagna ordinata con panorami che si aprono tra casali, campi coltivati, solitarie torri d’avvistamento e piccoli borghi.

La Route 45, un omaggio al 45° parallelo nord

La chiamano Route 45 del Monferrato come omaggio al 45° parallelo Nord che attraversa in ben sei punti il prestigioso territorio collinare della zona, portando il cicloturista a trovarsi a metà strada tra l’Equatore e il Polo Nord.

Si tratta di un itinerario di difficoltà media, lungo 24 chilometri con rapidi saliscendi, immerso nel fascino indiscusso delle basse colline del Monferrato, patria di vini DOC quali il nebbiolo, il barbera e il dolcetto, ma anche tavolozza di colori in estate con la fioritura della lavanda ed eco di un passato di scontri e incroci con gli antichi borghi e le torri solitarie.

Luoghi natii di leggendari ciclisti come Fausto Coppi e Costante Girardengo, invitano a pedalare e a riscoprire un ritmo lento e autentico.

L’emozionante percorso ad anello della Route 45 del Monferrato

Il punto di partenza (e di arrivo) è San Salvatore Monferrato (a una decina di chilometri a nord da Alessandria) con uno dei suoi palazzi più antichi, il Palazzo Carmagnola, che svetta nella piazza omonima: dopo un breve tratto in salita su Via Prevignano, ecco la Chiesa di San Martino del XV secolo e, in seguito sulla destra, la Chiesa di San Siro del XVI secolo.

Percorsi 700 metri, occorre svoltare a sinistra su Via Camurati e, nei pressi di Villa Lingua (l’ex quartier generale dello Stato Maggiore durante la Seconda Guerra d’Indipendenza), ha inizio una discesa in ghiaia che conduce lungo la strada secondaria che unisce San Salvatore con Alessandria, il punto più basso della Route 45.

Sono pochi minuti di pedalata ma il paesaggio si trasforma di colpo: dal contesto urbano, infatti, ci si ritrova al cospetto di stradine ghiaiate, pioppeti e verdeggianti colline. Subito dietro l’angolo, torna la salita tipica del paesaggio collinare del Monferrato.

Si percorrono, quindi, quasi due chilometri di sentieri ghiaiati di collina nel cuore della natura per poi tornare (per un breve tratto) in paese e imboccare la strada che porta al Santuario della Madonna del Pozzo, oasi di pace dove fare una piacevole sosta ammirando le dolci colline che scendono verso il Parco del Po.

Ripresa la bicicletta, il percorso in salita arriva alla frazione di Frescondino (uno dei punti più alti della Route da cui scorgere il Parco del Po) e, svoltando a sinistra, alla frazione di Valparolo dove si attraversa il primo dei sei punti lambiti dal 45° parallelo Nord. In questo tratto, le stradine sono fiancheggiate da vigneti e cascine, a testimonianza della forte vocazione agricola del Monferrato.

Seguendo una lunga discesa asfaltata nell’abbraccio della campagna, arrivati alla provinciale di Valenza si svolta dapprima a destra e dopo 200 metri a sinistra, verso la frazione di Frosseto: dopo 400 metri in salita ecco una strada ghiaiata, tra campi e vigneti, e al chilometro 9,900 il secondo punto del parallelo. Al termine della strada ghiaiata, ecco di nuovo la strada asfaltata che torna in Piazza Carmagnola a San Salvatore per rifocillarsi e prepararsi alla seconda metà della Route 45.

Infatti, dal centro si prosegue lungo Via Panza in direzione Casale Monferrato per poi svoltare a sinistra in Via Suanno. Lasciata la via alle spalle, si percorre la salita che termina in Via Frascarolo: allo stop (dove si trova una cappella votiva) si va in direzione Lu, sul crinale della collina, spartiacque tra la pianura alessandrina a sinistra e le colline del Monferrato casalese a destra dietro le quali, in giornate limpide, si apre il favoloso scenario delle Alpi Marittime.

È un idilliaco tratto di aperta campagna, dove il paese di Lu Monferrato fa da cornice, tra vigneti e noccioleti a perdita d’occhio: dopo 1100 metri, ecco per la terza volta il 45° parallelo, in un panorama verso le colline e le Alpi che davvero non ha eguali e ripaga di ogni eventuale fatica. Arrivati alla frazione di Barzattini, si svolta a destra per incontrare la frazione rurale di Valdolenga: da qui, si prende la ripida discesa a destra e, dopo il sottopasso autostradale, si svolta a destra per percorrere tutta la strada fino alla sua conclusione in salita. Al chilometro 15,400, si incrocia di nuovo il Parallelo Nord.
Ed è tempo di tornare a San Salvatore: al primo stop, degno di nota è il vecchio Ospedale di Santa Croce del XV secolo e, deviando dapprima a sinistra verso Casale e poi a destra verso via Sottotorre, fa bella mostra di sé il Parco della nota Torre Paleologa risalente al XV secolo, contraddistinta da un buco a forma di pera.
Il parco è attrezzato ed è perfetto per un’altra piacevole pausa per riempire le borracce, riprendere le forze e prepararsi all’ultimo meraviglioso tratto.

Raggiunta la sommità della collina dove si staglia la storica torre, ecco l’unica strada asfaltata che inizia sul retro per tornare, dopo circa 400 metri, sul tracciato originale e, al termine della discesa, svoltare a sinistra verso un tratto di ghiaia, in Strada Molinara.
L’itinerario continua dritto e, a 300 metri dall’inizio di Strada Molinara, incrocia il 45° parallelo per la quinta volta: fiancheggiando sulla sinistra un agriturismo, la strada ghiaiata (e poi sterrata) scende verso destra e propone un ultimo tratto a pieno contatto con la natura che finisce dopo quasi due chilometri in un altro punto basso del percorso. Raggiunta nuovamente la strada asfaltata, è il momento di svoltare a destra verso la frazione di Fosseto.

Con un’ulteriore svolta a sinistra e 600 metri di percorso, la normale segnaletica stradale indica San Salvatore Monferrato, il paese punto di partenza e di arrivo, che si raggiunge dopo quasi 2,5 chilometri per la sosta finale: ma prima, vi è l’incontro, per la sesta e ultima volta, con il Parallelo Nord al chilometro 24,200.

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Il Cammino dei Setteponti, il percorso più bello della Toscana

Un percorso storico attraversa paesaggi di grande bellezza, punteggiati di vigneti e uliveti e di incredibili formazioni morfologiche. Si trova in Toscana ed è il Cammino dei Setteponti che parte da Pieve di Cascia, in provincia di Firenze, attraversa Reggello al Ponte, il bellissimo borgo di Castelfranco di Sopra, Montemarciano, San Giustino Valdarno e percorre 60 chilometri fino a Buriano di Castiglion Fibocchi, già in provincia di Arezzo.

L’itinerario del Cammino dei Setteponti

L’itinerario si sviluppa prevalentemente su strade secondarie asfaltate, che si possono percorrere anche in bicicletta. Il paesaggio che si attraversa è di un’incredibile bellezza, con colline caratterizzate da coltivazioni di vino e olio e formazioni rocciose uniche come le Balze del Valdarno.

La via dei Setteponti è una strada di origine etrusca che, nel Medioevo, conobbe una particolare fortuna non solo per i collegamenti tra Firenze e i dintorni, ma anche come itinerario per raggiungere Roma, per la possibilità che offriva di utilizzare, a partire da Arezzo, la via dell’Alpe di Serra, un’importante alternativa alla già ben nota Via Francigena.

Il nome Setteponti (o Sette Ponti) deriva dai numerosi passaggi sopra i torrenti che scendevano dal Pratomagno nel Valdarno. In realtà, i ponti erano molti di più, ma questo numero nel Medioevo aveva un forte significato religioso. Il numero sette, infatti, per molte culture rappresenta il numero perfetto, per la religione cristiana, che lo associa ai giorni della creazione, significa completezza.

I ponti erano di pietra a schiena d’asino, con una sola arcata, come il ponte romano di Loro Ciuffenna. Tuttavia, ce n’era uno che aveva sette arcate – lo attraversò anche da Leonardo da Vinci nei suoi viaggi da Firenze in Val di Chiana -, il Ponte a Buriano, che ancora oggi conserva inalterata la sua bellezza. Qualcuno sostiene che il nome Setteponti derivi proprio dalle sette arcate di questo ponte.

La strada è punteggiata da antiche pievi romaniche, borghi medievali e chiese millenarie, luoghi che sono stati fonte di ispirazione per artisti come Masaccio, Piero della Francesca e Leonardo stesso, che riprese le famose Balze per dipingere lo sfondo della Gioconda.

Le tappe del percorso

Prima tappa

Il punto di partenza del Cammino dei Setteponti è dalla pieve di Cascia di Reggello per raggiungere, dopo circa 15 km di cammino, Castelfranco di Sopra. Lungo il tragitto, si passa per un sentiero che conduce al ponte romanico di Pian di Scò e si risale per una vecchia strada romanica verso la pieve di Pian di Scò. Fino a Castelfranco, la strada è percorribile solo a piedi e conserva ancora un antico selciato di pietra.

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Fonte: 123RF

Il borgo di Loro Ciufenna in Valdarno

Seconda tappa

Da qui inizia il percorso più scenografico del cammino, quello che passa dalla Balze del Valdarno, delle formazioni fatte di sabbia, argilla e ghiaia stratificata che assumono i colori dell’ocra e che possono essere alte fino a un centinaio di metri. Modellate da aria e acqua nel corso dei secoli, formando uno scenario bizzarro e ricco di gole e canyon. Una sorta di “Monument Valley” italiana, insomma.

Il sentiero passa attraverso i boschi e risale verso il magnifico borgo di Pantravigne prima di giungere a Montemarciano, un altro bellissimo borgo medievale, e poi a quello di Loro Ciuffenna. Proseguendo, si arriva a Gropina, dove si trova una bella Pieve che è stata inserita tra i simboli del cammino, e la tappa si conclude dopo circa 30 km da Castelfranco a San Giustino Valdarno.

Terza tappa

L’ultima parte del cammino è lunga circa 17 km e fa tappa prima di tutto al Borro, un borgo medievale trasformato in un albergo diffuso da mille e una notte. Il percorso qui è molto bello fino a giungere al Ponte di Buriano con le sue sette arcate, uno dei gioielli più preziosi della strada dei Setteponti, situato nell’omonima Riserva naturale, un’area di circa 7 km lungo il letto dell’Arno che arriva fino alla diga della Penna, amata anche da Leonardo da Vinci che venne qui a studiare il territorio dell’Arno tra il 1502 e 1503 per bonificare la Val di Chiana. Il Genio fu colpito dal paesaggio delle Balze e le riprodusse in molti suoi dipinti.

Info utili sul Cammino dei Setteponti

Per percorrere interamente il cammino dei Setteponti ci vogliono circa tre giorni, con pernottamenti in tenda oppure nei paesi che s’incontrano lungo la strada, dove si trovano diversi agriturismi. Tuttavia, è anche possibile fare un breve percorso in giornata seguendo anche solo una delle tappe. Il cammino è adatto a tutti e non ci sono dislivelli particolarmente impegnativi. Il Cammino dei Setteponti è una vera cartolina.

Il_Borro

Fonte: Ufficio stampa

Il Borro, un borgo medievale trasformato in albergo diffuso
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In questo aeroporto italiano nascerà un vigneto

Gli aeroporti possono essere tante cose diverse: un punto di partenza, ma anche di arrivo, un luogo dove si rincontrano persone con non si vedono da tempo, o in cui si saluta qualcuno che sta per volare verso lidi lontani e, forse, senza mai tornare indietro. E a breve un bellissimo scalo italiano sarà anche qualcosa in più: vi sta per nascere un vigneto.

Un vigneto all’aeroporto di Firenze

Ci troviamo a Firenze, culla del Rinascimento e Capitale mondiale dell’arte nel Quattrocento, una città che fa innamorare tutti e che si trova in una regione assolutamente speciale: la Toscana. Si tratta di un angolo del centro Italia dove il vino è importantissimo, al punto che in fatto di produzione di questa bevanda è una delle più importanti regioni italiane, famosa nel mondo per le sue celebri etichette.

Non vi sorprenderà sapere, quindi, che è in ballo un nuovo progetto per cui, prossimamente, potrebbe nascere un vigneto di oltre sette ettari sul tetto dell’Aeroporto di Firenze Amerigo Vespucci. Parliamo di un’interessante idea dello studio di progettazione statunitense Rafael Viñoly Architects, che ha presentato i piani per la ristrutturazione del terminal internazionale e sì, sono compresi anche dei vigneti pensati con lo scopo di omaggiare la tradizione vinicola italiana, e in particolare quella della Toscana.

Cosa prevede il progetto

Niente di tutto ciò è ancora certo, anche perché i dettagli devono ancora essere definiti. Tuttavia, stando alle prime informazioni il futuro terminal  fiorentino avrà una superficie di 50.000 metri quadrati e sarà dominato da un enorme tetto spiovente pieno di lucernari e da circa 38 filari di viti.

Come riporta CNN Travel, quello di Firenze potrebbe a breve diventare il primo “vigneto d’aeroporto” d’Europa, con ben 38 vigne di 2,8 metri di larghezza.

E che fine faranno le uve prodotte? Stando a quanto si legge, saranno raccolte dai principali viticoltori della regione, prodotte e invecchiate nelle cantine in loco per poi essere distribuite per la vendita nello stesso aeroporto.

Come è possibile intuire, l’infrastruttura fiorentina subirà degli importanti cambiamenti che richiederanno particolare attenzione alla distribuzione del peso e al sistema di drenaggio. Diverse sfide riguarderanno anche il microclima, che su di un tetto è completamente diverso rispetto a quello di un vigneto classico.

Le altre grandi novità

Sempre secondo lo stesso progetto, lo scalo di Firenze beneficerà di ulteriori e interessanti cambiamenti. Oltre al vigneto, verrà riorientata e allungata la pista per renderla più adatta agli aerei moderni. Ciò permetterà anche di far operare un maggior numero di voli, al punto che il nuovo terminal – di quasi 50.000 metri quadrati – aumenterà anche la capacità dei passeggeri al suo interno: sarà in grado di ospitare più di 5,9 milioni persone.

Inoltre, sono previste nuove aree di arrivo e partenza, la creazione di sette parchi intorno alla struttura, alloggi per studenti, spazi commerciali e collegamenti di trasporto di superficie potenziati.

Lo studio Rafael Viñoly Architects dovrebbe portare a termine quanto appena detto con la collaborazione dei progettisti dell’aeroporto e, allo stesso tempo, ha annunciato che la struttura verrà costruita in due fasi: la prima dovrebbe essere completata nel 2026, mentre per la seconda occorrerà attendete il 2035.

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Tra Patrimoni Unesco a bordo del primo treno storico enogastronomico in Italia

Viaggiare a bordo di un treno storico è già di per sé un’esperienza fuori dal comune. Ora pensate di farlo ammirando dal finestrino panorami unici al mondo, tutelati dall’Unesco, cullati tra colline che ospitano paesi traboccanti di storia e tradizioni, filari di vigneti che producono alcuni tra i migliori vini al mondo, e di avere la possibilità di visitare le spettacolari Cattedrali Sotterranee di Canelli, partecipare a una degustazione di vini e formaggi a Nizza Monferrato, o brindare con il Brachetto d’Acqui ad Acqui Terme. Questo e molto altro lo si potrà fare a brevissimo sul primo treno storico enogastronomico in Italia.

A bordo del primo treno storico enogastronomico in Italia

Partirà domenica 12 maggio il primo viaggio del 2024 di TrEno Langhe, Monferrato e Roero, un modo inconsueto e originale di visitare in un solo giorno uno dei territori più rinomati al mondo per la qualità del cibo e del vino. Si potranno vivere dieci esperienze uniche, tra Canelli, Castagnole delle Lanze, Neive, Nizza Monferrato e Acqui Terme. Ogni destinazione è completamente diversa dalle altre, per offrire una molteplice possibilità di scelta.

TrEno partirà da Torino Porta Nuova, con la possibilità di salire e scendere a Bra e Alba, e il viaggio sarà raccontato da Narratori del Territorio e allietato da un aperitivo con l’Asti Spumante DOCG accompagnato dagli Amaretti di Mombaruzzo. In ogni località, indipendentemente dalla scelta, ottimi e accoglienti ristoranti proporranno un menù tipico abbinato ai vini del territorio.

A rendere le esperienze ancora più esclusive è la visita a luoghi unici, come i Giardini del Castello di Canelli, normalmente chiusi al pubblico e accessibili solo ai viaggiatori di TrEno. Langhe-Roero e Monferrato, inoltre, hanno ottenuto il primo posto come miglior destinazione enogastronomica, assegnato a Rimini durante il TTG.

Un tour tra borghi e patrimoni unici

Vediamo più da vicino le meravigliose destinazioni del Piemonte che toccherà il viaggio a bordo del treno gastronomico. Canelli è la capitale italiana dello Spumante: qui, nel 1865 è nato l’Asti Spumante a opera di Carlo Gancia. È famosa per le sue cantine, vere e proprie Cattedrali Sotterranee che si diramano nel sottosuolo del paese, dove sono state scavate gallerie nel tufo per oltre 20 km. Capolavori di architettura e ingegneria enologica, in cui si cammina in silenzio, respirando il profumo del legno delle botti, circondati da milioni di bottiglie lasciate a fermentare alla temperatura costante di 12–14 gradi in modo che assumano gli aromi e i sapori tipici dello spumante e dei vini.

Nizza Monferrato e il suo pregiato vino Barbera, del quale è capitale indiscussa, fanno parte del 50° sito Unesco dei Paesaggi Vitivinicoli delle Langhe-Roero e Monferrato. La zona di riferimento del progetto è il suo centro storico con i portici della Via Maestra, dove le botteghe e i palazzi storici permettono di fare un tuffo nel paesaggio umano che ha plasmato queste terre. La città, nella parte più antica, è di forma triangolare con contrade tutte in linea retta e vanta una nutrita presenza di edifici storici dal notevole valore.

La giornata ad Acqui Terme prevede il giro del paese con la sua Cattedrale di Santa Maria Assunta e il suo tesoro più prezioso, il Trittico della Vergine di Montserrat di Bartolomè Bermejo, capolavoro del più importante pittore del ‘400 spagnolo. Si potrà poi far visita al Museo Archeologico con il Castello dei Paleologi, il centro storico, Piazza Italia e la Bollente (Fonte di Acqua Termale Calda a 74,5°). Il pranzo presso l’enoteca e alcuni dei migliori ristoranti proporranno un menù tipico con il Brachetto nelle sue declinazioni dolce, rosso e rosé.

Altra tappa del TrEno Langhe, Monferrato e Roero è Castagnole delle Lanze, uno dei Borghi più belli d’Italia. Una volta arrivati alla stazione, saranno messe a disposizione dei partecipanti 20 e-bike e una navetta per 20 posti. La prima tappa del tour prevede la visita del paese con un aperitivo. Si prosegue, poi, attraversando le dolci colline tra il Monferrato e le Langhe, alla volta di un caratteristico agriturismo dove sarà possibile visitare la cantina e fare un picnic nei vigneti o noccioleti. Se le condizioni atmosferiche non lo consentiranno, il pranzo sarà offerto nella sala ristorante. Il tour conduce, infine, allo splendido borgo di Neive con i suoi splendidi palazzi, le torri e le stradine medioevali.

TrEno Langhe, Monferrato e Roero: date e destinazioni

Ecco le date e le destinazioni in programma nel 2024:

  • 12 maggio: Canelli / Nizza Monferrato
  • 1 giugno: Canelli / Castagnole Neive
  • 21 settembre: Nizza Monferrato / Acqui Terme
  • 12 ottobre: Canelli / Nizza Monferrato
  • 19 ottobre: Canelli / Nizza Monferrato
  • 27 ottobre: Canelli / Nizza Monferrato
  • 10 novembre: Canelli / Nizza Monferrato
  • 16 novembre: Canelli / Nizza Monferrato
  • 24 novembre: Canelli / Nizza Monferrato
  • 15 dicembre: Canelli / Nizza Monferrato
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Vino, olio, storia e arte: l’altra Montecarlo

Non tutti pensano al Principato di Monaco quando si parla di Montecarlo.

C’è un piccolo borgo in Toscana, isolato in cima a un colle ricoperto di ulivi e vigneti, che infatti porta lo stesso nome della più celebre città nota per il circuito urbano automobilistico.

Una Montecarlo dalla storia secolare, dai campanili svettanti, dagli splendidi panorami e dall’architettura medioevale, che ricopre un posto speciale nella regione grazie alla sua produzione di olio d’oliva e vino.

Per distinguerla dalle omonimie, la si chiama Montecarlo di Lucca, vista la sua posizione. Si trova in provincia di Lucca, appunto, e sta a metà tra il territorio della città e quello della Valdinievole, la pianura a sud-ovest di Pistoia.

È un piccolo scrigno di tesori che in ogni stagione dell’anno sa regalare inattese sorprese ai visitatori.

Fonte: Lorenzo Calamai

Il campanile della Chiesa di Sant’Andrea a Montecarlo

Montecarlo in Toscana

Montecarlo ha una precisa data di nascita: risale al 1333. Due anni prima Firenze aveva messo a ferro e a fuoco l’insediamento di Vivinaia, possedimento lucchese, nella pianura oggi prospiciente il paese.

Le autorità lucchesi decisero allora di rifondare la cittadina sul colle del Cerruglio, che svetta rispetto alla piana con i suoi 160 metri di altitudine. Il nuovo borgo venne chiamato Montecarlo in onore dell’allora imperatore Carlo IV di Lussemburgo, che aveva dato man forte ai lucchesi a liberarsi dal gioco di Pisa. Lo stesso Carlo soggiornò diverse volte in paese, per supervisionare la costruzione della fortezza le cui mura sono ancora oggi ben visibili intorno al borgo.

Fonte: Lorenzo Calamai

La vista da Piazza F. Carrara a Montecarlo

La Fortezza del Cerruglio, o Rocca di Montecarlo, divenne strategicamente importante per le operazioni militare dei decenni seguenti, quando Lucca, Pisa e Firenze si contesero a suon di battaglie le rispettive terre.

Nel corso del XV secolo Montecarlo passò da essere un territorio sotto l’egida lucchese a contado fiorentino, mantenendo una sua rilevanza militare grazie alla fortezza. Rilevanza che venne poi meno nel Settecento, quando il Granduca Pietro Leopoldo mise in disarmo la Rocca.

Circondata di mura, a Montecarlo si entra passando per una delle tre porte ancora esistenti: a est la Porta Fiorentina, a ovest la Porticciola che guarda verso Lucca, a sud la Porta Nuova. Il borgo ha un classico impianto geometrico di vie parallele e perpendicolari che si evolve attorno al maestoso campanile della Chiesa di Sant’Andrea.

Il campanile è il simbolo del borgo: svetta su tutti gli altri edifici circostanti e, arrivando a Montecarlo, è il primo edificio che si riconosce, quello che aiuta a localizzare il borgo da ogni posizione.

La Rocca del Cerruglio e la Chiesa di Sant’Andrea

La Rocca e la Chiesa di Sant’Andrea rappresentano le due principali attrazioni architettoniche di Montecarlo.

La prima è arroccata sul punto più alto del colle del Cerruglio, con il Mastio che è quasi un promontorio slanciato verso la pianura sottostante.

Massiccia, con il caratteristico rosso intenso dei suoi piccoli mattoni di cotto come nella migliore tradizione architettonica lucchese, domina il centro storico di Montecarlo. Venne costruita precedentemente rispetto alla fondazione del 1333: da qui il condottiero lucchese Castruccio Castracani lanciò il suo attacco nella Battaglia di Altopascio del 1325, quando i ghibellini ottennero una clamorosa vittoria contro i guelfi fiorentini e senesi pur in numero tre volte inferiore.

La parte più orientata verso l’attuale centro cittadino venne costruita solo nel Cinquecento, sotto il governo mediceo, per rinforzare le difese del borgo. Qui oggi sorge un elegante giardino all’italiana dove un tempo sorgeva una grande piazza d’armi. La Rocca, oggi proprietà privata, è visitabile nei fine settimana, dalle 15 alle 19, oppure su prenotazione. Ospita occasionali eventi culturali durante i quali è aperta al pubblico.

Fonte: Lorenzo Calamai

Torre della Chiesa di Sant’Andrea a Montecarlo

Impossibile non individuare la Chiesa di Sant’Andrea, il cui campanile svetta sulla strada principale del paese. Il bel portale e la facciata sono del Trecento, mentre il resto dell’edificio è stato ristrutturato nel corso del Settecento.

All’interno l’opera più rilevante è la pala con i Santi Lucia, Giovanni Battista, Francesco Saverio, Biagio e Gaetano opera di Antonio Franchi il Lucchese, pittore barocco di rilievo. Nella cultura paesana, però, occupa un posto speciale l’affresco racchiuso nella Cappella della Madonna del Rosario, dove la Madonna cerca di proteggere un bambino dalle insidie del demonio, facendo così riferimento a un miracolo locale: l’apparizione della Madonna sulla torre della Rocca per difendere il paese da un attacco della città di Pisa.

L’ingresso della Chiesa di Sant’Andrea dà sull’antistante Piazza Francesco Carrara, dove ci si può affacciare dalle mura e godere di un panorama vasto ed ampio che abbraccia la Lucchesia fino alla sagoma del Monte Faeta.

Ulteriore attrazione culturale del centro è il Teatro dei Rassicurati, fondato alla fine dell’Ottocento e nascosto tra le facciate di case comuni. È all’interno che il teatro dà il meglio di sé, con la sua platea ovale raccolta e intima, i palchi su due ordini e le sue decorazioni che rendono speciale assistere a uno spettacolo.

Enogastronomia a Montecarlo

Il colle sul quale sorge Montecarlo si erge in mezzo a un territorio dedicato alla coltivazione di mais e legumi (in Lucchesia) e di fiori (in Valdinievole), ma le pendici del Cerruglio sono invece ricoperte di ulivi e di viti, dando vita ai prodotti tipici del borgo.

Una attività antichissima, come testimonia un documento rinvenuto nella frazione di San Piero in Campo che parla della produzione di vino e risale all’846 d.C.

L’antico insediamento precedente Montecarlo, Vivinaia, deve il suo nome proprio alla coltivazione della vita e alla produzione vinaria. Fu il vino più pregiato di Toscana fra Quattrocento e Cinquecento, quello col prezzo più alto nei mercati fiorentini. Erano il Trebbiano e il Sangiovese i vitigni predominanti della zona, ma alla fine dell’Ottocento, al fine di migliorare la produzione in termini qualitativi e tecnologici, alcune aziende montecarlesi studiarono le tecniche e i vitigni francesi, portando sulle colline toscane il Cabernet Sauvignon, il Cabernet Franc, il Merlot, il Syrah, il Pinot bianco e il Pinot grigio.

Fonte: Lorenzo Calamai

Facciate di un tempo in quel di Montecarlo

Oggi Montecarlo vanta due Denominazioni d’Origine Controllata prodotte nel territorio racchiuso tra il borgo, Porcari, Altopascio e Capannori. Il Montecarlo Bianco è un Trebbiano a cui viene aggiunta una importante percentuale di uve che possono essere Semillon, Pinot grigio e bianco, Vermentino, Sauvignon o Roussanne. Il Montecarlo Rosso è composto da una prevalenza di Sangiovese, una parte di Canaiolo e una selezione di Ciliegiolo, Colorino, Malvasia Nera, Syrah, Cabemet Franc, Cabemet Sauvignon, Merlot. Oltre i due anni d’invecchiamento acquisisce la denominazione di Montecarlo Riserva.

Sono vini rotondi e pieni, ma che rispetto ad altri colleghi toscani sanno mantenere una maggiore freschezza e morbidezza. Il perfetto accompagnamento per la cucina locale, contraddistinta dai primi piatti con ragù di carne, dai salumi e dalle zuppe di legumi. I tanti piccoli locali del centro storico sono la scelta perfetta per immergersi nella cultura enogastronomica montecarlese, che si inquadra perfettamente nella tradizione toscana e lucchese, mantenendo però un accento singolare, locale.

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Tequila, Whisky e vino: puoi gustarli a bordo di questi treni

Viaggiare in treno è un’esperienza che affascina e incanta, un modo per scoprire il mondo che risveglia il senso dell’avventura in ognuno di noi. Il ritmo lento e cadenzato del convoglio che attraversa paesaggi mozzafiato, il comfort dei vagoni, la possibilità di incontrare persone provenienti da ogni angolo del pianeta, tutto contribuisce a creare un’atmosfera unica, quasi magica. E poi, c’è quel tocco retrò che solo i viaggi in treno possono offrire, un richiamo nostalgico a un tempo in cui la vita scorreva più lentamente.

Ma c’è un elemento che può rendere un viaggio in treno ancora più memorabile: la degustazione di bevande alcoliche a bordo. Immagina di sederti comodamente al tuo posto, mentre il mondo scorre lentamente davanti ai tuoi occhi, e di avere tra le mani un bicchiere di whisky pregiato, o di vino dal gusto intenso.

Oggi ti porteremo in un incredibile viaggio dove potrai gustare alcune delle bevande alcoliche più eccezionali al mondo, in un autentico paradiso su rotaie. Sei pronto a salire a bordo?  Allora rilassati, bevi e lasciati trasportare dal fascino senza tempo di un’esperienza unica nel suo genere.

Sapori in movimento: i tour enogastronomici più affascinanti del mondo

desgustazione treno

Fonte: istock

Puoi degustare bevande alcoliche pregiate su questi treni

In ogni angolo del globo, treni speciali sono pronti a condurti in un viaggio indimenticabile. Non si tratta di semplici mezzi di trasporto, ma di veri e propri portali verso un universo di sapori e aromi, dove ogni sosta è un’occasione per scoprire tradizioni secolari, tecniche di distillazione e segreti di famiglia. Oggi, ne abbiamo selezionati alcuni che vale davvero la pena provare almeno una volta nella vita. Perché viaggiare non è solo vedere, ma anche assaporare. E questi treni sono l’occasione perfetta per farlo. Quindi, prepara la valigia, prendi il tuo bicchiere e sali a bordo. Il viaggio sta per cominciare.

Alla scoperta delle cantine di San Diego

Immergiti nel cuore vitivinicolo della California con il tour in treno delle cantine di San Diego, un’esperienza indimenticabile per gli amanti del buon vino. Questo tour, della durata di circa cinque ore, ti porterà alla scoperta delle migliori cantine urbane e sale di degustazione della zona, offrendoti un assaggio autentico della cultura vinicola locale.

Non solo avrai la possibilità di conoscere da vicino il processo di vinificazione, ma potrai anche assaporare fino a 15 degustazioni di vini locali, serviti direttamente a bordo del treno. Un modo unico per goderti il viaggio, mentre i paesaggi californiani scorrono fuori dal finestrino. Inoltre, il tour include un pranzo italiano, accuratamente abbinato ai vini per esaltare i loro sapori e aromi. Una vera festa per il palato, che ti permetterà di scoprire le affinità tra i vini locali e la cucina italiana.

Esplorando il Texas a bordo del treno della vodka

Immagina di salire a bordo del Sunset Express, un treno straordinario che ti porterà in un affascinante viaggio da Cedar Park a Bertram e ritorno. Durante le 2,5 ore di percorrenza per le 44 miglia, ogni momento sarà indimenticabile.

A bordo, saranno offerti tre campioni di vodka, un drink di benvenuto e tre cocktail. È un’esperienza unica dove il gusto si unisce al divertimento in un’atmosfera festosa. Qui, ti aspetta una serata all’insegna del gusto, durante la quale avrai l’opportunità di assaporare le creazioni di Vintage Distilling, Kruto Vodka e Bloody Buddy. Ma ricorda: l’obiettivo è godersi la vodka in modo responsabile. Quindi, non saranno ammessi ulteriori alcolici a bordo.

Il viaggio è previsto per il 20 gennaio 2024. Non perdere l’occasione di vivere un’esperienza diversa dal solito, all’insegna del divertimento e della scoperta.

Alla scoperta della Scozia: un viaggio emozionante sul treno del whisky

Preparati per un’avventura indimenticabile a bordo del Royal Scotsman, il leggendario treno whiskey che ti guiderà in un viaggio sensoriale attraverso le affascinanti Highlands scozzesi.

Questo non è un viaggio come tutti gli altri, ma un tour di quattro giorni organizzato dalla Scotch Malt Whisky Society, che ti condurrà da Edimburgo a Kyle of Lochalsh, passando per Dundee, Keith, Inverness e altri luoghi incantevoli. Durante il viaggio, avrai l’opportunità di visitare la storica distilleria Benromach, di esplorare la maestosa tenuta Rothiemurchus e di partecipare a degustazioni di whisky guidate da esperti nel settore.

Qui, avrai l’opportunità di gustare una cucina raffinata, goderti panorami spettacolari dalle finestre del treno e rilassarti in alloggi di lusso.

Il Jose Cuervo Express: un’avventura sul treno della tequila in Messico

Immergiti in un’avventura che ti porterà nel cuore pulsante dell’iconica bevanda messicana: la tequila. Il Jose Cuervo Express ti offre un’esperienza unica, intrisa di cultura, sapori e paesaggi affascinanti.

Il viaggio inizia nella vivace città di Guadalajara, ti conduce attraverso la pittoresca Tlaquepaque e culmina nella leggendaria città di Tequila. Durante questo tour di 11 ore, avrai l’opportunità di assaporare il vero spirito del Messico.

Mentre il paesaggio cambia fuori dalla finestra, avrai la possibilità di gustare cocktail esclusivi a base di tequila Jose Cuervo, aggiungendo un tocco di lusso al tuo viaggio. L’apice dell’esperienza sarà la visita alla distilleria La Rojeña, dove potrai scoprire i segreti dietro la produzione di questa bevanda iconica.

Le vie dell’Amarone e le meraviglie del paesaggio alpino

Se siete alla ricerca di un’avventura indimenticabile nel cuore dell’Italia, preparatevi a salire a bordo del Treno delle Alpi e lasciatevi trasportare in un viaggio straordinario lungo le vie dell’Amarone, da Milano fino alla incantevole Cortina d’Ampezzo.

Qui, potrai assaporare l’autenticità e la passione che si nascondono dietro ogni bottiglia di questo pregiato vino italiano. Il tuo percorso ti porterà attraverso i panorami mozzafiato delle Alpi, fino a raggiungere la magica Cortina d’Ampezzo. Lì, avrai l’opportunità di immergerti nella bellezza delle Dolomiti e di assaporare l’atmosfera unica di questa rinomata località montana.

Un’esperienza indimenticabile, che vi lascerà ricordi indelebili e un amore ancora più profondo per le meraviglie del nostro Bel Paese.

Viaggio sulla Ferrovia Circumetnea, il treno dei vini dell’Etna

La Strada del Vino dell’Etna ti invita a scoprire il cuore pulsante del territorio siciliano a bordo di un treno unico nel suo genere, il Treno dei vini dell’Etna.

Un viaggio straordinario, organizzato da associazioni locali dedicate, vi condurrà attraverso le più belle cantine della regione, permettendovi di degustare vini squisiti direttamente alla fonte. Non solo avrete l’opportunità di visitare aziende agricole rigogliose e strutture ricettive accoglienti, ma sarete anche introdotti ai prodotti locali e ai piatti tradizionali della Sicilia, rendendo la vostra esperienza ancora più ricca e indimenticabile.

Ogni luogo visitato racconta una storia, una parte dell’affascinante tessitura culturale che rende la Sicilia così unica e affascinante.

Preparati a vivere un’esperienza che risveglia i sensi e tocca l’anima. Sali a bordo del Treno dei Vini dell’Etna e lasciati trasportare in un viaggio indimenticabile attraverso la bellezza, la cultura e i sapori della Sicilia.

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Ecco i migliori tour enogastronomici in treno nel mondo