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The Walking Dead: Daryl Dixon, le location della terza stagione della serie SKY

L’amatissimo spin-off “The Walking Dead: Daryl Dixon” torna con la terza stagione in esclusiva su SKY e in streaming solo su NOW, a partire dall’8 settembre 2025. Daryl, il guerriero solitario più amato dell’apocalisse, interpretato da Norman Reedus, riprende il suo viaggio insieme a Carol (Melissa McBride) verso casa e verso le persone amate.

Li abbiamo lasciati mentre abbandonavano la Francia nell’ultimo episodio della stagione precedente e li ritroviamo naufragati in una terra straniera nuova e inaspettata: la Spagna. I due amici, qui, si imbattono in una nuova cultura e in un nuovo stile di vita, ma se tutto inizialmente sembra tranquillo, ben presto nasceranno nuovi pericoli e minacce zombie. Il loro sarà un viaggio che attraversa diverse regioni spagnole che presentano paesaggi naturali ideali per l’ambientazione post-apocalittica, dalla Galizia alla Catalogna, dall’Aragona all’Andalusia.

Galizia

I paesaggi di diverse regioni spagnole sono stati il set cinematografico naturale perfetto per rendere tutto il fascino delle ambientazioni della terza stagione di “The Walking Dead: Daryl Dixon”. Ad accogliere i protagonisti naufragati sono le terre della Galizia, la regione nord-occidentale della Spagna le cui coste si affacciano all’Oceano Atlantico, con i tipici paesaggi che vedono alternarsi rías e spiagge da cartolina.

Navaluenga

A circa 100 km da Madrid, in Castiglia e León, la troupe ha girato alcune scene nel borgo di Navaluenga (Ávila), dove l’emblematico ponte romanico e il suo paesaggio naturale sono diventati un’ambientazione cruciale per la serie.

Siviglia

Anche l’Andalusia è stata scelta per le riprese del nuovo amato spin-off. In particolare, vediamo l’elegante città di Siviglia scorrere sullo schermo. I protagonisti appaiono in location specifiche come la Casa de Pilatos, splendido edificio considerato il prototipo del palazzo andaluso, il palazzo del Marchese di Montilla, a due passi dalla meravigliosa struttura delle Setas, in centro, e l’Alcázar Reale, tappa immancabile durante un viaggio in questa splendida città.

Casa de Pilatos Siviglia

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Il cortile della Casa de Pilatos a Siviglia

Granada

Non manca tra le location anche il meraviglioso sito Unesco dell’Alhambra (che vi consigliamo di visitare anche di sera, con le suggestive illuminazioni che ne esaltano i dettagli e le atmosfere arabeggianti) e il caratteristico quartiere Albaicín di Granada.

Aragona

Tappa anche in Aragona, dove protagoniste sono le rovine di Belchite, un antico borgo vicino a Saragozza che fu teatro di una colossale battaglia durante la Guerra Civile Spagnola, dal 1936 al 1939. A documentarne la distruzione ci fu anche Ernest Hemingway, allora corrispondente di guerra. Ciò che rimane ora del vecchio paese è un insieme di rovine che rendono il paesaggio decisamente spettrale.

Il borgo antico di Belchite, in Spagna

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Le suggestive rovine del borgo di Belchite, in Spagna

A pochi chilometri da Belchite, la troupe ha raggiunto anche la Riserva ornitologica di El Planerón, che ha fatto da sfondo ad altre scene della serie.

Una sequenza che lascerà tutti a bocca aperta è anche quella registrata in un altro punto preciso di Saragozza: la linea ferroviaria abbandonata Endesa tra Samper e Andorra. Qui si vede Daryl a cavallo lungo i binari. Anche Teruel compare tra le location scelte per le riprese della terza stagione della serie.

Natalia Martínez, responsabile della Commissione Cinematografica di Aragona, ha sottolineato l’importanza di queste riprese, che sarebbero “le più grandi mai realizzate in questa Comunità”.

Alicante

Ci spostiamo nella periferia di Alicante, dove la produzione si è servita degli studi della Ciudad de la Luz, complesso realizzato per produzioni audiovisive, nella cui grande cisterna di acqua sono state riprodotte alcune scene di grande interesse per gli effetti speciali e visivi.

Da Madrid alla Catalogna e Valencia

Il quartier generale della produzione della nuova stagione è stato posizionato a Madrid, dove vediamo alcuni scorci e luoghi emblematici della città, ma altre riprese sono avvenute anche sulle spiagge di Valencia e in luoghi rurali della Catalogna. In questa regione spicca Badalona, cittadina a pochi chilometri da Barcellona che è stata utilizzata come location urbana post-apocalittica. Le riprese si sono svolte in zone con strutture industriali e lungo la costa, tra cui le iconiche ciminiere vicino alla spiaggia.

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Giardino della Kolymbethra ad Agrigento: angolo di paradiso

In Sicilia, nel cuore della Valle dei Templi di Agrigento, luogo amato e apprezzato in tutto il mondo, si nasconde un tesoro unico, che pochi oggi conoscono: il Giardino della Kolymbethra.

Chiunque visiti questo luogo rimane senza parole. Natura, storia e spiritualità si fondono creando un’esperienza sensoriale unica, capace di incantare gli occhi ed il cuore di qualsiasi viaggiatore. Una destinazione lontana dalle rotte turistiche più ambite e ricercate, che potrebbe trasformarsi in un’idea unica per il tuo prossimo viaggio alla scoperta dei tesori nascosti della Sicilia e dell’Italia intera. Ecco cosa devi sapere del Giardino di Kolymbethra ad Agrigento, un angolo di paradiso.

Cos’è il Giardino della Kolymbethra? Storia ed origini

Il Giardino della Kolymbethra è un vero e proprio paradiso, dalla grandezza di oltre cinque ettari, che si trova nel cuore della Valle dei Templi, uno dei siti archeologici più affascinanti al mondo e Patrimonio dell’Umanità UNESCO. Il nome di questo luogo deriva dal greco antico “kolymbethra” e significa, letteralmente, “vasca per nuotare”.

Originariamente, infatti, questi giardini erano una grande cisterna artificiale, realizzata addirittura nel quinto secolo a.C, con lo scopo di raccogliere le acque provenienti dalle sorgenti della vicina collina di Agrigento grazie ad un complesso sistema di gallerie sotterranee.

È stato con il passare dei secoli che questo bacino si è trasformato in un bellissimo giardino rigoglioso, che ha subito continue modifiche nel tempo grazie ad arabi e normanni che, durante il loro dominio, hanno introdotto coltivazioni di agrumi, mandorli, ulivi e piante aromatiche.

Un giardino che, nonostante la sua bellezza ed il fatto di essere diventata un’oasi agricola preziosa per gli abitanti di Agrigento, nel Novecento è stata abbandonata nel dimenticatoio. Tutto questo, almeno, fino all’intervento del FAI, il Fondo per l’Ambiente Italiano, che ha trasformato questo luogo in un affascinante giardino, valorizzando le sue bellezze e riaprendolo al pubblico, diventando un’attrazione estremamente amata in Sicilia.

Perché visitare il Giardino della Kolymbethra?

Sotto la gestione del FAI, questo luogo ha visto una costante crescita nel tempo di servizi e turisti, che lo hanno reso uno scalo archeologico molto apprezzato dagli amanti della storia antica. Il Giardino della Kolymbethra è anche sede di eventi culturali ed attività didattiche, adatte ai visitatori di tutte le età, grandi e bambini, per un vero viaggio nel tempo.

Cosa vedere nel Giardino della Kolymbethra: tra storia, natura e scoperta

Camminare lungo i sentieri del giardino, si può ammirare l’imponente cornice dei templi greci, mentre intorno si respira il profumo intenso degli aranci, dei limoni, del mirto e del rosmarino. Questo trasforma il Giardino della Kolymbethra come un luogo in cui vivere un’esperienza unica, in grado di coinvolgere tutti i sensi.

Al suo interno è possibile visitare diverse aree tematiche, ognuna delle quali racconta un pezzo della storia del paesaggio mediterraneo siciliano. Uno degli elementi più affascinanti e assolutamente da vedere del sito sono gli ipogei, delle antiche gallerie scavate nella roccia, che facevano parte del sistema idrico dell’antica Akragas, l’odierna Agrigento. È anche possibile esplorare questi cunicoli attraverso delle visite guidate, per un itinerario sotterraneo della durata di circa 40 minuti. Un escursione perfetta per chi ama la storia e l’archeologia e desidera il lato più nascosto della Sicilia antica.

Da visitare sono anche gli orti didattici, i percorsi olfattivi, gli spazi dedicati al relax ed i diversi punti panoramici, dai quali è possibile ammirare alcuni degli scorci più belli e spettacolari della Valle dei Templi.

Quando visitare il Giardino della Kolymbethra: i periodi migliori

Il giardino è aperto tutto l’anno, ma il periodo migliore per vistarlo e scoprire tutta la sua bellezza è la primavera, quando la vegetazione è in piena fioritura e le temperature sono ideale per passeggiare tra gli alberi di agrumi. Inoltre, durante la bella stagione, è possibile anche partecipare a laboratori, degustazioni e piccoli eventi culturali, tutti pensati per valorizzare le tradizioni locali. Anche l’autunno è perfetto per godersi una visita senza l’affollamento estivo e con una luce dorata che rende il paesaggio ancora più suggestivo.

Nei mesi di Gennaio, Febbraio, Novembre e Dicembre è possibile visitare il giardino dalle 10.00 alle 16.00, da Marzo a Maggio ed Ottobre dalle 10.00 alle 18.00, a Giugno dalle 10.00 alle 19.00, da Luglio a Settembre dalle 10.00 alle 20.00.

Per visitare il Giardino della Kolymbethra è necessario acquistare in precedenza un biglietto che prevede l’ingresso alla Valle dei Templi. Il prezzo del biglietto combinato che prevede l’ingresso ad entrambe ha un costo di 23€ per gli adulti, ridotto a 2€ per i bambini dai 6 ai 17 anni e di 15€ per gli studenti dai 18 ai 25 anni. Per gli iscritti al FAI il costo d’ingresso alla Valle dei Templi è di 10€, mentre è gratuito al solo Giardino.

Il solo ingresso al Giardino della Kolymbethra ha un costo di 7€ per gli adulti, ridotto a 2€ dai 6 ai 17 anni ed a 5€ per gli studenti.

Per chi volesse visitare anche gli ipogei è necessario acquistare un ingresso a parte, che ha un costo di 10€ per gli adulti, 7€ ridotti e gratuito per i bambini fino a 5 anni.

Valle dei Templi di Agrigento, dove si trova il Giardino della Kolymbethra

Fonte: iStock

Tramonto nella splendida Valle dei Templi di Agrigento

Un giardino da vivere, proteggere e raccontare

Il Giardino della Kolymbethra è una meta ideale per tutti, grandi e bambini. Per tutte quelle famiglie che vogliono scoprire il fascino della storia antica e della natura tramite percorsi educativi ed attività per bambini, ma anche per le coppie che cercano un luogo romantico e fuori dal comune, amanti della natura e dell’archeologia.

Visitare il Giardino della Kolymbethra è un’occasione unica per scoprire un luogo incantevole, nel cuore della Sicilia, dove il FAI tutela il patrimonio culturale e naturale italiano, trasformando l’area in una destinazione unica.

Per chiunque stia pianificando un viaggio alla scoperta della Sicilia e vuole vivere appieno il lato autentico, profondo e poetico dell’isola, allora il Giardino della Kolymbethra deve essere inserito assolutamente all’interno dell’itinerario. Sarà una tappa indimenticabile!

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Sicilia da incanto: miti e leggende tra i luoghi più magici dell’isola

Chi ci è stato lo sa già, ma ne è consapevole anche chi ancora sogna un biglietto A/R per Palermo o per i monumenti di Agrigento: c’è una Sicilia che profuma di arance e salsedine, che incanta con i suoi templi dorati e le sue piazze barocche. Ma c’è anche una Sicilia invisibile, fatta di misteri, miti antichi e leggende affascinanti, che si nasconde tra le pieghe del paesaggio, sussurrata dal vento e custodita nelle pieghe della pietra da secoli, se non millenni. È una terra che si racconta attraverso storie tramandate di generazione in generazione, dove ogni luogo ha il suo mito e ogni borgo custodisce un segreto.

Pronti a partire per un viaggio insolito? Ecco i luoghi leggendari della Sicilia, dove la realtà sfuma nel mito e il fascino si moltiplica ad ogni passo, idee di viaggio perfette per chi vuole visitare l’isola non solo per il buon cibo e il mare da favola, ma anche per immergersi a tutto tondo nella sua cultura straordinaria.

Agrigento: la lettera del Diavolo nella Cattedrale di San Gerlando

Iniziamo questo itinerario misterioso proprio nel cuore della Sicilia barocca: Agrigento, famosa per la Valle dei Templi… Ma non solo. All’interno della Cattedrale di San Gerlando, precisamente nella torre campanaria, è custodito uno dei misteri più inquietanti dell’isola: una lettera scritta, si dice, dal Diavolo in persona.

Cattedrale di San Gerlando, Agrigento

Fonte: iStock

Esterno della Cattedrale di San Gerlando

Il documento, risalente al XVII secolo, è redatto in un alfabeto sconosciuto e nessuno è mai riuscito a decifrarlo. L’atmosfera dentro la cattedrale è già suggestiva di suo, ma questa reliquia oscura la rende ancora più affascinante. Pare che la lettera sia stata ricevuta da una suora posseduta e da allora sia rimasta lì, inquietante e indecifrata. Agrigento, d’altronde, è una tappa famosa: a questo punto non resta che inserire nel proprio itinerario questa chicca per portare con sé un ricordo ancora più speciale del proprio viaggio.

Palma di Montechiaro: la Madonna misteriosa del castello

A pochi chilometri da Agrigento, ecco Palma di Montechiaro, conosciuta anche come la “città del Gattopardo” (è, infatti, la città in cui è stato ambientato il capolavoro letterario di Giuseppe Tomasi di Lampedusa). Qui, nel castello dei Chiaramonte, si narra di una misteriosa statua in marmo della Madonna con Bambino, protagonista di una leggenda locale. Si dice che la statua brilli di luce propria in alcune notti particolari e che abbia addirittura poteri miracolosi.

Capo Peloro: Colapesce e il peso della Sicilia

Capo Peloro, il punto più a nord-est della Sicilia, vicino Messina, è teatro di una delle leggende più struggenti dell’isola: quella di Colapesce, il ragazzo metà uomo e metà pesce. La leggenda narra che per salvare la Sicilia da una catastrofe, Colapesce si immerse nelle profondità del mare per sorreggere una delle tre colonne che reggono l’isola. Da allora, secondo la tradizione popolare, sarebbe rimasto lì sotto, tenendo in equilibrio la terra. E quando la terra trema nello Stretto… La leggenda vuole che sia lui a muoversi. Questa è una storia molto popolare, tanto che persino nelle scuole agli alunni viene raccontata.

Aci Trezza: i faraglioni e la furia di Polifemo

Ci spostiamo sulla costa catanese, nel piccolo borgo di Aci Trezza che è celebre per i suoi faraglioni neri, scogli imponenti che sembrano emersi da un racconto epico. Secondo la leggenda, furono proprio i massi scagliati da Polifemo contro Ulisse in fuga a creare queste formazioni rocciose. Il mare qui è di un blu intenso, i panorami mozzafiato e la mitologia greca vibra ancora tra le onde. Aci Trezza è un posto dove la fantasia prende forma… Scolpita nella lava bollente.

Monte Etna: Encelado e le fiamme della vendetta

Impossibile parlare di Sicilia mitologica senza citare il famosissimo vulcano – ancora attivo – , l’Etna. Se oggi ci affascina con le sue eruzioni e i suoi panorami lunari, un tempo si temeva per tutt’altro: la leggenda narra che il gigante Encelado, ribellatosi a Giove per prendere il suo posto, fu sconfitto con un fulmine e sepolto proprio sotto il vulcano. Da lì, in preda all’ira, iniziò a sputare fuoco e fiamme, dando vita alle eruzioni. Oggi, ogni fumo che si alza dal cratere è un grido di rabbia del titano sepolto.

Bagheria: Villa Palagonia e i suoi fantasmi

Nel cuore di Bagheria, in provincia di Palermo, sorge Villa Palagonia, conosciuta anche come la “Villa dei Mostri”, per via delle sue statue alquanto bizzarre. La leggenda narra che la villa sia abitata da fantasmi inquieti, attratti dalle strane sculture grottesche che popolano il giardino: gnomi, animali deformi, volti inquietanti. I racconti sui fenomeni inspiegabili si susseguono da secoli, tra cui apparizioni, suoni notturni e strane visioni. Goethe stesso visitò la villa, definendola “una follia architettonica”, eppure oggi è uno dei luoghi più magnetici e misteriosi della Sicilia.

Villa Palagonia, Bagheria, Palermo

Fonte: iStock

Le sculture bizzarre di Villa Palagonia

Lago di Pergusa: il ratto di Proserpina

Nel cuore dell’isola, in provincia di Enna, il lago di Pergusa è avvolto da un’aura mitologica senza tempo. Fu proprio qui, secondo il mito greco, che Ade rapì Proserpina per portarla con sé negli inferi. Il terreno ancora oggi è fertile e denso di colori intensi: si dice che ogni primavera, quando Proserpina ritorna sulla terra, la natura esploda in fiori e frutti, mentre in autunno, quando scende di nuovo negli inferi, la terra si ritiri nel silenzio. Il lago, unico bacino naturale dell’entroterra, ha un fascino magnetico, letteralmente.

Ortigia: la fonte di Aretusa e l’amore eterno

Nel cuore di Siracusa, sull’isola di Ortigia, sgorga una sorgente d’acqua dolce che sembra spuntare dal nulla: è la Fonte Aretusa, legata al mito della ninfa Aretusa e del dio Alfeo. Secondo la leggenda, chi tocca le sue acque sarà benedetto con amore, gioia e fertilità. Le giovani coppie del posto ancora oggi fanno visita alla fonte, nella speranza che il mito si trasformi in realtà e tra le canne di papiro che crescono rigogliose, tutto sembra davvero possibile.

Milazzo: il castello e il fantasma della monaca murata viva

Spostiamoci a Milazzo, sulla costa tirrenica, dove sorge uno dei castelli più suggestivi e carichi di mistero della Sicilia. Qui si racconta della triste vicenda di una monaca innamorata, colpevole solo di aver vissuto una passione proibita. Per punizione, fu murata viva nel castello, dove il suo spirito si aggirerebbe ancora oggi. C’è chi giura di averla vista affacciarsi da una finestrella, in attesa eterna del suo amore perduto. Se cercate brividi veri, il castello di Milazzo è la vostra tappa perfetta.

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Agrigento, nella Valle dei Templi scoperto un antico auditorium greco

Si è concluso da poco uno scavo nella Valle dei Templi di Agrigento, che ha regalato una forte emozione al team guidato dalla professoressa Monika Trümper e dal dottor Thomas Lappi della Freie Universität di Berlino. Una squadra internazionale di professionisti ha portato alla luce una sala molto ampia con un’iscrizione visibile, conservata in modo parziale. Si tratta dell’auditorium di un ginnasio di epoca ellenistica, scoperta che segna una tappa importante dei lavori in questa area iniziati nel 2020.

Molti lo considerano uno dei più rilevanti nel Mediterraneo occidentale per la sua dimensione e la struttura architettonica. Il ginnasio un tempo formava la classe dirigente e non definiva solo i primi due anni di liceo classico come oggi. Con la filosofia, la retorica, l’atletica e la musica, si cercava di preparare i giovani a una vita da “cittadini completi” pronti ad affrontare ogni giorno con una preparazione bilanciata tra corpo e mente.

Le caratteristiche principali dell’antico auditorium

Una grande sala rettangolare di 23 x 11 metri con pavimento in terra battuta e panche lungo le pareti ha sorpreso gli archeologi impegnati negli scavi. Collegata a questa sala attraverso un portale di grandi dimensioni un auditorium coperto di 12 x 7 metri con circa otto file di sedili curvi in calcarenite locale, per ospitare circa 200 persone in totale. L’area piatta in cemento semplice davanti ai sedili era occupata di solito dall’orchestra durante gli spettacoli.

Auditorium dell'antico ginnasio di Agrigento

Fonte: Blanca Kupke © FU Berlin

Auditorium dell’antico ginnasio di Agrigento

Secondo alcuni studi e ricostruzioni questo auditorium sarebbe parte della costruzione originaria del II secolo a.C.  e veniva usato per competizioni retoriche, eventi intellettuali e lezioni, alternando quindi la doppia funzione di centro di formazione fisica e culturale.

La scoperta è stata possibile grazie a un team internazionale che fa capo alla Freie Universität di Berlino, in collaborazione con il Politecnico di Bari, il Parco Archeologico della Valle dei Templi e la Deutsche Forschungsgemeinschaft (la più importante fondazione tedesca per la ricerca scientifica).

Auditorium dell'antico ginnasio di Agrigento

Fonte: Rolf Sporleder, © FU Berlin, Institute of Classical Archaeology

Dettaglio dell’uditorium, antico ginnasio di Agrigento

I dettagli della scoperta di Agrigento

Questa scoperta amplia la comprensione del ruolo educativo del ginnasio nell’antichità e gli scavi sono previsti fino al 2026 per cercare di esplorare i dintorni con attenzione e senza fretta. Un aspetto fondamentale di quello che ha rivelato questo scavo della Sicilia ellenistica è la presenza di due blocchi in pietra che sono davanti all’orchestra nel ginnasio. Uno di questi conserva alcune tracce di intonaco bianco con iscrizioni in rosso che fanno riferimento al “gymnasiarch” ovvero un funzionario del ginnasio che finanziò il progetto del tetto dedicando poi l’opera agli dei Hermes ed Eracle. Le iscrizioni si possono datare al periodo augusteo e testimoniano le pratiche amministrative dell’antica Akragas o Agrigento.

Qui erano già stati fatti alcuni scavi anni fa che avevano ritrovato una pista da corsa, una piscina e alcune strutture legate allo sport, e la scoperta di questo auditorium si aggiunge al patrimonio storico e culturale dell’isola italiana. Nel V secolo d.C. infatti ad Atene il ginnasio era un istituto dove gli individui si preparavo alla vita pubblica e alla guerra, ma anche alla riflessione morale e al dibattito civile, quindi i locali che comprendeva alternavano palestre a biblioteche e luoghi per l’insegnamento.

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Come scoprire Agrigento in modo conveniente: un biglietto unico per 5 siti

Agrigento, nominata Capitale Italiana della Cultura 2025, si è preparata ad accogliere i visitatori con un’offerta ampia e variegata che va oltre la famosa Valle dei Templi. Grazie all’iniziativa AgrigentoCulturePass, infatti, promossa da CoopCulture in collaborazione con il Parco della Valle dei Templi e l’Arcidiocesi di Agrigento, potrete scoprire con un unico biglietto alcuni dei luoghi più significativi del centro storico della città.

In questo modo potrete approfondire la vostra esperienza esplorando le diverse anime di Agrigento, non solo quella classica, ma anche quella barocca e medievale. I siti inclusi nel biglietto, oltre la Valle dei Templi, sono il Museo Archeologico Pietro Griffo, la cattedrale di San Gerlando, il Museo Diocesano e la Chiesa di Santa Maria dei Greci.

Un biglietto unico per visitare 5 siti ad Agrigento

Non è inusuale che, soprattutto i turisti stranieri, arrivino ad Agrigento solamente per visitare la Valle dei Templi, per poi ripartire senza soffermarsi a scoprire le altre bellezze della città. Per stimolare una visita più approfondita nasce l’AgrigentoCulturePass che, come abbiamo anticipato, permette di visitare ben 5 siti acquistando un unico biglietto.

Valle dei Templi

Questo è considerato uno dei siti archeologici più belli e spettacolari del Mediterraneo, dichiarato Patrimonio UNESCO nel 1997. Ogni anno i suoi templi dorici, eredità della grande Akragas, l’antica città fondata dai coloni greci nel VI secolo a.C., attirano oltre un milione di visitatori. Imperdibili il maestoso Tempio della Concordia, straordinariamente conservato, il Tempio di Ercole, uno dei più antichi, e il Tempio di Giunone, situato nella parte più alta dell’area archeologica.

A queste bellezze storiche si possono affiancare anche altri luoghi interessanti, come le mostre temporanee: a Villa Aurea è stata allestita “Tesori d’Italia”, che ospita a rotazione oltre 60 capolavori della scultura e pittura italiana provenienti da importanti musei e collezioni private. Da luglio, invece, sarà possibile visitare il parco anche la sera, sia con visite normali che in occasione di eventi speciali e concerti.

Inoltre, ogni giorno sono disponibili percorsi che conducono alle aree meno conosciute della Valle dei Templi, come le necropoli dei primi cristiani all’ipogeo Giacatello, da visitare insieme agli speleologi, o attività come Valle 3D, un viaggio virtuale che consente di scoprire com’era in origine il parco archeologico.

Museo Archeologico Pietro Griffo

Per conoscere davvero il potenziale di Agrigento, che le ha permesso di diventare Capitale Italiana della Cultura 2025, è necessario entrare anche al Museo Archeologico Pietro Griffo. Qui potrete ammirare i 5.000 reperti che raccontano il territorio agrigentino dalla preistoria all’età greco-romana attraverso diversi percorsi: da quello dedicato all’antica Akragas a quello focalizzato sui contesti significativi della Sicilia centro-meridionale.

Fino al 18 maggio, inoltre, ospita “Da Girgenti a Monaco. Da Monaco ad Agrigento. Il ritorno dei vasi del ciantro Panitteri”, una collezione di antichi vasi greci del VI e V secolo a.C. che, dopo 200 anni ritornano, sia pur temporaneamente, ad Agrigento da Monaco di Baviera.

Cattedrale di San Gerlando

Tra le cose da vedere ad Agrigento, incluse nel biglietto, c’è anche la cattedrale di San Gerlando. Fondata nell’XI secolo e ampliata nei secoli successivi, la cattedrale rappresenta un importante patrimonio storico e artistico. Intraprendendo il percorso attraverso le torri fortificate e il camminamento panoramico, potrete sia scoprire gli splendidi dettagli architettonici che godere di una vista panoramica privilegiata sulla valle.

All’interno della cattedrale, invece, potrete ammirare la Sala dei Sarcofagi, che custodisce sepolture nobiliari, e l’ex aula capitolare, che invece conserva affreschi che raffigurano episodi della storia di Agrigento. Il percorso si snoda fino alla Torre dell’Orologio, dove si trova una sala dedicata alla costruzione della cattedrale, e termina nella Cappella di San Bartolomeo e nelle reliquie di San Gerlando, conservate in un’urna d’argento dello stesso periodo di quella di Santa Rosalia a Palermo.

Museo Diocesano

Sempre nel biglietto unico è compreso il Museo Diocesano istituito nel 1877 dal vescovo Domenico Turano, che vi permetterà di approfondire la storia della Diocesi di Agrigento dal X al XIX secolo. La testimonianza più antica contenuta al suo interno è l’epigrafe araba di Linosa del 979 d.C, oltre che un piccolo elefantino in marmo. Qui, un’altra testimonianza importante del transfert culturale Oriente-Occidente è rappresentata dall’altarolo dei Crociati, piccola mensa mobile per celebrare la messa fuori dai luoghi di culto, e da un flacone in cristallo di rocca del X secolo, di produzione fatimita, divenuto nel XV secolo reliquiario di San Gerlando.

Chiesa di Santa Maria dei Greci

Infine, l’ultimo sito incluso nel biglietto unico è la Chiesa di Santa Maria dei Greci, costruita sopra un antico tempio dorico dedicato ad Atena. L’edificio, risalente al XII-XIII secolo, conserva un soffitto ligneo trecentesco decorato a capriate e affreschi medievali parzialmente sopravvissuti. Durante i restauri più recenti, sono stati scoperti anche una cripta sotterranea e un antico colatoio, utilizzato nel XIX secolo per la mummificazione dei membri della Confraternita di Santa Maria dei Greci.

Quanto costa il biglietto unico per visitare Agrigento

L’AgrigentoCulturePass costa 28 euro, mentre il ridotto costa 18 euro. Entrambe le tipologie di biglietto hanno una validità di 3 giorni e consentono un solo ingresso per ogni sito.

Se non avete un’auto, potete usufruire della navetta elettrica che permetterà di muoversi tra i diversi siti. L’intero percorso di circa 50 minuti parte da piazza Marconi (Stazione Centrale), tocca la Valle dei Templi (Tempio di Giunone – Tempio di Ercole), il Museo Archeologico Griffo e ritorna in città alla Cattedrale di San Gerlando.

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Palermo, Agrigento e Porto Empedocle a bordo del treno turistico di Fs

Esattamente 150 anni fa, il 1° novembre 1874, veniva inaugurato un tratto ferroviario che avrebbe giocato un ruolo cruciale nello sviluppo economico e sociale della Sicilia: la linea Comitini-Girgenti (oggi Agrigento)-Porto Empedocle, parte della tratta Palermo-Roccapalumba-Porto Empedocle. Lunga complessivamente 144 chilometri, questa ferrovia nasceva con l’obiettivo di favorire il trasporto dei minerali di zolfo dall’entroterra siciliano fino al porto di Porto Empedocle, epicentro di un’industria mineraria allora fiorente.

Con il crollo del mercato dello zolfo e la chiusura delle miniere locali, la tratta perse gradualmente la sua funzione primaria, ma continuò a operare per decenni come un’importante via di trasporto merci. Tuttavia, negli anni ’90 del secolo scorso, con la chiusura della linea a scartamento ridotto per Sciacca e Castelvetrano, anche il traffico ferroviario della stazione di Porto Empedocle subì un drastico calo, segnando un lungo periodo di decadenza.

Negli anni 2000, la tratta è stata rilanciata grazie a un’intuizione strategica per il turismo locale con la creazione della fermata “Tempio di Vulcano”, situata all’interno del Parco Archeologico di Agrigento, che offre ai visitatori la possibilità di raggiungere il cuore della Valle dei Templi su un treno d’epoca. La Fondazione FS Italiane ha quindi investito nel recupero e nella valorizzazione di questa linea, inserendola nel progetto “Binari senza Tempo” e lanciando un’ampia opera di riqualificazione dell’ottocentesca stazione di Porto Empedocle per trasformarla in un parco ferroviario.

Le iniziative della Fondazione FS per il 150° anniversario

In occasione del 150° anniversario dell’attivazione del tronco Comitini-Agrigento-Porto Empedocle, la Fondazione FS Italiane organizzerà il 20 e 21 novembre una serie di eventi per festeggiare questo traguardo storico e per inaugurare il nuovo assetto dell’area ferroviaria di Porto Empedocle, riconvertita in un polo culturale e turistico, segnando un nuovo capitolo nella storia della Ferrovia dei Templi.

La celebrazione prevede per la prima volta il viaggio di un “Espresso” storico, operato da FS Treni Turistici Italiani, che collegherà Palermo a Porto Empedocle lungo l’intero tragitto originario. Questo convoglio turistico, parte dell’offerta di punta di FSTTI, simboleggia il rinnovato interesse per il turismo ferroviario in Sicilia, con l’obiettivo di promuovere un’esperienza che unisce il fascino della storia alla bellezza paesaggistica e archeologica della regione.

Il restauro dell’area ferroviaria di Porto Empedocle

Nel corso delle celebrazioni, la Fondazione FS presenterà il completamento dei restauri della stazione di Porto Empedocle, che includono la riqualificazione dell’ex Magazzino Merci, oggi trasformato in una sala conferenze multimediale e all’avanguardia, e il restauro del Fabbricato Viaggiatori della stazione di Porto Empedocle Succursale, capolinea della tratta. Questi spazi, accessibili al pubblico nei giorni delle celebrazioni, saranno teatro di eventi culturali, esibizioni e incontri.

Nel pomeriggio del 20 novembre e per tutta la giornata del 21, i treni storici della Fondazione FS effettueranno vari collegamenti tra le stazioni di Agrigento Centrale, Agrigento Bassa, Tempio di Vulcano, Porto Empedocle Centrale e Porto Empedocle Succursale, consentendo ai passeggeri di ammirare i suggestivi paesaggi della Valle dei Templi, viaggiando su carrozze d’epoca che evocano il fascino delle ferrovie d’altri tempi. L’area ferroviaria di Porto Empedocle sarà accessibile al pubblico grazie alla collaborazione dei tecnici della Fondazione FS e dell’Associazione Ferrovie Kaos. Saranno inoltre esposti modellini ferroviari in scala, foto d’epoca e cimeli storici, dando ai visitatori l’opportunità di immergersi nel passato ferroviario siciliano e scoprire come la ferrovia abbia influenzato lo sviluppo della regione.

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ArcheoExperience nell’Isola dei Tesori, il treno storico che attraversa la Sicilia

All’interno dell’iniziativa ArcheoExperience nell’Isola dei Tesori promossa dall’Assessorato regionale del Turismo dello sport e dello spettacolo, in collaborazione con Fondazione FS e FS Treni turistici italiani, un’idea originale incuriosisce i viaggiatori dall’anima retrò.

Il 28 e 29 settembre sarà possibile viaggiare a bordo di un treno storico tra Agrigento e la Valle dei Templi per fare un tuffo nel passato, seduti in delle carrozze degli anni Trenta. Si potrà raggiungere il Tempio di Vulcano con un accesso diretto al Parco Archeologico con partenza da Agrigento Centrale. In totale sono state pensate ben otto circolazioni per 2320 posti a disposizione di chi vorrà provare questa esperienza unica e indimenticabile.

A bordo dei treni storici siciliani

Il costo del biglietto è di 2 euro a tratta per gli adulti e per i ragazzi, mentre i bambini fino 4 anni non compiuti potranno viaggiare gratuitamente. Per acquistarli basta rivolgersi al personale del treno quando si è già a bordo, ma ulteriori informazioni sono disponibili sul sito web ufficiale della Fondazione FS. Il “Treno dei Templi” dà la possibilità di viaggiare anche con la propria bicicletta depositandola nella vettura bagagliaio dove è presenta una rastrelliera.

I treni storici siciliani permetteranno quindi di esplorare alcuni itinerari panoramici e culturali più o meno noti e conoscere il territorio fuori stagione, con serenità. Nel 2023 sono state più di 7000 le persone che hanno viaggiato sui treni storici in Sicilia a testimoniare l’importanza di stimolare il recupero dei treni in chiave turistica, a vantaggio delle comunità e dei territori italiani. Sentirsi un po’ Indiana Jones e viaggiare controcorrente, ora che la maggior parte dei turisti sono rientrati dalle vacanze estive, può essere una scelta intelligente e vantaggiosa.

Valle dei Templi

Fonte: iStock

Valle dei Templi in Sicilia

Valle dei Tempi in Sicilia: cosa vedere

La visita completa alla Valle dei Templi ha una durata media di circa due ore. Il Parco archeologico situato su un altopiano non lontano dal mare, a pochi passi da Agrigento, custodisce il patrimonio monumentale di Akragas, la colonia greca del Mediterraneo fondata dai Geoli nel 580 a.C. Nel corso degli anni furono avviati vari scavi e cantieri per portare alla luce alcuni templi dalle origini molto antiche come il Tempio di Ercole, il santuario delle Divinità Ctonie, il Tempio di Giunone e il Tempio della Concordia. Questi ultimi due simboleggiano lo sviluppo dello stile dorico in ambito coloniale. Inoltre si possono visitare l’Oratorio di Falaride e il Tempio Romano. Questi edifici di secoli fa simboleggiano come la Magna Grecia abbia lasciato un tesoro architettonico e culturale alla Sicilia e all’Italia.

La Valle dei Templi è Patrimonio UNESCO dal 1997 e si estende per 1300 ettari. La visita si può iniziare dalla cima della Rupe Atenea da dove si può ammirare anche una vista mozzafiato dei dintorni e del Tempio di Demetra, inglobato ormai nella piccola chiesa medioevale di San Biagio. Infine il Tempio di Zeus è da non perdere, costruito per celebrare la vittoria della battaglia di Himera nel 480 a.C. con grandissime statue di 8 metri e il Museo Archeologico Regionale Pietro Griffo ricco di reperti da ammirare.

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Agrigento vieta i souvenir a tema mafia in vista di un appuntamento importante

Mentre si appresta a prendere il titolo di Capitale Italiana della Cultura 2025, la città di Agrigento si prepara sotto vari punti di vista, prima di tutto con un intenso programma di promozione turistica, ma non solo. Infatti, arriva notizia che in città siano state proibite le vendite dei tristemente noti souvenir a tema “mafia”: meglio tardi che mai, come si suol dire.

Perché Agrigento vieta le vendite di questi articoli

Il divieto di vendere articoli e prodotti che si leghino alla tematica della mafia sopraggiunge nel momento in cui la splendida Agrigento è prossima a diventare la Capitale Italiana della Cultura, mettendo sempre più in risalto davanti agli occhi di tutto il mondo i suoi tesori millenari, le sue antiche tradizioni e le tante ricchezze artistiche e culturali. Insomma, un patrimonio davvero invidiabile che non ha alcun bisogno di essere amplificato associandosi al fenomeno della mafia siciliana.

Eppure, sono tanti i negozi di souvenir sull’isola della Sicilia in cui è possibile trovare articoli a tema mafia, dai magneti alle magliette, dagli apribottiglie ai bicchieri da shot. D’altronde, nonostante gli atti eroici dei magistrati, la mafia siciliana oggi continua a operare sull’isola, impegnandosi in attività criminali come l’estorsione, il narcotraffico e il rapimento. Purtroppo, infatti, attualmente anche la stessa città di Agrigento è ancora in lotta con il fenomeno della mafia.

Le parole del sindaco di Agrigento

Nel tentativo di cambiare volto nei confronti del pubblico internazionale e contrastare quella che viene considerata come un’operazione che rende la mafia “glamour” e motivo di mercificazione e speculazione, la città di Agrigento ha deciso appunto di vietare questo tipo di articoli per tutto il periodo dell’anno prossimo, quantomeno.

Il sindaco di Agrigento, Francesco Miccichè, è autore principale di questo divieto e ha infatti dichiarato: “Dal momento che la vendita di tali prodotti nel territorio di Agrigento umilia la comunità locale, che si impegna da anni a diffondere la cultura della legalità, ordino un divieto sulla vendita di qualsiasi tipo di oggetto che lodi o faccia riferimento in qualsiasi modo alla mafia e al crimine organizzato”.

Le forze di polizia locale, così come anche i carabinieri, sono state infatti autorizzate a ispezionare i negozi di souvenir in tutta la città e a sanzionare con severe multe coloro che vengano sorpresi a vendere questa tipologia di tali prodotti, tra i quali spesso ritroviamo ad esempio grembiuli raffiguranti una lupara. Nonostante non sia ancora stato confermato e reso noto l’importo della multa che andrà pagata dal venditore che violerà il decreto, sicuramente le sanzioni pecuniarie non mancheranno e non saranno leggere.

“Bene ha fatto il sindaco di Agrigento a vietare la vendita di souvenir inneggianti alla mafia, auspico che il suo esempio sia seguito al più presto da tutti i sindaci di Sicilia”, queste invece le parole di Marco Intravaia, deputato regionale e componente della Commissione Regionale Antimafia. “Chi arriva in Sicilia non può essere fuorviato da oggetti che associano valori positivi a Cosa Nostra, ma deve avere ben chiaro cos’è: un’organizzazione criminale crudele e sanguinaria che uccide senza pietà”.

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Valle dei Templi: torna indietro nel tempo per ammirarla nel suo splendore

Parchi archeologici, resti antichi e monumenti secolari sono da sempre in cima alle travel wish list dei viaggiatori, e i motivi sono piuttosto intuibili. Passeggiare tra le rovine di quei luoghi iconici che raccontano e rappresentano la storia dell’umanità intera è un’esperienza estremamente affascinante che, in qualche modo, ci riporta indietro nel tempo grazie alle tante suggestioni che offrono questi luoghi. E se, invece, fosse possibile viaggiare nel tempo?

Vogliamo rassicurarvi: non si tratta di stregoneria, né tanto meno di una capsula del tempo, anche se il viaggio a ritroso nei secoli è garantito, ma di un nuovo progetto che coinvolge uno degli hotspot più interessanti, dal punto di vista archeologico, storico e paesaggistico, che il nostro Paese ospita.

Ci troviamo nella magica Valle dei Templi, il parco archeologico della Sicilia che conserva, valorizza e celebra alcuni dei più importanti templi del periodo ellenico. Ed è proprio qui, che a partire da questo autunno, è possibile tornare indietro nel tempo e ammirare l’intera area nell’epoca del suo massimo splendore. Ecco come.

C’era una volta la Valle dei Templi

È un percorso immersivo, unico e suggestivo, quello che permetterà ai viaggiatori di scoprire com’era un tempo il Parco Archeologico. Il progetto, che prende il nome di Valle dei Templi 3D e che vede la collaborazione dello stesso parco con CoopCulture e col CNR (Istituto di Scienze e Tecnologie della Cognizione), consentirà ai visitatori di tornare indietro nel tempo grazie alle ricostruzioni virtuali dell’area archeologica riportate al periodo del loro massimo splendore: il V secolo a.C.

Passeggiando tra i resti di monumenti iconici e antichi, gli ospiti accompagnati anche dall’audioguida, potranno ammirare i templi dell’antica Akragas ricostruiti virtualmente con estrema fedeltà realistica. Dopo diversi studi, infatti, esperti di settore sono riusciti a realizzare i modelli dei templi sia dal punto di vista delle forme architettoniche, dei materiali e di tutti i dettagli decorativi.

Porta Quinta

Fonte: Krinaphoto/Ufficio Stampa

Porta Quinta

Un viaggio indietro nel tempo

Il Parco archeologico della Valle dei Templi di Agrigento è un vero e proprio must see per chi giunge in Sicilia, nonché un’attrazione dal valore storico inestimabile che merita da sola un intero viaggio. Patrimonio Mondiale dell’Umanità Unesco dal 1997, l’area è considerata uno dei siti archeologici meglio conservati della civiltà greca classica.

Visitare questo luogo, dicevamo, è qualcosa che tutti dovremmo fare almeno una volta nella vita. Ma farlo adesso permetterà a chiunque di avere un accesso completo e inedito al passato dell’intera valle.

Ma come funziona l’esperienza virtuale? Gli ospiti avranno a disposizione un’applicazione per smartphone, disponibile sia per i dispositivi iOs che Android, che consentirà di accedere alla ricostruzione in 3D di templi e aree sacre. La visione restituita dall’app sarà poi sovrapponibile a quella reale dei monumenti, consentendo così a chiunque di confrontare passato e presente all’istante.

Il percorso dura circa 2 ore. Si parte da Porta Quinta, per poi attraversare il Tempio dei Dioscuri e Santuario delle divinità Ctònie e proseguire lungo la via Sacra fino al Tempio di Giunone. Il costo della visita è di 7,99 euro.

Tempio della Concordia

Fonte: Krinaphoto/Ufficio Stampa

Tempio della Concordia
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Trovati i resti di un antico edificio in Italia: la scoperta sensazionale

La Sicilia vanta un patrimonio archeologico incredibile, con tantissime testimonianze riemerse nel corso degli ultimi secoli: uno dei siti più importanti è quello della Valle dei Templi di Agrigento, che corrisponderebbe all’antica città di Akragas. Oggi, grazie alle nuove tecnologie, si è potuto esplorare alcune aree finora mai indagate. Ed è tornato alla luce qualcosa di incredibile: scopriamo di che cosa si tratta.

Valle dei Templi, scoperti i resti di un edificio

Lo splendido patrimonio archeologico della Valle dei Templi ora si arricchisce di una nuova scoperta: un team di ricercatori dell’Università di Catania, in collaborazione con alcuni esperti dell’Università di Bordeaux, ha trovato i resti di un antico edificio ancora ben celati sotto terra. Il rinvenimento è avvenuto in un’area a nord della Plateia I-L, che finora non era mai stata esplorata. Nelle scorse settimane, gli archeologi hanno dato il via ad alcune indagini geofisiche che hanno permesso di “sondare” il sottosuolo, senza bisogno di scavare.

Solo in seguito, dopo aver ottenuto risultati positivi, hanno avuto inizio i lavori per riportare a galla i resti. Si tratta di un muro formato da grossi blocchi di calcare, i quali poggiano parzialmente sulla roccia tagliata. Una delle peculiarità è l’orientamento delle rovine, molto diverso da quello degli edifici appartenenti al vicino quartiere ellenistico-romano. Secondo le prime analisi degli esperti, è possibile che i resti risalgano al periodo ellenistico o addirittura a quello classico. La struttura si trova vicino all’ingresso del santuario degli “altari circolari”, motivo per cui si pensa che possa avere un ruolo nella topografia religiosa dell’antica città di Akragas.

Le nuove tecnologie nella ricerca archeologica

La scoperta appena avvenuta presso la Valle dei Templi di Agrigento è stata possibile solamente grazie all’impiego di nuove tecnologie sempre più all’avanguardia. “Lo scavo è un’operazione lunga, complessa e costosa, che modifica in modo permanente il sottosuolo dopo la sua realizzazione” – ha spiegato il prof. Sebastiano Imposa, associato di Geofisica applicata e responsabile del Laboratorio dell’Università di Catania – “Pertanto le indagini di geofisica applicata, che consentono di raccogliere informazioni a priori in modo assolutamente non invasivo sulle aree da scavare, si rivelano una risorsa preziosissima per l’archeologo”.

Attorno al sito archeologico, ci sono numerose zone inesplorate, che potrebbero nascondere molti tesori ancora da scoprire. Per questo motivo, lo scorso anno ha avuto inizio la collaborazione con gli esperti dell’Università di Bordeaux, la quale è volta a studiare il fenomeno delle processioni nell’antichità facendo uso di indagini moderne. Non è la prima volta che la tecnologia permette di scoprire preziosissimi reperti ancora celati sotto terra. Di recente, attraverso la radiografia muonica, è stato possibile individuare le vestigia dell’antica necropoli di Neapolis, situata a circa 10 metri di profondità presso il rione Sanità di Napoli, un luogo così densamente abitato che non può essere scavato.

Le indagini muoniche, il cui funzionamento si basa sulla tecnologia impiegata presso il CERN di Ginevra, sono state utili anche in Egitto, per scoprire che cosa si cela all’interno della Piramide di Cheope, in un posto dove l’occhio umano non è mai potuto arrivare. È stato così che gli archeologi hanno individuato un tunnel segreto, che potrebbe addirittura condurre alla camera in cui riposa il sepolcro del faraone Cheope: tanto che gli esperti parlano già di “scoperta del secolo”.