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Friuli, dal Natisone all’Isonzo: lungo il fiume in bicicletta

Non c’è, in Italia, altra regione così brulicante di torrenti e fiumi balneabili e brillanti come il Friuli. La regione all’estremo nord-est del nostro paese è un vero e proprio regno delle acque, capace di conquistare i più indefessi amanti del turismo fluviale e di stupire al contempo anche i novizi del wild swimming.

Ad aumentare esponenzialmente l’attrattiva delle sponde di alcuni dei fiumi e dei torrenti friulani c’è la possibilità, non così frequente, di poterle esplorare in sella a una bicicletta, sfruttando magari alcuni dei percorsi ciclabili pensati per i visitatori della regione.

Pensate a quando andate in bicicletta nella vostra città: piste ciclabili intermittenti, automobilisti imprudenti, l’inquinamento che neutralizza il piacere del movimento a due ruote. Niente a che vedere con l’esperienza di pedalare tranquilli a stretto contatto con la natura che regala la ciclovia che collega Cividale del Friuli a Tolmin, in Slovenia, e che collega le rive del fiume Natisone a quelle dell’Isonzo.

Due corsi d’acqua straordinari. Il Natisone attraversa una valle stretta, dall’altitudine assai limitata, con usi, costumi e cultura separati da quelli del resto del Friuli. Le sue acque tendono allo smeraldino, sempre limpide e pure, raramente fredde (una rarità per certi corsi montani). L’Isonzo ha metà del suo corso in territorio italiano, ma le sue spiagge più belle, caratterizzate da piscine naturali con acque turchesi e cristalline su un fondale di sassolini bianchissimi, si trovano in Slovenia, nella zona compresa tra Kranjska Gora e Tolmin.

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Il Natisone poco fuori da Cividale

Le due vallate, di qua e di là dal confine di Stato, hanno il vantaggio di mantenersi su un’altitudine media relativamente bassa, mentre i fianchi delle montagne si impennano ai loro lati. Così, anche per il ciclo-amatore alle prime armi non è impresa impossibile percorrere i 45 chilometri che compongono il percorso: il dislivello totale dell’intero percorso è di appena 350 metri, alla portata della maggior parte delle persone, e pertanto adatto a intere famiglie.

Cividale del Friuli, la partenza

La partenza del percorso ciclistico è a Cividale del Friuli, piccolo gioiello delle Valli del Natisone, di cui è anche il centro decisamente più rilevante.

Nata in epoca romana con il nome di Forum Iulii, dalla cui contrazione nasce il toponimo Friuli che andrà ad indicare l’intera regione, Cividale è un borgo storico, con un centro che merita una prolungata visita.

Vi si entra attraversando il Ponte del Diavolo, che permette di attraversare una vertiginosa gola dove scorre il fiume Natisone. Si accede quindi a Piazza del Duomo, con il duomo cinquecentesco che si trova di fronte al bel Palazzo comunale, ornato a sua volta dalla statua di Giulio Cesare, fondatore della città.

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Fonte: Lorenzo Calamai

Cividale del Friuli vista dalle sponde del Natisone

In fondo alla piazza, sul lato opposto, si trova il Museo archeologico nazionale di Cividale del Friuli, ospitato in quello che fu il Palazzo dei Provveditori veneti, elegante edificio di impronta palladiana. Il Museo ospita soprattutto reperti del passato longobardo della città, che fu capoluogo del ducato stabilito in Friuli dopo la caduta dell’impero romano.

Altra mirabile testimonianza del passato di Cividale è il Tempietto longobardo, piccolo gioiello di architettura e scultura facente parte del complesso religioso di Santa Maria in Valle, all’estremità orientale del centro storico.

Il Museo archeologico nazionale e il Tempietto longobardo sono i due luoghi che fanno parte del sito seriale dell’UNESCO I Longobardi in Italia: i luoghi del potere, che raggruppa le tracce del passaggio storicamente, architettonicamente e artisticamente importante della popolazione longobarda nella Penisola, al fianco di luoghi come Benevento, Brescia, Campello sul Clitunno, Spoleto.

Partendo dal centro storico di Cividale prende quindi le mosse la pedalata lungo il corso del Natisone per giungere nella valle dell’Isonzo. Si risale il corso d’acqua sulla sponda in sinistra orografica sfruttando la pista ciclabile in sterrato ben tenuto fino alla vicina frazione di Ponte San Quirino, quindi si passa sull’altro lato e si attraversano tutte quelle piccole frazioni di San Pietro al Natisone che ospitano alcuni dei più bei luoghi dedicati al wild swimming lungo il fiume, soste ideali per una pedalata col giusto ritmo.

Le piscine naturali del Natisone lungo il percorso

Fin dalle prime battute, il percorso ciclistico affronta piste ciclabili dedicate o strade secondarie molto poco trafficate. In più, ci sono diversi spot dov’è possibile abbandonare la bicicletta per qualche decina di minuti, rinfrescandosi nelle più belle spiagge d’acqua dolce del fiume Natisone.

Poco dopo l’attraversamento del Natisone in località Ponte San Quirino, ad esempio, si arriva a Vernasso.

Qui l’area predisposta alla nota, chiassosa sagra locale, si trasforma in un gioiellino di pace e tranquillità durante la settimana. Vi si trova una larga spiaggia per metà costituita da sassi e per metà da un bel prato d’erba. Il fiume si allarga tranquillo in un’ampia piscina naturali dove rinfrescarsi in totale relax.

Non lontano, in località Oculis, è possibile una piccola deviazione: percorrendo una stradina tra i campi sulla destra si arriva a un piccolo ponte pedonale. A fianco del ponte un sentierino porta al letto del torrente e a una bella spiaggia riparata dalle fronde degli alberi. Le acque del Natisone scorrono placide all’ombra delle chiome: un luogo ideale per i giorni più caldi d’estate.

Superata la località di Cras si giunge all’incrocio con il ponte che attraversa il fiume. Mentre il percorso ciclabile continua seguendo le indicazioni per Antro e imbocca la strada sterrata sulla destra a pochi metri dall’incrocio, gli appassionati di wild swimming possono imboccare, anche in bici, il sentiero che scende a pochi metri dal ponte. Conduce a un’ampia radura boschiva a stretto contatto con una spiaggia in uno dei punti più belli del Natisone: una cascatella delimita l’inizio di un tratto molto spettacolare, con grosse conformazioni rocciose decorate da una timida vegetazione che sorgono dal letto del fiume, che sotto di loro raggiunge una elevata profondità.

Trampolini ideali per un acrobatico tuffo nelle temperate acque del Natisone, mentre l’ampia piscina naturale garantisce anche lo spazio per qualche rilassante bracciata.

Un’altra piccola piscina naturale si trova dietro al campo sportivo di Pulfero, che viene fiancheggiato dal percorso ciclistico che, infine, si sposta lungo la Strada statale 54 fino a Stupizza e poi al confine con la Slovenia.

A Stupizza l’ultima possibile deviazione per un bagno nel Natisone: in concomitanza della fermata dell’autobus del paesino, si seguono le indicazioni per il percorso tematico il Villaggio degli Orsi e la strada bianca che porta al ponte sul fiume. Da qui si accede alla lunga spiaggia di sassolini bianchi, con tanto spazio per sistemarsi (e anche per appoggiare le bici, se serve). La piscina naturale migliore si trova risalendo di un centinaio di metri a monte del ponte.

La Valle dell’Isonzo e lo sconfinamento in Slovenia

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L’Isonzo scorre in terra slovena

Oltrepassato il confine nei pressi di Stupizza, si prosegue per qualche chilometro lungo il corso del Natisone sloveno, quindi si piega a oriente in direzione Tolmin, piegando verso la valle dell’Isonzo.

È qui che le cose si fanno un po’ più avventurose: il percorso lascia l’asfalto per uno sterrato comunque non impegnativo, tagliando per le campagne fino a Kobarid, quella che fu Caporetto, nota per la battaglia della Prima guerra mondiale.

Proprio in questo luogo carico di storia e di fascino, nel quale merita fermarsi a riprendere fiato, si incontra l’altro grande fiume di questo splendido viaggio a due ruote: da qui in poi si costeggia l’Isonzo fino a Tolmin, scendendo verso sud con lo sguardo rapito dagli scorci sulle sue acque turchesi e incredibilmente attraenti.

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Una delle meravigliose spiagge sull’Isonzo

Poco a sud di Kobarid, in località Ladra, si trovano un paio di tratti di fiume splendidi, con ampie spiagge di sabbia sulle sponde delle acque turchesi del fiume.

Infine anche a Tolmin, termine ultimo della splendida pedalata, l’Isonzo regala un paio di splendidi spot per il wild swimming proprio a margine della città: dove il torrente Tolminka si getta nell’Isonzo formando un’enorme piscina naturale.

Così, anche una volta scesi dal sellino, ci sarà spazio per un ultimo tuffo prima del ritorno a casa.

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Le più belle gite in bicicletta sulle linee ferroviarie dismesse

Andare in sella alla bicicletta per sentieri immersi nella natura può essere una delle esperienze di viaggio e di vacanza migliori in assoluto: infatti, percorrere sentieri panoramici ed escursionistici in bici è un’attività che mette d’accordo sia i più sportivi, che gli amanti della natura allo stato puro.

Di piste ciclabili l’Europa è piena, ma alcune sono particolarmente suggestive e magari anche meno famose rispetto ad altre, ma assolutamente da non perdere. Un recente studio del sito Buycycle – marketplace leader per bici usate di alta fascia – ha analizzato oltre 167 percorsi ciclabili in tutta l’Europa per offrire ai viaggiatori nuove ispirazioni di viaggio. Sono emerse 10 spettacolari piste ciclabili lungo antiche linee ferroviarie dismesse: vediamo le più belle della top ten. Nei primi posti si sono classificate le piste ciclabili di Germania, Spagna e Francia.

La Europa-Radbahn Kleve – Kranenburg

La pista ciclabile tedesca ha totalizzato il maggior numero di voti ed è balzata al primo posto in classifica: l’Europa-Radbahn Kleve – Kranenburg è un percorso di difficoltà facile, su terreno asfaltato con una lunghezza di 10,8 km.  Questa ex linea ferroviaria si immerge nella natura della riserva naturale di Kranenburger Bruch, regalando panorami e scorci spettacolari. La pista collega la Germania ai Paesi Bassi e permette ai ciclisti di vivere un’esperienza di viaggio slow e sostenibile.

Il Cammino Francese: Pamplona – Puente La Reina

Il tratto del Cammino francese da Pamplona a Puente La Reina è di difficile percorribilità e ha una distanza di ben 23.5 km, su terreno misto. Questo percorso tocca anche una parte del Cammino di Santiago e permette a chi lo percorre di immergersi in paesaggi stupefacenti, ricchi anche di storia e cultura. Scoprirete, qui, l’Alto del Perdón, con le sue affascinanti sculture in ferro dei pellegrini.

L’Itinerario verde Via Alpina

L’itinerario verde di 19,2 km della Via Alpina svizzera va da Grindelwald a Lauterbrunnen: si tratta di un percorso alquanto faticoso e di difficile percorribilità, ma al tempo stesso soddisfacente per le straordinarie viste sul Monte Eiger, sulla Kleine Scheidegg e sul villaggio di Wengen. I paesaggi delle Alpi sono caratterizzati da floride valli e territori con cascate e villaggi montani, tutti da scoprire.

La Wyedale to Coombs Road via Monsal Trail

Ben 15.6 km su terreno sterrato caratterizzano il percorso in Regno Unito, da Wyedale a Coombs Road: qui i ciclisti possono godere della vista sul fiume Wye, attraversando ricchi boschi lungo le antiche gallerie della ferrovia dismessa. Percorrendo questa tratta è possibile anche scoprire le calcaree del Peak District, il viadotto di Monsal Head e altri tunnel ferroviari.

Il Domaine de Saint-Cloud e Bois de Fausses Reposes

Con una distanza di 33,8 km, su terreno misto, questo percorso – di difficoltà moderata – è ideale per chi desidera un mix di cultura, storia e bellezze naturali. Qui scoprirete alcuni luoghi del passato storico del territorio, come il memoriale dell’Escadrille La Fayette, il Domaine de Saint-Cloud con le sue eleganti fontane ornamentali e l’antico palazzo di Saint-Cloud.

Le altre 5 piste ciclabili che chiudono la classifica, invece, sono quelle dell’Anello collinare Börzsöny Kopasz, in Ungheria, l’Arco de Baúlhe – São Gonçalo via Ecopista da Linha do Tâmega (in Portogallo), l’Anillo Verde in Spagna, il Wesport – Mulranny via Great Western Greenway nel cuore della verdissima Irlanda e la Greenway of the lower Scarpe: Douai – Vred, in Francia.

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Ciclabili d’Italia: sono queste le tre più belle

È giunto alla nona edizione l’Oscar Italiano del Cicloturismo che viene assegnato ogni anno alle ciclovie verdi delle Regioni che promuovono la vacanza su due ruote con servizi mirati al turismo lento.

La proclamazione si tiene oggi 1 giugno a Lucca, protagonista con Viareggio dell’evento di premiazione nella Regione Toscana, vincitrice del primo premio dello scorso anno per la Ciclopedonale Puccini (la prima ciclovia musicata che, fra tradizione e innovazione, raccoglie il patrimonio culturale e naturale tra Lucca e la Versilia, raccontando la vita e i luoghi del grande compositore, di cui quest’anno ricorre il centenario della morte).

A vincere, la Regione Friuli Venezia Giulia con la Ciclovia Pedemontana, il secondo premio alla Regione Calabria per la Ciclopedonale della Val di Neto, mentre al terzo posto si posiziona la Provincia Autonoma di Trento con la Green Road dei Fiori.

Menzione speciale della Giuria di Appennino Bike Tour presentato dalla Regione Liguria mentre la Menzione Legambiente premia la Regione Sardegna, alla sua prima vittoria, per Il Cammino Minerario di Santa Barbara.

Infine, la Menzione speciale della Stampa va alla Campania per La Via Silente.

Conosciamo meglio, allora, le tre ciclovie più belle d’Italia.

Prima classificata: la Ciclovia Pedemontana, Regione Friuli Venezia Giulia

La Ciclovia Pedemontana del Friuli Venezia Giulia è un percorso di 180 chilometri tra Sacile e Gorizia (che sarà Capitale europea della Cultura 2025).

Segue la linea immaginaria che delimita l’arco alpino regionale attraverso un territorio di elevato valore paesaggistico, ricco di punti di interesse storico, artistico ed enogastronomico: le spettacolari Dolomiti Friulane, Patrimonio Unesco, la riserva naturale del Cornino, città medievali come Gemona e Pinzano al Tagliamento, l’arte longobarda di Cividale del Friuli, sito Unesco, le pregiate aree vitivinicole della DOC Grave, Colli Orientali del Friuli, Isonzo e Collio e ben sette dei tredici presidi Slow Food della Regione.

Il tracciato è adatto a tutti per il fondo estremamente confortevole, le pendenze medie inferiori al 2%, i servizi e l’assistenza. In particolare, la prima metà del percorso si snoda parallelamente alla ferrovia turistica Sacile-Gemona, consentendo ai cicloturisti di utilizzare treni con materiale storico.

Seconda classificata: la Ciclopedonale della Val di Neto, Regione Calabria

La Ciclopedonale della Val di Neto corre per 42 chilometri lungo l’antica mulattiera sull’argine sinistro dell’omonimo fiume, dall’antico sito termale di Bruciarello fino alla foce sul Mar Jonio, in un’area dell’antica Magna Grecia ricca dei profumi, dei sapori e dei colori della macchia mediterranea. È una green road a uso esclusivo di pedoni e biciclette che attraversa il territorio di sei comuni del Marchesato crotonese: Caccuri, Belvedere di Spinello, Santa Severina, Rocca di Neto, Scandale, Strongoli.

È anche un esempio di turismo responsabile, realizzata con attenzione alla sostenibilità nella pianificazione e scelta dei materiali eco-compatibili, come nel caso della passerella di San Rocco, che integra alla perfezione natura e architettura.

Numerosi i punti di accesso che ne facilitano e diversificano l’utilizzo: è, inoltre, particolarmente ben attrezzata con servizi a uso del cicloturista e del viandante, inclusi aree fitness e capanni per
l’osservazione della natura; numerose anche le attività sportive e di accoglienza.

Terza classificata: Green Road dei Fiori, Provincia Autonoma di Trento

La Green Road dei fiori è un percorso ciclopedonale che unisce in un unico itinerario la Val Rendena e la Valle del Chiese, 57 chilometri da Carisolo fino alle sponde del Lago d’Idro. La Ciclovia della Val Rendena è un nastro disegnato e ben integrato in uno scenario alpino di grande suggestione, nel Parco Naturale Adamello-Brenta, che costeggia il fiume Sarca, mentre la Valle del Chiese è la terra delle sette Pievi e tante sono le testimonianze artistiche lungo il percorso.

Si tratta di una ciclabile ancora più suggestiva durante il periodo della fioritura, con oltre 600 specie di fiori che compongono un’incredibile tavolozza di colori, comprese rare orchidee che crescono sulle rive dei laghi.

Nelle zone boscose faggete, frassino, il sambuco, l’odoroso tiglio di monte che dà un ottimo miele. Non mancano anche alcuni borghi storici e i musei e i siti che riportano i segni lasciati dalla Grande Guerra: camminamenti, trincee e postazioni per i quali la Ciclovia rappresenta un ottimo punto di partenza.

Tra i tanti servizi a disposizione del cicloturista, anche un bus navetta sulla via del ritorno.

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Giornata Nazionale della Bicicletta: le 10 migliori piste ciclabili d’Italia

È in costante crescita il cicloturismo, una modalità slow e avvincente per esplorare il mondo che non soltanto promuove uno stile di vita attivo e sostenibile, ma offre anche un’opportunità senza uguali per immergersi appieno nel territorio, vivere esperienze autentiche e ammirare panorami che sanno come lasciare senza fiato.

La Giornata Nazionale della Bicicletta è l’occasione perfetta per andare alla scoperta di alcune tra le migliori piste ciclabili sparse per l’Italia, dalle affascinanti coste alle suggestive campagne, un ricco ventaglio di opzioni imperdibili per gli amanti delle due ruote.

La Pista Ciclabile del Ponente Ligure

Sono 24 chilometri di pura emozione e meraviglia nel cuore della Riviera dei Fiori, nel Ponente Ligure: un tracciato vista mare che attraversa otto bellissimi comuni della provincia di Imperia ovvero i borghi marinari di San Lorenzo al Mare, Santo Stefano al Mare, Riva Ligure, il litorale dei comuni dell’entroterra Cipressa e Costarainera, e le località balneari di Arma di Taggia, Ospedaletti e la celebre Sanremo.

La pista ciclabile ha preso il posto dell’ex ferrovia che correva a ridosso del blu, ha inizio a San Lorenzo al Mare e arrivo a Ospedaletti ed è facile e accessibile a tutti i livelli di preparazione atletica.

La ciclovia Mantova – Sabbioneta

Si tratta di una spettacolare ciclovia che ha il vanto di collegare due mete Patrimonio UNESCO, Mantova e Sabbioneta, snodandosi tra le zone umide del Parco Oglio Sud: un percorso ciclabile (dove transitano soltanto poche auto) parte della Ciclovia Tirrenica Bicitalia n.16 che tocca anche Verona, Parma, Pontremoli e Marina di Massa.

I chilometri sono 47 da affrontare agevolmente in circa quattro ore ritagliandosi tutto il tempo necessario per scoprire il fascino indiscusso di Mantova, scrigno di arte e storia, il borgo di Buscoldo con Parrocchiale tardo barocca, Torre dell’Oglio, Commessaggio e poi “la città ideale” del Rinascimento, Sabbioneta, tra i Borghi Più Belli d’Italia nonché Bandiera Arancione del Touring Club.

La Lunga Via delle Dolomiti

È questa la pista ciclabile che fa innamorare irrimediabilmente i cicoloturisti che adorano la montagna: unisce, infatti, Cortina d’Ampezzo con Auronzo di Cadore in un panorama che definire “da fiaba” è riduttivo.

50 chilometri che conducono al cospetto dei magici scenari dell’arco alpino, vegliati dalle montagne più belle d’Italia, le impareggiabili Dolomiti Patrimonio UNESCO: la Lunga Via delle Dolomiti segue quello che fu il tracciato della ferrovia costruita durante la Prima Guerra Mondiale e dismessa nel 1962 per permettere di scorgere una natura straordinaria plasmata da boschi, laghi, vette e punteggiata da borghi montani, ponti, gallerie e vecchie stazioni ferroviarie.

40 chilometri a Cervia: un must per la bici

Nell’ardua selezione per raccontare 10 tra le migliori piste ciclabili d’Italia non è possibile non citare Cervia e i 40 chilometri di piste ciclabili che ne rendono il territorio un punto di riferimento imprescindibile per pedalare.

Dal centro storico, infatti, la lunga direttrice porta alle magnifiche saline donando un turismo lento, responsabile e attento all’ambiente: 4 località tra le verdeggianti pinete di Tagliata, Milano Marittima e Pinarella, 9 chilometri di costa e la riserva naturale della salina che si può visitare con una guida da marzo a novembre.

Insomma, ciclabili per tutti, dai principianti ai più esperti, da vivere in un giorno o in più tappe, che riservano vere chicche tra cui merita una menzione La Casa delle Farfalle, che tutela farfalle e insetti provenienti da ogni parte del mondo.

Il Sentiero della Bonifica

Siamo in Toscana, tra Arezzo e Chiusi, e qui i cicloturisti troveranno ad attenderli il Sentiero della Bonifica, lungo il canale maestro della Chiana, laddove idraulici, ingegneri, cartografi, architetti, agronomi e matematici (tra cui anche Leonardo da Vinci) diedero vita a una grande opera di, appunto, bonifica in terra etrusca.

62 facili chilometri e punti di interesse da non tralasciare quali l’inconfondibile Torrione della fattoria di Abbadia, i laghi di Montepulciano e Chiusi, paradiso per il birdwatching, gli innumerevoli ponti e la Chiusa, edificata dai Benedettini per regolare il flusso delle acque della Chiana nell’Arno.

La pista ciclabile Assisi – Spoleto

Una ciclabile di 45 chilometri nella bellezza dell’Umbria, facile e pianeggiante tra Spoleto e Assisi, che tocca le attrazioni principali lambite dal corso dei torrenti Marroggia, Teverone e Timia. In più, può fungere da collegamento tra la ciclabile del Trasimeno, la ciclabile Spoleto-Norcia e la ciclovia del Tevere.

Con partenza da Spoleto, il cicloturista ha l’occasione di passare per Campello sul Clitunno, Trevi, Montefalco, Foligno, Bevagna, Cannera per arrivare ad Assisi, una delle mete più apprezzate della regione grazie alla sua aura di fede, storia e arte.

La Rete ciclabile dei Trabocchi

Di vero incanto è, a sua volta, la Rete ciclabile dei Trabocchi, che va da Pescara al Molise, frutto della dismissione della linea ferroviaria adriatica lungo la Costa dei Trabocchi: la ciclopedonale Via Verde ha visto la realizzazione proprio sull’ex tracciato dei binari.

Sono 263 i chilometri per 12 itinerari che consentono di transitare per sei stazioni in maniera comoda, facile e ben segnalata, per tutte le età ed esperienze: panorami unici sull’Adriatico, gallerie illuminate e la presenza costante delle tipiche strutture da pesca in legno della regione.

La Ciclovia dei Parchi della Calabria

La Ciclovia dei Parchi della Calabria rappresenta un colossale progetto che ha saputo ideare un itinerario ciclabile di ben 545 chilometri per unire le aree protette del Pollino, della Sila, della Serre e dell’Aspromonte e più di 60 tra paesi, frazioni, borghi e centri abitati.

Una ciclovia unica nel suo genere, da vivere pedalata dopo pedalata per entrare in contatto con la vita autentica dei piccoli borghi calabresi e assaporarne il ritmo lento e abbinare natura, sport, musica, tradizioni e cultura.

La Via del Silente

Un modo alternativo e all’insegna della mobilità dolce per scoprire il Cilento è quello di seguire la Via del Silente, un impegnativo itinerario ad anello di 600 chilometri suddiviso in 15 tappe che è percorribile, grazie alle e-bike, anche dai meno allenati.

Con inizio dall’Ostello n.9 di Velina, si attraversano ben 60 comuni del Parco Nazionale del Cilento, Vallo di Diano e Alburni e si hanno a disposizione 90 strutture ricettive tra cui scegliere.

Vecchia Ferrovia Linguaglossa

Infine, in Sicilia, un facile percorso ciclabile di una decina di chilometri per esplorare il tracciato della vecchia ferrovia Circumetnea, da Linguaglossa a Castiglione di Sicilia.

Da vedere Linguaglossa, uno dei comuni del Parco dell’Etna, la Pineta Ragabo, le affascinanti gallerie, e Castiglione di Sicilia, nel circuito dei Borghi Più Belli d’Italia.

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Pista ciclabile del Lago di Garda: le tappe del percorso attorno al Benaco

La pista ciclabile del Lago di Garda è un percorso suggestivo tra montagne e lago, lungo paesaggi incantevoli punteggiati da borghi medievali, limonaie e distese di oliveti e vigneti. Un viaggio attraverso le tre province che si dividono il Benaco (l’altro nome del Lago di Garda): Brescia, Trento e Verona.

Sebbene alcuni tratti siano da percorrere sulla Strada Gardesana, l’itinerario che compie il giro del Lago di Garda è composto anche da numerose piste ciclabili e ciclopedonali che permettono di godere in sicurezza del viaggio sulle due ruote.

Il giro del Lago di Garda in bicicletta

In totale sono 140 chilometri di un percorso di medio-alta difficoltà, sia per la lunghezza del tragitto, sia per alcuni tratti che presentano dislivelli. Per via della sua difficoltà e la presenza di tratti su strada trafficata, il percorso è largamente sconsigliato ai bambini, agli anziani e ai pattinatori. È invece più adatto a persone con una buona preparazione tecnica e fisica e una maggiore esperienza su bici da strada. Percorrendo la strada i ciclisti dovranno fare varie soste per dissetarsi e riposare, un’ottima scusa per visitare i vari centri abitati che si affacciano sulle sponde del lago e riposarsi sdraiati su una delle tante spiaggette, in estate.

Il giro in bici lungo la pista ciclabile del lago di Garda inizia nella località di Toscolano Maderno (BS), a metà della costa occidentale del bacino lacustre, e punta verso nord fino a Riva del Garda, per poi ridiscendere lungo la costa orientale fino a Lazise e Peschiera. Attraversa poi la costa sud e raggiunge nuovamente il punto di partenza iniziale. Il giro completo del lago può essere suddiviso a metà: sia che si opti per il giro alto del Lago di Garda o per il giro basso, arrivando a Torri del Benaco (in provincia di Verona), è possibile prendere il traghetto che attraversa il lago fino a Toscolano Maderno.

Andiamo alla scoperta del percorso che parte da Toscolano Maderno e compie il giro del Lago di Garda, attraverso le sue molteplici tappe panoramiche.

Vista splendida su Toscolano Maderno, affacciato sul lago di Garda

Fonte: 123RF

Toscolano Maderno

Da Toscolano Maderno a Limone Sul Garda: storia e paesaggi suggestivi

Il giro del Lago di Garda in sella alla bici ha inizio nel paese di Toscolano Maderno (BS), splendida località affacciata sul lago che porta ancora le testimonianze degli antichi mulini che durante il medioevo servivano per la produzione della carta (a tal proposito merita una visita il Museo delle Cartiere di Toscolano).

Si procede in direzione direzione Nord, verso Gargnano. In questo tratto di strada non c’è ancora la pista ciclabile (che collegherà l’intero lago di Garda), ma per molti tratti è possibile uscire dalla Strada Statale ed entrare nei centri abitati affacciati sullo specchio d’acqua, ricchi di punti storici e tratti caratteristici della costa occidentale. Si entra quindi nel piccolo borgo di Bogliaco e successivamente nella località di Villa, prima di addentrarsi nel meraviglioso centro storico del paese di Gargano, tra vicoletti, palazzi storici e scorci romantici sul lago di Garda sulle bellissime limonaie.

Seguendo Via della Remembranza si passa a fianco di Villa Feltrinelli, storico palazzo di lusso (oggi hotel), che ospitò, tra le varie figure culturali di spicco nel periodo della Prima Guerra Mondiale, anche Gabriele D’Annunzio.

Si prosegue questo viaggio suggestivo tra montagne e lago seguendo Via San Giacomo, una stradina panoramica che si ricongiunge successivamente alla Statale con le sue gallerie. Questo è il tratto in cui porre maggiore attenzione alle vetture, soprattutto in estate quando la strada principale è molto più trafficata. Al termine della galleria che giunge al porticciolo di Tignale, con la sua spiaggetta Pra De La Fam, meta di molti amanti del windsurf e del Kitesurf, e la meravigliosa limonaia affacciata sul lago. Si raggiunge poi un’altra galleria caratterizzata da colore bianco e da una striscia laterale rossa. Qui, attraversando un cancelletto laterale, si prende la vecchia gardesana, che evita la strada principale trafficata, alla quale si riallaccia più avanti.

Il percorso prosegue fino alla lunga galleria dalla quale si esce per Campione del Garda, una delle 18 piccole frazioni che compongono il paese di Tremosine. Qui si può fare una sosta sulla graziosa spiaggetta, prima di prendere un altro tratto della vecchia Gardesana, con brevi gallerie scavate nella roccia, che si collega con il primo tornante della spettacolare strada della Forra, una delle più belle del mondo. Si torna con la bicicletta sulla Gardesana per circa 5 chilometri prima di raggiungere Limone Sul Garda.

Da Limone Sul Garda a Riva del Garda: la ciclopedonale più bella d’Europa

Questo è uno dei tratti più spettacolari del giro del Lago di Garda in bicicletta. Una volta attraversate le viuzze di Limone Sul Garda, con le sue meravigliose limonaie e il lungolago da cartolina, si prende il Sentiero del Sole. Dopo una breve salita si raggiunge la ciclopedonale del Garda, parallela alla Gardesana fino a Capo Reamol. Qui inizia il tratto più suggestivo dell’intero percorso: la passerella di Limone, definita “la pista ciclabile più bella d’Europa“. Un percorso di 2 chilometri sospeso sul lago con viste straordinarie sullo strapiombo e sul paesaggio circostante. Attenzione però, perché la passerella è molto frequentata, soprattutto nei festivi e durante l’estate, ed è importante fare attenzione ai numerosi pedoni lungo il tragitto.

La pista ciclopedonale di Limone Sul Garda, a strapiombo sul lago di Garda

Fonte: iStock

La pista ciclopedonale di Limone Sul Garda

Questo percorso termina nuovamente sulla terraferma, al monumento dedicato alle persone che hanno sacrificato la loro vita per la costruzione della “moderna” Gardesana, che venne inaugurata nel 1931. Da questo punto si lascia la provincia di Brescia per entrare nella provincia di Trento. L’ultimo tragitto è interamente sulla Statale, quindi serve fare molta attenzione ai veicoli. Si attraversano infine alcune gallerie per poi raggiungere Riva del Garda, il punto più a nord di questo incantevole itinerario alla scoperta delle meraviglie del lago di Garda.

Da Riva del Garda a Torbole: la pista ciclabile della Valle dell’Adige

Dopo una sosta nella cittadina di Riva del Garda, dove meritano una visita la Rocca di Riva e la Torre Apponale affacciate al porticciolo, si può ripartire alla volta di Torbole. Si attraversa quindi la cittadina seguendo la pista ciclabile della Valle dell’Adige che si sviluppa lungo le rive del lago, fino a raggiungere il porticcolo di San Nicolò. Qui, evitando di prendere la galleria, si prosegue sulla pista ciclabile che la costeggia e passa per la spiaggia della località Linfano, fino a raggiungere il suggestivo ponte che attraversa la foce del fiume Sarca (qui parte la ciclabile che si addentra nella Valle dei Laghi). Si arriva così a Torbole, il luogo perfetto per gli sport acquatici, per rilassarsi in riva al lago e immergersi nella storia e nelle tradizioni locali.

Da Torbole a Brenzone: la ciclopedonale sulle sponde del lago

Dal centro di Torbole si riprende la lunga pedalata alla scoperta del Lago di Garda iniziando a discendere la sponda est del Benaco, percorrendo la Gardesana Orientale con tratti in galleria. Si arriva prima a Navene, una piccola località ai piedi del Monte Baldo con splendide spiaggette in cui potersi rilassare. Ci troviamo ora nella terza provincia che si divide questo splendido lago, quella di Verona.

Dal borghetto di Navene si prende la ciclopedonale asfaltata che si allunga sulle rive del Benaco e ai lati della Statale, fino a raggiungere il bellissimo Castello Scaligero di Malcesine, la fortezza medievale che domina la cittadina. Usciti dal centro abitato di Malcesine, la pista ciclabile continua a costeggiare la spiaggia verso sud, fino a Brenzone sul Garda passando per la baia di Val di Sogno e Cassone.

Il centro abitato di Malcesine, sulla sponda orientale del lago Garda

Fonte: iStock

Malcesine

Da Brenzone a Punta San Vigilio: panorami da sogno

Sono circa 15 i chilometri che dividono Brenzone da Punta San Vigilio, una località che offre alcuni tra i panorami più belli sul Lago di Garda. Da qui si può ammirare l’acqua cristallina del lago circondato da colline verdi adagiate ai piedi del Monte Baldo. Prima di giungere a Punta San Vigilio si percorre la ciclopedonale che segue le coste del lago e che passa per Torri del Benaco. Qui ci si immerge in un borgo medievale con stradine acciottolate, palazzi storici e il Castello affacciato sul lungolago.

Questo è anche il punto nel quale si può prendere il traghetto che attraversa il lago e giunge a Toscolano Maderno, scelto da coloro che intendono percorrere soltanto il giro alto del Lago di Garda.

Da Punta San Vigilio a Lazise: la pista tra i borghi medievali

Il giro del lago prosegue uscendo dal centro abitato di Punta San Vigilio e costeggiando lo specchio d’acqua lungo la pista ciclabile. In un tragitto lungo circa 14 chilometri, si attraversano due borghi di incredibile bellezza: Garda, con i suoi archi, vicoli stretti, ville monumentali e case antiche, e Bardolino, nel cuore della Riviera degli Olivi e luogo dedito anche alla produzione di un ottimi vini.

Si giunge infine a Lazise, splendida cittadina medievale ricca di fascino. Non distante dal centro storico si trovano anche splendide terme naturali, con numerose proprietà benefiche, in cui godersi una pausa rilassante.

Da Lazise a Desenzano, passando per Sirmione

Dal meraviglioso centro di Lazise si sale nuovamente in sella per viaggiare attraverso la costa meridionale del Lago di Garda che attraversa due località: Peschiera e Sirmione. La prima è la cittadina storica che ospita anche il famoso parco giochi Gardaland, mentre la seconda è una delle zone più incredibili del Benaco.

Arrivati a Sirmione si apre davanti agli occhi la meraviglia. Si tratta di una lingua di terra che entra nel lago di immensa bellezza. Qui si possono ammirare le Grotte di Catullo, i resti di una villa romana del I secolo d.C. situata sulla punta più settentrionale della penisola con splendide viste sul lago, il Castello Scaligero con le sue imponenti mura e il suo pittoresco centro ricco di negozietti e ristoranti, le Terme di Sirmione e varie spiagge paradisiache che sembrano appartenere a isole caraibiche.

In questo tragitto si percorre spesso la Strada Gardesana, non essendo totalmente servito da piste ciclabili, fino a raggiungere la cittadina di Desenzano, nota per il suo caratteristico centro storico con il porticciolo, il lungolago e le spiaggette in cui rilassarsi.

La splendida vista dall'alto su Sirmione, sul lago di Garda

Fonte: iStock

Sirmione

Da Desenzano a Toscolano Maderno

Per l’ultimo tragitto che parte da Desenzano e si ricongiunge con Toscolano Maderno, si attraversano i magnifici paesaggi della Valtenesi, meglio se percorrendo le strade secondarie dove i borghi punteggiano una zona collinare ricca di vigneti e oliveti. Così, si possono ammirare le bellezze naturali e architettoniche di Moniga (con il suo Castello e le splendide spiagge), Manerba (con il suggestivo Parco Archeologico della “Rocca” e la sua splendida spiaggia), Salò (con i suoi numerosi palazzi antichi e il vivo centro storico con il lungolago), Gardone Riviera (che ospita il Vittoriale degli Italiani, la casa di Gabriele D’Annunzio ora trasformata in un bellissimo museo) e, infine Toscolano Maderno, l’originario punto di partenza di questo tour in bicicletta dai variopinti panorami suggestivi.

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Via dell’Acqua, la pista ciclabile che collega Roma e Assisi

È un percorso meraviglioso, ricco di storia e bellezza, che si inerpica tra la natura e regala una visione diversa di ciò che ci circonda. È la Via dell’Acqua, che collega Assisi a Roma e che si può percorrere in bicicletta, ma anche a piedi e – perché no – a cavallo.

Si snoda per 250 chilometri e porta ad attraversare questo tratto di Italia centrale, potendone apprezzare la natura, la campagna che si ha intorno a sé e i corsi d’acqua. Un percorso fatto di bellezza, che fa da filo rosso tra Umbria e Lazio, tra Valle Spoletana, Valnerina e la Valle del Tevere. Ma anche spirituale, infatti collega due centri della Cristianità: Assisi e Roma.

Tutto quello che c’è da sapere sulla Via dell’Acqua, per provare una vacanza diversa, più lenta che ci permette di apprezzare il territorio e di vivere in prima persona il turismo sostenibile.

La Via dell’Acqua, cosa c’è da sapere

Si estende per 250 chilometri la Via dell’Acqua, di questi 200 si snodano lungo percorsi ciclabili già esistenti e lungo strade di campagna, gli altri 50 – invece – su asfalto. Non importa quanto tempo si impiega a percorrerla, perché l’obiettivo è un altro. Tra le cose più belle, infatti, di un viaggio così ci sono la possibilità di lasciarsi incantare dal paesaggio circostante e quella di conoscere luoghi nuovi lungo il percorso.

Inoltre, lungo la Via dell’Acqua si incontrano anche diverse attività per mangiare e dormire, ma anche servizi, che offrono una scontistica grazie alla convenzione attiva per coloro che viaggiano in bici, a cavallo o a piedi e sono in possesso della credenziale che si può richiedere sul sito ufficiale. Il dislivello complessivo è di 2100 metri ed è una vera e propria immersione nella natura alla scoperta di luoghi suggestivi e del fascino di un tratto di Italia a cavallo tra due regioni: l’Umbria e il Lazio.

Perché si chiama così e la storia della sua nascita

Sul sito ufficiale di questo percorso si racconta che la genesi di tutto è stata l’acqua, che è stata ciò che ha ispirato ma che è anche l’elemento che lo caratterizza. Infatti si snoda proprio nei pressi di alcuni argini.

Il percorso è facile, fattibile per tutti.  Come viene spiegato – sempre sul sito ufficiale – la realizzazione della Via dell’Acqua è stata possibile anche grazie al fatto che in Umbria c’era già una fitta rete di percorsi ciclabili. Numeri alla mano, infatti, dei 160 chilometri di tratta che scorrono in questa regione, ben 120 erano su ciclabili già esistenti.

Il risultato sono seniteri, strade e ciclabili che uniscono due regioni e due città: un modo per conoscere il territorio da un altro punto di vista, una maniera per godere della bellezza intorno a sé senza alcuna fretta, ma lasciando che lo sguardo si meravigli a ogni scorcio.

Come si deve percorrere e le info utili

Come percorrerla? La si può fare da Assisi verso Roma e viceversa. Sul profilo Facebook ufficiale dedicato alla Via dell’Acqua vengono pubblicati e condivisi aggiornamenti utili da conoscere prima di partire. Sempre tramite Facebook si arriva ad altre informazioni che contengono le indicazioni e i suggerimenti sulle soste da fare lungo il tragitto, come quella al sito archeologico Lucus Feroniae, che si sviluppa in un’area archeologica e in un museo a ingresso gratuito, oppure la sosta a Terni per visitare la Basilica di San Valentino.

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Pista ciclabile del Tevere: percorso e informazioni

Roma, la città eterna costruita su sette colli, come tutte le più grandi metropoli è spesso inondata di caos. Ma lei, la nostra Capitale, ha diverse anime, molte delle quali la rendono unica nel contesto mondiale. No, non stiamo necessariamente parlando dei suoi sontuosi monumenti che sì, sono tra i più eccezionali del pianeta intero, ma della sua anima rurale, silenziosa, fatta di una natura sorprendente e scorci che lasciano senza fiato.

Per percepire più a fondo tutte queste sue speciali sfaccettature, basta salire in sella ad una bici e percorrere la preziosa pista ciclabile che costeggia il Tevere.

La pista ciclabile del Tevere

Il vero nome della pista ciclabile che costeggia il fiume Tevere è Pista ciclabile della Tiberina. Tuttavia, viene spesso chiamata con il nome del fiume perché lo attraversa, su entrambi i lati, in un interessante tratto. Parliamo perciò di un percorso di circa 35 chilometri, che può vantare il titolo di essere la pista ciclabile più lunga di Roma (o almeno lo è per il momento).

Un itinerario bellissimo e che collega la Capitale dal versante Nord a quello Sud, costeggiando gli argini di questo fiume che ha fatto la storia della città. È un percorso adatto a tutti, grazie alla presenza di ampie zone dalle tratte regolari e con un dislivello minimo. Tuttavia, è bene tenere a mente che si può fare solo in alcuni periodi dell’anno: il tragitto lungo la banchina del fiume viene completamente sommerso dall’acqua durante i periodi di piena.

Tevere, pista ciclabile

Fonte: iStock – Ph: Photo Beto

Godersi Roma dalla pista ciclabile del Tevere

Il percorso della pista del Tevere

La pista ciclabile del Tevere parte nella zona di Labaro, area situata nell’estremo nord di Roma, e si conclude nel quartiere di Tor di Valle, a Sud-Ovest di questa splendida Capitale.

Iniziando il viaggio in sella a una bici dal centro abitato di Labaro, si segue l’argine del fiume, fino ad attraversare il depuratore di Roma Nord, il parco di Tor di Quinto e il ponte della via Olimpica.

Pedalando per circa circa 10 chilometri si raggiunge Ponte Milvio, da dove si devono seguire le indicazioni in direzione Piazza del Fante, Ponte Matteotti fino a raggiungere Castel Sant’Angelo e la graziosa Isola Tiberina (d’estate, poi, è più bella che mai grazie a una serie di eventi davvero imperdibili).

Superata l’Isola Tiberina, questa affascinante pista ciclabile continua andando verso il vecchio e sontuoso Gazometro, per poi procedere in direzione della Magliana, fino a concludersi nella località di Tor di Valle.

È bene sapere che tale tragitto può essere effettuato in entrambe le direzioni, e che è chiaramente accessibile da più punti di questa magica città

Castel Sant'Angelo, Roma

Fonte: iStock – Ph: Andrea Izzotti

Castel Sant’Angelo visto dalla riva sinistra del Fiume Tevere

Punti di interesse della ciclabile del Tevere

Tra i vari punti di interesse che si possono scoprire pedalando su questa pista, c’è senza ombra di dubbio il Parco di Tor di Quinto. Si tratta di un’oasi verde nel bel mezzo della città, che si estende per circa 9 ettari e in cui sono impiantati 250 alberi tipici delle zone umide, come pioppi, frassini, carpini e querce comuni.

È presente anche un grazioso laghetto attorno al quale di snodano diversi percorsi, che permettono di raggiunge i canneti che si sviluppano lungo l’ansa del fiume Tevere.

Il ponte della via Olimpica, il cui vero nome è Ponte Tor di Quinto, ha una storia del tutto olimpionica: fu realizzato nel 1960 in occasione delle Olimpiadi di Roma, proprio per facilitare il collegamento tra la via Olimpica e gli impianti sportivi dell’Acqua Acetosa. Dotato di 7 arcate in cemento armato, è lungo 72 metri e largo 27.

Ponte Milvio è ormai uno dei ponti più famosi della città: è qui che vengono appesi i lucchetti dell’amore. Ma nei fatti questo è uno dei ponti più antichi di tutta Roma, che oggi rappresenta anche un luogo di ritrovo di giovani romani e turisti.

Ponte Milvio, Roma

Fonte: iStock

L’antico Ponte Milvio visto dal Tevere

Costruito nel 109 a.C., fu la sede della famosa battaglia tra l’imperatore Costantino e Massenzio ed è sormontato da una famosa torre in stile neoclassico, oggi conosciuta con il nome di Torretta Valadier.

Decisamente affascinante è anche il Ponte Giacomo Matteotti, con le sue tre imponenti arcate in muratura che si estendono per una lunghezza di circa 138 metri. Poi ancora Castel Sant’Angelo, che nel corso dei secoli ha ricoperto diverse funzioni: da sontuoso sepolcro dell’imperatore Adriano e della sua famiglia ad avamposto fortificato, poi ancora da carcere spaventoso a splendida dimora rinascimentale, fino a diventare prigione risorgimentale e infine museo.

L’Isola Tiberina è l’incredibile (e unica) isola urbana del Tevere, che vanta la caratteristica di essere collegata alle sponde del fiume da due ponti. Stando alla leggenda, nacque nel 509 a.C., quando i romani, insegno di odio verso Lucio Tarquinio Superbo, l’ultimo re di Roma, gettarono nel Tevere un enorme deposito di grano che apparteneva al re, il quale andò a formare questa isoletta. Ovviamente non è andata esattamente così, ma questo angolo delle Capitale sembra quasi un borgo a parte nel cuore della Città Eterna.

Infine il vecchio e imponente Gazometro, un vero e proprio gigante di ferro che, per la sua monumentalità, è affettuosamente chiamato il “Colosseo industriale” o “Colosseo moderno”. Oggi è uno degli emblemi più suggestivi dell’archeologia industriale della Capitale, tanto da essere un elemento vero e proprio dello skyline romano.

Insomma, la pista ciclabile che costeggia il Tevere è una angolo di pace nel cuore di Roma, che permette di scoprire la Città Eterna da un punto un punto di vista privilegiato e rispettando anche l’ambiente.

Gazometro, Roma
Vista dell’imponente Gazometro e del fiume Tevere ai suoi piedi
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Tutte le piste ciclabili portano a Grado

Se c’è una città bike friendly in Italia, questa è Grado. La cittadina del Friuli-Venezia Giulia, affacciata sull’omonima laguna e collegata alla terraferma da una sottile striscia di sabbia, si estende su 90 chilometri di costa e regala spazi naturali molto vasti da godere in bicicletta.

L’Anello di Grado

Grado è crocevia di diversi itinerari da percorrere pedalando per scoprire la città e i suoi magnifici dintorni. Il più famoso – e anche facile – è l’Anello di Grado un percorso pianeggiante lungo undici chilometri, che si snoda tra le piste ciclabili cittadine, perfetto per scoprire Grado e i suoi angoli più nascosti.

La Grado – Punta Sdobba

Dalla città parte un itinerario ciclabile che porta fuori, il Grado – Punta Sdobba. Lungo 17,8 km, è totalmente pianeggiante e, dalla cittadina balneare, porta al villaggio di pescatori di Punta Sdobba, proprio sulla foce del fiume Isonzo. Lungo il percorso è possibile fermarsi al centro visite di Valle Cavanata, che si trova circa a metà strada, e al centro visite del Caneo, vicinissimo a Punta Sdobba ottimi luoghi per l’osservazione degli uccelli acquatici e delle piante palustri.

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Fonte: @Nicola Brollo

Il porto di Grado

Itinerari naturalistici in bicicletta

La Laguna di Grado, con il suo scenario naturale, incontaminato e ricco di biodiversità, è l’habitat ideale da scoprire in bicicletta. Diversi itinerari ciclabili collegano la città alle due riserve naturali di Valle Cavanata e Foce dell’Isonzo – Isola della Cona. Sono le oasi preferite dagli amanti del birdwatching e da chi viene qui per fare escursioni in sella ai cavalli bianchi Camargue che, per le loro caratteristiche fisiche, si sono particolarmente adattati all’ecosistema della riserva.

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Fonte: @Francesco Morongiu

L’Isola della Cona nella Laguna di Grado

In Valle Cavanata si possono avvistare caprioli, germani, canapiglie, folaghe e gallinelle d’acqua), mentre lungo la pista ciclabile che costeggia il tratto meridionale del Canale Averto, percorribile fino al Cancello a Mare, si giunge a un punto panoramico della riserva dal quale ammirare un tratto di spiaggia incontaminato frequentato spesso da aironi, folaghe ed altri uccelli marini.

Bike & boat

Nella Laguna di Grado ci sono alcune isole che meritano di essere visitate. Si possono raggiungere con il traghetto, anche con la bicicletta al seguito e anche nel periodo autunnale. Da non perdere è sicuramente l’escursione all’Isola di Barbana, un’isoletta intrisa di spiritualità, meta di pellegrinaggio, visto che ospita il Santuario della Beata Vergine Maria, e di gite all’insegna della pace, della meditazione e del relax.

Merita una gita anche l’isola Mota Safon, che incantò Pierpaolo Pasolini al punto da spingerlo a girarvi alcune scene del film “Medea” con Maria Callas. E, infine, la piccola isola di pescatori di Anfora e Porto Buso, e di Francamela, che d’estate sono frequentate dai turisti per via delle spiaggette isolate e del mare è trasparente, dove si possono anche assaporare le specialità di mare circondati dall’ambiente suggestivo della laguna.

La Ciclovia Alpe Adria

Ma Grado è anche luogo di passaggio di numerose ciclovie che la attraversano. Qui arriva la Ciclovia Alpe Adria che, da Salisburgo, in Austria, giunge nell’”isola del Sole” dopo ben 400 km e aver attraversato paesaggi montani, collinari e lagunari. Frutto del progetto di cooperazione transfrontaliera italo-austriaco, da Grado si può quindi percorrere l’ultimo tratto raggiungendo le città di Aquileia, tra le più ricche dell’Impero Romano tanto da essere soprannominata “Seconda Roma”, di Palmanova, la celebre “città stellata” riconosciuta dall’Unesco per la sua affascinante pianta poligonale a stella con nove punte, e infine di Udine, custode delle opere del Tiepolo.

La Ciclovia del Mar Adriatico

Un’altra famosa pista ciclabile che passa per Grado è la Ciclovia del Mar Adriatico (o Ciclovia FVG-2), un itinerario ciclabile che rientra nel progetto “AdriaBike“, la ciclovia dell’Alto Adriatico, lunga oltre mille km e che collega Tarvisio a Ravenna e che è parte integrante dell’itinerario europeo Eurovelo n. 8 che va da Cadice, in Spagna, ad Atene, in Grecia, attraversando mezza Europa. Un tratto tocca Grado e può essere percorsa in direzione di Trieste o di Lignano Sabbiadoro.

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La nuova pista ciclabile lungo il lago Maggiore, una vera meraviglia

La mobilità sostenibile sta prendendo sempre più piede. E, se in città non è semplice da applicare, lo è almeno in quelle zone turistiche meno trafficate e che regalano vedute meravigliose per cui vale la pena lasciare l’auto a casa e inforcare una bicicletta.

Dopo il grande successo della pista ciclopedonale del Garda – che deve essere ancora terminata, ma quei due chilometri sono presi d’assalto dai turisti ogni weekend – e il recente annuncio di alcuni Comuni del lago di Como di voler realizzare una ciclabile panoramica a sbalzo sull’acqua è arrivato un altro grande annuncio che piacerà tantissimo non soltanto agli amanti della due ruote, ma a tutti coloro che sono appassionati di gite fuori porta.

La ciclabile sul lago Maggiore

Sarà, infatti, realizzata anche una ciclabile lungo il lago Maggiore. Il progetto vede coinvolti tre Comuni di enorme valenza turistica: Stresa, Baveno e Fondotoce, nella provincia piemontese di Verbano-Cusio-Ossola. A darne notizia è stato il sito di news locali Vconews.

isola bella stresa

Fonte: © Scenari srl – Andrea Lazzarini Editore – Stresa (Vb)

Stresa e l’Isola Bella sul lago Maggiore

Mappa alla mano, la pista dovrebbe essere lunga meno di 10 km, partendo da Stresa o da Fondotoce, a seconda della direzione Nord o Sud, facendo tappa intermedia a Baveno.

I tre Comuni affacciati sulle sponde del lago Maggiore godono di una vista meravigliosa non soltanto su uno dei laghi più amati e visitati d’Italia, incredibilmente apprezzati dai turisti stranieri che spesso atterrano a Milano Malpensa diretti non nel Capoluogo lombardo bensì sul lago Maggiore, ma sulle pittoresche Isole Borromee.

Sviluppo turistico del territorio

La ciclabile consentirà così di pedalare ammirando il panorama lacustre dell’Isola Bella, con lo splendido Palazzo Borromeo e i suoi giardini, dell’Isola Superiore (o Isola dei Pescatori) e dell’Isola Madre, separate dallo Scoglio della Malghera.

Ma non solo. Il percorso darà anche la possibilità di deviare verso altre mete, imbarcandosi, per esempio, su un battello che parte da Stresa, magari anche con la propria bicicletta, e visitare le isole se non addirittura soggiornarvi. Sull’Isola dei Pescatori ci cono piccoli alberghi e alcuni affittacamere.

Isola dei Pescatori

Fonte: 123rf

L’Isola dei Pescatori sul lago Maggiore

Secondo i promotori del progetto, la ciclabile sul lago Maggiore andrà a intercettare anche dei siti di interesse turistico-culturale e naturalistico e altri itinerari ciclopedonali, come l’altra nuova ciclabile in via di realizzazione, quella che collega Fondotoce con Suna, sull’altra sponda del lago di fronte a Baveno.

La bellezza del lago Maggiore

Il lago Maggiore è uno degli angoli più affascinanti del nostro Paese. I suoi borghi pieds dans l’eau coi porticcioli e le piazzette fiorite, le Isole Borromee, le ville d’epoca e i giardini fanno di questa zona d’Italia una delle più romantiche.

A partire proprio da Stresa, il cui centro storico è un susseguirsi di magnifiche dimore, ville nobiliari, alberghi di lusso e curatissimi giardini. Tra le più belle ville c’è l’incantevole Villa Pallavicino con il suo immenso parco.

Villa Pallavicino lago maggiore

Fonte: grandigiardini.it

Villa Pallavicino e il suo parco affacciati sul lago

Del territorio fanno parte le isole. Decisamente merita una visita l’Isola Bella, che ospita l’incantevole palazzo della famiglia Borromeo, una splendida dimora nobiliare perfettamente conservata circondata da giardini Barocchi. Ma merita anche l’Isola madre con palazzi e giardini che sembrano sospesi nel tempo. E da Stresa si può raggiungere anche il Mottarone, a 1.491 metri di quota, dove d’inverno si può anche sciare.

Baveno è invece un delizioso borgo sul lago sul quale s’affacciano alcuni dei più begli alberghi della zona dove hanno soggiornato ospiti del calibro di Franz Schubert e Alexandre Dumas. Tanti i monumenti storici e le chiese da visitare oltre al bellissimo portico della Via Crucis.

Di Fondotoce non molto si sa. Invece, è una frazione di Verbania importantissima in quanto fa parte della Riserva naturale di Fondotoce (o Fondo Toce), un’area naturale protetta istituita nel 1990 e, dal 2018, compresa nel territorio riconosciuto dall’Unesco come Riserva della Biosfera Ticino Val Grande Verbano oltre ad essere entrata a far parte della rete mondiale di riserve della biosfera. La si può visitare a piedi attraversando un sentiero. È il paradiso del birdwatching, ma vi cresce anche il più grande canneto del lago Maggiore.

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Fonte: Dreamstime

Il borgo di Baveno sul lago Maggiore
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Nascono quattro nuove piste ciclabili attraverso territori meravigliosi

Secondo gli ultimi dati raccolti dall’Ufficio Studi Enit, un quarto degli italiani ama stare a contatto con la natura. E cosa c’è di più bello di una gita all’aperto, pedalando lungo una ciclabile a due passi da casa.

Nei prossimi mesi, la Lombardia potrà fregiarsi di quattro nuove ciclovie nazionali, che spazieranno nella quattro direzioni, attraverso territori meravigliosi.

Le quattro nuove ciclovie della Lombardia

Si tratta della nuova Ciclovia Lago Maggiore, della Ciclovia Alpina, della Ciclovia Milano-Monaco e della Ciclovia Iseo. Questi quattro nuovi itinerari contribuiranno allo sviluppo dei territori, dell’economia locale e naturalmente del turismo.

La Ciclovia Lago Maggiore sarà un percorso di circa 100 chilometri che si collegherà con la Regione Piemonte e con la Svizzera.

La Ciclovia Alpina, che nel tratto lombardo sarà lunga circa 70 km, includerà un percorso che dalla provincia di Brescia si collegherà alla provincia autonoma di Trento.

La Ciclovia Milano-Monaco, la cui parte lombarda sarà di circa 200 km, consisterà in un itinerario che collegherà Milano con Monaco, tramite il Lago di Endine, nella Val Cavallina, il Passo del Tonale e la provincia di Trento.

Infine, la Ciclovia Iseo, lunga circa 80 km, sarà un percorso ad anello intorno al Lago d’Iseo, il più piccolo dei quattro laghi maggiori della Lombardia che si è mantenuto ancora autentico e intatto.

Le altre ciclovie nazionali in Lombardia

Queste quattro nuove ciclovie nazionali che interessano il territorio lombardo si vanno ad aggiungere alle tre già ricomprese nel circuito delle Ciclovie turistiche nazionali. Una di queste è la Ciclovia VenTO, una delle più famose d’Italia, un percorso oltre 700 km che collega Venezia con Torino, attraversando quattro Regioni del Nord Italia, costeggiando il Po.

L’altra è la famosa Ciclovia del Sole, che misura più di 3.000 km e che taglia il nostro Paese dal Nord al Sud. Comincia dal Brennero e si conclude in Sardegna, quasi mai corre su piste ciclabili, anzi, lo fa solo per il 4% dell’itinerario, mentre il 26% del suo percorso si svolge su greenway (vie ciclabili lontane da strade a traffico motorizzato) mentre il 70% su “normali” strade percorse anche dai veicoli a motore.

La terza, infine, è la Ciclovia del Garda meglio conosciuta come Garda by Lake, considerata la più bella d’Italia per quel suo tratto a sbalzo sulle acque del lago che regala panorami mozzafiato. Nel 2018, è stato inaugurato il primo tratto della ciclabile tra Capo Reamol e Limone sul Garda, ma la pista non è ancora finita. Sarà ultimata entro il 2026 e, unendo piste ciclabili già esistenti e aggiungendo le nuove tratte, girerà tutt’intorno al lago per 140 km.

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La famosa Garda by Lake e la passerella a strapiombo sul lago