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Cosa fare a Merzouga, viaggio nell’oasi più famosa del Marocco

Ci sono viaggi che sono in grado di cambiarti la vita. Uno di questi è quello che si può fare in Marocco, Paese che rappresenta una sorta di ponte tra Africa ed Europa, ma anche un’esperienza di pura emozione: città cosmopolite si fondono a villaggi rimasti fermi nel tempo, che a loro volta sono incastonati su imponenti vette o affacciati sulla potenza dell’oceano. E poi c’è il deserto, quello fatto di dune che lascia senza fiato e che pare infinito.

Ed è proprio nel Sud del Paese, e più precisamente al confine con l’Algeria, che prende vita una località turistica priva di monumenti o edifici storici di rilievo, ma comunque molto visitata. Il motivo è piuttosto semplice: Merzouga è la porta di ingresso dell’Erg Chebbi, deserto dalle dune gigantesche e punto di partenza ideale per fare tour a piedi, in cammello o in fuoristrada verso le sue imponenti dune (qui si trovano diverse agenzie per organizzare gli itinerari). Scopriamo insieme cosa fare e vedere a Merzouga.

Le grandi dune di Merzouga

Merzouga è una vera e propria oasi nel cuore del Marocco, una meta obbligatoria per tutti coloro che desiderano conoscere alcune delle più antiche tradizioni di questo Paese ma anche per chi ha voglia di ammirare un panorama che lascia senza fiato. La località non offre vere e proprie attrazioni turistiche, ma il suo deserto (che vanta dune altissime che riescono a raggiungere persino i 150 metri di altezza) da solo vale il viaggio.

Raggiungere questa località permette quindi di addentrarsi in quelle che sono le dune più alte del Marocco, che sorgono nella pianura nera della hammada che, grazie ad esse, assume tonalità rosa-dorate che riescono ad emozionare. La cosa più curiosa è che anche chi ci è già stato vivrà la sensazione di trovarsi in un posto nuovo: le dune si muovono continuamente, creando un ambiente sempre diverso in quanto fenomeno in continua evoluzione.

Il Lago Dayet Srji

È quasi impossibile credere che sia vero, ma in realtà il deserto di Merzouga nasconde tra le sue dune un gioiello più unico che raro: il Lago di Dayet Srji. Si tratta di lago (un tempo) salato dove vanno ancora oggi ad abbeverarsi i fenicotteri. Sì, avete capito bene: in questa zona del deserto è possibile ammirare persino i fenicotteri, che raggiungono questo laghetto per bere e rinfrescarsi.

Lago di Dayet Srji, Merzouga

Fonte: iStock

Il bellissimo Lago di Dayet Srji

Conosciuto anche come Lago di Merzouga, offre un tramonto spettacolare per via della combinazione dei colori che si crea. Quando è pieno, inoltre, si rivela anche la meta perfetta per coloro che vogliono osservare (con il dovutissimo rispetto) la vita di tutti i giorni degli abitanti perché qui, le persone provenienti dai numerosi villaggi circostanti, vengono a prendere l’acqua per utilizzarla per lo sviluppo agricolo.

Se siete appassionati di birdwatching, quindi, il periodo migliore per scoprirlo va da novembre a maggio circa, per avere l’opportunità di osservare sterpazzole del deserto, gruccioni di Persia e garruli fulvi e talvolta anche fenicotteri e altri uccelli.

Villaggio di Khamlia

A circa 7 chilometri di distanza da Merzouga, ma praticamente accanto alle dune, sorge il villaggio di Khamlia, luogo in cui vive un gruppo etnico chiamato Gnawa.

Si tratta di un’escursione altamente consigliata (che si può fare anche in autonomia) perché permette di ascoltare alcune delle più belle musiche tradizionali del Paese.

Vi basti pensare che nel corso dei secoli le sonorità della musica Gnawa hanno spesso avuto una funzione ipnotica, sia per i musicisti che per i partecipanti all’ascolto.

Tutte le attività da fare a Merzouga

Come accennato, Merzouga in sé non offre molti punti di interesse. Tuttavia, è il punto di partenza migliore per visitare l’infinita bellezza del suo deserto e scoprire la vita dei Berberi, gli abitanti autoctoni del Nordafrica. Sì, perché soggiornando in una delle tantissime strutture disponibili nel deserto si ha la possibilità di partecipare a una cena conviviale cucinata da loro sotto le stelle, ascoltare (e ballare) le loro indimenticabili melodie, e saperne di più sulla loro vita. Ma questo, chiaramente, non è di certo l’unica attività possibile.

Trekking in cammello, in fuoristrada o in quad

Iniziamo con lo svelarvi sin da subito una piccola verità: nell’immaginario comune l’Erg Chebbi si può girare in sella a un cammello durante il tramonto. Se è vero che i tour iniziano poco prima del calar del sole proprio per osservare l’incredibile caleidoscopio di colori che si genera in questo momento della giornata, è altrettanto vero che in questa zona del Paese non ci sono cammelli.

Erg Chebbi in cammello

Fonte: iStock

Tour in dromedario dell’Erg Chebbi

Il tour delle dune, infatti, viene svolto in sella a un dromedario, che si distingue dal cammello perché più piccolo e con una sola gobba.

Per chi preferisce diverse tipologie di escursione, a disposizione ci sono anche tour in fuoristrada o in quad, sicuramente meno “tipiche” ma più confortevoli.

Sandboarding tra le dune

Un’altra delle attività che si può fare a Merzouga è la sandboarding tra le dune. La buona notizia è che, pur sembrando pericolosa, nei fatti non lo è assolutamente in quanto le dune di sabbia dell’Erg Chebbi sono molto morbide.

Facendo sandboarding, quindi, si può vivere a 360 gradi l’emozione di scivolare giù da una duna a tutta velocità, mentre si è eretti su una tavola. Per chi non riesce, è possibile anche sedersi su di essa.

Osservare le stelle di Merzouga

Sì, nei campi (spesso gli alloggi nel bel mezzo del deserto vengono chiamati così) c’è la luce e, in alcuni di essi, persino internet. Ma allontanandosi un pochino (mi raccomando, portate con voi una piccola torcia), ecco che alzando le sguardo all’insù si può ammirare un cielo completamente stellato, di quelli che è impossibile scorgere in città.

Deserto Marcco di notte

Fonte: iStock

Il cielo stellato dell’Erg Chebbi

Neanche nelle notti più buie o nei luoghi più impervi che conosciate, infatti, il cielo stellato che si può osservare è simile a quello di Merzouga. Un’esperienza eccezionale e che siamo certi vi lascerà a bocca aperta.

L’alba nel deserto

Infine, dopo aver passato parte della notte ad osservare le stelle e aver digerito gli squisiti piatti della tradizione locale a suon di musica, non c’è niente di meglio da fare che svegliarsi prestissimo per ammirare l’alba nel deserto, che offre colori differenti rispetto al tramonto. Sarà una di quelle attività che vi renderanno felicissimi di aver scelto Merzouga come vostra meta di viaggio.

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Cap Spartel e l’incontro (in Marocco) tra Mediterraneo e Atlantico

A pochi chilometri dal centro di Tangeri, nel Marocco a noi più vicino, si trova il promontorio di Cap Spartel, il punto panoramico per osservare la linea di incontro tra Oceano Atlantico e Mar Mediterraneo sullo stretto di Gibilterra. È un luogo estremamente suggestivo, pieno zeppo di energia, in cui la forza dell’oceano si incontra e scontra con i colori più delicati del Mediterraneo.

Dove si trova Cap Spartel

Cap Spartel si trova a Nord-Ovest di Tangeri, nella parte settentrionale del Paese. Il promontorio è alto circa 300 metri dal livello del mare e circondato da vegetazione lussureggiante (qui piove per diversi mesi l’anno!). Il faro e i vari punti panoramici sullo stretto di Gibilterra sono  tappa obbligata per chi visita Tangeri o si sposta per un viaggio nel Nord del Marocco, anche per prendere una pausa dal caos delle Medine e per respirare una piacevole arie e brezza di mare; anzi di due mari!

Cap Spartel però non è solo un punto d’incontro tra due mari, ma anche un luogo ricco di storia. Durante i secoli, il promontorio ha servito come punto di riferimento cruciale per i navigatori. I Fenici, i Romani e, più tardi, i pirati del Mediterraneo hanno solcato queste acque di confine, lasciando tracce delle loro culture.

Il panorama dal faro di Cap Spartel

A Cap Spartel si trova un faro che ospita un piccolo museo al suo interno, e su cui salire per un panorama mozzafiato. Dalla terrazza, nelle giornate serene di cielo limpido, è possibile vedere la costa spagnola; mentre il verde della vegetazione contrasta con il blu profondo del mare e la linea di unione e scontro delle correnti tra Mar Mediterraneo e Oceano Atlantico è percettibile a occhio nudo. Per entrare al faro, costruito nel 1861 per volontà di Mohammed III, è necessario acquistare un biglietto, che include la visita al museo, l’accesso alla terrazza e la visita ai giardini.

Cap Spartel, il panorama

Fonte: AS

Il faro di Cap Spartel

La grotta di Ercole, tra storia e leggenda

Poco distante dal faro di Cap Spartel, lungo la costa oceanica, la Grotta di Ercole richiama i turisti per la sua leggenda. Si dice che proprio in questa grotta a ridosso del mare Ercole venisse a riposarsi dalle sue imprese e dodici fatiche. Altre voci invece sostengono che qui visse il ciclope Polifemo. I più realistici sostengono invece che questa grotta di calcare di 200 anni fosse un piccolo granaio di Berberi e un frantoio per la lavorazione della farina e la produzione dell’olio di oliva.

Cap Spartel, cosa vedere

Fonte: AS

Dentro il faro di Cap Spartel

Dalla grande piazza esterna si ha accesso alla grotta, illuminata da una “porta naturale” sul mare. Provate a guardare bene: la porta sul mare ha proprio la forma del continente africano rovesciato a testa in giù! La grotta è stata aperta al pubblico nel 1950 ed è facilmente accessibile, anche per i bambini.

I dintorni di Cap Spartel, lungo la costa

Grotta d'Ercole, la porta

Fonte: AS

La porta verso il mare della Grotta d’Ercole ha la forma del continente africano rovesciato

Lungo la strada che da Tangeri porta a Cap Spartel, e raggiunta la costa, si trovano diversi altri punti panoramici oltre al faro, perfetti per una foto. Iconico è quello con il cartello a due frecce che indica verso sinistra l’Oceano Atlantico e verso destra il Mar Mediterraneo. Da qui partono diversi itinerari e sentieri per il trekking, in bici, addirittura in dromedario lungo le grandi spiagge della costa atlantica. Non sarà difficile trovare la soluzione più adatta alle esigenze e all’età di ciascuno.

La natura intorno a Cap Spartel

L’ambiente naturale di Cap Spartel è sorprendente, anche perché qui piove diversi mesi l’anno. Boschi di pini, eucalipti e querce fanno da cornice a questa porta sul mare, che ricorda un po’ la nostra Macchia mediterranea, con una varietà di piante aromatiche come il rosmarino, il timo e il mirto, che riempiono l’aria di profumi familiari. Gli amanti del birdwatching possono osservare diverse specie di uccelli migratori che fanno tappa in questa zona durante i loro spostamenti tra Europa e Africa, tra cui falchi, cicogne, aironi e rondini. Proprio per questa ricchezza, l’ecosistema della zona di Cap Spartel è al centro di alcuni progetti di riforestazione, di conservazione e protezione delle specie locali. Se riuscite, infilate nello zainetto un binocolo e provate a curiosare intorno a voi.

Info pratiche

Cap Spartel dista 15 chilometri circa da Tangeri, superata la zona collinare più turistica. Se non ci si muove con mezzi propri, conviene partecipare ad una gita organizzata dai vari hotel o tour operator. Diversamente si può contrattare con un taxi per la doppia tappa, faro e grotte, con rientro in città; o prendere un bus collettivo per risparmiare un pochino.

costa atlantica Marocco

Fonte: AS

La costa atlantica di Cap Spartel

Solitamente a Cap Spartel si viene in gita giornaliera da Tangeri, ma chi volesse godere di questa atmosfera wild e naturalistica per più tempo o fare qui tappa per proseguire il viaggio verso Sud può trovare diverse strutture ricettive lungo la costa atlantica, andando verso la bellissima Asilah. Per mangiare, al faro si trova un bar ristorante; mentre nella piazza di ingresso alla grotta ci sono negozi di souvenir e snack. Non mancano lungo la costa bar e ristoranti.

Un consiglio sull’abbigliamento: è bene portare sempre qualcosa da mettere sulle spalle o un giacchetto, sia per la brezza marina che per entrare in grotta. Scarpe comode per camminare; ma facili da togliere per affondare i piedi nella sabbia!

cap spartel, la grotta

Fonte: AS

La grotta di Ercole era in realtà un frantoio berbero

Curiosità

Per diverso tempo, e qualche marocchino con vanto ancora lo ripete, Cap Spartel è erroneamente stato considerato il punto più settentrionale del continente africano. Non è così: il punto più a Nord si trova in Tunisia e dal 2014 è stato individuato a Cap Angela, nei pressi della cittadina portuale di Biserta, sul Mar Mediterraneo.

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Cosa vedere a Beni Mellal, nel cuore del Marocco

Nel cuore del Marocco, tra le montagne dell’Atlante e la fertile e verde pianura di Tadla. È qui che si trova Beni Mellal, una perla del Paese marocchino, destinazione che spesso viene trascurata dalla maggior parte dei turisti che decidono di visitare il Marocco. Questo è il luogo ideale dove poter vivere avventure ed esperienze indimenticabili, immerso nella natura e con paesaggi straordinari. Ecco cosa visitare a Beni Mellal, nella sua affascinante città ed i suoi dintorni.

Le attrazioni principali di Beni Mellal

La città marocchina di Beni Mellal venne fondata nel diciassettesimo secolo ed utilizzata come avamposto militare, ma col passare del tempo è riuscita a sviluppare un mix culturale unico, con influenze non solo arabe, ma anche berbere e francesi. La città, probabilmente anche per la sua lontananza dagli itinerari turistici di massa e dalle città principali, come, ad esempio, Chefchaouen o Marrakech ha un’atmosfera molto piacevole e rilassata, dove è possibile trovare edifici e case antiche a stretto contatto con le moderne infrastrutture cittadine.

Kasbah Bel-Kush, l’antica fortezza marocchina

Visitare il centro storico di Beni Mellal consente ai visitatori di immergersi nella cultura e nella storia locale di questa città dell’entroterra marocchino. Sono molti gli edifici che potranno catapultare i turisti in un viaggio nel tempo. Uno di questi è la fortezza Kasbah Bel-Kush, che venne costruita nel diciassettesimo secolo dal sultano Ismail e che rappresenta un perfetto esempio di architettura militare marocchina. Si tratta di un edificio imponente, che consente di avere una vista speciale ed unica sulla città e sui paesaggi naturali che circondano Beni Mellal, una costruzione che in epoca medievale serviva come protezione dagli invasori della regione.

A Beni Mellal è presente anche un’altra piccola cittadella, la Kasbah Ras al Ain, poco più giovane della precedente, ed il giardino di Ain Asserdoun, due costruzioni ancora perfettamente conservate. Una visita in questi luoghi al tramonto permette di immergersi in una romantica e spettacolare atmosfera da Mille e una Notte. Inoltre, all’interno della Kasbah Ras al Ain, vi è una sorgente d’acqua che sgorga naturalmente dalle profondità della roccia e le ricerche storiche più accreditate ipotizzano che l’intero centro abitato di Beni Mellal sia nato proprio a partire dal primo insediamento fortificato attorno a questa preziosissima acqua potabile.

Il mercato di Beni Mellal

Per immergersi nella cultura e nelle tradizioni locali di ogni Paese, un consiglio sempre valido è quello di visitare i mercati locali, dove è possibile osservare i cittadini locali nelle loro attività quotidiane ed avere una visione generale su di queste. Quindi, visitare il souk di Beni Mellal, ovvero il suo mercato tradizionale, dà la possibilità di immergersi in suoni e sapori locali, dove è possibile trovare di tutto, dai tessuti ai prodotti artigianali, dalle spezie alle prelibatezze locali.

Qui sarà anche possibile assaggiare le prelibatezze locali, come i corni di gazzella o i chebakia, dolci della tradizione marocchina, oltre che acquistare souvenirs e prodotti artigianali locali, come la famosa ceramica marocchina, finemente decorata e colorata.

Tipica ceramica marocchina venduta nei mercati tradizionali del Marocco

Fonte: iStock

Tipica ceramica colorata marocchina, venduta nel mercato tradizionale di Beni Mellal

Le scuole di musica e danza tradizionale

Una delle attrazioni culturali più interessanti di Beni Mellal sono le sue scuole di musica e di danza, che attingono da una tradizione secolare fatta di compositori, musicisti e danzatori tradizionali resi celebri in tutto il Marocco, dalle leggende dei berberi e dei beduini. Il lato più rilevante di questa tradizione musicale è che permette di comprendere come la cultura della regione di Tadla-Azlial sia una grande stratificazione di storie differenti, con contaminazioni da parte della popolazione beduina e mediterranea, una ricchezza e varietà che lascia meravigliati gli spettatori che assistono a concerti e spettacoli nella città di Beni Mellal.

Cosa vedere nei dintorni di Beni Mellal?

Uno degli aspetti più affascinanti e che caratterizzano Beni Mellal è sicuramente la sua posizione, fra montagne e pianura, che offre agli occhi dei visitatori uno spettacolo unico e, soprattutto, una grande varietà di paesaggi naturali tutti da scoprire, caratterizzati da una ricca vegetazione.

Le coltivazioni di agrumi

Non sono una vera propria attrazione turistica di Beni Mellal, bensì il cuore economico dell’intera regione marocchina, ma osservare le immense coltivazioni di arance ed ulivi che circondano la città è uno spettacolo imperdibile. Senza addentrarsi troppo nelle proprietà dei coltivatori, è possibile passeggiare lungo le strade che, partendo dal centro di Beni Mellal, costeggiando queste grandi coltivazioni di ulivi ed i coloratissimi aranceti, che in primavera inondano tutta la pianura circostante di un meraviglioso profumo di agrumi.

Le cascate di Ouzoud

Per chi volesse fare una breve escursione dalle mura cittadine ed è alla ricerca di un’oasi naturale, è possibile visitare le cascate di Ouzoud, che si trovano a circa 150 chilometri dalla città.

Queste cascate offrono uno spettacolo unico, grazie anche alla loro altezza, circa 110 metri, e alla cui base è possibile anche passare giornate all’insegna del relax e del divertimento facendo un bagno rinfrescante. Il percorso per raggiungere le cascate di Ouzoud è immerso nella vegetazione, dove è anche possibile incontrare le scimmie berbere, che spesso si avvicinano anche ai visitatori.

Attorno a queste cascate si è sviluppata anche una rigogliosa oasi, dove è anche possibile campeggiare e fermarsi qualche giorno, prima di continuare l’esplorazione dell’entroterra marocchino. Per gli amanti delle escursioni a piedi una località da non perdere sono le gole del fiume El Abid, un canyon scavato dallo scorrere dell’acqua a fino a formare una spettacolare formazione geologica profonda decine di metri.

Vista delle cascate di Ouzoud nei pressi di Beni Mellal in Marocco, con una ricca vegetazione e persone che fanno il bagno

Fonte: iStock

Le cascate di Ouzoud, nella regione di Beni Mellal

Lago Bin el Ouidane

Infine, a breve distanza dal centro di Beni Mellal, sorge il lago Bin el Ouidane. Si tratta di un vasto bacino artificiale, molto frequentato dagli abitanti locali, circondato da montagne e foreste e situato nei pressi dell’omonimo e piccolo centro abitato di Ben el Ouidane. È il luogo ideale per praticare sport acquatici come il kayak ed il windsurf, ad esempio, ma è anche un luogo famoso per la pesca delle carpe in tutto il Marocco.

Sul lago affacciano bellissimi hotel e resort, ma anche campeggi e strutture attrezzate per passare una giornata a contatto con la natura, godendo di una vista unica e spettacolare su questo bellissimo lago blu.

Beni Mellal è una destinazione affascinante, ancora poco considerata dal punto di vista turistico, ma che è in grado di regalare esperienze e ricordi unici della vita e della cultura di questa regione dell’entroterra del Marocco, circondata da paesaggi naturali tutti da esplorare.

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Cosa vedere a Meknes, città incantata nel cuore del Marocco

Situata alle pendici dei monti del Medio Atlante, la città di Meknes, nel cuore del Marocco, è circondata da colline verdi, territori sui quali vengono coltivate numerose qualità di frutta e dove è possibile trovare numerosi uliveti. La città e i suoi dintorni sono infatti note come una delle più importanti aree verdi della nazione.

Il nome della città di Meknes deriva da un’antica tribù berbera di nome Miknasa e con i suoi oltre seicentomila abitanti è uno dei principali centri economici, politici e culturali del Paese africano ed è una delle quattro città storiche imperiali del Marocco, essendo stata anche capitale.

Essendo più piccola e meno nota rispetto alle altre città imperiali, è rimasta un po’ fuori dai grandi flussi turistici e proprio per questo Meknes è una meta tranquilla e rilassata, ma allo stesso tempo culturalmente stimolante e con un paesaggio affascinante, che sicuramente non deluderà i visitatori. Ecco, quindi, cosa vedere in questa incantevole città marocchina, luoghi utili a scoprire la sua storia e quella del Paese intero.

La Medina, per un viaggio nel tempo nel centro di Meknes

Come già detto, Meknes è una delle principali città del Marocco, caratterizzata e circondata da un territorio verdeggiante e da un importante patrimonio storico-culturale per il Paese.

Fra questi, la medina di Meknes, ossia il quartiere più antico e storico della città, che nel 1996 è stata inserita nella lista dei patrimoni dell’umanità dell’UNESCO. La parte antica della città nacque come cittadella fortificata nell’undicesimo secolo e nel corso degli anni fu circondata da alte mura protettive, assumendo il suo aspetto attuale, frutto di una incredibile mescolanza di stili architettonico-artistici, tra i quali  quello iberico-moresco e lo stile unico ed inconfondibile dell’architettura islamica presente in tutto il Maghreb.

Antica Medina in Marocco

Fonte: 123RF

Medina, antico centro storico di Meknes

Place el-Hedim, il cuore pulsante della città

Il cuore pulsante della medina di Meknes è senza dubbio Place el-Hedim, una grande piazza centrale, dalla quale partire alla scoperta di questa incantevole città. La piazza è il punto di ritrovo per locali e turisti, un luogo vibrante dove si può respirare la vera essenza di Meknes. Qui è possibile trovare venditori ambulanti con spezie tipiche, prodotti artigianali e cibi tradizionali, oltre che numerosi caffè.

Il Mausoleo di Moulay Ismail, in onore del sultano

A due passi dalla piazza el-Hedim si trova il Mausoleo di Moulay Ismail, che domina la piazza d’armi di Meknes, presso la quale il celebre e potente sultano Ismail organizzava le sue adunate militari. Il mausoleo è caratterizzato da un tipico color ocra e si tratta di un edificio imponente, visibile solo dall’esterno per i non musulmani, ma che certamente non potrà non catturare l’attenzione di tutti i visitatori di Meknes. Viene considerato un luogo sacro molto importante nel cuore del Marocco, che, oltre a essere un capolavoro architettonico, rappresenta un pezzo importante della storia marocchina, poiché il sultano Ismail è considerato uno dei più grandi sultani della dinastia alawita regnante nel Marocco.

Bab el-Mansour: la porta imperiale

Adiacente alla piazza principale della medina, svetta fra tutti gli edifici la magnifica Bab el-Mansour, una incredibile porta d’accesso edificata nel diciassettisimo secolo dal celebre sultano Moulay Ismail, al quale è dedicato anche il Mausoleo, che decise di installare a Meknes la capitale del proprio regno. Bab el-Mansour è la più maestosa delle porte imperiali del Marocco, oltre ad essere senza dubbio quella meglio conservata negli anni, considerando anche il fatto che sia stata completata nel lontano 1732. La porta presenta bellissime iscrizioni e incantevoli colonne di marmo, provenienti da un importantissimo sito archeologico situato a una decina di chilometri dalla città magrebina, ossia l’area dell’antica città di Volubilis.

Volubilis e le antiche case dei mosaici

Il sito archeologico di Volubilis, che dista pochi chilometri da Meknes,  è uno tra i siti meglio conservati di tutto il Marocco. Una meta sicuramente da visitare per tutti coloro amanti di arte e storia, tra le cui rovine è possibile riconoscere i resti di un impianto termale, di un antico foro e un arco di trionfo. L’area è inoltre costellata di resti di mosaici che raffigurano numerose scene tratte dalla mitologia greco-romana, di caccia e di vita quotidiana. Proprio per questo motivo le case di questo sito sono molto famose, fra tutte la Casa di Orfeo, al cui interno è possibile osservare il mosaico raffigurante l’antico artista greco, e la Casa del Tridente, che presenta scene dettagliate della vita quotidiana dei pescatori.

Antiche rovine di Volubilis in Marocco

Fonte: 123RF

Rovine romane della città di Volubilis, in Marocco, patrimonio UNESCO

Le Mura di Meknes una protezione imponente

Tornando a Meknes, un altro elemento caratteristico di questa città nel cuore del Marocco sono le sue imponenti mura fortificate. Queste mura, che si estendono per circa quaranta chilometri, furono costruite sotto il regno del sultano Ismail per proteggere la città ed il suo palazzo. Le mura sono presentano numerose porte, ognuna delle quali ha una sua particolare bellezza. Oltre a Bab el-Mansour, anche le altre porte, come Bab Berdaine e Bab el-Khemis, accompagnano i visitatori in un viaggio attraverso la storia, la cultura e l’architettura di Meknes.

Un’esperienza di relax e benessere negli Hammam marocchini

Un viaggio a Meknes ed in Marocco non sarebbe completo senza una visita quasi obbligata ad uno degli hammam tradizionali della città. Questi bagni pubblici sono in grado di offrire un’esperienza unica di relax e benessere, permettendo ai visitatori di immergersi nelle tradizioni locali marocchine. Gli hammam sono un vero e proprio luogo di incontro e socializzazione, dove si può avere la possibilità di sperimentare i rituali di pulizia e purificazione che fanno parte della cultura magrebina da molti secoli. Tra i più noti nella città di Meknes c’è sicuramente l’Hammam Zerhouni, situato nel cuore della medina storica.

Meknes è una città che incanta per la sua storia, la sua architettura e il suo ambiente naturale. Una città che non ha nulla da invidiare alle altre città più visitate dai turisti, come Chefchaouen, ad esempio, o Se state cercando una destinazione che combina cultura, relax e avventura, Meknes è il luogo ideale per voi. Con le sue strade tranquille, i suoi monumenti storici e la sua accogliente ospitalità, questa città imperiale del Marocco vi offrirà un’esperienza di viaggio indimenticabile. Non esitate a immergervi nel fascino di Meknes, un gioiello nascosto nel cuore del Marocco, dove ogni angolo racconta una storia e ogni incontro arricchisce il vostro viaggio.

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Un tunnel ferroviario sottomarino potrebbe collegare l’Europa e l’Africa

Non è certo una novità assoluta, ma si tratta ugualmente di un progetto che potrebbe rivoluzionare il mondo dei trasporti tra due grandi continenti, l’Europa e l’Africa: stiamo parlando dell’idea di realizzare un tunnel ferroviario sottomarino nello Stretto di Gibilterra, in modo da unire Spagna e Marocco attraverso una linea ad alta velocità. Mentre riprendono gli studi sulla fattibilità di un collegamento di questo tipo, emergono i primi dettagli sul percorso che presto potremo affrontare.

Il tunnel sottomarino tra Spagna e Marocco

Andiamo con ordine: lo Stretto di Gibilterra è quel breve tratto di mare che mette in comunicazione il mar Mediterraneo con l’oceano Atlantico, separando di pochi km (nel suo punto più stretto) il continente europeo con quello africano. I due Paesi che ospitano i lembi più vicini di entrambi i continenti sono la Spagna e il Marocco, attualmente collegati via traghetto o via aereo. Per chi vuole spostarsi da Madrid a Casablanca, probabilmente le città più importanti dei due Paesi, ci sono poche opzioni: il traghetto richiede circa 12 ore di viaggio, mentre l’aereo è molto più veloce – ma anche meno economico, oltre ad avere lunghi tempi di attesa negli aeroporti.

Torna così in auge il progetto di un collegamento ferroviario attraverso la realizzazione di un tunnel sottomarino, un’idea che era già stata sviluppata nel 1979 e poi abbandonata, probabilmente per via delle scarse opportunità di riuscita dell’epoca. Ora abbiamo i mezzi per poter procedere, ma anche un motivo importante: i Mondiali di Calcio 2030, un’edizione che segna i 100 anni della FIFA World Cup. Si terranno infatti tra Spagna, Portogallo e Marocco, quindi si prevede un altissimo numero di spostamenti tra i tre Paesi.

La Compagnia Nazionale Marocchina per gli Studi sullo Stretto (SNED), in collaborazione con la Società Spagnola per gli Studi sulle Comunicazioni Fisse attraverso lo Stretto di Gibilterra (SECEGSA), ha già avviato gli studi di fattibilità del progetto, chiamato Euro Africa Gibraltar Straight Fixed Link. A rendere ancora più plausibile la realizzazione di questo collegamento è il fatto che il Marocco ha da poco lanciato il suo primo treno ad alta velocità tra Casablanca e Tangeri, mostrandosi pronto per affrontare questa nuova sfida.

I primi dettagli sul tunnel ferroviario

Come sarà il tunnel sottomarino che collegherà la Spagna al Marocco? Nel suo punto di maggior vicinanza, lo Stretto di Gibilterra misura poco meno di 15 km. L’idea è quindi di realizzare un condotto ferroviario lungo circa 27 km (tra Punta Paloma in Spagna e Punta Malabata in Marocco), situato ad una profondità massima di 470 metri e con una pendenza non superiore al 3%. L’intero percorso, naturalmente, sarà ben più lungo: partirà da Madrid per arrivare a Casablanca, affrontando alcune tappe lungo il tragitto – per un totale di circa 5 ore e mezzo di viaggio.

Da Madrid, la prima tappa è prevista presso la città di Algeciras, situata lungo l’estremità meridionale della penisola iberica. Sarà l’ultima “boccata d’aria” per i passeggeri, visto che poi il treno si immergerà nelle profondità marine, all’interno del tunnel. Dall’altra parte, una volta giunti in Marocco, ci si fermerà presso la città di Tangeri. Infine, il treno riprenderà il suo viaggio con destinazione finale Casablanca. Non sappiamo ancora quando potranno iniziare i lavori per la realizzazione del progetto, ma le cifre sono interessanti: si parla di una spesa compresa tra i 7 e gli 8 miliardi di dollari, per un tunnel che dovrebbe spostare fino a 12,8 milioni di passeggeri all’anno tra i due continenti.

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Il Nord del Marocco in 5 tappe imperdibili

Pochi italiani, anzi pochissimi. I turisti dall’Italia preferiscono visitare il Marocco con destinazione Marrakech, vivendo un’esperienza nel deserto o con un tour delle città imperiali; ma a Nord ci vanno poco. Ed è un vero peccato, perché la zona settentrionale regala un Marocco inaspettato, vicino e forse ancora più facile, anche culturalmente. Ecco 5 tappe per scoprire il Nord, passando da Tangeri, Chefchaouen, Asilah, Tétouan, per concludere con la città spagnola di Melilla.

5 motivi per visitare il Nord del Marocco

  1. Comodità: il Nord del Marocco è una meta di viaggio vicina e comoda. Il volo diretto per Tangeri impiega meno di 3 ore da Milano e Roma.
  2. Varietà: dalle spiagge del Mediterraneo alle correnti oceaniche, passando per la montagna del Rif e toccando le Medine ricche di storia e cultura, il viaggio nel Nord del Marocco è completo e molto vario, capace di soddisfare ogni esigenza.
  3. Tempo: a seconda del tempo a disposizione si possono pensare itinerari differenti, più o meno lunghi e lenti. Si ha a disposizione un weekend lungo? È più che sufficiente per vedere Tangeri e dintorni!
  4. Autenticità e tradizione: nonostante sia una meta vicina, il Nord del Marocco è un vero e proprio viaggio immersivo in una cultura e tradizione diverse dalla nostra, in un paesaggio totalmente nuovo. L’atmosfera unica del Souk, il tradizionale rito dell’Hammam, un Tajine a tavola bastano ad avere la sensazione di aver staccato completamente.
  5. Facilità: il viaggio nella parte settentrionale del Marocco è abbastanza facile, adatto anche a viaggiatori ancora inesperti, a giovani esploratori o famiglie con bambini. Offre tutti i servizi di cui si ha bisogno, dal Wi-Fi ai trasporti, e si sta lavorando molto nel settore turistico e dell’accoglienza.

Tangeri, l’incontro tra Mediterraneo e Atlantico

Porta del Marocco settentrionale e dell’Africa per chi arriva dalla Spagna, Tangeri stupisce i visitatori per la sua vivacità e vivibilità, per la pulizia e il verde impeccabili, per quanto stia crescendo e investendo in termini di qualità della vita. Per vivere Tangeri in modo autentico, il consiglio è quello di perdersi nelle stradine della Medina (il centro antico), di lasciarsi andare alla contrattazione nel Souk, il mercato, con i suoi banchi di spezie, alimenti e abbigliamento tipico.

Tangeri si comprende davvero sorseggiando un the in piazza 9 aprile 1947, centro nevralgico della città, magari al bar dello storico Cinema Rif; o al tramonto in uno dei suoi giardini o nella panoramica place de France con la sua “terrazza dei pigri”, proprio perché qui ci si ferma a riposare e guardare la città vecchia dall’alto. Da Tangeri, merita una gita fuori porta a Cap Spartel (a 15 km), con il suo faro da cui osservare l’incontro tra Oceano Atlantico e Mar Mediterraneo. Poco lontano dal faro, sulla costa atlantica, la Grotta di Ercole è un vecchio granaio berbero dove, secondo la leggenda, si riposò Ercole dopo le sue dodici fatiche.

cap spartel, cartello

Fonte: AS

A Cap Spartel, Mediterraneo e Atlantico si incontrano

La città blu di Chefchaouen

Chefchaouen, Patrimonio UNESCO, è la cartolina indiscussa dal Marocco. La città blu arroccata sulla montagna del Rif è una tappa imperdibile per chi visita il Nord del Paese o per chi arriva in Marocco via mare o terra dalla Spagna. Ci si arriva da Tangeri (anche in bus) con un paio d’ore di strada e merita almeno due giorni di visita per poterne assaporare l’atmosfera e le sfumature. Oggi il turismo ha un grande impatto sulla vita di questa cittadina conosciuta in tutto il mondo; ma ancora nelle stradine della Medina e immersi nel Souk si ritrovano squarci della tradizione più autentica. Da non perdere un the nella piazza principale, dove si affacciano la moschea e la Kasbah. Ci sono diverse teorie che provano a spiegare il colore delle case. Intanto in pochi lo sanno, ma Chefchaouen  è blu da poco tempo, perché solo nei primi anni del 2000 l’intonaco si è dipinto di azzurro. Secondo alcuni è stata ripresa una tradizione ebraica; secondo altri il colore serviva ad allontanare gli insetti o a rendere le pareti bianche delle case meno accecanti e fastidiose alla vista. Per i più però il blu ha origini molto meno poetiche: è stata una trovata social, che con Instagram ha visto il successo di Chefchaouen nel mondo.

Un consiglio? Camminare e perdersi, provando a dimenticare per un po’ la voglia di foto e selfie, per godere davvero di ogni squarcio e panorama.

Chefchaouen, cosa vedere

Fonte: AS

Scorcio della Medina blu di Chefchaouen

Asilah: la perla dell’Atlantico

A 40 km circa da Tangeri, raggiungibile anche in treno, Asilah è considerata la perla dell’Atlantico ed è stata riscoperta turisticamente in questi ultimi anni. Non a caso, perché è davvero bellissima. La cittadina fortificata si affaccia su una spiaggia molto ampia e sono tre le porte di accesso alla Medina antica: la Porta del Mare, verso il porto; la Porta di Terra, verso la zona nuova; e la porta verso Nord. Le case del centro storico sono bianche e blu, decorate dagli artisti locali che hanno reso Asilah un museo a cielo aperto e che si ritrovano qui ogni anno in occasione dell’Asilah Art Festival. Le viuzze sono strette e animate giorno e sera con laboratori artigianali e bar, e si aprono di tanto in tanto in qualche piazzetta da cartolina. Fuori le mura, verso la città più nuova, ci sono diversi ristoranti con dehor.

Asilah, Marocco del nord

Fonte: AS

Medina di Asilah

Sempre nella parte esterna alle fortificazioni, la mattina è allestito un grande mercato locale e non turistico, con banchi alimentari, di abbigliamento e prodotti per la casa e la persona. L’influenza spagnola è evidente: oltre a Tajine e Cous Cous, si mangia comunemente paella, churros con cioccolata e si parla spagnolo praticamente ovunque. La spiaggia di Asilah si trova immediatamente sotto le mura, e qui troverete cavalli e carrozze addobbate per un giro nei dintorni o per raggiungere la zona nuova e la stazione.

squarcio di asilah

Fonte: AS

Le case di Asilah sono decorate e abbellite dagli artisti locali

Tétouan, la città bianca del Nord del Marocco

Tétouan si trova sulla costa mediterranea, a metà strada tra Tangeri e Chefchaouen. Nonostante sia una città piuttosto grande e con un porto vivace, la Medina della città bianca è senza tempo, Patrimonio UNESCO dal 1997, con il suo dedalo di vie strette, il Souk e le mura che la proteggono su tre lati. Sette le porte di ingresso, trentasei edifici sacri tra santuari e moschee, oltre ai musei che ne raccontano la storia e tradizione.

Tétouan

Fonte: AS

Tétouan, una delle 5 tappe imperdibili nel Nord del Marocco

Da dove iniziare? Con un the in piazza Mulay Mehdi, frequentatissima con bar e palme ombrose, o in  piazza Hassan II, su cui affaccia il Palazzo Reale, storica residenza del Sultano. Poco lontano da Tétouan, M’diq è una località balneare e per le vacanze, apprezzatissima da turisti marocchini e stranieri tutto l’anno.

Tétouan, cosa vedere

Fonte: AS

Scorcio della città bianca di Tétouan

L’Europa nel continente africano. Alla scoperta di Melilla

Sulla costa mediterranea del Marocco, Melilla è a tutti gli effetti Spagna. Con una posizione unica e con la sua fortificazione inespugnabile, questa enclave spagnola in Africa è un mix culturale, storico, architettonico e enogastronomico. L’incontro delle tradizioni spagnole, berbere, ebraiche e hindú la rende estremamente affascinante. La Melilla la Vieja, il centro storico, racconta proprio la sua storia di confine, accoglienza e tolleranza, da scoprire visitando i musei, le grotte e i tunnel voluti a difesa della città, ora aperti al pubblico. Ma non solo: in pochi lo sanno, ma Melilla é la seconda città spagnola con più edifici modernisti dopo Barcellona, grazie a l’eredità di un architetto catalano, Enrique Nieto, discepolo di Gaudí. E per la sua posizione sul mar Mediterraneo, qui si trovano spiagge di acqua cristallina, meta ideale per il relax tutto l’anno.

Melilla, spagna

Fonte: @Javier Ramírez

Melilla, l’enclave spagnola in Marocco

Info pratiche

Come arrivare per visitare il Nord del Marocco

È senz’altro Tangeri il punto di arrivo per visitare la regione Nord del Marocco, raggiungibile dall’Italia con voli diretti da Bergamo e Roma o via mare da Genova (con fermata a Bercellona) o dai porti di Gibilterra e Tarifa dalla costa spagnola. A parte la città di Melilla, per entrare in Marocco c’è bisogno del passaporto.

Quando andare in Marocco

Per un viaggio nel Nord del Marocco è bene evitare la stagione più calda, anche se la costa è sempre piuttosto ventilata. Il periodo migliore è quello di primavera e autunno, perché invece in inverno l’escursione termica è alta e la sera potrebbe essere freddino (oltretutto non tutte le strutture sono dotate di riscaldamento). Da evitare il mese del Ramadan, il mese di preghiera e digiuno, durante il quale molte attività sono chiuse e le persone meno operative e disponibili. Sarebbe inoltre molto imbarazzante bere, mangiare e fumare durante il giorno davanti a loro che non possono farlo.

The marocchino

Fonte: AS

Da non perdere: the alla menta in un Riad della Medina

Dove dormire nel Marocco del Nord

Il Marocco del Nord è attrezzatissimo per accogliere e ospitare i turisti con ogni esigenza e gusto. L’esperienza più immersiva e affascinante è certamente pernottare in un Riad nelle Medine, tra le stradine vecchie e il fermento del Souk. I Riad in tutte le cittadine sono restaurati, confortevoli e con tutti i servizi necessari. Per chi si sposta in treno o bus, può essere utile cercare base vicino alle stazioni. Per chi invece è rassicurato dalle catene internazionali, non ha che l’imbarazzo della scelta: soprattutto a Tangeri si trovano diverse soluzioni anche per i più pretenziosi, specialmente nella zona nuova della Marina e sul lungomare.

Enogastronomia e prodotti tipici

La zona settentrionale del Marocco è un vero e proprio mix di culture, con una spiccata influenza europea e spagnola. Sulla costa si mangia molto pesce, ma la carne è senz’altro l’alimento principale della cucina marocchina. Il Cous Cous è nei menù del venerdì (non fidatevi dei ristoranti che lo propongono sempre, potrebbero essere troppo turistici); mentre i Tajine prendono il nome dal piatto con coperchio conico su cui vengono serviti, e sono di pollo, carne, pesce o verdure. La cucina è molto saporita e speziata, ma non particolarmente piccante. Nel Nord del Marocco si trovano alcolici e vini locali. L’acqua è potabile, ma meglio bere quella in bottiglia.

Tajine del Marocco

Fonte: AS

Uno dei piatti tradizionali è il Tajine di carne

Nei banchi al mercato troverete molti prodotti sfusi, sia alimentari che per la cura del corpo: i datteri augurano fertilità; ottime idee regalo sono l’olio di Argan (verificate la qualità), il sapone nero per l’Hammam e il Kajal in polvere.

sapone nero hammam

Fonte: AS

Sapone nero per Hammam

Come spostarsi per visitare il Marocco del Nord

Per girare la regione, i bus arrivano praticamente ovunque e i treni raggiungono solo le destinazioni più grandi.  È possibile noleggiare un’auto per essere più autonomi e comodi negli spostamenti, e ultimamente sono tanti  i viaggiatori che visitano il Marocco in bicicletta, evitando i mesi più caldi. Per chi viaggia con mezzi propri: al porto i controllori doganali chiedono passaporto e libretto del mezzo per procedere a stampare un documento di “importazione temporanea del mezzo” per la durata di 6 mesi. Nulla di compromettente, ma guai a perdere il documento! Prima di spostarsi, informatevi prima sulla strada da fare e sulle sue condizioni (le strade N sono quelle nazionali e dovrebbero essere tutte confortevoli). Le autostrade sono comode e pressoché nuove, libere o economiche. Mille occhi per guardare ovunque ovviamente, specialmente nei pressi delle città più grandi, e ci si metterà un pochino a prendere le misure per la guida. Per parcheggiare, ci sarà sempre qualcuno disposto a dare un occhio all’auto in cambio di qualche moneta; mentre per chi viaggia in camper, nessun pericolo particolare ma non è consentito pernottare in libera.

costa atlantica Marocco

Fonte: AS

La costa atlantica di Cap Spartel
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Viaggio in Marocco: le regole culturali di cui tenere conto

Il Marocco, con i suoi colori vivi e una cultura millenaria fatta di tradizioni e religione, è un luogo dal fascino unico: una meta sempre più scelta dai turisti provenienti da tutto il mondo. Ci vuole poco per lasciarsi incantare dalle meraviglie del mercato notturno di Marrakech (Djemaa el-Fna) e dalle infinite distese desertiche del Sahara. Ma anche le città sono luoghi vibranti in cui si respira tutta l’autenticità della vita marocchina, come Fès, Tangeri, Marrakech, Rabat o Casablanca.

Prima di partire, però, è opportuno portare con sé anche un piccolo bagaglio di conoscenze della cultura locale: un viaggio non è soltanto una visita ad un museo o a un sito storico, ma è l’immersione nelle usanze e nei costumi di coloro che lo vivono, abbracciandone la cultura per scoprire l’anima più vera e autentica del luogo.

Ecco tutte le regole e le convenzioni sociali da conoscere prima di arrivare in Marocco, in modo da vivere al meglio l’esperienza di viaggio, a contatto con le persone e con i luoghi che ne fanno parte.

Come vestirsi in Marocco

Uno dei principali consigli che vengono dati alle persone che vogliono visitare il Marocco è quello di vestire in maniera modesta e tenere le spalle coperte.

Secondo la tradizione marocchina, gli uomini indossano i tradizionali abiti lunghi e coprenti (chiamati djellaba o dishdasha), spesso sopra i pantaloni, mentre le donne portano il caftano o il “boubou”, i tipici abiti lunghi e colorati. Inoltre, i capelli sono spesso raccolti in lunghe trecce e vengono coperti con un velo.

Date queste tradizioni nel vestiario, i turisti dovrebbero vestirsi in modo coprente, in particolare se ci si addentra in aree rurali o nelle moschee. Le donne dovrebbero indossare gonne e abiti larghi e lunghi, meglio se in lino per rimanere più fresche in estate, in modo da coprire braccia, gambe e testa. È consigliato anche portare un cappello o una sciarpa, che aiutano a ripararsi dal sole. Si possono quindi indossare anche pantaloni lunghi, ma non attillati: quelli in lino o in tuta andranno bene. Anche gli uomini dovrebbero indossare capi che coprano sia braccia che gambe.

Come comportarsi nei mercati

La pratica della contrattazione è molto diffusa in tutti i souq (mercati) marocchini. È una prassi, infatti, contrattare sul prezzo dei prodotti scambiati in tutti i mercati tradizionali del Marocco, tra i quali uno dei più famosi è il Grand Socco di Tangeri. Tra prodotti artigianali, frutta e verdura, tessuti, spezie e abbigliamento, se non si contratta con il venditore può risultare un comportamento offensivo. Ma attenzione: è importante stare attenti anche a non commettere l’errore opposto, ossia contrattare troppo, risultando maleducati.

Come visitate una moschea

Il Marocco è ricco di palazzi storici e moschee contraddistinte da un fascino senza tempo. Molte moschee sono vietate a coloro che non sono musulmani, ma esistono alcune eccezioni aperte al pubblico in generale.

Il comportamento da tenere all’interno di questi luoghi di culto è dettato da regole e tradizioni antiche. Per esempio, gli uomini e le donne hanno aree dedicate separate per la preghiera ed entrambi devono vestirsi in maniera decorosa: gli uomini indossano dei pantaloni che arrivino almeno sotto al ginocchio e una maglia che sia almeno a maniche corte, ma è molto meglio se si coprono interamente le braccia. Le donne devono coprire gambe, braccia e capo (con un fuolard), come nel resto dei luoghi pubblici.

Inoltre, non si può entrare nella moschea mentre si stanno svolgendo preghiere o cerimonie religiose ufficiali, e prima di varcare la soglia è obbligatorio togliere le scarpe.

Regole di comportamento negli spazi pubblici

Come in ogni Paese del mondo, il comportamento che si tiene in pubblico è influenzato dalla cultura, dagli usi e dai costumi di una popolazione. Esistono sempre atteggiamenti che risultano adatti a un contesto sociale e altri che invece è meglio evitare.

In Marocco, se si vuole fotografare una persona in un luogo pubblico, è essenziale chiedere il permesso prima di agire, ed è anche consuetudine offrire del denaro per ottenere il consenso a scattare l’immagine. Inoltre, un altro consiglio importante è quello di non fermarsi mai a fare foto dove lo spazio per camminare è già ridotto: è maleducazione.

Oltre a questo, le donne dovrebbero evitare di trovare posto a sedere vicino agli uomini sconosciuti, indossando sempre un velo o foulard. Anche che le effusioni amorose in pubblico sono sconsigliate.

Quando si cammina per i vicoli di Medina, invece, è bene ricordare sempre di tenere la destra. Motorini e scooter sfrecceranno accanto a voi in stradine molto strette e anguste, ed è importante lasciare libero il passaggio per tutti.

Gesti scortesi da evitare

Spesso i gesti che in Italia hanno un intento innocuo, in altri Paesi del mondo possono significare tutt’altro, dando vita a incomprensioni e fastidi che potrebbero essere facilmente evitati, se ci si informasse sugli usi e costumi di un luogo prima di partire.

In Marocco, per esempio, toccare la testa e i capelli di una persona, oppure l’hijab di una donna, è ritenuto molto scortese. Ma anche indicare con il dito una persona mentre di parla o fare un gesto che allude a qualcuno che non si conosce vicino a noi è considerato irrispettoso: sono gesti da segnare nella lista di atteggiamenti da evitare in questo Paese.

Come si saluta in Marocco

Davanti ad uno straniero, i marocchini tendono ad assumere un comportamento molto formale. Per loro, è consuetudine scambiarsi informazioni riguardanti lo stato di salute della famiglia e darsi la mano, quando si incontrano. Il saluto tipico vede l’usanza di stringere la mano, o dei due baci sulla guancia (partendo dalla sinistra) quando si tratta di individui dello stesso sesso. Nel caso di uomo e donna, sarà la donna a tendere la mano per prima se vuole essere salutata. In caso non lo facesse, l’uomo potrà comunque piegare la testa per porgere i suoi omaggi.

Inoltre, può essere utile conoscere le parole arabe usate per salutare: buongiorno e buonasera si dice “salam alekum” (tradotto significa “la pace sia con te”), mentre arrivederci o ciao si dice “ma’asalama”. Ecco allora che nei luoghi in cui si incontrano le persone, come in strada, nelle piazze, o nei luoghi di culto, è buona norma salutare con una stretta di mano e un “salam alekum”.

Come comportarsi da ospiti in una famiglia marocchina

Quando si viene invitati a cena a casa di una famiglia marocchina, si sarà invitati a togliere le scarpe. È buona usanza portare un regalo come pasticcini, fichi, datteri, nocciole o succhi freschi. Evitate l’alcool quando non specificamente richiesto.

Aspettatevi di cenare seduti a terra, su un tappeto, con un tavolo alla vostra altezza. Quasi certamente vi verrà offerto un bis, di cui è buona norma accettarne almeno un po’ come segno di riconoscenza. Qualora foste troppo pieni, toccatevi la pancia e scuotete la testa dicendo “La, shukrran” (No, grazie). La loro insistenza è una forma di rispetto e generosità di cui sentirsi onorati.

È bene tenere a mente che l’istituzione della famiglia, in Marocco è molto importante e generalmente i marocchini sono molto cordiali e ospitali. Per questo se si viene invitati a cena, c’è da aspettarsi una ricca tavola imbandita attorno alla quale socializzare anche per ore, approfondendo le varie sfaccettature della cultura nordafricana e arricchendo così il bagaglio personale di chi ha la fortuna di vivere quest’esperienza.

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Che cos’è un riad del Marocco, l’ideale per una vacanza low cost

Scoprire l’anima più vera di un luogo, significa abbracciarne la cultura, sperimentarla sulla propria pelle, comprenderne le usanze e le tradizioni.

Ecco perché, se si visita il Marocco, si deve provare a soggiornare in un riad, abitazione tipica di questo luogo, caratterizzata in particolare dal fatto da essere costruita intorno a un giardino interno. Si tratta di luoghi in cui la tradizione risuona a ogni passo, apparentemente chiusi su loro stessi e sull’esterno, ma aperti su cortili dove vi sono fontane e vegetazione lussureggiante.

Palazzi finemente decorati, che richiamano la cultura di questi luoghi, ma che ricordano anche le ville degli antichi romani e l’architettura arabo – andalusa. Un connubio perfetto, che regala a chi li visita l’anima più vera di questi luoghi. Cosa sono e perché vale la pena dormire in un riad in Marocco.

I riad in Marocco, cosa c’è da sapere su queste abitazioni tradizionali

Riad o, meglio, ryad, significa giardini perché sono proprio quelli il cuore pulsante di queste abitazioni tradizionali, esempio di architettura spontanea del Marocco.

L’edificio, infatti, si sviluppa intorno a giardini interni e le stanze, invece di affacciarsi verso l’esterno, hanno come vista proprio questi luoghi lussureggianti, scrigni di privacy e bellezza. In genere vi è anche una fontana, o comunque dell’acqua, e possono svilupparsi su più piani. Oggi si possono trovare anche su più moduli con un numero maggiore di giardini.

Il cortile di un riad in Marocco, intorno al quale si sviluppa l'abitazione

Fonte: iStock

Il cortile cuore dei riad in Marocco

Un’altra caratteristica dei riad marocchini sono le decorazioni: dove si posa l’occhio vi sono i tipici motivi geometrici ad abbellire ogni angolo e a impreziosire queste strutture la cui storia va ricercata nel passato più remoto.

La storia dei riad marocchini

A quanto pare, sono state proprio le celebri domus romane a dare l’ispirazione per la nascita dei riad, a cui si aggiunge anche l’architettura arabo – andalusa. Quindi è nel periodo della dinastia degli Almoravidi che queste particolari costruzioni hanno iniziato ad avere l’aspetto attuale.

Una commistione di stili e di culture ha dato vita ai riad come li possiamo vedere ancora oggi. Un tempo erano abitati dai ricchi e si trovavano soprattutto nelle Medine, ovvero nei centri storici delle città. Si sviluppavano su più piani e le finestre e i balconi rivolti verso l’interno, non solo garantivano la privacy dei loro abitanti, ma permettevano anche di creare uno spazio lontano dal calore e dal caos cittadino.

Questo li rendeva, e li rende ancora oggi, luoghi in cui godere di pace e silenzio, immersi nella bellezza della natura e della mano dell’uomo, che si riflette anche nei dettagli di piastrelle e mosaici finemente decorati.

Le decorazioni di un riad in Marocco

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Marocco, le decorazioni di un riad

A quanto pare, è intorno agli anni Novanta che è stato promosso un piano di salvaguardia e tutela di queste strutture e oggi – spesso – sono state trasformate in alberghi e sono una soluzione fantastica per soggiornare in Marocco e per sperimentare la cultura più vera di questa terra.

Dove soggiornare nei riad in Marocco: i prezzi

Sono veri e propri rifugi, colmi di bellezza, spazi in cui il caos della vita può essere lasciato alle spalle per godere del fascino di un luogo senza tempo.

Quando si visita il Marocco si può soggiornare in un riad: vale la pena farlo per tantissime ragioni, tra queste anche quella che possono essere una soluzione economica. Marrakech, Fez o Casablanca sono solo alcuni dei luoghi da raggiungere e che in genere fanno parte degli itinerari di viaggio di chi parte alla scoperta del Marocco.

I prezzi per dormire in un riad variano molto e possono oscillare dai 40 ai 100 euro per notte (calcolati su due persone).

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Tetouan, la città bianca del Marocco

A una sessantina di chilometri da Tangeri, nel nord del Marocco, abbaglia la candida città di Tetouan, nella fertile Valle del Martil, vivace porto noto per la sua Medina, Patrimonio UNESCO dal 1997, tra le meglio conservate del Paese.

Una località a dir poco splendida, una “colomba bianca” che sa incantare e trasportare in un’atmosfera tutta da vivere e da scoprire, lungo le sue stradine imbiancate a calce tra bancarelle, mercati e colorati portali ad arco.

Seppur ancora meno gettonata di Casablanca o Marrakech, Tetouan offre accattivanti punti di interesse ed è agevolmente visitabile anche con una giornata a disposizione.

Cosa vedere a Tetouan, la bianca città del Marocco

La prima tappa quasi obbligata è, senza dubbio, l’affascinante Medina Patrimonio UNESCO, un candido dedalo di stretti vicoletti dove perdersi senza fretta e ammirare, a ogni passo, un nuovo scorcio.

Si tratta di uno dei migliori esempi di città storiche dell’VIII secolo, delimitata da mura sui tre lati, dotata di sette porte e custode di ben trentasei edifici sacri tra santuari e moschee.

Qui, inoltre, sono vivaci e numerosi i caratteristici mercati (souk) con bancarelle che espongono qualsiasi tipologia di prodotto: dalle pescherie, al pollame, al cibo di strada fino alla pelletteria e alle decorazioni.

Di contro, altrettanto affascinante è il quartiere spagnolo l’Ensanche, così differente dai labirinti della Medina, con le strade disposte a griglia: dopo una passeggiata lungo la via principale Mohamed V, da non perdere sono il Museo Archeologico (che illustra la storia preistorica e pre-islamica del Marocco), il Museo di Arte Contemporanea e la vivace Piazza Mulay Mehdi con bar, rotonda ombreggiata da palme e la caratteristica chiesa gialla di Nuestra Señora de las Victorias.

Nelle vicinanze, ecco poi un’oasi di ombra e relax nel cuore della città, ovvero i Giardini dell’Eixample, con panchine, sentieri curati, alberi, statue, fiori e una ricca vegetazione.

Ma non è tutto.

Tra la Medina e l’Ensanche, da non perdere è Piazza Hassan II, dove spiccano particolari fari Art Noveau, verdi e bianchi, e soprattutto il Palazzo Reale, edificato nel XVII, la storica residenza del sultano, tra gli esempi più pregevoli di architettura moresca del mondo con splendidi giardini, fontane, cortili, e una meravigliosa porta d’ingresso.

Il fascino dei dintorni

Se Tetouan è un gioello del nord Marocco, i suoi dintorni non sono da meno: avrete, così, l’opportunità di conoscere una vasta gamma di città e paesi che completeranno al meglio la vostra esperienza di viaggio.

Da citare, ad esempio, è il piccolo paese costiero di M’diq, a una ventina di minuti d’auto, meta estiva per eccellenza con la lunga spiaggia che fiancheggia il lungomare ricco di bar e ristoranti.

A un’ora e mezza, invece, merita una sosta il suggestivo villaggio blu di Chefchaouen con le stradine dipinte su cui si affacciano deliziosi negozietti. Imperdibile la spettacolare Kasbah, fortezza davvero ben conservata.

Ancora, da ammirare sono Tangeri, sullo stretto di Gibilterra, dal centro storico che si snoda tra stradine bianche e blu, souk, monumenti e le bellissime spiagge, e Ceuta, città autonoma spagnola a una quarantina di chilometri, con notevoli attrazioni quali, ad esempio, Plaza de África, Plaza de Armas delle Mura Reali o Monte Hacho e la Casa de los Dragones sul Paseo de Camoens.

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Questa antica medina è un museo a cielo aperto

Il Marocco, perla del Nordafrica, è una destinazione ricca di mistero e di fascino con una miscela vibrante di culture, paesaggi mozzafiato e città storiche. Questa terra custodisce luoghi preziosi cristallizzati nel tempo, che regalano uno scorcio sulla sua storia antica.

Con i palazzi intricatamente decorati, i villaggi berberi arroccati sulle montagne e i mercati colorati e rumorosi, il Paese conserva un forte legame con le sue radici e le sue tradizioni, un ponte tra l’antico e il nuovo, tra l’Oriente e l’Occidente.

Alcune delle sue meraviglie più notevoli, sono le medine labirintiche, cuore pulsante dell’autentica vita cittadina. Tra queste, Fès el-Bali, riconosciuto come Patrimonio dell’UNESCO, è un luogo dove il tempo sembra essersi fermato. L’eco del passato risuona in ogni angolo, permettendo di immergersi totalmente nella cultura marocchina.

Fès-el-Bali, viaggio nel cuore autentico del Marocco

Fes Morocco

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Moschea Al-Qarawiyyin, Fes in Morocco

Fès el-Bali è la parte più antica di Fès, una delle città imperiali del Marocco. Fondata come capitale della dinastia Idriside tra il 789 e l’808 d.C., è uno dei quartieri storici meglio conservati dell’epoca medievale araba.

Circondato da imponenti mura difensive e bastioni, è un vero e proprio labirinto urbano. Composta da circa 9.000 vicoli tortuosi, la città è divisa in ben 300 quartieri distinti, ciascuno con la propria personalità unica.

Il suo fascino risiede nella sua ricca storia che si respira passeggiando per i suoi vivaci souk, nei quali i commercianti locali offrono una vasta scelta di prodotti tradizionali, dal pregiato artigianato in tappeti e ceramiche fino ai gioielli preziosi.

Immerso nel cuore pulsante di Fès el-Bali, ti troverai circondato da una sinfonia di colori e profumi. Ceramiche vivaci colorano ogni angolo, mentre una vasta selezione di spezie, dalle più comuni alle più esotiche, rilasciano nell’aria un bouquet di aromi irresistibili che ti avvolge e ti rapisce.

Uno dei punti d’interesse più rinomati è la Medersa Bou Inania. Costruita tra il 1351 e il 1358, questa antica scuola islamica rappresenta un sorprendente esempio di architettura Marinid. Le sue meravigliose piastrelle e l’atmosfera rilassante che pervadono l’edificio creano una vera e propria oasi di tranquillità.

Anche le costruzioni storiche sono rimaste sorprendentemente simili a com’erano secoli fa. Le madrasas, gli hammam e le moschee si ergono ancora maestosamente nel panorama cittadino. Molti di questi sono stati restaurati con cura e trasformati in incantevoli alberghi o ristoranti, per regalare ai visitatori un’esperienza autentica dell’ospitalità marocchina.

Bab Bou Jeloud, la Porta Azzurra di Fès

Per poter vivere appieno l’esperienza di Fès el-Bali, ti consigliamo di affidarti a una guida esperta o, se preferisci, di partecipare a un’emozionante escursione organizzata. La Medina, infatti, è un vero e proprio labirinto di stradine strette in cui ci si può facilmente perdere.

E quale modo migliore per iniziare il viaggio se non attraverso la sua porta più iconica, Bab Bou Jeloud? Inaugurata nel 1913, la Porta Blu è molto di più di un semplice ingresso alla città. Questo straordinario capolavoro architettonico è un vero simbolo della città, che incanta i visitatori con la sua bellezza senza tempo.

Al primo sguardo, affascina con il suo azzurro intenso che brilla verso la Medina, mentre un verde smeraldo splende sul lato opposto, rispettivamente i colori tradizionali di Fès e dell’Islam. Le intricate piastrelle di ceramica, conosciute come zellige, adornano la porta, creando complesse trame geometriche e arabeschi, un autentico spettacolo per gli occhi. Questa tecnica decorativa rappresenta una peculiarità dell’architettura tipica marocchina e andalusa.

Ma Bab Bou Jeloud non è soltanto bella da vedere. È anche un punto d’osservazione privilegiato. Salendo le scale che conducono alla sommità della porta, potrai ammirare una vista panoramica sulla Medina e sulle colline circostanti. È un luogo perfetto per scattare foto indimenticabili o semplicemente per osservare il paesaggio.

L’atmosfera qui è semplicemente incantevole. Potrai scoprire i numerosi caffè, ristoranti e negozi che offrono una vasta selezione di prodotti locali. Un luogo ideale per prendersi una pausa, assaporare un delizioso tè alla menta o gustare un piatto di couscous, immergendoti completamente nell’atmosfera unica di Fès.

Blue Gate, Fès

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Bab Bou Jeloud, Fès, Marocco