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Tetouan, la città bianca del Marocco

A una sessantina di chilometri da Tangeri, nel nord del Marocco, abbaglia la candida città di Tetouan, nella fertile Valle del Martil, vivace porto noto per la sua Medina, Patrimonio UNESCO dal 1997, tra le meglio conservate del Paese.

Una località a dir poco splendida, una “colomba bianca” che sa incantare e trasportare in un’atmosfera tutta da vivere e da scoprire, lungo le sue stradine imbiancate a calce tra bancarelle, mercati e colorati portali ad arco.

Seppur ancora meno gettonata di Casablanca o Marrakech, Tetouan offre accattivanti punti di interesse ed è agevolmente visitabile anche con una giornata a disposizione.

Cosa vedere a Tetouan, la bianca città del Marocco

La prima tappa quasi obbligata è, senza dubbio, l’affascinante Medina Patrimonio UNESCO, un candido dedalo di stretti vicoletti dove perdersi senza fretta e ammirare, a ogni passo, un nuovo scorcio.

Si tratta di uno dei migliori esempi di città storiche dell’VIII secolo, delimitata da mura sui tre lati, dotata di sette porte e custode di ben trentasei edifici sacri tra santuari e moschee.

Qui, inoltre, sono vivaci e numerosi i caratteristici mercati (souk) con bancarelle che espongono qualsiasi tipologia di prodotto: dalle pescherie, al pollame, al cibo di strada fino alla pelletteria e alle decorazioni.

Di contro, altrettanto affascinante è il quartiere spagnolo l’Ensanche, così differente dai labirinti della Medina, con le strade disposte a griglia: dopo una passeggiata lungo la via principale Mohamed V, da non perdere sono il Museo Archeologico (che illustra la storia preistorica e pre-islamica del Marocco), il Museo di Arte Contemporanea e la vivace Piazza Mulay Mehdi con bar, rotonda ombreggiata da palme e la caratteristica chiesa gialla di Nuestra Señora de las Victorias.

Nelle vicinanze, ecco poi un’oasi di ombra e relax nel cuore della città, ovvero i Giardini dell’Eixample, con panchine, sentieri curati, alberi, statue, fiori e una ricca vegetazione.

Ma non è tutto.

Tra la Medina e l’Ensanche, da non perdere è Piazza Hassan II, dove spiccano particolari fari Art Noveau, verdi e bianchi, e soprattutto il Palazzo Reale, edificato nel XVII, la storica residenza del sultano, tra gli esempi più pregevoli di architettura moresca del mondo con splendidi giardini, fontane, cortili, e una meravigliosa porta d’ingresso.

Il fascino dei dintorni

Se Tetouan è un gioello del nord Marocco, i suoi dintorni non sono da meno: avrete, così, l’opportunità di conoscere una vasta gamma di città e paesi che completeranno al meglio la vostra esperienza di viaggio.

Da citare, ad esempio, è il piccolo paese costiero di M’diq, a una ventina di minuti d’auto, meta estiva per eccellenza con la lunga spiaggia che fiancheggia il lungomare ricco di bar e ristoranti.

A un’ora e mezza, invece, merita una sosta il suggestivo villaggio blu di Chefchaouen con le stradine dipinte su cui si affacciano deliziosi negozietti. Imperdibile la spettacolare Kasbah, fortezza davvero ben conservata.

Ancora, da ammirare sono Tangeri, sullo stretto di Gibilterra, dal centro storico che si snoda tra stradine bianche e blu, souk, monumenti e le bellissime spiagge, e Ceuta, città autonoma spagnola a una quarantina di chilometri, con notevoli attrazioni quali, ad esempio, Plaza de África, Plaza de Armas delle Mura Reali o Monte Hacho e la Casa de los Dragones sul Paseo de Camoens.

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Questa antica medina è un museo a cielo aperto

Il Marocco, perla del Nordafrica, è una destinazione ricca di mistero e di fascino con una miscela vibrante di culture, paesaggi mozzafiato e città storiche. Questa terra custodisce luoghi preziosi cristallizzati nel tempo, che regalano uno scorcio sulla sua storia antica.

Con i palazzi intricatamente decorati, i villaggi berberi arroccati sulle montagne e i mercati colorati e rumorosi, il Paese conserva un forte legame con le sue radici e le sue tradizioni, un ponte tra l’antico e il nuovo, tra l’Oriente e l’Occidente.

Alcune delle sue meraviglie più notevoli, sono le medine labirintiche, cuore pulsante dell’autentica vita cittadina. Tra queste, Fès el-Bali, riconosciuto come Patrimonio dell’UNESCO, è un luogo dove il tempo sembra essersi fermato. L’eco del passato risuona in ogni angolo, permettendo di immergersi totalmente nella cultura marocchina.

Fès-el-Bali, viaggio nel cuore autentico del Marocco

Fes Morocco

Fonte: iStock

Moschea Al-Qarawiyyin, Fes in Morocco

Fès el-Bali è la parte più antica di Fès, una delle città imperiali del Marocco. Fondata come capitale della dinastia Idriside tra il 789 e l’808 d.C., è uno dei quartieri storici meglio conservati dell’epoca medievale araba.

Circondato da imponenti mura difensive e bastioni, è un vero e proprio labirinto urbano. Composta da circa 9.000 vicoli tortuosi, la città è divisa in ben 300 quartieri distinti, ciascuno con la propria personalità unica.

Il suo fascino risiede nella sua ricca storia che si respira passeggiando per i suoi vivaci souk, nei quali i commercianti locali offrono una vasta scelta di prodotti tradizionali, dal pregiato artigianato in tappeti e ceramiche fino ai gioielli preziosi.

Immerso nel cuore pulsante di Fès el-Bali, ti troverai circondato da una sinfonia di colori e profumi. Ceramiche vivaci colorano ogni angolo, mentre una vasta selezione di spezie, dalle più comuni alle più esotiche, rilasciano nell’aria un bouquet di aromi irresistibili che ti avvolge e ti rapisce.

Uno dei punti d’interesse più rinomati è la Medersa Bou Inania. Costruita tra il 1351 e il 1358, questa antica scuola islamica rappresenta un sorprendente esempio di architettura Marinid. Le sue meravigliose piastrelle e l’atmosfera rilassante che pervadono l’edificio creano una vera e propria oasi di tranquillità.

Anche le costruzioni storiche sono rimaste sorprendentemente simili a com’erano secoli fa. Le madrasas, gli hammam e le moschee si ergono ancora maestosamente nel panorama cittadino. Molti di questi sono stati restaurati con cura e trasformati in incantevoli alberghi o ristoranti, per regalare ai visitatori un’esperienza autentica dell’ospitalità marocchina.

Bab Bou Jeloud, la Porta Azzurra di Fès

Per poter vivere appieno l’esperienza di Fès el-Bali, ti consigliamo di affidarti a una guida esperta o, se preferisci, di partecipare a un’emozionante escursione organizzata. La Medina, infatti, è un vero e proprio labirinto di stradine strette in cui ci si può facilmente perdere.

E quale modo migliore per iniziare il viaggio se non attraverso la sua porta più iconica, Bab Bou Jeloud? Inaugurata nel 1913, la Porta Blu è molto di più di un semplice ingresso alla città. Questo straordinario capolavoro architettonico è un vero simbolo della città, che incanta i visitatori con la sua bellezza senza tempo.

Al primo sguardo, affascina con il suo azzurro intenso che brilla verso la Medina, mentre un verde smeraldo splende sul lato opposto, rispettivamente i colori tradizionali di Fès e dell’Islam. Le intricate piastrelle di ceramica, conosciute come zellige, adornano la porta, creando complesse trame geometriche e arabeschi, un autentico spettacolo per gli occhi. Questa tecnica decorativa rappresenta una peculiarità dell’architettura tipica marocchina e andalusa.

Ma Bab Bou Jeloud non è soltanto bella da vedere. È anche un punto d’osservazione privilegiato. Salendo le scale che conducono alla sommità della porta, potrai ammirare una vista panoramica sulla Medina e sulle colline circostanti. È un luogo perfetto per scattare foto indimenticabili o semplicemente per osservare il paesaggio.

L’atmosfera qui è semplicemente incantevole. Potrai scoprire i numerosi caffè, ristoranti e negozi che offrono una vasta selezione di prodotti locali. Un luogo ideale per prendersi una pausa, assaporare un delizioso tè alla menta o gustare un piatto di couscous, immergendoti completamente nell’atmosfera unica di Fès.

Blue Gate, Fès

Fonte: iStock

Bab Bou Jeloud, Fès, Marocco
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Melilla, un angolo di Spagna in Marocco

Il Regno del Marocco, affacciato sull’Oceano Atlantico e sul Mar Mediterraneo, è un Paese incantevole che si trova nel Nord Africa. Grazie alla sua posizione geografica privilegiata, che si estende oltre lo Stretto di Gibilterra, è un affascinante mix di influenze e culture diverse.

Ricco di contrasti geografici, con le sue imponenti catene montuose dell’Atlante e del Rif che si estendono attraverso il territorio, regala una serie di paesaggi unici che vanno dalle coste pianeggianti ai deserti rocciosi. Le città, poi, racchiudono una varietà di architetture stravaganti, con stradine labirintiche che invitano all’esplorazione.

Una delle particolarità del Marocco è la presenza di due enclave spagnole sul suo territorio: Ceuta e Melilla. Quest’ultima è senza dubbio una destinazione unica. Camminando per le sue strade, ci si ritrova immersi in un connubio di tradizioni e stili architettonici.

Senza dubbio, una città vibrante e cosmopolita che vale la pena esplorare. Nonostante non goda della stessa fama di altre mete spagnole, questa destinazione possiede un innegabile fascino tutto da scoprire.

Melilla, una città spagnola nel territorio africano

Melilla Marocco

Fonte: Getty Images

Porto di Melilla, Marocco

Melilla è posizionata nel nord-est del Marocco. Situata lungo la costa mediterranea, un po’ a nord di Nador e sul lato orientale delle montagne del Rif, è un luogo suggestivo in cui le culture si intrecciano e si fondono in una mescolanza di tradizioni, lingue e costumi.

Con una popolazione divisa equamente tra cristiani di origine spagnola e musulmani berberi, è un punto d’incontro unico tra Europa e Africa, e custodisce numerose attrazioni storiche, tra cui edifici dall’architettura modernista, antiche fortificazioni e musei, che racchiudono opere d’arte e reperti storici di grande valore.

Per immergersi nella storia di Melilla, niente è più suggestivo di una visita al vero simbolo della città, la Ciudadela, conosciuta anche come “Melilla La Vieja” o “El Pueblo“. Quest’area fortificata racconta le storie di diversi popoli che nel corso dei secoli hanno lasciato il loro segno, contribuendo a formare l’identità unica di quest’affascinante città.

Il suo passato si svela attraverso i pittoreschi quartieri, le torri di vedetta e gli edifici imponenti come il Baluarte de la Concepción e l’Hospital del Rey.

Nella parte nuova di Melilla, invece, uno dei luoghi più suggestivi da visitare è sicuramente la Plaza de España. Questo spazio urbano, con la sua caratteristica forma circolare, si trova strategicamente alle spalle del porto, posizionandosi come cuore pulsante della città. Un vero e proprio fulcro vitale, un punto di incontro per residenti e turisti, dove le principali arterie cittadine convergono, irradiandosi in tutte le direzioni.

La piazza ospita importanti edifici come il Casino Militar, un’imponente struttura progettata da Enrique Nieto, allievo del famoso architetto Antoni Gaudí, che rappresenta brillantemente lo stile modernista catalano, con dettagli architettonici ricchi e intricati.

Poco distante si trova il Palacio de la Asamblea, un edificio storico realizzato sempre da Nieto, che ospita la sede del Municipio di Melilla. Questo capolavoro architettonico, costruito nella prima metà del Novecento, emana un’aura di maestosa regalità. La sua struttura, sviluppata su tre piani, ricorda una corona ducale, che conferisce al palazzo un aspetto davvero unico. All’interno, su richiesta, è possibile visitare alcuni degli spazi più rappresentativi, come il Salon Dorado, che riflette l’eleganza e la raffinatezza dell’epoca, e la Sala de Plenos, dove si riunisce il consiglio comunale.

Melilla: la città che separa l’Africa dall’Europa

Nonostante si trovi geograficamente in Africa, Melilla è una città spagnola e fa parte dell’Unione Europea. Insieme a Ceuta, rappresenta l’unica frontiera terrestre tra Africa ed Europa. Nel corso del XX secolo, questa particolare posizione ha conferito a queste due città un ruolo fondamentale nelle rotte migratorie verso il vecchio Continente.

Per gestire l’ingente flusso di migranti, sono state separate dal territorio marocchino da una doppia rete metallica. Questa barriera, costruita tra il 1997 e il 1998, era inizialmente alta tre metri ma, a causa dell’aumento delle pressioni migratorie, è stata successivamente raddoppiata raggiungendo i sei metri di altezza.

Un simbolo distintivo e controverso della città è la statua di Francisco Franco. Nonostante la legge del 2009, promulgata dall’ex primo ministro Zapatero, che bandisce i monumenti pubblici in onore del dittatore spagnolo, la statua continua a dominare una piazza cittadina, rimanendo l’unica in uno spazio pubblico spagnolo. La sua rimozione era stata programmata da tempo, ma la statua rimane ancora al suo posto, un dettaglio che sottolinea quanto, nonostante la città sia formalmente sotto il controllo del governo di Madrid, sia in realtà completamente autonoma. Questo equilibrio delicato rappresenta un chiaro segno del suo complesso passato storico e politico.

Melilla

Fonte: Getty Images

Memoriale ai pescatori dispersi in mare nel centro di Melilla
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Ait-Ben-Haddou, ksar marocchino set del “Trono di Spade”

Ci sono posti che, volente o nolente, anche se non ci siamo mai stati li conosciamo già. Spesso tutto ciò dipende dalla pubblicità che gli viene fatta, oppure dal fatto che sono luoghi che sono stati spesso scelti come set cinematografici. È il caso di Ait-Ben-Haddou, una vera e propria meraviglia del Marocco che, oltre a essere una star di Hollywood, per la sua importanza e bellezza è anche protetta dall’Unesco come Patrimonio dell’umanità.

Ait-Ben-Haddou, cos’è e dove si trova

Ait-Ben-Haddou è un capolavoro antico del Marocco. Situato lungo la rotta carovaniera che si sviluppa tra l’immenso deserto del Sahara e l’attuale (e pittoresca) città di Marrakech, è un ksar, vale a dire una città fortificata ancor più datata delle più note kasbah.

In sostanza, è un esempio incredibile dell’antica architettura del Marocco del Sud, un villaggio composto da edifici costruiti in un passato molto lontano con materiali organici, tra cui un fango rosso, protetto da alte mura dove ancora oggi vivono alcune persone.

Cosa aspettarsi

Come un miraggio, Ait-Ben-Haddou sorge sul fianco di una collina lungo il fiume Ouarzazate, in un contesto ambientale in cui verdissimi palmeti si fondono con un cielo blu accecante e i pallidi colori desertici.

Quando ci si trova al cospetto di questo antico luogo del Marocco sembra di essere su un altro pianeta: pare un castello di sabbia che potrebbe crollare da un momento all’altro. E invece è lì, da tanti secoli, visitato ogni giorno da svariati turisti e, soprattutto, vissuto da alcune famiglie.

Costruito con la la tecnica del pisé, ovvero con terra, paglia e acqua impastate, presenta possenti mura decorate con motivi geometrici. Vicoli ripidi e case prive di illuminazione si aprono in cortili dove dimorano piccole caprette e numerose galline. Non manca di certo la vivacità: al sole e all’aria sono stesi coloratissimi tappeti, alcuni dei quali si possono persino acquistare, e persino i panni degli abitanti.

Il viaggiatore non può fare a meno di salire fino alla cima dove, oltre a un prezioso panorama da ammirare con spesso in sottofondo la preghiera del muezzin, trova una grande granaio fortificato chiamato agadir, mentre durante il tragitto incontra una moschea, una piazza e il santuario del Santo Sidi Ali.

Come arrivare

Arrivare ad Ait-Ben-Haddou non è una cosa da niente, ma a ripagare la fatica del viaggio sono ben due cose: la straordinaria bellezza del sito, e gli incredibili paesaggi che regala il percorso per raggiungerlo.

Partendo dalla splendida Marrakech, occorre solcare le strade che attraversano le alte montagne dell’Atlante, spesso puntellate di magiche kasbah fortificate.

I chilometri da fare sono circa 400 tra andata e ritorno, con sosta obbligatoria presso il passo montano di Tizi n’Tichka che svetta a ben 2.260 metri di altitudine: impossibile crederci considerando che nell’immaginario di molti il Marocco si compone principalmente di deserto e intrigate medine.

Chilometro dopo chilometro si incontrano tornati impressionanti, valli pittoresche e panorami gloriosi, fino ad arrivare al ponte che conduce nei pittoreschi meandri di Ait-Ben-Haddou, ksar apparentemente fragile visti i materiali di cui si compone, ma che in realtà è quasi immune al trascorrere del tempo.

Ait-Ben-Haddou e il cinema

Essendo uno dei ksar meglio conservati al mondo, Ait-Ben-Haddou è stato spesso scelto come set cinematografico o come location di rinomate serie televisive:

  • Lawrence d’Arabia (1962);
  • Edipo Re (1967);
  • L’uomo che volle farsi re (1975);
  • Gesù di Nazareth (1977);
  • Il gioiello del Nilo (1985);
  • 007 – Zona pericolo (1987);
  • L’ultima tentazione di Cristo (1988);
  • Il tè nel deserto (1990);
  • Kundun (1997);
  • La mummia (1999);
  • Il gladiatore (2000);
  • Alexander (2004);
  • Il Trono di Spade (2011).
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Il villaggio da favola alle porte del deserto dove puoi vivere il sogno hollywoodiano

Nell’incantevole terra del Marocco, la magia si mescola alla realtà in un viaggio indimenticabile. Con città millenarie che sorgono come miraggi dal deserto, montagne che si stagliano maestose sotto cieli stellati e mercati affollati di colori, suoni e profumi ammalianti, il Marocco è una destinazione che rapisce l’anima.

Lontano dal trambusto delle città, si trova un luogo di incantevole bellezza: Ait-Ben-Haddou, un piccolo villaggio di argilla che sorge come un sogno dimenticato sulle rive del fiume Ounila. Con le sue torri merlate e le strette stradine, questa cittadina sembra uscita da una favola, un ricordo di un’epoca lontana.

Un luogo affascinante che ha fatto anche da sfondo a numerosi film, catturando l’immaginazione di registi e cineasti di tutto il mondo e diventando un palcoscenico in cui si sono svolte alcune delle scene più belle della storia del cinema.

Ait-Ben-Haddou, l’Hollywood del Marocco

Ait-Ben-Haddou in Marocco

Fonte: iStock

Ait-Ben-Haddou, Marocco

Ait-Ben-Haddou è una suggestiva città fortificata, situata nella regione di Souss-Massa-Drâa in Marocco. Questo insediamento berbero risale almeno al XVII secolo e si trova lungo l’antica rotta carovaniera tra il Sahara e Marrakech.

A un primo sguardo, sembra una città persa nel tempo. C’è un silenzio quasi irreale che avvolge il villaggio, interrotto solo dai suoni della natura circostante e dai rumori occasionali dei pochi abitanti rimasti. Nonostante la presenza di qualche negozio di souvenir, è difficile credere che questo luogo sia ancora abitato.

In questo luogo, sono state girate scene memorabili di film epici come “Il Gladiatore” e “La Mummia“, e opere storiche come “Gesù di Nazareth“, “Alexander” e “Lawrence d’Arabia“. Inoltre, gli appassionati di serie televisive ricorderanno sicuramente la città di Yunkai, liberata dalla temibile Daenerys Targaryen nel Trono di Spade. Un luogo che, nella realtà, non è altro che Ait-Ben-Haddou.

Qui, tra le rovine di un tempo passato, si respira una pace senza eguali. Ait-Ben-Haddou non è semplicemente la “Hollywood del Marocco“. È una destinazione imperdibile che, una volta visitata, rimane impressa nel cuore per sempre.

Alla scoperta di Ait-Ben-Haddou

Ait Ben-Haddou sorge maestosa su una collina, dominando la vallata ai piedi delle montagne dell’Atlante, a soli 30 chilometri da Ouarzazate.

Questa cittadina, con le sue imponenti mura, si distingue come un perfetto esempio dell’architettura tradizionale del sud del Marocco, tanto da essere riconosciuta dall’UNESCO come Patrimonio dell’Umanità.

Il nucleo abitativo, costituito da case di argilla rossa, rivela una visione affascinante della vita tradizionale berbera. Le strette strade serpeggianti conducono a luoghi come la piazza centrale, la moschea e il granaio, ciascuno con la sua unica storia da raccontare. Al contempo, le mura fortificate che circondano l’insediamento offrono viste panoramiche mozzafiato sulle montagne e sul deserto.

Un must-see è senza dubbio la Kasbah, situata sulla cima della collina, che regala un panorama spettacolare del ksar e del paesaggio circostante.

Nonostante il passare del tempo, Ait-Ben-Haddou ha mantenuto intatta la sua autenticità e il suo spirito unico, offrendo uno sguardo prezioso sulla cultura locale. Che siate appassionati di storia, amanti del cinema o semplici viaggiatori in cerca di luoghi autentici, questo villaggio è sicuramente una tappa da non perdere nel vostro viaggio in Marocco.

Villaggio di Ait-Ben-Haddou

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Negozio di souvenir nel villaggio di Ait-Ben-Haddou, Marocco
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Tafraoute: il villaggio magico che svela il volto inedito del Marocco

Il mondo che abitiamo non smette mai di sorprenderci, perché infinite sono le bellezze che gli appartengono. Lo sanno bene tutte quelle persone che hanno scelto di trasformare il viaggio in una vera e propria missione di vita per esplorare il globo, per indagare i patrimoni artistici, storici e naturalistici e per toccare con mano le usanze e le culture di popoli lontani.

E oggi è proprio in una destinazione lontana che vogliamo recarci insieme a voi, per conoscere un luogo ancora distante dai radar del turismo di massa, ma non per questo meno sorprendente. Per scoprirlo dobbiamo recarci in Marocco, tra le montagne dell’Anti Atlante nel sud del Paese.

È qui che, incastonato nella splendida valle di Ameln, esiste un villaggio magico che appare agli occhi dei visitatori come un miraggio e che svela il volto inedito e autentico del Marocco. Pronti a partire?

Benvenuti a Tafraoute, tra le montagne dell’Anti Atlante

È un viaggio diverso dai soliti, quello che facciamo oggi, e che ci porta alla scoperta di una piccola e sorprendente oasi nel Marocco che si apre davanti allo sguardo di tutti gli avventurieri che osano spingersi fin qua giù.

Ci troviamo nella valle di Ameln, in quel territorio costellato da tanti piccoli villaggi berberi che si snodano tra le montagne dell’Anti Atlante che infiammano il paesaggio. Percorrendo chilometri di strade tortuose è possibile scorgere un agglomerato di case che si snodano sotto una roccia dalla forma insolita. Si tratta di un piccolo e inaspettato villaggio ancora sconosciuto alla maggior parte dei turisti.

Il suo nome è Tafraoute, ed è un luogo magico incastonato tra le maestose montagne di granito rosso che al tramonto si tingono di rosa e che regalano spettacoli unici e mozzafiato. Un luogo idilliaco dove la vita scorre lenta e dove, a ogni ora del giorno e della notte, è possibile ammirare scorci mozzafiato su tutto il territorio circostante.

Tafraoute è situato a 1200 metri di altezza e il paesaggio in cui è immerso lo fa somigliare a un’oasi nel deserto. Lo scenario aspro e selvaggio, infatti, ospita filari di palme che si estendono all’orizzonte e mandorli che nella stagione primaverile esplodono in tutta la loro bellezza tingendo l’intero territorio. Tutto intorno, invece, montagne di granito rosso e rocce dipinte incorniciano il paesaggio rendendolo straordinario.

Il villaggio è il perfetto punto di partenza per andare a visitare le Paint Rocks che si sono trasformate nelle protagoniste assolute delle istantanee di viaggio di chi giunge fin qui. Si tratta di rocce dipinte negli anni ’90, di blu, di rosso e di verde, che fanno da contrasto ai colori della terra creando scenari davvero mozzafiato.

Il villaggio di Tafraoute

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Il villaggio di Tafraoute

Un villaggio-oasi nel sud del Marocco

È possibile raggiungere Tafraoute da Agadir, percorrendo circa 160 chilometri in auto. Le strade sono tortuose e polverose e circondate da paesaggi aridi e incontaminati. Ma è alla fine del percorso che, come per magia, appare davanti agli occhi dei viaggiatori questo villaggio-oasi incastonato tra le montagne dell’Anti Atlante.

Da qui è possibile scoprire i dintorni in bicicletta, per ammirare le bellezze della valle e per raggiungere i vicini villaggi berberi. Imperdibili sono le rocce dipinte che si snodano appena fuori dal villaggio e che creano uno scenario unico e sorprendente. Fermatevi ad ammirare il territorio: la vista da qui è meravigliosa.

Le rocce dipinte nei pressi del villaggio di Tafraoute

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Le rocce dipinte nei pressi del villaggio di Tafraoute
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Ifrane, il Marocco che non ti aspetti: qui puoi sciare

Il Nordafrica vanta paesaggi davvero affascinanti e ricchi di sorprese: uno dei Paesi più visitati è sicuramente il Marocco, lambito dalle acque dell’oceano Atlantico e del mar Mediterraneo. Ma le spiagge da sogno e le città pittoresche non sono certo le sue uniche attrattive. Nell’entroterra c’è una cittadina davvero deliziosa, incastonata tra le montagne. È la meta ideale per chi ama sciare, e qui le temperature sono decisamente molto più basse di quanto non si possa pensare. Andiamo alla scoperta di Ifrane, un luogo magico.

Ifrane, la città marocchina dove si scia

Il Marocco non è solo il luogo dove concedersi una vacanza relax al mare o a frugare tra i tanti suq ricchi di artigianato e stoffe dai mille colori. Quella che vogliano scoprire oggi è una piccola città dal fascino unico al mondo, con una storia davvero particolare. Ifrane, situata a ben 1700 metri di altitudine tra i Monti del Medio Atlante, venne fondata in tempi piuttosto recenti: nacque sul finire degli anni Venti del ‘900, quando il Paese era ancora un protettorato francese. Essendo il clima marocchino decisamente troppo caldo per le famiglie europee che vi abitavano, si decise di costruire un villaggio di montagna per poter godere di estati più fresche ed inverni caratterizzati da abbondanti nevicate.

L’influenza francese si può notare ancora oggi: Ifrane è un borgo graziosissimo, che richiama in qualche modo lo stile dei classici paesi alpini. Tanto che in passato è stato soprannominato la “piccola Svizzera”, un angolo di paradiso molto lontano dall’idea del deserto e delle temperature roventi che nell’immaginario comune ricorda il Marocco. Pian piano, la cittadina si sviluppò sempre più e divenne una rinomata meta turistica interna, sia durante la stagione estiva (per chi vuole cercare un po’ di refrigerio) che durante quella invernale. Negli ultimi anni, sono nate diverse piste da sci che hanno subito attratto gli amanti dello sport sulla neve. E se pensate che in Marocco non possa poi fare così tanto freddo, sappiate che è proprio Ifrane a detenere il record: nel 1935, qui la colonnina di mercurio raggiunse i -23,9°C, la temperatura più bassa mai segnata in Africa.

Ifrane

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Ifrane

Cosa fare a Ifrane e dintorni

Il centro di Ifrane, che dista poche decine di km da Fès, è una meraviglia: tra chiese e moschee, ci sono molte architetture che vale la pena vedere. Ma il posto più bello è il Parc La Prairie, ampia zona verde nel cuore della città. Tra giardini rigogliosi e laghetti dall’aria decisamente romantica, spunta all’improvviso il profilo maestoso del Palazzo Reale. Costruito nel ‘900 per il sultano Muhammad ibn Yûsuf, è ancora oggi la residenza estiva del Re e della sua famiglia. Uno dei simboli di Ifrane è poi il Leone: si tratta di una grande scultura realizzata negli anni Trenta da un soldato tedesco, nel periodo della Seconda Guerra Mondiale. Pare che sia un omaggio all’ultimo leone del Medio Atlante, ucciso poco prima che la statua venne progettata.

Nei dintorni della città, a dominare è la natura selvaggia: le montagne offrono infinite possibilità per chi vuole concedersi un po’ di trekking, e le piste da sci sono una vera calamita per i turisti. Assolutamente da visitare è il Parco Nazionale di Ifrane, che ospita una ricca fauna selvatica. Qui è possibile ammirare alcuni esemplari di macaco barbaresco, un animale in via di estinzione, ma anche tante altre creature dei boschi e moltissimi volatili. Tra i suoi paesaggi più belli ci sono quelli d’acqua, con i ruscelli che sgorgano impetuosi e piccole cascate spumeggianti da visitare.

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Ceuta, la poco nota città europea lungo la costa d’Africa

Conosciuta sin dall’età classica per essere una delle Colonne d’Ercole, Ceuta è una destinazione affascinante, ricca di sfumature. Enclave spagnola situata nella costa nord del Marocco, con lo sguardo sempre rivolto a Gibilterra, concentra un affascinante mix di culture, tradizioni e popolazioni, con tanti luoghi interessanti da visitare e panorami sorprendenti. Scopriamola.

Viaggio nel cuore storico di Ceuta

Punto di vedetta sullo Stretto di Gibilterra fin dall’antichità, la città fortificata di Ceuta se ne sta affacciata su una baia con la sua particolare storia di cui si fanno testimoni gli splendidi monumenti che custodisce. La cinta muraria presidia il centro storico di questa cosmopolita perla mediterranea, dove si mescolano cultura spagnola e marocchina, il cui cuore nevralgico è rappresentato dalla Piazza di Nostra Signora d’Africa, dove svetta il Monumento ai Caduti della Guerra d’Africa del 1859-60, un monolito in stile neogotico alto 13 metri che comprende una cripta dove sono sepolti alcuni soldati spagnoli morti in guerra.

Affascinanti palazzi e chiese fiancheggiano palme ben curate, tra questi il Santuario di Nostra Signora d’Africa, contraddistinto da pareti color giallo vivo, il Palacio de Asamblea, sede del Comune, e la Cattedrale di Santa Maria dell’Assunzione, costruita sulle rovine della moschea maggiore, con una pregevole facciata neoclassica in marmo nero.

La struttura più rappresentativa di Ceuta è però il complesso delle Mura Reali, il cui nucleo originario risale al V secolo. Il complesso è costituito da diverse linee difensive costituite da bastioni, mura merlate, una piazza d’armi, ed è l’unico esempio di architettura militare rinascimentale con fossato navigabile esistente in Spagna. All’interno delle mura, dichiarate Bene di Interesse Culturale nel 1985, si aprono alcune sale che ospitano il Museo di Belle Arti e mostre temporanee. Una visita originale la offre il Museo della Legione, dedicato al corpo militare spagnolo istituito nel 1920. La collezione, distribuita in quattro sale, svela ai visitatori un interessante percorso nella storia, fra simboli, ricordi e imprese della Legione spagnola.

Le altre attrazioni imperdibili di Ceuta

Tra le attrazioni da non perdere a Ceuta, ci sono gli affascinanti Bagni Arabi, risalenti al XI o al XIII secolo. Oltre ad essere un luogo adibito all’igiene personale, in passato rappresentavano un luogo adatto alla purificazione religiosa, alle relazione sociali e allo svago, proprio come le antiche Terme Romane. Purtroppo l’originario rivestimento in marmo è andato perduto, ma si può ancora ammirare l’affascinante volta a botte. I bagni presentano un Patio, zona di accesso alle varie strutture, la Sala Fredda, la Sala Tiepida, la Sala Calda – la più complessa di tutte – e la Zona di Servizio, composta da forno, caldaia e legnaia.

Il Parco Marittimo del Mediterraneo è, invece, il fiore all’occhiello della città moderna. Incastonato nel cuore di Ceuta, è l’ultima opera del celebre artista e architetto César Manrique, realizzata negli anni Novanta. Rappresenta un’oasi rinfrescante molto amata da residenti e turisti, che comprende tre laghi artificiali, isolette, cascate e un giardino botanico con piante provenienti da tutto il mondo. Qui si può prendere il sole, nuotare e fare passeggiate nel verde.

Se dopo la giornata di visite a musei e monumenti desiderate un tuffo rinfrescante a mare, troverete Playa de la Ribera e Playa del Chorrillo, le due spiagge cittadine. Pur non essendo particolarmente affascinanti, si presentano ben curate e, inoltre, sono facili da raggiungere.

Infine, se desiderate vedere un’emozionante panorama della città e del mare che la bagna, dovete salire fino al belvedere del Monte Hacho, una collinetta che occupa l’estremità della penisola su cui sorge il centro di Ceuta. Si può raggiungere con una passeggiata impegnativa in salita di circa 3,5 km, oppure comodamente in taxi fino al Mirador di San Antonio, che si trova a circa due terzi del percorso, e da lì proseguire a piedi. La collina è dominata dalla Fortezza del Monte Hacho, di origine bizantina, che ancora oggi ospita una base militare, disseminata di baluardi e punti panoramici. L’ideale è spingersi fino al Castillo del Desnarigado, per poi riposarsi nella natura del Parque de San Amaro, sulla via del ritorno.

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I mille volti di Marrakech, regina d’Africa

La città più trendy, più “europea” e capitale della movida del Marocco è la meta perfetta per trascorrere un weekend in ogni periodo dell’anno.

Sono tante le ragioni che attirano costantemente i turisti a Marrakech. C’è chi ama perdersi tra i vicoli stretti della Medina e chi è appassionato di musei, chi di shopping e chi di giardini arabeggianti, c’è chi ama il buon cibo e chi, invece, la vita notturna: qui ci sono tutti gli ingredienti per trascorrere un weekend a poche ore di volo dall’Italia.

La Medina di Marrakech

La Medina è il cuore di Marrakech. Circondata da quasi 20 chilometri di mura medievali e Patrimonio dell’umanità Unesco, racchiude il centro storico della città.

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Fonte: @ONMT

Piazza Jemaa el-Fnaa a Marrakech

Molte delle attrazioni della città ruotano intorno alla celebre piazza Jemaa el-Fnaa che, a seconda dell’ora del giorno, cambia aspetto. Di giorno è soprattutto mercato, tra datteri e spezie il profumo è molto intenso; di pomeriggio si anima di incantatori di serpenti e decoratrici di henné mentre, la sera, diventa un gigantesco street food market.

Sulla piazza s’affacciano edifici le cui terrazze sono sempre affollate di gente, specie all’ora del tramonto per il particolare spettacolo della città color ocra che si può ammirare.

Da un lato della piazza si arriva alla Kutubiyya, la moschea più famosa di Marrakech, con a sua iconica torre, mentre dall’altra si raggiunge la Qasba, l’antica fortezza. Tutt’intorno si sviluppa, invece, il suq, un dedalo di vicoli pieni zeppi di botteghe che traboccano di stoffe, gioielli, babbucce, borse di paglia e ogni tipo di artigianato marocchino, ma anche di fake.

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Fonte: 123rf

La torre della Kutubiyya, la moschea più famosa a Marrakech

Merita una bella passeggiata lungo le mura per capire lo sviluppo della città nel corso dei secoli e per ammirare le splendide porte – ce ne sono venti – d’accesso alla Medina.

I palazzi marocchini

Tra i luoghi imperdibili di Marrakech c’è sicuramente il museo Dar El Bacha- Musée des Confluences, uno dei palazzi più rappresentativi dell’architettura marocchina in città. Un tempo dimora privata, poi trasformata in spazio espositivo, si sviluppa intorno a un tipico giardino arabo con piante d’agrumi e fontane e stanze rivestite di legno di cedro intagliato e maioliche decorate.

Altrettanto splendido è il palazzo che ospita la Madrasa di Ben Youssef, la scuola di religione che esiste nell’Islam. Quella di Marrakech è la più grande del Marocco. Commissionata dal sultano Abdallah al-Ghalib, risale al XVI secolo. Le sue 130 stanze riccamente decorate si sviluppano attorno a un grande giardino.

E poi c’è il Palazzo El Bahia, una delle opere architettoniche più importanti di Marrakech, costruito solo alla fine del XIX secolo ma con l’intento di creare l’edificio più impressionante di tutti. Oltre 150 stanze, cortili e giardini e l’harem delle quattro spose e delle 24 concubine di Abu Bou Ahmed.

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Fonte: @ONMT

Il Palazzo El Bahia a Marrakech

Moderno, ma in stile arabeggiante, è infine il museo dedicato a Yves Saint Laurent, un luogo non solo per i fashion addict ma per tutti. Proprio nel 2022 la maison francese ha celebrato i sessant’anni dalla fondazione. Lo stilista si trasferì a Marrakech insieme al compagno Pierre Bergé dove vissero a Villa Oasis (oggi museo), che comprendeva anche i famosi Jardin Majorelle, uno dei luoghi più Instagrammati della città. Nelle sale del museo sono esposti alcuni degli abiti più iconici di YSL che hanno fatto la storia della moda.

I giardini di Marrakech

I giardini del Marocco sono da sempre un esempio perfetto di armonia tra spazi verdi e architettura e tra uomo e natura. E, a Marrakech, ce ne sono alcuni che sono davvero meravigliosi. Piccoli gioielli nascosti tra le mura dei riad, delle case private e dei palazzi storici, sono oasi di pace dove ripararsi dal rumore del traffico intenso di auto e moto, dalle grida dei mercanti e dei venditori ambulanti e dalla folla che anima la città.

Oltre ai giardini che si trovano all’interno di Dar El Bacha, della Madrasa e di El Bahia ci sono quelli più famosi di tutti: i Giardini Majorelle. Tra la fitta vegetazione di questo giardino a due passi dal museo Yves Saint Laurent, dove i cactus crescono insieme al bambù e alle palme, si snodano sentieri che costeggiano laghetti, fontane, grandi vasi colorati ed edifici dalle tonalità fluo che ospitano il museo berbero, il caffè e lo shop. Qui ogni scorcio merita uno scatto, ecco perché è divenuto lo spot preferito degli influencer di tutto il mondo.

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Fonte: @ONMT

I famosi Giardini Majorelle

I riad da non perdere

Quelle che un tempo erano case private nella Medina, oggi sono state trasformate in riad, boutique hotel, locali e ristoranti. Edifici storici con cortili interni intorno ai quali, il più delle volte, si affacciano le stanze degli ospiti, con finestre che danno sul cortile trasformato in salotto, bar o addirittura piscina interna.

Alcuni hanno mantenuto un arredo tradizionale marocchino, fatto di legni intarsiati e lampade di ottone, come il Riad La clé d’or, mentre altri sono più contemporanei e più vicini ai gusti europei, come il Riad Infinity Sea & Spa che ha anche un hammam e un’area wellness.

La maggior parte dei riad ha ricavato sul tetto uno spazio lounge (quello del riad Maison MK ha la terrazza più alta di Marrakech dove cenare o prendere un aperitivo all’ora del tramonto), prendisole o ristorante, da sfruttare a qualunque ora per bere un tè, un cocktail o per prendere il sole nelle giornate non troppo calde e ammirare i tetti della Medina dall’alto.

La nightlife

A Marrakech non mancano di certo i divertimenti. Molti giovani marocchini arrivano da tutto il Paese solo per trascorrere le serate nei locali famosi per gli show e i dj set e ragazzi da tutta Europa si danno appuntamento qui solo per far festa.

Oltre alle migliaia di ristoranti e bar ricavati nei freschi cortili o sulle terrazze dei riad, dove provare la cucina tipica marocchina – come al Riad El Cadi – o contemporanea – come a Les Jardins du Lotus – ci sono innumerevoli locali elegantissimi, contemporanei e veri e propri templi del divertimento. Tra i più belli e frequentati c’è The Lotus Club.