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Come ottenere l’eTa, che sostituisce il visto turistico per il Kenya

Il Kenya è una delle destinazioni africane più apprezzate dai viaggiatori di tutto il mondo, attratti dalle vaste savane popolate da una ricca fauna selvaggia dove fare emozionanti safari, dalle spiagge incontaminate sull’Oceano Indiano e dalla cultura millenaria della sua popolazione. A facilitare l’arrivo dei turisti, dando un ulteriore impulso al turismo internazionale nel Paese, contribuisce da quest’anno una semplificazione del processo d’ingresso con l’introduzione di procedure diverse rispetto al passato.

I turisti italiani, così come la maggior parte dei visitatori internazionali, non devono più richiedere il visto tradizionale, ma è sufficiente l’eTA (Electronic Travel Authorization), la nuova autorizzazione di viaggio elettronica. In questo articolo, tutto ciò che bisogna sapere per ottenere l’eTA, i suoi costi, la validità e i dettagli pratici per un viaggio senza problemi in Kenya.

Passaporto e documentazione necessaria

Per entrare in Kenya, il passaporto deve avere una validità residua di almeno sei mesi e contenere almeno una pagina completamente bianca per il timbro di ingresso. Qualsiasi mancanza di spazio potrebbe comportare l’impossibilità di accedere al Paese, con il rischio di essere respinti al primo scalo utile. Inoltre, è obbligatorio essere in possesso di un biglietto aereo di andata e ritorno.

Che cos’è l’eTA e come richiederla

L’eTA è una nuova autorizzazione elettronica che permette ai turisti di entrare in Kenya, sostituendo di fatto il visto turistico per i cittadini di molti Paesi, Italia inclusa, rendendo più semplice la procedura per i viaggiatori internazionali. Tuttavia, è importante sapere che l’eTA non garantisce automaticamente l’accesso al Paese, ma serve come pre-approvazione per il viaggio. La decisione finale viene presa dai funzionari di frontiera all’arrivo.

L’eTA si richiede esclusivamente online sul sito ufficiale etakenya.go.ke. È fondamentale utilizzare solo questo portale, poiché qualsiasi richiesta effettuata su siti non autorizzati sarà respinta automaticamente.

Procedura di richiesta e tempi di elaborazione

Per completare la domanda, il viaggiatore deve compilare un modulo online con i propri dati personali, inclusi indirizzo, numero di passaporto, contatti e dettagli del viaggio (come l’itinerario e il numero del volo di arrivo). E’ inoltre richiesto il pagamento di una tariffa di circa 30 euro. L’elaborazione dell’eTA richiede in genere tre giorni lavorativi, ma è consigliabile inoltrare la richiesta almeno due settimane prima della partenza per evitare ritardi, soprattutto nei periodi di alta stagione turistica.

L’eTA è valida per un unico viaggio e può essere richiesta fino a tre mesi prima della data prevista di partenza. Una volta ottenuta l’approvazione, il documento dovrà essere presentato in forma digitale o cartacea sia alla partenza che all’arrivo in Kenya.

Validità e rinnovo dell’eTA

L’eTA è valida per 90 giorni dalla data di rilascio e il viaggiatore può entrare in Kenya in quest’arco di tempo. Qualora il soggiorno dovesse protrarsi oltre la durata inizialmente dichiarata, è possibile richiedere una proroga presso gli uffici di immigrazione del Kenya. È importante rispettare scrupolosamente i termini della permanenza, poiché il mancato rispetto di questi potrebbe comportare sanzioni severe, incluso il fermo.

Esenzioni e pratiche per viaggiatori frequenti

Non tutti i viaggiatori devono richiedere l’eTA. Sono esentati dall’obbligo di eTA i possessori di passaporti keniani o di permessi di residenza permanente, il personale diplomatico accreditato e i cittadini dei Paesi dell’Africa Orientale, come Tanzania, Uganda, Burundi, Ruanda, Sud Sudan e Repubblica Democratica del Congo, per soggiorni fino a sei mesi. Anche i passeggeri in transito che non lasciano l’area aeroportuale e i membri d’equipaggio di voli internazionali sono esentati.

Per coloro che viaggiano frequentemente in Kenya, l’app “Kenya Travel Authorization” offre un comodo strumento per salvare i dati del viaggio, evitando di doverli reinserire ogni volta.

Cosa serve per la domanda dell’eTA

Per richiedere l’eTA sono necessari:

  • Un passaporto con almeno sei mesi di validità residua e una pagina bianca.
  • Una foto in formato passaporto o un selfie scattato al momento della richiesta.
  • Informazioni di contatto, tra cui indirizzo, telefono ed email.
  • Dettagli del viaggio, incluso l’itinerario e il numero del volo di arrivo.
  • Una prenotazione dell’alloggio in Kenya (può essere un hotel o, nel caso di soggiorni presso amici o familiari, una lettera di invito).
  • Una carta di credito o debito per il pagamento della tariffa.

Lo stesso vale anche per i minori, che sono soggetti agli stessi requisiti e devono essere registrati individualmente. Pertanto, è consigliato alle famiglie di effettuare la registrazione come gruppo, in modo da semplificare la procedura.

Vantaggi del nuovo sistema di autorizzazione

L’introduzione dell’eTA rappresenta un passo importante per il Kenya nel processo di digitalizzazione dei servizi pubblici. L’eTA permette ai viaggiatori di completare tutto il procedimento online, risparmiando tempo sia all’arrivo che durante il viaggio stesso.

Il sistema eTA consente numerosi vantaggi, quali:

  • Semplificazione delle procedure di viaggio: non sarà più necessario compilare moduli cartacei in aeroporto o in aereo, riducendo i tempi di attesa ai controlli di frontiera.
  • Controllo e verifica da parte delle compagnie di trasporto: i vettori possono facilmente verificare che i passeggeri siano in possesso dell’eTA prima dell’imbarco.
  • Rafforzamento della sicurezza nazionale: l’eTA contribuisce a una gestione più efficiente e sicura dei flussi turistici, poiché consente al governo di controllare i viaggiatori in arrivo con maggiore anticipo.

Limitazioni e consigli per viaggiare sicuri in Kenya

Anche se il possesso dell’eTA autorizza a viaggiare verso il Kenya, l’ingresso effettivo nel Paese resta a discrezione degli ufficiali di frontiera. È essenziale, quindi, avere tutti i documenti in ordine e assicurarsi che le informazioni fornite siano complete e accurate.

Per evitare inconvenienti, si consiglia di monitorare eventuali aggiornamenti riguardo ai requisiti di ingresso attraverso l’Ambasciata del Kenya in Italia o il proprio agente di viaggio. Questa precauzione è fondamentale, soprattutto per chi viaggia spesso, poiché le normative sui visti possono subire modifiche improvvise.

Il nuovo sistema eTA per il Kenya rappresenta una semplificazione importante per chi desidera visitare questo Paese meraviglioso. Seguendo le linee guida indicate, sarà possibile ottenere l’autorizzazione di viaggio in modo rapido e senza intoppi. Per i viaggiatori italiani in particolare, l’eTA diventa una parte essenziale della pianificazione, garantendo non solo l’ingresso nel Paese, ma anche un’esperienza di viaggio più agevole.

Preparare tutta la documentazione necessaria, informarsi sui requisiti aggiornati e rispettare le normative di ingresso permetteranno di vivere al meglio l’avventura in Kenya, tra savane, spiagge e culture millenarie.

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Cosa vedere a Nairobi: itinerario alla scoperta della capitale del Kenya

Il Kenya è sempre più spesso scelto come meta di viaggi di nozze ma anche da chi semplicemente vuole scoprire la realtà africana più autentica. Chiaramente tutto parte dal punto principale: Nairobi. La capitale dall’anima vibrante è estremamente sorprendete proprio per la sua dualità, da una parte la modernità di grattacieli e dall’altra il parco nazionale proprio a due passi. Ma perché dovresti considerare di mettere Nairobi in cima alla tua lista di viaggi? La risposta è semplice: questa città è un microcosmo perfetto di contrasti affascinanti, dove la modernità incontra la natura selvaggia in un modo che difficilmente si trova altrove. Se non sai da dove iniziare non preoccuparti, sono qui per guidarti attraverso un itinerario completo alla scoperta del territorio.

Parco nazionale di Nairobi

Il Parco Nazionale di Nairobi è una meraviglia naturale che sorprende e affascina ogni visitatore, un’oasi di tranquillità situata a pochi minuti dal caos e dalla frenesia della capitale del Kenya. Non solo è il più antico della nazione, ma gode di un primato: è l’unico al mondo così vicino ad una città. Dopotutto dista solo 7 km dal centro della capitale e attira ogni anno tantissimi visitatori interessati a praticare un safari etico. Il parco, fondato nel 1946, è particolarmente suggestivo per la sua dualità: in molti scatti fotografici potrai goderti la natura selvaggia e autentica mantenendo sempre sullo sfondo le costruzioni più moderne. Organizzare un safari è possibile e tra le tante specie è possibile incrociare i rinoceronti neri. La zona è anche casa di zebre, bufali, leopardi e numerose specie di uccelli, rendendolo un paradiso per gli appassionati di birdwatching e fotografia. Roccaforte di tutela della biodiversità, mostra tutto l’impegno che viene fatto per preservare la specie e soprattutto difendere dai bracconieri alcuni esemplari minacciati da alcuni uomini senza scrupoli. Una delle esperienze più emozionanti è sicuramente il safari all’alba o al tramonto, quando i colori del cielo si fondono con quelli della savana, creando uno spettacolo che difficilmente potrai dimenticare.

Museo nazionale del Kenya

Se desideri comprendere a fondo quella che è l’anima e la storia di Nairobi, inserisci nel tuo itinerario una mattinata all’interno del museo nazionale del Kenya. La collezione al suo interno è ricchissima e dà modo di ripercorrere il passato fino ad oggi, partendo dalle testimonianze fossili degli ominidi fino all’esplorazione di quelle che sono le numerose etnie che hanno vissuto nella zona. Tra le sezioni che non dovresti perdere c’è però quella dedicata alla natura che si concentra sulle specie animali e la biodiversità. Tra le chicche c’è una ricercata collezione di arte contemporanea keniana che omaggia artisti local attraverso l’esposizione delle proprie opere.

Giraffe centre

Se ti piacciono le esperienze uniche e interattive, non perderti una tappa al Giraffe Centre nel sobborgo di Lang’ata. Il centro è stato fondato negli anni ’70 per salvare la giraffa Rothschild, una specie in via di estinzione. Oggi, è una delle attrazioni più amate di Nairobi, grazie alla possibilità di interagire con queste eleganti creature. Qui avrai modo di avvicinarti ad alcuni esemplari, partecipare ad una visita e persino avere un contatto diretto con loro avendo sempre un grande rispetto verso gli animali che mostrano un atteggiamento docile ed empatico, soprattutto con i bambini. C’è anche un piccolo museo all’interno del centro che fornisce informazioni sulla fauna e flora del Kenya, perfetto per chi desidera approfondire la propria conoscenza della biodiversità locale.

Giraffe centre a Nairobi

Fonte: iStock

Giraffe centre, l’esperienza a contatto con le giraffe a Nairobi

Museo di Karen Blixen

Ami la letteratura e la storia? Il museo di Karen Blixen è una tappa must per te: non lontano dalle colline Ngong, è una casa museo. Qui ha vissuto l’autrice danese omonima diventata famosa per il romanzo autobiografico “la mia Africa”. Ti suggerisco di visitarla non solo per ripercorrere la vita della scrittrice ma soprattutto per comprendere meglio quella che è stata l’Africa in epoca coloniale. Attorno alla casa di inestimabile pregio c’è un giardino tropicale conservato tutt’ora con cura; gli interni, invece, sono arredati con mobili originali dell’epoca e appartenuti proprio a lei. Il legame profondo tra Karen e il Kenya si respira in ogni angolo e chi ha già letto il suo capolavoro ne comprende ogni minima sfaccettatura. (Se non lo hai mai letto, recuperalo prima di partire… ti aiuterà a godertelo ancora di più).

Mercato Maasai

La cultura artigianale di Nairobi è tutta da scoprire, proprio per questo ti suggerisco una passeggiata nel mercato Maasai: qui tra colori e tradizioni avrai modo di osservare quelli che sono i trend locali e ovviamente portarti a casa souvenir per te e amici di inestimabile valore. Gioielli handmade, sculture in legno, tessuti colorati e cesti sono solo alcuni esempi. Si tratta però di una soluzione itinerante: non è fissa ed è quindi importante documentarsi tramite il sito del turismo ufficiale per capire date, orari e luoghi durante il proprio soggiorno.

Uhuru Park

Non solo il national park, un’altra oasi verde è quella del parco cittadino di Uhuru. Simbolo della libertà e della storia local, significa proprio freedom in lingua swahili ed è stato inaugurato nel 1969 per celebrare l’indipendenza del Kenya. Se desideri fare una bella passeggiata nel verde senza allontanarti troppo dal centro è perfetto, rappresenta in pieno il cambiamento local dopo il dominio coloniale britannico. Qui avrai alcuni scorci incredibili da fotografare per immortalare lo skyline di Nairobi.

Ngong Hills

Spostandosi leggermente dal centro si trovano le Ngong Hills, una catena di colline che circonda la città e meta di numerose escursioni organizzate. Il nome deriva dalla parola Maasai che significa “sorgente” e non è difficile immaginare il motivo. La vista panoramica una volta raggiunta la cima è incredibile, basti pensare che si estende fino alla Great Rift Valley.

Moschea Jamia

Tra i monumenti religiosi che ti suggerisco di non perdere c’è la moschea Jamia: l’edificio tra i più belli, rappresenta un luogo di culto per la comunità musulmana; è stata costruita nel 1906 e rappresenta pienamente quello che è lo stile architettonico islamico.

Snake park

Gli amanti di rettili e serpenti rimarranno estasiati sapendo che proprio qui, accanto al National Museum, c’è lo snake park. L’attrazione fondata nel 1961 è nata per la ricerca e la conservazione e oggi ospita un numero elevato di specie tra cui cobra e pitoni ma non mancano coccodrilli e lucertole.

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Cosa vedere nel Parco Nazionale di Nairobi

Conosciuto come il più antico parco del Kenya, il parco nazionale di Nairobi è anche l’unico al mondo ad essere sviluppato in prossimità di una città. Proprio l’incredibile vicinante al centro di Nairobi che dista solamente 7 km lo rende estremamente accessibile per i visitatori oltre ai 3 milioni di abitanti. Fondato nel 1946 con l’obiettivo di salvaguardare animali, flora e fauna copre non più di 117 chilometri quadrati e incarna alla perfezione quelli che sono i paesaggi africani. Pianure, foreste e gole ma anche una vegetazione lussureggiante seguono le rive del fiume Athi, cuore pulsante della zona. Stai pianificando la tua vacanza in Kenya? Scopri subito cosa vedere nel Parco Nazionale di Nairobi.

Alla scoperta del Nairobi National Park

C’è chi lo definisce il safari più accessibile del Kenya per la sua prossimità alla città ma pur avendo una superficie decisamente ridotta rispetto ad altre zone della località ha molto da far scoprire. Istituito nel 1946, ha portato avanti nel tempo l’obiettivo di proteggere flora e fauna selvatica che la popolano, soprattutto in prossimità delle rive del fiume Athi.

Al confine con la capitale Nairobi, vanta diversi primati tra cui essere l’unico che confina direttamente con una città. Una delle caratteristiche distintive che lo renderanno perfetto per le tue foto è lo skyline in lontananza: basti pensare che in alcuni punti è possibile osservare lo sfondo dei grattacieli in lontananza creando foto perfette per i social con il contrasto tra l’impatto dell’uomo e la natura selvaggia. Alcuni lo conoscono con il soprannome di “Arca Kifaru” poiché viene considerato a tutti gli effetti un santuario dei rinoceronti. La popolazione ricca di questi esemplari ha una delle concentrazioni degli esemplari neri più alta al mondo. Secondo le statistiche sono più di 50 a popolarlo ma sono state necessarie una serie di misure antibracconaggio per poterle proteggere.

Nonostante le tante tutele però, alcuni malintenzionati continuano il loro operato segnando gli ultimi casi di uccisione nel 2014. Altrettanto comunemente visibili sono leoni e iene che popolano la zona. Più complicati da avvistare ma vivono nel parco anche i leopardi. Non mancano avvistamenti di zebre, facoceri, giraffe, struzzi, bufali e gazzelle. Non sono invece presenti gli elefanti.

Il periodo migliore e più suggestivo per visitarlo è quello che si sovrappone alla migrazione annuale di gnu e zebre che corrisponde ai mesi di luglio e agosto o a quelli di gennaio e febbraio. All’interno della zona si contano in più oltre 400 specie di uccelli, un’esperienza davvero coinvolgente per gli appassionati di bird watching o per chi desidera intraprendere un safari sostenibile e rispettoso.

Il rinoceronte nero

Secondo le ultime ricerche, il rinoceronte è stato inserito ufficialmente tra le specie a rischio di estinzione e per questo motivo sono state adoperate diverse misure nelle aree e negli habitat principali per poterlo proteggere. Lo è ancora di più il rinoceronte nero, uno splendido esemplare simbolo di resilienza da sempre preda dei bracconieri che li uccidono per poter asportare il loro corno utilizzato nei paesi asiatici per lozioni curative. Oggi il Parco di Nairobi ha alzato moltissimo le difese per tutelare i propri animali e si contano circa 50 esemplari, il numero più alto di tutto il mondo segnando un’alta concentrazione e mostrando come determinati comportamenti possano essere arginati.

Rinoceronti nel parco di Nairobi

Fonte: iStock

Nairobi National Park, i rinoceronti da vicino

L’avifauna per gli appassionati di birdwatching

Il Parco Nazionale di Nairobi in Kenya è un vero e proprio paradiso per gli amanti del birdwatching. Con oltre 400 specie di uccelli registrate, tra cui rapaci, esemplari acquatici e numerose specie migratorie, avrai l’imbarazzo della scelta. Non dimenticare di portare con te un binocolo e una guida della regione per poter riconoscere le diverse specie che popolano il parco.

Tra gli avvistamenti più ricercati ci sono l’aquila marziale, il bucorvo abissino e il vivace tessitore masai, apprezzato per i suoi nidi intricati. Se visiti il parco durante la stagione delle piogge, potresti essere sorpreso dalla presenza di specie migratorie provenienti da lontano. L’alba e il tramonto sono i momenti migliori per incontrarli, quando il parco si anima dei suoni e dei colori di centinaia di specie diverse.

Giraffe Masai

Tra gli incontri e avvistamenti che ti lasceranno a bocca aperta ci sono le giraffe. Le specie masai si distinguono per il comportamento docile e gentile, il mantello maculato e l’iconico collo lungo. Potresti essere fortunato e vederne una mandria che si muove elegantemente attraverso la savana, oppure mentre si nutrono dalle alte cime degli alberi.

All'interno del National Park di Nairobi scoprire le giraffe masai

Fonte: iStock

Giraffe nel National Park di Nairobi

Safari e big 5 (senza elefanti)

Quando si organizza un safari in Kenya, uno degli obiettivi è incontrare i Big Five: leoni, leopardi, elefanti, rinoceronti e bufali. In questo caso però, le cose sono un po’ diverse, seppur si possa organizzare attraversando la savana devi sapere che con il supporto di una guida potrai avvistare alcune specie tranne gli elefanti che invece non vivono qui ma in altre località.

Il monumento memoriale agli elefanti

Perché gli elefanti non sono presenti? Molto probabilmente la causa è da ricercare nell’operato dei bracconieri. Per omaggiare gli animali selvaggiamente uccisi negli anni, nel 1989 è stato inaugurato un luogo speciale all’interno del Nairobi National park. Si tratta dell’Ivory Burning Memorial Site, un memoriale dove l’avorio viene trasformato in cenere, un monumento che vuole omaggiare gli elefanti con un falò di 12 tonnellate di avorio. Un gesto concreto per combattere il traffico dell’avorio e salvare gli elefanti rimasti, pochissimi esemplari in tutta la zona.

Safari fotografico per contrattare l’espansione della città

Nairobi sta crescendo, la città e in modo particolare la sua espansione commerciale sta invadendo anno dopo anno una superficie un tempo destinata interamente al parco. Seppur le associazioni stiano facendo il possibile per tutelare gli animali e il loro biohabitat, i turisti possono fare la loro parte. Sostenere attraverso safari fotografici dà modo al parco di potersi proteggere, mettere dei limiti e agire contro questa presa di posizione della capitale che rischia di mettere a repentaglio la sicurezza e la tutela degli esemplari che abitano la zona protetta. Organizza un safari fotografico con l’aiuto di guide del posto, ricorda di avere sempre un comportamento etico e rispettoso per gli animali e per l’ambiente.

 

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Kenya, riapre l’hotel che cambiò la vita della regina Elisabetta

È uno di quei luoghi dove sembra di tornare indietro nel tempo. L’hotel Treetops – cime degli alberi – in Kenya è ancora oggi fatto interamente di legno e si trova laddove un tempo esisteva una casa sull’albero in cui soggiornò la regina Elisabetta II d’Inghilterra la notte di quel 1952 in cui il padre, re Giorgio VI, morì e divenne ufficialmente regina. Il Treetops Lodge si trova nel bel mezzo dell’Aberdare National Park, sull’omonima catena montuosa, a pochi chilometri dalla township di Nyeri, nel Kenya centrale, e ancora oggi è uno degli hotel più belli del mondo.

La storia del Treetops Hotel

Il Treetops Hotel aprì per la prima volta nel 1932 grazie a un’idea del Maggiore inglese Eric Sherbrooke Walker, un ufficiale decorato che decise di stabilirsi a vivere in Kenya e volle regalarlo alla moglie Lady Bettie. Inizialmente, fece costruire una tree house molto spartana sulla cima di un fico di ben 300 anni nell’Aberdare National Park, un parco che si trova a circa 2mila metri di altitudine, offrendo agli ospiti dell’hotel Outspan che già la coppia possedeva a Nyeri una vista privilegiata sulla fauna locale.

L’idea era quella di offrire una piattaforma sicura e comoda, anche come giaciglio per la notte, per osservare gli animali lungo il percorso che facevano per raggingere le pozze d’acqua durante la notte, ma anche per cacciarli (ai tempi non si era ancora così sensibili sostenibilità ambientale e alla difesa delle razze animali protette o in via di estinzione). Peraltro, ai tempi la politica era “no see, no pay” ovvero gli ospiti non avrebbero dovuto pagare l’esperienza nel caso non avessero avvistato nessun animale.

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Fonte: Getty Images

Un’immagine dell’epoca della principessa Elisabetta e del principe Filippo in Kenya

Da una prima e originale tree house fatta di due modeste camere, la richiesta di questa esclusiva esperienza wild fu talmente forte che si ampliò fino a diventare una struttura di 35 camere che poteva così essere definita hotel.

Dove la principessa Elisabetta divenne regina

La richiesta aumentò a dismisura soprattutto dopo che vi soggiornarono la principesa Elisabetta con il marito, il principe Filippo, duca di Edimburgo, invitati personalmente dai Walker. La tree house Treetops fu così ampliata e la capacità passò da due a quattro camere, inclusa una per un cacciatore che vi risiedeva in modo permanente.

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Fonte: Getty Images

Gli elefanti attraversano la proprietà del Treetops Hotel

Fu durante il suo soggiorno al Treetops che la principessa ricevette la terribile notizia della morte del padre avvenuta nella notte tra il 5 e il 6 febbraio del 1952 e contemporaneamente che sarebbe stata lei a succedergli sul trono d’Inghilterra. Qui la ricordano ancora come l’unica donna al mondo a essere salita in cima a un albero da principessa e a esserne scesa da regina. la regina Elisabetta II tornò al Treetops per un secondo viaggio nel 1983.

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Fonte: Getty Images

La Princess Elizabeth-Suite del Treetops Hotel in Kenya

Il resort dagli Anni ’50 a oggi

La struttura originale venne in seguito sostituita da una più grande, sempre costruita sugli alberi ma appoggiata su una sorta di palafitta, ma nel ’54 venne bruciata dalle milizie del Kenya Land and Freedom Army (KLFA) durante le rivolte. Fu così che l’hotel venne ricostruito ex novo difronte alla stessa pozza d’acqua e divenne molto di moda tra la clientela benestante. Tra gli ospiti d’eccezione ci furono Charlie Chaplin, Joan Crawford, Lord Mountbatten, Paul McCartney e Lord Baden-Powell, fondatore dei boy scout.

Rispetto al resort originale, vennero aggiunte delle lounge panoramiche e degli osservatori nascosti da dove poter osservare e fotografare gli animali che si abbeveravano. Inolte, gli ospiti possono soggiornare nella Princess Elizabeth Suite. L’ultima sfida che questo esclusivo hotel ha dovuto affrontare è stata la pandemia di Covid che l’ha obbligato a chiudere i battenti nel 2021. Ha riaperto soltanto nell’agosto del 2024.

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Fonte: Getty Images

La visita della regina Elisabetta nel 1983
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Il clima a Nairobi, come scegliere il periodo migliore per andare

Spesso definita la “città verde al sole” per la presenza di vaste aree naturali, Nairobi gode di un clima sub-tropicale di altitudine con temperature miti tutto l’anno, che la distingue dalle altre capitali del continente africano, noto per i suoi estremi termici.

La posizione geografica a 1795 metri sull’altopiano del Kenya, a breve distanza dall’equatore, gioca un ruolo fondamentale nel determinarne il clima. Se da un lato la vicinanza all’equatore potrebbe far pensare a un clima torrido, l’altitudine della città agisce come un naturale condizionatore d’aria, mitigando le temperature ed evitando gli eccessi di calore tipici delle zone equatoriali.

Di conseguenza, le medie annuali si aggirano intorno ai 19°C, con le massime che raramente superano i 30°C e le minime che di rado scendono sotto i 10°C. Tuttavia, questi valori possono variare significativamente a seconda dell’ora del giorno e della stagione.

La stagione delle piogge

La “stagione delle lunghe piogge”, che va da marzo a maggio, e la “stagione delle brevi piogge”, tra ottobre e dicembre, sono l’elemento maggiormente distintivo del clima di Nairobi. Durante questi periodi, la città riceve la maggior parte delle precipitazioni annuali, che sono cruciali per l’agricoltura e la gestione delle risorse idriche, ma se troppo abbondanti possono anche causare danni e inondazioni.

Durante le lunghe piogge, Nairobi può ricevere fino a 200 mm di pioggia al mese. Le precipitazioni sono generalmente intense ma di breve durata, con temporali frequenti che possono provocare allagamenti improvvisi nelle aree colpite. La vegetazione rigogliosa e il rinnovato approvvigionamento idrico sono tra gli aspetti positivi di questa stagione. Infatti, oltre a rinfrescare l’aria e abbassare le temperature, i rovesci contribuiscono a rinverdire il paesaggio dando refrigerio agli abitanti.

La stagione delle lunghe piogge è caratterizzata da precipitazioni frequenti e a volte intense, soprattutto nel tardo pomeriggio e durante la notte, ma che raramente perdurano per l’intera giornata. Le temperature medie giornaliere si aggirano intorno ai 15-24°C. Nei giorni più caldi le massime diurne possono raggiungere i 25-28°C, mentre quelle notturne possono scendere fino a 10-14°C.

Marzo segna l’inizio delle piogge, che aumentano gradualmente fino a raggiungere il picco in aprile, per poi iniziare a diminuire verso maggio, causando una forte umidità che è all’origine della nebbia mattutina. Un fenomeno piuttosto comune, specialmente nelle aree suburbane e rurali intorno alla città, ma che tende a dissiparsi nelle prime ore del giorno, con l’aumento delle temperature.

Sebbene meno intense delle lunghe piogge, le brevi piogge sono altrettanto importanti per mantenere l’equilibrio idrico della regione. In questa stagione le precipitazioni sono più sporadiche e meno prevedibili, spesso seguite da una periodo di rigogliosa fioritura e vegetazione lussureggiante che addolcisce il paesaggio urbano.

Tra ottobre e dicembre le temperature medie giornaliere variano tra i 14 e i 26°C. Le mattine e le sere possono essere fresche, con valori che scendono fino a 12-16°C, mentre durante il giorno possono salire fino a 24-28°C. In questa stagione le piogge sono in genere di breve durata, ma possono essere intense.

Settembre è un mese di transizione, con precipitazioni ancora relativamente sporadiche rispetto ai mesi successivi, più frequenti nel tardo pomeriggio e durante la notte, mentre le mattine e le prime ore del pomeriggio sono spesso asciutte e soleggiate. La nebbia mattutina è un fenomeno frequente, specialmente nelle aree più elevate e nei sobborghi, ma tende a dissolversi rapidamente man mano che aumenta la temperatura.

Mercato Nairobi

Fonte: iStock

Frutta al mercato di Nairobi, Kenya

La stagione secca

Giornate soleggiate e cieli sereni sono la norma durante la stagione secca, che va da giugno a settembre e da dicembre a febbraio, quando i valori diurni possono salire sensibilmente, ma le notti rimangono relativamente fresche. E’ il periodo migliore per il turismo, con condizioni meteo stabili e temperature ideali per visite e attività nella natura.

Durante l’estate, che corrisponde ai mesi di dicembre, gennaio e febbraio, il clima si mantiene piacevolmente caldo, con medie giornaliere che variano tra i 15 e i 26°C. Le mattine e le serate possono essere fresche, con valori che scendono fino a 10-14°C, mentre le medie diurne possono salire fino a 27-30°C nei giorni più caldi.

Questa combinazione di freschezza e calore moderato rende l’estate un periodo particolarmente indicato per esplorare la città e i suoi dintorni. Il clima è secco, con rare precipitazioni che si manifestano sotto forma di brevi acquazzoni, e venti leggeri provenienti principalmente da nord-est che mitigano il calore.

I mesi di giugno, luglio e agosto corrispondono alla stagione secca invernale contraddistinta da temperature relativamente fresche che variano tra i 10 e i 22°C. Le notti e le prime ore del mattino possono essere piuttosto fredde, con le medie che scendono fino a 9-12°C, mentre durante il giorno aumentano fino a 20-23°C.

Giugno e luglio sono i mesi più secchi dell’anno, con rare piogge e un clima decisamente asciutto, anche se verso la fine di agosto cominciano a verificarsi occasionalmente brevi piogge. Venti leggeri e costanti, provenienti principalmente da sud-est, aiutano a mantenere un clima fresco durante il giorno e la notte.

I microclimi di Nairobi

Uno degli aspetti più affascinanti del clima di Nairobi è la presenza di microclimi dovuta alla diversità del paesaggio urbano, che comprende parchi, foreste urbane, aree residenziali e industriali, in cui si creano differenze locali nelle condizioni climatiche. Ad esempio, nelle aree verdi come il Parco Nazionale di Nairobi e nei numerosi parchi e giardini pubblici, si possono rilevare temperature leggermente più basse e maggiore umidità rispetto alle zone più densamente urbanizzate e trafficate del centro città.

Quando andare a Nairobi

La stagione secca è il periodo migliore per programmare un viaggio a Nairobi. Durante l’estate australe è comunque consigliabile portare con sé un maglione leggero o una giacca per le serate fresche, abbigliamento leggero e T-shirt per il giorno, senza dimenticare cappelli e occhiali da sole.

In inverno, oltre a un abbigliamento leggero ma caldo, è opportuno portare anche una giacca per riscaldarsi nelle notti più fresche. Nelle stagioni delle piogge, un abbigliamento confortevole e un cappello sono ideali per le attività all’aperto, senza dimenticare di avere sempre un piccolo ombrello a portata di mano e una giacca impermeabile per affrontare le piogge occasionali.

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Il Museo Karen Blixen in Kenya: il luogo del cuore della scrittrice danese in Africa

Chiunque sia appassionato di Africa o abbia iniziato a pianificare un viaggio in quello spettacolare continente, ha incontrato sulla propria strada il romanzo La Mia Africa di Karen Blixen. Questa scrittrice danese ha raccontato, in quel libro, la propria storia personale e il suo forte legame con il Kenya, al tempo conosciuto come British East Africa.

La casa in cui Karen Blixen visse, assieme al marito, è divenuta un museo dedicato alla scrittrice. Questo luogo di cultura africano è, assieme al museo che si trova in Danimarca, un luogo molto importante, soprattutto per il significato storico e culturale e il forte impatto che il romanzo conosciuto da tutti ha avuto. Cosa ci si può aspettare da una visita al Karen Blixen Museum? Di certo potrai scoprirlo durante il tuo prossimo viaggio in Kenya.

Dove si trova il Karen Blixen Museum in Kenya

Il museo dedicato a Karen Blixen si trova sulle Ngong Hills, appena fuori Nairobi. Un tempo, quella zona era molto più distante dalla città ma ora è considerata parte integrante dell’hinterland della capitale keniota. Le Ngong Hills che potrai vedere ora sono un po’ diverse da quelle raccontate da Karen Blixen in “La Mia Africa” ma non mancano di affascinare viaggiatori di ogni età, con le mille tonalità di verde che solo un paese africano sa regalare.

Per raggiungere il Karen Blixen Museum in Kenya è consigliabile avere un’auto o prendere un taxi direttamente dal centro di Nairobi. In alternativa, ci sono anche dei mezzi pubblici che arrivano fino all’ingresso della proprietà ma non sono molto frequenti nell’arco della giornata.

Dove si trova il Karen Blixen Museum

Fonte: iStock

Le Ngong Hills, nei pressi del Karen Blixen Museum

La storia della dimora di Karen Blixen in Kenya

L’edificio che ospita ora il Karen Blixen Museum venne costruito da un ricco svedese anni prima che Karen Blixen e il futuro marito decidessero di trasferirsi in Africa. La decisione arrivò su consiglio di un parente del marito che aiutò la coppia a trovare proprio l’alloggio in cui la coppia visse per anni. Karen e il marito si sposarono una volta in Kenya e lì deciso di usare il terreno acquistato con la casa per avviare una piantagione di caffè.

La Grande Guerra portò a un’impennata del prezzo del caffè nel mondo e questo fece, in parte la loro fortuna economica. Al di là di questo, ciò che portò in Kenya la coppia fu la voglia di scoprire un mondo molto più esotico di quello che conoscevano. Già ai tempi, erano molti i viaggiatori che si recavano a Nairobi e dintorni per le molte attività di safari o di esplorazione.

Karen Blixen lasciò l’Africa e quella casa negli Anni ’30. Abitazione e terreni passarono di mano in mano fino al 1964, quando vennero acquistati dal governo della Danimarca, proprio con l’intento di preservare quel luogo come patrimonio culturale. Il museo aprì negli Anni ’80, anche in seguito al grande risalto dato al lavoro di Karen Blixen dal film tratto dal suo romanzo autobiografico. La pellicola fu girata proprio all’interno di questa proprietà.

Cosa vedere nel Karen Blixen Museum in Kenya

Con i vari cambi di proprietà, la casa che ospita il Karen Blixen Museum in Kenya ha subito vari cambiamenti ma, nel corso di tanti anni e grazie anche al fatto che la scrittrice fosse già famosa, i vari proprietari mantennero l’ambiente interno pressoché inalterato e molti di loro riuscirono a conservare anche parecchi mobili appartenuti alla scrittrice.

Quando si visita questo luogo culturale in Kenya ci si immerge nell’atmosfera coloniale dei tempi raccontati magistralmente dalla grande scrittrice danese. L’esposizione del Karen Blixen Museum conduce sia attraverso la vita quotidiana della famiglia Von Blixen (il nome completo di Karen da sposata era Karen Christentze Dinesen, baronessa von Blixen-Finecke), sia attraverso la routine professionale.

Le esposizioni del Karen Blixen Museum

Fonte: iStock

Gli attrezzi agricoli al Karen Blixen Museum

Come dicevamo, la casa venne acquistata assieme ai terreni per diventare una piantagione di caffè. Tra gli oggetti esposti, ce ne sono molti, soprattutto nelle parti esterne del museo, che raccontano come fosse la quotidianità in una piantagione di caffè di inizio ‘900.

Oltre a questo, il museo crede molto nel sostegno ad artisti locali. Un’area di questo spazio espositivo è chiamato Karen’s Art Corner e viene utilizzato per esporre i lavori di artisti del Kenya, soprattutto se emergenti. C’è la possibilità di fare visite guidate, sia della parte relativa alla vista della scrittrice sia per quella dedicata alle esposizioni artistiche.

Il Karen Blixen Museum è un luogo da raggiungere e visitare anche se si hanno interessi diversi rispetto alla storia e la letteratura. L’immenso parco del museo, un tempo spazio verde della casa, si può esplorare seguendo i percorsi indicati e i sentieri, per fare birdwatching e ammirare la florida vegetazione keniota.

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Riserva di Masai Mara: tappa imperdibile nei dintorni di Nairobi

La riserva di Masai Mara è una delle destinazioni più iconiche e affascinanti del Kenya; è rinomata per la sua straordinaria fauna selvatica, senza tralasciare i paesaggi mozzafiato. Si trova nella regione sud occidentale del Paese e come riserva naturale offre ai visitatori l’opportunità di sperimentare il safari osservando da vicino quelli che sono definiti i big five: leone, elefante, bufalo, leopardo e rinoceronte, oltre a tante altre specie di animali.

Oltre alla indiscutibile bellezza della riserva Masai Mara, il Kenya offre una varietà di attrazioni turistiche, a partire da Nairobi, la vivace Capitale del Paese e i suoi dintorni che ne sono un esempio spettacolare. Scopriamo insieme cosa fare nei dintorni di Nairobi, da Mombasa al parco nazionale Hell’s Gate passando per il Giraffe Center e Bomas of Kenya all’interno della riserva Masai Mara.

Mombasa, cosa vedere

Mombasa è la seconda città più grande del Kenia ed è tra le destinazioni imperdibili per chi sceglie di visitare il Paese. Situata lungo la costa dell’Oceano Indiano, Mombasa è famosa per le sue spiagge sabbiose ma anche per la storia e la cultura, ecco cosa vedere tra le tante attrazioni:

  • Fort Jesus: questo forte storico fu costruito dai portoghesi nel  XVI secolo, oggi è un museo che racconta orgogliosamente la storia del Paese.
  • Diani e Nyali: queste due spiagge sono ideali se volete rilassarvi e praticare attività acquatiche come lo snorkeling ad esempio, o fare immersioni spettacolari.
  • Old Town: la città vecchia è un quartiere storico che ricco di architettura Swahili, mercati tradizionali e ristoranti tradizionali saprà reclamare la vostra attenzione.
  • Haller Park:  il parco naturale che offre la possibilità di vedere giraffe, zebre e coccodrilli tra le tante altre specie.

Parco Nazionale di Hell’s Gate

Situato a circa 90 km da Nairobi, questo parco dal nome evocativo è una delle riserve naturali più affascinanti del Kenya. Unico per la sua geologia e le spettacolari formazioni rocciose è il luogo perfetto per chi ama le avventure all’aria aperta. Tra le tante attività da provare ad Hell’s Gate segnaliamo di provare le escursioni e il trekking, con l’opportunità di esplorare le gole profonde e le scogliere imponenti del parco.

Se siete bravi arrampicatori, sappiate che l’Hell’s Gate è il paradiso per gli scalatori; non dimenticate di provare l’emozione delle sorgenti termali,  queste sorgenti naturali  sono un ottimo modo per terminare una giornata ricca di emozioni.

Giraffe Center

A pochi km da Nairobi, sorge il Giraffe Center, tappa obbligata per gli amanti degli animali. Il centro è dedicato alla protezione della giraffa Rothschild, una delle specie più minacciate di estinzione; qui i visitatori potranno emozionarsi nutrendo le giraffe, scoprire programmi educativi sulla conservazione delle giraffe e partecipare a tour guidati.

Bomas of Kenya

Situato poco fuori Nairobi, il Bomas of Kenya, è una fedele replica dei villaggi tradizionali, costruito con le tecniche usate dalle tribù locali; il  villaggio turistico che offre una bella immersione culturale nelle tradizioni e nei costumi delle diverse etnie del Kenya, le mostre interessanti e gli spettacoli di danze tradizionali che illustrano la ricca diversità di questo Paese e ne celebrano la diversità dei valori culturali sapranno affascinarvi.

 

 

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Safari e mare: come organizzare un viaggio in Kenya

Un viaggio in Kenya è un sogno per moltissimi turisti in tutto il mondo e i motivi sono facili da capire: la meraviglia dei parchi nazionali e le spiagge da favola.

Si tratta di una meta ideale per chi ama unire mare cristallino e natura selvaggia e vivere una vacanza avventurosa di cui serbare il ricordo per tutta la vita.

Ma come si organizza un indimenticabile viaggio in Kenya tra safari e mare? Vediamo più nel dettaglio.

I consigli utili prima di partire

La pianificazione del viaggio è un momento cruciale e sono varie le domande che sorgono prima di partire: quando andare? Come arrivare? Quali sono i documenti necessari? E la sicurezza?

Chiariamo punto per punto.

Quando andare in Kenya

Il Kenya si trova al centro dell’Africa, più o meno nella zona dell’Equatore, e il clima è caldo tutto l’anno.

Occorre, però, ricordare che febbraio, marzo e aprile sono i mesi meno adatti a causa delle piogge torrenziali che possono verificarsi: è, infatti, la “stagione delle lunghe piogge”.

Di contro, da giugno a settembre (la cosiddetta “stagione secca”), è il periodo perfetto con temperature attorno ai 30 gradi durante il giorno.

Come arrivare

Di solito, una delle soluzioni più adottate è quella di affidarsi a tour operator che organizzano tour del Kenya con volo charter e soggiorno inclusi: è una soluzione economica, con atterraggio a Mombasa (la seconda città più grande del Kenya) e viaggio in bus per raggiungere la destinazione prescelta.

Chi sceglie il “fai da te”, invece, può optare per varie compagnie aeree e atterrare a Nairobi, la capitale.

Documenti necessari e vaccinazioni

Per l’ingresso nel Paese, è necessario il passaporto con una validità residua di almeno sei mesi: per gli italiani, il visto non è richiesto.

Non sono previste vaccinazioni obbligatorie ma sono consigliati la profilassi antimalarica e il vaccino contro la febbre gialla.

Carte di credito e valuta

Le carte di credito vengono accettate soltanto nei resort e in locali di un certo livello.

Il consiglio è quello di disporre, per gli acquisti e per mance, di contanti nella valuta locale, lo scellino kenyota.

Sicurezza in Kenya

Per la propria sicurezza durante la vacanza in Kenya, è opportuno osservare alcune semplici regole.

Non portare con sé molti contanti in giro, evitare di spostarsi da soli, conservare il passaporto originale in camera e munirsi di una copia quando si è fuori, e rivolgersi ai tour operator per l’organizzazione delle escursioni altrimenti è probabile incappare in fregature.

Safari e mare: tutto il fascino del Kenya

Il Kenya conquista al primo sguardo: i monumentali baobab, gli alberi di mango, la vegetazione lussureggiante, le palme dall’atmosfera esotica, le spiagge da sogno e i grandi parchi nazionali non possono lasciare indifferenti.

Parlando di safari, il Paese vanta alcuni tra i parchi più affascinanti dell’Africa dove vivere l’emozione di safari unici: mete top sono il Tsavo Est, il più vicino al mare, il Tvaso Ovest, l’Amboseli e il Masai Mara.

L’Amboseli dona la vista mozzafiato del Kilimangiaro, l’antico vulcano che svetta in Tanzania, mentre il Masai Mara è la terra della tribù Masai ed è interessato dalla “magica” migrazione degli gnu e delle zebre, uno spettacolo che, ogni anno, coinvolge migliaia di animali che, dalle pianure del Serengeti in Tanzania si spostano al Masai Mara e viceversa seguendo il ciclo naturale delle piogge.

Per quanto riguarda, invece, le spiagge, qui sono a dir poco meravigliose, lambite dalle limpide e tiepide acque dell’Oceano Indiano.

In più, ogni sei ore, va in scena il fenomeno delle maree che ricoprono la spiaggia oppure si ritirano lasciando chilometri e chilometri di sabbia bianchissima e finissima.

Tra le località più gettonate troviamo Malindi e Watamu, quest’ultima più “intima e raccolta” rispetto alla prima.

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In viaggio verso il Kenya senza cellulare. Chi vuole unirsi?

Le esperienze di viaggio, quelle straordinarie, indelebili e indimenticabili, sono probabilmente quelle all’insegna dell’autenticità e delle avventure genuine e senza fronzoli. Ecco perché sempre più viaggiatori scelgono destinazioni solitarie e immerse nella natura con l’unico desiderio di vivere le meraviglie che appartengono al mondo che abitiamo senza distrazioni.

Delle vere e proprie esperienze di disconnessione che non solo ci allontanano dalla città, ma anche dai social network, dal web e dalle continue notifiche dei nostri smartphone e dei device. Queste, almeno, sono le intenzioni di partenza delle cosiddette vacanze digital detox che non sempre, però, si traducono i fatti.

E allora ecco la sfida più stimolante dell’anno: partire verso una destinazione straordinaria lasciando il cellulare a casa. Quanti di voi vogliono unirsi a questo viaggio?

Partire senza cellulare: la sfida dell’anno

Partirà da Milano, il 10 marzo del 2023, il primo viaggio totalmente smartphone free dell’anno. A organizzare questa sfida, quella di restare senza cellulare per sette lunghissimi giorni, sono state Monica Bormetti e Stefania Clementi, fondatrici di YogaDigitalDetox.com, che hanno pensato a questa avventura come a un’esperienza di disconnessione totale dalla tecnologia.

La destinazione del viaggio è Nairobi e, siamo certi, non ha bisogno di presentazione. La bellezza della capitale del Kenya, infatti, precede il suo nome, così come lo fanno il Parco Nazionale della città, una delle più importanti riserve faunistiche del Paese, e l’orfanotrofio degli eleganti. Insomma, le cose da fare qui sono tantissime e tutte sono destinate a sorprendere. Chissà se i viaggiatori che giungeranno in città potranno apprezzarle di più senza il loro smartphone.

Nairobi, dicevamo, è solo il punto di partenza di un’esperienza autentica e genuina che proseguirà a Watamu, una piccola città costiera del Kenya conosciuta soprattutto per le spiagge di sabbia bianca e per i giardini di corallo. Trascorrere qui una settimana, senza tecnologia, sarà una vera e propria sfida per i partecipanti del viaggio.

Un’esperienza sicuramente al di fuori dall’ordinario che però permetterà alle persone che ne prendono parte di sperimentare un nuovo modo di viaggiare che abbraccia quella tendenza sempre più prepotente nei viaggi: disconnettersi dal mondo lì fuori.

La missione dell’avventura, infatti, è quella di andare alla scoperta di un luogo bellissimo senza distrazioni, con l’obiettivo di rilassarsi, riconnettersi a sé stessi e con la natura e ricaricare le batterie in un ambiente sereno e incontaminato. A rendere l’esperienza ancora più straordinaria ci pensa il meraviglioso paesaggio offerto da Watamu che fa da cornice a quello che si prospetta un viaggio indimenticabile.

In viaggio senza smartphone: un’opportunità

Ma è davvero possibile mettersi in viaggio senza uno smartphone? Una domanda lecita, questa, per la nostra generazione che è cresciuta proprio a pane e tecnologia. Siamo convinti, ormai, che il cellulare sia indispensabile per ogni spostamento, figuriamoci per quelli a lungo viaggio. E invece non è proprio così.

Lasciare lo smartphone a casa, e vivere un’esperienza totale di digital detox, può permetterci di esplorare le meraviglie del mondo senza distrazioni, ansie o preoccupazioni che, naturalmente, nascondo quando siamo sempre connessi.

Senza cellulare, invece, possiamo davvero concentrarci sull’avventura e su nient’altro, senza doverci preoccupare di postare ogni movimento sui social network o di essere connessi agli altri e per gli altri. Insomma, se è vero che è più importante “vivere che condividere”, questo viaggio lo dimostrerà.