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Sta per nascere il nuovo Parco delle Dolomiti Camune

È stato sottoscritto l’Accordo di collaborazione tra Regione Lombardia e l’Unione dei Comuni degli Antichi Borghi di Valle Camonica, che consente di avviare l’attuazione della strategia di sviluppo locale “Strategia Parco delle Dolomiti Camune“.

La Strategia proposta, che ha come capofila proprio l’Unione degli Antichi Borghi di Valle Camonica, è stata sottoscritta da un partenariato composto dai Comuni di Angolo Terme, Borno, Cerveno, Losine, Lozio, Malegno, Ossimo, Piancogno e Ono San Pietro.

A fronte di un costo complessivo di 3.253.085 euro, il finanziamento regionale è pari a 2.669.361 euro.

L’obiettivo della Strategia e i nove interventi

L’obiettivo che la Strategia si pone, come spiegato l’assessore di Regione Lombardia a Enti Locali, Montagna, Risorse energetiche e Utilizzo risorsa idrica, è “la salvaguardia, la valorizzazione e il recupero del patrimonio ambientale e paesistico, ponendo particolare attenzione alle emergenze culturali e naturalistiche nonché alla fruizione sociale del territorio“.

Nove sono gli interventi in cui si articolerà includendo la messa in sicurezza di viabilità stradale comunale e agro-silvo-pastorale, la riqualificazione e l’ammodernamento di edifici pubblici da destinare a uso ricettivo e culturale, il potenziamento del sistema di percorsi turistici e ciclopedonali, l’ampliamento e la riqualificazione di aree attrezzate per la sosta dei turisti.

La Regione Lombardia, tramite le risorse stanziate per gli ambiti prealpini, intende sostenere processi di sviluppo locale sostenibile. “Grazie al contributo regionale” ha aggiunto l’assessore a Enti locali e Montagna “verranno realizzati interventi di riqualificazione del patrimonio pubblico esistente per potenziare l’offerta di servizi a favore della cittadinanza e dei turisti. La valorizzazione delle risorse locali è imprescindibile per contrastare lo spopolamento dei territori montani, sia per adeguare i servizi ai bisogni delle comunità locali che per aumentare l’attrattività turistica del territorio“.

Gli antichi borghi di Valle Camonica

Conosciamo meglio i borghi di Valle Camonica, protagonisti della strategia di sviluppo locale ‘Strategia Parco delle Dolomiti Camune‘, partendo da Angolo Terme, di origine celtica, che comprende i centri abitati di Angolo, Anfurro, Mazzunno e Terzano. Grazie alla vicinanza del Lago Moro e agli impianti sciistici del Comprensorio Presolana, ha visto lo sviluppo di attività termale e turistica. Dal punto di vista architettonico, si fanno notare il Castello Federici del XVI secolo, Palazzo Morosini, Palazzo Laini, la Parrocchiale di San Lorenzo Martire, la Chiesa di San Silvestro, e la Chiesa degli Alpini.

Borno, in media Valle Camonica, è un tipico borgo montano, immerso nel verde di boschi e prati a 921 metri di altitudine. Oasi di relax e pace, è un “paese senza tempo” dove passeggiare tra le strette vie lastricate ammirando le torri medievali, gli antichi cortili, le fontane e le innumerevoli chiese tra cui spicca la settecentesca Chiesa dei Santi Giovanni Battista e Martino.

Cerveno, alle pendici dell’imponente montagna di roccia calcarea Concarena, stupisce e affascina con il complesso sacro della Parrocchiale di San Martino e il Santuario della Via Crucis, mentre Losine è tutt’oggi intriso di leggende e reperti romani che raccontano gesta di epoche passate: da vedere la Parrocchiale del Sacro Cuore con facciata barocca e la Parrocchiale Vecchia di San Maurizio, ampliata nel XVIII secolo.

Radici millenarie sono anche quelle del borgo di Malegno, con le suggestive statue stele di località Bagnolo risalenti al XI secolo. Da non perdere il Museo Etnografico del Ferro “Le Fudine”, la Parrocchiale di Sant’Andrea Nuova dei primi del Settecento e la Chiesa di Sant’Andrea Vecchia impostata su un edificio del XIII secolo in stile romanico.

Ossimo è composto da due nuclei, Ossimo Superiore e Ossimo Inferiore, e di notevole importanza è il Museo Etnografico della Valle Camonica inaugurato nel 1995, mentre Piancogno è  formato dalle 3 frazioni di Piamborno, Cogno e l’Annunciata.

Infine, Ono San Pietro (che risale alla fine del XIII secolo) propone da vedere la Calchera, antico forno per la produzione di calce, la Chiesa di San Pietro in Circolo del XV secolo e la Parrocchiale di San Alessandro martire ricostruita alla fine del XVIII secolo.

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Il Sentiero della Foresta in Val di Fassa, vera meraviglia del in Trentino

Tra le maestose cime delle Dolomiti del Trentino Nord-Orientale sorge la Val di Fassa, dove durante la bella stagione i prati si riempiono di verde e di fiori colorati che emozionano tutti, e che invitano i visitatori a lasciarsi andare al benessere a 360 gradi. Questo è il momento perfetto per dedicarsi a passeggiate alla scoperta della sua natura più autentica, percorsi semplici da poter fare in famiglia e che trasmettono un forte senso di bellezza e rinascita. È il caso del Sentiero della Foresta in Val di Fassa, un tragitto alla portata di tutti e che vi lascerà senza fiato.

Il Sentiero della Foresta in Val di Fassa: informazioni utili

Il Sentiero della Foresta in Val di Fassa si caratterizza per essere una passeggiata panoramica in quota da poter effettuare da soli ma anche con il passeggino da trekking o con lo zaino porta bimbo.

Si parte dalla funivia di Vigo, una moderna struttura che inizia proprio dal centro del paese e che raggiunge in pochi minuti la conca del Ciampedie, una terrazza naturale – quasi sempre soleggiata – situata a circa a 2.000 metri di altezza: da qui la vista sulle Dolomiti e la Val di Fassa è a dir poco emozionante.

Una volta arrivati a Ciampedie, rifugio situato nel bel mezzo dell’omonimo altipiano e circondato da un magnifico bosco di larici e abeti, occorre scendere una breve rampa e risalire poi verso il Rifugio Negritella, il preciso punto di partenza del Sentiero della Foresta in Val di Fassa.

Sentiero della Foresta in Val di Fassa: itinerario

Il magnifico Sentiero della Foresta è il numero 540 e si fa amare fin da subito perché si presenta ampio e pianeggiante. Per iniziare questa affascinate passeggiata occorre attraversare la pista da sci, per poi immergersi in un magnifico bosco dove svettano fieri numerosi pini cembro.

Proseguendo a passo lento si vive la sensazione di essere in un posto da fiaba, perché il percorso è completamente circondato da guglie frastagliate e dalle fratture rocciose che impreziosiscono le pareti del Larsec. Ad Ovest, invece, ad attirare l’attenzione è l’imponente parete Est del Catinaccio, un massiccio montuoso che non passa di certo inosservato.

Dopo aver attraversato questo tratto costellato di giganti di pietra, occorre uscire dal bosco osservando alcune baite, per poi arrivare in pochi minuti ai rifugi della conca di Gardeccia, dove termina il bellissimo Sentiero della Foresta in Val di Fassa.

Un percorso tematico dedicato alla natura d’alta montagna

Grazie a una passeggiata lungo il Sentiero della Foresta è possibile affrontare un percorso tematico dedicato alla natura d’alta montagna. Per far immergere ancora di più i viandanti in questa incredibile magia, ci sono 24 piccoli totem informativi lungo tutto il tracciato, ognuno dei quali racconta una curiosità sul favoloso ambiente circostante e sugli esseri viventi che dimorano in questa magnifica zona d’Italia.

Le tappe tematiche sono così suddivise:

  1. Il paesaggio della montagna;
  2. L’acqua;
  3. L’albero e l’acqua;
  4. Le montagne e le rocce;
  5. Le radici degli alberi;
  6. Quanta vita sottoterra;
  7. Quanto sono lunghe le radici degli alberi?;
  8. E quanto sono utili!;
  9. Il mondo del bosco;
  10. Quanti anni hanno questi alberi?;
  11. Il lungo viaggio del Pino Cembro;
  12. Il racconto del piccolo Cirmolo;
  13. L’albero sul sasso;
  14. Quanta buona aria!;
  15. I messaggi della ceppaia;
  16. La resina;
  17. Sul sasso il cammino della vita;
  18. Perché i rami bassi delle piante perdono le foglie e si seccano?
  19. La ferita del fulmine;
  20. I licheni sulla corteccia;
  21. Il bosco è la casa degli animali;
  22. Il silenzio ed i suoni del bosco;
  23. L’albero a terra;
  24. L’utilizzo del bosco.

Il Sentiero della Foresta in Val di Fassa è un percorso adatto a tutti e da fare assolutamente almeno una volta nella vita, ma è bene sapere che la Val di Fassa offre altrettanti magnifici itinerari da poter intraprendere in famiglia. Ne sono degli esempi il Percorso Sensoriale di Fango, un tragitto ad anello che permette di camminare a piedi nudi nel bosco, e il Sentiero degli Animali, il percorso all’Alpe Lusia pieno statue di animali nascoste, di giochi e di indovinelli.

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I più bei trekking da fare sulle Dolomiti

Le Dolomiti sono il fiore all’occhiello dell’Italia. Patrimonio Unesco dal 2009, questa iconica catena montuosa modellata da vento, aria e acqua nel corso dei secoli, si estende su tre regioni del nostro arco alpino: Trentino-Alto Adige, Veneto e Friuli-Venezia Giulia.

Sono anche chiamate “monti pallidi” per via del loro colore chiaro dovuto ai coralli e ai fossili marini emersi dal mare primordiale 250 milioni di anni fa. Al tramonto, si colorano di rosa dando origine al fenomeno dell’Enrosadira.

Le Dolomiti sono le montagne più monumentali di qualsiasi altro rilievo, uno spettacolo della natura. Possiamo tranquillamente dire che sono le più belle montagne del mondo.

Le cime delle Dolomiti sfiorano i tremila metri di altitudine e tra i gruppi montani più famosi e spettacolari come le Tre Cime di Lavaredo, la Marmolada, il Catinaccio, il Rosengarten-Latemar, le Pale di San Martino e le Dolomiti di Brenta, si trovano alcune delle più belle località turistiche, note per le piste da sci, ma anche per i sentieri che si possono percorrere nella bella stagione.

La nostra guida scaricabile comprende alcuni dei sentieri più famosi adatti a ogni livello di preparazione atletica da percorrere.

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Alleghe, in un contesto naturale unico

È un contesto naturale unico e straordinario quello che accoglie il grazioso paesino montano di Alleghe, in provincia di Belluno, sulle rive del lago omonimo e vegliato dal maestoso Monte Civetta di ben 3220 metri.

Siamo nel cuore delle Dolomiti Patrimonio UNESCO, in un’amena località pioniera del turismo e dell’alpinismo, godibile in tutte le stagioni e, in inverno, anche per chi non scia: sì perché le innumerevoli occasioni per praticare sport all’aria aperta in un ambiente incontaminato, la ricchezza della gastronomia tipica, il lago e i colori della natura invitano a una rigenerante vacanza a 360 gradi.

Le attrazioni di Alleghe per amare la natura e le Dolomiti

Vivere Alleghe significa immergersi appieno nella bellezza, nei suoni, nel silenzio e nel fascino indiscusso delle “montagne più belle d’Italia” e delle perle di cui sono custodi.

Dopo una passeggiata in Piazza Kennedy, centro pulsante del paese su cui si affacciano ristoranti, hotel, negozietti di souvenir, noleggio sci e la caratteristica Chiesa di San Biagio, in stile gotico-alpino con alto campanile a punta con affresco che ritrae il santo, è tempo di escursioni e passeggiate. Prima tra tutte quella che gira attorno al Lago di Alleghe, 5 chilometri per due ore di cammino su asfalto, sterrato e sentieri nel bosco con l’occasione di ammirare l’abitato da differenti prospettive e di concedersi un piacevole picnic sulle sponde.

Il lago, non a caso, è il fiore all’occhiello della zona, nato da una frana che, nel 1771, precipitò dal Monte Piz ostruendo il corso del torrente Cordevole e formando, così, una diga naturale. Oggi meta turistica per eccellenza, in estate è anche navigabile: è possibile noleggiare barche e pedalò oppure cimentarsi con il windsurf, la vela e il kayak.
Durante la stagione invernale, invece, quando la superficie lo permette si trasforma in un’entusiasmante pista di pattinaggio.

Mentre percorrete il classico “giro del Lago di Alleghe” prevedete una deviazione per arrivare alla cascata del Masarè (Cascata Ru de Rialt), una delle frazioni del paese, un piccolo ma suggestivo salto d’acqua che merita una sosta: dal centro, sono venti minuti di sentiero che si snoda prima tra le case e poi nel bosco.

Altro lago da ammirare, sempre sotto l’egida del Civetta, è il Lago del Coldai, raggiungibile solo a piedi partendo da Col dei Baldi con un’ora e mezza di cammino e l’incontro con il Rifugio Coldai dove assaporare la cucina di montagna.

E le sorprese non finiscono qui.

Una vista mozzafiato del Monte Civetta (in particolare al tramonto) la dona il punto di osservazione del ponte sul Cordevole a Caprile, frazione a 1023 metri, mentre uno sguardo indimenticabile sul Lago di Alleghe dall’alto incorniciato dalle vette diventa realtà da Bramezza, “villaggio fantasma” nel comune di Rocca di Pietore, dove il tempo si è davvero fermato.

Cosa fare ad Alleghe, non solo sci

Vero paradiso per le vacanze attive in ogni periodo dell’anno, Alleghe incontra i gusti e le esigenze di tutti, non soltanto degli sciatori.

Certo, lo sci è punta di diamante del territorio: qui ci troviamo in una delle località di spicco del comprensorio sciistico Ski Civetta con 80 chilometri di piste di svariati livelli e oltre 20 impianti di risalita, nonché parte del circuito Dolomiti Superski che offre la possibilità di accedere a 12 diversi comprensori con un unico skypass.
Ed è un must per lo sci alpino, lo sci di fondo e di discesa, il freestyle, lo snowboard, le ciaspolate, il carving e le gite in motoslitta.

Ma le attività da praticare sono davvero molte a partire dal pattinaggio sul ghiaccio e dall’hockey per arrivare a splendide e facili camminate fino ai più impegnativi percorsi da trekking in quota.

Non dimentichiamo, infine, il grande richiamo delle ferrate e delle arrampicate tra cui la leggendaria “conquista del Monte Civetta” e l’avvento delle mountain bike su mulattiere, single track, sterrate e sentieri.

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Lienz: una delle cittadine più suggestive d’Austria

A non troppa distanza dal confine italiano sorge una cittadina che per la sua indiscutibile bellezza è chiamata la “Perla delle Dolomiti”. Il posto in questione è Lienz, una località dai profili fiabeschi e che è in grado di regalare tutto quello che si cerca: storia, natura, attrazioni, cultura, neve e piste da sci che allietano gli ospiti di qualsiasi età.

Cosa aspettarsi

Lienz è una pittoresca cittadina austriaca che sorge nell’omonimo distretto che è parte del Tirolo Orientale, del quale è capoluogo e centro maggiore. La città vecchia si sviluppa alla confluenza di più valli dominate dalle Dolomiti di Lienz, e sono le valli Drautal, Val Pusteria ed Iseltal.

Una località che sa far emozionare per i suoi paesaggi immacolati e per il suo clima prevalentemente (e sorprendentemente) mite. Vi basti pensare che un altro suo soprannome è “Sonnenstadt”, che tradotto vuol dire “Città del sole”.

A far perdere definitivamente la testa ai visitatori è la vasta gamma di offerte che riguardano la cultura e lo shopping e tutte le bellissime attrazioni che ci sono da conoscere nel centro storico, che nei mesi estivi è esclusivamente destinato ai pedoni.

Cosa vedere a Lienz

La cittadina di Lienz si presenta al visitatore come un posto che sembra uscito direttamente da un libro di fiabe. Il consiglio è quello di iniziare la visita dalla sua piazza principale, Hauptplatz, dove svettano antiche case piene di portici. Al centro di essa è impossibile non notare  la fontana di S. Florian, ma assai suggestivo è anche il Liebburg, un edificio con due torri dalle cupole a bulbo che oggi è sede del municipio e simbolo della città.

Lienz. centro storico

Fonte: iStock – Ph: FooTToo

Il centro storico di Lienz

Poi ancora la vie Rosengasse e Messinggasse in cui trovare tantissimi negozi. Un tempo era il quartiere industriale di Lienz, mentre oggi ogni settimana è la sede del mercato cittadino dove si possono acquistare le migliori specialità del territorio. Volete dei gustosi esempi? Lo Speck del Tirolo Orientale, i “Schlipfkrapfen”, il “Pregler” (grappa) e molto altro ancora.

Johannesplatz è probabilmente la piazza più affascinante di Lienz perché particolarmente estesa e contornata di edifici color pastello. Un’altra piazza molto graziosa è Eropaplatz, al centro della quale si staglia la statua dedicata a Josef II.

Molto interessanti sono anche la Chiesa e il Convento dei Francescani che al loro interno conservano una pregiata navata gotica ornata da bellissimi affreschi. In posizione un po’ defilata rispetto al centro storico, il complesso offre anche una biblioteca e un centro di aggregazione.

Da non perdere è anche il monumento della lotta per la libertà del Tirolo situato in Schweizer Gasse. Da qui è facilissimo raggiungere con una breve passeggiata la Chiesa di St. Andrea, ovvero la più antica di Lienz.

Obbligatorio entrare all’interno, dove sarà impossibile non notare l’altare maggiore in stile barocco. Proprio qui, inoltre, sono sepolti gli ultimi conti di Gorizia.

E poi il monumento più emozionante in assoluto della città: il castello di Bruck, edificato su un’affascinante altura. Oggi è la sede del Museum der Stadt Lienz dove scoprire notevoli collezioni di opere d’arte e una cappella decorata con affreschi gotici. Ma la verità è che ha alle spalle una storia assai movimentata, iniziata nel 1252 e arrivata fino ai giorni nostri, periodo in cui si è trasformato nel museo più imponente della città circondato da un parco idilliaco.

Nei pressi di Lienz da non perdere è l’unica città romana del Tirolo, Aguntum, in cui prende vita un museo dove si possono ammirare numerosi reperti del sito archeologico, poi ancora le antiche mura, le case di un tempo e le terme.

Castello di Bruck, Lienz

Fonte: iStock

Un bellissima veduta del Castello di Bruck

Viaggio Lienz in inverno

Lienz è la “Perla delle Dolomiti” non solo per la sua innegabile bellezza, ma anche perché è una meta ideale per chi ama gli sport invernali. Da queste parti, infatti, esistono due stazioni sciistiche principali, Hochstein e Zettersfeld, che spesso ospitano competizioni internazionali come la Coppa del Mondo di sci alpino e i Campionati mondiali di snowboard.

Il comprensorio sciistico di Zettersfeld, che per la sua posizione e bellezza è soprannominato “la terrazza soleggiata dell’Osttirol”, è amato proprio per il grandioso panorama che offre sulle Dolomiti circostanti, ma anche perché il più delle volte possiede le condizioni ottimali per gli sciatori, snowboarder, famiglie e principianti.

Non è di certo meno emozionante il comprensorio sciistico di Hochstein: ci sono ben 7 chilometri di discese che finiscono direttamente in città. Soddisfazione la avranno anche coloro che amano lo sci di fondo che qui ha una lunga tradizione. Un esempio di tutto ciò è la leggendaria gara Dolomitenlauf che prende vita ogni annoi a gennaio.

E poi il Natale, che si mostra in tutta la sua magia nella piazza principale di Lienz che si riempie di visitatori interessati a comprare prodotti nel tradizionale mercatino di Natale, come una tazza di caldo vin brulé, un pezzetto di zelten tirolese o krapfen freschi e dolci natalizi.

Lienz durante la bella stagione

La “Perla delle Dolomiti” è una meta assai interessante durante l’inverno, ma nei mesi più caldi le emozioni, probabilmente, raddoppiano.

I suoi dintorni – ma ad essere del tutto onesti il Tirolo in generale – sono un paradiso per chi desidera dedicarsi alle escursioni in montagna, in particolare nel Zettersfeld. Proprio da qui, infatti, inizia il Parco Nazionale degli Alti Tauri che, oltre a offrire la zona più soleggiata di tutta l’Austria, permette di intraprendere un numero pressoché infinito di sentieri in mezzo alla vegetazione più pura.

Ci sono poi interessanti piste ciclabili come la Drauradweg lungo la Drava, la Iseltalradweg o la Glocknerradweg. Chi preferisce la mountain bike, invece, avrà l’imbarazzo della scelta perché esistono ben 600 chilometri di appositi tracciati.

Partendo da Lienz, si possono raggiungere anche altre bellezze dalla zona come l’Hochstein che offre tantissime possibilità di escursioni, rifugi e malghe.

Assai affascinante è anche la Gola Galizia da raggiungere attraverso un sentiero panoramico che permette di ammirare il paesaggio circostante in tutto il suo splendore.

La bellezza di Lienz, quindi, non si esaurisce nel suo centro storico, perché anche la natura da cui è abbracciata è un susseguirsi di meraviglie ed emozioni.

Cosa fare a Lienz

Fonte: iStock

Veduta dall’alto di Lienz
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Mercatino di Natale di Ortisei, in Val Gardena: date e info

L’Avvento è iniziato e il “conto alla rovescia” per le Feste più magiche dell’anno è ormai una piacevole realtà: a impreziosire le giornate di dicembre, oltre alle luminarie, alle musiche tradizionali e a una vibrante atmosfera che si percepisce nell’aria, arrivano come sempre i mercatini natalizi, un appuntamento fisso per scoprire l’oggettistica più svariata e sapori inconfondibili.

Tra i più rappresentativi, spicca senza dubbio il Mercatino di Ortisei, autentico “Paese del Natale” nella favolosa cornice montana della Val Gardena, che profuma di artigianato artistico e di tradizioni ladine.

Il Mercatino di Natale di Ortisei 2023-2024

Capoluogo della Val Gardena, sotto le Feste Ortisei si trasforma e sprigiona una bellezza incantata, che scalda i cuori dei bambini di tutte le età: l’area pedonale del centro, vestita di luci e di colori, tra maestosi Alberi di Natale, decorazioni in legno e luminarie, diventa il palcoscenico dell’imperdibile Mercatino di Natale anche per il 2023-2024, contraddistinto dalle inconfondibili baite, le “Lodenlounges”.

È questo il luogo perfetto per vivere la vera e magica atmosfera natalizia, nell’abbraccio delle cime innevate, respirando la frizzante aria di montagna mentre si passeggia senza fretta tra una casetta in legno e un’altra, con in mano una fumante tazza di vin brulè e/o una golosa fetta di strudel: non mancano specialità locali, sculture in legno realizzate a mano, addobbi, souvenir, inedite idee regalo, vini altoatesini, liquori pregiati e tanto altro ancora.

Ad accompagnare il tutto, le coinvolgenti manifestazioni in cui si esibiscono gruppi e musicisti locali con musiche, cori e corni di montagna, spettacoli unici che consentono di godere appieno momenti davvero preziosi, l’apertura giornaliera di una finestrella del Calendario dell’Avvento, la giostra natalizia con quattro cavalli di legno (in Piazza Sant’Antonio), e la cassetta postale in cui i bambini potranno imbucare la loro letterina a Gesù Bambino (in Piazza Stetteneck).

In più, tutti i giovedì dell’Avvento, i bambini e i ragazzi di Ortisei, travestiti da contadini, bussano alle porte delle case per intonare la Tlecanocht, canzone che, in cambio di qualche dolcetto o soldino, augura la felicità

Le date e gli orari

Dal 1 dicembre 2023 al 7 gennaio 2024, Ortisei veste i panni del “Paese di Natale” con l’apertura del tipico Mercatino in pieno centro pedonale, osservando i seguenti orari: dal lunedì al giovedì lo stand gastronomia sarà aperto dalle ore 15.00 alle ore 20.00 mentre dal venerdì alla domenica dalle ore 11.00 alle ore 20.00 (inclusi il 24, 25, 26 dicembre e il 7 gennaio 2024); lo stand commercio, invece, dal venerdì alla domenica dalle 11.00 alle 19.00 (il 24 dicembre dalle 11.00 alle 16.00, chiuso il 25, il 26 e il 7 gennaio dalle 15.00 alle 19.00).

La Mostra dei Presepi

Tra gli appuntamenti più sentiti del Natale a Ortisei spicca l’emozionante Mostra di Presepi, scolpiti a mano dagli artisti locali, nei locali del centro culturale “Luis Trenker”.

L’ingresso è libero e sono più di trenta le opere esposte tutti i giorni dal 1 dicembre al 7 gennaio 2024, dalle ore 10.00 alle 12.30 e dalle ore 16.00 alle 19.00.

In tutta la Val Gardena, famosa a livello internazionale per le sue pregevoli opere in legno, l’allestimento del Presepe è da sempre un rito molto sentito: come vuole la tradizione, Gesù Bambino viene posto nella mangiatoia la sera della Vigilia di Natale mentre i Re Magi fanno il loro ingresso il 6 gennaio.

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Benvenuti nella Valle di Natale: dove la magia prende vita

E se vi dicessimo che in Italia esiste una valle incantata che a Natale si trasforma in una favola tutta da vivere? Un sogno a occhi aperti, questo, dove l’immaginazione diventa reale e dove i paesaggi che già conosciamo si trasformano in cartoline di immensa bellezza tutte da vivere e da condividere.

Ci troviamo tra le montagne più belle delle Dolomiti, quelle che sono state dichiarate Patrimonio dell’Umanità dall’Unesco, le stesse che si preparano a indossare il loro abito più bello per accogliere viaggiatori provenienti da ogni parte del mondo. Perché proprio qui, in Val Gardena, sta per prendere vita una fiaba straordinaria, quella di Natale. Pronti a partire?

La Valle di Natale in Italia

C’è qualcosa di magico che sta succedendo intorno a noi, proprio adesso che il calendario segna l’arrivo di dicembre. Le strade, i quartieri e le piazze di molte città del mondo si stanno accendendo di magia. Luci colorate, decorazioni sontuose, atmosfere scintillanti e profumi inebrianti: è il miracolo di Natale che prende vita.

È questo il momento perfetto per organizzare viaggi inediti e straordinari e raggiungere tutte quelle destinazioni che, in questo periodo, si stanno trasformando in una favola da vivere. Non c’è bisogno però di allontanarsi poi così tanto perché anche il Bel Paese si è appropriato dello spirito di Natale e lo ha fatto in grande stile.

Uno degli indirizzi di Natale più imperdibili quest’anno, infatti, è quello che ci porta a Ortisei, a Selva di Val Gardena e a Santa Cristina, tre comuni incastonati nelle Dolomiti che, a partire dal 1° dicembre, daranno vita a una Valle di Natale di incredibile bellezza. Ecco tutti gli eventi da non perdere.

Il Natale in Val Gardena

Fonte: Ufficio Stampa

Il Natale in Val Gardena

Mercatini, tradizioni ed esperienze sensoriali: gli eventi da non perdere

Molto più di una manifestazione, la Valle di Natale è un’esperienza sensoriale che incanta lo sguardo e riscalda il cuore. Qui, tra mercatini tradizionali, prodotti di artigiano, prelibatezze locali e atmosfere scintillanti, sarà possibile toccare con mano tutta la magia dell’Avvento.

Sono tre gli indirizzi da segnare in agenda. Il primo, Ortisei, è stato ribattezzato il Paese di Natale. A partire da venerdì 1° dicembre, infatti, il comune italiano ospiterà un mercatino straordinario che permetterà ai viaggiatori di immergersi in un’atmosfera fiabesca e di soddisfare il palato con tutta una serie di prelibatezze caratteristiche locali. Non mancheranno, ovviamente, manifestazioni folcloristiche e tradizionali che intratterranno tutte le persone durante i giorni dell’Avvento.

Altra tappa imprescindibile della Valle di Natale è Selva Val Gardena. Proprio qui, infatti, verrà inaugurata Mountain Christmas: una striscia di luci lunga 350 metri alla quale saranno appese piccole cabine di una funivia in legno. A fare da cornice all’atmosfera, le immancabili casette di legno del mercatino di Natale che inaugurerà giovedì 7 dicembre.

Ultima destinazione, ma non per importanza, è Santa Cristina in Val Gardena. Il piccolo borgo incastonato tra le montagne si trasformerà in un magico villaggio natalizio dove si potrà passeggiare avvolti da melodie del Natale e dai profumi dei biscotti alla cannella e del vin brulé che si diffondo nell’aria. Gli appuntamenti, da segnare in agenda, sono il 10 e il 17 dicembre.

Val Gardena – la Valle di Natale delle Dolomiti

Fonte: Ufficio Stampa

Val Gardena – la Valle di Natale delle Dolomiti
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Val Ciamin, la più solitaria valle altoatesina dove regna il silenzio

C’è una splendida valle, tranquilla, solitaria, poco conosciuta e incredibilmente romantica, che regala uno dei panorami più belli delle Dolomiti. Tra il gorgoglìo dei ruscelli, le altissime cime che fanno da cornice e i prati verdeggianti, questa piccola valle racchiude tutte le bellezze naturalistiche dell’Alto Adige in pochi chilometri quadrati.

È la Val Ciamin, nellAlpe di Siusi, stretta tra due dei massicci più iconici e imponenti dei “monti pallidi”: il Catinaccio – che in tedesco, Rosengarten, giardino di rose, suona molto più poetico – e lo Sciliar, il simbolo delle Dolomiti dell’Alto Adige, che, insieme, formano il Parco Naturale Sciliar-Catinaccio. Un territorio meraviglioso a dir poco, ricco di scorci suggestivi e di antiche leggende.

Alla scoperta della Val Ciamin

La Val o Valle Ciamin (o Tschamin) è una piccola valle che, dal Comune di Tires, una frazione di Fiè allo Sciliar, si insinua alle pendici dello Sciliar e del Rosengarten-Catinaccio fino ai rifugi Bergamo e Alpe di Tires. La si percorre a piedi o in mountain bike (o e-mountain bike, se volete fare meno fatica, specie nel secondo tratto che è piuttosto ripido). Nel periodo estivo, l’ufficio del turismo di Tires organizza escursioni guidate a piedi o in e-bike nella valle.

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Fonte: @IDM Südtirol Alto Adige – Harald Wisthaler

Il profilo inconfondibile dello Sciliar

L’intero itinerario, che è lungo circa otto chilometri e ha un dislivello di mille metri, è più semplice e piuttosto pianeggiante nella prima metà del cammino, quindi adatto a tutti, anche ai passeggini, mentre a circa metà strada inizia a inerpicarsi su per la montagna e sono consigliati, oltre ai bastoncini, anche una buona dose di allenamento. Ma lo sforzo vale assolutamente la pena. Poi capirete perché.

A piedi nella valle

Alla partenza del sentiero che prende il via da Bagni di Lavina Bianca, una frazione di Tires al Catinaccio dalla cui cava, sin dal XIX secolo, viene estratta la ghiaia bianca, c’è una malga, la Tschamin Schwaige, dove rifocillarsi prima di mettersi in cammino. Poi, fino al rifugio Bergamo, alla fine di questa incantevole valle dolomitica, che si trova a 2.165 metri d’altezza, non c’è più nulla, se non qualche tavolo di legno dove fare una sosta ristoratrice un pic-nic nelle belle giornate di sole, ma solo splendide cime dolomitiche e altipiani.

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Fonte: @Seiser Alm Marketing – Werner Dejori

Camminare lungo la selvaggia Val Ciamin

Il rifugio si trova nella zona più tranquilla dell’area dello Sciliar-Catinaccio e domina dall’alto la selvaggia e solitaria Val Ciamin. Il rifugio offre alloggio per 70 persone e fermarsi per la notte è una delle esperienze più belle che si possano fare. Il panorama al tramonto (o all’alba, per chi ce la fa a svegliarsi presto) sui “monti pallidi” che, per via di un’antica leggenda, si colorano di rosa e sulla cima di Valbona (3.033 metri) è uno dei più magici che esistano non soltanto in Italia ma al mondo.

Inoltre, lassù, senza alcun inquinamento luminoso, si possono ammirare delle meravigliose stellate. Chi desidera percorrere il sentiero in giornata, invece, può approfittare di un caldo pasto tipico tirolese nell’antica stube di legno.

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Fonte: @SiViaggia – Ilaria Santi

La radura Rechter nella Val Ciamin

La Valle Ciamin corre lungo l’omonimo rio Ciamin, che nasce sottoterra ed esce dalle rocce nella valle e scorre costeggiando baite di legno, attraversando distese di pascoli verdi e fioriti a primavera, come la spettacolare radura Rechter Leger, e boschi di sempreverdi e di abeti rossi. Questo cammino si può fare tutto l’anno. Quando c’è la neve, è perfetto per una splendida ciaspolata, specie nelle giornate di sole.

La leggenda di Re Laurino

A molti piace credere che il Catinaccio si tinga di rosa all’ora del tramonto per via di un’antica leggenda locale, quella del giardino di Re Laurino, un sovrano a capo di una comunità di piccolissimi esseri viventi in un mondo dominato da giganti che viveva sul Catinaccio. Un giorno, il re, innamorato di Simhild, una giovane promessa a un altro uomo, però, decise di rapirla e di portarla nel suo castello di pietra.

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Fonte: @IDM Südtirol Alto Adige – Clemens Zahn

Lo spettacolo del Catinaccio-Rosengarten sulle Dolomiti

Laurino sperava di conquistarla grazie al suo magnifico giardino dove fiorivano meravigliose rose rosse protette da un filo di seta dorato. Per liberare la promessa sposa, il fidanzato della principessa chiese aiuto a Dietrich von Bern, re dei goti che, insieme ai suoi guerrieri, partì subito alla volta del castello, strappò il filo di seta del giardino e calpestò le rose. Re Laurino indossò una cappa magica che lo rese invisibile e invincibile, ma durante la battaglia von Bern riuscì a strappargli la cintura e lo sconfisse.

La giovane fu liberata e anche Re Laurino riuscì a fuggire. Con una formula magica trasformò il giardino di rose in pietra. Nessuno, né di giorno né di notte avrebbe dovuto rivedere lo splendore delle rose. Al posto del giardino non rimase che nuda e pallida roccia. Tuttavia, nella formula magica Laurino si scordò di menzionare il crepuscolo, pertanto, per pochi istanti, a quell’ora, si può ancora ammirare lo splendore delle rose sul Catinaccio.

La sorgente magica

Lungo il cammino s’incontra una sorgente d’acqua diversa dalle altre, si dice infatti che sia miracolosa. L’antica sorgente di Hohen Steg era stata sepolta da una frana ed è stata riscoperta solo di recente, oggi è famosa nella valle per i suoi effetti curativi.

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Fonte: @SiViaggia – Ilaria Santi

Il rio Ciamin che corre lungo tutta la valle

Si racconta difatti che il vecchio lattoniere del vicino paese di Tires, un certo Robert, riuscì a curare i suoi disturbi gastrici grazie a questa magica acqua. Quando si passa di qui vale quindi la pena riempire la propria borraccia. Male sicuramente non fa.

È la stessa acqua che sgorga dalla sorgente di Bagni di Lavina Bianca, che veniva sfruttata ancora oggi dagli abitanti del posto per curare reumatismi, anemie e disturbi metabolici. Nel corso degli anni, Bagni di Lavina Bianca (in tedesco Weisslahnbad) ha richiamato un numero sempre maggiore di visitatori, che venivano appositamente per sottoporsi alle cure e per godere del magnifico paesaggio davanti al gruppo del Catinaccio.

Quando andare in Val Ciamin

La Val Ciamin è percorribile tutto l’anno. D’inverno si può camminare nella neve con le ciaspole ma il rifugio Bergamo chiude per la stagione (apre da giugno). Il periodo migliore per andarci è sicuramente dalla primavera fino all’autunno, quando iniziano le belle giornate di sole e si può passeggiare al fresco, magari rinfrescando i piedi nelle fresche acque del rio Ciamin che corre lungo il percorso.

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Fonte: @Annelies Stifter

Il rifugio Bergamo che domina la Valle Ciamin

A primavera i prati fioriti sono uno spettacolo per i sensi tra colori e profumi che si respirano e che si ritrovano nel gusto dei deliziosi formaggi che vengono prodotti direttamente nelle malghe. Basta camminare a piedi nudi nei prati per godere di momenti di incredibile relax.

In autunno, la valle si tinge dei colori più caldi, in una tavolozza che sfuma dal verde dei sempreverdi al giallo, oro e rosso dei boschi. Questa è anche la stagione del Törggelen che ha inizio a ottobre e che dura fino alla fine di novembre, quando i contadini aprono le porte delle tradizionali Buschenschank, le osterie altoatesine, per offrire i più classici prodotti agricoli caratteristici dell’autunno.

A tavola si servono le tipiche Kartoffelpuffer, frittelle di patate, zuppa d’orzo, canederli o mezzelune ripiene di erbe insieme a costine di maiale e insaccati, accompagnati da canederli e crauti. Si finisce sempre con le castagne arrosto e un bicchiere di vino novello, che è poi il prodotto che ha dato origine a questo evento.

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Fonte: @Seiser Alm Marketing – Werner Dejori

I picchi dolomitici in fondo alla Val Ciamin

Il Törggelen è una tradizione nata proprio nell’Alpe di Siusi e nella Val Venosta, rimasta viva qui ma diffusa poi in tutto l’Alto Adige ed è strettamente legata alla storia del vino. Il termine Törggelen deriva da “Torggl” (dal latino torquere, torcere) e indica il torchio di legno che veniva usato nelle cantine dei contadini per la spremitura dell’uva.

Anticamente, gli ospiti che si recavano nei Buschenschank per degustare il vino novello si portavano il proprio cibo. Oggi a tutti piace la comodità di e la curiosità di gustare gli stessi piatti cucinati da cuochi diversi, perché ognuno ha poi la propria variante. Uno ottimo motivo per organizzare subito un weekend in questa inesplorata valle altoatesina.

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Lago di Mosigo, un piccolo capolavoro artificiale

Le nostre monumentali Dolomiti sono in grado di creare scenari affascinanti e romantici come pochi altri luoghi al mondo. Tra le loro cime pallide che diventano rosa con le luci del tramonto, spesso si nascondo laghi così belli che fanno persino da set cinematografici. Alcuni sono naturali, altri sono invece stati creati dall’uomo. Di questa seconda condizione fa parte il Lago di Mosigo, un piccolo capolavoro artificiale circondato da uno scenario naturalistico a cui è praticamente impossibile resistere.

Dove si trova il Lago di Mosigo

Il Lago di Mosigo sorge a pochissima distanza da San Vito di Cadore, in provincia di Belluno, e per questo motivo da molti viene chiamato anche Lago di San Vito di Cadore.

Di primo impatto, vi sembrerà di trovarvi alle falde di uno specchio d’acqua particolarmente noto a tutti: il Lago di Braies. Sì, perché il Mosigo è davvero molto simile, soprattutto per quanto riguarda lo scenario naturalistico in cui è inserito. Le differenze sostanziali tra questi due magici invasi sono da riscontrare soprattutto nella loro grandezza e profondità.

Il Mosigo, infatti, potrebbe essere definito il “fratello minore” del Braies, in quanto più piccolo e meno profondo. In più anche qui, insieme alla natura emozionante e alle acque cristalline, è stato costruito un suggestivo chalet che è anche ristorante, pizzeria e albergo.

Cosa aspettarsi

Possiamo assolutamente affermare che il Lago di Mosigo è una piccola perla artificiale che si fa spazio tra le cime sontuose delle Dolomiti. Visitarlo è un’emozione, anche grazie alle stesse vette che si specchiano con eleganza nelle sue acque: c’è il profilo del Sorapiss, poi quello dell’Antelao e persino le linee del monte Croda Marcora.

D’estate è il posto perfetto per rilassarsi ascoltando i suoni della natura e passeggiando tra i boschi circostanti. D’inverno, invece, ha una luce diversa e preziosa grazie alla neve che abbellisce ancor di più il paesaggio che gli fa da cornice.

Come arrivare

Tutti, bambini compresi, possono arrivare con estrema facilità al Lago di Mosigo: basta semplicemente giungere a San Vito di Cadore, superare il centro in direzione direzione Cortina d’Ampezzo, ed ecco che sulla sinistra compaiono le indicazioni per scendere lungo una stradina che conduce direttamente al parcheggio del lago.

Un gioco da ragazzi, quindi, e per uno spettacolo dalla bellezza commovente che potrà essere visitata in pochi minuti, vista la minuta estensione del lago stesso.

Che attività si possono fare

Peccato che Mosigo che non faccia rima con relax, perché quest’ultima è la parola ideale per descrivere le sensazioni di pace che trasmette un posto come questo. O meglio, si possono fare tantissime diverse attività, ma in un paesaggio così poetico come quello che circonda questo lago dolomitico, non lasciarsi andare al benessere, magari leggendo un buon libro, è pressoché impossibile.

Ad ogni modo, il riposo non è l’unica attività possibile, poiché i dintorni del lago sono impreziositi da un grazioso parco giochi interamente fatto in legno che è il massimo per i bambini; zone attrezzate con strutture dove si può giocare a calcio, a tennis, a minigolf; pedane in legno per la pesca sportiva; una barca a remi per chi vuole navigare questo piccolo lago; un angolo picnic per gustare prodotti tipici in famiglia; ristorante, bar, albergo e chi più ne ha più ne metta.

In più, il Lago di Mosigo si rivela il perfetto punto di partenza per pedalare sulla famosa Lunga via delle Dolomiti, una pista ciclabile di circa 33 km che separa Cortina d’Ampezzo da Calalzo di Cadore. Pedalata dopo pedalata si è accompagnati da un percorso magnifico fatto di ponti, gole profonde, gallerie e vecchie stazioni.

Oppure, è possibile fare un’escursione a Mondeval, un luogo dalla grande importanza perché proprio qui è stato ritrovato lo scheletro di un uomo preistorico vissuto almeno 7500 anni fa, che oggi si può ammirare presso il Museo di Selva di Cadore.

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Lago di Fedaia, gioiello tra le Dolomiti

Non hanno certo bisogno di presentazioni le Dolomiti, le fiabesche vette Patrimonio UNESCO, i leggendari “Monti Pallidi” dove vivere appieno l’essenza della montagna e assaporarne l’incredibile atmosfera: sono lo scenario invidiabile di tanti paesini montani, valli verdeggianti e specchi alpini limpidissimi.

Qui non soltanto la natura, ma anche l’uomo ha contribuito a rendere il paesaggio un vero incanto. La dimostrazione? L’emozionante Lago di Fedaia, gioiello tra le Dolomiti di Fassa, al cospetto della Marmolada, un sogno a occhi aperti nato a seguito della costruzione della diga negli anni Cinquanta.

Alla scoperta del Lago di Fedaia, pura emozione

Lo straordinario lago alpino si dona a 2054 metri di quota, all’altezza dell’omonimo valico che unisce la provincia di Trento a quella di Belluno, ovvero la Val di Fassa con l’Agordino.

Ombreggiato dalla Marmolada, occupa quasi del tutto la spianata del Passo Fedaia, nel territorio di Canazei, altrettanto meraviglioso borgo montano in provincia di Trento.

In realtà, possiamo parlare di due laghi: il primo (che è anche il più grande) si è formato con la costruzione della Controdiga di Maria al Lago, alta 60 metri, mentre il secondo, più piccolo, è un bacino naturale nato dopo uno sbarramento morenico.

La diga si può percorrere anche in auto ma per arrivare alla sponda del lago, alle falde della Marmolada, si procede esclusivamente a piedi, lungo un ponte con lo sguardo rivolto sul blu delle limpide acque e il ghiacciaio della montagna.

Inoltre, in zona non mancano vari rifugi per fare piacevoli soste e rilassarsi all’aperto, in un contesto che pare emerso da un dipinto, magari gustando anche una golosa fetta di strudel oppure cremoso yogurt, senza mai perdere di vista i giochi di luce sul Lago di Fedaia.

Da non perdere, inoltre, il “Museo della Grande Guerra 1914-1918“, il Kriegsmuseum, testimonianza del crudo conflitto che si combatté tra le vette che abbracciano la Val di Fassa e, in particolare, sulla Marmolada: al suo interno, si possono vedere cimeli e reperti (ritrovati grazie al progressivo ritiro del ghiacciaio) tra cui uniformi, armi, kit di cucito e di pronto soccorso, una macchina da scrivere “Erika” e piastrine di riconoscimento dei caduti.

Cosa vedere e cosa fare

In un simile paradiso terrestre si potrebbe rimanere per ore a osservare, estasiati, la meraviglia del lago e delle cime cui fa da specchio.

Tuttavia, dal lago partono bellissime escursioni: il sentiero 606, ad esempio, porta dopo circa due ore di cammino al rifugio Pian dei Facconi a 2.626 metri mentre il percorso 601 conduce, in un’ora e mezza, al rifugio Viel del Pan a 2432 metri: da qui, dopo altri venti minuti, si raggiunge il rifugio Fredarola a 2390 metri e poi si scende al Passo Pordoi (2239 metri).

Altro itinerario che inizia dal Passo Fedaia consente di arrivare, invece, al rifugio Gorza (2478 metri) in cima a Porta Vescovo, seguendo il sentiero 698 e camminando per circa un’ora e mezza: volendo, si può proseguire per un’altra ora e mezza fino a giungere al rifugio Padon (2407 metri) e l’omonimo lago nelle vicinanze della “Ferrata delle Trincee” dove visitare le fortificazioni costruite dagli italiani e dalle truppe austro-ungariche durante la Prima Guerra Mondiale.