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Mercatino di Natale di Ortisei, in Val Gardena: date e info

L’Avvento è iniziato e il “conto alla rovescia” per le Feste più magiche dell’anno è ormai una piacevole realtà: a impreziosire le giornate di dicembre, oltre alle luminarie, alle musiche tradizionali e a una vibrante atmosfera che si percepisce nell’aria, arrivano come sempre i mercatini natalizi, un appuntamento fisso per scoprire l’oggettistica più svariata e sapori inconfondibili.

Tra i più rappresentativi, spicca senza dubbio il Mercatino di Ortisei, autentico “Paese del Natale” nella favolosa cornice montana della Val Gardena, che profuma di artigianato artistico e di tradizioni ladine.

Il Mercatino di Natale di Ortisei 2023-2024

Capoluogo della Val Gardena, sotto le Feste Ortisei si trasforma e sprigiona una bellezza incantata, che scalda i cuori dei bambini di tutte le età: l’area pedonale del centro, vestita di luci e di colori, tra maestosi Alberi di Natale, decorazioni in legno e luminarie, diventa il palcoscenico dell’imperdibile Mercatino di Natale anche per il 2023-2024, contraddistinto dalle inconfondibili baite, le “Lodenlounges”.

È questo il luogo perfetto per vivere la vera e magica atmosfera natalizia, nell’abbraccio delle cime innevate, respirando la frizzante aria di montagna mentre si passeggia senza fretta tra una casetta in legno e un’altra, con in mano una fumante tazza di vin brulè e/o una golosa fetta di strudel: non mancano specialità locali, sculture in legno realizzate a mano, addobbi, souvenir, inedite idee regalo, vini altoatesini, liquori pregiati e tanto altro ancora.

Ad accompagnare il tutto, le coinvolgenti manifestazioni in cui si esibiscono gruppi e musicisti locali con musiche, cori e corni di montagna, spettacoli unici che consentono di godere appieno momenti davvero preziosi, l’apertura giornaliera di una finestrella del Calendario dell’Avvento, la giostra natalizia con quattro cavalli di legno (in Piazza Sant’Antonio), e la cassetta postale in cui i bambini potranno imbucare la loro letterina a Gesù Bambino (in Piazza Stetteneck).

In più, tutti i giovedì dell’Avvento, i bambini e i ragazzi di Ortisei, travestiti da contadini, bussano alle porte delle case per intonare la Tlecanocht, canzone che, in cambio di qualche dolcetto o soldino, augura la felicità

Le date e gli orari

Dal 1 dicembre 2023 al 7 gennaio 2024, Ortisei veste i panni del “Paese di Natale” con l’apertura del tipico Mercatino in pieno centro pedonale, osservando i seguenti orari: dal lunedì al giovedì lo stand gastronomia sarà aperto dalle ore 15.00 alle ore 20.00 mentre dal venerdì alla domenica dalle ore 11.00 alle ore 20.00 (inclusi il 24, 25, 26 dicembre e il 7 gennaio 2024); lo stand commercio, invece, dal venerdì alla domenica dalle 11.00 alle 19.00 (il 24 dicembre dalle 11.00 alle 16.00, chiuso il 25, il 26 e il 7 gennaio dalle 15.00 alle 19.00).

La Mostra dei Presepi

Tra gli appuntamenti più sentiti del Natale a Ortisei spicca l’emozionante Mostra di Presepi, scolpiti a mano dagli artisti locali, nei locali del centro culturale “Luis Trenker”.

L’ingresso è libero e sono più di trenta le opere esposte tutti i giorni dal 1 dicembre al 7 gennaio 2024, dalle ore 10.00 alle 12.30 e dalle ore 16.00 alle 19.00.

In tutta la Val Gardena, famosa a livello internazionale per le sue pregevoli opere in legno, l’allestimento del Presepe è da sempre un rito molto sentito: come vuole la tradizione, Gesù Bambino viene posto nella mangiatoia la sera della Vigilia di Natale mentre i Re Magi fanno il loro ingresso il 6 gennaio.

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Benvenuti nella Valle di Natale: dove la magia prende vita

E se vi dicessimo che in Italia esiste una valle incantata che a Natale si trasforma in una favola tutta da vivere? Un sogno a occhi aperti, questo, dove l’immaginazione diventa reale e dove i paesaggi che già conosciamo si trasformano in cartoline di immensa bellezza tutte da vivere e da condividere.

Ci troviamo tra le montagne più belle delle Dolomiti, quelle che sono state dichiarate Patrimonio dell’Umanità dall’Unesco, le stesse che si preparano a indossare il loro abito più bello per accogliere viaggiatori provenienti da ogni parte del mondo. Perché proprio qui, in Val Gardena, sta per prendere vita una fiaba straordinaria, quella di Natale. Pronti a partire?

La Valle di Natale in Italia

C’è qualcosa di magico che sta succedendo intorno a noi, proprio adesso che il calendario segna l’arrivo di dicembre. Le strade, i quartieri e le piazze di molte città del mondo si stanno accendendo di magia. Luci colorate, decorazioni sontuose, atmosfere scintillanti e profumi inebrianti: è il miracolo di Natale che prende vita.

È questo il momento perfetto per organizzare viaggi inediti e straordinari e raggiungere tutte quelle destinazioni che, in questo periodo, si stanno trasformando in una favola da vivere. Non c’è bisogno però di allontanarsi poi così tanto perché anche il Bel Paese si è appropriato dello spirito di Natale e lo ha fatto in grande stile.

Uno degli indirizzi di Natale più imperdibili quest’anno, infatti, è quello che ci porta a Ortisei, a Selva di Val Gardena e a Santa Cristina, tre comuni incastonati nelle Dolomiti che, a partire dal 1° dicembre, daranno vita a una Valle di Natale di incredibile bellezza. Ecco tutti gli eventi da non perdere.

Il Natale in Val Gardena

Fonte: Ufficio Stampa

Il Natale in Val Gardena

Mercatini, tradizioni ed esperienze sensoriali: gli eventi da non perdere

Molto più di una manifestazione, la Valle di Natale è un’esperienza sensoriale che incanta lo sguardo e riscalda il cuore. Qui, tra mercatini tradizionali, prodotti di artigiano, prelibatezze locali e atmosfere scintillanti, sarà possibile toccare con mano tutta la magia dell’Avvento.

Sono tre gli indirizzi da segnare in agenda. Il primo, Ortisei, è stato ribattezzato il Paese di Natale. A partire da venerdì 1° dicembre, infatti, il comune italiano ospiterà un mercatino straordinario che permetterà ai viaggiatori di immergersi in un’atmosfera fiabesca e di soddisfare il palato con tutta una serie di prelibatezze caratteristiche locali. Non mancheranno, ovviamente, manifestazioni folcloristiche e tradizionali che intratterranno tutte le persone durante i giorni dell’Avvento.

Altra tappa imprescindibile della Valle di Natale è Selva Val Gardena. Proprio qui, infatti, verrà inaugurata Mountain Christmas: una striscia di luci lunga 350 metri alla quale saranno appese piccole cabine di una funivia in legno. A fare da cornice all’atmosfera, le immancabili casette di legno del mercatino di Natale che inaugurerà giovedì 7 dicembre.

Ultima destinazione, ma non per importanza, è Santa Cristina in Val Gardena. Il piccolo borgo incastonato tra le montagne si trasformerà in un magico villaggio natalizio dove si potrà passeggiare avvolti da melodie del Natale e dai profumi dei biscotti alla cannella e del vin brulé che si diffondo nell’aria. Gli appuntamenti, da segnare in agenda, sono il 10 e il 17 dicembre.

Val Gardena – la Valle di Natale delle Dolomiti

Fonte: Ufficio Stampa

Val Gardena – la Valle di Natale delle Dolomiti
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Val Ciamin, la più solitaria valle altoatesina dove regna il silenzio

C’è una splendida valle, tranquilla, solitaria, poco conosciuta e incredibilmente romantica, che regala uno dei panorami più belli delle Dolomiti. Tra il gorgoglìo dei ruscelli, le altissime cime che fanno da cornice e i prati verdeggianti, questa piccola valle racchiude tutte le bellezze naturalistiche dell’Alto Adige in pochi chilometri quadrati.

È la Val Ciamin, nellAlpe di Siusi, stretta tra due dei massicci più iconici e imponenti dei “monti pallidi”: il Catinaccio – che in tedesco, Rosengarten, giardino di rose, suona molto più poetico – e lo Sciliar, il simbolo delle Dolomiti dell’Alto Adige, che, insieme, formano il Parco Naturale Sciliar-Catinaccio. Un territorio meraviglioso a dir poco, ricco di scorci suggestivi e di antiche leggende.

Alla scoperta della Val Ciamin

La Val o Valle Ciamin (o Tschamin) è una piccola valle che, dal Comune di Tires, una frazione di Fiè allo Sciliar, si insinua alle pendici dello Sciliar e del Rosengarten-Catinaccio fino ai rifugi Bergamo e Alpe di Tires. La si percorre a piedi o in mountain bike (o e-mountain bike, se volete fare meno fatica, specie nel secondo tratto che è piuttosto ripido). Nel periodo estivo, l’ufficio del turismo di Tires organizza escursioni guidate a piedi o in e-bike nella valle.

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Fonte: @IDM Südtirol Alto Adige – Harald Wisthaler

Il profilo inconfondibile dello Sciliar

L’intero itinerario, che è lungo circa otto chilometri e ha un dislivello di mille metri, è più semplice e piuttosto pianeggiante nella prima metà del cammino, quindi adatto a tutti, anche ai passeggini, mentre a circa metà strada inizia a inerpicarsi su per la montagna e sono consigliati, oltre ai bastoncini, anche una buona dose di allenamento. Ma lo sforzo vale assolutamente la pena. Poi capirete perché.

A piedi nella valle

Alla partenza del sentiero che prende il via da Bagni di Lavina Bianca, una frazione di Tires al Catinaccio dalla cui cava, sin dal XIX secolo, viene estratta la ghiaia bianca, c’è una malga, la Tschamin Schwaige, dove rifocillarsi prima di mettersi in cammino. Poi, fino al rifugio Bergamo, alla fine di questa incantevole valle dolomitica, che si trova a 2.165 metri d’altezza, non c’è più nulla, se non qualche tavolo di legno dove fare una sosta ristoratrice un pic-nic nelle belle giornate di sole, ma solo splendide cime dolomitiche e altipiani.

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Fonte: @Seiser Alm Marketing – Werner Dejori

Camminare lungo la selvaggia Val Ciamin

Il rifugio si trova nella zona più tranquilla dell’area dello Sciliar-Catinaccio e domina dall’alto la selvaggia e solitaria Val Ciamin. Il rifugio offre alloggio per 70 persone e fermarsi per la notte è una delle esperienze più belle che si possano fare. Il panorama al tramonto (o all’alba, per chi ce la fa a svegliarsi presto) sui “monti pallidi” che, per via di un’antica leggenda, si colorano di rosa e sulla cima di Valbona (3.033 metri) è uno dei più magici che esistano non soltanto in Italia ma al mondo.

Inoltre, lassù, senza alcun inquinamento luminoso, si possono ammirare delle meravigliose stellate. Chi desidera percorrere il sentiero in giornata, invece, può approfittare di un caldo pasto tipico tirolese nell’antica stube di legno.

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Fonte: @SiViaggia – Ilaria Santi

La radura Rechter nella Val Ciamin

La Valle Ciamin corre lungo l’omonimo rio Ciamin, che nasce sottoterra ed esce dalle rocce nella valle e scorre costeggiando baite di legno, attraversando distese di pascoli verdi e fioriti a primavera, come la spettacolare radura Rechter Leger, e boschi di sempreverdi e di abeti rossi. Questo cammino si può fare tutto l’anno. Quando c’è la neve, è perfetto per una splendida ciaspolata, specie nelle giornate di sole.

La leggenda di Re Laurino

A molti piace credere che il Catinaccio si tinga di rosa all’ora del tramonto per via di un’antica leggenda locale, quella del giardino di Re Laurino, un sovrano a capo di una comunità di piccolissimi esseri viventi in un mondo dominato da giganti che viveva sul Catinaccio. Un giorno, il re, innamorato di Simhild, una giovane promessa a un altro uomo, però, decise di rapirla e di portarla nel suo castello di pietra.

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Fonte: @IDM Südtirol Alto Adige – Clemens Zahn

Lo spettacolo del Catinaccio-Rosengarten sulle Dolomiti

Laurino sperava di conquistarla grazie al suo magnifico giardino dove fiorivano meravigliose rose rosse protette da un filo di seta dorato. Per liberare la promessa sposa, il fidanzato della principessa chiese aiuto a Dietrich von Bern, re dei goti che, insieme ai suoi guerrieri, partì subito alla volta del castello, strappò il filo di seta del giardino e calpestò le rose. Re Laurino indossò una cappa magica che lo rese invisibile e invincibile, ma durante la battaglia von Bern riuscì a strappargli la cintura e lo sconfisse.

La giovane fu liberata e anche Re Laurino riuscì a fuggire. Con una formula magica trasformò il giardino di rose in pietra. Nessuno, né di giorno né di notte avrebbe dovuto rivedere lo splendore delle rose. Al posto del giardino non rimase che nuda e pallida roccia. Tuttavia, nella formula magica Laurino si scordò di menzionare il crepuscolo, pertanto, per pochi istanti, a quell’ora, si può ancora ammirare lo splendore delle rose sul Catinaccio.

La sorgente magica

Lungo il cammino s’incontra una sorgente d’acqua diversa dalle altre, si dice infatti che sia miracolosa. L’antica sorgente di Hohen Steg era stata sepolta da una frana ed è stata riscoperta solo di recente, oggi è famosa nella valle per i suoi effetti curativi.

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Fonte: @SiViaggia – Ilaria Santi

Il rio Ciamin che corre lungo tutta la valle

Si racconta difatti che il vecchio lattoniere del vicino paese di Tires, un certo Robert, riuscì a curare i suoi disturbi gastrici grazie a questa magica acqua. Quando si passa di qui vale quindi la pena riempire la propria borraccia. Male sicuramente non fa.

È la stessa acqua che sgorga dalla sorgente di Bagni di Lavina Bianca, che veniva sfruttata ancora oggi dagli abitanti del posto per curare reumatismi, anemie e disturbi metabolici. Nel corso degli anni, Bagni di Lavina Bianca (in tedesco Weisslahnbad) ha richiamato un numero sempre maggiore di visitatori, che venivano appositamente per sottoporsi alle cure e per godere del magnifico paesaggio davanti al gruppo del Catinaccio.

Quando andare in Val Ciamin

La Val Ciamin è percorribile tutto l’anno. D’inverno si può camminare nella neve con le ciaspole ma il rifugio Bergamo chiude per la stagione (apre da giugno). Il periodo migliore per andarci è sicuramente dalla primavera fino all’autunno, quando iniziano le belle giornate di sole e si può passeggiare al fresco, magari rinfrescando i piedi nelle fresche acque del rio Ciamin che corre lungo il percorso.

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Fonte: @Annelies Stifter

Il rifugio Bergamo che domina la Valle Ciamin

A primavera i prati fioriti sono uno spettacolo per i sensi tra colori e profumi che si respirano e che si ritrovano nel gusto dei deliziosi formaggi che vengono prodotti direttamente nelle malghe. Basta camminare a piedi nudi nei prati per godere di momenti di incredibile relax.

In autunno, la valle si tinge dei colori più caldi, in una tavolozza che sfuma dal verde dei sempreverdi al giallo, oro e rosso dei boschi. Questa è anche la stagione del Törggelen che ha inizio a ottobre e che dura fino alla fine di novembre, quando i contadini aprono le porte delle tradizionali Buschenschank, le osterie altoatesine, per offrire i più classici prodotti agricoli caratteristici dell’autunno.

A tavola si servono le tipiche Kartoffelpuffer, frittelle di patate, zuppa d’orzo, canederli o mezzelune ripiene di erbe insieme a costine di maiale e insaccati, accompagnati da canederli e crauti. Si finisce sempre con le castagne arrosto e un bicchiere di vino novello, che è poi il prodotto che ha dato origine a questo evento.

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Fonte: @Seiser Alm Marketing – Werner Dejori

I picchi dolomitici in fondo alla Val Ciamin

Il Törggelen è una tradizione nata proprio nell’Alpe di Siusi e nella Val Venosta, rimasta viva qui ma diffusa poi in tutto l’Alto Adige ed è strettamente legata alla storia del vino. Il termine Törggelen deriva da “Torggl” (dal latino torquere, torcere) e indica il torchio di legno che veniva usato nelle cantine dei contadini per la spremitura dell’uva.

Anticamente, gli ospiti che si recavano nei Buschenschank per degustare il vino novello si portavano il proprio cibo. Oggi a tutti piace la comodità di e la curiosità di gustare gli stessi piatti cucinati da cuochi diversi, perché ognuno ha poi la propria variante. Uno ottimo motivo per organizzare subito un weekend in questa inesplorata valle altoatesina.

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Lago di Mosigo, un piccolo capolavoro artificiale

Le nostre monumentali Dolomiti sono in grado di creare scenari affascinanti e romantici come pochi altri luoghi al mondo. Tra le loro cime pallide che diventano rosa con le luci del tramonto, spesso si nascondo laghi così belli che fanno persino da set cinematografici. Alcuni sono naturali, altri sono invece stati creati dall’uomo. Di questa seconda condizione fa parte il Lago di Mosigo, un piccolo capolavoro artificiale circondato da uno scenario naturalistico a cui è praticamente impossibile resistere.

Dove si trova il Lago di Mosigo

Il Lago di Mosigo sorge a pochissima distanza da San Vito di Cadore, in provincia di Belluno, e per questo motivo da molti viene chiamato anche Lago di San Vito di Cadore.

Di primo impatto, vi sembrerà di trovarvi alle falde di uno specchio d’acqua particolarmente noto a tutti: il Lago di Braies. Sì, perché il Mosigo è davvero molto simile, soprattutto per quanto riguarda lo scenario naturalistico in cui è inserito. Le differenze sostanziali tra questi due magici invasi sono da riscontrare soprattutto nella loro grandezza e profondità.

Il Mosigo, infatti, potrebbe essere definito il “fratello minore” del Braies, in quanto più piccolo e meno profondo. In più anche qui, insieme alla natura emozionante e alle acque cristalline, è stato costruito un suggestivo chalet che è anche ristorante, pizzeria e albergo.

Cosa aspettarsi

Possiamo assolutamente affermare che il Lago di Mosigo è una piccola perla artificiale che si fa spazio tra le cime sontuose delle Dolomiti. Visitarlo è un’emozione, anche grazie alle stesse vette che si specchiano con eleganza nelle sue acque: c’è il profilo del Sorapiss, poi quello dell’Antelao e persino le linee del monte Croda Marcora.

D’estate è il posto perfetto per rilassarsi ascoltando i suoni della natura e passeggiando tra i boschi circostanti. D’inverno, invece, ha una luce diversa e preziosa grazie alla neve che abbellisce ancor di più il paesaggio che gli fa da cornice.

Come arrivare

Tutti, bambini compresi, possono arrivare con estrema facilità al Lago di Mosigo: basta semplicemente giungere a San Vito di Cadore, superare il centro in direzione direzione Cortina d’Ampezzo, ed ecco che sulla sinistra compaiono le indicazioni per scendere lungo una stradina che conduce direttamente al parcheggio del lago.

Un gioco da ragazzi, quindi, e per uno spettacolo dalla bellezza commovente che potrà essere visitata in pochi minuti, vista la minuta estensione del lago stesso.

Che attività si possono fare

Peccato che Mosigo che non faccia rima con relax, perché quest’ultima è la parola ideale per descrivere le sensazioni di pace che trasmette un posto come questo. O meglio, si possono fare tantissime diverse attività, ma in un paesaggio così poetico come quello che circonda questo lago dolomitico, non lasciarsi andare al benessere, magari leggendo un buon libro, è pressoché impossibile.

Ad ogni modo, il riposo non è l’unica attività possibile, poiché i dintorni del lago sono impreziositi da un grazioso parco giochi interamente fatto in legno che è il massimo per i bambini; zone attrezzate con strutture dove si può giocare a calcio, a tennis, a minigolf; pedane in legno per la pesca sportiva; una barca a remi per chi vuole navigare questo piccolo lago; un angolo picnic per gustare prodotti tipici in famiglia; ristorante, bar, albergo e chi più ne ha più ne metta.

In più, il Lago di Mosigo si rivela il perfetto punto di partenza per pedalare sulla famosa Lunga via delle Dolomiti, una pista ciclabile di circa 33 km che separa Cortina d’Ampezzo da Calalzo di Cadore. Pedalata dopo pedalata si è accompagnati da un percorso magnifico fatto di ponti, gole profonde, gallerie e vecchie stazioni.

Oppure, è possibile fare un’escursione a Mondeval, un luogo dalla grande importanza perché proprio qui è stato ritrovato lo scheletro di un uomo preistorico vissuto almeno 7500 anni fa, che oggi si può ammirare presso il Museo di Selva di Cadore.

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Lago di Fedaia, gioiello tra le Dolomiti

Non hanno certo bisogno di presentazioni le Dolomiti, le fiabesche vette Patrimonio UNESCO, i leggendari “Monti Pallidi” dove vivere appieno l’essenza della montagna e assaporarne l’incredibile atmosfera: sono lo scenario invidiabile di tanti paesini montani, valli verdeggianti e specchi alpini limpidissimi.

Qui non soltanto la natura, ma anche l’uomo ha contribuito a rendere il paesaggio un vero incanto. La dimostrazione? L’emozionante Lago di Fedaia, gioiello tra le Dolomiti di Fassa, al cospetto della Marmolada, un sogno a occhi aperti nato a seguito della costruzione della diga negli anni Cinquanta.

Alla scoperta del Lago di Fedaia, pura emozione

Lo straordinario lago alpino si dona a 2054 metri di quota, all’altezza dell’omonimo valico che unisce la provincia di Trento a quella di Belluno, ovvero la Val di Fassa con l’Agordino.

Ombreggiato dalla Marmolada, occupa quasi del tutto la spianata del Passo Fedaia, nel territorio di Canazei, altrettanto meraviglioso borgo montano in provincia di Trento.

In realtà, possiamo parlare di due laghi: il primo (che è anche il più grande) si è formato con la costruzione della Controdiga di Maria al Lago, alta 60 metri, mentre il secondo, più piccolo, è un bacino naturale nato dopo uno sbarramento morenico.

La diga si può percorrere anche in auto ma per arrivare alla sponda del lago, alle falde della Marmolada, si procede esclusivamente a piedi, lungo un ponte con lo sguardo rivolto sul blu delle limpide acque e il ghiacciaio della montagna.

Inoltre, in zona non mancano vari rifugi per fare piacevoli soste e rilassarsi all’aperto, in un contesto che pare emerso da un dipinto, magari gustando anche una golosa fetta di strudel oppure cremoso yogurt, senza mai perdere di vista i giochi di luce sul Lago di Fedaia.

Da non perdere, inoltre, il “Museo della Grande Guerra 1914-1918“, il Kriegsmuseum, testimonianza del crudo conflitto che si combatté tra le vette che abbracciano la Val di Fassa e, in particolare, sulla Marmolada: al suo interno, si possono vedere cimeli e reperti (ritrovati grazie al progressivo ritiro del ghiacciaio) tra cui uniformi, armi, kit di cucito e di pronto soccorso, una macchina da scrivere “Erika” e piastrine di riconoscimento dei caduti.

Cosa vedere e cosa fare

In un simile paradiso terrestre si potrebbe rimanere per ore a osservare, estasiati, la meraviglia del lago e delle cime cui fa da specchio.

Tuttavia, dal lago partono bellissime escursioni: il sentiero 606, ad esempio, porta dopo circa due ore di cammino al rifugio Pian dei Facconi a 2.626 metri mentre il percorso 601 conduce, in un’ora e mezza, al rifugio Viel del Pan a 2432 metri: da qui, dopo altri venti minuti, si raggiunge il rifugio Fredarola a 2390 metri e poi si scende al Passo Pordoi (2239 metri).

Altro itinerario che inizia dal Passo Fedaia consente di arrivare, invece, al rifugio Gorza (2478 metri) in cima a Porta Vescovo, seguendo il sentiero 698 e camminando per circa un’ora e mezza: volendo, si può proseguire per un’altra ora e mezza fino a giungere al rifugio Padon (2407 metri) e l’omonimo lago nelle vicinanze della “Ferrata delle Trincee” dove visitare le fortificazioni costruite dagli italiani e dalle truppe austro-ungariche durante la Prima Guerra Mondiale.

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In Alto Adige, i sentieri più belli all’ombra delle Dolomiti

L’Alto Adige, ossia la splendida provincia autonoma di Bolzano, vanta alcuni dei tragitti più belli da percorrere su tutto il territorio italiano (e non solo), molti dei quali con vista direttamente sulle Dolomiti, patrimonio UNESCO.

Da queste parti, infatti, gli appassionati di esplorazioni a contatto con la natura possono godere di posti magnifici che sono plasmati da queste maestose montagne, da alcuni ritenute le più belle della Terra. Ma quali sentieri all’ombra delle Dolomiti vale davvero la pena percorrere durante una tiepida giornata di sole?

I cammini del Latemarium

Già a pochi chilometri dal Capoluogo altoatesino, in Val d’Ega, si snodano oltre 500 chilometri di cammini, quelli del Latemarium, un reticolo di percorsi tematici che avvolge una delle vette dolomitiche più affascinanti che esistano: il Latemar.

Inaugurato nell’estate del 2014, il Latemarium si rivolge a tutti i viaggiatori e consente di avvicinarsi alla natura in modo autentico ed emozionante.

Il percorso più panoramico si raggiunge da Obereggen con la seggiovia Oberholz, che porta fino alla piattaforma Latemar 360°, una grande chiocciola di legno attaccata alla montagna a 2.100 metri di altitudine da cui si gode di una vista particolarmente mozzafiato.

Quassù si trova anche l’avveniristico rifugio Oberholz, una perla architettonica con grandi vetrate panoramiche, e la Latemarhüttem, a più di 2.600 metri di quota. Detta anche Rifugio Torre di Pisa perché a poca distanza si trova una sorta di campanile obliquo di una ventina di metri di altezza che assomiglia al celebre monumento toscano, è raggiungibile attraverso uno dei più bei sentieri delle Dolomiti, dove si può anche soggiornare.

Alcuni di questi incredibili percorsi sono adatti anche alle famiglie con bambini piccoli, e comprendono cartelloni con informazioni sulla geologia della montagna, sulla flora e la fauna e persino sulle leggende del Latemar. Sentieri che attraversano distese di prati alpini sui quali pascolano gli animali, offrendo ai più piccini divertimento mentre i genitori si godono un po’ di relax sui lettini. C’è persino un sentiero percorribile con il passeggino: il Latemar .Alp.

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Fonte: 123rf

Il Latemar e il lago di Carezza @123rf

I cammini nei dintorni di Merano

Un altro paradiso per gli amanti delle escursioni è Merano, probabilmente una delle zone più complete dell’Alto Adige da diversi punti di vista. Vi basti pensare che le possibilità, da queste parti, sono così tante che una vita non basterebbe per completarle tutte.

Tra i più belli ci sono i Sentieri delle Rogge (“Waalwege”), itinerari che seguono i corsi d’acqua che un tempo servivano per irrigare i campi.

La conca di Merano, infatti, ha una fittissima rete di questi canali che attraversano luoghi incantevoli e incontaminati. I Sentieri d’acqua meranesi, 100 km circa, da percorrere in uno o più giorni, consentono di fare escursioni tranquille, godendo pienamente della natura, dei frutteti, delle chiesette e dei castelli.

In tutta questa area si contano circa una ventina di Sentieri delle Rogge, e la cosa più interessante è che sono percorribili in tutti i periodi dell’anno. Inutile dirvi che le vedute panoramiche sulle imponenti catene montuose e sulla valle sono emozionanti e differenti in base alla stagione. I Sentieri delle Rogge sono i preferiti dalle famiglie, da chi cerca escursioni non troppo impegnative e da coloro che vogliono godersi la straordinaria flora e fauna della Val Venosta in totale relax.

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Fonte: Ufficio stampa

I sentieri delle rogge @Ufficio stampa

Per i più avventurosi, l’Alta via di Merano è probabilmente il sentiero escursionistico più affascinante delle Alpi. Contrassegnato dal numero 24, gira tutto intorno al Parco Naturale Gruppo di Tessa e viene considerato uno dei più incantevoli di tutto il territorio. Lunga oltre 80 km, mette a disposizione del viaggiatore panorami incantevoli con i “tremila” dell’Alto Adige in primo piano. Fu creata da Robert Schönweger ed Helmuth Ellmenreich, guide alpine dell’AVS (Associazione alpina altoatesina), e inaugurata nel 1985.

Un percorso escursionistico immerso nella natura e che si trova all’interno di un’area naturale protetta. Per questo motivo, è di fondamentale importanza per la fauna e la flora che gli escursionisti non lascino rifiuti lungo il tragitto (compresi quelli biologici). Inoltre, è assolutamente vietato campeggiare.

L’escursione ai laghi di Sopranes

L’escursione ai laghi di Sopranes è, probabilmente, una delle più famose di tutta questa fiabesca zona d’Italia. Del resto, sono dieci incantevoli bacini d’acqua incastonati nel cuore del parco naturale Gruppo di Tessa che vantano il primato di essere il più esteso gruppo lacustre d’alta quota dell’Alto Adige.

Il percorso è di forma circolare, ma richiede resistenza e assenza di vertigini. In sostanza è un’escursione che ben si plasma agli escursionisti più esperti, ai quali regala paesaggi emozionanti da varie prospettive.

Escursione ad Anello al Lago di Braies

Gli spiriti più romantici non possono di certo perdersi l’escursione ad Anello al Lago di Braies, un meraviglioso specchio d’acqua che è diventato particolarmente famoso negli ultimi anni grazie alla serie televisiva italiana “Un passo dal cielo”, anche se da sempre è una meta turistica molto frequentata.

Il giro del Lago di Braies parte dall’omonimo albergo e si distingue per essere una passeggiata facile di circa 4 chilometri. Un percorso da fare con calma per assaporare al 100% la bellezza davvero unica al mondo di questo luogo. Il periodo migliore per scoprirlo è la bella stagione poiché l’inverno può rivelarsi impraticabile a causa del ghiaccio.

Il punto di partenza preciso è l’iconica palafitta in legno e lungo il tragitto si incontrano diverse panchine, zone ristoro e delle spiaggette dove potersi rilassare al sole.

Non lontano è possibile scorgere la Chiesa della Divina Madre Dolorosa, costruita nel 1904 dalla famiglia Hellensteiner e divenuta oggi un pittoresco luogo di culto per viaggiatori e alpinisti della zona. Il tragitto prosegue in un’atmosfera rilassata, addentrandosi nel fitto bosco di abeti da cui si scorge il lago dai mille colori sorprendenti. Superata una spiaggetta di sassi si arriva alla sponda orientale, quasi sicuramente la più spettacolare in quanto scavata nella roccia viva.

Infine, il Lago di Braies è un ottimo punto di partenza per fare altrettante escursioni che conducono alla scoperta di località poco lontane, ma tutte assolutamente meritevoli di una visita grazie alla loro bellezza naturalistica e importanza storica.

Non resta che correre in Alto Adige per andare a conoscere, a passo lento, alcuni dei panorami più belli di tutto il mondo.

Lago di Braies alto adige

Fonte: iStock

Il meraviglioso Lago di Braies
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Nasce un nuovo sentiero tra le Dolomiti, accessibile a tutti

Nell’immenso patrimonio naturalistico del nostro Paese, spicca il panorama incantevole offerto dalle Dolomiti, divenute persino un sito protetto dall’Unesco per la loro importanza paesaggistica. È in questa cornice, tanto amata da villeggianti ed escursionisti, che nasce un nuovo sentiero: la sua peculiarità è che lo possono percorrere proprio tutti, essendo parte di un progetto di più ampio respiro dedicato al turismo inclusivo. Andiamo alla sua scoperta.

Dolomiti, il nuovo cammino

Il Parco Naturale Adamello Brenta è un vero gioiello, per la sua natura incontaminata e i suoi paesaggi che attirano ogni anno moltissimi turisti. Tra panorami meravigliosi che caratterizzano questi luoghi, si snoda un nuovo cammino inclusivo: il sentiero B06. Lungo appena 1,8 km e privo di barriere, è un esempio virtuoso che si sta già diffondendo a macchia d’olio, quantomeno nell’area delle Dolomiti. Punto di partenza del percorso è il pascolo alpino Patascoss, che sorge alle porte del borgo di Madonna di Campiglio, una delle più rinomate mete turistiche della regione.

Addentrandosi tra boschi e prati verdi, il sentiero – che si percorre in appena 45 minuti – giunge infine presso il lago di Nambino, un’oasi dal fascino irresistibile per le sue acque turchesi e l’atmosfera suggestiva. Il bacino si trova a poco più di 1.700 metri di altitudine, in un punto che regala una vista meravigliosa sulle vallate circostanti. A due passi dalle sponde, c’è un delizioso rifugio pronto ad accogliere gli escursionisti che desiderano rifocillarsi con tante prelibatezze genuine tipiche del luogo, prima di fare inversione di marcia alla volta di Madonna di Campiglio.

Perché il sentiero B06 è così speciale? Tutto merito dell’impegno congiunto di Anffas (Associazione Nazionale Famiglie di persone con disabilità intellettiva e/o relazionale) e Amici dei Sentieri di Campiglio con il comune di Pinzolo e la provincia autonoma di Trento. Ne è nato così un percorso inclusivo, breve e accessibile a chiunque, sia da persone con disabilità di vario tipo o con difficoltà di movimento che da anziani e famiglie con passeggini. I lavori di riqualificazione si sono infatti concentrati sulla risistemazione del fondo e sulla realizzazione di parapetti di legno, per rendere il percorso adatto anche a chi ha bisogni speciali.

Il turismo inclusivo sulle Dolomiti

Il nuovo cammino che porta al lago di Nambino non è certo l’unico ad avere queste peculiari caratteristiche di accessibilità. Il Parco Naturale Adamello Brenta sta lavorando da tempo, in collaborazione con associazioni che si occupano di disabilità, istituzioni dedicate alla salvaguardia dell’ambiente ed enti che promuovono il turismo, per la creazione di una rete di percorsi inclusivi. Madonna di Campiglio è una delle prime realtà ad aver aperto la strada ad un turismo accessibile, mirando alla rimozione di qualsiasi tipo di barriere per consentire a tutti di godere del meraviglioso panorama delle Dolomiti.

Oltre al nuovissimo sentiero B06, ci sono altri itinerari già attivi da tempo. Uno dei principali è quello che, sempre dal pascolo di Patascoss, conduce sino alla Malga Ritorto, un punto panoramico tra i più belli del Parco Adamello Brenta. Si snoda lungo una strada pianeggiante e ombreggiata, nonché quasi interamente asfaltata, di circa 5,3 km. In estate, essendo chiusa al traffico di auto e moto, è il luogo perfetto per una passeggiata a contatto con la natura, anche per persone con difficoltà motorie.

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Il Cammino delle Dolomiti, l’itinerario più panoramico d’Italia

La bella stagione è sempre più vicina e, in un modo o nell’altro, si rivela il momento dell’anno ideale per fare trekking. Di sentieri in Italia ce ne sono davvero tantissimi, ma oggi vogliamo portarvi a scoprire il più panoramico del nostro Paese: il Cammino delle Dolomiti.

Cosa c’è da sapere sul Cammino delle Dolomiti

Le Dolomiti, da molti considerate le montagne più belle della Terra, sono in grado di regalarci scorci che il resto del mondo ci invidia. Ammirarle a passo lento e udendo al contempo i suoni della natura, non può che essere un’esperienza a dir poco appagante.

E il Cammino delle Dolomiti ci permette di farlo al massimo possibile: è un percorso ad anello che si dirama in 30 tappe che abbracciano l’intera provincia di Belluno. In poche parole questa straordinario tragitto porta a conoscere le terra di Tiziano, Dino Buzzati, Papa Luciani. Delle Dolomiti Patrimonio Unesco, del Parco Nazionale, del Piave. Di Marmolada, Civetta, Pelmo, Tofane, Tre Cime. Di Belluno, Feltre, Cortina d’Ampezzo, del Vajont.

Una tappa al giorno, per un mese intero, attraverso cinquecento affascinanti chilometri. Ovviamente ognuno può strutturarlo come preferisce, magari due tappe a scelta, per un fine settimana lento, intenso e profondo. In sostanza, lo si può modulare come riteniamo più opportuno.

Questo sentiero che porta nel cuore delle Dolomiti è stato pensato per andare a piedi, ma ai più avventurosi farà piacere sapere che per molti tratti è percorribile anche in bicicletta.

Dolomiti Bellunesi cammino

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Alla scoperta delle Dolomiti Bellunesi

Per chi è indicato

Il Cammino delle Dolomiti non è solo un semplice trekking: risponde al bisogno di ritrovare se stessi, nella fatica e nello stress quotidiano, nel silenzio, nel ritmo dei propri passi, nella condivisione e nel confronto con la gente, nel vivere la storia, la spiritualità e la cultura dei luoghi.

Pe compierlo è necessario l’impegno, la dedizione, l’amore per la terra che si attraversa e per la gente che vi si può incontrare. 30 tappe che sono impegnative per lunghezza, ma che allo stesso tempo presentano un tracciato agevole e non pericoloso, pensato per i gruppi e le famiglie desiderose di un contatto emozionante con la natura di queste montagne.

Ma non solo: le soste si possono fare in località dove sono presenti strutture ricettive adatte a chi cammina, spartane ma dignitose e di prezzo contenuto. Parliamo di agriturismi, bed &breakfast, campeggi, ostelli, case per ferie, rifugi. Luoghi in cui ci sono a disposizione anche i timbri per riempire le trenta caselle e completare la tessera del viandante. La difficoltà è E o EE, in funzione della tappa scelta.

Le 30 tappe del Cammino delle Dolomiti

Come vi accennavamo in precedenza, le tappe del Cammino delle Dolomiti sono ben 30 e conducono direttamente a contatto con la dimensione più autentica di queste straordinarie montagne, seguendo le orme lasciate dall’uomo nei secoli.

Ciò vuol dire che il percorso mette in relazione i luoghi della più antica presenza umana e delle più rilevanti testimonianze storiche e artistiche nella provincia di Belluno, perle incastonate in una natura preziosa. Si seguono le antiche muratiere e i sentieri che l’uomo ha tracciato in quota, prima che fossero create le attuali strade di fondovalle.

Nel dettaglio le tappe si suddividono in:

  • tappa n. 1 San Vittore – Facen;
  • tappa n° 2 – Facen, Cima Loreto;
  • tappa n° 3 – Cima Loreto, Croce d’Aune;
  • tappa n° 4 – Croce d’Aune, Arson;
  • tappa n° 5 – Arson, Col Cumano;
  • tappa n° 6 – Col Cumano, Sospirolo;
  • tappa n° 7 – Sospirolo, Val Imperina;
  • tappa n° 8 – Valle Imperina, Col di Prà;
  • tappa n° 25 – Perarolo di Cadore, Longarone;
  • tappa n° 26 – Longarone, Farra d’Alpago;
  • tappa n° 27 – Farra d’Alpago, Nevegal;
  • tappa n° 28 – Nevegal, Belluno;
  • tappa n° 29 – Belluno, Trichiana;
  • tappa n° 30 – Trichiana, San Vittore.

Lungo tutti questi chilometri le meraviglie da non perdere sono davvero tantissime.

trekking delle dolomiti belluno

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Panorami lungo il Cammino delle Dolomiti

Cosa vedere assolutamente

Difficile fare una selezione delle meraviglie da ammirare durante il Cammino delle Dolomiti, ma secondo il nostro punto di vista non dovete assolutamente perdervi ciò che vi stiamo per elencare.

Per prima cosa il punto di partenza: il Santuario dei Santi Vittore e Corona alle porte di Feltre. Si tratta di un’antica basilica che si rivela una gemma della fede arroccata sul Monte Miesna da cui si scende percorrendo il Sentiero dei Capitelli fino all’abitato di Anzù.

Molto interessante è anche la quarta tappa che parte dalla piazza di Croce d’Aune, nel comune di Pedavena, ossia dal territorio del Parco Nazionale Dolomiti Bellunesi. Da qui si imbocca il sentiero “Chiesette pedemontane” che porta al borgo di Arson.

Particolarmente panoramica è la tredicesima tappa che da Passo Falzarego segue diversi sentieri che conducono in angoli del nostro Paese che tolgono davvero il fiato.

Altrettanto eclatante è la tappa numero 17 che ha inizio dalla chiesa parrocchiale di S. Giustina, collocata nella piazza principale di Villagrande e prosegue per via Tarin in direzione Larietto, da dove si può intravedere la via Crucis che porta al Colle del Calvario, un antico sito religioso di epoca preromana.

L’itinerario si sviluppa poi in costa fino ad incontrare la strada forestale. Durante questo tratto avrete l’opportunità di intraprendere il percorso “troi di mistieri” che si snoda prima in discesa fino a Mulino Berto e poi in salita verso Dosoledo. Una volta attraversato questo caratteristico paesino di montagna, si giunge a borgata Sacco dove si incontra un altro interessante itinerario tematico “al troi dli tradizion” che collega Dosoledo a Candide e che presenta numerose sculture rappresentanti la storia e le tradizioni del luogo.

Dosoledo belluno

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Il paesino di montagna Dosoledo

La tappa 24, invece, inizia dalla Piazza di Pieve di Cadore, nei pressi della chiesa di S. Maria Nascente, e prosegue fino al santuario del Cristo Crocifisso dove alcune scalette e un sentiero conducono alla pista ciclabile da seguire verso Tai.
Percorrendo la pista ciclabile, una volta superata la vecchia stazione ferroviaria e il campo di pattinaggio, è necessario attraversare la strada asfaltata che porta a Cortina d’Ampezzo. Da lì si prosegue fino ad attraversare un ponte che conduce alla alla meta finale della tappa: Perarolo di Cadore, dove è possibile visitare il Museo del Cidolo e del Legname, la chiesa parrocchiale di S. Nicolò, nonché la “villa reale” Palazzo lazzaris-Costantini.

Infine, molto interessante (anche se in realtà sono una più bella dell’altra) è la tappa numero 29 che parte da Piazza Duomo a Belluno e sale verso il quartiere di Mussoi. Da qui si attraversa poi il Bosco delle Castagne per raggiungere il paese di Tisoi caratterizzato dalla presenza di numerose case tradizionali che conservano ancora il cosiddetto “piol”, la terrazza esterna in legno.

L’itinerario scende verso Bribano e la chiesetta di San Nicolò a Bribanet per poi giungere a Longano e quindi in località San Felice dove si attraversa l’omonimo ponte sul fiume Piave arrivando a Trichiana.

Insomma, passo dopo passo il Cammino delle Dolomiti regala meraviglie davvero uniche nel loro genere.

Belluno dolomiti

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Veduta di Belluno
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Caccia al tesoro sulle Dolomiti: l’esperienza da vivere e condividere

Sono tanti i motivi che ci spingono a viaggiare in lungo e in largo per il mondo, e l’alternarsi delle stagioni è uno di questi. Le motivazioni sono facilmente intuibili e le troviamo proprio in quegli straordinari paesaggi che cambiano e che si trasformano, mese dopo mese, e che vengono sapientemente plasmati da Madre natura.

L’inverno, per esempio, ci regala ogni anno visioni di immensa bellezza, caratterizzate da fiocchi di neve che invadono quartieri, strade e città e che trasformano i luoghi che conosciamo in cartoline straordinarie nelle quali perdersi e immergersi. È questo il momento perfetto per organizzare un viaggio e andare alla scoperta di tutti quei posti che, durante la stagione, assumono forme e lineamenti da fiaba.

Non solo visioni mozzafiato però. L’arrivo della neve permette agli appassionati degli sport invernali di vivere avventure adrenaliniche e straordinarie ad alta quota, come quella che si terrà sabato 21 gennaio tra le meravigliose vette innevate delle Dolomiti. Proprio qui dove sta per partire una caccia al tesoro da vivere e condividere.

Sciare, giocare e “cacciare” sulla neve

Preparate le valigie, si parte per l’avventura più entusiasmante di questo inverno, un’esperienza da vivere in solitaria o da condividere con amici, famiglia o partner.

Il nostro viaggio ci conduce direttamente tra le vette dolomitiche, e più nello specifico in Val Gardena, in uno dei territori più affascinanti e suggestivi del BelPaese. Situato nel cuore del Patrimonio Naturale Mondiale dell’Unesco, questo luogo è da sempre meta prediletta degli appassionati degli sport invernali, e paradiso degli amanti della natura.

Proprio qui, in inverno, è possibile ammirare paesaggi incantati e surreali creati dalla presenza della neve, che col suo abbraccio avvolge e tinge di bianco le maestose cime delle Dolomiti. Sempre qui, è possibile indossare gli scarponi da scii e affrontare discese e salite ad alta quota, circondati da uno scenario idilliaco.

Le cose da fare sono tante, e tutte sono destinate e far vivere ai viaggiatori di ogni età momenti di relax, spensieratezza e divertimento. Qui, infatti, di gioca, si passeggia, si scia e si caccia sulla neve, grazie anche a Dolomites Val Gardena Ski Caching, un appuntamento imperdibile che si terrà sabato 21 gennaio. Si tratta di un gioco di coppie che, come il nome stesso suggerisce, inscena una vera e propria caccia al tesoro sulle piste da scii all’interno del comprensorio Val Gardena/Alpe di Siusi.

La caccia al tesoro sulle Dolomiti

Si gioca in coppie e l’obiettivo è quello di trovare il tesoro nascosto tra le piste del comprensorio sciistico Val Gardena/Alpe di Siusi. Per giocare, o meglio per vincere, è richiesto un grande senso di orientamento. Ai partecipanti, infatti, sarà consegnata una cartina geografica con indizi ed enigmi che serviranno a raggiungere gli ski caches, pannelli numerati di colore rosso, che assegneranno punti ai giocatori.

Una volta trovato il tesoro, i giocatori sono inviati a scattarsi una foto davanti al pannello e a inviarla in chat in un gruppo dedicato. Vincerà, ovviamente, la squadra che avrà raccolto più punti, la stessa alla quale sarà assegnato un fantastico premio: un buono dal valore di 250 euro.

L’appuntamento, per partecipare, è alle 8:30 in Piazza Rezia, proprio davanti all’ufficio della Scuola Sci a Ortisei. In bocca al lupo a tutti!

 

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Pinzolo, il piccolo gioiello delle Dolomiti

Che lo Dolomiti siano splendide, le regine delle montagne e le cime più belle della Terra è risaputo, ma non tutti sono a conoscenza che tra queste spettacolari formazioni rocciose sorge un piccolo gioiello: Pinzolo. Con una popolazione di poco più di 3.000 anime, il borgo sorge in una zona dove Svizzera, Austria e Italia si incontrano. In sostanza, qua è possibile inebriarsi di uno dei più magnifici scenari montani che si possano trovare nel nostro Paese.

Cosa vedere nel centro storico di Pinzolo

Pinzolo fa parte della provincia di Trento ed è situato nell’alta Val Rendena, nel cuore del Parco Naturale Adamello Brenta. Tra le sue attrazioni più belle, senza ombra di dubbio merita una menzione il centro storico che è puntellato da caratteristiche abitazioni dalle tonalità pastello e contornate da tetti spioventi, balconate in legno e affreschi.

Passeggiando tra le tipiche vie del borgo, vi ritroverete al cospetto di alcuni edifici da non perdere come la peculiare Chiesa di San Vigilio che sfoggia una bellissima facciata medievale ricoperta da affreschi di epoche diverse. Uno dei più importanti è la “Danza macabra” di Simone Baschenis che raffigura nobili e plebei che sono praticamente uguali di fronte alla morte.

Incastonato in una fascia alta più di 2 metri e larga più di 22, è accompagnato da didascalie che raccontano di un monologo recitato da un morto. Un edificio affascinante e costruito con le pietre di granito della Val Genova e adornata con il marmo di Ragoli ed il legno degli altari.

danza macabra pinzolo

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La “Danza macabra” di Simone Baschenis

Molto interessante è anche il Monumento al Moleta che rende omaggio alla tradizione degli arrotini della Val Rendena. Poi ancora la Parrocchia di San Lorenzo che sfoggia una magnifica facciata decorata con affreschi e con un grande portale in granito.

Ancor più spettacolare è il sui grandioso interno ad unica navata in stile barocco che è persino impreziosito da bellissimi affreschi sulla volta. Ma non solo. Qui, infatti, sono presenti quattro altari marmorei che custodiscono importanti pale d’altare e statue di Santi; uno straordinario organo a 700 canne e due confessionali e banchi di noce massiccio.

La natura di Pinzolo

Il bellissimo borgo di Pinzolo si rivela un ottimo punto di partenza per coloro che vogliono avventurarsi in indimenticabili escursioni. Del resto ci troviamo nel Parco Naturale Adamello Brenta, la più vasta area protetta del Trentino.

Tra le meraviglie da non perdere in questa zona vi segnaliamo le Cascate Nardis che sono, molto probabilmente, le più spettacolari di tutto il territorio. Vi basti sapere che hanno un dislivello superiore ai 100 metri.

Cascate Nardis trentino

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Le affascinanti Cascate Nardis

Una novità degli ultimi anni, che pur non essendo del tutto naturale merita di essere segnalata, è il Biolago di Pinzolo che è il risultato di un innovativo progetto di ingegneria che consiste nell’aver creato uno specchio d’acqua perfettamente balneabile e realizzato con le tecnologie più avanzate che consentono la depurazione delle acque attraverso l’utilizzo delle piante.

A solo 7 chilometri di distanza da Pinzolo, vale la pena fare un salto ai Laghi di San Giuliano e Garzonè che vantano un colore così azzurro che è in grado di far innamorare chiunque. Circondati da un’ampia pineta, offrono una vista panoramica sulla Val di Genova e sono raggiungibili dal sentiero SAT 221 e dal 230.

Le altre esperienze da non perdere a Pinzolo

Le esperienze da fare in questo borgo-gioiello non limitano di certo a quelle che vi abbiamo descritto. Tra le altre possibilità vi segnaliamo la Ski Area Campiglio-Dolomiti di cui fa parte Pinzolo insieme a Folgarida, Marilleva e Madonna di Campiglio.

Farci un salto vorrà dire ritrovarsi in un vero e proprio paradiso per gli amanti della montagna e degli sport invernali: 155 chilometri di piste immersi nell’irresistibile scenario delle Dolomiti di Brenta, patrimonio dell’Unesco.

Chi è in cerca di adrenalina, invece, non può perdersi un indimenticabile volo biposto in parapendio. Anche perché, molto probabilmente, è uno dei modi migliori per contemplare il panorama spettacolare delle Dolomiti.

Poi ancora le ciaspolate in quanto a Pinzolo, e nella vicina Madonna di Campiglio, sono davvero moltissimi i sentieri tracciati dedicati alle racchette da neve.

A pochi chilometri dal borgo di Pinzolo, invece, da non perdere sono le Terme Val Rendena. Da queste parti potrete fare il bagno in un’acqua ricca di ferro e oligominerale che viene spezzo utilizzata come cura respiratoria e vascolare.

dove fare Parapendio nelle Dolomiti

Fonte: iStock – Ph: Diego Fiore

Il parapendio nelle Dolomiti

Le altre meraviglie del Parco Naturale Adamello Brenta

Come detto in precedenza, Pinzolo si trova nel cuore del Parco Naturale Adamello Brenta che è stato riconosciuto Unesco Global Geopark, grazie al suo raro patrimonio geologico e morfologico di grande interesse scientifico.

Va da sé che le cose da visitare sono davvero tantissime, ma secondo noi particolarmente degna di nota è la Val Algone che è una delle valli più ampie e selvagge dell’intero Parco. Se invece la vostra intenzione è trascorrere una giornata interessante e immersa nella quiete della natura, la vostra meta dovrebbe essere il Lago di Valgola che si distingue per le sue uniche e limpide acque.

Alle falde delle Dolomiti di Brenta, merita una visita anche la Cascata Rio Bianco, anche se è bene sapere che “muore” in inverno per poi “rinascere” in primavera.

Tra i luoghi più famosi della zona c’è il Lago di Tovel, un gioiello naturalistico incastonato tra alcune delle vette più alte del Parco. Uno specchio d’acqua che vanta delle sfumature che vanno dall’azzurro al verde smeraldo. Un tempo, inoltre, era noto in tutta Europa come il lago rosso per via della colorazione rosso sangue che assumeva ogni estate grazie alla fioritura di un’alga particolare, la Tovellia sanguinea. Sfortunatamente, però, questo fenomeno non si ripresenta dall’ormai lontano 1964.

Chi non soffre di vertigini deve necessariamente avventurarsi sul Sentiero dei Fiori, un itinerario di particolare interesse storico e naturalistico che si snoda tra quota 2900 e 3100 da cima Payer a Punta Pisgana. Infine, vi consigliamo di fare un salto a Irone, un villaggio fantasma praticamente immerso nella natura e che d’estate si ripopola.

Insomma, Pinzolo e i suoi dintorni sono un vero gioiello del Dolomiti, ma anche dell’Italia e del mondo intero.

Lago di Tovel trentino

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Il meraviglioso Lago di Tovel