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Perhentian Island: la Malesia che sembra il paradiso

Molto spesso, quando si pensa a spiagge paradisiache e a mare da sogno, tra le mete del Sudest asiatico non viene presa in considerazione la Malesia. Oltre a tesori tutelati dall’Unesco come Malacca e le maestosità delle Batu Caves di Kuala Lumpur, questo Paese nasconde delle isole che sono dei veri e propri Eden tropicali e dove la regina indiscussa è solo ed esclusivamente lei: la natura. I fazzoletti di terra in questione si chiamano Perhentian Island e sono un piccolo arcipelago lambito dalle acque calde e limpide del Mar Cinese Meridionale.

Isole Perhentian, cosa sapere

Alle Isole Perhentian si arriva per rimettersi in contatto con l’angolo più remoto delle nostre anime: non ci sono strade, le automobili sono un’utopia, si passa da un’isola all’altra attraverso dei sentieri dispersi nella giungla popolata da dispettose scimmie, oppure a bordo di taxi boat. Poi ancora si mangia e si cena (bene, perché la Malesia offre un’interessante proposta culinaria) con i piedi sula sabbia, si fanno immersioni in abissi che sono quasi più colorati della superficie e ci sono spiagge talmente belle che anche la nostra fantasia farebbe difficoltà a immaginarle.

Sì, le Perhentian Island, al netto di qualche resort che purtroppo deturpa il panorama, sono ancora autentiche, vere, dei posti speciali. E lo sono perché anche gli alberghi disponibili hanno poco a che fare con il lusso. Certo, possiedono tutto quello che serve per stare bene in un paradiso come questo e ci sono di più basso e alto livello, ma la sfarzosità ancora non esiste. Anche se, ed è giusto dirlo, si vocifera che a breve anche qui spalancherà le porte un Marriott Resort.

L’arcipelago delle Perhentian

Il magico arcipelago delle Perhentian è formato da due isole principali, Perhentian Besar (la grande) e Perhentian Kecil (la piccola) e da qualche suggestivo scoglio. La Besar e la Kecil sono le uniche due isole in cui è possibile alloggiare e, pur essendo situate a qualche centinaio di metro di distanza l’una dall’altra, presentano uno spirito completamente diverso.

Isole Perhentian: cosa sapere

Fonte: iStock

Un angolo delle Isole Perhentian

Entrambe, tuttavia, condividono le meraviglie del luogo in cui sono immerse: l’area protetta del Parco Marino del Terengganu che offre acqua limpidissima, una barriera corallina ricca di vita, sabbie bianchissime al punto da sembrare nuvole e una rigogliosa e verde vegetazione tropicale.

La Besar è un’isola di circa 13 chilometri e tra le due è la più tranquilla, quella frequentata principalmente da coppie e bambini. Kecil, invece, è la più amata dai giovani e in particolare dai viaggiatori con lo zaino in spalla che qui trovano un paradiso economico in cui lavorare e/o rilassarsi a dovere.

Qualunque sia la vostra scelta per fortuna non c’è problema: in entrambe le isole ci si può immergere in un mare cristallino e andare da una sponda all’altra in pochissimo tempo. E c’è anche una bella notizia in più: le tariffe dei taxi acquatici sono fisse ed esposte su dei tabelloni. In sostanza si deve solo pensare al relax perché non c’è alcun bisogno di contrattare, anche se volendo ci si può provare.

Cosa vedere alle Perhentian

È abbastanza chiaro che chi sceglie le Perhentian come meta di viaggio viene qui per un paio di motivi ben precisi: il mare e i suoi fondali. Alcune delle spiagge più belle sono raggiungibili esclusivamente in barca, mentre in altre ci si può arrivare anche a piedi.

L’isola di Kecil, per esempio, presenta due spiagge principali che si chiamano Long Beach e Coral Bay. La prima è l’ideale per fare un po’ di festa, mentre la seconda, così chiamata perché tra la sabbia morbida spunta anche qualche corallo, è la migliore in cui ammirare un tramonto locale.

Coral Bay, Isole Perhentina

Fonte: iStock

Una splendida veduta di Coral Bay

Da Coral Bay parte anche un sentiero che permette di raggiungere altre tre belle spiagge, il tutto passeggiando in una vera giungla. Una delle calette segrete più affascinanti si chiama Mira Beach e si fa amare perché è una striscetta di sabbia bianca contornata da scogliere e da fitta giungla.

Altrettanto straordinaria è la D’Lagoon, una caletta di nemmeno 30 metri di lunghezza che si ritrova abbracciata da grandi rocce. Ma la sua bellezza non è finita qui perché, superati 20 metri dalla riva, appaiono magnifici giardini di corallo, tra i più suggestivi di tutto l’arcipelago.

Da qua, tra le altre cose, prendono vita due sentieri generalmente poco frequentati che conducono ad altrettante spiaggette quasi sempre deserte: Turtle (da non confondere con la Turtle Beach di Besar) e la graziosa Adam and Eve Beach.

Sempre a Kecil vale la pena fare un salto anche a Romantic Beach che per molti è una delle spiagge più belle di tutte le Perhentian. Si tratta di una striscia di sabbia lunga poco più di un centinaio di metri in cui camminare in una sabbia bianchissima e tuffarsi in un mare magnifico. A rendere l’ambiente ancora più magico è che non ci sono fastidiose costruzioni in vista, un vero paradiso tropicale.

Nono sono meno incantevoli le spiagge di Besar a partire dalla già nominata Turtle Bay che si distingue per essere selvaggia e spettacolare, forse la più primitiva dell’interno arcipelago. Al vostro cospetto vi ritroverete una lunga striscia di sabbia bianchissima puntellata da grandi rocce di granito dove arrampicarsi. Non manca la giungla, fittissima, mentre non vi è alcuna traccia di strutture di alcun tipo perché qui non è permesso edificare nulla.

Turtle Bay, Isole Perhentian

Fonte: iStock

Una magica veduta di Turtle Bay

Come si può intuire dal nome, è anche il luogo più amato dalle tartarughe che da aprile a settembre, col buio, in molte circostanze vengono qui a deporre le loro uova.

Poi ancora la Spiaggia del PIR che, oltre a essere bella da togliere il fiato, offre anche la possibilità di rigenerarsi sotto le palme e fare il bagno insieme alle tartarughe e alle razze. Non è certo da meno Tuna Bay dove a spiccare è una suggestiva barriera corallina, un po’ come dedicarsi a un’indimenticabile nuotata in un acquario a cielo aperto.

Molto belle sono anche Abdul’s Beach, che senza ombra di dubbio merita il titolo di una delle migliori spiagge dell’isola, e Bubble’s Beach che forse è una delle meno note ma ugualmente ricoperta di sabbia bianca e ottima per ammirare i fondali.

Come si arriva alle Isole Perhentian

Il primo passo da fare per arrivare alle Isole Perhentian è raggiungere o il porto di Kuala Besut o quello Tok Bali. Una volta qui si hanno due possibilità: organizzare il trasporto con la struttura del proprio alloggio, oppure rivolgersi a una delle varie agenzie che mettono a disposizione – ad orari prestabiliti – imbarcazioni per le isole.

La buona notizia è che arrivare ai porti che vi abbiamo detto sopra è piuttosto semplice in quanto esistono compagnie che organizzano dei bus dalla capitale delle Malesia o da altre cittadine da sogno come Malacca. Il viaggio però richiede spesso molte ore, e per questo il consiglio è farlo di notte.

Quando andare alle Isole Perhentian

Le Perhentian sono un paradiso vero ma purtroppo non sempre accessibile. Nel periodo delle piogge monsoniche, ovvero quello che va novembre a febbraio, i collegamenti con la costa vengono quasi del tutto sospesi e più o meno tutte le strutture alberghiere chiudono le loro porte. Ciò vuol dire che è possibile attaccarvi quasi esclusivamente da marzo ad ottobre inoltrato.

I mesi che vanno da aprile a settembre sono quelli in assoluto più caldi (anche se qui il freddo quasi non esiste) con medie minime di 23/24° e massime intorno ai 32°. Il top del top per visitare questo meraviglioso angolo del nostro mondo è quindi il periodo che va da metà maggio a metà settembre, momento dell’anno in cui le giornate sono particolarmente luminose ed assolate. Luglio e agosto corrispondono all’alta stagione, quindi seppur belli sono i mesi in cui i prezzi del soggiorno sono assolutamente più alti.

Per il resto, preparatevi a godere di uno dei paradisi più speciali del Sudest asiatico.

Perhentian island, come organizzare il viaggio

Fonte: iStock

Veduta aerea delle Perhentian island
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Perché gli italiani dovrebbero tornare a visitare la Malesia

Per due lunghi anni, la pandemia ci ha impedito di viaggiare verso le più belle mete esotiche. Tra i Paesi inaccessibili agli italiani c’era anche la Malesia, molto amata dai nostri connazionali per le spiagge ma non solo. Finalmente, dal 1° aprile il Paese ha riaperto i confini al turismo e dal 1° maggio non sono più necessari né test di ingresso né assicurazione obbligatoria. È tempo, quindi, di tornarci.

Abbiamo incontrato Mohamad Libra Lee Haniff, direttore del Turismo malese in Europa, per farci raccontare com’è cambiato il turismo in Malesia durante questo periodo e perché è la meta ideale dove andare quest’anno.

“Durante la pandemia si poteva andare solo sull’isola di Langkawi. Sono arrivati 15mila visitatori provenienti da diversi Paesi del mondo, soprattutto dagli Stati Uniti, e anche da qualche Paese europeo come la Gran Bretagna, la Germania, la Francia e la Scandinavia, ma non dall’Italia. Dal 1° aprile però abbiamo aperto anche il resto del Paese e ora si può viaggiare ovunque in Malesia. Stiamo già vedendo i risultati, ma non abbiamo ancora rivisto gli italiani.

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La paradisiaca isola di Langkawi in Malesia

Nel 2019, gli arrivi degli italiani sono stati circa 54mila, il più alto numero mai raggiunto che per noi rappresenta il quinto mercato europeo e quindi è molto importante che gli italiani tornino in Malesia. Ecco perché voglio raccontare loro cos’è la Malesia e perché è sicuro venire”.

Cosa c’è di nuovo da convincere gli italiani a venire in Malesia?

“Ci siamo innanzitutto affidati a una società che certifica la sicurezza e l’igiene delle strutture alberghiere. Poi ci sono delle nuove mete da visitare nel Paese. Naturalmente il nostro gate d’arrivo è sempre Kuala Lumpur, ma non vogliamo promuovere le spiagge della Malesia, i turisti ci vanno già da soli, specie sulla costa orientale che è anche una delle mete preferite per la luna di miele.

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Alba sul Monte Kinabalu in Malesia

Vogliamo promuovere le attività turistiche nei dintorni della Capitale dove si può fare ecoturismo e turismo esperienziale con le comunità locali. Il cosiddetto “Community based tourism” ha un’implicazione economico-finanziaria molto importante per ridistribuire il benessere nel Paese coinvolgendo le comunità locali. Si può dormire con loro, ma anche fare esperienze autentiche. Banalmente, anche acquistare un souvenir è già un tipo di turismo responsabile. A breve ci saranno dei tour proprio per scoprire questo aspetto del Paese.

Inoltre, tra le nostre parole chiave c’è la sostenibilità e vogliamo far conoscere meglio il Borneo malese dove ci sono dei luoghi unici al mondo come il Monte Kinabalu o Kina Bataan oppure il Bornean Sun Bear Conservation Centre, dove vengono curati gli orsi del Borneo, l’unico posto al mondo dove si possono vedere, o ancora dove si possono incontrare gli oranghi. Tra le dieci cose da fare nella vita c’è sicuramente un’esperienza con gli oranghi della Malesia.

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Un esemplare di orso del Borneo

E poi ci sono le nostre Wetland, il paradiso delle mangrovie. Si può soggiornare nel Borneo, ci sono diversi resort, attraversarlo con le long boat sul fiume ma si può anche fare un’escursione in giornata da Kuala Lumpur.

Infine, un aspetto molto importante della Malesia è il suo street food famoso in tutto il mondo e che fa parte della cultura del Paese. In Malesia è tutto aperto 24 ore su 24 e si possono fare esperienza davvero uniche”.

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Street food a Kuala Lumpur