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È partito il treno passeggeri più lungo del mondo

Ha lasciato tutti a bocca aperta il treno passeggeri che è passato in Svizzera e che ha stabilito un record mondiale. Il convoglio lungo 1,9 chilometri della Rhaetian Railway è il più lungo del mondo.

Cento carrozze rosse di 25 unità multiple Capricorn hanno superato le Alpi Retiche attraversando ponti, montagne e verdi prati.

L’occasione era il festeggiamento del 175° anniversario delle ferrovie svizzere, che cade proprio nel 2022, ma sul profilo Instagram hanno spiegato così l’originale iniziativa: “A seguito del duro colpo subìto dovuto alla pandemia, la Rhaetian Railway spera che questo evento ricordi a tutti la bellezza dei viaggi in treno”. Ora che è entrata nel Guinness dei primati i turisti non mancheranno di certo.

Il viaggio del super treno

Il treno ha percorso 25 km sulle Alpi svizzere nella tratta tra Preda (1.789 metri), ai piedi dell’Albulapass e all’ingresso della galleria ferroviaria dell’Albula che porta in Engadina, e Alvaneu, nei Grigioni, su un itinerario di montagna inserito nel patrimonio dell’umanità dell’Unesco.

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Fonte: @Getty Images

Un treno di cento carrozze ha stabilito il record mondiale

Il viaggio del treno da Guinness è stato molto impegnativo. Ha dovuto attraversare due tunnel elicoidali e il famosissimo Viadotto Landwasser, uno spettacolare ponte a sei archi fatto di pietra che passa sopra una profonda gola dove scorre il torrente Landwasser, da cui prende il nome.

Gli aspetti tecnici

Il cento vagoni e la locomotiva che li ha trainato pesavano la bellezza di 3.000 tonnellate. Alla guida del super treno sono stati necessari addirittura sette macchinisti, ma a bordo si trovavano anche 21 tecnici, oltre a 150 fortunatissimi ospiti che si sono potuti godere il meraviglioso viaggio in mezzo alla natura svizzera e ai colori del foliage autunnale.

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Quasi due km di serpentone rosso sono passati silenziosamente sotto gli ogghi di migliaia di persone, tra cui anche moltissimi turisti, accorsi dalle zone limitrofe e dall’estero per ammirare e fotografare la lunga scia del super treno.

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Fonte: @Getty Images

Il serpentone rosso passa sotto gli occhi dei turisti
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Finalmente si potrà ‘visitare’ l’itinerario sommerso di un famoso relitto

Giugno 2023: una data da segnare sul calendario per tutti gli amanti della storia e dell’archeologia. Sarà questo, infatti, il mese in cui sarà possibile visitare l’itinerario sommerso di uno tra i relitti più famosi.

Si tratta del “Relitto del Lombardo“, il piroscafo che, insieme al Piemonte, scortò Garibaldi e i Mille nella celebre spedizione per l’Unità d’Italia, naufragato dopo qualche anno al largo delle Isole Tremiti, in Puglia.

L’annuncio è arrivato durante la XXIV Borsa Mediterranea del Turismo Archeologico con le parole di Barbara Davidde, Soprintendente Nazionale per il Patrimonio Culturale Subacqueo nel corso della 2ª Conferenza Mediterranea sul Turismo Archeologico Subacqueo.

La Soprintendenza Nazionale per il patrimonio culturale subacqueo del MiC – ha raccontato – sta portando avanti il percorso di realizzazione del progetto Amphitrite volto a creare itinerari subacquei all’interno di cinque Aree Marine Protette italiane: quella delle Isole Tremiti in Puglia, le Cinque Terre e Portofino in Liguria, Baia in Campania, Crotone in Calabria, Capo Testa, Punta Falcone in Sardegna. Alcuni di questi itinerari saranno dotati di una rete di nodi sensori che, grazie all’internet underwater things, permetterà la visita dei siti con dei tablet che hanno al loro interno la realtà aumentata e la ricostruzione di come doveva essere in antico il sito sommerso. Questo tipo di visita esiste già nel Parco di Baia e sarà realizzato nelle Isole Tremiti sicuramente sul relitto del Lombardo e forse anche sul Relitto delle Tre Senghe per il quale stiamo terminando gli studi propedeutici”.

Il Lombardo, uno dei piroscafi dei Mille

La storia del Lombardo, il cui itinerario sarà presto visitabile grazie alla realtà aumentata, ha inizio nel 1841, costruito a Venezia e immatricolato a Livorno. Fu poi acquistato dalla compagnia Rubattino nel 1864 e utilizzato, durante il Regno di Sardegna, per il trasporto delle truppe nel corso della Guerra di Crimea.

La notte tra il 5 e il 6 maggio 1860, al porto di Genova, alcuni garibaldini guidati da Nino Bixio si impadronirono del piroscafo (e anche del Piemonte) per dare il via alla storica “Spedizione dei Mille“. Arrivati a Marsala, l’11 maggio 1860, il Lombardo si arenò e venne colpito dai colpi di cannone delle truppe borboniche: semiaffondato, fu poi recuperato dal Porto di Marsala nel luglio dello stesso anno e traghettato fino all’Arsenale di Palermo per essere rimesso a nuovo e iscritto alla marina dittatoriale siciliana.

In ottobre, Garibaldi decretò che sia il Lombardo che il Piemonte dovessero essere preservati come memoria della spedizione per l’Unità d’Italia ma ciò non avvenne: il Lombardo, infatti, entrò a far parte della Regia Marina dove trovò la sua fine, la notte tra il 12 e il 13 marzo 1864, naufragando nelle vicinanze dell’Isola di San Domino mentre trasportava alcuni detenuti alle Isole Tremiti.

Il relitto oggi, una nuova vita

Nelle acque nei pressi dell’isola il piroscafo è rimasto, solitario, per quasi mezzo secolo fino a quando, nel 2005, le operazioni della Soprintendenza ai Beni Archeologici e del gruppo di sommozzatori dei Carabinieri lo hanno riportato alla luce.

Anni prima, inoltre, lo storico Pietro Faggioli ne aveva individuato l’area del naufragio: tra Punta del Vapore e Cala degli Inglesi. Ora non resta che attendere il fondamentale contributo dell’internet underwater things per conoscere sempre meglio uno dei monumenti della storia italiana.

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Il villaggio più colorato del mondo è una galleria a cielo aperto

Giallo, rosa, blu, verde e arancione, questi sono solo alcuni dei colori che ritroviamo ogni giorno nella nostra vita in quelle meraviglie naturali firmate da Madre Natura che ci ricordano quanto è bello il mondo che abitiamo.

E sono gli stessi colori che animano quartieri, le strade e le città, quelli che si trasformano in calamite per i viaggiatori che sono desiderosi di scattare quelle che sono le cartoline più belle di un viaggio indimenticabile.

E se quella di immortalare paesaggi urbani bizzarri e straordinari è la vostra missione, allora, non potete non raggiungere questo villaggio colorato che sembra un’opera d’arte vivente nella quale perdersi e immergersi. Preparate le valigie, si parte. Destinazione: Gamcheon Culture Village.

Bentornati in Corea del Sud

C’è sempre un buon motivo per organizzare un viaggio in Corea del Sud. Il Paese dell’Asia Orientale, infatti, è caratterizzato da un paesaggio tanto vasto quanto variegato fatto di colline e pianure verdeggianti, alberi di ciliegio e templi buddisti secolari, villaggi di pescatori e città futuristiche e dinamiche. Insomma, le cose da fare e da vedere qui sono tantissime.

Il nostro viaggio di oggi, però, ci conduce nei pressi di Busan, una grande città portuale conosciuta soprattutto per le spiagge dorate e i templi, circondati da maestose montagne. Partendo da qui è possibile raggiungere una cittadina deliziosa e pittoresca che, negli ultimi anni, ha attirato l’attenzione di viaggiatori provenienti da ogni parte del mondo.

Situato su una piccola altura, a pochi chilometri dal porto di Busan, Gamcheon Culture Village è un villaggio incredibile che offre scorci panoramici straordinari su tutto il territorio circostante e che negli ultimi anni si è trasformato nella meta prediletta degli appassionati di fotografia.

Quello che davvero affascina di questo luogo è quella vivacità che cattura lo sguardo e che si trasforma in un soggetto perfetto per le istantanee di viaggio. Gamcheon Culture Village, infatti, è un villaggio coloratissimo dove ogni strada, edificio e piazza ha preso vita grazie all’arte e alla cultura.

Gamcheon Culture Village

Fonte: iStock/artran

Gamcheon Culture Village

Il villaggio colorato dedicato alla cultura

Per conoscere le origini del villaggio più colorato della Corea del Sud dobbiamo fare un salto indietro nel tempo tra gli anni ’20 e 30′ dello scorso secolo. In questa zona collinare, leggermente distaccata dal resto della città di Busan, furono costruite delle abitazioni destinate alle famiglie più povere. Queste, però, vissero qui per poco tempo, lasciando il villaggio alla ricerca di condizioni migliori. Molte case furono così abbandonate.

Nel 2009, però, il governo coreano scelse di riqualificare questo luogo, chiamando all’appello giovani artisti provenienti da tutto il Paese. Uno dei primi interventi fu proprio quello di colorare i tetti e le pareti delle case, con l’obiettivo di rendere la cittadina più accogliente e attraente.

Le vecchie abitazioni ormai in disuso furono ristrutturate e trasformate in musei e gallerie d’arte. Ma quello era solo l’inizio: in circa quattro anni diverse installazioni artistiche hanno iniziato a popolare le strade e le piazze della città. A queste, poi, si sono aggiunte anche i murales che oggi rendono il villaggio un museo a cielo aperto. Un microcosmo di meraviglie colorate che prende vita passo dopo passo.

Dopo il rinnovamento, Gamcheon Culture Village si è trasformato in una vera e propria attrazione turistica, forse la più popolare di Busan e della Corea del Sud. Dal 2016, infatti, il villaggio colorato è stato inserito diverse volte nella lista dei luoghi imperdibili nel Paese, attirando circa 3 milioni di visitatori ogni anno.

Gamcheon Culture Village

Fonte: iStock/ntrirat

Gamcheon Culture Village
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Nel cuore di questo deserto sorge un lago rosa: sembra un sogno

I deserti affascinano da sempre gli esseri umani, sia di giorno che di notte. Lo fanno con le particolari sfumature della sabbia che quando brillano al sole tingono tutto di oro, con le oasi che si palesano davanti allo sguardo degli avventurieri come fossero un miraggio, e lo fanno anche con i cieli stellati, quelli che di notte illuminano le distese aride incantando i viaggiatori provenienti da ogni parte del mondo.

Sono tanti i miracoli che avvengono nel deserto, e tutti portano la firma di Madre Natura. Lo dimostra, per esempio, quella inedita fioritura che lascia senza fiato, un tripudio di colori e profumi che invade il vasto e arido deserto della Death Valley. Ma lo fanno anche quei laghi inaspettati che puntellano le sterminate distese desertiche.

Ed è proprio di un miracolo nel deserto che vogliamo parlarvi oggi raggiungendo uno dei luoghi più incredibili e straordinari del nostro pianeta che per meraviglie e paesaggi non conosce eguali. Stiamo parlando del Badain Jaranal, il grande e immenso deserto della Cina. È proprio qui che all’improvviso, come se stessimo vivendo un sogno a occhi aperti, appare un lago rosa dalle tinte cangianti che lascia senza fiato.

Tra le meraviglie del Badain Jaran

Il deserto di Badain Jaran, ne siamo sicuri, non ha bisogno di presentazioni, perché sono le meraviglie che lo caratterizzano a precedere la sua fama. Con la sua estensione, di quasi 50000 chilometri quadrati, è il terzo deserto più grande della Cina.

Il Badain Jaran si snoda tra Gansu, Ningxia e la Mongolia Interna, ricoprendo una superficie vastissima che ospita quelle che sono le dune stazionarie più alte dell’intero pianeta, vere e proprie colline dorate che svettano fino a 500 metri di altezza. È lo stesso deserto che, nonostante la sua aridità, prende vita grazie a delle oasi incredibili.

Qui ci sono più di 100 laghi, alimentati da sorgenti sotterranee che raccontano il miracolo della natura. La presenza di questi bacini d’acqua, è collegata al nome stesso del deserto: Badain Jaran, infatti, vuol dire laghi misteriosi.

Ed è proprio uno di questi laghi che, più degli altri, contribuisce a trasformare il paesaggio del deserto in una favola inedita. Si tratta di uno specchio d’acqua dalle tinte cangianti e scintillanti ed è così bello da non sembrare reale. Ma invece lo è, e per questo è ancora più magico.

Badain Jaran

Fonte: IPA

Il deserto di Badain Jaran

Il lago rosa shocking nel cuore del deserto

Si apre all’improvviso come fosse una visione e incanta chiunque si trovi al suo cospetto. Stiamo parlando del lago rosa nascosto tra le dune del deserto di Badain Jaran. Lo specchio d’acqua è situato nella Lega dell’Alxa, una delle 12 prefetture della Mongolia Interna.

Attorno a questo specchio d’acqua campeggia un alone di fascino e mistero sin dalla sua scoperta che è relativamente recente. Sconosciuto, a oggi, è il motivo che rende così intense e cangianti le tinte dell’acqua. Secondo gli scienziati le caratteristiche nuance potrebbero essere una naturale conseguenza dei minerali presenti nell’acqua. L’alternativa sarebbe data dall’esistenza di microorganismi che popolano i fondali e che danno questo colore anche ad altri laghi salati che popolano il mondo.

Sono molti i quesiti che ancora ruotano intorno a questo misterioso lago, quello che è certo, però, è che si tratta di una meraviglia della natura destinata a lasciare senza fiato.

Il lago rosa nel deserto, Lega dell'Alxa

Fonte: IPA

Il lago rosa nel deserto, Lega dell’Alxa
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Il castello costruito da un uomo solo è pura magia

“Castello” evoca scenari medievali, un immaginario di duelli, cavalieri, dame, e un’epoca remota: ma non sempre è così.

Anche in anni più recenti è esistito chi ha sempre desiderato possedere un maniero da fiaba in stile medievale e costruirlo con le proprie forze per vederlo crescere pietra su pietra.

Fiaba moderna, è quella che è avvenuta a Cebolleros, nel nord della Spagna, in provincia di Burgos: qui, nel 1935, nacque un uomo, Serafin Villaràn, che dedicò vent’anni della sua vita proprio a inseguire questo sogno.

Castillo de las Cuevas, il castello costruito da un solo uomo

Nel 1978, con ambizione e determinazione, Serafin inizia a dare vita al suo progetto ispirato dai disegni dei castelli delle favole, lui che non ne ha mai visto uno dal vivo, come riferito dai familiari. Compra un terreno e, da solo, senza conoscenze architettoniche, lavora al suo capolavoro utilizzando cemento e pietre e sassi dei vicini fiumi Trueba e Nela: materiali che non sono certo i più adatti per le opere in muratura poiché non si legano alla perfezione e necessitano di una grande quantità di malta per rimanere uno accanto all’altro.
Eppure, Villaràn dispone soltanto di pietre di fiume e quelle utilizza, motivato più che mai.

Il sogno di costruire un castello come quello dei libri dove vivere con la famiglia è così intenso che Serafin si dedica anima e corpo al progetto e, semplice saldatore in fabbrica, è artefice di uno splendido edificio nato spontaneamente, con geometrie e forme inventate momento per momento, senza un piano prestabilito.

Il Castillo de las Cuevas, “Castello delle Grotte”, grazie alla perseveranza, al duro lavoro e alla pazienza del suo costruttore nei fine settimana, diventa col tempo una piacevole realtà.

Il favoloso sogno continua

La meravigliosa struttura architettonica, in un riuscito mix tra stile medievale e moderno, oggi si staglia in posizione panoramica sulla Sierra de la Tesla e consta di cinque piani, un bar/cantina al piano terra dove le persone possono incontrarsi, un salone al primo piano e un forno al terzo per cucinare una grande quantità di cibo.

Le torri circolari e merlate, impreziosite dalle pietre arrotondate dei fiumi, gli conferiscono l’aspetto di un autentico castello da fiaba che dona notorietà alla piccola comunità e attira turisti da tutta la Spagna.

A raccogliere l’eredità del padre sognatore, scomparso nel 1998 senza vedere la sua grandiosa opera ultimata, sono stati i figli Yolanda e Luis che, ogni anno, hanno investito parecchio denaro sottratto al budget familiare per completare il castello di circa 300 metri quadrati.

I visitatori sono ben accetti e hanno la possibilità di visitare tutti gli spazi dell’edificio di foggia medievale per scoprire con i propri occhi la maestria di Serafin e lasciarsi sorprendere dal suo ingegno.

L’ingresso è libero ma è gradita una piccola donazione per contribuire a coprire gli alti costi di mantenimento del Castello: i figli di Villaràn non intendono però trasformare l’interesse dei turisti in un business poiché vogliono mantenere “puro” il grande sogno del loro papà, un uomo umile che, pur non avendo mai ammirato un castello dal vivo, ha saputo crearlo con le sue stesse mani.

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Il canyon italiano che in pochi conoscono è pura meraviglia

Quando pensiamo ai canyon, di solito, la prima immagine che viene in mente è quella dei famosi siti statunitensi ma sono molti i luoghi, anche in Italia, che nascondono bellezze spesso inaspettate.

Uno di questi è la splendida Puglia che, tra i suoi tesori, custodisce anche un Canyon, affascinante giacimento di terra rossa nel cuore del Parco Nazionale dell’Alta Murgia: ecco la Cava di Bauxite di Spinazzola, una meta da cartolina che ancora pochi conoscono.

Un luogo dal fascino esotico, una scoperta straordinaria

Siamo in Puglia ma qui si ha la sensazione di ritrovarsi in un luogo differente, come se, da un momento all’altro, si venisse trasportati Oltreoceano: la Cava di Bauxite di Spinazzola, dal fascino e dal colore esotico, racconta la storia del territorio e una ricchezza dal valore inestimabile che, per anni, fu importante fonte di reddito per l’economia della regione.

La sua scoperta avviene nel 1935 quando il ragionier Paolo Cappiello e il geometra Luca Nanna, durante un’escursione nei dintorni di Spinazzola, vengono attratti da alcune pietre di colore rossastro, molto pesanti.

Incuriositi, ne prelevano un campione e lo inviano per l’analisi a un laboratorio specializzato con sede a Genova: si tratta di bauxite, una roccia particolare, da cui è possibile ricavare l’alluminio, che si forma per via dell’alterazione delle rocce calcaree provocata dagli agenti atmosferici. Contiene varie specie minerarie tra cui idrossidi e ossidi, sia di ferro che di alluminio.

rocce bauxite

Fonte: iStock

Rocce di bauxite

Così, arriva la decisione di dare vita a una ditta con il permesso di ricerca e sfruttamento minerario della zona: è l’inizio della proficua attività estrattiva della Cava che sarà attiva dal 1950 al 1978 affermandosi come uno dei giacimenti minerari più importanti d’Italia.

Il materiale estratto, allo stato grezzo, veniva trasportato su camion al Porto di Trani per giungere a Porto Marghera dove le fonderie provvedevano a trasformarlo nel prodotto finito, l’alluminio.

Con l’arrivo degli anni Ottanta, la concorrenza di materiale proveniente dall’Africa, più puro ed economico da lavorare, porta prima a una diminuzione dell’attività nelle cave pugliesi e, poco dopo, alla chiusura definitiva.

La cavità, tuttavia, non fu ricoperta e oggi dona una visuale unica nel suo genere con il cratere profondo una cinquantina di metri dove il rosa, il rosso, l’arancione e molteplici altre sfumature di colore si fondono in armonia ricalcando l’atmosfera dei Canyon più famosi.

Oggi, infatti, la Cava di Spinazzola si presenta come un’ampia vallata rossastra che si apre, all’improvviso, tra le pareti rocciose a picco: gli amanti della fotografia potranno scattare immagini indimenticabili e gli appassionati di trekking ed escursioni concedersi rilassanti passeggiate lungo i sentieri dai panorami difficili da descrivere a parole.

Siamo in una realtà fuori dal tempo, lontana dal frastuono di tutti i giorni, dove rimanere in contemplazione.

miniera bauxite spinazzola

Fonte: iStock

La miniera di bauxite di Spinazzola

Come raggiungere la Cava di Bauxite di Spinazzola

Il suggestivo Canyon pugliese, insieme all’altrettanto affascinante Cava di Bauxite di Otranto, è una meta ancora poco conosciuta ma che vale davvero la pena visitare.

Si trova lungo la strada tra Spinazzola e Andria, non lontano dal Castello medievale di Garagnone: percorrendo circa dieci chilometri sulla SP 230 dalla città di Spinazzola, si prosegue verso la SP 138, direzione Andria.

Quattro chilometri prima dello svincolo, a destra della carreggiata si apre una strada sterrata: imboccatela e, dopo un boschetto, ecco lo scenario impareggiabile delle cave rosse.

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Abbiamo trovato la città dei selfie: è straordinaria

Sono tante, anzi tantissime, le fotografie che popolano il nostro smartphone e i nostri profili Instagram, e che immortalano i momenti significativi dei viaggi più belli che abbiamo intrapreso intorno al mondo.

Alcuni scatti sono dedicati alle meraviglie che portano la firma della natura, tra cui laghi, boschi e foreste incantate. Altri ancora, invece, sono dedicati alle città e ai loro colori, gli stessi che ci permettono di avere un feed social di tendenza che destinato a fare il pieno di like. E poi ci sono i selfie, quelli che scattiamo scegliendo accuratamente i luoghi che faranno da sfondo alle nostre fotografie più belle.

E se siete fan dell’autoscatto, soprattutto quando siete in viaggio, allora non potete non inserire nella lista delle prossime destinazioni da raggiungere anche Cantarranas. Conosciuto come il paese dei murales, questo piccolo e colorato paese dell’Honduras, ha fatto sua la fama di città dei selfie. Il motivo? Scopriamolo insieme.

Tra le strade di Cantarranas

È un viaggio insolito, particolare e lontano dai sentieri più battuti del turismo di massa, quello che facciamo insieme a voi oggi e che ci porta direttamente in Honduras.

Il Paese dell’America Centrale, bagnato dal Mar dei Caraibi a nord e dall’Oceano Pacifico a sud, ospita un luogo straordinario che lascia senza fiato tutti i viaggiatori che si spingono fin qui. Si tratta di Cantarranas, già conosciuto come paese dei murales, perché in effetti l’arte di strada qui è assoluta protagonista. Non c’è edificio, casa o struttura che non sia stata sapientemente valorizzata con la street art. Quello che è emerge, guardando la città nella sua totalità, è una galleria d’arte en plein air in cui le opere murarie sembrano prendere vita.

Situato nel dipartimento di Francisco Morazán, il comune dell’Honduras è stato fondato nel 1667 con il nome di Cantarranas. Non si tratta di una destinazione comune tra i turisti, che sono più affascinati dal mare e dalla natura che caratterizza l’Honduras, che dal resto. Eppure questo luogo è straordinario, così come lo sono i suoi murales e la sua storia.

Cantarranas, la città dei selfie

Fonte: ANSA

Cantarranas, la città dei selfie

La città dei selfie

La riqualificazione di Cantarranas che dà alla città il suo aspetto attuale, affonda le sue motivazioni in un destino condiviso da tantissimi territorio del mondo. Mentre alcuni luoghi si ritrovano costretti ad affrontare le conseguenze di un turismo di massa troppo spesso invasivo, infatti, ce ne sono altri che sentono l’esigenza di attirare i viaggiatori per trasformare il turismo in una fonte economica. Ed è questo il caso della città dell’Honduras che, negli ultimi anni, si è trasformata in un museo a cielo aperto, uno scenario ideale per scattare il selfie perfetto e condividerlo sui social.

Situata a meno di 50 km da Tegucigalpa, Cantarranas si è trasformata da antico centro minerario a città dei selfie. Tutto merito delle opere che campeggiano sulle facciate degli edifici in stile coloniale e che colorano le strade e le piazze in maniera sorprendente.

I murales di Cantarranas, che portano la firma degli artisti locali, parlano del vasto e variegato territorio del Paese: ci sono le foreste, la flora e la fauna, ci sono le scene di vita urbana e rurale. C’è un grande disegno che incornicia le strade della città e tutti quei percorsi che i cittadini e i viaggiatori attraversano ogni giorno.

È proprio qui, dopo la riqualificazione urbana, che i turisti scelgono di fermarsi. Per guardare le opere, per immortalare con lo smartphone quel tripudio di arte e colore che esplode in ogni angolo della città e per scattarsi numerosi selfie da condividere sui social network.

Cantarranas, la città dei selfie

Fonte: Getty Images

Cantarranas, la città dei selfie
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Cerchi un Natale alternativo? Trascorrilo in una sauna nell’igloo

Le luci della città si accendono di magia mentre nell’aria si diffonde un profumo che sa di mandorle tostate e vin brulé e che inebria i sensi e solletica il palato. Tutto intorno, invece, una calda atmosfera riscalda il cuore e l’anima anche se i gradi raggiungono lo zero.

È la magia dell’Avvento, di quel periodo che precede il Natale e che ci ricorda perché questo momento dell’anno è così amato dalle persone di ogni età. È lo stesso periodo che ci invita a organizzare viaggi straordinari intorno al mondo per scoprire quei paesaggi invernali che, durante le feste, si trasformano nelle cartoline più belle da incorniciare.

Viaggiare a Natale è sempre un’esperienza meravigliosa. Ma se state cercando qualcosa di straordinario e di insolito, all’insegna del benessere e della natura, abbiamo quello che fa per voi. Che ne dite di trascorrere il Natale in una sauna a forma di igloo immersa nella natura innevata estone?

Natale in Estonia

Organizzare un viaggio in Estonia è sempre un’ottima idea. Lo è perché il Paese lambito dalle acque del Mar Baltico e del Golfo di Finlandia ospita un territorio straordinario e mozzafiato che alterna spiagge rocciose ad antiche foreste e grandi laghi. A incorniciare questo paesaggio variegato ci sono i castelli, le chiese e le fortezze abbarbicate sulle colline.

C’è poi la capitale, Tallinn, che da secoli incanta viaggiatori provenienti da tutto il mondo con il suo centro storico perfettamente intatto, i musei e l’imponente torre televisiva che offre una terrazza panoramica dalla quale poter abbracciare con lo sguardo tutta la città.

Durante il periodo dell’Avvento Tallinn, così come altre città del Paese, s’illumina di meraviglia. Le strade, i vicoli e il centro storico regalano atmosfere incantate e fiabesche. E non potrebbe essere altrimenti dato che la storia vuole che proprio nella capitale dell’Estonia è stato allestito il primo albero di Natale nel 1441. Una tradizione, quella dell’albero, che viene perpetuata ancora in grande stile.

Ed è proprio partendo dalla capitale che è possibile raggiungere Kõrvemaa, un luogo dove, circondati dalla natura più autentica, è possibile vivere un’esperienza tradizionale all’insegna del benessere e del relax, come quella di trascorrere le vacanze di Natale all’interno di una sauna costruita in un igloo immerso nella natura.

La sauna nell’igloo immersa nella natura

L’Estonia, come abbiamo già detto, è un Paese che non smette mai di stupire. Non solo per i paesaggi, ma anche per tutta una serie di esperienze volte al benessere e alla rigenerazione dei sensi che cittadini e viaggiatori qui possono vivere. Su tutto il territorio, infatti, si snodano diverse terme, luoghi ideali per rilassarsi e godere di trattamenti vari e saune calde.

Celebre è la smoke sauna, un particolare tipo di sauna che viene riscaldata con un camino all’interno del quale le pietre laviche si riscaldano con la legna. Si tratta di una tradizione molto radicata nella cultura tradizionale del territorio che ha raccolto l’entusiasmo dei viaggiatori di tutto il mondo.

Molto spesso, le strutture, sono costruite nei pressi di laghi ghiacciati, così da permettere agli ospiti di fare un bagno gelato e provare l’ebrezza di un rituale che ha tantissimi benefici per la pelle e la circolazione sanguigna.

Se volete vivere un’esperienza di magico relax nella natura incontaminata estone, allora il consiglio è quello di raggiungere l’Igloo saunas situata a Kõrvemaa. Come il nome stesso suggerisce, si tratta di una sauna ricreata all’interno degli igloo in un’area protetta situata a circa 50 km a est di Tallinn, già meta prediletta degli amanti degli sport invernali. È qui che è possibile vivere un’esperienza straordinaria dove la natura incontra il benessere.

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Le dimore più lussuose dove trascorrono le vacanze le Famiglie Reali

Oltre ai tanti impegni ufficiali ai quali non possono proprio fare a meno di ottemperare, le Famiglie Reali possono godersi qualche privilegio: le loro vacanze, ad esempio, le trascorrono in dimore super lussuose situate in splendide località molto riservate, ben lontane da occhi indiscreti. Scopriamo quali sono le loro residenze meravigliose.

Le dimore delle vacanze della Royal Family

Non possiamo che partire dalla Famiglia Reale inglese e dalle loro splendide residenze estive. La Regina Elisabetta II, che si è spenta lo scorso settembre all’età di 96 anni, amava moltissimo ritirarsi presso la sua dimora a Balmoral, nel Galles. Stiamo parlando di un suggestivo castello costruito a partire dal ‘300, immerso in un rigoglioso parco che si dipana per ben 20mila ettari nelle campagne circostanti. Elisabetta e suo marito Filippo vi hanno trascorso praticamente tutte le estati, ed è proprio qui che Sua Maestà è deceduta, nel luogo che forse più di tutti aveva amato.

Suo figlio, Re Carlo III, che gli è succeduto sul trono inglese, ha invece scelto la tenuta di Llwynywermod come sua residenza per le vacanze in Galles. Acquistata nel 2007, la proprietà include una deliziosa fattoria rimessa a nuovo e tre cottage (due dei quali vengono affittati quando il Re e sua moglie Camilla non soggiornano nella dimora principale). Mentre Kate Middleton e il Principe William preferiscono il mare: le loro vacanze di famiglia hanno come location Villa Antilles, nell’isola caraibica di Mustique. La lussuosissima abitazione viene affittata ogni anno per oltre 31mila euro a settimana, e gode di cinque camere da letto, una piscina a sfioro e una vista mozzafiato.

Prima di lasciare il loro ruolo da membri della Famiglia Reale, anche il Principe Harry e Meghan Markle hanno trascorso vacanze extra lusso. A quanto pare, la Duchessa di Sussex ama profondamente Ibiza, una delle mete turistiche più famose nel Mediterraneo. Nel 2019, lei e suo marito hanno trascorso l’estate in una villa di gran lusso alle Baleari affittata a ben 130mila euro la settimana, una scelta che all’epoca aveva suscitato qualche polemica. Dopo aver lasciato Londra, l’anno successivo, hanno invece passato il Natale in una residenza canadese costata addirittura 12,6 milioni di euro, ovviamente dotata di tutti i confort.

Le vacanze delle altre Famiglie Reali

Dove trascorrono le loro vacanze le altre Famiglie Reali? Re Felipe VI di Spagna e sua moglie Letizia, assieme alle figlie Leonor e Sofia, hanno una splendida residenza a Palma di Maiorca, sull’isola delle Baleari: si tratta di Palazzo Marivent, ricevuto in dono dal governo locale negli anni ’70. Nel corso del tempo, i Reali spagnoli vi hanno accolto molti ospiti illustri, tra cui la Principessa Diana con i suoi figli William e Harry. La Famiglia Reale olandese, invece, ama recarsi in Grecia per le vacanze estive. Qui, nei pressi della città di Kranidi, Re Guglielmo Alessandro ha acquistato una splendida villa extra lusso con piscina, porto turistico privato e spiaggia personale.

C’è chi invece apprezza particolarmente la Francia. È il caso della Famiglia Reale danese, che ha una residenza privata immersa tra i vigneti del sud del Paese: stiamo parlando di Château de Cayx, dove la Regina Margrethe e il suo defunto marito Henrik hanno persino scoperto il piacere della vinificazione. Mentre la Famiglia Reale belga è stata conquistata dalla piccola Île d’Yeu, circondata dall’oceano Atlantico. Qui Re Filippo e sua moglie Mathilde hanno preso in affitto una splendida villa ogni estate, fin quando non hanno deciso di acquistare una lussuosa proprietà.

Ma non c’è bisogno di andare troppo distante per le vacanze. La Famiglia Reale norvegese ha una meravigliosa proprietà a Bygdøy, una vera e propria fattoria un tempo appartenente ad un monastero. Oggi, dopo tante opere di ristrutturazione, è una dimora lussuosa dove si vive comunque in semplicità, a contatto con la natura. Tanto che qui vivono 60 mucche da latte e vari altri animali. Infine, la Famiglia Reale svedese trascorre le sue estati presso il Palazzo di Solliden, tenuta isolana ispirata alla splendida Villa San Michele di Capri. I suoi giardini sono un vero capolavoro.

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L’offerta di Ryanair per il Weekend dell’orrore

In occasione del lungo ponte di Halloween, Ryanair lancia la promozione “Weekend dell’orrore” con offerte imperdibili che scadranno alla mezzanotte di lunedì 31 ottobre 2022 per volare dal primo novembre al 15 dicembre a tariffe convenienti e scontate a partire da 19,99 euro (solo andata).

È quindi il momento più adatto per pensare alla prossima vacanza low cost e staccare la spina dalla frenetica routine quotidiana prima delle tanto attese Festività di fine anno. Sono davvero molte le destinazioni tra cui è possibile scegliere: per questo, noi di SiViaggia abbiamo selezionato per voi alcune mete da non perdere.

La scenografica Pafos sulla magnifica isola di Cipro

A tre ore di volo dall’Italia, l’isola di Cipro, culla della Dea Afrodite, è famosa per le bianche spiagge lambite dal mare turchese e l’entroterra punteggiato da vigneti.

Con partenza da Milano Bergamo, a 19,99 euro solo andata, è possibile raggiungere Pafos, un tempo capitale, e oggi scenografica città portuale tutta da scoprire a partire dal centro storico, un dedalo di strade pedonali che abbracciano Piazza Kennedy su cui si affacciano i giardini, il Municipio e la biblioteca, in stile tipico dell’antica Grecia con capitelli e colonne.

La città è oggi suddivisa in due zone, la parte bassa (Kato Pafos) più turistica e vivace con locali e negozi di souvenir, e la parte alta (Ktima Pafos) dove il ritmo della vita scorre lento e immutato da secoli tra bellissimi palazzi coloniali, interessanti musei e moltissime attrazioni culturali.

La costa, poi, è un gioiello: le spiagge sono per tutti i gusti e le esigenze e il mare un vero incanto.

Stoccolma, tra le città più belle della Scandinavia

Da Roma Fiumicino, un volo a 19,99 euro solo andata porta a Stoccolma, edificata su 14 isole e 57 ponti, una delle mete più affascinanti della Scandinavia.

La capitale svedese sa, infatti come sorprendere: il pittoresco centro di impronta medievale, i canali, i moderni elementi di design e i verdi parchi la rendono indimenticabile, in qualsiasi stagione dell’anno.

Il punto di partenza ideale per scoprire la città è il Gamla Stan, uno dei centri medievali meglio conservati in Europa, caratterizzato dalle case color pastello e dai vicoletti dove sentirsi catapultati nel passato: fiore all’occhiello della zona è il Palazzo Reale, con 600 stanze, ricche collezioni di cimeli e musei come l’Armeria Reale.

Durante un tour a piedi della Città Vecchia, non dimenticate di raggiungere il Mårten Trotzigs gränd, il vicolo più stretto della capitale con soli 90 centimetri di larghezza.

Siviglia: tutto il fascino dell’Andalusia

Infine, sempre con un biglietto di sola andata a 19,99 euro, da Catania volate a Siviglia, una delle perle dell’Andalusia, sospesa tra tradizione e modernità e un particolare connubio di architettura araba, spagnola e influenze gitane.

Tra le testimonianze del passato, meritano una sosta l’imponente Cattedrale con la Torre della Giralda alta 90 metri, in origine minareto della moschea sulle cui rovine venne costruita la cattedrale, e l’Alcazar, straordinario complesso monumentale in centro città, ideato e costruito dai Mori, fulgido esempio di architettura mudejar: entrambe le attrazioni sono Patrimonio UNESCO.

Chiese, palazzi storici, la Plaza de Toros, perla di architettura barocca, e anche un tocco di modernità con attrazioni futuristiche quali, ad esempio, il Metropol Parasol, autentico simbolo della Siviglia all’avanguardia.

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Fonte: iStock

Siviglia, Spagna