Categorie
Andalusia Arte e cultura cattedrali Città d'Arte Cosa fare nel weekend Idee di Viaggio mete storiche Siviglia turismo religioso Viaggi Viaggi Relax

Siviglia, dove il flamenco profuma di aranci in fiore

Solare, sensuale, magnetica, Siviglia è una città che cattura il cuore e riscalda l’anima. Con la sua luce dorata, i colori intensi, le antiche tradizioni e l’energia che pulsa tra vicoli, piazze e palazzi moreschi, la capitale andalusa è un mix di storia e passione, dove il passato arabo convive con l’eredità cristiana e l’anima gitana. Tra profumi d’arancio, architetture da Mille e una notte e ritmi che battono al suono del flamenco, è una città da vivere, ascoltare, assaporare.

In quest’articolo scopriamo insieme cosa vedere a Siviglia, dalle meraviglie architettoniche – come la Cattedrale e l’Alcázar –  ai tramonti sul Guadlquivir fino alle tapas nei quartieri più autentici: non una semplice checklist, ma un invito a perderti tra i meandri di una delle città più affascinanti d’Europa.

Siviglia: 13 cose da vedere

Situata nel sud della Spagna, nell’assolata regione dell’Andalusia, Siviglia è una città da scoprire a passo lento, passeggiando tra i suoi vicoli soleggiati alla scoperta di edifici plasmati da secoli di arte e di storia che, intrecciandosi, hanno lasciato tracce indelebili. Tra atmosfere moresche, giardini segreti e scorci che sembrano usciti da un film, ecco una selezione dei luoghi da non perdere per lasciarsi conquistare dalla magia andalusa.

Cattedrale di Siviglia e Giralda

Edificati su un’antica moschea almohade e su un minareto, la Cattedrale di Siviglia e l’inseparabile Giralda simboleggiano il trionfo del cristianesimo in città.

Dichiarata Patrimonio dell’Umanità dall’UNESCO nel 1987, la Catedral Metropolitana de Santa María de la Sede de Sevilla è una delle chiese gotiche più grandi al mondo: oltre che per l’imponenza e la straordinarietà architettonica, colpisce per il mix di stili che riflettono le stratificazioni storiche della città. All’interno ospita la tomba di Cristoforo Colombo morto a Vallodolid, in Spagna, nel 1506.

La Giralda, visibile da molti punti della città, regala viste mozzafiato sui tetti rossi di Siviglia.

cattedrale gotica

Fonte: iStock

Catedral Metropolitana de Santa María de la Sede de Sevilla

Real Alcázar

Tra le cose da vedere a Siviglia, il Real Alcázar si aggiudica uno dei primi posti nella nostra top 15.

Edificato con funzioni difensive dai governanti mussulmani, è oggi una delle residenze reali in uso più antiche d’Europa: un capolavoro architettonico che testimonia la fusione tra arte islamica, gotica, rinascimentale e barocca. Con i suoi giardini profumati, i cortili decorati da azulejos, gli archi arabeggianti e gli interni dai soffitti scolpiti, il Real Alcázar catapulta in un universo sospeso nel tempo, tra suggestioni e visioni che sembrano tratte da una pagina delle Mille e una notte.

patio del Real Alcázar con forme arabeggianti

Fonte: iStock

Patio de las doncellas, Real Alcázar

Plaza de España

A poche centinaia di metri dal Real Alcázar si trova Plaza de España, uno degli spazi più scenografici di tutta l’Andalusia, se non del Paese intero.

Situata all’interno del Parco de María Luisa, Plaza de España è un complesso monumentale di mattoni, ceramiche e ponticelli che attraversano un canale navigabile: realizzata nel 1929 in occasione dell’Esposizione Iberoamericana, presenta una forma semiellittica che simboleggia l’abbraccio tra l’antica città spagnola e le sue colonie. Lungo le pareti della piazza, rappresentate da scene storiche e mappe in ceramica decorata, trovano posto le 48 province spagnolo. L’acqua, i giochi di luce e le maioliche creano un’atmosfera quasi fiabesca.

Plaza de España è il luogo perfetto per una passeggiata rilassante o una gita in barca sulle acque del canale, ma anche per lasciarsi coinvolgere da gruppi di musicisti e ballerini di flamenco che si esibiscono sotto i portici.

Torre dell’Oro

Siamo di fronte a un altro dei simboli di Siviglia, Torre dell’Oro, che si affaccia elegante sulle rive del Guadalquivir e regala una bella vista panoramica sul fiume, sulla città e sul vicino ponte di Triana.

Edificata nei primi anni del XIII secolo dagli Almohadi come parte delle mura che proteggevano l’accesso fluviale alla città, Torre dell’Oro ospita al suo interno un piccolo museo navale che racconta la storia marittima di Siviglia e le spedizioni verso il Nuovo Mondo.

Quartiere di Santa Cruz

Con il suo labirinto intricato di vicoli acciottolati, piazzette silenziose e cortili che profumano di gelsomino, Santa Cruz rappresenta il cuore storico e romantico della città, dove Siviglia rivela il suo volto più intimo e struggente.

Un tempo abitato dalla comunità ebraica, Santa Cruz è oggi uno dei quartieri più visitati della città, ideale per una passeggiata a piedi tra storia, gastronomia e scorci dalla bellezza inenarrabile.

Strada con alberi e case

Fonte: iStock

La tranquillità del quartiere Santa Cruz

Archivio General de Indias

Tra le cose da vedere a Siviglia oltre i luoghi più iconici, l’Archivo General de Indias merita sicuramente una tappa: è uno dei luoghi che meglio raccontano l’importanza storica della città andalusa all’epoca delle grandi esplorazioni.

Sito accanto alla Cattedrale e alla Giralda, l’archivio fu creato alla fine del XVIII secolo per volontà di Carlo III all’interno di un’elegante costruzione rinascimentale – l’antica Casa Lonja de Mercaderes – dove sono custoditi milioni di pagine, mappe, lettere, decreti e diari dei quattro secoli di storia dell’Impero spagnolo nelle Americhe e nelle Filippine.

Casa de Pilatos

Gli appassionati di arte e architettura non possono esimersi dal visitare la Casa de Pilatos, una delle residenze storiche di Siviglia più affascinanti per la fusione di stili, dal mudéjar al gotico e dal rinascimentale al plateresco, tipica dell’Andalusia del XVI secolo.

Un’esperienza rilassata e lontana dalla folla tra patii decorati con azulejos, scale affrescate, collezioni di sculture antiche e giardini tranquilli che regalano una pausa silenziosa impregnata di bellezza nel cuore della città antica.

Plaza de Toros de la Maestranza

Tra i luoghi più rappresentativi della tradizione andalusa, Plaza de Toros de la Real Maestranza de Caballería de Sevilla è uno dei simboli più emblematici della città: ben più di una semplice arena, è un vero e proprio monumento storico che racconta un capitolo importante dell’identità culturale di Siviglia.

Plazas de Toros de la Maestranza, una delle più antiche e prestigiose di tutta la Spagna, ha una capienza di circa 12.000 spettatori e si distingue per lo stile barocco e la forma leggermente ellittica: è in uso ancora oggi durante la stagione taurina che culmina con la Feria de Abril. Oltre all’Arena, è possibile visitare l’annesso Museo Taurino che raccoglie costumi, manifesti, dipinti e oggetti legati alla tauromachia.

Metropol Parasol

Noto a tutti come Las Setas per la peculiare struttura a forma di fungo, il Metropol Parasol è una delle opere più sorprendenti dell’architettura contemporanea andalusa.

Realizzato in legno e calcestruzzo su progetto del tedesco Jürgen Mayer, il Metropol Parasol rappresenta un esempio di riqualificazione che ha saputo unire estetica, innovazione e funzionalità: all’interno della struttura, che ha completamente trasformato lo spazio urbano in cui si colloca, trovano posto il Museo Antiquarium (con una collezione di reperti romani e moreschi rinvenuti durante gli scavi), un mercato coperto e una passerella panoramica da cui ammirare la città a 360 gradi.

istallazione a forma di fungo

Fonte: iStock

Metropol Parasol, una delle opere più sorprendenti dell’architettura contemporanea andalusa

Parco di María Luisa

Per una pausa di freschezza tra un monumento e l’altro, un imprescindibile è il Parco di María Luisa: con i suoi viali alberati, le fontane scenografiche e le panchine decorate con azulejos colorati, è uno dei luoghi più amati dai sivigliani che vi si recano per una passeggiata rilassante e per godersi l’atmosfera soleggiata della città.

Tra le aree più belle del giardino monumentale spiccano la Fontana dei Leoni, il Monte Gurugú e il Padiglione Moresco: circondati dalla vegetazione lussureggiante regalano quiete e bellezza, oltre a rappresentare un altro volto della città.

Basílica de la Macarena

Un po’ dislocata ma facilmente raggiungibile con una passeggiata di 20 minuti dal centro città, la Basilica de la Macarena è uno dei luoghi di culto più venerati di Siviglia: al suo interno custodisce la Vergine della Speranza Macarena, simbolo di devozione popolare e protagonista indiscussa della Semana Santa.

Accanto alla Basilica si trova l’Arco de la Macarena che unitamente al Postigo del Aceite e alla Porta di Cordoba è uno dei tre accessi superstiti delle antiche mura medievali.

Museo de Bellas Artes

Sito all’interno dell’antico Convento de la Merced Calzada, il Museo de Bellas Artes di Siviglia è una tappa assolutamente da non perdere per gli amanti dell’arte: dopo il Prado di Madrid è considerato la seconda pinacoteca più importante di tutta la Spagna.

Oltre alle sale dedicate ai grandi del passato – tra cui il Goya, El Greco e il maestro del barocco sivigliano Bartolomé Esteban Murillo – il museo ospita importanti esempi di arte andalusa che raccontano l’identità culturale di Siviglia.

Palacio de las Dueñas

Tra le residenze storiche più affascinanti di Siviglia merita una visita il Palacio de las Dueñas, mix armonioso di stili gotico-mudéjar e rinascimentale che si distingue per l’atmosfera elegante in cui il tempo sembra essersi fermato.

Di proprietà della ricca e potente Casa de Alba, il Palacio de las Dueñas custodisce al suo interno mobili antichi e opere d’arte raccolte dalla famiglia nel corso dei secoli, mentre all’esterno una serie di patii e giardini rigogliosi regalano un’oasi di pace nel cuore della città.

Giardino con casa nobiliare andalusa

Fonte: iStock

Palacio de las Dueñas, una delle residenze storiche più affascinanti di Siviglia

Cosa fare a Siviglia: 7 esperienze da non perdere

Siviglia è una città vivace, da vivere con tutti i sensi in allerta: oltre alle cose da vedere, ecco un elenco di esperienze imperdibili per cogliere l’anima più profonda dell’Andalusia:

  • assistere a uno spettacolo di flamenco in uno dei tablao storici della città, lasciandosi travolgere dalla forza dell’antica arte andalusa;
  • navigare sul fiume Guadalquivir per ammirare Siviglia da una prospettiva romantica e affascinante, con un viaggio tra scorci mozzafiato e monumenti emblematici che si riflettono nell’acqua;
  • fare un tuffo nella gastronomia sivigliana con un tour tra tapas bar e mercati locali per scoprire profumi intensi, sapori autentici e l’energia quotidiana della città;
  • ammirare Siviglia al tramonto da una terrazza panoramica – come quelle del Metropol Parasol o della Giralda – con il sole che cala dietro i tetti tingendo la città di rosso, oro e arancio;
  • rilassarsi nei bagni arabi del quartiere Santa Cruz è un ottimo modo per rigenerare il corpo e la mente tra vapori profumati, piscine tiepide e atmosfere moresche;
  • perdersi tra le botteghe artigiane e i vicoli storici di Triana per scoprire l’anima popolare di Siviglia, lasciandosi contagiare dalla sua energia vibrante fatta di arte, passione e quotidianità;
  • assistere alla Semana Santa o alla Feria de Abril che sono due delle esperienze più cariche di significato da vivere a Siviglia: la prima è un’esplosione di spiritualità, mentre la seconda è un tripudio di musica, danze e colori che trasforma la città in un teatro all’aperto.
Fiume con barche e torre

Fonte: iStock

La crociera sul Guadalquivir offre uno sguardo romantico sulla città

Siviglia è molto più di come si mostra a prima vista. É una città di contrasti armoniosi che vive in equilibrio tra il passato e il presente, in cui si intrecciano quiete e vitalità, antiche tradizioni e manifestazioni culturali. É una città che si svela lentamente allo sguardo attento e curioso di chi ambisce conoscerla a fondo, pronta a sorprenderlo con la ricchezza dei suoi dettagli, la varietà dei suoi quartieri e la profondità della sua storia.

Siviglia: come raggiungerla

Siviglia è facilmente raggiungibile dall’Italia grazie alla presenza dell’Aeroporto San Pablo da cui operano compagnie low cost – come Ryanair, Vueling e EasyJet – che collegano il capoluogo andaluso alle principali città italiane.

Dall’aeroporto di Siviglia al centro città ci sono due opzioni:

  1. prendere un autobus della linea EA (Especial Aeropuerto) che è attivo dalle 05.20 del mattino alle 00.50 di notte: il biglietto, acquistabile anche a bordo, costa 4€;
  2. una corsa in taxi fino al centro città dura circa 15 minuti, a seconda del traffico: per il prezzo si applica la Tarifa Única Aeropuerto definita in base agli orari (giornalieri o notturni) e ai giorni (feriali o festivi).

Siviglia conta anche su collegamenti ferroviari efficienti: con i treni ad alta velocità AVE è possibile raggiungere Madrid in circa 2 ore e mezza e Barcellona in poco più di 5 ore, regalando lungo il tragitto paesaggi molto poetici.

Muoversi a Siviglia è semplicissimo: il centro storico è piccino e si gira comodamente a piedi, ma la città dispone anche di una rete di autobus, tram e metropolitana, oltre a 170 km di piste ciclabili che la rendono piacevolmente visitabile con una bici a noleggio.

Categorie
Arte e cultura Belgio cattedrali Città d'Arte Europa Fiandre Idee di Viaggio mete storiche turismo religioso Viaggi

Scoprire il centro storico di Anversa: il cuore del diamante delle Fiandre

Anversa è un luogo incredibile e molte delle sue attrazioni principali sono nel cuore storico della città. Una delle cose più belle da fare ad Anversa è, non a caso, camminare nel suo centro storico per scoprire il meglio che questa parte di città, così coinvolgente, sa dare. Quali sono le cose da non perdere nel centro storico di Anversa?

La cattedrale di Anversa: la più grande chiesa gotica del Belgio

Ci sono chiese, basiliche e cattedrali che hanno primati per bellezza, tipologia di vetrata, opere d’arte in essa contenute o mille altre cose. La cattedrale di Anversa vanta il fatto di essere la più grande chiesa gotica in tutto il Belgio.

La sua guglia alta ben 123 metri domina il panorama di Anversa e può essere vista da diversi punti della città. L’ambizioso progetto per la costruzione della cattedrale prevedeva due torri simmetriche ma ne venne completata solo una, conferendo alla facciata un aspetto unico.

All’interno, la cattedrale stupisce per le sue altezze e per la bellezza delle sue vetrate ma, soprattutto, è un luogo molto visitato per ben quattro opere di Pieter Paul Rubens, il maestro del barocco, non solo quando si parla di Fiandre.

La cattedrale di Anversa, oltre a essere un importante luogo di culto, ha anche un museo che raccoglie arte sacra e racconta la storia religiosa della città. Tutto il complesso della cattedrale è aperto ogni giorno, dalle 10 alle 17. Di domenica, la cattedrale è aperta per il culto e le visite sono possibili solo quando non ci sono le funzioni religiose. Il biglietto per un adulto costa 12€ ed è possibile avere l’audioguida, anche in italiano.

La cattedrale si trova nel cuore del centro storico, in Groenplaats, facilmente raggiungibile a piedi o con il tram (la fermata è proprio Groenplaats).

Visitare la Cattedrale di Anversa

Fonte: iStock

Le vetrate della Cattedrale di Anversa

Vlaeykensgang: un ritorno al passato di Anversa

Spesso e volentieri, quando visitiamo una città densa di storia, speriamo di trovare un qualche vicolo dove scattare una foto perfetta per raccontare un’atmosfera d’altri tempi. Se questo è uno dei tuoi desideri anche per i tuo viaggio in Belgio, non scordarti di raggiungere Vlaeykensgang, mentre esplori il centro di Anversa.

Si tratta di un passaggio pedonale che risale al 1591. Per trovarlo, occorre quasi giocare a caccia al tesoro e questo lo rende ancora più bello e speciale. Dovrai raggiungere il numero 16 di Oude Koornmarkt. Guardati bene attorno e non avere fretta, altrimenti non riuscirai a capire dove si apre questo passaggio pedonale.

In passato, questa parte di Anversa era il luogo in cui vivevano le famiglie più povere della città. Erano impiegati, di solito, come personale “sempre reperibile”, per suonare le campane d’emergenza presenti in cattedrale. L’amministrazione comunale stava quasi per demolire questo pezzo di città neli Anni ’60 ma, per fortuna, la cosa non è accaduta. Il merito fu di un antiquario di Anversa che acquistò tutta l’area e la fece restaurare.

Vlaeykensgang, il vicolo più storico di Anversa

Fonte: iStock

Vlaeykensgang, il vicolo più storico di Anversa

Il Begijnhof di Anversa: un luogo di pace tutto da conoscere

Molte città fiamminghe, e molte altre anche in Olanda, custodiscono alcuni luoghi dove la pace e il silenzio regnano sovrani. Si tratta dei Begijnhof, ovvero i posti dove andavano a vivere le Beghine. Di cosa si tratta? Alla fine del XVI Secolo, nacque l’esigenza di creare dei luoghi dove le donne di fede protestante potessero ritirarsi per vivere al servizio della comunità o dedicarsi alla contemplazione religiosa. Per le cattoliche, quei luoghi erano i conventi. Le donne protestanti non avevano l’equivalente e, per questo motivo, vennero fondati quelli che, in italiano, vengono chiamati come beghinaggi.

Quello di Anversa venne aperto nel 1545 ed è uno degli ultimi esempi rimasti in Belgio di queste comunità religiose femminili. Le beghine erano donne laiche che conducevano una vita devota, spesso dedite alla preghiera, all’assistenza ai malati oppure si dedicavano all’insegnamento ma senza prendere i voti monastici. Le comunità erano recintate ma costituivano più un luogo dove vivere assieme che un convento, perché ognuno manteneva la propria indipendenza economica e personale.

Il Begijnhof di Anversa è proprio molto bello e, ancora oggi, rappresenta un luogo di perfetto silenzio: ora le Beghine non esistono più ma chi vive negli ex Begijnhof si impegna a mantenere l’atmosfera come un tempo. Questo luogo si trova in Rodestraat 3 e, come per tutti i beghinaggi, non ha un ingresso ben segnalato: la discrezione è sempre di casa e questo contribuisce a renderlo quasi un posto segreto.

Non si paga nessun biglietto per entrare ed è aperto tutti i giorni, solitamente nelle ore di luce. Al suo interno è richiesto di mantenere un comportamento il più silenzioso possibile.

Begijnhof di Anversa

Fonte: iStock

Il Begijnhof di Anversa

Plantin-Moretus Museum: il Patrimonio UNESCO ad Anversa

Ami i musei con un’immagine più classica e storica? Anversa non ti deluderà. In centro si trova il Plantin-Moretus Museum. Si tratta di un tesoro assoluto per chi ama la storia e si interessa anche dell’invenzione della stampa, dei font e di tutto quello che è correlato all’arte di stampare su carta.

Questo museo è inserito nella lista del Patrimonio Mondiale dell’UNESCO per celebrare non solo l’edificio in sé, ma anche il suo valore storico, culturale e tecnologico. Si trova nella casa originale dell’editore Christoffel Plantin, fondatore della Officina Plantiniana nel 1555, uno dei principali centri per la stampa dei libri nell’Europa di quel periodo.

Il museo conserva un’incredibile collezione di manoscritti, prime edizioni, macchinari originali da stampa e arredi d’epoca. Tra gli oggetti più preziosi vi sono le due più antiche presse tipografiche esistenti al mondo, risalenti al XVI secolo.

Uno degli elementi più affascinanti è la biblioteca, risalente proprio al periodo del Rinascimento, una delle più antiche in Europa ancora intatte. Qui si trova la stampa della monumentale Biblia Regia, un capolavoro tipografico commissionato da Filippo II di Spagna. La cosa particolare di questa Bibbia? È stampata in cinque lingue diverse.

Questa casa custodisce anche dei dipinti di Rubens: il pittore era amico personale di Jan Moretus, genero di Plantin e gestore, dopo di lui, dell’attività di stampa.

Questo museo è aperto tutti i giorni, tranne il lunedì, solitamente dalle 10 alle 17. L’ingresso, per un adulto, costa 12€.

La Casa di Rubens: il luogo dove è nata tanta arte

Anversa è una città dove l’arte è ovunque e non faticherai a rendertene conto, anche data la grande concentrazione di musei di ogni tipo. Il motivo? A partire dal XVI Secolo, è sempre stata una città molto ricca e residenza di tanti mercanti abbienti. Quest’ultimi erano i primi committenti per tanti pittori.

Lo sapeve bene Pieter Paul Rubens che viveva proprio nel centro storico. La sua casa è, ora, visitabile e si trova ai numeri 9 e 1 di una via chiamata Wapper. La dimora venne acquistata e trasformata da Rubens stesso in una sontuosa residenza, con tanto di uno studio ispirato a quello che Rubens vide in alcuni palazzi italiani.

La casa, una volta trasformata in museo, ha conservato non solo le stanze arredate con mobili d’epoca ma soprattutto una preziosa collezione di opere originali di Rubens e dei suoi contemporanei, come Van Dyck, Jordaens, Brueghel il Giovane e molti altri.

Come le altre attrazioni museali di Anversa, anche la Casa di Rubens è aperta tutti i giorni, tranne il lunedì, dalle 10 alle 17. L’ingresso per gli adulti costa sempre 12€.

Visitare la casa di Rubens ad Anversa

Fonte: iStock

L’esterno della casa di Rubens ad Anversa

Perché c’è il monumento a uno Zar ad Anversa?

Il Peter De Grote Monument, ovvero il monumento a Pietro il Grande, rappresenta un punto curioso della scopera del centro storico di Anversa. Perché? Semplice: si tratta di una statua dedicata a uno Zar. Cosa ci fa nelle Fiandre?

Si trova nel quartiere di Kipdorp, non distante dall’ Università di Anversa, e mostra Pietro I di Russia, detto Pietro il Grande. Lo Zar visitò la città nel 1717 durante il suo famoso “Gran Tour” . Durante quel viaggio, Pietro si fermò ad Anversa per studiare quanto più possibile legato all’ingegneria navale, visto che in città c’erano dei cantieri a dir poco all’avanguardia per il periodo.

La statua, inaugurata nel 1997, raffigura Pietro in abiti tipici del XVIII Secolo, con lo sguardo rivolto verso il porto, simbolo del suo interesse per la marineria e il commercio. Anche se di dimensioni contenute, il monumento è significativo per il legame storico tra Anversa e la Russia. Non perdertelo durante il tuo giro a piedi nel centro di Anversa!

Anversa e il mondo della Moda: il MOMU

Ti piace la moda e ami esplorare anche la storia dell’arte di immaginare e creare capi unici? Benissimo. Anversa è il posto giusto per te perché è la sede del MOMU, ovvero il Mode Museum.

Questo luogo è uno dei musei di moda più prestigiosi d’Europa, dedicato principalmente all’apporto del Belgio e di designer belgi alle più grandi maison di mezzo mondo. Inaugurato nel 2002 e riaperto nel 2021 dopo un’importante ristrutturazione, il MOMU si trova nel cuore del quartiere di Anversa dove lo stile e il glamour sono di casa, all’interno dell‘edificio storico ModeNatie, che ospita anche la Royal Academy of Fine Arts.

Questo luogo è conosciuto e apprezzato per le sue mostre tematiche, che esplorano tutto quello che riguarda abiti e fonti di ispirazione di molti designer. Oltre a questo, molte esposizioni sono immersive e permettono di vivere esperienze uniche. La collezione permanente del museo comprende oltre 35.000 pezzi, tra i quali ci sono abiti, tessuti e accessori di ogni tipo.

Musei del centro di Anversa

Fonte: iStock

Il centro di Anversa è un museo a cielo aperto

La lista degli altri musei imperdibili nel centro di Anversa

Leggendo questo articolo su cosa fare nel centro di Anversa, non è difficile comprendere quanti musei ci siano in questa città del Belgio. Qui di seguito, ne elenchiamo alcuni altri. Tutti degni di nota e tutti importanti: sta a te scegliere quali vedere, soprattutto in base ai tuoi gusti in fatto di arte.

Ricorda che, di norma, i musei di Anversa sono aperti tutti i giorni, dalle 10 alle 17. L’unica eccezione è il lunedì, giorno in cui i musei sono chiusi. I biglietti sono tutti tra i 10€ e i 12€ per un adulto.

  • Museo Mayer van der Bergh
    Un museo che prende il nome dal collezionista che ha messo insieme un catalogo di oggetti e opere d’arte davvero immenso. Da visitare se ami l’arte tra il tardo Medioevo e l’Epoca Barocca.
  • Museum van Hedendaagse Kunst Antwerpen
    Si tratta del museo di arte contemporanea di Anversa, situato in un ex silos per il grano. Luogo inusuale e bellissimo da visitare se ami l’arte dell’ultimo secolo.
  • FOMU – Photo Museum Antwerp
    In una città come Anversa, dove l’arte è di casa, non poteva mancare un museo dedicato al mondo della fotografia. Sarà questo il tuo luogo d’arte in città?
  • Snijders&Rockox House
    Un luogo che fu sia casa di un artista che la dimora di uno dei più grandi collezionisti di arte fiamminga.
  • The Royal Museum of Fine Arts Antwerp
    Una collezione incredibile in un museo che ha riaperto i battenti da non troppo tempo. Imperdibile.

La Borsa: dov’è nata la ricchezza di Anversa

Un luogo da non perdere nel centro di Anversa e qualcosa di sorprendente per la sua bellezza è la Borsa di Anversa, Handelsbeurs Antwerpen, in lingua fiamminga.  Questo luogo aprì agli scambi commerciali nel 1531, come sostituto della Vecchia Borsa sulla Hofstraat perché diventata troppo piccola per il numero di persone presenti in città a fare grandi affari.

È stata la prima borsa mai costruita appositamente per questo apposito utilizzo in Europa: molte delle borse storiche del Vecchio Continente, infatti, avevano occupato edifici già esistenti e con altre funzioni. L’edificio è stato magnificamente restaurato e il piano terra è aperto al pubblico, gratuitamente.

Visitare Den Botaniek ad Anversa

Fonte: iStock

Fioriture al Den Botaniek

Den Botaniek: l’orto botanico della città

Una città ricca come Anversa non poteva non avere un giardino botanico di tutto rispetto. Den Botaniek – così si chiama – si trova in Leopoldstraat ed è stato inaugurato nel 1825. Non si tratta di un giardino botanico immenso ma resta di grande fascino. Oltre a questo, rappresenta un ottimo spazio verde dove passeggiare e dove potersi prendere una pausa dalla visita di tanti luoghi storici o che rappresentano il mono dell’arte.

Una curiosità su Den Botaniek di Anversa: uno dei sostenitori del progetto di apertura di questo giardino era un professore di patologia. Si chiamava Claude-Louis Sommé ed era solito usare il giardino per fare lezione ai suoi studenti.

Den Botaniek è gratuito e aperto tutti i giorni, dalle 8 del mattino. In inverno chiude alle 17.30, mentre d’estate è aperto fino alle 20.

Categorie
Arte e cultura cattedrali Curiosità Parigi turismo religioso Viaggi

Notre-Dame fa la storia, e tu puoi averne un pezzo: come fare

Se avete mai desiderato possedere un pezzo della Cattedrale di Notre-Dame…questa è la vostra occasione. Dopo l’incendio devastante che la colpì nel 2019, molte pietre della chiesa sono risultate troppo danneggiate per essere riutilizzate. Cosa farne, quindi? Stiamo parlando della Cattedrale di Notre-Dame, non si possono certo buttare nella raccolta indifferenziata e dimenticarsene una volta per tutte. No, l’idea è quella di metterne all’asta 50 per sostenere il restauro dei siti religiosi storici francesi in grave pericolo tramite la Fondation du Patrimoine (Fondazione del Patrimonio).

Per vincerle è stato creato un gioco-concorso dove 50 fortunati partecipanti, ai quali viene richiesta una donazione minima di 40 euro da effettuare sul sito della fondazione, potranno aggiudicarsi altrettanti pezzi, intagliati a cubetti tra quelli recuperati, e impossibili da riutilizzare, ritrovati tra le macerie dell’incendio.

Il gioco-concorso per vincere un pezzo di Notre-Dame

Notre-Dame è stata minacciata da un incendio, restaurata e finalmente riaperta, ma non è l’unica ad aver bisogno di un intervento di recupero. Secondo i dati raccolti dalla fondazione Observatoire du Patrimoine Religieux, in tutta la Francia sono a rischio tra i 3 mila e i 5 mila edifici religiosi cattolici, soprattutto nelle zone rurali e nei piccoli Comuni. Si tratta di una problematica difficile da risolvere, soprattutto perché i bilanci delle amministrazioni locali sono sempre più ridotti e il finanziamento per la manutenzione delle chiese rappresenta una sfida economica non indifferente.

Per fortuna, come un personaggio famoso che può sfruttare la propria notorietà per una buona causa, entra in gioco la Cattedrale di Notre-Dame. Dopo l’incendio del 2019, infatti, sono rimaste delle pietre troppo danneggiate per essere riutilizzate e che, secondo un’idea di Fondation du Patrimoine, possono essere impiegate per raccogliere i fondi necessari a salvare le tante altre chiese francesi in pericolo.

Le pietre, che pesano circa 800 grammi ciascuna, sono state incise con la silhouette della facciata principale della struttura, per attestarne l’autenticità, e con il messaggio Rebâtir Notre-Dame (Ricostruire Notre-Dame). Il presidente dell’organizzazione Rebâtir Notre-Dame, Philippe Jost, ha dichiarato: “Sono lieto che, attraverso la donazione di queste pietre, Notre-Dame stia contribuendo al restauro del patrimonio religioso dei nostri villaggi”.

Come partecipare all’iniziativa

La campagna di raccolta fondi della Fondation du Patrimoine per il patrimonio religioso è stata creata dal presidente Macron nel 2023 con l’obiettivo di sostenere 1.000 edifici in quattro anni. Questa iniziativa è nata dopo che il Ministero della Cultura ha dichiarato che in tutto il Paese, 5.000 edifici religiosi si trovano in uno stato di tale degrado da richiedere interventi urgenti. Solo nel primo anno, la fondazione ha ricevuto 16 milioni di euro in donazioni che saranno utilizzati per restaurare i primi 100 edifici selezionati.

Ed è proprio la Fondation du Patrimoine che ha avuto l’idea di creare un gioco-concorso grazie al quale è possibile vincere un pezzo di Notre-Dame facendo una donazione che servirà proprio a restaurare altri edifici. Tutti possono partecipare all’iniziativa, basterà avere più di 18 anni e aver effettuato una donazione di almeno 40 euro alla campagna nazionale di raccolta fondi per il patrimonio religioso, oltre ad aver compilato un modulo di iscrizione disponibile sul sito ufficiale di Fondation du Patrimoine.

Categorie
Arte e cultura cattedrali Città d'Arte Europa eventi Idee di Viaggio Irlanda Irlanda Del Nord turismo religioso Viaggi Viaggi Romantici

Viaggio ad Armagh, nella terra di San Patrizio

Armagh è indissolubilmente legata a San Patrizio, patrono d’Irlanda. Qui, l’eredità del Santo si respira in ogni angolo. Mentre gli irlandesi organizzano, sull’isola e all’estero, festeggiamenti colossali per il Saint Patrick’s Day, il luogo prescelto da San Patrizio stesso fu la storica cittadina di Armagh, nell’Irlanda del Nord. Fu qui, infatti, attuale capitale ecclesiastica d’Irlanda, che diede vita alla sua missione cristiana, fondando la sua prima chiesa.

Con ben due cattedrali a portare il suo nome, non esiste luogo migliore per approfondire la storia e l’eredità lasciata dal Santo più famoso del mondo, godendo, al contempo, delle gioiose celebrazioni annuali della Festa di San Patrizio.

Armagh e San Patrizio

Si dice che nel 445 d.C., Patrizio fece costruire una chiesa di pietra su una “dolce collina”, la Great Church. Ed è in quel punto esatto che oggi sorge la Cattedrale di San Patrizio, Chiesa d’Irlanda, meta di pellegrinaggio per gli irlandesi, ma anche uno dei siti turistici più visitati dell’isola verde. Della Cattedrale si può visitare anche la cripta di origine medievale per scoprire alcuni tesori come le incisioni su pietra che rappresentano persone e animali. Dalla parte opposta, sulla cima di una collina si erge la seconda chiesa, la Cattedrale cattolica romana, riconoscibile per le due guglie gemelle, anch’essa dedicata al Santo patrono d’Irlanda. Si dice che San Patrizio vi portò un cerbiatto, salvato da una battuta di caccia.

Saint-Patricks-Cathedral-armagh

Fonte: @Turismo irlandese

La Cattedrale cattolica romana di San Patrizio ad Armagh

Ad Amagh fu scritto il Libro di Armagh, il secondo più importante del Paese dopo il Libro di Kells. Si tratta di un libro miniato scritto principalmente in latino nel monastero di Armagh. Comprende testi del Nuovo Testamento ma anche numerosi scritti sulla vita di San Patrizio. Entrambi i libri sono conservati nella Library del Trinity College a Dublino.

Armagh e il Festival di San Patrizio

Armagh è anche la città più importante di tutta l’Irlanda per il Festival di San Patrizio che viene celebrato tutti gli anni per un’intera settimana che culmina il 17 marzo, giorno di San Patrizio. In occasione del festival, c’è un calendario fitto di eventi che partono fin dall’alba con i Dawn Light presso il Navan Centre and Fort fino al St Patrick’s Shindig, un concerto all’aperto che si svolge nel cuore della città. La musica riecheggia anche nella Cattedrale di San Patrizio e nella Cattedrale cattolica romana. Durante il festival vengono anche organizzate visite guidate per esplorare la città a piedi, scoprire la tradizione delle vetrate colorate di Armagh e partecipare a una masterclass di whiskey irlandese.

Per tutta la durata del festival, i pub e i ristoranti di Armagh ospitano gruppi musicali che suonano musica dal vivo. Il sabato, tutti i musicisti partecipano all’Annual Busking Competition, un concorso annuale di musica di strada. Il programma prevede una visita al vicino Navan Fort, l’antica Capitale nonché sede dei Re dell’Ulster, nel cui centro visitatori una rappresentazione racconta come e perché San Patrizio scelse proprio Armagh per erigere la sua prima chiesa in pietra.

Cosa vedere ad Armagh

La città di Armagh offre tante attrazioni come, per esempio, l’unico planetario d’Irlanda, le splendide proprietà del National Trust, gli edifici di architettura georgiana, ma ci sono anche tante possibilità di fare shopping oltre all’ottima selezione di ristoranti. Da non perdere è sicuramente l’Armagh County Museum che organizza mostre e ospita reperti archeologici di epoca paleocristiana, a testimonianza del fatto che queste terre erano abitate fin dall’antichità. Particolare – e da visitare con i bambini – è l’edificio che si trova al civico 5 di Vicar’s Hill dove si può ammirare una maquette della città di Armagh e si apprende a scrivere nell’antica lingua d’Irlanda, l’Ogham, si possono creare medaglie e oggetti di bronzo e stampare manuali come fossero antichi.

Nei dintorni di Armagh

Chiunque nutra un interesse particolare per le cattedrali, per la musica e per le origini della chiesa irlandese, dovrebbe raggiungere la vicina Downpatrick, luogo di sepoltura di San Patrizio. Il Saint Patrick Centre racconta l’arrivo del cristianesimo in Irlanda e narra la vita di San Patrizio attraverso la sua prigionia, la sua schiavitù e il suo cammino verso la santità. Sia Armagh sia Downpatrick sono tappe importanti dell’itinerario nell’Irlanda del Nord lungo 132 chilometri noto come Saint Patrick’s Way, una sorta di Cammino di Santiago de Compostela, attraverso il quale, sulle orme del Santo patrono, si possono visitare numerosi siti legati alla vita di San Patrizio, con tanto di passaporto. Questo trail collega le due città in un pellegrinaggio tra cittadine storiche e paesaggi meravigliosi dell’Irlanda del Nord.

Categorie
Borghi cattedrali luoghi romantici Mar Adriatico San Valentino turismo religioso Viaggi

Perché Termoli è il borgo dell’amore

Il borgo antico di Termoli, nel Molise, è circondato da mura e si staglia su un piccolo promontorio da cui si scorge il Mare Adriatico. A vederlo, ci si innamora subito. Una vera perla della costa molisana, che ha saputo mantenere due anime distinte ma unite, il Borgo Vecchio e la Città Nuova. Il borgo è il fulcro della storia di Termoli, con le sue strette vie lastricate, il Castello Svevo, la Cattedrale, la Passeggiata dei Trabucchi.

San Valentino a Termoli

Chi visita questo borgo nella settimana di San Valentino, lo vedrà avvolto in una luce rossa come il fuoco: proviene dal castello che, in occasione della festa degli innamorati, viene illuminato. Il “Borgo degli innamorati” è un evento che viene  organizzato ogni anno dall’Associazione Turismo in collaborazione con l’Amministrazione municipale per il 14 febbraio, giorno di San Valentino. Sono tante le coppie che partecipano al tour dedicato all’amore, un percorso caratterizzato da racconti teatrali come Romeo e Giulietta, di leggende, mostre, foto in scorci particolari del centro storico, visite del sito archeologico della Termoli sotterranea, oltre alla riscoperta di alcune antiche botteghe del borgo e di angoli incantevoli da scoprire e dove poter farsi immortalare e lasciare il proprio lucchetto d’amore per sempre in piazza Bisceglie.

Ma non è solo per questo motivo che Termoli è famoso per essere il borgo dell’amore. Sono tanti, infatti, gli scorci romantici che questo luogo magico regala. Si può seguire un vero e proprio itinerario dell’amore tra i luoghi più belli delle vecchie mura, dove una segnaletica invita a fare una sosta, a guardare il panorama e a scambiarsi un gesto d’amore.

Gli altri luoghi romantici di Termoli

Il Castello Svevo

Le caratteristiche architettoniche lasciano supporre che il Castello Svevo sia stato costruito in epoca normanna. Tuttavia, la definizione “svevo” pare sia stata attribuita in seguito alla ristrutturazione e fortificazione voluta da Federico II di Svevia nel 1240. Molto probabilmente il Castello di Termoli faceva parte di un più ampio sistema di difesa, costituito da mura che cingevano l’intero perimetro della città e da diverse torrette merlate, di cui una si è conservata intatta ed è situata all’ingresso del Borgo antico. Il castello è formato da due strutture: un corpo centrale con quattro torrette, la cui forma circolare conserva un notevole fascino, e la torre superiore, isolata dal resto della costruzione, sulla cui sommità ospita la stazione meteorologica dell’Aeronautica Militare. Il Castello di Termoli oggi ospita mostre ed eventi culturali ed è una location particolarmente richiesta per la celebrazione dei matrimoni civili.

termoli-castello-svevo

Fonte: Getty Images

Il Castello Svevo di Termoli

Montecastello

Montecastello è la via panoramica del Borgo Vecchio di Termoli. La si raggiunge dall’entrata del borgo in prossimità del castello o inoltrandosi tra i vicoli. Montecastello è la parte più alta del Borgo Vecchio e affacciandosi all’antica mura di cinta si gode di una vista panoramica da un lato verso il lungomare di Sant’Antonio e il golfo di Vasto, dall’altro sul centro della città e, spostandosi di pochi passi, la vista spazia sul porto, il litorale di Rio Vivo e le Isole Tremiti.

La Città Nuova

La Città Nuova, invece, è il centro della vita sociale, con i celebri mercati termolesi ricchi di bancarelle che impreziosiscono le ariose piazze. Da non perdere è anche la Rejecelle, il vicolo più stretto d’Italia, largo solamente 41 cm – primato rivendicato altresì da un Comune marchigiano, Ripatransone, nella provincia di Ascoli Piceno – il porto e la zona balneare di Marina di San Pietro, il più bel litorale di Termoli, dove d’estate ci sono spiagge attrezzate, servizi e divertimenti di ogni tipo. La città, che dal 2003 ottiene il riconoscimento della Bandiera Blu, è un’importante meta turistica, apprezzata in particolare per la qualità dell’acqua del mare e la sicurezza delle spiagge.

termoli

Fonte: Getty Images

Panorama di Termoli

I trabucchi

Sul lungomare di Termoli si possono ammirare quelle antiche e affascinanti macchine da pesca che sono i trabucchi. Anticamente permettevano ai pescatori e alle loro famiglie di pescare anche quando il mare in burrasca impediva alle barche di uscire in mare. Il primo trabucco di Termoli venne costruito intorno al 1850 da Felice Marinucci che aveva visto questo tipo di costruzione in Abruzzo, dove spesso si recava per motivi di lavoro. Oggi, i trabucchi sono fra i simboli che caratterizzano la città di Termoli. Per osservarli in tutta la loro bellezza si può percorrere la “Passeggiata dei trabucchi” che, dai piedi del Castello Svevo, si snoda lungo tutta la cinta muraria del Borgo Antico fino ad arrivare al porto.

trabucco-termoli

Fonte: Getty Images

Uno dei trabucchi di Termoli
Categorie
cattedrali itinerari culturali Notizie Parigi turismo religioso Viaggi

Notre Dame rinasce dalle ceneri: la riapertura in arrivo

La cattedrale di Notre-Dame si prepara a riaprire le sue porte, con una data già fissata: il 7-8 dicembre uno dei simboli più famosi di Parigi avrà una nuova rinascita. La notizia arriva cinque anni dopo il devastante incendio del 15 aprile 2019, che distrusse il tetto con la famosa Forêt, l’intelaiatura in legno di quercia, e la guglia alta 96 metri, progettata dall’architetto Eugène Viollet-le-Duc durante il restauro del XIX secolo.

Ecco i dettagli sui lavori di restauro che in questi anni hanno riguardato Notre Dame, sulla sua riapertura e sui costi di ingresso alla cattedrale parigina.

La riapertura ufficiale e i lavori di restauro

Il restauro della cattedrale più famosa della Francia, iniziato nel 2022, ha visto la ricostruzione fedele del tetto e della guglia, seguendo i progetti originali. La nuova guglia è stata completata con un nuovo gallo dorato, mentre le otto campane del campanile nord, anch’esse restaurate, hanno suonato per la prima volta dopo l’incendio. Inoltre, il 15 novembre, la cattedrale accoglierà di nuovo la statua della Vergine col Bambino, rimossa per protezione e proveniente dalla Chiesa di St-Germain-l’Auxerrois, in una processione speciale attraverso Parigi.

All’interno della cattedrale più visitata di Parigi proseguono le operazioni di pulizia per rimuovere i segni del fuoco e del tempo: le pareti delle volte, i pavimenti in marmo e le vetrate sono sottoposti a una meticolosa pulizia. I visitatori potranno ammirare anche i nuovi arredi liturgici in bronzo e un reliquiario alto 4 metri, realizzato in legno di cedro e blocchi di vetro per la corona di spine.

Sebbene la riapertura di Notre Dame sia imminente, alcuni lavori di restauro continueranno anche dopo l’inaugurazione, per riportare completamente la cattedrale al suo splendore originale: nel corso del 2025 avverrà il restauro dell’abside e della sacrestia; entro il 2026/2027 l’installazione di vetrate contemporanee e la trasformazione dell’area del sagrato di fronte alla facciata principale in una piazza più verde.

Le celebrazioni per la riapertura della cattedrale

L’inaugurazione ufficiale si terrà la sera del 7 dicembre, seguita da una serie di eventi solenni. Il giorno successivo, 8 dicembre, si celebrerà la consacrazione dell’altare e la prima messa. Le celebrazioni proseguiranno con la liturgia dell’Immacolata Concezione il 9 dicembre e con cerimonie religiose fino al 15 dicembre.

Il 17 e 18 dicembre, due concerti dal titolo Magnificat chiuderanno la prima settimana di celebrazioni. Gli eventi, compresi pellegrinaggi e cerimonie, proseguiranno fino all’8 giugno 2025, giorno di Pentecoste. Si attende la partecipazione di Emmanuel Macron, che renderà omaggio agli sforzi per la riapertura in cinque anni, un obiettivo fissato subito dopo l’incendio.

Notre Dame, Parigi, tramonto
Notre Dame alle luci del tramonto

Eventi a Parigi legati alla riapertura

Parigi sarà teatro di numerosi eventi culturali sotto il titolo “Notre-Dame de Paris: vers la réouverture”. La mostra Notre-Dame de Paris: nel cuore del cantiere presso l’Espace Notre-Dame presenta modelli, resti dell’incendio, filmati e opere d’arte legate al restauro.

All’interno dell’Espace Notre-Dame, i visitatori possono partecipare al tour immersivo Eternal Notre-Dame, un’esperienza di realtà virtuale che ripercorre la storia e i segreti del monumento. Questo viaggio digitale sarà disponibile anche presso la Cité de l’Histoire, sotto il Grande Arche de la Défense.

Dal 9 all’11 dicembre, il Collège des Bernardins ospiterà concerti del coro sotto le volte della navata. Dal 18 novembre al 16 marzo 2025, il Musée de Cluny presenterà la mostra Faire parler les pierres, che metterà in evidenza le sculture di Notre-Dame.

Come visitare Notre-Dame e dettagli sull’accesso

La cattedrale, capolavoro dell’architettura gotica e simbolo del cattolicesimo francese, si erge sull’Ile de la Cité. La riapertura vedrà l’introduzione di nuove misure, come un sistema di prenotazione gratuita tramite app, per gestire il flusso dei visitatori e garantire un’esperienza migliore. I visitatori accederanno tramite il portale centrale del Giudizio Universale, con la possibilità di scegliere tra percorsi tematici: biblico, educativo e simbolico.

Fino a giugno 2025, l’accesso sarà limitato a singoli visitatori e fedeli. Successivamente, potranno entrare anche i gruppi e riprenderanno le visite guidate.

Il biglietto d’ingresso per Notre-Dame

È in corso un dibattito sull’introduzione di un biglietto d’ingresso di 5 € per le visite turistiche, proposta avanzata dal ministro della cultura Rachida Dati per salvaguardare il patrimonio culturale. Per ora, l’ingresso alla cattedrale resta gratuito, mentre alcune sezioni specifiche potrebbero richiedere un biglietto.

Categorie
cattedrali Europa Francia turismo religioso Viaggi

Le cattedrali di Francia seguono il disegno del cielo. Ciascuna corrisponde a una stella

Un mistero meraviglioso si cela in Francia, uno di quelli che affondano le sue radici nella fede e nelle stelle: si tratta di un percorso sacro che riflette in terra la volta del cielo. Sono le cattedrali gotiche dedicate a Maria e – se si osserva dall’alto la loro posizione – si ricostruisce una mappa straordinaria e affascinante che rappresenta la costellazione della Vergine.

Una corrispondenza tra cielo e terra, tra astronomia e religione, che si rispecchia in alcuni degli edifici sacri in stile gotico più belli di tutta la Francia. Mete che si possono raggiungere per un viaggio, non solo per scoprire l’incredibile bellezza di questi luoghi, ma anche per assaporare l’ingegno e la tecnica che sta dietro alla realizzazione di queste chiese.

La loro costruzione risale nel periodo che va tra il XII e il XIII secolo e sono dedicate a Notre – Dame: nell’elenco ve ne sono diverse e si tratta di Reims, Chartres, Amiens, Bayeux, Evreux, Etampes, Laon, Rouen e L’Epine, qui sorgono meravigliose cattedrali e si trovano tutte nell’area della Francia settentrionale. Un viaggio alla scoperta di questi gioielli che si stagliano verso il cielo con le loro forme armoniose, particolari, con le loro decorazioni e la loro eterna bellezza.

La cattedrale di Reims

Iniziamo un viaggio immaginario in Francia, lungo questo percorso che dal cielo si riflette sul territorio, partendo dalla cattedrale di Reims, nella Marna, che nella costellazione della Vergine corrisponde a La Spiga. Inserita all’interno dei Patrimoni dell’Umanità Unesco, è un luogo molto importante anche perché per quasi mille anni è qui che sono stati incoronati tutti – eccetto uno – i re di Francia. Eretta dove vi erano altre chiese, la prima risale al IV secolo d.C., ma nel tempo è stata sottoposta ad alcuni interventi di restauro: il via ai lavori di quella attuale risale al 1211.

La cattedrale di Reims è bellissima è dotata di tre portali arricchiti di statue di dimensioni diverse, ha un portale centrale che è dedicato alla Vergine Maria. Al suo interno vi sono suggestivi arazzi e dipinti pregiatissimi.

La Cattedrale di Reims in Francia

Fonte: iStock

La bellezza della cattedrale di Reims

La cattedrale di Rouen

Ci spostiamo nella scia della costellazione, dove incontriamo alcune stelle dal luccichio più debole ma non per questo meno affascinanti. Qui troviamo la cattedrale di Rouen, in Normandia: grande e bellissima, è arricchita da alcune torri imponenti, basti pensare che la Tour Lanterne ha la guglia che si è piazzata al terzo posto di quelle più alte in Europa. Anche questa cattedrale è stata eretta al posto di precedenti edifici religiosi e la sua realizzazione ha preso il via nel 1145. Si tratta di un favoloso esempio di diversi stili di gotico, al suo interno vi è anche una Cappella della Vergine. Merita assolutamente una visita e poi anche un approfondimento nella bellissima serie di dipinti (più di trenta) realizzati da Claude Monet.

In Francia la cattedrale gotica di Rouen

Fonte: iStock

La cattedrale di Rouen in Francia

La cattedrale di L’Epine

Siamo nel dipartimento della Marna e, sempre seguendo la scia della nostra ideale costellazione della Vergine, incontriamo a L’Epine una cattedrale in stile gotico fiammeggiante. La sua realizzazione ha preso il via tra il 1405 e il 1406 e si è conclusa nel 1527. Legata a questo edificio è la statua della Vergine con il Bambino Gesù, che si dice sia stata trovata da dei pastori in un rovo ardente. Fa parte della lista dei Patrimoni dell’Umanità Unesco.

La cattedrale di Chartres

A nord ovest, nel dipartimento dell’Eure-et-Loir, vi è Chartres con la sua meravigliosa cattedrale che corrisponde alla stella Galla. Si tratta di un edificio religioso che è stato innalzato su quello precedente, che è stato distrutto da un incendio nel 1194. È stata sede di un’importante e storica eccezione, infatti qui – e non a Reims come era solito accadere – è stato consacrato un re: Enrico IV. Un altro aspetto peculiare deriva dal fatto che ha un’enorme superficie di vetrate che ammonta a circa 2600 metri quadri.

Il fascino della cattedrale di Chartres

Fonte: iStock

Il fascino della cattedrale gotica di Chartres

La cattedrale di Amiens

Ci spostiamo ad Amiens, con la stella Zeta della costellazione della Vergine. Questa città si trova nel dipartimento della Somme, nell’Alta Francia, e ha il primato di essere la più grande delle cattedrali presenti nel Paese dal momento che si estende su oltre 7mila metri quadrati di superficie. Oltre a questo va segnalato che è stata inserita nei patrimoni dell’Umanità. Voluta dal vescovo Evrard de Fouilloy, i lavori sono iniziati nel 1220 e la chiesa è giunta sino a oggi custodendo il suo patrimonio di sculture.

Cattedrale di Bayeux

Arriviamo alla stella Epsilon e giungiamo anche al la cittadina di Bayeux, in Normandia, dove vi è una cattedrale che è stata eretta nel 1077 e al suo interno si trovano anche elementi romanici. Da segnalare la presenza di due capitelli istoriati normanni e di affreschi che sono databili al XV secolo. Uno scrigno di bellezza.

La cattedrale gotica di Bayeux

Fonte: iStock

Bayeux, la sua cattedrale in stile gotico

Le cattedrali che compongono le ultime stelle: Evreux, Etampes e Laon

Le ultime tre cattedrali che vanno a comporre la costellazione della Vergine sono quelle di Evreux, Etampes e Laon.

Evreux si trova in Normandia e la costruzione della sua cattedrale è stata iniziata nel 1220, è un bell’esempio di diversi stili di architettura gotica che qui si mescolano alla perfezione. Etampes, nella regione dell’Ile-de-France, ha una chiesa parrocchiale realizzata tra il 1130 e il 1160 e se, da una parte, è un bell’esempio di gotico, presenta anche aspetti tardo romani. Infine, Laon, nella regione dell’Alta Francia, ha una cattedrale realizzata tra il 1150 e il 1180 che si trova nel centro cittadino e su un rilievo. Una delle peculiarità è data dalle sue vetrate trasparenti.

La Cattedrale di Laon

Fonte: iStock

La Cattedrale di Laon in Francia

Perché la costellazione

Ma perché è stata riprodotta la costellazione della Vergine? Questa sorta di proiezione sul territorio, che va a sancire un simbolico legame tra cielo e terra, grazie a edifici meravigliosi, è davvero affascinante e potrebbe avere una spiegazione.

Il collegamento, naturalmente, è di tipo religioso: infatti il legame tra dove sono stati posizionate le cattedrali e gli astri è dovuto al fatto che si ritiene l’Universo sia un’opera di Dio. E così, questo viaggio lungo un’ipotetica linea che collega le cattedrali le une alle altre, ci ha permesso di tracciare la costellazione della Vergine, attraverso alcuni edifici maestosi e bellissimi.

Categorie
cattedrali Notizie turismo religioso Viaggi

Incendio a Notre Dame di Rouen, la cattedrale amata da Monet

È andata a fuoco una delle guglie della Cattedrale di Notre Dame di Rouen in Seine-Maritime, Normandia, nel nord della Francia. Il sindaco della città, Nicolas Mayer-Rossignol, ha dichiarato su ‘X’ che ”tutte le risorse pubbliche sono state mobilitate” e che “le cause del rogo sono al momento sconosciute”. L’incendio, scoppiato a mezzogiorno, è avvenuto durante i lavori di ristrutturazione sulla guglia, come spiega l’emittente tv Bfmtv che sta trasmettendo la diretta dell’evento. Al momento l’incendio è sotto controllo e l’intera area attorno alla cattedrale è stata evacuata e circondata da un perimetro di sicurezza.

In aggiornamento.

Categorie
cattedrali Europa Germania Idee di Viaggio turismo religioso Viaggi

Un viaggio ad Aquisgrana, sulle orme di Carlo Magno

Carlo Magno e Aquisgrana, un legame inscindibile fatto di imperatori e re, incoronazioni solenni, residenze e palazzi. Situata al centro del land Nord Reno-Vestfalia e conosciuta anche come Aachen, il nome tedesco, questa città trasuda memorie storiche da ogni angolo. Di origine romana, è diventata famosa grazie a Carlo Magno che nel 794 la scelse come capitale del Sacro Romano Impero. Una scelta intima quanto strategica perché, oltre a essere il luogo in cui l’imperatore trascorse la sua infanzia, garantiva molti vantaggi dal punto di vista geografico.

In questo articolo vi proponiamo un itinerario sulle orme di Carlo Magno, dove ogni dettaglio urbanistico e architettonico ci riporta indietro al suo spirito moderno e cosmopolita, a partire dalla famosa Cappella Palatina e dalla Cattedrale, al tempo considerata la più grande a nord delle Alpi. Aquisgrana è rinomata anche per le sue acque termali, amate dallo stesso imperatore perché ricche di minerali in grado di apportare numerosi benefici al corpo. Non è un caso che il nome latino sia Aquae Granni, con riferimento a Granno, il dio celtico della salute.

Il Duomo e la Cappella Palatina

Il primo luogo da visitare ad Aquisgrana è non solo uno dei più belli voluti da Carlo Magno, ma anche quello in cui giace sepolto. Il Duomo si contraddistingue per la sfarzosità delle decorazioni interne e per la famosa Cappella Palatina. La cattedrale è stata eretta tra il 786 e l’804 come chiesa-palazzo di Carlo Magno, mentre il coro gotico fu completato solo nel 1414. Si tratta del primo monumento in Germaniatra i primi d’Europa – ad essere dichiarato Patrimonio dell’Umanità dall’UNESCO nel 1978. Situato nella centralissima Münsterplatz, è uno scrigno di tesori antichi unici come il trono di marmo di Carlo Magno, il reliquiario contenente le sue spoglie e il lampadario in rame voluto da Federico Barbarossa.

L’atmosfera storica che si respira all’interno del Duomo è indescrivibile: fu proprio Carlo Magno a posare la prima pietra della cappella, il nucleo più antico della cattedrale di Aquisgrana. Il sovrano aveva chiesto alle sue maestranze francesi, sotto la responsabilità di Oddone da Metz, di replicare le forme delle basiliche romaniche viste durante i suoi soggiorni in Italia, a Ravenna e a Roma. Nei secoli successivi, la cattedrale venne arricchita da nuove cappelle laterali, realizzate in stili diversi. L’aspetto attuale è dovuto ai lavori di restauro successivi all’incendio avvenuto nel 1224 e al suo interno è possibile ammirare il Tesoro della Cattedrale, costituito da pezzi unici che lo hanno reso uno dei più importanti al mondo e che comprendono, tra gli altri, l’olifante, la croce pettorale di Carlo Magno e il Crocifisso di Lotario.

Grashaus e Rathaus

Non dovete spostarvi di molto dal Duomo per raggiungere il Grashaus, uno degli edifici più antichi e primo municipio della città, le cui parti originali facevano parte del palazzo di Carlo Magno. Prima di entrare, ammirate la sua facciata gotica, impreziosita da eleganti finestre a bifora e coronata da merli ghibellini. Nel XIV secolo divenne sede delle attività del borgomastro e nel corso degli anni assunse ruoli sempre diversi: nei suoi interni, infatti, si sono svolte cerimonie di ogni tipo, dalle incoronazioni ai funerali.

L’attuale palazzo del municipio, invece, è il Rathaus, costruito tra il 1334 e il 1376. Anche qui, come nel caso del Grashaus, la facciata è un esempio perfetto di stile gotico, impreziosita da una cinquantina di statue a dimensione naturale rappresentanti i maggiorenti tedeschi, compresi i trenta imperatori incoronati ad Aquisgrana. Le parti interne, invece, sono state risistemate in chiave barocca, con l’elegante Reichsaal, cuore del palazzo, arricchita da affreschi ottocenteschi che illustrano la vita di Carlo Magno con repliche di insegne reali, corona, globo e spada. Se visitate Aquisgrana durante le feste natalizie, ricordatevi che è sulla piazza del municipio che vengono organizzati i meravigliosi mercatini di Natale.

Mercatini di Natale Aquisgrana

Fonte: iStock

La piazza del municipio allestita con i mercatini di Natale

Il centro storico di Aquisgrana

Il centro storico di Aquisgrana è piuttosto esteso, ma nonostante ciò può essere visitato tranquillamente perché a passaggio pedonale. Senza doversi preoccupare di auto e moto, è facile perdersi nei dettagli delle sue strade contraddistinte dalla presenza di numerose fontane, sculture e statue. L’atmosfera è arricchita anche dalla presenza di piccoli negozietti e graziose boutique, ideali per portarsi a casa un ricordo carino del vostro viaggio sulle orme di Carlo Magno.

Dal centro, dirigetevi verso Friedrich Wilhelm Platz, dove la Fontana di Elisa (Elisenbrunnen), rappresenta una delle tante fontane che testimoniano l’importanza dell’acqua per la città. Come abbiamo scritto anche all’inizio dell’articolo, fin dai tempi antichi, la città è stata plasmata dalla presenza di sorgenti termali minerali. Non immaginate una semplice fontana, perché in realtà si tratta di un edificio solenne realizzato in stile neoclassico e dedicato a Elisabeth Ludovika di Baviera, figlia del re Massimiliano I. La struttura architettonica accoglie i visitatori con un colonnato in stile dorico, mentre dalle due fontane sgorga l’acqua termale. Attraversando questo ambiente vi troverete all’interno di un grazioso giardino che custodisce un piccolo sito archeologico con resti d’epoca romana.

Porta medievale Aquisgrana

Fonte: iStock

Porta medievale nel centro storico

Le terme Carolus Thermen

Fra gli edifici legati al nome di Carlo Magno non bisogna dimenticare le Carolus Thermen in Pass Strasse, perfette per concedervi un pomeriggio di relax dopo aver passeggiato per le strade di Aquisgrana. L’imperatore, attratto dalle acque benefiche e dal clima mite di Aquisgrana, fece costruire sontuose terme private, dove si immergeva per curarsi e rigenerarsi. La cultura delle terme è entrata così a far parte del tessuto economico della città e le Carolus Thermen rappresentano la struttura più bella. Questo moderno centro termale vanta piscine a diverse temperature, saune finlandesi e giapponesi, hammam, trattamenti benessere ayurvedici, massaggi e tanti altri servizi pensati per coccolare i clienti abituali e i viaggiatori.

Categorie
cattedrali Notizie Parigi turismo religioso Viaggi

Sta per riaprire Notre-Dame, una delle cattedrali più belle al mondo

Le immagini dell’incendio di Notre-Dame, tra i principali monumenti simbolo della Francia e dell’Europa, hanno fatto il giro del mondo. Cinque anni dopo quel tragico evento l’iconica cattedrale di Parigi sta gradualmente riacquistando il suo magnifico aspetto ed è pronta a riaccogliere il pubblico dall’8 dicembre 2024. Nel frattempo, nei primi mesi di quest’anno sono state raggiunte diverse tappe importanti, come la ricostruzione della famosa guglia progettata dall’architetto Viollet-Le-Duc.

Notre-Dame prima e dopo l’incendio

Dichiarata patrimonio dell’umanità dall’UNESCO, la cattedrale di Notre-Dame è da sempre non solo un luogo religioso ma anche un simbolo di arte e cultura e dell’identità nazionale dei francesi.  La sua storia, però, è stata alquanto travagliata. Nel 2017  la diocesi parigina aveva avviato una raccolta fondi per rimettere a nuovo una delle icone francesi nel mondo, a cui si sarebbero aggiunti i contributi statali. La cattedrale era, infatti, minacciata dall’erosione causata dall’inquinamento atmosferico e dall’acqua piovana, ma anche dall’enorme afflusso di turisti, oltre 12 milioni di visitatori accolti in condizioni non ottimali, con lunghe code sul sagrato nei periodi festivi e un percorso caotico tra la navate e le varie cappelle. Poi l’incendio che l’ha devastata il 15 aprile 2019.

Sin da subito l’importante cantiere di uno monumenti simbolo di Parigi, della Francia e dell’Europa intera, è stato oggetto di accesi dibattiti sulle tecniche da mettere in campo e sullo stile da scegliere. Alla fine le autorità hanno optato per una ricostruzione identica alla cattedrale d’origine. Per il restauro della guglia è stato utilizzato il legno provenente da querce secolari della foresta di Bercé, nella Sarthe, scelto per via della sua solidità, durevolezza e plasticità. Tuttavia, non sono mancate le polemiche, come quelle relative al destino delle vetrate di Notre-Dame, tra chi preferisce preservare la storia e chi punta, invece, all’innovazione.

A che punto è il restauro della cattedrale di Notre-Dame

Chi visita Parigi in occasione dei Giochi Olimpici e Paralimpici potrà già ammirare quest’estate l’iconica guglia di Viollet-le-Duc, la cui ricostruzione è stata completata lo scorso febbraio, permettendole così di riprendere il suo posto nello skyline della capitale francese, con la punta che svetta fino a 96 metri. Nell’aprile 2019, il pennacolo era stato divorato dalle fiamme ed era crollato, provocando i danni su tutta la parte centrale della cattedrale. In cima alla guglia sono state di nuovo installate la croce e un nuovo gallo a sovrastare la cattedrale. La scultura, progettata dall’architetto Phillipe Villeneuve, è realizzata in rame e ricoperta da uno strato d’oro.

All’interno della cattedrale, la rimozione delle impalcature nel presbiterio permette di riscoprire i mobili pregiati e le grandi opere d’arte che non hanno mai lasciato l’edificio, tra cui statue di marmo e di bronzo del voto di Luigi XIII e le decorazioni pittoriche delle cappelle del coro, che ora rivelano i loro colori e la loro piena bellezza. Le 8.000 canne del grande organo sono state reinstallate dopo essere state ripulite, mentre è iniziato il processo di armonizzazione. Nei prossimi mesi saranno completamente restaurati anche i tetti della navata e del coro.

Sebbene gran parte dei lavori sia già stata completata, questi continueranno anche dopo la riapertura della chiesa al pubblico. Le prossime tappe della ricostruzione di Notre-Dame prevedono il restauro dell’abside e della sacrestia nel 2025 e l’installazione, entro il 2026, di vetrate contemporanee, la cui realizzazione è attualmente oggetto di un bando di gara. Molto popolare tra i visitatori francesi e internazionali, la cattedrale di Notre-Dame dovrebbe accogliere tra i 12 e i 15 milioni di persone all’anno una volta riaperta, rispetto ai 10-12 milioni di persone che la visitavano prima dell’incendio.

In attesa della riapertura, chi lo desidera può partecipare a un’esperienza immersiva di realtà virtuale chiamata “Eternelle Notre-Dame”, accessibile dal piazzale, che permette di immergersi nel cuore della storia della cattedrale e dei suoi tesori, dalla costruzione nel Medioevo fino all’attuale progetto di restauro.