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A Dublino c’è un nuovo quartiere hipster che bisogna assolutamente visitare

Lasciate perdere Temple Bar, il Trinity College e la fabbrica della Guinness. La prossima volta che andate a Dublino c’è un “nuovo” quartiere che dovete assolutamente visitare. A dire il vero non è nato oggi. Si tratta di uno dei quartieri più antichi della città, tanto che i nomi delle strade sono ispirati alla storia vichinga del Paese.

Dall’età del ferro fino alla rivoluzione digitale, è stata la zona preferita da chi cerca un piacevole vicinato senza essere troppo distante da Dublino. È stato anche sede dell’ex villaggio costruito per i dipendenti delle ferrovie e oggi è diventato “the place to be”.

Si chiama Stoneybatter ed è considerato uno dei quartieri più hipster al mondo. La rivista “Time Out” l’ha definito uno dei 40 luoghi più cool al mondo nel 2019. Pochi lo conoscono ed è una vera scoperta.

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Fonte: SiViaggia – @Ilaria Santi

Le abitazioni di mattoni rossi di Stoneybatter a Dublino

Dove si trova Stoneybatter

Guardando la Guinness Storehouse, si trova sulla sponda opposta del fiume Liffey, a Nord-Ovest rispetto al centro di Dublino e confina con il meraviglioso Phoenix Park, il grande polmone verde cittadino pieno di sentieri dove passeggiare e dove vivono ancora oggi branchi di cervi.

Un tempo il nome del quartiere era Bothar-na-gCloch, che significa “la strada di pietre”, in quanto era la via diretta che portava a Dublino venendo dalla campagna e dalle contee fuori città.

Ha iniziato a prendere sempre più piede tra gli assidui frequentatori della Capitale irlandese una decina di anni fa, quando gli appartamenti ricavati nei grandi edifici a due piani di mattoni rossi sono stati messi in vendita e vi si sono trasferite le prime coppie giovani in cerca di un’abitazione a prezzi abbordabili. Oggi che sta diventando molto di moda vivere a Stoneybatter le case non sono più così economiche, ma chi ci vive abita in un microcosmo hipster, super tranquillo e decisamente poco frequentato dalle orde di turisti.

Ogni abitante di Stoneybatter ha contribuito a rendere il quartiere una vera chicca. Ogni abitazione ha dipinto la porta d’ingresso di un colore diverso, e si sa che le porte colorate di Dublino sono famosissime, tanto che esistono dei tour specifici.

Cosa fare a Stoneybatter

Nel quartiere sono sorti molti locali alternativi, bar, ristoranti, negozi vintage, di artigianato e di design e mercati coperti, là dove un tempo si trovavano drogherie, macellai, panettieri. Nell’ex ufficio postale c’è un delizioso locale chiamato Social Fabric Café. Al posto della macelleria c’è un negozio di design artigianale The Old Butcher Studios. Si trova qui anche il pub che ha vinto il premio come migliore del 2023, il J. Walsh & Co., che si trova tra Blackhall Place e Brunswick Street North, perfetto per una pinta di Guinness genuina o un vero whiskey irlandese. Se scegliete questa zona come base per visitare Dublino, non sentirete la mancanza di scelta per la colazione, il pranzo o la cena.

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Fonte: 123rf

L’Irish Museum of Modern Art a Dublino

Il quartiere ospita anche l’Irish Museum of Modern Art (IMMA Dublin) che, in un bellissimo edificio seicentesco che un tempo era sede dell’ospedale militare, espone più di 3500 opere di artisti irlandesi, ma anche internazionali, come Roy Lichtenstein, Marina Abramović, Louise Bourgeois e Sol LeWitt. L’ingresso al museo è gratuito, tranne alle sale che ospitano mostre temporanee. Ha anche un bellissimo giardino interno dove un tempo venivano coltivate le piante officinali per l’ospitale e un delizioso barettino.

A Stoneybatter c’è anche la Kilmainham Gaol, l’antica prigione di Dublino aperta alla fine del 1700. Vengono organizzate visite guidate tra le celle che hanno ospitato il primo prigioniero politico e molti di coloro coinvolti nei moti nazionalisti irlandesi e nella famosa Rivolta di Pasqua avvenuta nella settimana di Pasqua del 1916, un tentativo dei militanti repubblicani irlandesi di ottenere l’indipendenza dal Regno Unito, considerato oggi uno dei punti saldi per la creazione dell’attuale Repubblica d’Irlanda. A questo evento è dedicata una poesia di William Butler Yeats ed è citato nel brano “Zombie” dei Cranberries.

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Fonte: 123rf

Kilmainham Gaol, l’antica prigione di Dublino

Infine, vi si trovano i giardini dell’Irish National War Memorial, un monumento dedicato ai circa 50mila caduti irlandesi che hanno dato la vita nella Grande Guerra.

A Stoneybatter non sono tanti gli hotel dove alloggiare, ma molti degli appartamenti nelle storiche case di mattoni sono in affitto su Airbnb. È un ottimo punto di partenza per scoprire Dublino. Ci si può spostare a piedi seguendo il lungofiume, ma ci sono anche mezzi pubblici che portano in centro. Se vi capita di essere qui a metà giugno, poi, si tiene la festa di quartiere e non avrete neppure bisogno di andare in centro per sentirvi un vero Dubliner, per dirlo alla James Joyce.

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Bloomsday, da Dublino a Trieste sulle orme di Joyce

Il 16 giugno è una data speciale in Irlanda, perché si celebra il Bloomsday, la festa nazionale in onore dello scrittore James Joyce. Chi non avrà la possibilità di vivere a Dublino la festività che rievoca gli eventi dell’”Ulisse” il romanzo più celebre dello scrittore, potrà godersi la speciale atmosfera di questa giornata e un pizzico di Irlanda in occasione del Bloomsday a Trieste. Ecco gli appuntamenti imperdibili del fitto calendario di iniziative nella città in cui l’autore irlandese visse quasi ininterrottamente dal 1904 fino al 1920, con Nora Barnacle, che sarebbe diventata sua moglie, e dove nacquero i loro figli Giorgio e Lucia Anna.

Bloomsday nell’anno di Zeno a Trieste

Le celebrazioni del Bloomsday in terra giuliana avranno inizio venerdì 16 giugno, giorno in cui, nel 1904, si svolgono tutte le vicende narrate nel romanzo, e andranno avanti fino a domenica 18 giugno. Nell’edizione del 2023, ci sarà un po’ d’Irlanda in più, grazie a Turismo Irlandese che quest’anno ha voluto unirsi ufficialmente alla festa, ospitando due eventi interessanti e originali, in occasione del centesimo compleanno de “La coscienza di Zeno” dell’autore triestino Italo Svevo, grande amico e sostenitore di Joyce, che segue a un anno di distanza quello dell’”Ulysses”.

L’incontro tra Joyce e Svevo risale al 1907, quando il primo divenne insegnante d’inglese suo e di sua moglie. Svevo è considerato uno dei modelli di Leopold Bloom, protagonista dell’”Ulisse”, soprattutto negli aspetti più propriamente ebraici.

Bloomsday a Trieste: gli appuntamenti imperdibili

Bloomsday Trieste approfondirà anche in questa edizione un singolo episodio del capolavoro di Joyce, indagando le modalità, il significato, il senso attuale e le diverse suggestioni di “Circe”, quartultimo capitolo del romanzo, ultimo della sezione centrale denominata “Odissea”, l’episodio più lungo di tutto il libro, ricchissimo e visionario.

Ecco alcuni degli appuntamenti da non perdere in occasione del Bloomsday nel capoluogo del Friuli-Venezia Giulia.

Calipso. La colazione “immersiva”

Alle ore 9.00 dei giorni 16, 17 e 18 giugno, all’Adriaco Yacht Club (Molo Sartorio 1) – il più antico e prestigioso yacht club triestino – avrà luogo Calipso. La colazione “immersiva”, formula lanciata nel 2022 con grande successo in occasione dei 100 anni del romanzo di Joyce. Il menu sarà una combinazione tra lo stile continentale e quello tipicamente irlandese, con l’immancabile rognone descritto nel capitolo “Calipso”, e la messa in scena delle pagine della celebre colazione con frattaglia, da parte della compagnia teatrale “L’Armonia”.

Trieste chiama Dublino

Il 16 giugno, alle ore 17.00, si svolgerà il secondo evento che vede il coinvolgimento di Turismo Irlandese in collaborazione con Boscolo Viaggi: Trieste chiama Dublino. Itinerario a piedi, curato dall’ente del turismo dell’isola di Smeraldo.

Nel corso di una passeggiata di joyciana memoria, in compagnia di una guida, i partecipanti vivranno un intrigante parallelismo tra luoghi chiave triestini e dublinesi, facendo un viaggio nel capoluogo giuliano che rievoca una simile esperienza in quello irlandese e che unisce le due città fonte di ispirazione per lo scrittore: il porto di partenza irlandese, luogo dell’anima in cui sono ambientate quasi tutte le sue opere, e il porto adriatico, luogo di sosta, di maturazione e di creatività, dove parte delle opere sono state concepite e scritte. Il punto di ritrovo è Piazza Ponterosso, vicino alla statua di James Joyce, e la partecipazione è gratuita, con prenotazione fino a esaurimento posti.

Itinerario a piedi sulle orme di Svevo

Per celebrare il centenario de “La Coscienza di Zeno”, Riccardo Cepach, curatore dei musei Svevo e Joyce guiderà i visitatori lungo una piacevole passeggiata nel centro di Trieste, alla scoperta dei luoghi specialmente legati alla vita e all’opera di Italo Svevo. L’appuntamento è in piazza Hortis alle ore 11 di sabato 17 giugno, davanti alla statua dello scrittore e drammaturgo triestino (In caso di maltempo, il tour verrà ripreso domenica 18, con partenza dal medesimo luogo e orario).

Tour a piedi nella città di Joyce

Domenica 18 giugno, è invece la volta del tour guidato da Laura Pelaschiar con la partecipazione di Paolo Quazzolo (Università degli Studi di Trieste – Dipartimento di Studi Umanistici). Un’occasione per scoprire la “bella Trieste” di Joyce, la città delle sue lezioni di inglese, delle amate chiese e delle non meno amate osterie, la Trieste dei bordelli, dei teatri, della Berlitz School, patria dei cripto-triestini Leopold e Molly Bloom.

Bloomsday Festival a Dublino

A Dublino le celebrazioni del Bloomsday non sono di certo da meno. Anche quest’anno, fino al 18 giugno, le occasioni per divertirsi o approfondire alcuni aspetti della scrittura joyciana sono davvero numerose. Tra spettacoli di strada, conferenze, teatro, musica, letture, laboratori, tour a piedi ed eventi gastronomici, il festival farà rivivere ancora una volta i personaggi e i luoghi resi famosi dal celebre romanzo.

La festività prende il nome da Leopold Bloom, uno dei protagonisti del romanzo (l’altro è Stephen Dedalus, alter ego letterario di Joyce). L’opera segue la vita e i pensieri di Bloom – così come quelli di Stephen e di una serie di altri personaggi, reali e immaginari – dalle 8 del mattino fino alle prime ore del mattino successivo. La data del 16 giugno 1904 venne scelta dallo scrittore irlandese perché fu il giorno del primo appuntamento tra James Joyce e Nora Barnacle, sua futura sposa.

Anche nel capoluogo irlandese si comincia con la colazione molto ricca in ricordo di quella che Leopold prepara nel romanzo per la moglie Molly. Luogo scelto per l’appuntamento è Sandycove, a sud di Dublino, dove si trova il Joyce Museum. Dopo la colazione hanno inizio le peregrinazioni letterarie.

Dublino fa da sfondo a quasi tutte le opere di Joyce. Le tappe del tour guidato includono l’alma mater di Joyce, il Belvedere College; North Hardwicke Street, l’ambientazione del racconto “The Boarding House”; il Gresham Hotel, l’ambientazione della scena finale e più memorabile del racconto “The Dead”; la statua di James Joyce in North Earl Street. L’itinerario include anche una visita al numero 7 di Eccles Street e ripercorre i passi del celebre viaggio di Leopold Bloom per acquistare un rognone nel quarto episodio dell’”Ulysses”.

Una delle peculiarità delle celebrazioni del Bloomsday è imbattersi nelle persone vestite come i personaggi in stile edoardiano. Tra i capi di abbigliamento caratteristici che si vedono per le strade del capoluogo irlandese quel giorno c’è la paglietta, un cappello estivo alla moda e iconico indossato da molti all’epoca, tra cui lo stesso Joyce.

Tanti gli eventi organizzati per il Bloomsday Festival al James Joyce Centre, che ospita la manifestazione dal 1994, collaborando con diversi teatri, musei, biblioteche, mostre d’arte, collettivi e altre istituzioni di Dublino per far rivivere l’eterna opera di Joyce.

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A Dublino, sui luoghi di Bono e degli U2

È l’irlandese per eccellenza. Lui, Paul David Hawson, in arte Bono, frontman degli U2. E chi meglio di lui può raccontare l’Irlanda e i luoghi che più vale la pena visitare? Ora che uscito il suo libro, “Surrender”, gli amanti dell’Irlanda e i fan della band hanno un motivo in più per programmare un viaggio a Dublino attraverso i luoghi di uno dei suoi cittadini più famosi di sempre.

Questa città ha sempre avuto un ruolo importante per la band, che le ha elargito numerosi tributi, tra cui l’album “Song of Innocence”. Lo stesso Bono, nel commentare l’uscita del libro, ha sottolineato l’importanza di luoghi e persone: “Quando ho iniziato a scrivere questo libro, speravo di definire in dettaglio ciò che in precedenza avevo solo abbozzato nelle canzoni. Le persone, i luoghi e le opportunità della mia vita. “Resa” è una parola carica di significato per uno come me: cresciuto con i pugni alzati (musicalmente parlando), nell’Irlanda degli Anni Settanta), non era un concetto naturale. È una parola che non sono riuscito a mettere a fuoco fino a quando non ho raccolto i miei pensieri per il libro e sono ancora alle prese con l’imperativo che più in assoluto richiede di essere umili. Nella band, nel mio matrimonio, nella mia fede, nella mia vita da attivista. “Surrender” è la storia della mancanza di progresso di un pellegrino… con una buona dose di divertimento lungo il percorso”.

Naturalmente, seguire le sue tracce e quelle degli U2 per scoprire la capitale irlandese può essere un approccio insolito, specie se porta a scoprire qualche piacevole sorpresa fuori dalle rotte più battute.

I luoghi di Bono a Dublino

La casa natale di Bono

Per iniziare il tour sui luoghi di Bono e degli U2, la via dell’infanzia del leader della band irlandese può essere un ottimo punto di partenza. Il quartiere è quello di Glasnevin, nella zona più a Nord della città, e la via è Cedarwood Road, a cui è stata dedicata anche una canzone nell’album “Song of Innocence”. Dopo aver fatto una passeggiata tra le case in cerca del civico 10 (oggi è una residenza privata), vale la pena raggiungere i National Botanic Gardens, con arboreto e serre d’epoca come la Great Palm House, costruita al 1883.

La scuola di Bono

Un altro luogo chiave per la formazione del cantante e del gruppo, non lontano dalla casa, naturalmente, è la scuola Mount Temple Comprehensive, nel quartiere Nord di Clontarf, dove un Larry Mullen quattordicenne affisse un annuncio per cercare musicisti e formare una band. La ricerca andò a buon fine e la prima jam session prese vita nella cucina del futuro batterista, al numero 60 di Rosemount Avenue. Già che ci siete, un altro indirizzo nel quartiere è il numero 15 di Marino Crescent, casa natale di un altro dublinese molto conosciuto: Bram Stoker, autore del celeberrimo “Dracula”, romanzo che nel 2022 ha festeggiato il 125° compleanno.

St. Stephen’s Green e dintorni

Dopo un’esplorazione della zona Nord di Dublino, con i luoghi dell’infanzia e adolescenza d Bono, il tour può proseguire verso il centro, dove si trovano il parco St. Stephen’s Green e South Anne’s. Qui, nel 1978, gli U2 si esibivano al McGonagle’s, al numero 22 di South Anne Street, un locale che fu un vero e proprio tempio della musica underground. Tappa obbligata in questa zona è anche Merrion Square Park dove si trova la statua di Oscar Wilde, sulla cui base Bono scrisse una citazione del celebre autore: “Ogni uomo mente, ma dategli una maschera e sarà sincero”.

Clarence Hotel, Project Arts Centre e Ha’Penny Bridge

Vale la pena proseguire a piedi verso la zona di Temple Bar per bere o mangiare, magari, qualcosa al Clarence Hotel, un boutique hotel in un edificio storico sulla riva del fiume Liffey e acquistato in passato da Bono e da The Edge. Deve la sua fama anche ai video live di “Beautiful Day” ed “Elevation”, girati sul tetto il 27 settembre del 2000.

Poco lontano, c’è il centro artistico multidisciplinare Project Arts Centre, che ospita arti visive, teatro, danza, musica e performance, dove nel 1978 Paul McGuinness andò a vedere una band chiamata U2, di cui divenne poi lo storico manager, fino al 2013. Per raggiungere da Temple Bar un altro piccolo luogo di culto, vale la pena attraversare il Liffey su uno dei suoi punti più famosi, nonché simboli della città, l’Ha’Penny Bridge, dove nei primi anni ’80 gli U2 posarono per le loro primissime e iconiche immagini.

L’Hard Rock Cafè e Bonavox

Prima dell’attraversamento, se si è in vena di memorabilia, non lontano dal ponte, si trova l’Hard Rock Cafè di Dublino, che raccoglie non pochi cimeli, come un’auto Trabant dell’epoca dello Zoo TV Tour degli U2, gli occhiali da sole indossati da Bono nel video di “Beautiful Day” e il testo scritto a mano della loro canzone “Please”. Altro indirizzo da mettere in agenda il Little Museum of Dublin che raccoglie una piccola, ma ben fornita, collezione di oggetti dedicata agli U2. Attraversato l’Ha’Penny Bridge, non molto lontano, al 9 di North Earl Street, si trova il negozio di audioprotesi Bonavox da cui il frontman degli U2 prese il nome. Prima di proseguire, vale la pena buttare l’occhio a The Spire, a pochi passi, in O’Connel Street, la gigantesca torre d’acciaio di 120 metri dedicata alla luce.

3Arena, Tom Clark Bridge e Windmill Lane Recording Studios

Un altro luogo storico per la band, che dà la possibilità di raggiungere la zona dei docks, è lo spazio per concerti 3Arena, ex Point Depot, dove gli U2 tennero una serie di leggendari concerti nel 1989. Situato sulla riva Nord del fiume, dallo stesso lato di Bonavox, può essere raggiunto a piedi seguendo la riva e ammirando da questa prospettiva il lungofiume Sud. Lo spazio sorge proprio in prossimità dell’ultimo ponte sul Liffey, che si apre sulla baia, il Tom Clark Bridge, ponte basculante che, con tutta la zona di Grand Canal, fu la location di “October”, secondo album in studio della band, per lo scatto della cover e i video, in particolare “Gloria”.

La zona del porto merita un’esplorazione, anche per la sua nuova vita e luoghi come, per esempio, il bellissimo EPIC Museum, un museo interattivo dedicato alla diaspora irlandese. E il punto di arrivo del tour dublinese dedicato agli U2, proprio in questa bellissima zona, non potrebbero che essere i celeberrimi Windmill Lane Recording Studios, dove la band registrò diversi album.

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Il caffè si beve a Dublino, nel primo bar firmato LEGO

Organizzare un viaggio a Dublino è sempre un’ottima idea. La capitale dell’Irlanda, situata sulla costa orientale del Paese, è una città che non smette mai di sorprendere. Non è un caso che, proprio qui, migliaia di turisti provenienti da ogni parte del mondo scelgono di organizzare viaggi e vacanze in ogni periodo dell’anno.

Lo fanno per raggiungere il castello cittadino, che conserva i resti di una storia che risale al XII secolo, ma anche per esplorare l’imponente e maestosa Cattedrale di San Patrizio. Lo fanno per passeggiare nel centro urbano, tra gli edifici storici e caratteristici, ma anche per raggiungere i parchi e per esplorare lo straordinario patrimonio naturalistico e paesaggistico che si snoda fuori ai dintorni di Dublino.

E come se tutto questo non fosse già abbastanza, per prendere un’aereo e raggiungere la capitale dell’Isola di Smeraldo, c’è un altro motivo per andare a Dublino adesso. Si tratta dell’apertura di un nuovo bar, non uno qualsiasi, ma la il primo Brick Café firmato LEGO.

Si beve caffè e si gioca con i mattoncini: succede a Dublino

Uomini e donne, adulti e bambini, nessuno resta immune dal fascino dei mattoncini più celebri del mondo, quelli firmati LEGO. Lo dimostra il fatto che qualsiasi attrazione a tema, si rivela sempre un successo.

E dopo il parco a tema LEGO in Italia, il Legoland Resort in Germania e il Brick Burger nelle Filippine, giusto per citarne alcuni, tocca alla città di Dublino che, proprio in questi giorni, ha inaugurato il primo LEGO Brick Café.

Ci troviamo nel cuore della capitale irlandese, e più precisamente nel quartiere Blackpitts, uno dei più cool di tutta la città. A circa un chilometro dal centro, in questa zona possiamo trovare l’Hen’s Teeth, un concept store che ospita un ristorante, un negozio, una caffetteria e anche una galleria. Ed è proprio al suo interno che è stato inaugurato il Brick Café firmato LEGO.

Si tratta di un progetto sperimentale dedicato esclusivamente agli adulti. Tutti qui sono invitati a entrare, a mettersi alla prova e a costruire, mattone dopo mattone, creazioni incredibili tra un caffè, una cioccolata calda o una birra.

LEGO Brick Cafe
LEGO Brick Cafe

LEGO Brick Café

È un progetto sperimentale, unico e sensazionale che sta entusiasmando tutti i fan del celebre mattoncino. Il LEGO Brick Café, infatti, è il primo del suo genere e ha una missione: quella di assistere e stimolare le persone nello sviluppo della creatività e nel gioco. Lo spazio creato all’interno dell’Hen’s Teeth di Dublino, infatti, è dedicato esclusivamente agli adulti.

Inaugurato in occasione del mese dedicato alla salute mentale, questo spazio è nato grazie alla collaborazione tra Lego Lead User Lab e l’agenzia creativa Boys+Girls. Come abbiamo anticipato, però, si tratta di un progetto sperimentale che permetterà a cittadini e viaggiatori, in visita a Dublino, di immergersi all’interno del fantastico mondo dei LEGO il 26 e il 27 ottobre.

All’interno del bar le persone possono scegliere tra un’ampia selezione di set e mattoncini LEGO, per giocare, sperimentare e creare case, castelli, città e qualsiasi altro progetto. Durante i due giorni saranno organizzati anche dei workshop sulle infinite possibilità creative che i mattoncini in questione offrono.

LEGO Brick Cafe

Fonte: IPA

LEGO Brick Cafe
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La migliore birra si beve su un pub in cima a un palazzo di Dublino

C’è chi si mette in viaggio seguendo il cuore e i suoi comandamenti, per provare nuove esperienze sensoriali e ricche di emozioni. C’è chi lo fa per realizzare un sogno, per perdersi e immergersi in nuove realtà e chi, ancora, per arricchire il proprio bagaglio culturale. Ma c’è anche chi lo fa per bere la migliore birra del mondo in un luogo suggestivo e affascinante, dinamico e frizzante, che regala una delle viste più spettacolari di sempre.

Un luogo che sembra appartenere all’immaginario della fiction e che invece è reale, ed è facilmente raggiungibile da tutti i viaggiatori che hanno in mente di andare Dublino.

La capitale dell’Irlanda si sa, è la patria della birra, non una qualsiasi ma quella che è diventata il simbolo di tutto il Paese, stiamo parlando della Guinness. Ed è proprio in città che una nuova esperienza a suon di Guinness è disponibile per tutti i buoni intenditori. Benvenuti al Gravity Bar.

Gravity Bar

Gravity Bar

Il Gravity Bar

Situato in cima a un edificio al numero 8 di St. James’s Gate, il Gravity Bar è molto più di un locale dove trascorrere una tranquilla serata in compagnia o in solitudine durante una vacanza. Questo bar, infatti, rappresenta il cuore e l’anima della cultura della patria della birra, non è un caso che l’epico bar si trovi proprio sul tetto della Guinness Storehouse di Dublino.

Situato al settimo piano della struttura, il locale da fuori sembra quasi somigliare a un’astronave. Una volta entrati al suo interno, invece, è chiaro che quella che aspetta i visitatori una delle esperienze sensoriali più straordinarie per gli amanti dei tour di degustazioni.

Il Gravity Bar è situato in uno dei punti più panoramici e alti di Dublino e la struttura ottagonale garantisce una vista a 360 gradi attraverso le grandi vetrate che si affacciano direttamente su tutta la città. Il panorama si estende dalle montagne di Wicklow, dove l’azienda produttrice di birra si rifornisce di acqua dolce, al Phoenix Park passando per la suggestiva baia di Dublino.

Vista panoramica di Dublino dal Gravity Bar

Vista panoramica di Dublino dal Gravity Bar

Dentro il cuore della birra

Un viaggio a Dublino può trasformarsi in un altro viaggio, sensoriale, quello che si snoda all’interno di un edificio in cui è possibile attraversare e assaggiare la storia, la cultura e il sapore della birra. Dopo un tour all’interno della Guinness Storehouse di Dublino, che porta i visitatori alla scoperta dei processi di produzione e dei lavori dei maestri bottai, si sale fino all’ultimo piano dove è situato il luogo perfetto per sorseggiare la birra scura mentre si contemplano alcuni dei luoghi più belli della capitale irlandese.

Il Gravity Bar è un punto di riferimento per tutti i cittadini di Dublino. Inaugurato negli anni 2000, un ventennio dopo ha investito in un’importate ristrutturazione riaprendo i primi giorni di marzo del 2020. A causa della pandemia, però, questo meraviglioso locale con vista non è stato accessibile a tutti per quasi due anni, almeno fino a oggi.

Perderselo è davvero un peccato. Chi ha voglia di brindare con una pinta scura? Se avete in mente un viaggio a Dublino non dimenticate di prenotare un posto al Gravity Bar tramite il sito web della Guinness Storehouse, il locale potrebbe essere piuttosto affollato.

Gravity Bar

Gravity Bar

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Viaggio a Dublino per il centenario dell’”Ulisse” di James Joyce

Era il 1922 quando James Joyce pubblicò uno dei romanzi più importanti della letteratura del XX secolo, “Ulisse”. Il 2/2/2022 ricorre dunque il centenario di quest’opera, ma nel 2022 si celebra anche il 140° anniversario della nascita di Joyce, lo scrittore, poeta e drammaturgo irlandese nato a Dublino nel 1882.

In occasione di questi due importanti anniversari, vogliamo condurvi in un viaggio insolito nell’Irlanda tanto amata dagli italiani. Se state pensando di organizzare un viaggio sull’isola di Smeraldo tenete presente un’altra data significativa: quella del 16 giugno, giorno in cui si celebra il Bloomsday, in omaggio al personaggio dell’”Ulisse”, Leopold Bloom, e all’impostazione del romanzo che si svolge nell’arco di una giornata, esattamente il 16 giugno 1904. In questa giornata, tutta l’Irlanda (e non solo) è in festa. Si è infatti soliti vestirsi in stile edoardiano o facendo qualche piccolo rito “Joyciano”, legato al cibo o a un acquisto. Il Bloomsday è celebrato in tutto il mondo dove ci sono degli irlandesi e, si sa, sono un popolo di “expat”, basti pensare alla festa di San Patrizio, patrono d’Irlanda, che però viene ricordata in tutto il mondo.

Visitare Dublino quest’anno, e in particolare a giugno, sarà quindi ancora più bello e divertente, in quanto è previsto un fitto calendario di eventi che avranno luogo in tutta la città. E non è solo un itinerario per gli appassionati di letteratura, in quanto alcuni luoghi legati a Joyce sono dei “must see”.

La Dublino di Joyce

A Dublino, quale migliore itinerario se non ripercorrendo i luoghi dove è ambientato “Ulisse”, raccontati in modo accurato e ancora oggi, a distanza di cent’anni, ancora ben riconoscibili?

Nonostante i tanti cambiamenti nella Capitale irlandese, molti luoghi storici sono rimasti gli stessi che ritroviamo tra le pagine del libro o che sono legati allo scrittore. Chi ha amato il testo o chi non ha avuto l’occasione di leggerlo, ripercorrendoli, farà tre viaggi in uno: il primo nel tempo, il secondo nella bellissima città di Dublino (e nei dintorni) e il terzo attraverso il potere straordinario della letteratura.

Prima tappa: il MoLI

È il punto ideale da cui partire per un itinerario sulle tracce di James Joyce. Il MoLi (Museum of Literature Ireland), aperto proprio di recente, è il museo dedicato alla letteratura irlandese. Qui è conservata la copia numero uno dell’”Ulysses” e, vederla dal vivo, con la raffinatissima e austera copertina dai toni cerulei, è davvero un’emozione. Vale comunque la pena visitare questo spazio contemporaneo e interattivo che ha allungato la vita a un edificio storico in pieno centro tra i più rilevanti di Dublino, nonché sede originaria della University College of Dublin che ha visto Joyce tra i suoi studenti e nel cui giardino segreto, sul retro, è ancora presente il frassino presso il quale l’autore si fece fotografare in occasione della laurea insieme ad altri studenti.

Seconda tappa: la National Library

Un altro indirizzo da dove andare è la National Library, con la sua bellissima sala a cupola dedicata alla lettura, rimasta intatta come narrata nel romanzo e dove Stephen Dedalus, l’alter-ego letterario di James Joyce, disquisisce di letteratura. Menzionata anche in “Ritratto dell’artista da giovane” (“A Portrait of the Artist as a Young Man”), un’altra opera di Joyce, era un luogo di ritrovo, di studio e confronto tra l’autore e i suoi amici. La Library ospita moltissimi manoscritti e appunti di Joyce e di molti altri autori irlandesi (tra cui William Butler Yeats), consultabili anche in formato digitale.

Terza tappa: Molesworth Street & Dawson Street

Sempre nel pieno centro di Dublino, tra case in stile georgiano, porte colorate e caratteristici pub, si trova l’incrocio tra Molesworth Street e Dawson Street. È qui che il protagonista di “Ulisse”, Leopold Bloom, incontra un cieco e lo aiuta ad attraversare la strada, descrivendone gesti e atteggiamenti in maniera poetica. L’incontro tra i due è ricordato da una placca commemorativa su cui sono incisi alcuni passaggi del libro.

Già che ci siete, nei pressi di questo incrocio si trova la St. Ann’s Church, una chiesa molto famosa per le sue vetrate ma anche perché qui si sposò Bram Stoker, l’autore di “Dracula” che, proprio nel 2022, celebra il 125° anniversario e perché, sempre in questa parrocchia, fu battezzato un altro famoso “dubliner”, Oscar Wilde.

Quarta tappa: il Pub Davy Byrnes

In una via parallela alla via dello shopping, Grafton Street (percorsa da Bloom pensando a un regalo e in cui si trova il Bewley’s Oriental Cafè, ancora attivo, seppur ristrutturato), si trova un altro luogo significativo: il pub Davy Byrnes, in cui Leopold pranza con il famoso panino al gorgonzola, accompagnato da un bicchiere di Borgogna. L’arredamento e lo stile del locale oggi sono cambiati, ma l’eco degli avvenimenti del romanzo è ben presente, con una sala interna dedicata a Molly Bloom, moglie di Leopold, dove servono proprio il sandwich al gorgonzola con un bicchiere di vino francese.

Quinta tappa: la Sweny’s Pharmacy

Tra i luoghi cult legati alla trama di “Ulisse” c’è senza dubbio la (ex) farmacia Sweny’s, dove Leopold compra per Molly una saponetta al limone. Anche se non è più formalmente una farmacia, entrarci è emozionante come varcare uno stargate: gli scaffali originali sono al loro posto, così come i flaconi dell’epoca. Una collezione deliziosamente disordinata di memorabilia, che aumentano il senso di “autenticità” del luogo, fa bella mostra di sé, così come moltissimi volumi con quasi tutte le traduzioni in varie lingue del romanzo, elemento che svela la nuova funzione del luogo. Sweny’s è diventata, infatti, un vivace circolo letterario, gestito dall’istrionico PJ Murphy che spesso saluta chi entra con una canzone in gaelico accompagnata dalla chitarra. Oltre ai libri si può acquistare la famosa saponetta al profumo di limone. Gli acquisti che vengono fatti contribuiscono a mantenere in vita questa piccola perla.

Sesta tappa: il Trinity College

È uno dei luoghi imperdibili quando si visita Dublino, la famosa “Long Room” del Trinity College, stracolma di libri antichi fino al soffitto, tra cui spicca il “Book of Kells”, un manoscritto miniato del IX secolo, e di busti di personaggi celebri sono un tuffo al cuore. Volendo, si può partire da qui e invertire le tappe del tour consigliato. Leopold, il 16 giugno 1904, attraversa il College e dice che non avrebbe voluto viverci.

Settima tappa: il James Joyce’s Centre

Attraversando il fiume Liffey, magari percorrendo un altro luogo joyciano come l’O’Connell’s Bridge, si raggiunge il James Joyce Centre, ubicato nell’edificio di fine ‘700 dove era presente la scuola di danza di Denis j. Maginni, un dandy citato nel libro e noto insegnante di danza dell’epoca. Contiene anche la porta del numero civico (7 di Eccles Street) dell’edificio dove inizia e finisce il romanzo, purtroppo abbattuto per una ristrutturazione degli Anni ’60.

Ottava tappa: il Winding Stair Bookshop & Cafè

Non lontano dal Centre, lungo la Bachelor’s Walk, percorsa anche da Bloom nel romanzo, c’è un piccolo luogo da non perdere. Si tratta del Winding Stair Bookshop & Cafè, sorto dove si trovava la casa d’aste Dillon, presente nel libro.

Altre tappe

I luoghi di Dublino legati all”Ulysses” di Joyce sono moltissimi. Vale la pena ricordare anche The National Museum (Bloom vi si nasconde per evitare l’incontro con l’amante della moglie), The National Art Gallery, l’imponente edificio della Bank of Ireland, e il centralissimo parco urbano St. Stephens’ Garden, vero luogo di culto per i dublinesi, a un passo dal MoLi, tra l’altro, tornando così al punto di partenza.

I luoghi di Joyce fuori Dublino

La baia di Dublino è bellissima e in pochi minuti di treno si raggiungono piccoli borghi marinari che sono un incanto. Legata a James Joyce è la cittadina di Sandycove, a meno di 10 chilometri da Dublino, dove sono ambientate le scene iniziali del libro e in cui è presente la Martello Tower: nel romanzo è dove vive Dedalus e Joyce vi trascorse davvero qualche notte nel 1904. La torre è anche un museo oltre che luogo di pellegrinaggio durante il Bloomsday.

Un altro borgo molto bello per una passeggiata e un pranzo in riva all’oceano è Dalkey, la cittadina dove insegna Dedalus e oggi scelta come rifugio a un passo dalla Capitale da molte celebrity, tra cui Bono degli U2, irlandese doc.

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la statua di James Joyce a North Earl Street, Dublino