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Alla scoperta dei borghi storici marinari della Basilicata, un viaggio tra storia, mare e tradizioni

La Basilicata è una terra magnifica, con una costa che toglie il fiato e in cui sono custoditi alcuni dei borghi marinari più affascinanti d’Italia. Luoghi in cui il tempo pare essersi fermato, ma dove l’anima del mare è sempre viva. Noi di SiViaggia ne abbiamo selezionati alcuni davvero irresistibili, in cui poter camminare lungo stradine acciottolate mentre il suono delle onde si mescola al profumo della salsedine nell’aria. Paesini dove tutte le strade e gli angoli sembrano sussurrare storie di secoli passati, di marinai, di sogni lontani, di tradizioni che, nonostante siano antichissime, sopravvivono all’inesorabile passare del tempo.

Maratea, tra storia e paesaggi mozzafiato

La prima sensazione che si avverte quando si arriva a Maratea, in provincia di Potenza, è di essere al cospetto di un angolo di paradiso incastonato lungo la costa tirrenica, ma la verità è che questo è solo ed esclusivamente l’inizio di un viaggio magnifico. Qui, infatti, il mare cristallino incontra una natura selvaggia e incontaminata, al punto che pare quasi che questo paesino desideri abbracciare il mare. E poi c’è il suo affascinante centro storico, che si presenta come un labirinto di vicoli stretti e piazzette pittoresche su cui si specchiano graziose case di pietra, con curiosi tetti in tegole rosse.

Maratea è irresistibile, con una lunga tradizione legata al mare che risale al Medioevo. E poi ci sono le chiese, come quella di San Biagio che, dall’alto del suo omonimo monte e secondo la tradizione, venne costruita per proteggere i marinai dalla furia delle tempeste che colpivano la zona. Per non parlare della statua del Cristo Redentore posta sulla cima della stessa altura, che con i suoi 22 metri di altezza rappresenta un simbolo religioso e anche un guardiano che veglia sul mare e sui pescatori.

Policoro, tra i centri marittimi più suggestivi

Magico e sorprendente è anche Policoro, in provincia di Matera, affacciato sulle acque limpide della costa ionica che gli hanno permesso di avere una storia millenaria legata al mare, che tra i suoi vicoli e le sue casette racconta anche oggi. Attualmente è una delle località balneari più apprezzate della regione, ma dietro alla sua moderna vivacità c’è una storia che risale addirittura ai tempi della Grecia antica, quando era conosciuto con il nome di Heraclea, città che, nel corso del tempo, diventò un punto di riferimento per le rotte commerciali tra il Mediterraneo orientale e l’Italia.

Ma non è solo questo il motivo per cui Policoro è uno dei centri storici marittimi più suggestivi della Basilicata, in quanto la sua cultura marinara si riflette ancora adesso nelle tradizioni, nella gastronomia e nell’architettura del borgo. Ne è un esempio la Festa di San Rocco, che prevede processioni e celebrazioni in onore dei santi protettori dei marinai. Poi c’era anche il suo antico approdo commerciale, oggi purtroppo scomparso, che in passato ha rappresentato un fondamentale punto di connessione tra la terra e il mare, elemento essenziale per la prosperità economica del borgo fin dai tempi dei tempi.

Pisticci, tra i più suggestivi della Basilicata

Pur non sorgendo direttamente sulla costa, il borgo storico di Pisticci, in provincia di Matera, vanta un profondo legame territoriale, economico e culturale con il mare, che si esprime soprattutto nella frazione costiera di Marina di Pisticci. Il suo centro antico, infatti, si sviluppa su un’altura panoramica che domina la vallata del Basento, guardando verso la bellissima costa ionica. Dalla storia millenaria che si respira in ogni angolo, aveva un accesso privilegiato al mare grazie al fiume Basento, poiché pare che un tempo fosse persino navigabile.

Oggi la sua Marina è figlia di uno sviluppo turistico importante ed è terra di ampie spiagge sabbiose, pinete costiere e acque trasparenti. Anche qui sono davvero numerosi i punti di interesse da scoprire, tra cui il Rione Dirupo e il Rione Terravecchia, quartieri storici pieni di casette bianche dai tetti rossi, e l’Abbazia del Casale, importante esempio di ben conservata architettura medievale.

Pisticci, Basilicata

Fonte: iStock

Veduta del bellissimo borgo di Pisticci

Nova Siri, affacciata sul Mar Ionio

Un altro dei borghi storici marinari che da solo vale il viaggio è Nova Siri, in provincia di Matera. Si specchia sulle acque limpide del Mar Ionio e simboleggia un’armoniosa fusione tra anima antica e vocazione balneare moderna. Un borgo storico, situato su una collina e con la zona marina più recente sulla costa, che custodisce secoli di storia, paesaggi rurali intatti e un legame profondo con il mare.

Vi basti pensare che proprio qui sorgeva l’antica città di Siris, fondata dai Greci nel VII secolo a.C., che all’epoca era un fiorente centro commerciale marittimo. Oggi questa antica città scomparsa rappresenta una delle più antiche testimonianze della civiltà marinara nella regione. Nel Medioevo il centro abitato si spostò più all’interno, su un’altura strategica, dove nacque l’attuale Nova Siri Paese (in origine chiamata Bollita). È un intrico di stradine in pietra, case addossate tra loro e vedute sul mare in lontananza che le permettono di conservare una forte identità storica, ancora legata al mare.

Scanzano Jonico, con una forte identità

Il borgo di Scanzano Jonico, in provincia di Matera, è probabilmente meno noto rispetto agli altri di cui vi abbiamo appena parlato, ma indubbiamente conserva una forte identità sospesa tra storia, agricoltura e mare. Tale territorio, infatti, era abitato fin dall’epoca magno-greca, e la sua posizione sulla costa ha sempre favorito lo scambio di merci attraverso rotte marittime. Pur diventando nel corso dei secoli uno dei territori agricoli più produttivi della Basilicata, il suo legame col mare non è mai stato interrotto, al punto che in epoche più moderne ha conosciuto uno sviluppo turistico e residenziale importante, soprattutto nella località di Terzo Cavone.

Molte le cose da visitare nei suoi eleganti viali, come il Castello Baronale che domina tutta la cittadina, e la sua costa caratterizzata da lunghissime spiagge sabbiose, spesso impreziosite da pinete e dune, tutte lambite da un mare limpido e poco affollato.

Metaponto, da visitare almeno una volta nella vita

Voliamo ora a Metaponto, sempre in provincia di Matera, che è uno di quei posti che va visitato almeno una volta nella vita per via del suo fascino indiscutibile: è noto certamente per la sua bellezza naturale, ma anche per il suo incredibile patrimonio archeologico che risale all’antica Grecia. Al giorno d’oggi è un’importante località balneare della regione e, contemporaneamente, mantiene saldi i legami con la sua storicità.

Da queste parti, infatti, il passato si intreccia con l’attività marinara, grazie anche alla sua posizione strategica lungo la costa ionica che, già al tempo dei Greci, fece sì che fosse un centro importante per il commercio marittimo e per la comunicazione con altre città. Tutto questo è possibile comprenderlo ancora adesso nel suo interessantissimo Parco Archeologico, un’area di grande valore che consente di conoscere la vita antica della città.

Metaponto, Basilicata

Fonte: iStock

Scorcio del Parco Archeologico di Metaponto

Rotondella, terrazza naturale sul Mar Ionio

L’ultimo borgo storico marinaro della Basilicata di cui vi vogliamo parlare è Rotondella, in provincia di Matera, che può essere definito una terrazza naturale sul Mar Ionio. È un vero e proprio gioiello della regione, che sembra sospeso tra cielo e mare perché arroccato su un colle che domina la costa, tanto da avere un legame viscerale con il mare sin dall’antichità.

Bellissimo è il suo centro storico a spirale, una forma particolarmente curiosa da cui, secondo alcuni, derivi il suo altrettanto peculiare nome. Un paese pieno di stradine acciottolate, vicoli fioriti, case in pietra e belvedere panoramici che tolgono il fiato. Tra le soste da fare assolutamente segnaliamo la Chiesa Madre di Santa Maria delle Grazie, che rappresenta un’importante testimonianza della storia e della cultura religiosa del paese.

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Matera torna al cinema da protagonista con Angelina Jolie. Ti lascerà senza fiato

Angelina Jolie si è detta onorata di girare in Italia il suo film Senza Sangue, adattamento dell’omonimo romanzo di Alessandro Baricco al cinema dal 10 aprile 2025. Per l’attrice e regista è stata un’esperienza unica “portare sul grande schermo una storia speciale, un’opera ricca di poesia ed emozioni che guarda alla guerra e alle domande che ne derivano da un punto di vista unico, chiedendoci cosa cerchiamo dopo aver subito traumi, perdite o ingiustizie“.

Le bellissime location italiane scelte dalla produzione per ambientare questa favola di odio, vendetta e rimorso, all’indomani di un conflitto senza fine, comprendono la Puglia, la Basilicata e il Lazio. Tra i protagonisti Salma Hayek e Demián Bichir, affiancati da una troupe e da un cast stellare di calibro internazionale.

Di cosa parla Senza Sangue

Siamo all’inizio del XX secolo e Manuel Roca, un medico che vive con i suoi due figli in una fattoria isolata, conduce come sempre la sua vita nella campagna bruciata dal sole di una terra di frontiera. Un giorno, all’improvviso, quattro uomini armati prendono la strada sterrata che conduce a casa di Manuel, in cerca di vendetta. Quest’ultimo tenta disperatamente di proteggere i suoi figli, ma nulla può contro la ferocia degli aggressori.

Molti anni dopo, Nina, ormai adulta e unica sopravvissuta, incontra Tito, un venditore ambulante. L’incontro potrebbe sembrare casuale, ma non lo è. Tra i due si accende un confronto carico di tensione e diventa chiaro che la guerra è finita per molti, ma non per tutti. Il passato continua a bruciare nel presente, e la vendetta, come un’ombra lunga e ineluttabile, assume forme inaspettate.

Senza sangue Salma Hayek

Fonte: Ufficio stampa

Salma Hayek in Senza Sangue

Dove è stato girato

Alcune scene di Senza Sangue sono state realizzate negli studi di Cinecittà, ma la produzione non ha rinunciato all’autenticità di alcuni luoghi reali. “Non è la prima volta che un film viene girato a Martina Franca, ma è la prima volta che la nostra città viene scelta da una produzione cinematografica internazionale molto prestigiosa. Il centro storico andrà sul grande schermo in tutto il mondo con un importante ritorno di immagine ed economico“, si legge sulla pagina Instagram dell’assessore della cittadina pugliese. Tra Martina Franca, in Puglia, e la vicina Matera, in Basilicata, hanno preso vita molte scene del film nel 2022.

A Martina Franca, la scenografia e la logistica hanno impegnato più di 50 persone, che hanno trasformato il comune in una cittadina del Sud America per esigenze di copione. Infatti, sono state cambiate le insegne delle attività commerciali nelle piazze Maria Immacolata e Plebiscito e dell’adiacente via Garibaldi, poco distante dalla Cattedrale di San Martino. E, di conseguenza, nei pressi della piazza sono comparsi una tabacos loteria, una papelerìa, un café e una carnicería, e una vecchia fontana. Angelina Jolie ha passato diversi giorni nella Valle d’Itria, una parte della Puglia centrale tra Bari, Brindisi e Taranto che viene chiamata anche la valle dei trulli perché si possono trovare numerose abitazioni in pietra tipiche di quell’area geografica.

Matera

Fonte: iStock

Il centro di Matera

Per quanto riguarda la Basilicata, invece, la location centrale è stata Matera. Piazza San Pietro Caveoso, cuore dei Sassi di Matera, patrimonio dell’Umanità UNESCO, nel film si riconosce insieme ad alcune scene girate nei Rioni Sassi, offrendo così una nuova e affascinante promozione internazionale per la città. “Siamo certi che le immagini di Matera, immortalati sul grande schermo, attireranno visitatori da tutto il mondo, desiderosi di scoprire la magia e la storia che caratterizzano il territorio”, ha dichiarato il Commissario Straordinario, Raffaele Ruberto.

Quando si parla dei Sassi di Matera si intende la parte più antica della città divisa in tre aree: il Sasso Barisano, il Sasso Caveoso e la Civita. Tuttavia sono un capolavoro dell’ingegno e dell’adattamento dell’uomo di fronte alla difficoltà naturali e storiche e tutti i visitatori che la visitano restano a bocca aperta.

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Romagnano al Monte, il villaggio dimenticato che sussurra segreti tra le rovine

L’Italia ha un patrimonio artistico e culturale di tutto rispetto: accanto alle città d’arte sono i borghi ad attirare i visitatori, alcuni dei quali rientrano nella categoria dei luoghi fantasma. Uno di questi? Romagnano al Monte, il borgo situato al confine tra Campania e Basilicata, che racconta il suo passato segnato da numerosi eventi sismici e difficoltà che hanno portato allo spopolamento. Si trova a 650 metri d’altitudine e oggi, seppur praticamente abbandonato, narra di un passato fortemente legato all’impero romano.

La storia di Romagnano al Monte

Romagnano nasce come “fundus Romanianus“, probabile possedimento di una potente famiglia romana; il suo nome è stato italianizzato per poi essere arricchito dall’appellativo al Monte dopo l’Unità d’Italia, così da poterlo distinguere dall’omonimo luogo piemontese. Il vero e proprio esordio del posto è da datarsi attorno all’anno Mille, quando prima è nata una torre e successivamente un intero castello attorno per poi dar vita a una chiesa e ad altre case. La struttura a spirale è percepibile ancora oggi. Le prime menzioni scritte del paesello risalgono al 1167, ma il suo cuore batteva già da molto prima, tra fatica e devozione.

Non possiamo negare che la storia della località sia stata davvero difficile; nel 1656 la peste ha decimato la popolazione facendo sopravvivere solo poco più di 250 persone. Qualche anno più tardi, nel 1694, un terremoto di magnitudo 6.9 ha devastato ulteriormente la stabilità del luogo. Come se non bastasse, la carestia del 1763 ha colpito duramente i residenti. Ultimo evento traumatico è stato il terremoto del 1857, che ha lasciato dietro di sé macerie e numerosi lutti. Nel tardo Ottocento la costruzione del collegamento ferroviario Battipaglia-Potenza ha dato speranza che il luogo potesse tornare a fiorire, raggiungendo quasi 1000 abitanti. Tuttavia, il terremoto dell’Irpinia, del 1980, in soli 90 secondi e con un sigma di magnitudo 6.5 ha decretato la fine del paese: la comunità si è spostata in modo definitivo e oggi è a tutti gli effetti un borgo abbandonato.

Visitare il borgo fantasma di Romagnano al Monte

A rendere Romagnano al Monte così particolare sono gli scalini che si trovano praticamente ovunque; il borgo è un vero e proprio reticolo di gradini che in passato avevano lo scopo di collegare i livelli del paese sviluppato a chiocciola. Il dettaglio racconta la quotidianità dinamica del posto che, nonostante oggi sia praticamente disabitato, risulta ancora percepibile. Il luogo, in provincia di Salerno, mostra le sue radici e anche tutte le cicatrici che porta con sé.

Oggi passeggiare per Romagnano al Monte non è qualcosa di comune, dopotutto il borgo è abbandonato e fa percepire ancora la devastazione che lo ha colpito. Una ferita aperta percepibile specialmente dalla Chiesa della Madonna del Rosario, risalente al XVII secolo, che si erge ancora, benché ferita. Una curiosità molto interessante è che questo sta provando a ripartire: sono infatti in corso dei lavori, come quello per la realizzazione di un B&B per permettere ai più curiosi di soggiornare nell’antico paese di origine romana. Romagnano al Monte si conferma uno dei borghi fantasma più suggestivi d’Italia.

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Tra fede, boschi e arpe: l’anima segreta di Viggiano

Nascosto tra i rilievi lucani, adagiato su uno sperone che guarda dall’alto la rigogliosa Valle dell’Agri, Viggiano è un piccolo scrigno di storia, arte e devozione. Siamo in provincia di Potenza, nel cuore del Parco Nazionale dell’Appennino Lucano Val D’Agri Lagonegrese: qui il tempo sembra rallentare per lasciar spazio al respiro della natura e alla voce antica delle tradizioni.

Abitato un tempo dai monaci basiliani, Viggiano porta con sé tracce di epoche lontane. Fu fortificato durante il dominio longobardo e, nei secoli successivi, si trasformò in un centro culturale ed economico grazie alla sapiente lavorazione del legno. Arpe e zampogne nascevano dalle mani esperte degli artigiani viggianesi e varcavano i confini regionali per diffondere note lucane in tutta Europa. Una storia, questa, che ancora oggi vibra tra i vicoli e le botteghe di un borgo sorprendente.

Cosa vedere a Viggiano

Viggiano è un paese da vivere con lentezza, passo dopo passo, perdendosi tra le viuzze del centro storico dove ogni scorcio racconta una storia. Le facciate in pietra, i portali decorati con bassorilievi raffiguranti arpe e violini sussurrano ancora oggi il glorioso passato musicale del borgo.

Sulle alture che abbracciano il paese si staglia il Santuario della Madonna Nera di Viggiano, simbolo spirituale non solo per la comunità locale, ma per l’intera Basilicata. Ogni anno migliaia di pellegrini affrontano la salita verso il Sacro Monte per rendere omaggio alla loro Regina. E proprio da questo legame profondo tra fede e terra nasce l’anima autentica di Viggiano, un luogo dove il sacro incontra l’arte e la memoria si fa viva.

Passeggiando tra le botteghe e i vicoli si scopre come la tradizione artigianale, eredità del XVII e XVIII secolo, sia tuttora viva: gli artigiani portano avanti la costruzione di strumenti musicali, mentre la Scuola di Arpa Viggianese raccoglie e rilancia questa passione per le nuove generazioni.

Sulla cima più alta, tra i silenzi rotti solo dal vento, si scorgono i resti del castello feudale. Costruito prima del 1239 e modificato in epoca angioina, oggi ne sopravvivono alcuni tratti delle mura e delle torri angolari.

Stradina del centro storico di Viggiano

Fonte: iStock

Particolare del centro storico di Viggiano

La Chiesa madre di Santa Maria alle Mura

Salendo la doppia rampa che conduce alla Chiesa Madre di Santa Maria alle Mura, si ha la sensazione di compiere un pellegrinaggio interiore, un cammino di silenzio e raccoglimento. Da qui, ogni anno a maggio, parte il corteo religioso verso il santuario sul Sacro Monte, un momento di intensa spiritualità che riunisce l’intera comunità lucana attorno alla venerata Madonna Nera.

La chiesa, ricostruita in stile tardo barocco dopo il terremoto del 1673, custodisce veri tesori. All’interno, lo sguardo è subito rapito dal trono ligneo in oro zecchino dove troneggia la statua duecentesca della Madonna. Il soffitto a cassettoni, intarsiato di stucchi dorati, e i bassorilievi cinquecenteschi attribuiti a Iacopo della Pila, danno al luogo un’aura di sacralità e arte che lascia senza fiato.

Emoziona anche il portone bronzeo e dorato, recente opera dello scultore lucano Mario Santoro, che racconta la storia della chiesa e culmina con l’incoronazione della Madonna ad opera di Giovanni Paolo II.

Il Santuario del Sacro Monte di Viggiano

C’è un momento dell’anno in cui la devozione diventa cammino, e le strade di Viggiano si riempiono di canti e preghiere: è il pellegrinaggio al Santuario del Sacro Monte. Dodici chilometri separano il paese dalla vetta, due dei quali si percorrono solo a piedi, come a sottolineare che la fede richiede tempo, fatica e silenzio.

La Madonna Nera, Regina della Basilicata, vi giunge in processione la prima domenica di maggio e vi rimane fino a settembre, quando viene riportata in paese. Secondo la leggenda, fu proprio su questo monte che, nel XIV secolo, venne rinvenuta la statua della Vergine, nascosta per sfuggire alla furia dei Saraceni.

Il Museo delle Tradizioni Locali

Nel cuore del borgo, al piano terra dell’antico convento di Santa Maria del Gesù, il MuVIG – Museo delle Tradizioni Locali regala un viaggio nel passato con strumenti moderni. Un museo immersivo, dove la realtà aumentata dà voce agli oggetti: inquadrando un segnale grafico con smartphone o tablet, antiche botteghe e ambienti domestici prendono vita.

Sette le sale tematiche, tra falegnameria, calzoleria, cucina, camera da letto e caseificio. Oltre trecento oggetti raccontano la vita quotidiana di un tempo e trasmettono ai visitatori, grandi e piccoli, il valore della memoria.

Il Museo del Lupo

Immerso in una faggeta che d’inverno si veste di neve e magia, il Museo del Lupo è una perla rara dedicata a uno degli animali simbolo dell’Appennino. Primo nel suo genere in Basilicata, oltre a un percorso espositivo è anche un’esperienza formativa pensata soprattutto per i bambini.

Accanto agli esemplari imbalsamati del lupo e di altre specie, come l’aquila reale e il tasso, il museo offre la possibilità di partecipare a escursioni guidate nel bosco. Una lezione di biodiversità nel cuore della natura lucana.

Altri punti di interesse

Appena fuori dal centro, il Convento Francescano del XV secolo accoglie un Museo delle Tradizioni Popolari e custodisce, nella sua chiesa, un coro ligneo settecentesco di rara bellezza.

Più in basso, lungo la strada che porta al castello, la Chiesa di San Benedetto, con la sua semplicità rinascimentale, rappresenta l’ultimo tassello di un itinerario spirituale che punteggia tutto il borgo.

Cosa fare a Viggiano e dintorni

Panorama di Viggiano

Fonte: iStock

Veduta panoramica di Viggiano

Raggiungere Viggiano è già di per sé un viaggio nell’incanto. Le strade si snodano tra radure, colline e boschi, mentre il panorama si apre su orizzonti che cambiano colore a seconda delle stagioni. Come accennato, siamo nel cuore del Parco Nazionale dell’Appennino Lucano Val D’Agri Lagonegrese, un paradiso di biodiversità, dove la natura abbraccia la spiritualità e la cultura.

Il territorio che abbraccia Viggiano è un mosaico di paesaggi: dalle vette montuose si scende verso colline morbide, pianure coltivate, corsi d’acqua e boschi fitti. Qui sorgono sorgenti cristalline e riserve naturali come quella dell’Abetina di Laurenzana, con splendidi esemplari di abete bianco e una fauna ricchissima.

A pochi chilometri dal paese, l’area archeologica di Grumentum riporta alla luce la grandezza della civiltà romana, mentre il Museo della Val d’Agri ne racconta la storia. Non lontano, il Lago del Pertusillo si presenta come una tela viva dipinta di blu e verde, rifugio per gli amanti del birdwatching e della pesca.

E poi c’è l’inverno, con la promessa di neve e divertimento. A Viggiano la stagione bianca si vive tra sci, ciaspolate ed escursioni. La Montagna Grande accoglie impianti sciistici moderni immersi in faggete illuminate che permettono di sciare anche di sera, in un’atmosfera intima e suggestiva. Le piste si adattano a ogni livello di esperienza, tra campi scuola e percorsi di fondo ideali anche per il nordic walking.

Chi cerca nuove sfide può raggiungere il Monte Volturino, che con i suoi 1865 metri ospita tre piste (rossa, blu e nera) oltre a un anello per lo sci di fondo. Tra boschi silenziosi e neve scintillante, lo sport diventa un modo per entrare in contatto diretto con la natura selvaggia e affascinante della Lucania.

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Aliano e i suoi Calanchi: un paesaggio fuori dal tempo

C’è un angolo della Basilicata dove il paesaggio si trasforma in poesia visiva, dove la terra si lascia scolpire dal tempo e dove il silenzio diventa protagonista: ecco Aliano, piccolo comune della provincia di Matera, arroccato su un’altura friabile che sembra sfidare le leggi della gravità. A pochi chilometri dalla celebre Città dei Sassi, la natura si è fatta scultura e ha dato vita a un mondo sospeso tra sogno e realtà: è la terra dei calanchi.

Ma non soltanto: Aliano ha segnato la memoria di Carlo Levi, l’autore di Cristo si è fermato a Eboli, che qui visse il suo confino negli anni Trenta. È un acrocorpo incantato, come lo definiva lui, un villaggio isolato e allo stesso tempo carico di storie, simboli e paesaggi quasi lunari. Passeggiare tra i vicoli e affacciarsi sui crinali significa entrare in un’altra dimensione, dove la terra si apre in fenditure spettacolari e la luce scolpisce ogni curva del paesaggio.

Cosa sono i calanchi

Non sono semplici colline. I calanchi sono “ferite antiche nella pelle della terra”, incisioni profonde nate dall’erosione millenaria dell’acqua su terreni argillosi, poveri di vegetazione, spogli, eppure affascinanti proprio per tale inconfondibile aspetto. Si formano quando la pioggia batte senza sosta su pendii d’argilla, modellandoli in solchi affilati e paralleli, spesso disposti a ventaglio. Sembrano canyon in miniatura, architetture naturali che si muovono come onde pietrificate nel paesaggio.

Tra le varianti più curiose del fenomeno vi sono anche le cosiddette biancane: rilievi tondeggianti e cupoliformi, che si colorano di bianco per via dei sali (come il solfato di sodio) che risalgono in superficie con le piogge. Alcune forme assumono sembianze quasi lunari, altre evocano paesaggi da fiaba o da cartolina, e ogni area calanchiva è un mondo a sé.

Le caratteristiche dei Calanchi di Aliano

Quello che colpisce dei Calanchi di Aliano non è solo la straordinaria conformazione, ma anche la sensazione di trovarsi, all’improvviso, altrove. Non è raro che chi li osserva per la prima volta li paragoni ai paesaggi remoti del Dakota o della Cappadocia. Eppure siamo nel cuore dell’Italia meridionale, in una Lucania aspra e poetica, dove l’argilla bianca domina la scena e il verde è soltanto un’eco lontana tra i crinali.

Il territorio è selvaggio, scosceso, punteggiato da profonde fenditure, precipizi e valli che si intrecciano in un labirinto naturale. La vegetazione è rada, essenziale, composta da arbusti isolati che spuntano come sentinelle silenziose. Ed è proprio in questo che risiede l’incanto dei calanchi: nel loro essere territorio esposto, fragile e insieme resistente.

Ma nonostante l’aspetto brullo, i Calanchi di Aliano non sono inaccessibili. Percorsi carrabili e sentieri escursionistici li attraversano, e invitano i viaggiatori a scoprirli a piedi, in mountain bike o a cavallo. Camminare tra le pieghe della terra è un’esperienza sensoriale intensa: ogni passo racconta una storia, ogni svolta apre a nuovi orizzonti.

La strada del Parco dei Calanchi di Aliano

Sorprendenti Calanchi di Aliano

Fonte: iStock

Panorama dei Calanchi di Aliano, Matera

Il Parco dei Calanchi di Aliano offre cinque itinerari tematici che oltre a essere passeggiate nella natura, sono veri e propri viaggi nel tempo, nella memoria, nelle leggende e nelle figure che hanno segnato la storia del territorio.

Il primo sentiero è dedicato a Carlo Levi, e non potrebbe essere altrimenti. Qui si cammina sulle orme dello scrittore, nel paesaggio lunare che lo accolse durante il suo confino e che lui seppe raccontare con una sensibilità rara. È un percorso breve e accessibile a tutti, ma denso di suggestioni: gli scorci sembra riflettere le parole della sua opera e i silenzi ne amplificano la potenza.

Il secondo sentiero porta il nome di Don Luigino, ovvero Luigi Magalone, il Podestà di Aliano. È un itinerario più vario, che alterna salite e discese, e conduce fino al fosso Vituri, dove le acque si raccolgono e disegnano nuove geometrie. In questa zona, sabbiosa e umida, crescono rigogliose le tamerici, mentre il paesaggio si fa più intimo, quasi segreto.

Il terzo sentiero racconta la storia di Don Trajella, un prete dalla personalità complessa, simbolo di un clero spesso intrappolato in una quotidianità senza scosse. Si tratta di un percorso del silenzio e della vastità, dove si cammina lungo crinali panoramici, tra uliveti e campi solitari, fino a sentirsi parte integrante di un universo sospeso.

Il quarto sentiero è forse il più magico. Dedicato a Giulia, la “Santarcangiolese”, una sorta di strega contadina ritratta da Levi come una donna potente, conoscitrice di erbe e incantesimi, padrona di formule capaci di guarire o maledire. Camminare qui vuol dire entrare in un mondo di leggende e misteri, dove la natura stessa sembra vibrare di antichi sortilegi.

Infine, il quinto sentiero è il più impegnativo, ma anche quello che scava più a fondo nella storia di Levi e nei luoghi del suo racconto. Si arriva fino alla “casa de malato”, dove lo scrittore si recò per curare un uomo del posto. Il sentiero è dedicato ai due medici locali, Milillo e Gibilisco, simboli (nel pensiero di Levi) della piccola borghesia che ostacolava ogni possibilità di riscatto sociale e culturale.

Altri calanchi in Italia

I Calanchi di Aliano non sono gli unici esempi di questo sorprendente fenomeno geomorfologico. L’Italia, grazie alla sua conformazione geologica, custodisce numerose aree calanchive sparse lungo tutta la dorsale appenninica.

In Basilicata, accanto ad Aliano, un altro luogo di straordinario interesse è la Riserva di Montalbano Jonico, considerata un unicum a livello internazionale per la sua valenza geologica e paleontologica. In Emilia-Romagna, i calanchi scolpiscono il paesaggio del Parco regionale dei Gessi Bolognesi e dei Calanchi dell’Abbadessa, per vedute a dir poco mozzafiato.

La Toscana, con le sue Crete Senesi e la Val d’Orcia, vanta uno scenario altrettanto incredibile: colline modellate come sculture, con sfumature che variano dal grigio all’ocra. Sull’Adriatico, le colline di Marche e Abruzzo ospitano le forme più classiche dei calanchi, mentre nei pressi di Atri, in Abruzzo, spicca una riserva naturale interamente dedicata a queste formazioni.

Anche la Sicilia, nella zona di Caltagirone (famosa per la ceramica), conserva una porzione di paesaggio scolpito dai calanchi, a testimonianza di come l’eccezionale fenomeno abbia lasciato segni profondi da nord a sud.

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Imma Tataranni 4, le location iconiche della fiction Tv RAI

Vanessa Scalera torna su Rai 1 a partire da domenica 23 febbraio nei panni di Imma Tataranni. La quarta stagione di Imma Tataranni – Sostituto Procuratore, tratta dai romanzi di Mariolina Venezia, promette nuovi colpi di scena e scenari da sogno.

La trama

La storia riprende dopo gli eventi della terza stagione, quando Calogiuri, in coma e pronto per essere trasferito in un centro specializzato a Venezia, sorprende tutti risvegliandosi all’improvviso. Tuttavia, la sua memoria sembra svanita, e il ricordo della relazione con Imma è completamente cancellato.

Nel frattempo, il matrimonio tra Imma e Pietro è sempre più fragile, segnato da tradimenti e incomprensioni. Oltre a Calogiuri, un nuovo personaggio farà vacillare ancora di più le certezze della protagonista. In parallelo, anche Valentina, la figlia di Imma, assume un ruolo più centrale: dopo aver abbandonato gli studi, ritorna a Matera e si trova a confrontarsi con la crisi familiare.

Le location della quarta stagione

La quarta stagione di Imma Tataranni è stata girata in Basilicata, con Matera come fulcro narrativo e scenografico. Le riprese hanno toccato anche la Val d’Agri, toccando alcuni dei borghi più suggestivi della regione, tra cui Marsicovetere, Marsico Nuovo, Viggiano e Abriola.

Matera

Matera, una delle città più antiche del mondo, è il cuore pulsante della fiction. I suoi celebri Sassi, dichiarati Patrimonio Mondiale dell’Umanità dall’UNESCO nel 1993, offrono uno scenario unico e senza tempo. I quartieri del Sasso Caveoso e del Sasso Barisano, con le loro abitazioni scavate nella roccia, creano un’atmosfera suggestiva e affascinante. Le chiese rupestri, come Santa Maria de Idris e San Pietro Barisano, aggiungono un tocco mistico.

Matera, scelta anche da registi internazionali per la sua scenografia naturale, ha visto negli ultimi anni una crescente attenzione turistica, culminata nel titolo di Capitale Europea della Cultura 2019: è un intreccio di storia e modernità, con locali accoglienti, ristoranti tipici e botteghe artigianali che donano uno spaccato genuino della cultura lucana.

Marsicovetere

Scorcio del borgo di Marsicovetere

Fonte: iStock

Veduta panoramica di Marsicovetere

Marsicovetere si erge su una collina che domina la Val d’Agri e vanta una veduta eccezionale sulla vallata sottostante.

Il centro storico è un piccolo gioiello di architettura medievale, con vicoli stretti, case in pietra e antiche chiese che custodiscono secoli di storia. La Chiesa di San Giovanni Battista e il Palazzo Pignatelli sono due delle principali attrazioni del borgo, testimoni di un passato ricco di cultura e tradizioni.

Il borgo è circondato da una natura lussureggiante, con boschi e sentieri che offrono possibilità di escursioni e passeggiate panoramiche. In inverno, la vicina stazione sciistica del Monte Volturino attrae gli amanti degli sport sulla neve e rende Marsicovetere una meta perfetta in ogni stagione.

Marsico Nuovo

Adagiato su tre colline, Marsico Nuovo è un borgo che custodisce un patrimonio storico e artistico di grande valore. Le stradine lastricate conducono a palazzi nobiliari, chiese e antichi conventi, tra cui la Cattedrale di San Giorgio, custode di pregevoli opere d’arte.

Il centro storico è stato valorizzato con il progetto del Borgo Albergo, che permette ai visitatori di soggiornare in abitazioni storiche perfettamente restaurate e di vivere una vacanza a pieno contatto con il territorio

Marsico Nuovo è anche una porta d’accesso al Parco Nazionale dell’Appennino Lucano, una vasta area protetta che pullula di sentieri per il trekking e scorci indimenticabili sulla natura incontaminata.

Viggiano

Panorama di Viggiano

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Vista panoramica di Viggiano

Viggiano è quel luogo dove la musica e la spiritualità si intrecciano.

Il paese è celebre per la tradizione nella costruzione delle arpe e per il legame con la Madonna Nera, la cui statua viene portata in processione ogni anno fino al Santuario del Sacro Monte che, immerso nella quiete della montagna, è una delle mete di pellegrinaggio più importanti della Basilicata.

Oltre al valore religioso e culturale, Viggiano è una rinomata località sciistica grazie alla Montagna Grande di Viggiano, con piste per sciatori di ogni livello. In estate, la montagna si trasforma in un paradiso per gli escursionisti, con sentieri che attraversano boschi e panorami spettacolari sulla valle.

Abriola

Abriola è conosciuto come il borgo di San Valentino, il santo degli innamorati, a cui è dedicata la chiesa principale. Il centro storico è un incantevole dedalo di stradine e case in pietra, dove il tempo sembra davvero essersi fermato. Tra le attrazioni più interessanti, spiccano proprio gli affreschi medievali della Chiesa di San Valentino, che raccontano la vita del santo in una narrazione visiva di grande impatto.

Il territorio di Abriola sorge nell’abbraccio di una natura selvaggia e affascinante, dominata dal monte Pierfaone che propone sentieri per escursioni e un’importante stazione sciistica, frequentata dagli appassionati degli sport invernali. D’estate, i boschi e le valli diventano invece la tappa ideale per passeggiate e picnic immersi nel verde.

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Solstizio d’inverno, cosa succede di incredibile in Basilicata

Nelle Dolomiti Lucane esiste un luogo che, in occasione del solstizio d’inverno, rivela un segreto. Si tratta di Petre de la Mola (Pietra della mola), una Stonehenge tutta italiana, un complesso megalitico che si trova in cima al Monte Coccia, in Basilicata, all’interno del Parco Naturale di Croccia-Cognato. È, questa, un’area di riserva antropologica-naturalistica a protezione totale per via della presenza, oltre che di rare specie animali e vegetali, di numerose testimonianze archeologiche.

Cosa succede a Petre de la Mola durante il solstizio

Nel giorno del solstizio, che solitamente cade intorno al 21 dicembre, centinaia di persone si radunano intorno a questo luogo isolato e in mezzo alla natura a mille metri di altitudine aspettando il tramonto del Sole. In quel momento esatto, infatti, il Sole spunta attraverso una fenditura (artificiale, indicata con un’incisione rupestre) della roccia creando un effetto incredibile.

La scoperta di questo fenomeno è avvenuta per puro caso ed è stata fatta dal professor Marco Mucciarelli, geofisico dell’Università della Basilicata, che si accorse di un singolare effetto di illuminazione che avveniva a mezzogiorno in questo megalite.

Secondo gli studi condotti dagli esperti dell’Istituto nazionale di astrofisica (Inaf) Vito Francesco Polcaro, insieme all’archeologo Leonardo Lozito, vicepresidente nazionale dei Gruppi Archeologici d’Italia, in collaborazione con alcuni astronomi e archeologi sul sito lucano, Petre de la Mola sarebbe perfettamente allineato con il Sole a mezzogiorno e al tramonto nel giorno del solstizio d’inverno.

Un sito preistorico poco noto

È molto probabile che questa gigantesca roccia – perché di questo si tratta – già nell’antichità avesse la funzione di calendario, utile per i riti, per il raccolto e per eventi eccezionali. Intorno al gigantesco masso sono stati infatti rinvenuti degli scoli per l’acqua e delle incisioni, forse proprio per i rituali sacri durante il solstizio che, per tutti i popoli antichi, rappresentava un giorno molto importante dell’anno. La roccia è naturale, ma potrebbe essere stata spostata dall’uomo per essere posizionata in un punto simbolico, dove si trova tutt’ora.

Gli studiosi non sono riusciti a rintracciare alcuna documentazione sull’origine del nome del complesso megalitico, anche se in lucano, la ‘mola’ è il tipo di pietra utilizzato per affilare le lame.

L’intero sito archeologico copre una superficie di circa 60mila metri quadrati. Risalirebbe al neolitico (10.000 – 6.000 a.C.) e, secondo gli studiosi, fu abitato fino al IV secolo a.C.. Nei pressi del megalite c’è anche un insediamento fortificato risalente al IV secolo a.C. ubicato proprio sulla cima della montagna.

L’intero abitato era circondato da alcune cinte murarie fatte in blocchi perfettamente quadrati, di cui sono rimaste tracce significative. Nel tratto di muro meglio conservato c’è un ingresso che è diretto esattamente nel punto in cui sorge il Sole. Inoltre, sulle rocce sono stati rinvenuti alcuni petroglifi. Tra questi è particolarmente importante uno posto in prossimità del punto d’osservazione, che indica la linea che demarca il Nord e il Sud (la linea del meridiano) e la linea posta a 238° (in linea con il solstizio e con il tramonto) ed è poco probabile che questi allineamenti siano casuali.

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Dove sciare in Basilicata: le migliori località sciistiche

Il paesaggio della Basilicata si compone di catene montuose, foreste impenetrabili e villaggi che sembrano spuntare silenziosi dal granito: potete quindi immaginare la bellezza di questi scenari quando ricoperti dal manto bianco della neve. Sciare in questa regione d’Italia vi offrirà un’esperienza di viaggio unica in un mix perfetto di piste, borghi, sapori della cucina tipica lucana e baite ad alta quota.

I comprensori sciistici sono quattro: Sellata-Arioso, Viggiano, Sirino e Pollino, i quali offrono nella stagione più fredda attività adatte a tutti, da chi ama sciare a chi preferisce le passeggiate con le ciaspole, fino a chi non rinuncia al divertimento a bordo di un bob o in sella a uno slittino. Scopriamo insieme quali sono le località sciistiche dove andare in Basilicata: qui troverete tutte le informazioni utili per organizzare il vostro viaggio come i dettagli sulle piste e i prezzi. Le aperture vengono annunciate in base alle condizioni della neve, quindi vi consigliamo di monitorare i siti ufficiali.

Pierfaone-Arioso

Quella della Sellata (comune di Abriola) e quella del Monte Arioso (comune di Sasso di Castalda) è un’area sciistica molto frequentata sin dagli anni ’30. Questa è anche la più celebre in Basilicata sia grazie ai panorami offerti sul Monte Potentino che per la qualità degli impianti, con piste ben livellate e adatte sia ai principianti che agli esperti.

Situato a circa 20 chilometri da Potenza, il comprensorio offre 8 chilometri di piste, 8 di sci alpino e un tracciato per sci di fondo. Le piste si trovano a un’altezza tra i 1350 metri e i 1740 metri e sono suddivise in 2 blu, 5 rosse e 1 nera. L’area di Pierfaone offre 2 impianti di risalita e due tappeti trasportatori che accedono alle piste di Fossa Neviera, Campo del Sole, La Sorgente e al tracciato per sci di fondo di Pietra del Tasso. La stazione sciistica di Arioso, invece, è dotata di tre sciovie e tre tappeti trasportatori che accedono a ulteriori 5 piste: Scoiattolo, Serra Giumenta, Arioso Ovest, Picchio e Arioso Nord.

Lo skipass giornaliero costa 30 euro, dalle 8:30 alle 16:30; la mattina o il pomeriggio 20 euro; per sole due ore costa 15 euro. Il collegamento tra la stazione di arrivo di Pierfaone e gli impianti del Monte Arioso è garantito da uno sky way tracciato lungo la linea di cresta che unisce le due cime consentendo agli sciatori l’utilizzo degli impianti delle due stazioni sciistiche.

Montagna Grande di Viggiano

La stazione sciistica Montagna Grande di Viggiano, situata sull’Appennino Lucano a un’altezza di 1410 metri, è dotata di tre piste per lo sci alpino e di un tracciato per lo sci di fondo per un totale di circa 4 chilometri. Sono presenti due sciovie di diversa lunghezza, le quali servono due piste lunghe rispettivamente 550 e 300 metri, un campo scuola e un agevole impianto di risalita per ragazzi e sciatori inesperti. Inoltre, è presente un impianto di illuminazione che permette lo sci in notturna in occasione di particolari eventi e durante le festività.

Se non volete sciare, ma desiderate comunque godervi i paesaggi innevati, potete praticare nordic walking, esplorare sentieri con le ciaspole, scivolare a bordo di slittini e sdraiati o seduti su ciambelle da neve. Lo skipass giornaliero costa 18 euro, il mattiniero 13 euro, il pomeridiano 12 euro e il serale 10 euro.

Comprensorio del Monte Sirino

Situato a poca distanza dal Parco Nazionale del Pollino, a un’altitudine che supera i 2000 metri, il comprensorio sciistico del Monte Sirino è un luogo speciale dove sciare in Italia grazie ai suoi scenari naturali mozzafiato. Le stazioni sciistiche presenti sono quelle di Lago Laudemio, dove intorno al lago glaciale è possibile praticare nordic walking, sci alpino, sci di fondo e passeggiate con le ciaspole, e Conserva di Lauria.

Qui sono presenti sei piste di sci alpino e un tracciato ad anello per la pratica dello sci di fondo, per un totale di 4 chilometri. Una seggiovia biposto serve la pista nera “Forcella Monte Papa”, lunga ben 2,2 chilometri, mentre due sciovie accedono alle piste “Principianti” e “Monte Sirino”. Una terza sciovia collega le piste della località Conserva di Lauria e un’altra ancora serve le piste “Conserva1” di circa 1 chilometro e “Conserva 2”.

Lo skipass giornaliero costa 20 euro e troverete in sede anche alcuni punti ristoro dove provare le specialità tipiche locali.

Parco del Pollino

Infine, l’ultima località dove sciare in Basilicata si trova nel Parco del Pollino. La montagna del Pollino è considerata la regina dell’Appennino Lucano, dove sono presenti 3 piste: la Pista Rotonda con 1 pista di fondo e sentieri per sci escursionismo, la Pista Viggianello con 1 pista di fondo-tracciato per sci escursionismo e la Pista Terranova con 1 pista ad anello di fondo, un tracciato di fondo e un altro per sci escursionismo.

In generale, qui è possibile divertirsi praticando il nordic walking, lo sci di fondo e lo sci escursionismo, oltre che tanti altri sport di montagna. Non mancano rifugi dove riscaldarsi con una bevanda calda o provare i piatti tradizionali.

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Matera e il suo Presepe Vivente: magia delle feste, luce e bellezza tra i Sassi

Uno dei luoghi comuni che, più spesso, si sentono quando si parla di Matera, capoluogo della Basilicata, è che quella città sembra proprio un presepe a grandezza naturale. Non passa anno che i riflettori non puntino le proprie luci su Matera e la sua bellezza: molti film hanno scelto proprio i Sassi come scenografia. E come dare loro torto?

Quando si ammira il panorama sui celebri Sassi, per esempio, l’immagine di un presepe è quanto più vicino ci possa essere. Quella città che l’intero mondo invidia all’Italia è un luogo magico tutto l’anno. Lo diventa ancora di più nel periodo festivo, fino ai primi giorni di gennaio, perché – per davvero – si trasforma in quel presepe che molti immaginano guardandola. Il Presepe Vivente di Matera è un evento imperdibile e un’ottima ragione per fare un viaggio di un paio di giorni in Basilicata.

Quando si svolge: giorno e orari

L’edizione di quest’anno del Presepe Vivente di Matera è la quattordicesima e si terrà dal 7 dicembre 2024 al 5 gennaio 2025. L’evento sarà fruibile solo in date precise comprese in questo periodo. Ecco quando potervi assistere:

  • Dicembre: 7,8, 14, 15, 21, 22, 28 e 29
  • Gennaio: 4 e 5 gennaio

Gli orari del Presepe Vivente di Matera 2024 non sono specificati con esattezza, poiché l’evento è strutturato a fasce orarie che possono variare in base alle prenotazioni. Tuttavia, l’accesso è generalmente previsto nel pomeriggio e nella serata, per sfruttare proprio il buio naturale che fa da contrasto naturale alle luci dell’evento.

È consigliabile arrivare con almeno 15 minuti di anticipo rispetto all’orario prenotato per gestire il flusso di visitatori.

Il presepe vivente tra i Sassi di Matera

Fonte: iStock

La scenografia naturale del Presepe Vivente di Matera

Biglietti e prenotazioni

La prima informazione da sapere per organizzare un viaggio per vedere il Presepe Vivente di Matera è che è obbligatorio prenotare. La cosa migliore, dati i giorni limitati di presenza dell’evento in città, è organizzarsi con un buon anticipo e, sicuramente, non improvvisare. Si prenota attraverso il sito ufficiale dell’evento.

I biglietti costano 12€ per gli adulti e 5 € per i bambini tra 6 e 10 anni, mentre i minori di 6 anni entrano gratuitamente. L’ingresso è gratuito per i residenti di Matera e per le persone con disabilità, che potranno visitare il Presepe Vivente con un accompagnatore.

L’accessibilità del Presepe Vivente di Matera

Considerata la struttura fisica dei Sassi di Matera, è stato fatto il possibile per rendere accessibile l’area del Presepe Vivente, in modo che tutti possano godere della bellezza di questo evento, siano esse persone disabili, famiglie che girano con passeggini o viaggiatori autonomi ma con ridotta mobilità.

Una fascia oraria speciale, dalle 14:30 alle 15:30, è dedicata alle persone con disabilità per garantire un’esperienza accessibile e confortevole per tutti. È stato creato, infatti, un vero e proprio percorso inclusivo, adatto a ogni tipo di disabilità, fisica o psichica. La visita inclusiva dura circa un’ora.

Ci sono due informazioni fondamentali per chi intende effettuare il percorso inclusivo: non ci sono bagni adatti ai disabili lungo l’itinerario e non ci sono punti di ristoro. Eventuali altre informazioni a riguardo sono sempre reperibili sul sito ufficiale del Presepe Vivente.

La storia del Presepe Vivente di Matera

La città di Matera ha iniziato a valorizzare il proprio patrimonio culturale negli Anni ’80, quando è cominciata la promozione turistica dei Sassi. Proprio in quel periodo, complice il successo di alcuni eventi estivi, si pensò di iniziare a creare qualcosa che desse concretezza al tanto diffuso luogo comune de “Matera sembra un presepe“. Il primo presepe vivente tra i Sassi di Matera venne realizzato da dei volontari locali che riscontrarono subito un ottimo successo.

Anno dopo anno, l’evento è cresciuto e ha attirato in città sempre più visitatori, facendo emergere l’esigenza di creare qualcosa di studiato, strutturato, che potesse essere quasi al pari di una rappresentazione teatrale vera e propria. Furono, così, introdotte le tematiche diverse, scelte di anno in anno e utilizzate come leitmotiv per costruire tutta l’esperienza portata in scena tra i Sassi.

Informazioni per il Presepe Vivente di Matera

Fonte: iStock

Matera con le luci di Natale

Il tema del 2024

Il Presepe Vivente di Matera si ispira, ogni anno, a un tema diverso. Quello scelto per il 2024 è “Il Presepe d’Italia: Luce sul Futuro”. Come dice il nome stesso della tematica, l’evento di quest’anno utilizza la luce per creare un’esperienza capace di farsi ricordare. Saranno utilizzati giochi di luci, proiezioni 3D e videomapping per arricchire l’esperienza visiva.

Il Natale è un periodo in cui si celebra, in molti modi diversi, il ritorno della luce e il Presepe di Matera fa proprio centro con il tema di quest’anno che vuole proprio portare nel mondo una scintilla di speranza e serenità, elementi chiave per tracciare la strada che ci porta a immaginare un futuro migliore.

Il Presepe Vivente si conferma sempre una delle tradizioni natalizie più  importanti d’Italia. Al di là dell’atmosfera che riesce a creare, esso è molto più di evento natalizio per la città e tutti i suoi abitanti: è un’occasione per celebrare la propria identità culturale e la forte devozione religiosa.

Il percorso di visita

L’esperienza del Presepe Vivente di Matera si snoda in circa un chilometro e mezzo di strada, attraverso alcuni degli angoli più incantevoli e degni di nota della città. Matera si trasforma nella Palestina di 2000 anni fa, facendo rivivere momenti quotidiani come la rappresentazione di vecchi mestieri fino ad arrivare a un istante eccezionale come quello della Natività.

Da tradizione, le rappresentazioni che si incontrano lungo il percorso sono divise in tre grandi aree:

  • La vita contadina, immancabile in ogni presepe (anche in quello delle nostre case)
  • Episodi tratti dal Vangelo, per sottolineare la solennità dell’evento
  • La Natività vera e propria: pur trattandosi di una scena tratta dal Vangelo, data la sua importanza, la Natività costituisce un momento a sé della visita al Presepe Vivente di Matera.

Uno dei luoghi che fa da scenografia al Presepe Vivente di Matera è il Sasso Caveoso, una delle due aree più celebri e più ammirate dei Sassi di Matera che, va ricordato, sono Patrimonio UNESCO dal 1993. Il percorso prevede che si cammini tra Sasso Caveoso e Sasso Barisano, lungo un percorso appositamente segnalato e illuminato.

Per dare vita al Presepio Vivente di Matera si sono resi disponibili ben oltre duecento persone tra figuranti, attori di teatro, tecnici, appassionati e professionisti di rievocazione storica che arrivano in Basilicata da tutta Italia proprio per interpretare in modo unico e speciale il tema scelto e dare vita così a una rappresentazione significativa e pronta a lasciare il segno negli occhi e nell’anima dei visitatori.

Consigli utili per visitare il Presepe Vivente di Matera

Visitare i Sassi di Matera, anche al di fuori del periodo festivo, è sempre un’ottima idea ma richiede un po’ di preparazione di base. In primis, scegli le scarpe giuste: la struttura dei Sassi è particolare e lo sono le strade da fare per esplorare quella bellezza unica al mondo. Scegli delle scarpe robuste e con una buona suola, a maggior ragione vista la stagione invernale, durante la quale potresti trovare il fondo stradale un po’ umido.

Ci sono molti luoghi dove mangiare qualcosa di tipico e delizioso a Matera: informati in anticipo, in modo da trovare posto per aggiungere anche un pizzico di gastronomia lucana alla tua visita al presepe vivente.

Se arrivi con la tua auto, informati bene su dove poter parcheggiare e se la sosta è a pagamento o no. Una dei regali più belli che puoi farti è trascorrere almeno una notte a Matera, magari proprio in uno dei molti luoghi dove dormire tra i Sassi. Così potrai godere della bellezza del Presepe Vivente e sentirti, allo stesso tempo, parte integrante di quella magica atmosfera.

Ricordati, inoltre, che la tua visita al Presepe Vivente coincide anche con molti altri eventi natalizi organizzati in città. Uno fra tutti è il Villaggio di Babbo Natale, con tanto di mercatini festivi pronti ad accoglierti.

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Cosa vedere a Maratea e dintorni

È un peccato che la maggior parte dei viaggiatori in esplorazione tra le coste del Sud Italia tralascino una regione così ricca di bellezze come la Basilicata. Qui, una persona curiosa e in cerca di una vacanza completa troverebbe tutto ciò di cui ha bisogno: mare, monti e città antiche come Maratea. La “Città delle 44 Chiese” è una vera e propria perla del Tirreno, non solo attiva località balneare, ma anche il punto di partenza ideale per scoprire la storia e la natura di questo territorio.

Se ancora non ci siete stati, qui vi consigliamo cosa vedere e cosa fare a Maratea e dintorni, tra la dolce vita estiva, viaggi nel passato e attività all’aria aperta tra mare e montagna.

Il centro storico di Maratea

Maratea è un borgo marinaro situato in un litorale incontaminato con grotte e torri costiere. Questa località della Basilicata, molto attiva soprattutto d’estate, è impreziosita da palazzi settecenteschi, archi, ma soprattutto dalle numerose chiese. Fu fondata già a partire dal basso Medioevo sulle pendici del monte per renderla invisibile dal mare, al sicuro dagli attacchi saraceni.

Il modo ideale per scoprirla è passeggiando tra le strade del suo centro storico, partendo da via dell’Unità d’Italia dove potrete ammirare la cinquecentesca Chiesa dell’Annunziata contraddistinta da una cupola di maioliche verdi e gialle e dai due leoni stilofori in pietra di epoca medievale, provenienti da una chiesa del Castello, che incorniciano il portale d’ingresso.

Proseguendo incontrerete la settecentesca Chiesa dell’Addolorata con l’altare neoclassico e la Chiesa dell’Immacolata, che invece custodisce un altare barocco realizzato in marmi policromi. Come vi abbiamo anticipato, Maratea è soprannominata la “Città delle 44 Chiese” e gli edifici religiosi da scoprire sono tanti e impossibile da visitare tutti insieme: vi consigliamo, quindi, di lasciarvi guidare semplicemente dai vostri piedi e di perdervi tra le bellezze architettoniche del centro lasciandovi avvolgere dalla sua atmosfera.

Se volete segnarvi qualche tappa, suggeriamo anche una visita a Palazzo De Lieto, il Castello e la Basilica di San Biagio, l’edificio religioso più importante della città raggiungibile percorrendo una scenica strada a tornanti.

Statua del Cristo Redentore

Con i suoi 22 metri di altezza, la Statua del Cristo Redentore abbraccia con la sua imponenza il golfo di Policastro offrendo ai visitatori una vista panoramica unica, soprattutto per i più avventurosi che decidono di salire fin quassù all’alba. Seconda per dimensioni solo a quella di Rio de Janeiro, fu innalzata per iniziativa del Conte Stefano Rivetti di Valcervo, che ne fece dono alla cittadinanza di Maratea. I lavori, diretti dallo scultore fiorentino Bruno Innocenti, presero l’avvio nel novembre 1963 e terminarono nel 1965. Per raggiungerla potete salire con la macchina in 15 minuti oppure con una camminata di 90 minuti.

Cristo Redentore Maratea

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Statua del Cristo Redentore a Maratea

Il porto turistico

Un tempo semplice molo in legno per i pochi pescatori della città, oggi il porto turistico rappresenta la location ideale dove trascorrere una serata tranquilla tra caffè, ristoranti e bar, ma non solo. Questo è anche il punto di partenza per chi desidera scoprire i fondali e le coste di Maratea. Potete noleggiare un kayak ed esplorare le sue grotte (da non perdere quella della Sciabella), gli scogli e le calette raggiungibili solo via mare, oppure, per i più audaci, partecipare a un tour di coastering.

Si tratta di un’attività sportiva che può essere descritta come un trekking marino su scogliera: i partecipanti andranno alla scoperta della costa nuotando, arrampicandosi, tuffandosi ed esplorando le cavità rocciose e le grotte che incontrano lungo il loro passaggio. Oppure, maschera e boccaglio a portata di mano, potete immergervi alla scoperta dei mondi sommersi di Maratea ricchi di posidonia, gorgonia gialla, madrepora a cuscino, totani, polpi, ricciole, spigole o cernie.

Le spiagge di Maratea

Un viaggio a Maratea prevede necessariamente un tuffo nel suo mare turchese (premiato con la Bandiera Blu) e pomeriggi rilassanti distesi sulle sue spiagge. Queste sono tante e tutte meravigliose, dalla spiaggia di Fiumicello, tra le più frequentate e contraddistinta da una rigogliosa vegetazione mediterranea, a quella di Porticello raggiungibile tramite un percorso a gradini e dove è possibile ammirare la grotta del Dragone, una grande cavità naturale.

Per chi è alla ricerca di scenari particolari, quelle imperdibili sono sicuramente la spiaggia del Macarro, caratterizzata da sabbia scura di origine vulcanica, e Cala Jannita, la spiaggia nera, dove troverete la grotta della Sciabella che, al suo interno, custodisce un’altra piccola spiaggia. Cercate qualcosa di selvaggio? Allora dirigetevi verso la spiaggia di Grotta della Scala, situata all’interno di una pittoresca insenatura e raggiungibile percorrendo una scalinata.

Cala Jannita

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Spiaggia nera di Cala Jannita

Isola di Santojanni

Questo è un isolotto disabitato ricco di archeologia e biodiversità. In passato approdo di navi e vascelli, rappresenta il luogo prediletto dedicato alla produzione del garum, un condimento a base di pesce impiegato già dai Romani per insaporire le pietanze e oggi tra i Prodotti Agroalimentari Tradizionali (PAT). Sull’isola di Santojanni, inoltre, vive indisturbata una rarità naturalistica: stiamo parlando del Drago di Santojanni, una lucertola endemica azzurra molto simile a quelle presenti nei faraglioni di altre zone del Sud Italia.

È qui che si trova anche la bellissima Cala Jannita, della quale vi abbiamo parlato nel paragrafo dedicato alle spiagge e che potete vedere nella foto qui sopra.

Parco Nazionale del Pollino

Gli amanti della natura incontaminata e delle attività all’aria aperta non possono rinunciare ai paesaggi selvaggi offerti dal Parco Nazionale del Pollino. Patrimonio UNESCO dal 2015, il parco è caratterizzato dai Massicci del Pollino e dell’Orsomarso con vette che superano i 2000 metri e offre tante opportunità per chi non vuole rinunciare ai benefici e alle emozioni garantite dal turismo attivo. Le escursioni sono tante, adatte a tutti i livelli di preparazione, come anche le cose da vedere come santuari, grotte e un numero elevato di esemplari animali e vegetali.