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L’offerta Ryanair da cogliere al volo, scade oggi

Ryanair ha lanciato un’offerta dell’ultimo minuto da prenotare entro oggi per volare tra il 1° aprile e il 31 agosto.

Ci sono voli a partire da 29,99 euro (ma anche a prezzi inferiori) per tantissime destinazioni raggiunte dalla compagnia aerea low cost in partenza da tutti gli scali italiani in cui opera Ryanair.

Il periodo di viaggio è molto lungo e comprende anche l’estate, pertanto, è un’occasione imperdibile per chi desidera organizzare le prossime vacanze.

Voli in offerta per la Puglia

Ci sono offerte di voli per Bari a partire da 14,99 euro (a tratta). La città è una meta perfetta da visitare in ogni stagione. Oltre a godere della bellezza della città, qui avrete modo di godere di diverse spiagge urbane tra cui la famosa Pane e Pomodoro, caratterizzata da una grande distesa di spiaggia libera, ed è anche la porta d’accesso ad alcune delle spiagge più belle del Sud Italia.

La costa di Bari regala splendide calette e spiagge da sogno affacciate sulle meravigliose sfumature cristalline del Mare Adriatico. In questo tratto del tacco d’Italia la costa si distingue per essere frastagliata e ricca di scogli che creano piccole insenature di sabbia. Veri gioielli naturali come la rinomata e bellissima Polignano a Mare. Molti i tesori custoditi, ma su tutti c’è Lama Monachile, fulcro della bellezza della città. Lo scenario qui è incantevole.

E poi c’è Monopoli, con un litorale unico e sorprendente fatto di spiagge nascoste nel verde e di scogli a picco sul mare. Uno scenario incredibilmente suggestivo e pieno di anfratti.

Offerte low cost per la Sardegna

Ci sono voli a meno di 17 euro per volare su Alghero e Cagliari. La Sardegna fuori stagione è ormai stata sdoganata, sono tantissimi coloro che, negli ultimi anni, hanno scoperto che l’isola ha molto da offrire oltre al periodo estivo.

Il Capoluogo sardo è perfetto in ogni periodo dell’anno, detto che la sua spiaggia più famosa, il Poetto, è uno dei più bei lidi cittadini che abbiamo in Italia. Uno dei quartieri più importanti della città è quello di Castello: si tratta del centro storico, una vera e propria cittadella fortificata caratterizzata da alte mura bianche e torri medievali, che custodiva il cuore del potere civile, militare e religioso.

Da Cagliari si susseguono decine e decine di spiagge meravigliose come Calamosca, Mari Pintau (“mare dipinto”, il nome è tutto un programma), e poi Villasimius, Cala Regina, Piscinas con le sue celebri dune, Chia, Cala Cipolla e una delle più incantevoli d’Italia, Tuerredda.

 

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In Egitto rinasce la Cittadella del Cairo, ed è una meraviglia

L’Egitto ha annunciato di aver ampliato l’accesso alla Cittadella del Cairo, sito Patrimonio dell’Umanità, con una storia leggendaria che risale a quasi 850 anni fa. Parliamo di una delle principali attrazioni turistiche della capitale, nonché suo cuore medievale, che ha aperto al pubblico un’altra ala che ospita le due torri semicircolari dell’imponente fortezza.

Le torri storiche della cittadella aprono ai visitatori

Costruita tra il 1176 e il 1183, la Cittadella del Cairo o di Saladino è stata realizzata da Ṣalāḥ al-Dīn per proteggere la città dagli attacchi dei Crociati. La fortezza è stata così efficace come punto di difesa strategico che la sede del governo egiziano vi rimase fino al XIX secolo, cioè per quasi 700 anni. La sezione appena inaugurata è stata utilizzata fino a poco tempo fa come spazio per eventi privati e per ospitare caserme dell’esercito e della polizia. Comprende le torri Ramla, alta 20,8 metri, e Al-Haddad, una delle più grandi della Cittadella, costruite nei decenni successivi alla morte di Salah al-Din dai suoi successori.

Il ministro delle Antichità e del Turismo dell’Egitto, Ahmed Eissa, ha dichiarato in un comunicato che l’apertura delle torri, in seguito a un accurato restauro, insieme ad altre attrazioni inaugurate di recente, allungherà il tempo di visita alla Cittadella da un’ora a tre, contribuendo ad aumentare anche il numero di notti trascorse dai visitatori al Cairo. Mustafa Waziri, segretario generale del Consiglio Supremo delle Antichità, ha sottolineato che le due torri saranno aggiunte all’itinerario della cittadella e che i visitatori potranno accedervi con un unico biglietto d’ingresso. L’opera rappresenterebbe il primo tassello di un grande progetto per rilanciare la capitale come nuovo prodotto culturale, chiamato ‘Cairo City Break’, i cui dettagli saranno svelati nei prossimi mesi.

L’ampliamento dell’accesso alla Cittadella avviene mentre il Paese si prepara all’apertura del Grande Museo Egizio, a lungo rimandata, che dovrebbe essere inaugurato nel corso dell’anno e ospiterà 100.000 manufatti in 12 sale espositive, su un’area di 484.000 metri quadrati. Lo scorso autunno, l’Egitto ha dichiarato di voler raddoppiare il turismo nel Paese nei prossimi cinque anni, con l’obiettivo di raggiungere 30 milioni di visitatori entro il 2028. L’anno scorso ha raggiunto 14,91 milioni di turisti, l’obiettivo annunciato dal governo è di arrivare a 18 milioni per il 2024.

Cosa vedere nella Cittadella di Saladino

Costruita sulla collina di Mokattam, nell’attuale Cairo islamico, la Cittadella di Saladino è oggi una delle fortificazioni medievali più importanti e meglio conservate al mondo, diventata Patrimonio UNESCO dal 1976, anno in cui l’intero centro storico della capitale egiziana ha ottenuto questo riconoscimento.

Tra le attrazioni da vedere, Palazzo Gawhara, conosciuto anche come Palazzo dei Gioielli, edificio in stile ottomano dove è possibile visitare il trono di Muhammad ʿAli, ritenuto il padre fondatore dell’Egitto moderno, i mobili d’epoca e i costumi del sultano, di cui fu la residenza, che prende il nome dalla sua ultima moglie, Gawhara Hanem. Ci si imbatte, poi, nella Moschea di Muhammad Ali o Moschea di Alabastro, progettata sulla base della Nuova Moschea di Istanbul. Fu quindi costruita secondo il modello delle moschee ottomane, con pianta rettangolare coperta da una grande cupola centrale e circondata da diverse semicupole incorniciate da due minareti.

Da non perdere anche la Moschea del Sultano Hassan, con i suoi quasi 8.000 metri quadrati, una delle moschee più grandi del mondo e uno dei migliori esempi di architettura mamelucca del Cairo, e la Moschea di ibn Tulun, la più antica e la più grande della capitale egiziana, che conserva ancora gli elementi decorativi originali, circondata da un enorme cortile esterno che serve a tenere separato il tempio dal rumore della città.

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Bonita Springs, la città del “sole tutto l’anno” che nessuno conosce

È un luogo in cui è impossibile annoiarsi, dove si trova ogni tipologia di attività e, al tempo stesso, perfetta per chi vuole semplicemente rilassarsi su spiagge di sabbia bianca o tuffarsi nell’acqua cristallina per un bagno rigenerante.

Siamo a Bonita Springs, la città del “sole tutto l’anno”, dove godersi giornate pazzesche e, anche, il bel tempo. Pare infatti che qui il sole splenda per ben 300 giorni nell’arco dei dodici mesi. Questo la rende perfetta per tutti coloro che non amano i cieli grigi e la pioggia, ma sono alla ricerca di un luogo in cui vivere una vacanza al mare senza alcuna preoccupazione.

Si trova in Florida, nella contea di Lee ed è una meta tutta da scoprire per chi desidera pianificare una vacanza all’insegna del divertimento, in un luogo da favola.

Bonita Springs, 300 giorni di sole e tanta bellezza

Ci sono lunghe spiagge di sabbia bianca e sottile, che si tuffano nell’acqua del mare, c’è tanta vegetazione in cui immergersi per stare a contatto con la natura e ci sono moltissime cose da pianificare. Perché va bene trascorrere il proprio tempo crogiolandosi sotto i raggi del sole (che qui splendono 300 giorni l’anno), ma è bello anche scoprire il territorio e dedicarsi alle numerose attività che offre questa cittadina.

Siamo nel sud – ovest della Florida, nella contea di Lee. Il clima è tipo tropicale, il che significa che se – ad esempio – la si vista a gennaio, la media si attesta intorno ai 18 gradi circa.

Tra i luoghi da visitare, ad esempio, ci sono le spiagge, oppure il Bonita Beach Park, un vasto parco che si trova fronte mare e, ancora, il Lover’s Key State Park dove si possono pianificare escursioni lungo i percorsi naturalistici, sia a piedi sia in bicicletta, ma anche noleggiare kayak e canoe, oltre a immergersi nella bellezza della fauna e della flora. Ha subito dei danni a causa dell’uragano Ian del 2022, ma pare che ora sia stato riaperto, mentre i lavori proseguono. Da non perdere nemmeno la Bonita Springs Historical Society per approfondire la storia di questo luogo: organizzano anche tour di vario genere.

Parchi, campi da golf, locali, eventi, negozi: a Bonita Springs non manca nulla. Neppure il sole, se si pensa che qui splende praticamente tutto l’anno.

Quando andarci e cosa fare nella zona

Il clima è fantastico durante tutti i 12 mesi, ma forse il periodo migliore per raggiungere Bonita Springs è durante le mezze stagioni, anche perché ci sono meno turisti. Il calendario degli eventi è comunque ricco tutto l’anno. La cittadina si raggiunge facilmente e Miami dista poco più di due ore di automobile.

Nei dintorni, poi, ci sono altre location da visitare: infatti si trova a nord di Naples e a sud di Fort Myers, altre due tappe affascinanti e imperdibili della Florida. Naples è una città molto elegante abitata da ricchissimi pensionati, il cui nome è un omaggio alla città di Napoli. Fort Myers, dal canto suo, viene chiamata la città delle palme che abbelliscono molte delle strade della città. Entrambe sono ricche di luoghi da scoprire, di spiagge e di parchi.

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Viaggi in treno, cambia tutto: le nuove regole per i bagagli

Fino a questo momento, il trasporto dei bagagli a bordo delle Frecce di Trenitalia non aveva particolari regolamentazioni. E forse proprio per questo, abbiamo visto un vero e proprio “far west” di valigie abbandonate a se stesse nei corridoi o infilate nei luoghi più improbabili, anche andando ad occupare posti destinati ad altre persone. Ma adesso cambia tutto: dal 1° marzo 2024 entra in vigore la nuova disciplina sui bagagli, ed è di portata rivoluzionaria. Vediamo quali sono le regole da rispettare.

Nuove regole per i bagagli sulle Frecce

A partire dal 1° marzo 2024, cambia il nostro modo di viaggiare a bordo dei treni Frecciarossa, Frecciargento e Frecciabianca. Si tratta, in realtà, di una novità che riguarda soprattutto chi è solito spostarsi con molti bagagli (o comunque con valigie voluminose), mentre poco va a toccare gli amanti delle vacanze zaino in spalla, che amano muoversi molto leggeri. Il nuovo regolamento prevede che ciascuna persona può portare a bordo gratuitamente fino ad un massimo di due bagagli, con alcuni limiti nelle dimensioni che cambiano in base alla classe in cui si viaggia.

Bisogna dunque tenere conto delle dimensioni totali di ciascun bagaglio, misurate sommando la lunghezza, la larghezza e la profondità (inclusi tasche, ruote e manici). In seconda classe e nei livelli di servizio Standard e Premium, tale somma non deve essere superiore ai 161 cm, e in ogni modo ciascuna dimensione non deve superare gli 80 cm. In prima classe e nei livelli di servizio Executive e Business, c’è un po’ più di margine: la somma non deve essere superiore ai 183 cm, mentre ciascuna dimensione non deve superare i 120 cm.

È poi importante che ciascun bagaglio abbia un’etichetta ben visibile, su cui dovranno essere riportati il nome e i contatti del proprietario. Giro di vite anche per quanto riguarda la sistemazione delle valigie: d’ora in avanti dovranno essere sistemate negli appositi spazi, e non potranno più stare in prossimità delle porte, nei vestiboli o lungo i corridoi – né, naturalmente, occupare alcun posto destinato ai viaggiatori. È infatti fondamentale che i bagagli non intralcino in alcun modo gli altri passeggeri e il personale ferroviario.

Le eccezioni (e le sanzioni)

A questa regolamentazione così rigida sono previste alcune eccezioni. È infatti consentito il trasporto – in aggiunta ai due bagagli per persona – di attrezzature sportive e strumenti musicali, oltre che di passeggini, carrozzine, biciclette (purché smontabili o pieghevoli) e monopattini elettrici. Le dimensioni complessive di ciascun oggetto non devono comunque superare i 200 cm e, nel caso delle biciclette e dei monopattini, è necessario l’uso di una sacca di dimensioni non superiori agli 80x110x45 cm. Cosa succede se si violano queste nuove disposizioni riguardanti i bagagli?

Al momento, sono state previste multe di 50 euro per la disapplicazione della normativa sul trasporto delle valigie. Inoltre, i passeggeri sanzionati avranno l’obbligo di rimuovere i bagagli alla prima fermata utile. Conviene dunque correre ai ripari in anticipo: d’ora in avanti sarà importante utilizzare solamente valigie dalle dimensioni consentite e rispettare con puntualità l’intera normativa, per evitare di dover incorrere in una penalità che, come abbiamo visto, comporta un grande disagio per i viaggiatori.

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Le spettacolari location di “Dune – Parte Due”

Uno dei film più attesi dell’anno arriva finalmente al cinema: si tratta di “Dune – Parte Due”, il sequel della pellicola fantasy diretta da Denis Villeneuve e uscita nel 2021. Questa volta, le ambientazioni sono del tutto nuove, perché il regista ha voluto evitare che il pubblico potesse avere un senso di déjà-vu. Sono dunque state scelte location inedite, che ci porteranno in giro per il mondo: ecco le più spettacolari.

“Dune – Parte Due”: i dettagli del film

A tre anni di distanza dall’uscita al cinema di “Dune”, tratto dall’omonimo romanzo fantasy scritto da Frank Herbert, ora è il turno dell’attesissimo sequel, in arrivo a partire dal 28 febbraio 2024. Ancora una volta, la pellicola è diretta da Denis Villeneuve: il cast scelto, riconfermato dal film precedente, è davvero d’eccezione. Spiccano star del calibro di Timothée Chalamet, Zendaya, Rebecca Ferguson e Javier Bardem, affiancati da new entry come Christopher Walken e Léa Seydoux. Non ci resta dunque che scoprire quali sono le location in cui è ambientato il film.

Le location di “Dune – Parte Due”

Molte sono le ambientazioni in cui si muovono i protagonisti di “Dune – Parte Due” – tra cui anche una location italiana. Partiamo proprio da questa: si tratta della Tomba Brion, un complesso funebre risalente agli anni ’70 del secolo scorso, situato presso il comune di Altivole (prov. di Treviso). Il mausoleo, oggi appartenente al Fondo Ambiente Italiano, è dedicato all’imprenditore Giuseppe Brion, morto nel 1969. Secondo alcune indiscrezioni, è possibile che qui siano state girate le scene ambientate presso il palazzo imperiale.

La troupe di “Dune – Parte Due” si è poi spostata in numerose altre location. Una delle più suggestive è quella in Giordania: le incredibili formazioni rocciose del deserto di Wadi Araba non si discostano tantissimo da quelle che hanno fatto da sfondo al primo film, e che tuttavia si trovavano presso Wadi Rum. “Mi sembrava che ognuna di quelle formazioni fosse una sorta di opera d’arte indipendente, scolpita nella natura, in grado di rivaleggiare con le cattedrali medievali o rinascimentali in tutta Europa” – ha affermato il produttore Patrick McCormick.

Un altro deserto che ritroviamo nel sequel è quello del Rub al-Khali, situato in Arabia Saudita (sebbene si estenda anche negli Emirati Arabi Uniti, in Oman e nello Yemen). Le sue immense dune di sabbia hanno regalato lo sfondo perfetto per il pianeta desertico di Arrakis. È ancora la natura a farla da padrone, questa volta in forma decisamente più verdeggiante: stiamo parlando della penisola di Stadlandet, lungo la costa occidentale della Norvegia. Le sue scogliere candide e le spiagge da sogno hanno fornito l’ispirazione ideale per ricreare il pianeta di Caladan.

Infine, tra le location scelte per il film c’è di nuovo l’Ungheria: è qui, e più precisamente presso la città di Budapest, che sorgono gli Origo Studios. I suoi interni hanno permesso al regista di ricreare le ambientazioni più futuristiche del pianeta di Arrakis, che altrimenti sarebbe stato davvero difficile trovare altrove. Gli studi cinematografici, d’altra parte, avevano già fatto da sfondo anche ad alcune scene della precedente pellicola, il primo capitolo della saga diretta da Villeneuve.

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La stazione ferroviaria che è Patrimonio Unesco e che vale da sola il viaggio

Imponente, bellissima, da osservare con attenzione per poterne carpire ogni meraviglioso dettaglio. Stiamo parlando della stazione ferroviaria che è patrimonio Unesco e che da sola vale un viaggio. Si trova a Mumbai, in India, ed è il perfetto esempio della meraviglia che deriva dalla mescolanza di stili e culture diverse.

La Chhatrapati Shivaji Terminus, precedentemente nota con il nome di Victoria Terminus, è anche un edificio cruciale per il territorio, poiché viene utilizzato tantissimo e da un numero impressionate di persone. Basti pensare che ogni giorno transitano da lì circa tre milioni di pendolari. Ma per ammirarlo non è necessario dover partire, se si programma un viaggio in India lungo la costa occidentale e a Mumbai, è tra le tappe obbligate per poter vedere con i propri occhi tanta bellezza.

Perché visitare la Chhatrapati Shivaji Terminus

Ci sono luoghi che sono un tripudio di storia, di bellezza e capaci di colmare gli occhi di meraviglia. Uno di questi è – senza dubbio – la Chhatrapati Shivaji Terminus, stazione ferroviaria di Mumbai, cruciale per i trasporti e i viaggi.

Questo imponente gioiello architettonico è stato progettato dall’architetto Frederick William Stevens e pare che lui stesso abbia viaggiato in Europa per poter trarre ispirazione dalle stazioni ferroviarie occidentali. Il risultato è una struttura, realizzata nel corso di dieci anni a partire dal 1988, in stile gotico – vittoriano in cui convivono elementi legati alla tradizione indiana.

Come, ad esempio, la cupola in pietra, le torrette e gli archi a sesto acuto. Senza dimenticare, ovviamente, la particolarissima pianta. Alcuni dettagli, poi, erano stati realizzati dagli studenti di una scuola d’arte. Nel dettaglio si tratta, ad esempio, delle sculture in legno, le ringhiere ornamentali in ferro e ottone, ma anche le griglie per le biglietterie.

Un mix di culture diverse che prende vita in un edificio che, già nel momento della sua realizzazione, era un perfetto esempio di tecnologia e modernità.

Dal 2004 la stazione è stata dichiarata Patrimonio dell’Umanità Unesco, che sul sito in merito alla stazione ha scritto: “È un esempio eccezionale della fusione di due culture, poiché gli architetti britannici hanno lavorato con artigiani indiani per includere la tradizione architettonica e gli idiomi indiani, forgiando così un nuovo stile unico a Mumbai”.

Se si visita la città, quindi, vale la pena inserire tra le tappe del viaggio la stazione ferroviaria per assorbirne ogni dettaglio. Anche se non si deve partire.

Mumbai, cosa vedere oltre alla meravigliosa stazione

Di stazione stupefacenti ce ne sono tantissime in tutto il mondo, ma la Chhatrapati Shivaji Terminus è senza ombra di dubbio tra le più affascinanti. Così come lo è la città di Mumbai, ricca di luoghi da scoprire, città viva e vivace dove la modernità convive con il fascino e le tradizioni indiane.

Tra le tappe c’è il quartiere Colaba con la sua celebre strada, dove si può acquistare di tutto e trovare anche diversi locali, per immergersi al cento per cento nella vita della città. Da vedere è anche il Gateway of India, la cui realizzazione è terminata nel 1924 e si trova sul lungomare cittadino. È stato realizzato per commemorare l’arrivo di Giorgio V quando, nel 1911, è stato incoronato imperatore dell’India.

Vale la pena visitare anche il Taj Mahal Palace, hotel simbolo della città, struttura di lusso e molto celebre. E poi tanti altri luoghi, per respirare il fascino di una città viva.

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Questa piazza molto frequentata dai turisti sarà a pagamento

L’overtourism è un problema reale, con il quale molte grandi città devono lottare quotidianamente: una di queste è Siviglia, la terza meta più visitata della Spagna. A fronte di un numero di turisti in continua crescita, l’amministrazione sembra decisa ad adottare nuovi provvedimenti per rendere la città più vivibile per i suoi abitanti, ma anche per offrire un’esperienza migliore a chi arriva, zaino in spalla, per vedere le sue bellezze. Ecco cosa cambierà nei prossimi mesi.

Siviglia, nuova misura contro l’overtourism

Tra le più belle città della Spagna, con un centro storico ricco di fascino e numerosi monumenti da visitare, Siviglia è una delle mete turistiche più apprezzate di tutto il Paese. In particolare, c’è un luogo che funge da tappa per praticamente tutti i viaggiatori: si tratta di Plaza de España, fulcro della splendida capitale dell’Andalusia. Costruita nei primi due decenni del ‘900, in occasione dell’Esposizione Iberoamericana di Siviglia, venne realizzata dall’architetto Annibale Gonzalez ed è diventata ben presto il simbolo della città.

La piazza, di forma semicircolare e ampia circa 50mila metri quadrati, è attraversata da un canale su cui sorgono quattro ponti, a rappresentare gli altrettanti antichi regni di Spagna. Su di essa si affacciano due imponenti torri, mentre al centro si erge una grande fontana, opera dell’architetto Vincente Traver. Non sorprende che, visto il suo fascino, questo luogo sia stato scelto più volte come set per alcuni famosissimi film, tra cui il kolossal Lawrence d’Arabia e due episodi della saga di Star Wars. Anche per questo motivo, è una delle mete più visitate di Siviglia.

A fronte di circa 700mila abitanti, oggi si contano ben 3 milioni di turisti l’anno: un numero che evidenzia l’esigenza di dare un giro di vite, per cercare di rendere la piazza più vivibile (sia per i cittadini che per gli stessi visitatori). Per questo, il sindaco José Luis Sanz ha annunciato, con un video pubblicato sui social, di voler introdurre un biglietto d’ingresso per affacciarsi in Plaza de España. “Stiamo pensando di chiuderla e di far pagare l’ingresso ai turisti, allo scopo di finanziarne la conservazione e garantire la sicurezza al suo interno” – ha affermato il primo cittadino.

Il problema dell’overtourism

Siviglia, come molte altre destinazioni in tutto il mondo (tra cui la nostra Venezia), è afflitta dal problema dell’overtourism: è difficile trovare il giusto equilibrio tra i benefici che il turismo comporta per l’economia locale e le conseguenze negative dovute all’affollamento e allo sfruttamento eccessivo delle risorse. D’altra parte, la capitale dell’Andalusia è la terza città per numero di arrivi della Spagna, subito dietro a Madrid e a Barcellona. E in tutto il Paese, il turismo rappresenta circa il 13% del prodotto interno lordo.

La città si adegua dunque a quella che è una tendenza sempre più diffusa: l’idea è quella di adottare nuove strategie per ridurre l’afflusso turistico e permettere a queste bellissime mete di “respirare” un po’. Proprio come Venezia, che da quest’anno introdurrà un ticket per i visitatori, anche Plaza de España potrebbe ben presto diventare a numero chiuso. E sarà solo a beneficio di un luogo splendido che merita di essere preservato, cosa che ora purtroppo non sta accadendo – e il video del sindaco lo dimostra bene, facendo notare i danni che i turisti possono causare alla città.

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Un’incredibile scoperta sotto un nuovo hotel nel cuore della città

Un importante ritrovamento archeologico aggiunge un ulteriore e importante tassello alla conoscenza di un grandioso quadriportico della Roma antica, permettendo di ricostruire l’aspetto di un importante monumento come mai accaduto fino a ora. L’incredibile scoperta è avvenuta nel cuore storico della Capitale, durante i lavori di ristrutturazione di un immobile di pregio per la realizzazione di un hotel di lusso.

Scoperta parte della Porticus Minucia nel cuore di Roma

Una porzione della Porticus Minucia è emersa durante i lavori di ristrutturazione di Palazzo Lares Permarini, che sarà trasformato in un hotel a 5 stelle della linea Radisson Collection. L’edificio è situato  in Via delle Botteghe Oscure 46, nel centro storico della Capitale, dove c’era Campo Marzio, in un’area che va da Largo Argentina a Piazza Venezia.

L’importante scoperta archeologica getta nuova luce sul quadriportico costruito in epoca repubblicana da Minucio Rufo, che abbracciava l’area del Campus Martius, dove avvenivano le cosiddette frumentationes, ossia le distribuzioni gratuite di grano alla plebe. Per secoli questo è stato uno dei luoghi più cari alla popolazione romana.

Le strutture sono state ritrovate grazie alla stretta collaborazione tra Finint Investments, società di gestione del risparmio del Gruppo Banca Finint, e la Soprintendenza Speciale di Roma. I resti archeologici saranno visitabili al piano interrato dell’hotel, corredati da un video multimediale che propone la ricostruzione tridimensionale della Porticus Minucia.

La scoperta archeologica ha permesso di ricostruire l’aspetto della struttura in modo estremamente attendibile, come mai accaduto prima d’ora. La realizzazione di un modello tridimensionale del monumento ha consentito, inoltre, di individuare la sua esatta collocazione rispetto al tessuto urbano odierno.

La Porticus e i nuovi ritrovamenti

La struttura rinvenuta – due file di grandi blocchi in peperino di epoca imperiale venuti alla luce per la prima volta – segna con precisione il limite orientale della Porticus. Questo confine finora era conosciuto solo sommariamente grazie agli appunti presi da Guglielmo Gatti durante i lavori di costruzione del Palazzo nel 1938.

Di grande interesse sono soprattutto le decorazioni in alzato, mai rinvenute fino a ora: della Porticus erano infatti note solo le fondazioni e lacerti di pavimentazione emersi negli scavi del 1983 alla Crypta Balbi. Alcune ipotesi ricostruttive presentavano le facciate dell’edificio in mattoni mentre gli attuali ritrovamenti mostrano la tecnica decorativa delle pareti, nella parte inferiore realizzata con grandi lastre di marmo bianco al di sopra delle quali insistono frammenti marmorei più piccoli di riutilizzo, a scandire linee orizzontali.

Negli strati di crollo successivi, il rinvenimento di intonaco ha permesso inoltre di ipotizzarne anche il rivestimento della parte superiore. Lo scavo ha rivelato almeno due fasi costruttive dei livelli pavimentali collocati sotto al porticato, realizzati entrambi in scaglie di travertino di diversa fattura.

Lo scavo ha, infine, portato alla luce due altri piccoli ritrovamenti entrambi esterni alla Porticus: un lacerto di pavimento mosaicato, in tessere bianche e nere, databile al I secolo dopo Cristo, e un ambiente di servizio con pavimento in opus spicatum, databile alla tarda età imperiale, che probabilmente si appoggiava sul lato esterno della struttura quando questa era stata abbandonata. I ritrovamenti corrispondono alla parte dell’edificio di età imperiale così come rappresentato in un frammento della cosiddetta Forma Urbis, la pianta marmorea di Roma antica realizzata intorno al 209 dopo Cristo.

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Perché dovresti visitare El Raval, il quartiere più cool di Barcellona

Vivace, accogliente, all’avanguardia: Barcellona è una città dalle mille facce, in cui le epoche, l’arte e l’architettura si mescolano creando un luogo da sogno. Una metropoli, ma capace di regalare a chi la visita la sensazione di sentirsi a casa. Viva, in cui le strade sono affollate, in cui respirare l’anima della Spagna, ma anche scoprirne la storia.

Camminare per Barcellona è una continua scoperta, un viaggio meraviglioso tra palazzi sensazionali, architetture uniche al mondo e opere d’arte. Vale la pena visitarla più volte, per riuscire a carpine l’anima più vera. Quella che si cela non solo nei luoghi maggiormente noti, ma anche nei quartieri più interessanti. Come El Raval, il più cool di Barcellona, che va inserito nell’elenco delle tappe da non perdere in città e si trova nella zona nota come Ciutat Vella.

El Raval, la storia del quartiere più cool di Barcellona

La storia di El Raval è antica e si deve tornare alla metà del XIV secolo per trovarne l’origine, quando la peste nera decimava gli abitanti della città. Un luogo, che veniva anche chiamato Barrio Chino, che con il tempo è diventato sempre più popoloso e che ha iniziato a ospitare tantissime persone, tra cui immigrati. Un vero e proprio melting pot culturale, che per tanti anni è stato uno dei posti più malfamati di Barcellona.

Un luogo da cui girare alla larga, ma le cose sono cambiate quando ha preso il via la riqualificazione del quartiere, tra la fine del 1900 e i primi anni 2000. A pochi passa dalla Rambla, ora è un luogo vivace in cui si trovano negozi di ogni genere, locali e gallerie d’arte.

E da raggiungere per approfondire l’anima della città, per scoprirne l’essenza fatta di contrasti che a Barcellona convivono alla perfezione, regalando a chi la visita un’esperienza unica.

Il MCBA che si trova nel quartire El Raval a Barcellona

Fonte: iStock Photo – foto di Giuliano Benzin

Il MCBA nel quartire El Raval a Barcellona

Cosa vedere a El Raval

Per visitare il quartiere El Raval bisogna armarsi di scarpe comode e di tanta voglia di scoprire, perché ci sono tantissime cose da vedere in questo luogo. vale la pena “perdersi” lungo le sue strade, affollate di negozi di ogni genere, in cui convivono botteghe di ogni parte del mondo e negozi alla moda, ristoranti e locali.

Tra le tappe imperdibili vi è il Gat del Raval, realizzato da Botero che si incontra nella Rambla del Raval: è un perfetto esempio delle opere di questo celebre artista colombiano.

Vale la pena visitare il Mercat de la Boqueria: di grandi dimensioni, molto famoso, colorato e dove trovare tutto ciò che si desidera. È il posto giusto per una sosta gustosa, o per scoprire prodotti nuovi. Da non perdere anche la Carrer del Carme dove si trova anche la Biblioteca de Catalunya. Tra le tappe imperdibili vi è il Museo de Arte Contemporaneo de Barcellona, noto con la sigla Macba, che ospita opere databili nella seconda metà del XX secolo, l’edificio stesso vale la pena di essere visitato essendo stato realizzato dall’architetto Richard Meier. E poi da vedere vi è il Cccb, ovvero Centre de Cultura Contemporanea de Barcelona, dove vengono organizzate tantissime attività culturali.

Tra le mete più storiche va segnalato l’Hospital de la Santa Creu, riconducibile al XV secolo e bell’esempio di architettura gotica e al cui intero è ospitata, tra le altre cose, la Biblioteca de Catalunya, e la chiesa Sant Pau del Camp. E infine, ma non per importanza, Palau Güell realizzato da Antoni Gaudì.

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Tornano le Giornate dei castelli, palazzi e borghi medievali: date e info

Nel cuore della pianura lombarda, c’è un territorio ricco di testimonianze di un avvincente passato. Castelli, fortezze, torri d’avvistamento, mura e fossati sono giunti fino a noi per raccontarci la loro storia, che si snoda tra luoghi di cultura e di leggende, campi di battaglia, intrighi e aneddoti curiosi. Ce li fanno scoprire le Giornate dei castelli, palazzi e borghi medievali. Una immersione senza eguali in un’epoca lontana che ancora ci regala suggestioni incredibili, alla scoperta di bellezze storico-artistiche e di paesaggi che sapranno conquistare anche chi desidera rilassarsi in ambientazioni agresti, tra produzioni tipiche e tanta natura.

Giornate dei castelli, palazzi e borghi medievali

Da domenica 3 marzo ritorna la manifestazione che apre porte e portoni di 24 castelli e dimore, borghi fortificati e pievi medievali, sparsi nelle province di Bergamo, Brescia, Cremona e Milano. Giunta alla decima edizione, la Giornata dei castelli, palazzi e borghi medievali, promossa dall’associazione “Pianura da Scoprire”, propone visite guidate, rievocazioni storiche e tanti eventi, pronti ad accogliere anche quest’anno visitatori da ogni dove.

La ricchezza di strutture difensive della media pianura lombarda non deve sorprendere. Nel Medioevo, infatti, la costruzione di un sistema così vasto e diffuso di fortificazioni si rese necessaria per la difesa dei confini, oggetto di contesa in un primo momento tra il comune di Bergamo e i comuni di Cremona, Brescia e Milano, successivamente tra il Ducato di Milano e la Repubblica di Venezia, attorno a quello che passò alla storia come il “Fosso Bergamasco”, un confine che congiungeva i fiumi Adda, Serio e Oglio che ancora oggi disegnano orizzonti di una bellezza singolare.

Come ogni anno c’è solo l’imbarazzo della scelta: nelle quattro province possenti fortificazioni e fastose dimore, borghi antichi e conventi medievali costellano un paesaggio immerso in parchi verdi, distese campestri, fontanili e specchi d’acqua. Si potrà così conoscere e rivivere tradizioni antiche che si possono sentire ancora vibrare tra imponenti architetture e pareti affrescate, suggestive dimore di grandi condottieri, luoghi di solito non fruibili al pubblico, custodi di antiche leggende, come pure tanti piccoli scorci di borghi spesso ai margini dei circuiti turistici.

Giornate dei castelli lombardi 2024: date e info

Le giornate di aperture congiunte si terranno, a partire dal 3 marzo:

  • tutte le prime domeniche del mese, da marzo a giugno e da settembre a dicembre
  • nelle festività di Pasquetta, 25 aprile, 1 maggio, 1 novembre
  • in aggiunta, da quest’anno, ci sarà l’apertura serale nel primo sabato di luglio

I visitatori potranno organizzare in autonomia il proprio percorso, scegliendo una o più realtà da visitare, partecipando agli eventi proposti e prenotando una o più visite nell’arco della giornata. Tutte le informazioni saranno presto disponibili sulla pagina di Pianura da Scoprire, con indicazioni relative alle località che aderiscono, orari, costi, durata visite, nonché i recapiti cui rivolgersi per prenotare o chiedere informazioni.

In occasione del 10° anniversario della manifestazione, ci sarà, inoltre, un’importante novità: uno speciale passaporto con la possibilità di apporre un timbro per ogni castello o borgo visitato nell’arco dell’anno. Uno strumento in più che va ad arricchire l’offerta culturale e turistica del circuito, con riportate le immagini e le descrizioni delle 24 realtà che impreziosiscono la pianura lombarda.

I luoghi visitabili

Di seguito, i luoghi che si potranno visitare durante le “Giornate dei castelli, palazzi e borghi medievali”.

Castelli

  • Castello Oldofredi di Calcio (BG)
  • Castello Silvestri di Calcio (BG)
  • Castello di Cavernago (BG)
  • Castello di Malpaga – frazione di Cavernago (BG)
  • Castello di Padernello – frazione di Borgo San Giacomo (BS)
  • Castello visconteo di Pagazzano (BG)
  • Castello visconteo di Pandino (CR)
  • Castello Barbò di Pumenengo (BG)
  • Rocca viscontea di Romano di Lombardia (BG)
  • Castello Colleoni di Solza (BG)
  • Castello visconteo di Trezzo sull’Adda (MI)
  • Rocca Albani di Urgnano (BG)

Palazzi

  • Palazzo Visconti di Brignano Gera d’Adda (BG)
  • Palazzo Zurla de Poli di Crema (CR)
  • Palazzo Oldofredi Tadini Botti di Torre Pallavicina (BG)

Borghi medievali

  • Borgo di Borgo San Giacomo (BS)
  • Muri dipinti di Calcio (BG)
  • Borgo di Cologno al Serio (BG)
  • Borgo di Covo (BG)
  • Centro storico di Crema (CR)
  • Borgo di Martinengo (BG)
  • Borgo di Orzivecchi (BS)
  • Borgo di Rivolta d’Adda (CR)
  • Museo storico Verticale di Treviglio (BG)