Situato nel cuore della Patagonia meridionale, il Monte Fitz Roy, noto anche con il nome originale di Cerro Chaltén, si erge come una delle vette più affascinanti e iconiche del Sud America. Questa montagna, famosa per il suo profilo inconfondibile e le variazioni cromatiche che assume nel corso della giornata, rappresenta una tappa irrinunciabile per chiunque desideri esplorare le meraviglie naturali della regione andina. Incastonata tra i parchi nazionali Los Glaciares in Argentina – dichiarato Patrimonio dell’Umanità dall’UNESCO nel 1981 – e Bernardo O’Higgins in Cile, questa cima leggendaria – che si dice abbia ispirato Antoine de Saint-Exupéry per illustrare Il Piccolo Principe – unisce spettacolarità geologica, significati culturali profondi e sfide alpinistiche di alto livello.
Geografia e posizione strategica
Il Fitz Roy si trova lungo il confine tra Argentina e Cile, raggiungendo un’altitudine di 3.405 metri. La montagna domina il massiccio che porta il suo nome, condividendo l’area con altre cime spettacolari come il Cerro Torre. Da un lato, si affaccia sul Campo de Hielo Sur – Ghiacciaio Patagonico Meridionale con i suoi 47 ghiacciai e tanti laghi color smeraldo punteggiati di iceberg – dall’altro si apre sulle pampas argentine, spoglie e battute dal vento.
Il punto di partenza: El Chaltén
La base ideale per chi desidera avvicinarsi al Fitz Roy è il villaggio di El Chaltén. Questo piccolo centro abitato, situato all’interno del Parco Nazionale Los Glaciares, è facilmente raggiungibile percorrendo la Ruta 40 e poi la Strada Provinciale 23. Già lungo il tragitto è possibile scorgere la silhouette inconfondibile della montagna, che si staglia all’orizzonte tra le vette delle Ande.

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Un nome, molteplici significati
Il Fitz Roy non è solo una meraviglia naturale, ma anche un simbolo culturale. Il nome originario “Chaltén” deriva dalla lingua degli Aonikenk, o Tehuelche, le popolazioni indigene della regione. Secondo alcune interpretazioni, il termine indica “montagna blu“; secondo altre, si traduce in “montagna che fuma“, in riferimento alle nuvole che spesso avvolgono la cima e che indussero in passato a credere si trattasse di un vulcano.
Un’identità contesa
Nel 1877, il geografo argentino Francisco Moreno ribattezzò la montagna in onore di Robert Fitz Roy, il capitano britannico che l’aveva avvistata durante una spedizione nel 1834. Recentemente, sono emerse proposte di legge per ripristinare il nome originale, in linea con il riconoscimento dei diritti culturali delle popolazioni native previsto dalla Costituzione argentina.
Significato spirituale e mitologico
Per gli Aonikenk, il Chaltén aveva un valore sacro. Secondo la mitologia locale, il semidio Elal fu trasportato sulla cima della montagna da un cigno prima di discendere tra gli uomini per insegnare loro l’arte della sopravvivenza. Questo racconto riflette la profonda connessione spirituale tra la montagna e le popolazioni indigene. Oltre al mito di Elal, la cima era considerata una sorta di portale simbolico tra il mondo terreno e quello degli spiriti. Molti rituali venivano eseguiti nelle sue vicinanze e la montagna veniva osservata per trarne presagi legati al clima, alla caccia o alla prosperità del villaggio.
L’esplorazione occidentale e l’importanza geopolitica
La prima documentazione europea risale al XVIII secolo, grazie alla spedizione spagnola di Francisco de Biedma y Narváez. In seguito, esploratori britannici e argentini contribuirono alla mappatura e alla definizione del confine tra Argentina e Cile. Solo negli anni ’30 del Novecento, con le spedizioni del missionario italiano Alberto Maria De Agostini, si iniziarono a esplorare sistematicamente le valli del massiccio.
L’alpinismo internazionale e i sentieri per tutti
L’ascesa al Fitz Roy è considerata una delle più difficili al mondo. Le pareti verticali in granito, l’imprevedibilità del meteo e i forti venti rendono la scalata una vera e propria impresa. La prima ascensione fu compiuta nel 1952 dai francesi Lionel Terray e Guido Magnone. Da allora, diverse vie sono state aperte, attirando scalatori esperti da tutto il mondo.

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Percorsi escursionistici per tutti i livelli
Non solo per alpinisti esperti: il Parco Nazionale Los Glaciares offre numerose escursioni accessibili anche a escursionisti non professionisti. I sentieri sono ben segnalati e attraversano paesaggi di straordinaria bellezza, offrendo viste sul Fitz Roy e sul ghiacciaio Viedma. Anche chi non ha esperienza può immergersi nell’ambiente naturale, osservare la fauna locale e provare l’emozione di camminare ai piedi di una delle montagne più iconiche del mondo.
Sentieri brevi e panoramici: Chorrillo del Salto a soli 4 km da El Chaltén, questa cascata è raggiungibile in meno di un’ora a piedi o in bicicletta; Laguna Capri un itinerario di mezza giornata che offre spettacolari vedute del Fitz Roy. Escursioni giornaliere impegnative: Laguna Torre circa 8 ore tra andata e ritorno, con la possibilità di campeggio presso il campo De Agostini; Lago de los Tres uno dei percorsi più iconici che richiede circa 9 ore e regala viste mozzafiato sul Fitz Roy e sulle cime circostanti. Percorso con guida obbligatoria: Ghiacciaio Torre, questo percorso prevede l’uso di ramponi e imbracature per l’esplorazione del ghiaccio.
Condizioni climatiche e consigli pratici
Chiunque si avventuri nella regione del Fitz Roy deve essere pronto ad affrontare condizioni meteorologiche estremamente mutevoli. In un solo giorno è possibile passare dal sole intenso alla neve, con forti raffiche di vento che possono rendere pericolosi anche i tratti più semplici. È importante pianificare attentamente ogni escursione, controllare costantemente le previsioni meteorologiche e lasciare detto a qualcuno l’itinerario previsto. I mesi da ottobre ad aprile offrono le condizioni migliori per il trekking, ma anche in questo periodo non bisogna mai sottovalutare la forza della natura.
Il periodo ideale va quindi da ottobre ad aprile, con l’estate australe (dicembre-febbraio) che offre giornate più lunghe e temperature più miti. Marzo e aprile sono perfetti per chi desidera godere dei colori autunnali. Si raccomandano scarponi da trekking, abbigliamento tecnico a strati, impermeabili, guanti, protezione solare e occhiali da sole. L’acqua potabile è disponibile in diversi punti lungo i sentieri.
Un’esperienza unica nel cuore della Patagonia
Il Monte Fitz Roy, in Patagonia, è più di una semplice cima da ammirare: è un simbolo di avventura, spiritualità e resistenza. Ogni sua sfumatura, ogni nuvola che lo accarezza, ogni luce che lo tinge di rosa o oro al tramonto, contribuisce a renderlo uno dei luoghi più magici e indimenticabili dell’intero emisfero australe. Vivere il Fitz Roy significa entrare in contatto diretto con una natura incontaminata e potente, che impone rispetto e regala emozioni autentiche. È un’esperienza trasformativa, che lascia un segno indelebile in chi ha il privilegio di camminare ai suoi piedi.
Dall’arrivo a El Chaltén, all’alba che colora la cima del Fitz Roy di sfumature infuocate, ogni momento vissuto in questa parte di mondo è un invito alla riflessione, alla meraviglia e alla riconnessione con sé stessi e con la terra. Non è solo un viaggio geografico, ma un percorso interiore che arricchisce e ispira.