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Valle del Chiese: cosa visitare in questo angolo di Trentino

Una vacanza rilassante trai monti del Trentino? La località ideale è la Valle del Chiese, una perla incastonata nella Valle delle Giudicarie, attraversata dal corso del Fiume Chiese, al confine con la Lombardia.

Tra laghi, tipici borghi alpini, immense foreste, antichi alpeggi, vette imponenti, ghiacciai, torrenti e sentieri da trekking, c’è soltanto l’imbarazzo della scelta: ecco le tappe da non perdere.

I borghi, 14 gemme da scoprire

Sono ben 14 i borghi che adornano la Valle del Chiese, piccoli scrigni di bellezza ognuno con le sue peculiarità.

E così conosciamo Bondo, ospitale e tranquillo, custode del Cimitero Monumentale Austro-Ungarico e del Museo della Civiltà Contadina, Lardaro, dove svettano ancora oggi le due magnifiche fortificazioni Forte Corno e Forte Larino, il vivace abitato di Roncone con lo splendido laghetto a pochi passi dal centro, Praso, cuore medievale dalle poche casette in pietra, Pieve di Bono con il Castel Romano da cui godere di un panorama incredibile e la Pieve di Santa Giustina.

Poi, ecco Bersone che ospita il Museo della Grande Guerra, Prezzo, eccellente punto di partenza per rigeneranti escursioni nella natura, l’antico Daone non lontano da fragorose cascate tra le rocce, Brione, uno dei più alti della Valle, Condino, scrigno d’arte con la Pieve di Santa Maria Assunta, Castel Condino, laddove la storia incontra la natura, Cimego, dove il tempo si è fermato al Medioevo, Bondone, nei pressi del Lago d’Idro con il magnifico Castel San Giovanni, e Storo, in cui la gastronomia tipica è sopraffina.

Il Sentiero Etnografico del Rio Caino

Terra di percorsi affascinanti ed eccezionale eden per gli escursionisti, i trekker e gli amanti della vita e degli sport all’aria aperta, la Valle del Chiese ha uno dei suoi fiori all’occhiello nel Sentiero Etnografico del Rio Caino di Cimego, un suggestivo museo a cielo aperto di circa quattro chilometri che consente di ripercorrere, in un paesaggio emozionante, la tradizione rurale, i mestieri ormai scomparsi e la storia delle genti che hanno abitato la Valle nei secoli.

Catturano lo sguardo gli antichi opifici, le rarità botaniche, gli scorci invidiabili sul Lago d’Idro e le montagne del bresciano, e le trincee, i camminamenti e i manufatti militari della Prima Guerra Mondiale.

Il Parco Naturale Adamello Brenta

Siamo in una cornice in cui la natura incontaminata è la vera protagonista e non può certo mancare una visita al Parco Naturale Adamello Brenta, tra le Dolomiti del Brenta e l’Adamello, il più grande di tutta la regione dove dedicarsi a spettacolari e facili passeggiate oppure a escursioni più impegnative.

Il paesaggio è variegato, indimenticabile, con la flora e la fauna che sono tra le più ricche di tutte le Alpi: non è difficile scorgere gli stambecchi, gli orsi bruni, e numerose specie di piante e fiori particolari.

Non mancano le Case del Parco per approfondire tematiche specifiche con percorsi dedicati alla natura e alla storia del territorio e delle sue genti.

Il Lago d’Idro

Incantevole specchio lacustre formato dalle acque limpide e trasparenti del Chiese, il Lago d’Idro è un’altra meta da non lasciarsi sfuggire, balneabile e dalla temperatura ottimale per rinfrescanti nuotate fino a settembre inoltrato.

Le sue sponde sono un must per i surfisti, i velisti e i canoisti ma anche per le famiglie grazie ai campeggi e alle spiagge adatte anche ai più piccoli.

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Volto Santo a Lucca: emergono importanti novità

Emergono importanti novità dalle attività di studio e restauro del Volto Santo a Lucca, il grande crocifisso ligneo della Cattedrale di San Martino, promosse dall’Ente Cattedrale grazie a un accordo con la Soprintendenza Archeologia, Belle Arti e Paesaggio per le province di Lucca e Massa Carrara e l’Opificio delle Pietre Dure, e al contributo della Fondazione Cassa di Risparmio di Lucca.

Infatti, da dicembre 2022, la scultura si trova all’interno dell’apposita area cantiere predisposta nella Cattedrale ed è oggetto di attente indagini scientifiche volte ad approfondirne gli aspetti tecnici e materiali e sottoposta alle prime operazioni necessarie per mettere in sicurezza la pellicola pittorica, grazie a un gruppo di lavoro multidisciplinare che comprende storici dell’arte, esperti scientifici e restauratori specializzati.

Ed è proprio nel corso di queste indagini (che vanno a integrare quelle compiute a più riprese tra il 2012 e il 2021) che sono venuti alla luce importanti e nuovi dati, sia relativi al Volto Santo che al tempietto che abitualmente lo custodisce.

La datazione della croce

Finora rimasta ai margini dell’attenzione, la croce del Volto Santo è stata presa in considerazione e ha riservato interessanti sorprese.

La prima riguarda la datazione: le indagini al Carbonio 14 hanno messo in mostra come sia molto più antica di quanto si pensasse, di origine altomedievale. E ne certificano l’antichità anche diversi strati di colore che la rivestono al di sotto della tardiva tinteggiatura scura attuale.

Inoltre, è realizzata con due tipi di legno differenti: castagno per l’asse verticale e cedro per il braccio orizzontale.
Mentre il castagno è una pianta di ampia diffusione europea, il cedro venne trapiantato in Europa, dal Medio Oriente, solo nel XVI secolo: si tratta, quindi, di un reperto di importazione.

Antichi restauri, decorazioni e strati pittorici sul Volto Santo

Ulteriori importanti informazioni sono emerse anche sulla tecnica di realizzazione del Volto Santo: al corpo, ricavato da un unico grande tronco di noce interamente scavato all’interno dalla testa ai piedi, sono innestate le braccia tramite un sistema di giunti (tenoni) che si inseriscono in appositi alloggi (mortasa). La giuntura delle braccia è rafforzata da una fascia di tessuto mentre l’unione del crocifisso alla croce è garantita da 6 perni.

L’antichità del Cristo ligneo (VIII-IX secolo) è confermata da nuove analisi al C14 effettuate sulla fascia di tessuto all’altezza della giuntura del braccio sinistro con il torso del Crocifisso.

Le indagini hanno poi portato alla luce due interventi di restauro, finora sconosciuti: un rifacimento in antico di parte della punta di entrambi i piedi (forse consumati dalla devozione dei fedeli) e un
più recente rifacimento di pollice e indice della mano sinistra del Cristo.

Nel corso della sua millenaria esistenza, Il Volto Santo di Lucca è stato ridipinto più volte, celando la sua colorazione originaria: per la comprensione di tale aspetto, un supporto essenziale arriva dalle analisi chimiche in corso, che caratterizzano gli strati pittorici nei loro materiali compositivi, comprensivi dei supporti preparatori, pigmenti cromatici e leganti: esse hanno già rilevato i vari pigmenti impiegati, tra cui spiccano i lapislazzuli utilizzati dal primo strato che conferivano una colorazione blu alla veste.

Le scoperte sul tempietto

Durante le operazioni preliminari per lo spostamento del Volto Santo, la rimozione del fondale di legno rivestito di stoffa che gli faceva da sfondo nel tempietto del Civitali, ha consentito di osservare  la parete retrostante, costituita da una struttura muraria a conci lapidei, ben diversa dalle pareti marmoree del Civitali.

Sulla parete di sfondo al Volto Santo è emersa una pittura murale frammentaria, con un partito decorativo aniconico a losanghe, girali vegetali e ruote che fiancheggiano una croce color ocra: si tratta di un assetto finora sconosciuto e inaspettato del tempietto e dell’allestimento del Volto Santo, che per caratteristiche formali e materiali pare precedente il sacello di Matteo Civitali edificato tra il 1482 e il 1484.

Le indagini in corso, sia sulla muratura che sulle fondamenta, sono finalizzate a chiarirne caratteristiche e datazione.

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Spiaggia del Frate, incanto del Conero

La Riviera del Conero, un’autentica perla dell’Adriatico, rappresenta uno dei tesori più preziosi della costa marchigiana, più precisamente nella provincia di Ancona. Quest’angolo di paradiso, con i suoi panorami suggestivi e l’atmosfera dal fascino unico, attira ogni anno numerosi turisti ed è una delle destinazioni più amate e apprezzate del nostro Paese.

Tra le splendide spiagge che punteggiano la costa, spicca una piccola caletta bianca, conosciuta anche come Sottosanta, che si distingue per la sua bellezza incontaminata: la Spiaggia del Frate.

L’arenile candido, lambito dalle acque cristalline dell’Adriatico, offre uno spettacolo naturale di rara bellezza, capace di incantare e regalare momenti indimenticabili a chiunque abbia la fortuna di visitarla.

La Spiaggia del Frate: bellezza incontaminata della Riviera

Situata a Numana, lungo la splendida Riviera del Conero, la spiaggia è un vero angolo di paradiso, nascosto tra le bianche scogliere di roccia calcarea che si tuffano nel mare, tra la rigogliosa vegetazione tipica del luogo.

La sua denominazione prende spunto da un antico convento di frati minori che si ergeva sulla cima della città nel XIII secolo. Tuttavia, per gli abitanti locali, è conosciuta con un altro nome:”Sottosanta“. Questa designazione deriva dalla sua posizione geografica, proprio sotto il camposanto, dove nel 1800 furono sepolti tutti coloro che persero la vita a causa del colera.

Caratterizzata da piccoli sassolini bianchi, la spiaggia è famosa per le sue acque azzurre e limpide che invitano irresistibilmente a tuffarsi, ammirando l’ambiente incontaminato e la bellezza mozzafiato del paesaggio circostante. Inoltre, si caratterizza per la presenza di una maestosa roccia bianca, famosa come “Sasso del Bo“.

Inoltre, grazie alla presenza della scogliera, le acque rimangono sempre calme e placide, creando l’effetto di una piscina naturale. Questo la rende un luogo ideale per gli amanti delle calette tranquille e appartate, mentre la ricca biodiversità dei suoi fondali marini è perfetta per coloro che desiderano praticare snorkeling.

Alla scoperta di Numana

Numana è molto più di una semplice destinazione balneare. Situato nel cuore delle Marche, in provincia di Ancona, questo antico borgo di pescatori offre un affascinante panorama sul mare Adriatico.

Le sue origini risalgono al VI secolo e sin dalle prime popolazioni picene, è stato testimone di incredibili abilità artistiche e artigianali. Ancora oggi, Numana conserva le tracce di questa civiltà millenaria.

Ti consigliamo di esplorare questa destinazione a piedi, per immergerti completamente nella sua atmosfera accogliente. Le strade sono un tripudio di colori, con casette e marciapiedi fioriti, che si fondono in un’armoniosa tavolozza visiva. Potrai passeggiare tra i negozietti caratteristici, mentre i profumi delicati dei ristoranti locali ti invitano a scoprire i sapori autentici della regione.

La piazza principale è il cuore pulsante di Numana: qui, il Palazzo Comunale e il Santuario creano un’armonia architettonica davvero suggestiva. Continuando lungo Via Roma e poi su Via della Torre, si arriva a un punto panoramico in cui si trova la statua in bronzo del Pescatore, un’opera dell’artista Johannes Genemans, che accoglie i visitatori con un silenzioso omaggio agli uomini di mare. Un autentico tributo ai valori e allo spirito impavido dei pescatori della regione, che incarna il simbolo tangibile della profonda connessione tra la città e il suo patrimonio marittimo.

Numana Marche

Fonte: iStock

Sasso del Bo Spiaggia del Frate, Numana, Marche
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La chiesa di legno che sembra uscita da una fiaba

La Norvegia, situata nel cuore dell’Europa settentrionale, è famosa per le sue bellezze naturali mozzafiato, dai fiordi spettacolari alle montagne imponenti, fino alle sue foreste lussureggianti. Oggi ci addentreremo nella città di Notodden, situata nella contea di Vestfold og Telemark, un vero gioiello che arricchisce il paesaggio norvegese.

La città è famosa per la sua storia industriale e, attualmente, è riconosciuta come Patrimonio Mondiale dell’UNESCO. Una delle sue attrazioni più affascinanti è la Heddal Stave Church, una chiesa di legno storica e maestosa, la più grande rimasta in Norvegia.

La grandiosa imponenza si erge sulla campagna, evocando immagini di tempi antichi e storie epiche. Un’opera d’arte che resiste al passare del tempo, in cui ogni intaglio narra una storia, trasportando chi l’ammira in un tempo di guerrieri, esploratori e artigiani. Non sorprende che sia considerata uno dei tesori più preziosi della Norvegia.

Heddal Stave Church: il tesoro antico della Norvegia

Heddal Stave Church in Norvegia

Fonte: iStock

Heddal Stave Church, Notodden, Norvegia

Nascosta tra le bellezze naturali del luogo, la Heddal Stave Church emerge come un gioiello architettonico, incantando i visitatori con il suo fascino artigianale e la sua ricca storia. Costruita intorno al 1250, rappresenta non solo una testimonianza del passato, ma anche un pilastro centrale della comunità.

Situata lungo il percorso del Parco Nazionale, cattura l’attenzione dei turisti con il suo aspetto austero e la struttura singolare, invitandoli a esplorare gli interni decorati e scoprirne l’affascinante storia.

Questo straordinario edificio è caratterizzato da tre torri distintive e una galleria esterna che circonda l’intero edificio. Ogni dettaglio della chiesa riflette un alto livello di maestria artigianale, dalla complessità del design alle intricate decorazioni in legno.

Questa chiesa è la più grande delle 28 chiese di legno ancora conservate in Norvegia. Tra queste, vi suggeriamo di visitare anche la Chiesa di Urnes, una testimonianza straordinaria di un’antica tradizione architettonica, risalente al periodo medievale.

Nonostante la sua antichità, la Heddal Stave Church è, ancora oggi, un luogo di culto attivo, che svolge un ruolo vitale tra gli abitanti del posto, creando un legame solido tra le nuove generazioni e le radici del territorio.

Alla scoperta di Notodden

Notodden, un comune affascinante nella contea di Vestfold og Telemark, è una destinazione ricca di sorprese. Questa città industriale si è sviluppata all’inizio del XX secolo ed è situata sulle rive del Lago Heddalsvannet, alla fine del Canale di Telemark.

Tra le attrazioni più interessanti, ti suggeriamo di esplorare la meravigliosa Cascata Tinnfossen, un luogo perfetto per fare una passeggiata rilassante. L’acqua che scorre crea uno spettacolo mozzafiato, specialmente dopo un’abbondante pioggia.

Inoltre, questa località è un vero paradiso per gli sportivi. Le sue numerose piste ciclabili e i sentieri escursionistici permettono di scoprire la meravigliosa campagna norvegese. I percorsi variano dai più semplici ai più impegnativi e si snodano tra foreste lussureggianti, lungo le rive dei laghi e fino alle spettacolari vette delle montagne circostanti.

In particolare, non perdetevi il Sentiero Blu, che segue il corso del fiume Tinnelva, e il sentiero panoramico di Heddal, che offre una vista fantastica proprio sulla Heddal Stave Church.

Notodden in Norvegia

Fonte: iStock

Vista panoramica di Notodden, Norvegia
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A Gerusalemme apre il ponte sospeso sui luoghi sacri

A Gerusalemme è stato inaugurato il ponte sospeso più lungo di Israele. Ed è uno spettacolo. Il ponte collega il Monte Sion con la valle di Hinnom a Sud, rendendo così i luoghi sacri del Monte Sion, forse il primo nucleo di quella che sarebbe diventata poi Gerusalemme, e la Città Vecchia, Patrimonio Unesco, più accessibili a piedi.

Una vista impareggiabile sulla città santa

Il nuovo ponte lungo 202 metri offre un’esperienza incredibile ai turisti che visitano Gerusalemme, con una vista spettacolare su diversi luoghi iconici della città santa.

“A beneficio dei cittadini israeliani e dei visitatori dall’estero, abbiamo costruito questo ponte, con una vista spettacolare, al fine di migliorare l’esperienza turistica nella zona”, ha spiegato il ministro del Turismo israeliano Haim Katz.

Le attrazioni turistiche sul lato del ponte del Monte Sion includono la Tomba del Re David, la Sala dell’Ultima Cena, la Camera della Shoah e l’Abbazia della Dormizione. I visitatori possono proseguire nella Città Vecchia attraversando la Porta di Sion.

La Città Vecchia comprende alcuni tra i siti più sacri alle tre religioni monoteiste: il Monte del Tempio e il Muro Occidentale per gli ebrei, la Basilica del Santo Sepolcro per i cristiani, la Cupola della Roccia e la Moschea al-Aqsa per i musulmani.

I luoghi più iconici di Gerusalemme

Per i cristiani, il Monte Sion era il luogo privilegiato delle loro riunioni a Gerusalemme. Per gli ebrei, è considerato la dimora terrestre di Dio. Questo luogo è quindi di un’importanza unica.

Secondo la leggenda, il sultano ottomano Solimano il Magnifico intendeva includere il Monte Sion all’interno delle mura della Città Vecchia di Gerusalemme, ma i suoi ingegneri lo lasciarono erroneamente fuori. Le mura furono completate nel 1541. La valle di Hinnom sotto il ponte era una terra di nessuno tra il 1949 e il 1967, quando la Giordania occupò i quartieri orientali di Gerusalemme. La valle oggi offre numerosi sentieri escursionistici.

Un’esperienza imperdibile

L’estremità meridionale del nuovo ponte si trova vicino alla fattoria agricola di Gai Ben Hinnom, nota per le sue antiche attività agricole, tra cui la raccolta delle olive, la vinificazione e la produzione di miele. Le attrazioni turistiche nelle vicinanze includono il Parco Nazionale della Città di David, la Sultan’s Pool e il complesso di negozi e ristoranti della First Station.

Il ponte è aperto tutti i giorni dalle 6 alle 23 ed è raggiungibile solo a piedi. I bambini fino a 14 anni devono essere accompagnati da un adulto. Il prestigioso progetto, costato 5,4 milioni di dollari, è stato finanziato dal ministero della Tradizione di Gerusalemme e Israele, dal ministero del Turismo e dal Comune di Gerusalemme in collaborazione con la Jerusalem Development Authority e la Moriah Company.

“Il ponte sospeso è un’aggiunta al turismo in città”, ha detto il Sindaco di Gerusalemme Moshe Leon. “Gerusalemme, in quanto città leader in Israele, aggiorna regolarmente i suoi siti turistici e investe milioni nello sviluppo del turismo interno ed esterno della città. Invito tutti a venire a visitare Gerusalemme”.

Il progetto della funivia

Con l’inaugurazione del ponte sospeso è stato accantonato il progetto turistico (molto discusso) della funivia, che avrebbe dovuto sorvolare Gerusalemme. L’iniziativa già approvata dall’amministrazione comunale qualche anno fa per costruire una linea aerea lunga di 1,4 chilometri sopra la città, che avrebbe dovuto collegare la Prima Stazione alla Città Vecchia, infatti, ha sollevato non poche obiezioni sull’efficacia dei costi e anche sulle questioni ambientali.

La funivia raggiungerebbe la Porta del Letame, dalla quale i turisti entrerebbero nella Città Vecchia direttamente nella piazza del Muro Occidentale. Ma sarebbe anche un mezzo di trasporto per i cittadini per spostarsi in città oltre che una vera e propria attrazione per chi visita Gerusalemme, trasportando tremila passeggeri all’ora.

Molti hanno criticato il progetto in quanto sarebbe tutt’altro che adatto a una città che vanta tremila anni di storia. Il ponte sospeso è sicuramente molto più sostenibile e meno impattante sulla città, motivo per cui è stato realizzato prima. E tutti ne possono godere.

Gerusalemme

Fonte: iStock, Ph. Richmatts

Gerusalemme, la città santa
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La chiesa da cartolina che devi visitare almeno una volta nella vita

Immersa nella natura, con una vista spettacolare e una storia antica: c’è una chiesa da cartolina che vale la pena visitare almeno una volta nella vita. Cosa occorre per farlo? Aver voglia di camminare innanzitutto, perché l’edificio religioso si trova sulla cima di una montagna. E poi ci si deve trovare in Georgia, perché la chiesa della Trinità di Gergeti si trova nella municipalità di Khevi, nella parte nord-occidentale del paese.

Realizzata in tempi antichi, la si può raggiungere a piedi, facendo un percorso in salita che porta fino all’edificio religioso. Oppure, a quanto pare, è possibile raggiungerla con mezzi 4X4, un’opzione adatta a chi ha difficoltà nell’affrontare il percorso.

Vista spettacolare e storia: la chiesa da cartolina da vistare

La chiesa della Trinità di Gergeti è ortodossa e si trova a un’altitudine di circa 2170 metri. Da lì si può godere di una vista spettacolare: un panorama che si estende sulle montagne circostanti, compreso il monte Kazbek che supera i cinquemila metri di altitudine, fa parte della Catena del Caucaso e si trova al confine tra Georgia e Russia. Un’ambientazione da cartolina, difficile da dimenticare e che vale la pena visitare almeno una volta nella vita.

Inoltre, si tratta di una struttura importante dal punto di vista storico, basti infatti pensare che la sua realizzazione può essere ricondotta al XIV secolo. È dotata di un campanile risalente al medesimo periodo storico e ha una struttura a croce inscritta.

Un luogo di culto ancora attivo e posto in una posizione spettacolare, con la vista che spazia sul mondo circostante e che regala ai visitatori la sensazione – unica – di essere dentro a un sogno bellissimo. Ma anche uno spazio che nel corso del tempo ha custodito importanti reliquie: a quanto pare per un periodo anche la croce di Santa Nino, uno dei simboli più importanti della chiesa ortodossa georgiana.

Arrivati in cima, lo sforzo verrà ripagato dallo spettacolare paesaggio e dalla bellezza di questo edificio del passato, in cui è possibile respirare la storia.

Cosa vedere nei pressi della chiesa della Trinità di Gergeti

Per raggiungere la chiesa della Trinità di Gergeti si può partire da Kazbegi, cittadina di montagna nota anche con il nome di Stepantsminda, che si trova nella regione del Mtskheta-Mtianeti. Un luogo davvero affascinante in cui vale la pena trascorrere qualche giorno, non solo per raggiungere la chiesa da cartolina, ma anche perché nella zona ci sono interessanti passeggiate da scoprire se si è amanti del trekking.

Ad esempio si può raggiungere il ghiacciaio del Gergeti, oppure si possono scegliere camminate più semplici e adatte a tutti. Nella zona si trovano cascate, scorci spettacolari e tour per ogni tipologia di viaggiatore. La natura di questi luoghi è favolosa e basta guardarsi attorno per rimanere affascinanti dalle montagne e dalle sue valli.

Se si pianifica un viaggio in Georgia senza dubbio questa zona è da inserire nelle mete da visitare, così come lo è la capitale Tbilisi, che non è così distante da Kazbegi e dalla chiesa della Trinità di Gergeti, oppure altri luoghi da sogno che si trovano in questo paese a cavallo tra Europa e Asia.

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L’incredibile chiesetta scavata nella roccia, a due passi dal mare

Di chiese rupestri ce ne sono tante in giro per il mondo, ma quella che si trova in Calabria è davvero unica. Forse è il suo panorama meraviglioso, soprattutto quando il sole rosso al tramonto si incunea tra le sue rocce illuminandola come un fuoco ardente. Forse è la leggenda che da secoli la circonda con un’aura di mistero. Fatto sta che la chiesetta di Piedigrotta è veramente magica, e tanti turisti ne sono rimasti incantati. Scopriamo la sua incredibile storia.

La chiesetta di Piedigrotta, tra leggenda e storia

Questa incantevole chiesetta scavata nella roccia si trova in Calabria, a due passi dal grazioso borgo di Pizzo Calabro, uno dei più belli situati lungo la Costa degli Dei. Secondo la leggenda, sarebbe nata per mano di una manciata di marinai devoti alla Madonna di Piedigrotta. Verso la fine del ‘600, una nave proveniente da Napoli si trovò nel bel mezzo di una violenta tempesta, proprio nei prezzi delle coste calabresi. Gli uomini a bordo, che custodivano gelosamente un quadro con su ritratta la Madonna, chiesero a lei la grazia di poter toccare nuovamente terra, promettendo di erigere una chiesa proprio nel punto in cui sarebbero approdati.

La nave naufragò a poca distanza da Pizzo Calabro, e qui i marinai costruirono un luogo di culto scavando nella viva roccia, e al suo interno sistemarono il quadro della Madonna di Piedigrotta che si salvò miracolosamente, assieme alla campana del veliero. Nel corso dei secoli, diverse mareggiate invasero la chiesetta, portando via il quadro con la furia delle loro acque, ma quest’ultimo venne sempre ritrovato esattamente nel punto in cui la nave si schiantò contro gli scogli. Naturalmente, di questa storia non c’è testimonianza scritta, ma è sicuramente molto affascinante.

Quello che sappiamo per certo è che verso la fine dell’800, l’artista Angelo Barone decise di dedicare la sua vita a restaurare la chiesetta, ampliandola e creando splendide sculture da blocchi di tufo. Il suo lavoro venne poi completato dal figlio Alfonso, che realizzò altre meravigliose opere d’arte. Purtroppo, negli anni ’60 alcuni vandali distrussero gran parte della chiesa e delle sue statue. Per questo il figlio di Alfonso, da tempo in Canada, tornò a casa con il suo bagaglio di gran scultore e diede nuova vita a questo luogo spettacolare. Oggi la chiesetta di Piedigrotta è un vero e proprio museo, mentre il 2 luglio vi si celebra messa in occasione della Madonna delle Grazie.

Le opere d’arte custodite nella chiesetta

Visitare la chiesetta di Piedigrotta è davvero un’esperienza meravigliosa. Quali sono le sue opere più belle? Sulla facciata, che è estremamente semplice, spiccano una croce in ferro e la statua della Madonna con il Bambino Gesù, a protezione dei marinai e dei pescatori. All’ingresso, dopo aver superato il portale con quattro angeli che reggono le acquasantiere, si aprono tre grotte, ciascuna delle quali ospita delle sculture che raccontano scene delle Sacre Scritture. Uno dei luoghi più affascinanti è la cappella della Madonna di Pompei, sul cui altare c’è un bellissimo bassorilievo.

Un’altra opera meravigliosa è il grande presepe che raffigura sia la classica natività (Gesù tra le braccia di Maria, San Giuseppe, i pastori, il bue e l’asinello) che sullo sfondo un paesaggio arabo con i Re Magi a dorso di cammello. In un’altra grotta ancora è possibile veder raffigurata nel tufo la parabola della moltiplicazione dei pani e dei pesci di Gesù. Mentre poco lontano c’è una statua in gesso della Madonna di Lourdes con la piccola Bernadette e San Giorgio, protettore di Pizzo, nell’atto di trafiggere il drago. Tanta bellezza non passa inosservata: la chiesetta di Piedigrotta è il monumento più visitato della Calabria dopo i Bronzi di Riace.

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La città delle chiese dipinte è un tripudio di meraviglia e colori

Immagina una città dove il tempo sembra essersi fermato, dove la storia e le antiche tradizioni risuonano in ogni angolo, trasportandoti in un luogo magico e affascinante.

Benvenuti a Suceava, una città incantevole incastonata nel cuore della regione storica della Bucovina, nel nord-est della Romania. Con il suo passato glorioso come capitale della Moldavia, è un tesoro nascosto di storia e cultura che attende solo di essere scoperto.

La città, arroccata sulla riva dell’omonimo fiume, sembra uscita dalle pagine di un libro di fiabe, con le sue chiese e i suoi monasteri che vantano un’architettura bizantina unica nel suo genere.

Suceava è un luogo straordinario dove passato e presente si fondono in un’armonia senza tempo. Con i suoi affascinanti siti storici e la vivace cultura contemporanea, offre un’esperienza unica che ti invoglia a immergerti nel suo prezioso patrimonio e a diventare parte di una storia straordinaria.

Suceava: un incanto senza tempo

I monasteri dipinti della Romania

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Vista panoramica del monastero di Voronet, Romania

La storia di Suceava ha origini nel tardo Medioevo, un’epoca che segnò l’apice di questa città, trasformandola in un importante centro politico e culturale.

L’influenza di quest’epoca continua a riflettersi nel meraviglioso panorama architettonico della città, ricco di numerosi siti medievali che affascinano ancora oggi.

Suceava era la maestosa residenza di Stefano il Grande, il coraggioso principe che si oppose all’Impero Ottomano. Durante il suo regno, la città divenne un baluardo inespugnabile grazie alla potente Fortezza di Seat.

Quest’incredibile struttura fungeva da sontuosa corte principesca e da impenetrabile fortezza difensiva, affrontando con determinazione numerosi assedi nel corso della sua illustre storia.

Oggi, è una delle destinazioni turistiche più popolari della regione, offrendo una visione affascinante del periodo medievale che collega in modo tangibile gli eventi e le figure storiche che hanno influenzato il corso della storia cittadina.

I Monasteri Dipinti della Bucovina

I monasteri dipinti della Bucovina sono forse la più grande attrazione della regione, autentiche meraviglie architettoniche che brillano con immagini vivide e colorate di storie bibliche e scenari sacri.

Queste chiese, uniche per la loro straordinaria decorazione esterna, rappresentano un patrimonio culturale che unisce arte, fede e storia. Per il loro grande valore artistico, otto sono state inserite nella prestigiosa lista dei Patrimoni dell’Umanità dell’Unesco.

Costruite tra il XV e il XVI secolo, furono erette come simboli di fede ortodossa e gratitudine per le vittorie contro l’Impero Ottomano. Le affascinanti pitture murali esterne servivano a educare la popolazione locale, in gran parte analfabeta, narrando appassionanti storie della Bibbia e della vita dei santi ortodossi.

Ogni monastero possiede una combinazione di colori e una collezione di dipinti unici. Tra questi un must-see è il Monastero di Voronet, conosciuto anche come la “Cappella Sistina d’Oriente“, per le sue straordinarie rappresentazioni del Giudizio Universale.

Oggi, queste chiese sono ancora luoghi di culto attivi e mete turistiche molto apprezzate. Offrono ai visitatori uno sguardo affascinante sulla ricca eredità della Romania e rappresentano una testimonianza tangibile del talento artistico del passato.

Oltre alle bellissime chiese dipinte, la Bucovina offre percorsi turistici meno conosciuti ma altrettanto affascinanti. Questi itinerari conducono i visitatori tra pittoreschi villaggi rurali e rigogliose foreste, regalando un’esperienza di viaggio autentico e coinvolgente.

Luoghi come Cârlibaba, Ciocănești e Moldovița offrono un’esperienza unica nella vita tradizionale romena: un viaggio per scoprire l’artigianato locale, deliziarsi con la cucina tradizionale e immergersi nelle usanze e tradizioni secolari.

Nonostante la Bucovina sia una meta turistica poco conosciuta, per coloro che sono alla ricerca di una destinazione fuori dagli schemi, rappresenta un vero tesoro nascosto in attesa solo di essere scoperto.

I percorsi meno conosciuti di Suceava

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Tramonto sulle colline di Voronet, Romania
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100 chiese da scoprire: benvenuti a Modica

È una città dal fascino singolare, che toglie il fiato per la sua bellezza e per le sue tante peculiarità. Tra queste vi è quella di essere nota come la città delle cento chiese: siamo a Modica, in Sicilia a soli 15 chilometri da Ragusa, in una terra seducente per le sue architetture, per i colori e per i sapori.

Camminare per le sue strade significa immergersi nell’architettura tardo barocca, ammirarne i dettagli e la ricchezza: proprio per le sue tante bellezze la città è stata inserita nella lista dei patrimoni dell’Umanità Unesco insieme ad altri centri della Val di Noto.

Modica: la città delle cento chiese

Per chi ama l’architettura e, in particolare, quella religiosa, Modica in Sicilia è un vero e proprio paradiso. La città, infatti, vanta oltre cento chiese ed è nota – anche – per quello. Sono tre le zone in cui si può suddividere la cittadina: Modica Alta che si arrampica sulla montagna e dove svetta il castello, tra stradine e scalinate da percorrere mentre ci si lascia affascinare da questo luogo bellissimo, Modica Bassa con la via principale e Modica Sorda con la nuova zona residenziale.

La peculiarità architettonica di questo territorio è quella di essere un perfetto esempio di stile tardo barocco siciliano, che rappresenta molte architetture della città dal momento che è stata distrutta da un terremoto datato 1693. E poi vi è una massiccia presenza di edifici religiosi, che vale la pena ammirare girando per le strade di questo centro urbano.

Tra quelle più suggestive vi è la chiesa di San Pietro, che si raggiunge grazie a una scalinata dove ammirare le statue dei 12 apostoli. Tra le più antiche costruzioni cittadine, invece, vi è la chiesa rupestre di San Nicolò Inferiore che, a quanto pare, può essere datata tra l’XI e il XII secolo: si trova nel centro storico.

Ha una facciata a torre davvero suggestiva e imponente il duomo di San Giorgio: tra le altre peculiarità il fatto di essere dotato di cinque portali di ingresso che corrispondono alle navate dell’edificio. Risale al XIV secolo, invece, la Chiesa di Santa Maria di Betlem: ricostruita dopo il terremoto è stata completata all’inizio dell’Ottocento presentando così anche dettagli neoclassici. Da visitare anche quella di San Giuseppe, che custodisce una Natività in marmo. Si trova vicino al castello dei Conti.

Tra le tante architetture religiose presenti a Modica vale la pena ricordare la chiesa di Santa Maria del Gesù, monumento nazionale con un chiostro a due ordini, e quella del Carmine che ha resistito al terremoto e che presenta un portale risalente alla fine del Trecento. Ma, come detto, gli edifici religiosi della città siciliana sono tantissimi e vale la pena visitarli e ammirarli nella loro unicità.

Cosa vedere a Modica

Oltre alle cento chiese la città di Modica ha tantissime altre bellezze da scoprire. Proprio a partire da quello che oggi viene chiamato castello dei Conti e che, inizialmente, era una fortificazione realizzata a scopo difensivo. Da non dimenticare anche la casa di Salvatore Quasimodo, oggi un vero e proprio museo dedicato al Premio Nobel per la Letteratura che è nato qui il 20 agosto del 1901: un viaggio nella sua vita tra mobili, oggetti e le sue opere.

E per i più golosi tappa obbligata è il Museo del Cioccolato di Modica, una vera e propria prelibatezza realizzata seguendo un’antica ricetta. E poi, naturalmente, vale la pena “perdersi” per le strade della città, per scoprire luoghi nascosti, trovare nuove tappe, lasciarsi affascinare da un luogo unico, tra palazzi, le tante chiese e scorci suggestivi

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Nasce “Via Francigena for all”: di cosa si tratta

Il turismo del cammino è in continua espansione, con sempre più persone che si avvicinano al mondo del trekking e della spiritualità, strettamente connessa ai bellissimi pellegrinaggi che si snodano in tutta Italia. Uno dei percorsi più affascinanti è quello della Via Francigena, una rete di itinerari che parte nel nord Europa e giunge sino in Puglia, dove un tempo i crociati partivano per la Terrasanta. Ma che cos’è la “Via Francigena for all”?

Il progetto “Via Francigena for all”

Lo scorso anno, la Regione Piemonte ha vinto il bando “Via Francigena for all”, un progetto volto a rendere accessibile il millenario cammino anche alle persone con disabilità o con difficoltà motorie. Si tratta di un’iniziativa molto ambiziosa, viste anche le condizioni in cui versano alcuni tratti del sentiero, per la quale sono stati stanziati 1,6 milioni di euro di fondi statali. L’obiettivo è rimettere a nuovo i 250 km del percorso che si snodano in Piemonte, lungo i quali si incontrano 4 parchi naturali e ben 47 comuni.

Hanno preso dunque il via i lavori per migliorare l’accessibilità del cammino, in modo che la Via Francigena diventi davvero per tutti. Quali sono le opere principali in corso di realizzazione? Si parte dalla mappatura completa del tracciato, per individuare i principali luoghi culturali da esso attraversati, ma anche per registrare i punti di accoglienza più vicini e comodi per le persone con disabilità che affronteranno questa avventura. E sono previsti dei tirocini lavorativi rivolti proprio ai soggetti portatori di disabilità, presso le strutture ricettive e i ristoranti e presso gli uffici d’informazione.

La mostra che inaugura la “nuova” Via Francigena

“Il Piemonte crede nel turismo religioso e lo sta valorizzando, in modo da renderlo anche più accessibile attraverso il progetto ‘Via Francigena for all’, che amplia la cultura dell’accoglienza rivolta alle persone in difficoltà” – ha affermato Alberto Cirio, presidente della Regione Piemonte. Per inaugurare questa splendida iniziativa, è stata organizzata una mostra intitolata “In cammino. La porta di Torino: itinerari sindonici sulla Via Francigena”, che si terrà presso il Museo Civico d’Arte Antica di Torino dal 13 luglio al 10 ottobre 2023, per poi spostarsi a Roma nell’ottobre 2024.

La mostra è nient’altro che un cammino virtuale alla scoperta di un territorio che ha fatto dell’accoglienza la sua bandiera. Il percorso interattivo è suddiviso in quattro sezioni, ciascuna pronta a far luce su un particolare aspetto del turismo religioso. La prima espone sedici illustrazioni originali, realizzate da giovani artisti italiani, che portano in scena i concetti di pellegrinaggio e spiritualità, ma che evidenziano anche il rapporto tra uomo e natura e la geomorfologia del Piemonte. Nella seconda sezione si parla invece della Via Francigena e degli itinerari sindonici, quegli antici sentieri lungo i quali ebbe luogo il trasferimento della Sacra Sindone, spostata da Chambéry a Torino per volere di Re Emanuele Filiberto.

Grazie al materiale video, sarà possibile immergersi – seppur solo virtualmente – nei bellissimi paesaggi attraversati da questi storici cammini. La terza sezione si apre su una mappa interattiva, dove si possono seguire i progressi del progetto “Via Francigena for all” e le tappe dei cammini sindonici. Il tutto accompagnato da splendide fotografie, anche in questo caso con l’obiettivo di regalare un’esperienza a tutto tondo ai visitatori. Infine, l’ultima sezione ospita un’installazione dell’artista Carlo Gloria che affronta il tema del cammino.