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Anche in Italia ci sono le piramidi: viaggio nel mistero

Quando si parla di piramidi, il pensiero vola subito all’Egitto: è qui, nella splendida Valle del Nilo, che si trovano alcuni dei più grandi (e magici) capolavori dell’umanità. Eppure, per vivere questa magia non c’è bisogno di andare molto lontano. Sebbene in molti non lo sappiano, anche l’Italia ha le sue piramidi. Scopriamo quali sono, in un viaggio all’insegna del mistero.

Piramidi d’Italia, dove si trovano

Le tre celebri Piramidi di Giza hanno sempre rappresentato un grande mistero su cui sono state fatte decine di ipotesi. Ma sono ancora tra le più suggestive meraviglie in grado di incantare milioni di persone provenienti da ogni angolo del mondo. E se vi dicessimo che tre piramidi del genere sono esistite (e in alcuni casi ancora esistono) anche in Italia? Sono quelle di Montevecchia, individuate solamente nel 2001 nel cuore del Parco del Curone, durante una ricognizione aerea. Insomma, a pochi chilometri da Milano possiamo ammirare uno spettacolo unico – o quasi – al mondo.

Si tratta di tre colline piramidali, rimaste per secoli nascoste da una fitta vegetazione, ma ora riemerse in tutta la loro bellezza. Costruite a gradoni, sono state modellate nella roccia calcarea, così caratteristica della zona. Sulla loro natura aleggia ancora il mistero: è possibile che siano nate per motivi astronomici e sacrali. E, sebbene nelle dimensioni siano diverse dalle Piramidi di Giza, ne mantengono la disposizione e l’orientamento astronomico: proprio come le “sorelle” più famose, sono perfettamente allineate con le tre stelle della cintura di Orione.

Ma le piramidi di Montevecchia non sono le uniche rinvenute nel nostro Paese. Una abbastanza conosciuta è quella situata a Roma, tra le Mura Aureliane e Porta San Paolo: secondo quanto emerso da un’iscrizione, sarebbe stata costruita come mausoleo per un prestigioso membro di un antico collegio religioso. E anche in questo caso vi sarebbero state due piramidi vicine, che sarebbero però andate distrutte nel corso dei secoli. Altre tre colline a forma piramidale sono state rinvenute a Cividale del Friuli – e sì, anche queste sono allineate con la cintura di Orione.

Il mistero delle piramidi italiane

Tante, e sparse in tutta Italia, sono le piramidi che possiamo ammirare senza dover lasciare il nostro Paese. Ad esempio, alle pendici dell’Etna sono state trovate tante piccole costruzioni a gradoni, lavorate con pietra lavica e poggianti su base quadrata o rettangolare. Impossibile carpire il loro significato, almeno per il momento. E che dire di quelle emerse in Sardegna? Presso Monte d’Accodi gli studiosi ne hanno individuata una simile a quelle mesopotamiche, risalente probabilmente a circa 4000 anni fa. Mentre nel Sinis c’è persino una statua che ricorderebbe la Sfinge della piana di Giza.

Nel Mugello, sono invece state trovate le piramidi di Pontassieve: anche in questo caso sono tre costruzioni simili a quelle egiziane. Mentre in Emilia Romagna è emersa la piramide di Vessallo, di circa 40 metri d’altezza: nei suoi pressi vi sono anche diversi fossili. Da Nord a Sud, tutta la nostra penisola è disseminata di splendide piramidi. E su di loro aleggia il mistero più assoluto. Per questo motivo continuano ad essere studiate, nella speranza di poterne carpire i segreti.

Piramide Roma

La piramide di Roma

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Scoperta in Egitto una coppia di sfingi quasi intatte

L‘Egitto è la terra dalla storia, probabilmente, più affascinante del mondo. Tantissime sono le meraviglie che conosciamo, e altrettante sono quelle che devono ancora essere scoperte. Tuttavia, grazie al lavoro di professionisti e appassionati, vengono sempre più alla luce tesori preziosi e importantissimi appartenenti a un’epoca a noi lontana. Come l’ultimo ritrovamento avvenuto a Luxor, ossia una coppia di sfingi quasi intatte.

Luxor, il museo a cielo aperto più grande del mondo

La città del Luxor è una delle mete turistiche più importanti e famose dell’Egitto. Si trova sulla riva orientale del Nilo e rappresenta la gloria dei faraoni egizi antichi e la loro storia. Viene definita come “il museo a cielo aperto più grande del mondo” poiché la parte moderna è ubicata nello stesso sito dell’antica Tebe, al di sopra e attorno al tesoro dell’Antico Regno.

Recentemente, Luxor ha inaugurato il suo mitologico Viale delle Sfingi attraverso una sfarzosa cerimonia, mentre in questi giorni ha fatto ritornare alla luce tesori di grande importanza.

La scoperta nell’antico tempio egizio di Amenhotep III a Luxor

Alcuni frammenti di una coppia colossale di sfingi in pietra calcarea sono stati rinvenuti nell’antico tempio egiziano di Amenhotep III, particolarmente noto per i Colossi di Memnone, due massicce statue in pietra alte 18 metri raffiguranti Amenhotep.

E proprio qui un team di ricercatori tedesco-egiziano, guidato dall’archeologo Hourig Sourouzian, ha scoperto i manufatti semi-sommersi nell’acqua durante il loro restauro del tempio funerario del faraone.

Due sfingi che misurano circa 8 metri di lunghezza e che, molto probabilmente, raffigurano l’antico sovrano vestito con un copricapo a forma di mangusta, una barba reale e una larga collana. Inoltre, un restauro della pietra calcarea ha rivelato “l’amato di Amon-R” (e un dio egizio) sul petto della sfinge, stando a quanto dichiarato dal Ministero del Turismo e delle Antichità dell’Egitto.

Ma non è finita qui. Nel sito sono state scoperte anche tre statue quasi intatte della dea Sekhmet, una temibile divinità egizia con testa di leonessa e corpo di donna, un leone come difensore del dio del sole Ra, e i resti di una grande sala a colonne.

Inoltre, sulle sue pareti di pietra arenaria sono ancora oggi leggibili una serie di immagini che rappresentano il giubileo reale, un’antica celebrazione egizia che riconosceva e rinnovava il diritto del re a governare.

Le dichiarazioni dei ricercatori sulla scoperta

Amenhotep III è stato un faraone egizio della XVIII dinastia. Conosciuto anche come Amenofi “il Magnifico”, regnò dal 1390 al 1353 a.C. Gli studiosi ritengono che il suo Heb-Sed, ovvero la festa giubilare che vi abbiamo accennato sopra, sia stato il più elaborato e incredibile della storia.

E a tal proposito l’archeologo Sourouzian ha sottolineato la grande importanza della scoperta. Queste sfingi, infatti, confermano la posizione dell’inizio della strada della processione, un luogo cruciale per le cerimonie e le feste. Il regno in gran parte pacifico di Amenhotep III fu segnato da un prolifico programma di costruzione a Tebe, la capitale dell’antico impero egiziano. Ciò includeva i Colossi di Memnone, un complesso di palazzi a Malkata e un porto artificiale che collegava la città al Nilo. Il faraone ordinò anche la costruzione di un grande tempio a Soleb in Nubia.

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I Colossi di Memnone e l’area della scoperta