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Battaglie d’arance, streghe e spade: così il mondo celebra il Carnevale

Paese che vai, usanze che trovi: il celebre proverbio si addice alla perfezione ad alcuni aspetti della cultura e ancora di più al Carnevale. Il periodo più allegro e colorato dell’anno fatto di travestimenti, maschere e dolci, è il momento per divertirsi e fare festa. Le sfilate di carri allegorici segnano la fine dello stesso Carnevale nella maggior parte delle città. In altre invece la tradizione viene soppiantata da streghe, battaglie a suon di arance e tagli di cravatte che hanno una sola cosa in comune: trascorrere una giornata in allegria.

Non solo tradizione: i Carnevali in Italia

Dopo quello di Venezia, uno dei Carnevali più famosi in Italia è quello di Ivrea con la sua battaglia delle arance. Il frutto succoso viene scagliato dai carri alle squadre di terra che rispondono con la stessa arma. Una rievocazione che ricorda la rivolta dei contadini contro un tirannico barone.

La battaglia delle arance a Ivrea

Fonte: iStock/Nico_Campo

Le battaglie delle arance durante il Carnevale di Ivrea

Dal sud passiamo al nord, in Valle d’Aosta: qui il Carnevale fa rima con Napoleone e il suo passaggio durante la campagna d’Italia. I landzettes indossano una maschera di legno e i vestiti, ricoperti di specchietti e paillettes per scacciare gli spiriti maligni, ricordano quelli dell’esercito napoleonico. Anche la Sardegna vanta un Carnevale del tutto particolare e ricco di simbologia. A Mamoiada, nella Barbagia, viene messa in scena la lotta tra il bene e il male. Gli Issohadores vestiti in modo colorato e allegro sfilano al fianco dei Mamuthones, uomini coperti di peli di pecora, campanacci al collo e maschere di legno.

Come si festeggia il Carnevale nel resto del mondo

Non solo in Italia, anche nel resto d’Europa ci sono Carnevali alternativi. A Colonia fa da padrone il romanticismo, perché dai carri vengono lanciate rose e le donne dopo aver tagliato la cravatta agli uomini chiedono in cambio un bacio. Non molto lontano da Colonia, per le vie di Binche (vicino Bruxelles) i Gilles percorrono le strade al suono dei tamburi e degli zoccoli sul selciato.

Carnevale vuol dire anche sovvertire le regole e a Solothurn in Svizzera lo hanno preso alla lettera. La città, convinta di essere agli antipodi delle Hawaii, per una settimana cambia il nome in Honolulu, destituisce il sindaco e la via del municipio prende il nome di “via dell’Asino”. Le streghe invece si impossessano del villaggio basco di Mundaka dove le donne indossano una parrucca bionda e vestono i panni delle megere.

Carnevale di Binche, in Belgio

Fonte: iStock/PepiteVoyage

Le maschere tradizionali del Carnevale di Binche

La fine del Carnevale serve anche a scongiurare lo spettro dell’inverno, questo è quello che succede a Strání, una città della Repubblica Ceca. I protagonisti con sciabole di legno borchiate ingaggiano una lotta-balletto nei boschi contro la stagione più fredda dell’anno e banchettano con piatti a base di maiale. Musica e rumore non sono di casa a Nadur, piccolo villaggio di Gozu, un’isola dell’arcipelago maltese. Qui i carri allegorici e la popolazione con indosso maschere irriverenti sfilano infatti nel silenzio più totale.

Non solo nel vecchio continente, anche in Canada il Carnevale diventa fuori dal comune, in particolare nel Quebec. Qui i protagonisti sono gli sport invernali e gli spettacoli aperti al pubblico, accompagnati da sculture di neve esposte nel palazzo di ghiaccio.

Tradizionale, alternativo, pittoresco: la cosa certa è che il Carnevale è un’occasione unica per divertirsi e festeggiare.

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Sul treno storico che porta al Carnevale di Venezia

Il Carnevale di Venezia è una di quelle esperienze da vivere almeno una volta nella vita. Perfetto per adulti e bambini, è uno dei uno dei più conosciuti e apprezzati carnevali del mondo e che vanta persino origini antichissime: la prima testimonianza risale ad un documento del Doge Vitale Falier del 1094, dove si parla di divertimenti pubblici e nel quale il vocabolo “Carnevale” viene citato per la prima volta.

Quest’anno è iniziato il sabato 4 febbraio e andrà in scena fino al 21 dello stesso mese e, finalmente, dopo due anni di limitazioni dovute alla pandemia da Covid-19, torna in tutto il suo splendore. Ma in questo 2023 c’è anche qualcosa in più: un treno storico che porta diretti al Carnevale di Venezia.

Il treno per il Carnevale di Venezia

Tutti in maschera per salire a bordo del treno storico per il Carnevale di Venezia di Fondazione FS Italiane. La partenza è da Milano Centrale, e Brescia e si dirige a Venezia Santa Lucia. Un meraviglioso vagone antico che inizia a solcare i binari dalla stazione di Milano Centrale alle ore 7.45, con fermata intermedia a Brescia alle ore 8.40 e arriva presso la stazione di Venezia Santa Lucia alle ore 11.38.

A bordo di questo conviglio senza tempo sarà presente un servizio bar e staff dell’Associazione Rotabili Storici Milano Smistamento per assistenza ai viaggiatori. Il ritorno è previsto per le 17.18 , con arrivo a Brescia alle ore 20.32 e Milano Centrale alle ore 21.35.

Un’occasione incredibile, quindi, per vivere le sfaccettature del Carnevale di Venezia in questo 2023. Attenzione però, il treno storico è disponibile solo il giorno 19 febbraio.

Cosa fare al Carnevale di Venezia il 19 febbraio

Il 19 febbraio 2023 sarà un giorno eccezionale al Carnevale di Venezia. Tornerà il Venice Carnival Street Show in cui i migliori protagonisti del circo-teatro e della clownerie animeranno la città con la loro energica creativa, mondi fantastici e allegria, per tornare a sognare attraverso i segni con leggerezza e invenzione.

Gli spettacoli a Venezia andranno in scena dalle 11:00 alle 12:00 e dalle 15:30 alle 18:30; a Mestre dalle 15:30 alle 19:00; nel territorio dalle 11:00 alle 13:00 e dalle 15:30 alle 18:30 (Chirignago, Zelarino, Marghera, Sant’Elena solo il pomeriggio / Favaro solo la mattina).

E chi vorrà fermarsi per la serata in quello stesso giorno potrà vivere il Gran ballo Mascheranda nell’incanto di uno storico palazzo veneziano a partire dalle 20.30. Una festa che inizierà con un aperitivo cocktail di benvenuto e con il primo evento spettacolo della serata.

Al temine, basterà prendere posto su un tavolo in una delle stupende sale del Piano Nobile, decorate con bellissimi affreschi per gustare una cena di gala a lume di candela allietata da musica dal vivo, classica e moderna, ed animata dalle performance artistiche di ballerini e di attori.

Una serata che sarà un continuo susseguirsi di eventi e di spettacoli artistici, di danze e di gare con la Scuola dei Balli Antichi; l’angolo dell’Astrologia e l’Elezione del Casanova 2023.

A fine serata, la festa continuerà con il suo dopo cena: dalle 23.30 alle 2.30 del mattino al piano terra – dove sarà presente la discoteca e l’open bar – un DJ animerà la serata con musica e balli moderni.

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Da Nord a Sud: regione che vai, dolce di Carnevale che trovi

Quando si pensa al Carnevale vengono subito in mente maschere, travestimenti, ma soprattutto i dolci. L’Italia con la sua tradizione gastronomica offre un’ampia scelta di prelibatezze che variano a seconda della regione. Da nord a sud, i dolci tipici di questo periodo dell’anno sono caratterizzati da ingredienti semplici. Assaggiarli tutti è praticamente impossibile, ma questo non vuol dire che non possiamo scoprire le tradizioni del posto e le prelibatezze più amate.

Il dolce carnevale al Nord

Iniziamo il tour culinario dei dolci di Carnevale dal nord! In Trentino Alto Adige a farla da padroni sono i krapfen ripieni di marmellata, gli strauben (frittelle a forma di spirale) e le frittelle di mele. Rimanendo in montagna, in Valle d’Aosta ci sono i panzerottini, mezzelune, con un impasto a base di patate, ripieni di marmellata. In Piemonte non è Carnevale se non si mangiano i friciò (frittelle) e le mantovane di Cossato, fagottini di pasta sfoglia ripieni di mandorle, uvetta e marmellata. La tradizione lombarda, invece, ha in serbo per i più golosi i tortelli, frittelle friabili cosparse di zucchero con l’aggiunta di cannella. In Friuli Venezia Giulia, oltre ai dolci tradizionali ci sono i rufioi, le classiche chiacchiere arricchite da frutta secca.

Krapfen di Carnevale

Fonte: iStock

Le krapfen sono il tipico dolce di Carnevale del Trentino Alto Adige

Il Veneto, la regione del Carnevale per eccellenza, è pronto a deliziare il palato con le fritole, frittelle morbide con uva sultanina, e con i galani, una sorta di ravioli ripieni di mostarda di frutta.
I tortelli sono il simbolo dell’Emilia Romagna e a Carnevale diventano dolci perché ripieni di mostarda e crema a cui si affiancano anche le tagliatelle ovviamente fritte.

Una prelibatezza dopo l’altra nel resto d’Italia

Non c’è solo il nord a offrire ricette golose, in Umbria, Abruzzo e Marche a Carnevale si mangia la cicerchiata (simile agli struffoli napoletani). Nelle Marche possiamo gustare anche croccanti frittelle dette scroccassi e gli arancini di Carnevale, delle girelle aromatizzate all’arancia.

Terra di piatti prelibati, la Toscana non delude neanche per quel che riguarda i dolci di Carnevale. Oltre a quelli classici c’è la schiacciata alla fiorentina, una torta soffice e delicata, e il berlingozzo, una morbida e gustosa ciambella. Nel Lazio le castagnole ripiene di ricotta e crema, “regnano” insieme alle frappe (conosciute anche come chiacchiere, bugie e cenci).

In Molise, i più golosi possono mangiare i caragnoli, frittelle a forma di roselline ricoperte di miele, simili alle cartellate pugliesi. Qui a Carnevale troviamo anche le dita di apostoli, cannoli morbidi ripieni di ricotta aromatizzata. La tradizione culinaria campana dà il meglio di sé anche durante il Carnevale con il migliaccio, una torta a base di semolino e ricotta, le zeppole di San Giuseppe e il sanguinaccio, una crema vellutata a base di sangue di maiale e cacao amaro. Il Carnevale in Calabria fa rima con nacatuli, delle frittelle aromatizzate all’anice dalla forma che ricorda una culla.

Le chiacchiere di Carnevale

Fonte: iStock

Le chiacchiere sono il dolce più diffuso a Carnevale

Nel tour alla scoperta dei dolci di Carnevale non può mancare un salto nelle isole. In Sardegna in tavola non mancano mai i brugnolus, frittelle di patate, e le orillettas, strisce di pasta intrecciate. Infine la Sicilia è sempre pronta a deliziare il palato con ravioli fritti, pignolata, crespelle di riso e testa di Tùrcu: quest’ultimo dolce è formato da più strati di sfoglie fritte ricoperte con una crema al latte aromatizzata alla cannella e al limone.

Le ricette dei dolci di carnevale sono tante, la cosa certa è che i più golosi non avranno che l’imbarazzo della scelta!

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Sanremo, la crociera del Festival (che non salpa)

Non è aperta a tutti la crociera del Festival di Sanremo. Solo qualche centinaio di super selezionati passeggeri hanno potuto imbarcarsi sulla nave – che non salpa – Costa Smeralda attraccata al porto della cittadina ligure che per qualche giorno è la protagonista del panorama musicale (e non solo).

Costa Crociere ha organizzato una crociera-evento dedicata ai suoi migliori agenti di viaggio, ai migliori clienti italiani e agli iscritti al programma loyalty della compagnia, il C|Club.

La crociera del Festival di Sanremo

A bordo, solo il meglio del divertimento. A partire dal Festival stesso. Sì, perché la nave per tutta la durata dell’evento (cinque giorni, dal 7 all’11 febbraio, serata in cui sarà proclamato il vincitore della 73esima edizione) è stata trasformata in un’estensione del celebre Teatro Ariston, che ogni anno ospita la kermesse musicale, con un palco galleggiante dove si esibiscono cantanti e ospiti.

Ogni sera si esibisce un “big”: Salmo, Fedez, Takagi & Ketra e Guè sono gli ospiti a bordo che cantano e che concorrono alla gara. E per gli ospiti della nave è un’esperienza unica, in uno scenario davvero suggestivo, con la nave illuminata al largo di Sanremo, a poche centinaia di metri dall’Ariston.

Ogni esibizione di un cantante è una festa per gli chi è sulla nave e tutta la crociera è caratterizzata dal lusso. basti pensare che i menu a bordo della Costa Smeralda sono stati curati dallo chef pluristellato – nonché personaggio televisivo – Bruno Barbieri, i dolci serviti sono curati dal Maître pâtissier Iginio Massari e che l’intrattenimento è stato affidato al comico imitatore Angelo Pintus.

Gli ospiti a bordo possono comunque scendere a terra ogni volta che lo desiderano e respirare l’atmosfera festaiola di Sanremo, la cittadina ligure che, per dieci giorni all’anno, si anima come non mai e che diventa il centro del mondo, con vip italiani e internazionali, personaggi del mondo dello spettacolo e dei media che s’incontrano ogni dove.

Sanremo

Fonte: iStock

Sanremo, perla della Riviera dei Fiori

Cosa vedere a Sanremo

eta ambita del Ponente ligure è Sanremo, la Città dei Fiori e della musica, incastonata nella bellezza della Riviera dei Fiori, dal centro storico ricco di attrattive e dal suggestivo lungomare ombreggiato da palme.

Oltre al famoso Teatro Ariston lungo il corso Matteotti la città è famosa per il casinò, le splendide ville Liberty, le chiese antiche, i giardini, le spiagge e, perché no, la zona dello shopping (amata soprattutto dai francesi che vengono ogni weekend da oltreconfine per fare acquisti).

Volendo, la compagnia organizza anche escursioni guidate a Sanremo per andare alla scoperta dei suoi segreti e dei suoi angoli più pittoreschi e più nascosti.

A bordo della super nave Costa Toscana

Ha iniziato a operare solo la scorsa estate ed è quindi una nave nuovissima. La Costa Toscana è diventata famosa per essere una vera e propria “smart city” galleggiante. La caratteristica numero uno di questa nave è la sostenibilità.

Grazie all’utilizzo del Gas naturale liquefatto (Gnl) riesce a eliminare quasi del tutto l’immissione di ossidi di zolfo nell’atmosfera, di ossido di azoto e di CO2 (fino al 20%) ed è quindi una nave super green.

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Fonte: Ufficio stampa

Una delle cabine a bordo della Costa Toscana

Oltre a zero emissioni, a bordo c’è tutta una serie di innovazioni tecnologiche all’avanguardia studiate per ridurre ulteriormente l’impatto ambientale. L’intero fabbisogno giornaliero di acqua è soddisfatto trasformando quella del mare tramite l’utilizzo di dissalatori.

A parte l’aspetto ecologico, la nave dentro è bellissima ed è un omaggio alla regione a cui è dedicata: la Toscana. Per gli arredi sono stati usati solo materiali e stoffe Made in Italy. E gli spazi comuni sono dedicati ai luoghi toscani più famosi, piazza del Campo, piazza dei Miracoli, ponte Montalcino, Pietrasanta, Viareggio, Montecatini, Lucca, Pienza, Bolgheri e Montepulciano, tutti con i nomi delle città toscane.

I passaggeri a bordo possono divertirsi nei vari bar tematici, nei 21 ristoranti e aree dedicate alla “food experience”, che sono tutti un omaggio all’Italia.

Si può alloggiare in una delle 2.663 cabine, di cui 28 sono suite, 106 camere con terrazza (una nuova tipologia di cabina che comprende una splendida dependance dove fare colazione, prendere un aperitivo o semplicemente godersi il rumore delle onde), 1.534 con balcone, 168 esterne e 827 camere interne.

In occasione del Festival di Sanremo, la Costa Toscana ha gettato l’ancora al largo della costa ligure e resta ferma fino al termine dell’evento, ma non appena arriverà la stagione riprenderà la navigazione nel Mediterraneo occidentale con crociere di una settimana toccando i porti di Savona, Civitavecchia/Roma, Napoli, Ibiza, Valencia e Marsiglia. Durante la stagione autunnale, invece, al posto di Ibiza si fa tappa a Palma de Maiorca.

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Fonte: Ufficio stampa

Uno dei bar esterni a bordo della Costa Toscana
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Nel mondo ci sono tante feste. Una è dedicata alle bambole

Eventi, manifestazioni, ricorrenze e buone notizie: c’è sempre un buon motivo per festeggiare, non credete? Lo sanno bene tutte quelle persone che non perdono occasione per farlo e che si mettono in viaggio proprio per scoprire le celebrazioni del mondo che raccontano di tradizioni e usanze lontanissime dalle nostre.

Capodanno e feste stagionali sono forse le ricorrenze più celebri, le stesse che ci invitano a metterci in viaggio e immergersi in atmosfere suggestive e sensazionali. Ma non sono le uniche perché nel mondo ci sono tantissime feste e una di queste è dedicata alle bambole.

Il suo nome è Hinamatsuri, che tradotto letteralmente vuol dire Festa delle bambole. Si celebra in Giappone, il 3 marzo di ogni anno, ed è dedicata alle ragazze di ogni età. ma chiunque può prendervi parte. Ecco come si festeggia.

Hinamatsuri: la Festa delle Bambole in Giappone

Organizzare un viaggio in Giappone è sempre un’ottima idea, in ogni periodo dell’anno e in tutte le stagioni. E lo è non solo per le incredibili meraviglie che appartengono al Paese del Sol levante, ma anche per tutte quelle meravigliose tradizioni, antiche e moderne, che appartengono alla cultura del territorio.

Le feste rientrano tra queste, e ce ne sono così tante che è davvero difficile scegliere la più bella. Quello che è certo è che i giapponesi fanno sul serio, e riescono a trasformare ogni ricorrenza in un tripudio di colori, emozioni e visioni suggestive e affascinanti.

Così succede anche per la Hinamatsuri, la Festa delle Bambole, che in realtà è collegata alle figure femminili delle famiglie in Giappone. In questa occasione, infatti, attraverso eventi, festeggiamenti e tradizioni, le persone celebrano le ragazze, con l’augurio che crescano felici e in salute.

La celebrazione in questione è conosciuta anche con il nome Momo no sekku che letteralmente tradotto vuol dire Festival dei fiori di pesco. Il motivo è facilmente intuibile: in questo periodo le città e i territori del Paese sono completamente invasi dalle fioriture del pesco che simboleggiano la primavera e la rinascita, ma anche l’amore eterno.

Piramide di bambole a Saitama

Fonte: Getty Images

Piramide di bambole a Saitama

Come celebrare la Festa delle Bambole

Il modo migliore per celebrare la Festa delle Bambole è quello di organizzare un viaggio in Giappone e unirsi ai festeggiamenti dei cittadini. Con l’occasione, inoltre, potrete perdervi e immergervi in un’atmosfera gioiosa e profumata data dalle prime fioriture primaverili.

L’iHinamatsuri viene celebrata il terzo giorno del terzo mese dell’anno, e quindi ogni 3 marzo. Durante questa giornata, dentro le case dei cittadini e fuori di queste vengono esposte le hina ningyo, bambole ornamentali giapponesi che vengono tramandate da generazioni e che raffigurano, solitamente, imperatori, imperatrici e altre figure che appartengono alla corte imperiale.

Anche i locali si abbigliano a festa, come fa il Keio Plaza Hotel di Tokyo e non solo, arricchendo le atmosfere con meravigliosi display ornamentali e offrendo menu speciali. In alcune città, inoltre, vengono organizzate delle parate per rievocare vecchie e antiche tradizioni.

Durante il giorno viene poi servito l’amazake, che è una versione analcolica del saké, insieme all’hishimochi, un dolce caratteristico che si prepara con tre strati di riso: verde, bianco e rosa, che simboleggiano, rispettivamente, la terra, la neve e i fiori di pesco.

Le origini di questi festeggiamenti sono tanto antichi quanto affascinanti. La prima celebrazione, infatti, risale al VII secolo ed è legata alla credenza popolare secondo la quale le bambole avevano il potere di contenere gli spiriti malvagi e trattenere le energie negative. Le bambole, infatti, venivano lasciate sul corso del fiume, affinché le correnti portassero via la negatività. Se poi venivano trovate da qualcuno, o catturate dai pescatori, venivano raccolte e bruciate.

Keio Plaza Hotel Tokyo

Fonte: Keio Plaza Hotel Tokyo

Hinamatsuri
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Febbraio, occhi sul cielo: arriva la cometa tra le stelle d’inverno

Con l’arrivo del mese di febbraio, ancora una volta, ci prepariamo ad assistere a uno spettacolo meraviglioso che si perpetua sopra le nostre teste quando il sole lascia spazio al crepuscolo. Protagoniste assolute delle prossime settimane sono le stelle d’inverno, ancora più luminose e brillanti che mai grazie alla presenza della cometa C/2022 E3 ZTF.

Sarà proprio la cometa di Neanderthal, ribattezzata così dagli esperti per via del suo ultimo avvistamento che risale proprio all’uomo di Neanderthal, a inaugurare il fitto calendario di eventi che si susseguiranno sopra le nostre teste nelle prossime settimane.

Ancora una volta, il cielo si trasforma nel palcoscenico di uno spettacolo incredibile, destinato a farci sognare a occhi aperti. Mettetevi comodi, lo show sta per iniziare.

La cometa tra le stelle d’inverno

Scoperta lo scorso marzo dagli astronomi dell’osservatorio di Monte Palomar, la cometa C/2022 E3 ZTF è, con tutta probabilità, il corpo celeste più atteso degli ultimi anni. Il motivo è facilmente intuibile: l’ultima volta che ha fatto capolino nel nostro cielo risale al periodo paleolitico medio, e quindi a oltre 200000 anni fa.

Sarà proprio lei, la cometa di Neanderthal a dare il benvenuto a febbraio, palesandosi sopra le nostre teste proprio il primo giorno del mese. Il 1° febbraio, infatti, C/2022 E3 ZTF si troverà a una distanza di soli 42 milioni dalla Terra. Se vi sembrano tanti, non vi sbagliate, ma vi basta sapere che questa distanza vi permetterà di ammirare la cometa anche a occhio nudo.

Volgete lo sguardo verso il cielo, in prossimità della Stella Polare, nella costellazione dell’Orsa Minore o Piccolo Carro, e godetevi lo spettacolo. Il consiglio, come sempre, è quello di raggiungere luoghi privi di inquinamento luminoso per avere una visuale nitida e completa del paesaggio notturno. Se volete ammirare da vicino la cometa, e non perdervi la sua scintillante coda, allora munitevi di binocolo o telescopio.

Occhi sul cielo: gli eventi del mese di febbraio

Come abbiamo anticipato, la cometa di Neanderthal è la protagonista assoluta di questo mese. Oltre a mostrarsi il 1° febbraio, infatti, sarà ben visibile anche l’11 del mese, proprio nei pressi del Pianeta Rosso. Ma non sarà l’unica a dare spettacolo nelle prossime settimane.

Questo mese, infatti, sarà possibile ammirare l’Alfa Geminorum, una stella doppia più brillante e luminosa che mai. Per poterla individuare, però, consigliamo di munirsi di un telescopio e di puntarlo direttamente sulla costellazione dei Gemelli.

Non sarà l’unico corpo celeste che illuminerà le nostre serate: a febbraio, infatti, il cielo sarà dominato dalle grandi costellazioni invernali. Quella più scintillante è Orione, con le sue tre stelle allineate. Sopra di questa, invece, troviamo la costellazione del Toro, proprio dove spicca la stella rossa Aldebaran, una delle più luminose del cielo.

Anche i pianeti si ritagliano uno spazio nel calendario degli eventi del cielo di febbraio, per stupirci e incantarci con le loro danze e i loro avvicinamenti. L’appuntamento più atteso è previsto il 22 del mese, sera in cui Venere e Luna, accompagnate da Giove, saranno più vicine che mai, regalandoci uno spettacolo affascinante e suggestivo ben visibile subito dopo il tramonto.

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La storia del Carnevale di Venezia, il più famoso d’Italia

Se esiste un carnevale famoso in tutto il mondo, quello è il Carnevale di Venezia. Un appuntamento che ogni anno richiama nella città lagunare milioni di turisti da ogni parte. Fra maschere, feste, musica, sfilate tra le calli e sui canali, è davvero impossibile non rimanere a bocca aperta davanti a tanto splendore. Da Piazza San Marco – cuore dell’evento – fino all’Arsenale e poi sulle isole della Laguna e sulla terraferma – questa kermesse viene preparata e organizzata con una maestria che non ha eguali.

D’altra parte, la storia del Carnevale di Venezia è antichissima, e per alcuni aspetti origina addirittura dalle feste pagane. Comunque sia, nonostante i mille anni di celebrazioni, le maschere del Carnevale di Venezia continuano a conservare il loro alone di mistero, protetto dall’ombra del campanile di San Marco. E il loro incredibile fascino, sprezzante del tempo che passa, è ancora intatto.

La storia del Carnevale di Venezia, il più famoso d’Italia

Sacro, profano, magia, allegria e ovviamente follia sono gli ingredienti della ricorrenza. Ma qual è la storia del Carnevale di Venezia? Le sue origini affondano, neanche a dirlo, nel mito e soprattutto nella notte dei tempi. In base ad alcuni studi, pare che il debutto della festa sia avvenuto nel 1094. Un antico documento firmato dall’allora doge Vitale Faliero riporta, proprio in quell’anno, la parola “Carnevale”. È la prima volta che viene associata a Venezia. Il primo documento ufficiale relativo alla manifestazione, invece, risale al 1296. Fu allora che il Senato della Serenissima dichiarò il Carnevale di Venezia un giorno festivo prima dell’inizio della Quaresima. Da allora, la tradizione del Carnevale ha preso piede, animando la città per diverse settimane ogni anno. Il periodo d’oro di questa celebrazione profondamente veneziana fu durante il Settecento, quando maschere, costumi e feste raggiunsero la massima magnificenza.

Nel 1797, invece, la kermesse – diventata celebre il tutto mondo conosciuto di allora – perse il suo splendore e la sua grandeur, a causa dell’intervento di Napoleone. L’imperatore del Sacro Romano Impero Francesco II bandì le maschere spegnendo inevitabilmente lo spirito della festa. Questo intervento era mirato a evitare che i cittadini si incontrassero per cospirare contro il governo austriaco, che all’epoca controllava il Lombardo-Veneto. Solo due secoli dopo, nel 1979, il Comune di Venezia “rispolverò” l’evento e lo riportò agli antichi splendori. Fino a oggi, dove rappresenta uno spettacolo grandioso e coinvolgente che richiama un pubblico internazionale e appassionato.

Curiosità e tradizioni del Carnevale di Venezia

Non tutti sanno cosa significa la parola “carnevale”. Origina dal latino, e significa esattamente “eliminare la carne”. Proprio così: la festa in maschera precede infatti la Quaresima, che prevede menù di magro.

Un’altra curiosità che resiste al passare dei secoli è quella del volo dell’Angelo, previsto ogni seconda domenica del periodo della kermesse. È un appuntamento irrinunciabile per ogni veneziano: una ragazza, la più bella del Carnevale dell’anno precedente, si lancia appesa ad una fune dal campanile di San Marco per “planare” fino a Palazzo Ducale. Romantico oggi, ma un tempo erano degli acrobati ad attraversare la piazza camminando su una fune, anche con esiti tragici.

Le tradizioni del Carnevale di Venezia affondano le loro radici in usanze antichissime. Si ispirano soprattutto agli antichi Saturnali, le feste pagane dei Romani che prevedevano, almeno una volta l’anno, di liberare i freni inibitori e di abbattere le barriere fra i vari ceti sociali. Per una notte, si poteva festeggiare tutti insieme, senza distinzioni. Se la teoria è bellissima, la pratica lo era un po’ meno: nei secoli passati, infatti, dietro le maschere si nascondevano anche malfattori e criminali. I problemi legati alla sicurezza e all’ordine pubblico furono tra le ragioni che fecero sì che si spegnesse il fasto del Carnevale dopo i lustri settecenteschi.

Le maschere del Carnevale di Venezia

Il desiderio di trascorrere una notte di follia tutti insieme, uomini e donne, ricchi e poveri, spiega anche la ragione d’essere delle maschere. Queste maschere servivano a nascondere la propria identità, così da consentire di socializzare con persone di ogni estrazione sociale. Certo, la letteratura – a partire dal personaggio di Casanova – è ricca di aneddoti che raccontano che durante i giorni (e le notti) del Carnevale di Venezia siano stati tessuti intrighi, strette alleanze, consumati amori clandestini.

Per queste ragioni, il Carnevale di Venezia divenne un polo di attrazione per tutti i nobili europei del Settecento. Gli aristocratici più libertini si ritrovavano a San Marco per partecipare a sontuosi banchetti e feste scatenate. Che sia solo leggenda? Non importa. Anche il mito fa parte della magia e del fascino della festa.

Le più famose maschere del Carnevale di Venezia

Tutti abbiamo visto fotografie o immagini di film che fissano la più classica delle maschere veneziane: quella del bauta. Bianca, con il mento appuntito e sollevato che permette di mangiare e bere senza toglierla, così da non venire riconosciuti. Nella tradizione, il travestimento andava completato con il tabarro, un ampio mantello nero, e il tricorno, il copricapo a tre punte. Più particolare è invece la gnaga, che ricorda nella forma il muso di una gatta. Quest’ultima maschera era ampiamente utilizzata anche dagli uomini, che alteravano la loro voce per rendersi davvero irriconoscibili.

Le signore, infine, amavano indossare la moretta: una mascherina in prezioso velluto che si manteneva salda sul viso tenendola con un perno in bocca. Elegantissima sì, ma scomoda perché rendeva impossibile parlare. Il commediografo Carlo Goldoni, che nel Settecento ottenne grande fama con le sue opere ambientate a Venezia, contribuì alla diffusione di altre maschere tradizionali. Maschere che rappresentano gli stereotipi della società veneziana. Come il colorato Arlecchino, il servo imbroglione; Pantalone, il ricco avaro; o Colombina, la bella servetta.

Come si realizzano le maschere del Carnevale di Venezia

A Venezia esiste una lunghissima tradizione nella creazione di maschere di Carnevale. Si tratta di vere e proprie opere d’arte, alcune realizzate in esemplare unico. Questo antico mestiere prevede di usare semplicemente della cartapesta, strato dopo strato, da modellare su appositi stampi o sul soggetto che la indosserà. Le operazioni sono rigorosamente effettuate a mano.

Se si programma un viaggio a Venezia, perché non provare a crearne una? Si può infatti partecipare a un corso, con la guida di un istruttore esperto. Si potrà così imparare a decorare una maschera, apprendendo le antiche tecniche dei maestri veneziani e ascoltando aneddoti sul Carnevale. Alla fine dell’esperienza, la maschera rimarrà un bellissimo ricordo del soggiorno nella Serenissima!

Vivere il Carnevale di Venezia

Partecipare a una delle edizioni del Carnevale di Venezia è un’esperienza indimenticabile. Ci sono balli in residenze private e cene di gala che vanno prenotati con largo anticipo, così come gli spettacoli allestiti all’Arsenale. Anche per assistere alle sfilate e alle parate serve armarsi di pazienza e sapere che la folla, giustamente, è tanta. Per non perdere l’atmosfera del Carnevale, e invece carpirne l’essenza, è consigliabile partecipare a esperienze personalizzate e su misura. Ad esempio, per sentirsi un vero veneziano, si può prendere parte a una divertentissima caccia al tesoro in maschera per scoprire i segreti nascosti della città.

Utilizzando l’app sul proprio smartphone e seguendo una mappa dettagliata attraverso il labirinto degli stretti vicoli veneziani, si correrà da Piazzale Roma, attraversando il celebre Ponte di Rialto per raggiungere Piazza San Marco, il cuore del Carnevale di Venezia. Dopo aver seguito tutte le istruzioni del gioco, superando il famoso Ponte dei Sospiri si giunge alle prigioni di Palazzo Ducale, dove fu rinchiuso Casanova.

Chi invece preferisce meno adrenalina, può replicare lo stesso itinerario con un simpatico gioco da scaricare sul proprio smartphone come app. Si scopriranno, facilmente guidati dall’applicazione, tutti i luoghi simbolo del Carnevale di Venezia, compresa le botteghe storiche, e si imparerà a realizzare la propria maschera souvenir seguendo le antiche tradizioni.

Carnevale di Venezia, edizione 2023

Quest’anno il Carnevale di Venezia si terrà dal 4 al 21 febbraio, come riporta il programma ufficiale. Sarà una festa diffusa in campi, piazze, calli e strade della città con l’Arsenale ancora protagonista di un grande scenografico spettacolo sull’acqua e il ritorno delle parate dei carri mascherati in terraferma e nelle isole. Il titolo dell’edizione 2023, ispirato ai quattro simboli – terra, acqua, fuoco e aria – è  “Take your Time for the Original Signs”.

Come si legge sul programma ufficiale del 2023, “Per circa venti giorni, Venezia si fa teatro a cielo aperto e scenario diffuso e ideale dove ogni linguaggio e forma artistica sono ammessi. Un’edizione che vede ancora una volta la firma del Direttore Artistico e scenografo del Teatro La Fenice Massimo Checchetto. Stravolgimento irriverente e giocoso delle convenzioni: il tema dell’edizione 2023 si ispira ai segni delle costellazioni e a quei simboli originali che contraddistinguono il Carnevale veneziano e in questa atmosfera festosa e ancestrale parte l’invito a partecipare tutti insieme al grande e fantastico ‘Zodiaco’ di originalità ed estro del Carnevale più famoso al mondo, ricercando il proprio segno originale in totale libertà di espressione creativa, come manifestazione di identità e affermazione di sé”.

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Molto più di una mostra: Londra apre le porte del paradiso

Organizzare un viaggio a Londra, in ogni periodo dell’anno e in tutte le stagioni, è sempre un’ottima idea. La capitale dell’Inghilterra e del Regno Unito, infatti, è una città fervente e dinamica che non smette mai di incantare con quel ricchissimo patrimonio artistico, storico e culturale che gli appartiene.

Le cose da fare e da vedere qui sono tantissime, a partire dal Big Ben, l’iconica torre dell’orologio, passando per l’abbazia di Westminster e l’imponente Palazzo del Parlamento, e proseguendo per il Tamigi e la ruota panoramica London Eye.

Tuttavia, adesso, c’è un motivo in più per raggiungere la cosmopolita città inglese, ed è dato dall’inaugurazione di un’esposizione davvero sorprendente. Molto più di una mostra, Heaven’s Gate è una vera e propria esperienza immersiva che apre le porte del paradiso.

Londra apre le porte al paradiso

Se avete in mente di organizzare un viaggio a Londra questo inverno, allora non potete non inserire nel vostro itinerario anche una visita all’Outernet. Situato nel West End di Londra, questo quartiere interattivo è diventato un vero e proprio punto di riferimento per tutti gli appassionati di tecnologia. Non è solo un’area adibita al divertimento e all’intrattenimento, ma si tratta del più grande spazio espositivo digitale in Europa che ospita i più grandi schermi a LED del mondo.

Schermi di altezze maestose e tunnel esclusivamente di luci a LED diventano così gli strumenti per raccontare, comunicare e condividere l’arte attraverso l’utilizzo della tecnologia. Ed è quello che sta succedendo anche adesso, in occasione dell’inaugurazione dell’opera d’arte immersiva e tridimensionale creata proprio da un artista italiano.

Il suo nome è Heaven’s Gate, ed è l’esibizione che porta la firma di Marco Brambilla. Un capolavoro visivo, immersivo e tridimensionale che viene proiettato, per la prima volta in Europa, proprio negli spazi dell’Outernet di Londra. Molto più di un’esposizione digitale, ma una vera e propria esperienza sensoriale e totale che consente agli ospiti di entrare, idealmente, in un paradiso.

Heaven's Gate

Fonte: Getty Images

Heaven’s Gate, l’arte visiva, immersiva e tridimensionale di Marco Brambilla

Heaven’s Gate, la mostra immersiva di Marco Brambilla

È un capolavoro monumentale, digitale e sensoriale, quello che sta illuminando l’inverno della capitale del Regno Unito e gli spazi dell’Outernet di Londra. Dal 22 gennaio, e fino al 26 febbraio, l’opera dell’artista Marco Brambilla spalancherà le porte del cielo per garantire un accesso a cittadini e viaggiatori che giungeranno nel West End.

Creata come un’esperienza di virtual reality, l’opera si snoda verso l’alto grazie alla presenza di schermi da 16 k che occupano quattro piani dell’edificio. Le proiezioni sono intense, nitide ed emozionali, e rappresentano le ambientazioni tipiche della fabbrica dei sogni di Hollywood. Le immagini sono sontuose e opulenti, ma si tratta di una versione satirica di quelle stesse ambientazioni, che sono così belle, cariche e sature che diventano impossibili da sostenere.

L’opera prende vita all’interno degli spazi attraverso un video collage che presenta psichedeliche e iper saturate che raccontano i momenti iconici della storia del cinema, che salgono verso l’alto e in più livelli, restituendo una sensazione di vertigine e smarrimento e che offre, al contempo, una visione suggestiva e seducente.

Heaven’s Gate, come abbiamo anticipato, è stata inaugurata negli spazi dell’Outernet di Londra e sarà visitabile fine al 26 febbraio.

Heaven's Gate

Fonte: Getty Images

Heaven’s Gate, l’esperienza immersiva all’Outernet di Londra
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Cosa vedere a Bergamo, Capitale Italiana della Cultura 2023

Il 2023 è l’anno in cui bisogna assolutamente visitare Bergamo, nominata Capitale italiana della Cultura, insieme a Brescia. Con un patrimonio storico e artistico incredibile, monumenti e attrazioni di ogni tipo, “la Città dei Mille” è la destinazione perfetta dove trascorrere un weekend ricco di eventi speciali, che portano anche alla scoperta di luoghi inediti. Ecco cosa fare e vedere assolutamente.

Musica e arte: gli eventi da non perdere a Bergamo

Dopo avervi parlato degli eventi imperdibili a Brescia, eccoci a Bergamo, legata a doppio filo alla “Leonessa d’Italia” da una comune visione che è alla base del concept della Città Illuminata, dove la cultura diventa strumento inclusivo e di potenziamento per rilanciare e rigenerare le comunità. Nel secondo weekend di inaugurazione della Capitale, la musica sarà protagonista della tre giorni “La città in festa”, insieme ad una serie di splendide iniziative e all’avvio del programma “family friendly”, il primo nella storia delle Capitali italiane della Cultura dedicato in particolare alle famiglie e agli spettatori più giovani.

Il 28 e 29 gennaio, musica e arte si fondono nella rassegna “Unexpected Jazz”, concerti jazz “in luoghi che non ti aspetti”, che si terranno in location d’eccezione di Città Bassa, poco note o normalmente non destinate ad eventi musicali, tra cui Sala degli Specchi di Palazzo Frizzoni, ex Diurno in piazza Dante, Chiesa del Monastero Matris Domini di via Locatelli, Chiesa del Monastero di San Benedetto in via Sant’Alessandro. Città Alta è, invece, il palcoscenico di “ImprovvisAzioni – Azioni Improvvise. Teatro Sociale in musica”, il format che prevede l’apertura del teatro con ingresso gratuito per un intero pomeriggio. Per chi ama le sorprese, ci sono i concerti “Sofar Sounds”, movimento di concerti segreti nato a Londra nel 2009, che organizza per l’occasione un evento musicale in un luogo segreto, che verrà comunicato solo a chi iscriverà alla serata.

Tra musei e biblioteche

All’Accademia Carrara fervono i lavori di rinnovamento, in vista della grande riapertura del 28 gennaio, quando verrà inaugurata la mostra “Cecco del Caravaggio. L’Allievo Modello”, allestita fino al 4 giugno. L’aggiornamento del museo, in occasione di Bergamo Brescia Capitali della Cultura, ha tra gli obiettivi non solo conservazione, studio, ricerca, promozione e divulgazione, ma anche maggiore flessibilità e attrattività, grazie a nuove idee e a un importante investimento economico in un’ottica di sostenibilità e proiezione verso il futuro.

Da cogliere al volo anche l’occasione di una visita al Museo di Scienze Naturali e al Museo e Tesoro della Cattedrale, che continueranno la loro partecipazione alle giornate inaugurali mantenendo l’ingresso gratuito sia sabato 28 che domenica 29, comprese alcune visite guidate. Ai musei istituzionali si affiancano nuove mostre inaugurate per l’occasione, come il nuovo e affascinante spazio espositivo Cordani in via Moroni, dedicato al lavoro di Gianriccardo Piccoli, e la mostra “Fiberstorming” all’Ex Ateneo, che racconta il meglio dell’arte tessile, con una particolare attenzione a giovani artisti bergamaschi.

Particolarmente interessante anche la programmazione del Sistema Bibliotecario Urbano, che sabato 28 gennaio propone la giornata “Porte Aperte”, con tante attività dedicate a bambini e bambine in tutte le biblioteche dei quartieri. È, inoltre prevista un’apertura pomeridiana straordinaria della Biblioteca Galizzi di Loreto, molto amata dai più piccoli, mentre la Biblioteca Civica “Angelo Mai” guiderà il pubblico affezionato in un itinerario tra i tesori di Palazzo Nuovo.

Andare alla scoperta dei maestri artigiani bergamaschi

Tra le novità da non perdere a Bergamo c’è la possibilità di conoscere da vicino l’artigianato artistico bergamasco. Nelle giornate inaugurali della Capitale Italiana della Cultura si propone, infatti, una selezione delle botteghe artigiane della città,  dall’oreficeria alla ceramica, dalla liuteria al mosaico, dalla sartoria al restauro del metallo, fino all’ebanisteria. Il percorso di visita è libero e offre la possibilità di recarsi direttamente negli atelier per conoscere i maestri artigiani, ammirare i loro prodotti e scoprire tutti i segreti del loro lavoro. La piattaforma Wellmade, progetto digitale della Fondazione Cologni dei Mestieri d’Arte, mette a disposizione un sito e una app per intercettare i migliori artigiani in Italia e creare itinerari personalizzati per visitare le botteghe più interessanti.

Divertirsi con le creazioni artistiche del Théâtre de la Toupine

Durante la tre giorni “La città in festa”, il programma dedicato alle giornate inaugurali della Capitale Italiana della Cultura, approderanno a Bergamo le creazioni artistiche del Théâtre de la Toupine. Vere e proprie sculture realizzate con oggetti bizzarri, legno recuperato dai fiumi e materiali eterogenei, collocate in Piazza Dante e in due parchi cittadini, che potranno essere utilizzate dai bambini come vere giostrine da parco e prendere vita grazie all’interazione del pubblico adulto. Magiche sculture ecologiche, giochi ambulanti, macchine teatrali e curiosità vaganti per il divertimento dei piccoli e degli adulti.

Il primo programma dedicato alle famiglie

Tante e inedite le iniziative dedicate alle famiglie. Nel weekend del 27 e 29 gennaio si accenderanno i riflettori su “Che spettacolo il 2023!”, il primo programma ‘family friendly’ di una Capitale Italiana della Cultura, un progetto nato dalla co-progettazione fra gli enti dei due territori che si occupano di teatro ragazzi e gli Assessorati alla Cultura di Bergamo e di Brescia, che propone un calendario ricchissimo e multiforme, in cui sono raccolte tutte le attività dedicate ai più piccoli, tra teatro, lettura, cinema, storia, scienza. Con uno sguardo alle nuove generazioni, la Capitale 2023 dedica un palinsesto che prevede una selezione di spettacoli ed eventi dedicati agli spettatori che inizieranno la loro vita culturale proprio con BGBS2023. Un’offerta che si distingue per l’appeal internazionale e darà vita al Passaporto culturale della Capitale, uno strumento che mira a raggiungere le nuove genreazioni con un supporto digitale e analogico.

Effetto Capitale Italiana della Cultura: boom di prenotazioni

Stando a quanto riporta Airbnb, cresce la ricerca di alloggi a Bergamo per il 2023, quasi duplicata rispetto allo scorso anno, con picchi nei primi giorni di gennaio e nel primo weekend di aprile. Per le due città designate per la prima volta insieme Capitali Italiane della Cultura, la parola d’ordine dei prossimi dodici mesi è la valorizzazione della storia e del patrimonio artistico per incentivare l’incremento del turismo culturale. Per quanto riguarda gli arrivi, a prevalere è il turismo domestico, mentre i dati raccontano come brasiliani e americani si posizionano al secondo e terzo posto nella top 5 dei viaggiatori che stanno valutando un soggiorno, seguiti a livello europeo da tedeschi e francesi.

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Cosa vedere a Brescia, capitale italiana della cultura 2023

Alla scoperta di Brescia come non l’avete mai vista, Capitale italiana della cultura 2023 insieme a Bergamo, per un anno intenso, ricco di eventi, di iniziative, di arte, di musica e di bellezza.

La “Leonessa d’Italia” possiede un ricco patrimonio materiale e immateriale che si svela nell’antica Brixia Romana, lungo i suggestivi percorsi museali e monumentali, e che dà, per l’occasione, il meglio di sé negli innumerevoli appuntamenti di livello nazionale e internazionale che vedono protagonisti la musica, l’opera, il teatro, la scienza, la luce, il cinema e il paesaggio.

12 mesi di arte e cultura

L’ambito riconoscimento offre a Brescia l’occasione per rilanciarsi e mostrare, ancora una volta, lo splendido patrimonio museale che la caratterizza.

Per l’anno in corso, la Fondazione Brescia Musei ha predisposto un fitto palinsesto pronto a conquistare il pubblico a partire dalla riapertura (dopo un lungo periodo di chiusura) del Museo del Risorgimento che avrà il nome di “Museo del Risorgimento della Leonessa d’Italia“, rinnovato grazie a un progetto di recupero e valorizzazione del simbolico edificio che lo ospita, il Castello arroccato sul colle Cidneo a ridosso del centro storico.

Il nuovo allestimento, interattivo e immersivo, consentirà al visitatore di ripercorrere da protagonista i moti patriottici che hanno portato all’Unità d’Italia e scoprire le tendenze figurative e artistiche del XIX attraverso dipinti, stampe, ceramiche, sculture, carte geografiche e ritratti.

Palazzo Martinengo, nobile palazzo seicentesco all’incrocio tra Via dei Musei e Piazza del Foro, accoglierà invece i capolavori dei più importanti maestri dell’arte attivi tra il Cinquecento e il Settecento a Brescia e Bergamo con la mostra “Lotto, Romanino, Moretto, Ceruti. I campioni della pittura a Brescia e Bergamo(dal 21 gennaio all’11 giugno).
Un modo per mettere in dialogo la produzione artistica e la cultura espressa dalle due città durante il periodo di dominazione veneziana.

Il principale museo di Brescia, il Museo di Santa Giulia, collocato all’interno del Monastero di Santa Giulia lungo l’antico decumano massimo della Brixia romana, sarà protagonista di “Miseria e Nobiltà“(dal 14 febbraio al 28 maggio), la mostra dedicata a Giacomo Ceruti, importante esponente della “pittura di realtà” che gli valse l’appellativo di “Pitochetto” per i soggetti ritratti: vagabondi, poveri, contadini e reietti.

Ma non è tutto.

Il celebre Museo sarà teatro anche del progetto espositivo “Foodprint: la dieta mediterranea oggi” (dal 10 gennaio al 23 febbraio), della mostra “Luce della Montagna” (dal 21 marzo al 23 luglio), la più significativa mai realizzata sul mondo delle cime, grazie al lavoro di tre maestri della fotografia del Novecento e di uno contemporaneo, Ansel Adams, Martin Chambi, Vittorio Sella, Axel Hütte, e la mostra fotografica LaChapelle per Ceruti (dal 14 febbraio al 10 novembre), curata da Denis Curti.

Dal 14 luglio al 29 ottobre, sarà poi la volta della mostra “Cinema Mattotti“, incentrata sul noto illustratore Lorenzo Mattotti, originario di Brescia, mentre, nell’ambito del Festival della Pace, dal 10 novembre al 28 gennaio 2024 sarà possibile ammirare la collettiva “Arte e Diritti” sulle questioni urgenti della nostra epoca.

Il Parco Archeologico di Brixia Romana, percorso archeologico tra i più rilevanti d’Italia, Patrimonio UNESCO, ospiterà invece il progetto Brixia sposa Plessi (dal 9 giugno al 7 gennaio 2024) con monumentali digital walls, videoproiezioni e installazioni digitali del maestro della video arte Fabrizio Plessi.

Ancora, il Castello, uno dei più incantevoli complessi fortificati d’Italia da cui si gode di un panorama mozzafiato, dal 19 maggio al 7 gennaio 2024, sarà cornice per la mostra a cielo aperto dello scultore contemporaneo Davide Rivalta.

La musica e il teatro, grandi protagonisti

Oltre all’arte, saranno protagonisti assoluti della Capitale della Cultura 2023 anche la musica e il teatro, da ascoltare e vivere nei luoghi simbolo della città e in location esclusive.

Sabato 24 giugno andrà in scena il Festa della Musica di Brescia, la più importante d’Italia, con una coinvolgente carrellata di esibizioni e concerti dal jazz al rock, dal pop alla musica classica, dal funky all’etno passando per l’elettronica, il folk, la musica da banda e il soul.

E siamo solo all’inizio: per un anno in musica, vi sarà il Festival Pianistico Internazionale di Brescia e Bergamo, la Grande Notte del Jazz di Brescia (il 25 febbraio con un’anteprima il 24 febbraio) e la Festa dell’Opera della Fondazione Teatro Grande di Brescia che, il 9 e il 10 giugno, allieterà più di 50 luoghi della città con recital, concerti, spettacoli, improvvisazioni e incontri: le voci di oltre 250 artisti saranno accolte anche in chiese, scuole, esercizi commerciali, luoghi di cura, case private.

Per quanto riguarda il teatro, il Centro Teatrale Bresciano ha ideato uno spettacolo itinerante di teatro diffuso “Le città invisibili” di ispirazione calviniana nei punti più affascinanti della città; i luoghi della Brescia Romana saranno invece il palcoscenico per la stagione del Teatro Romano che, durante l’estate, si sposterà nel Viridarium, bellissimo giardino accanto alle domus d’Ortaglia.

Il trionfo della luce

Durante le ore notturne, sarà la manifestazione “Light is Life” ad animare Brescia (e Bergamo) trasformandola in una favolosa galleria d’arte a cielo aperto, dal 10 al 19 febbraio: l’inaugurazione avverrà il 10 febbraio nella scenografica Piazza della Loggia dove verrà installato un incredibile 3D mapping che animerà il Palazzo della Loggia per tutta la durata dell’evento.

I tesori della città verranno, così, valorizzati da installazioni e opere di arte urbana ideate da importanti artisti di livello internazionale.

Presso il Castello, fulcro della manifestazione, si snoderà un percorso onirico con 14 installazioni per un trionfo di colori e luci: tra le opere da segnalare spiccano “Remembering a Brave New World“, installazione site-specific in technicolor di Chila Kumari Burman, il progetto corale degli studenti delle Accademie d’Arte delle città – SantaGiulia e LABA sul tema del Risorgimento “Storie di luce”,  “Hello Goodbye”, il saluto a chi è in partenza e chi in arrivo di Marco Lodola, e “Big ballerina” e “Run Beyond“, realizzate da Angelo Bonello.

L’artista di fama internazionale Bonello presenterà anche, al Capitolium (il tempio romano di Via dei Musei), l’opera di luce “Vittoria Trasfigurata“, scultura ispirata alla celebre Vittoria Alata e rivisitata in chiave contemporanea per un felice contrasto con le architetture classiche della Brixia Romana.

Infine, la luce farà risplendere anche la torre azzurra cangiante del Termoutilizzatore di A2A: durante il festival, la torre sarà illuminata e avrà sulla cima uno skylaser puntato in direzione del Castello.