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Varzi, un tuffo nel medioevo, nel cuore dell’Oltrepò Pavese

È un tuffo nel passato quello che si compie visitando Varzi, raccolto e grazioso borgo dell’Oltrepò Pavese nel cuore della Valle Staffora, incastonata tra Emilia Romagna, Piemonte e Liguria.

Lungo il corso del torrente da cui la valle prende il nome, il quieto borgo collinare è custode di ben otto secoli di storia tra fortificazioni, muri in pietra, architettura medievale ed elementi rinascimentali e barocchi.

A circa un’ora d’auto da Pavia e a 90 chilometri da Milano, è la meta perfetta per lasciarsi alle spalle la caotica città e ritagliarsi del tempo di qualità per riscoprire un contatto autentico con il territorio: qui passa anche l’antica Via del Sale che è percorribile praticando trekking in varie tappe fino a Genova.

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Centro storico di Varzi

Le meraviglie del centro storico di Varzi

Una visita a Varzi non può prescindere dal pittoresco centro storico cui, in epoca medievale, si accedeva da due porte vegliate da torri: la Torre di Porta Soprana e la Torre di Porta Sottana, costruite a scopo difensivo nel 1275.

Le strette vie e i vicoli lastricati sono fiancheggiati da case in pietra e dai caratteristici portici, tratto distintivo di Varzi, che assomigliano a gallerie: davvero suggestiva è Via del Mercato dalla doppia fila di portici risalenti tra il XIV e il XVI secolo.
Sede in passato del mercato settimanale e via di passaggio delle carovane del sale, oggi ospita negozietti di prodotti tipici tra cui segnalare un’eccellenza locale, il salame Varzi DOP.

Da scoprire sono poi Via Roma, che ospitava il mercato della settimana decenni fa, Via della Maiolica, al confine del muro difensivo, Vico Dietro le Mura, “tunnel” al di sopra del muro di difesa di epoca medievale, e Via di dentro, l’arteria principale da cui partono tutte le vie minori.

Cuore pulsante di Varzi è Piazza della Fiera, su cui si affacciano svariati locali che propongono le bontà della cucina locale e i giardini pubblici dove sostare all’ombra per una pausa rigenerante.

Infine, degne di nota sono la Chiesa dei Rossi con accanto l’ospizio per pellegrini, la Chiesa dei Bianchi del 1646, unica nel suo genere grazie all’interno a forma di quadrifoglio, e la Chiesa dei Cappuccini, edificata alla fine del XII secolo ed esempio di architettura romanica.

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Scorcio del centro di Varzi

Il magnifico Castello e le attrattive “fuori le mura”

Non si può lasciare Varzi senza aver ammirato il Castello dei Malaspina e l’annessa Torre delle Streghe che svetta sul borgo dal XIII secolo: dopo una salita di 130 gradini si gode di un panorama straordinario sull’abitato, le antiche mura, le case in pietra e le colline tutt’intorno.

Nella Torre, costruita per volere dei Malaspina, vennero rinchiuse venticinque donne e alcuni uomini accusati di stregoneria durante l’Inquisizione: da qui il soprannome.

In frazione Cella, invece, da non perdere è il Tempio della Fraternità, monumento custode dei cimeli delle varie guerre, edificato per lanciare un messaggio di pace.

Abbracciato da un rilassante paesaggio collinare, il borgo è punto di partenza ideale per passeggiate nella natura come il sentiero, adatto a tutti, che porta alla Casa del Partigiano, arroccata sul promontorio dove il partigiano Primula Rossa prese il comando per liberare Varzi.

Tra boschi di castagni e lungo il corso del torrente Staffora, c’è davvero l’imbarazzo della scelta per immergersi in un clima di serenità e relax.

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Varzi e la sua campagna

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Anche in Italia ci sono le piramidi: viaggio nel mistero

Quando si parla di piramidi, il pensiero vola subito all’Egitto: è qui, nella splendida Valle del Nilo, che si trovano alcuni dei più grandi (e magici) capolavori dell’umanità. Eppure, per vivere questa magia non c’è bisogno di andare molto lontano. Sebbene in molti non lo sappiano, anche l’Italia ha le sue piramidi. Scopriamo quali sono, in un viaggio all’insegna del mistero.

Piramidi d’Italia, dove si trovano

Le tre celebri Piramidi di Giza hanno sempre rappresentato un grande mistero su cui sono state fatte decine di ipotesi. Ma sono ancora tra le più suggestive meraviglie in grado di incantare milioni di persone provenienti da ogni angolo del mondo. E se vi dicessimo che tre piramidi del genere sono esistite (e in alcuni casi ancora esistono) anche in Italia? Sono quelle di Montevecchia, individuate solamente nel 2001 nel cuore del Parco del Curone, durante una ricognizione aerea. Insomma, a pochi chilometri da Milano possiamo ammirare uno spettacolo unico – o quasi – al mondo.

Si tratta di tre colline piramidali, rimaste per secoli nascoste da una fitta vegetazione, ma ora riemerse in tutta la loro bellezza. Costruite a gradoni, sono state modellate nella roccia calcarea, così caratteristica della zona. Sulla loro natura aleggia ancora il mistero: è possibile che siano nate per motivi astronomici e sacrali. E, sebbene nelle dimensioni siano diverse dalle Piramidi di Giza, ne mantengono la disposizione e l’orientamento astronomico: proprio come le “sorelle” più famose, sono perfettamente allineate con le tre stelle della cintura di Orione.

Ma le piramidi di Montevecchia non sono le uniche rinvenute nel nostro Paese. Una abbastanza conosciuta è quella situata a Roma, tra le Mura Aureliane e Porta San Paolo: secondo quanto emerso da un’iscrizione, sarebbe stata costruita come mausoleo per un prestigioso membro di un antico collegio religioso. E anche in questo caso vi sarebbero state due piramidi vicine, che sarebbero però andate distrutte nel corso dei secoli. Altre tre colline a forma piramidale sono state rinvenute a Cividale del Friuli – e sì, anche queste sono allineate con la cintura di Orione.

Il mistero delle piramidi italiane

Tante, e sparse in tutta Italia, sono le piramidi che possiamo ammirare senza dover lasciare il nostro Paese. Ad esempio, alle pendici dell’Etna sono state trovate tante piccole costruzioni a gradoni, lavorate con pietra lavica e poggianti su base quadrata o rettangolare. Impossibile carpire il loro significato, almeno per il momento. E che dire di quelle emerse in Sardegna? Presso Monte d’Accodi gli studiosi ne hanno individuata una simile a quelle mesopotamiche, risalente probabilmente a circa 4000 anni fa. Mentre nel Sinis c’è persino una statua che ricorderebbe la Sfinge della piana di Giza.

Nel Mugello, sono invece state trovate le piramidi di Pontassieve: anche in questo caso sono tre costruzioni simili a quelle egiziane. Mentre in Emilia Romagna è emersa la piramide di Vessallo, di circa 40 metri d’altezza: nei suoi pressi vi sono anche diversi fossili. Da Nord a Sud, tutta la nostra penisola è disseminata di splendide piramidi. E su di loro aleggia il mistero più assoluto. Per questo motivo continuano ad essere studiate, nella speranza di poterne carpire i segreti.

Piramide Roma

La piramide di Roma

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Ripartono i treni storici del Lazio sulla linea ferroviaria Roma – Velletri

Dopo un lungo stop causato dall’emergenza sanitaria, domenica 27 febbraio i treni storici della Fondazione FS torneranno sui binari del Lazio. Un’iniziativa promossa dalla Fondazione Museo Luigi Magni e Lucia Mirisola, dall’Associazione “A Passi Ferrati”, dall’Associazione Dopolavoro Ferroviario di Roma con il patrocinio di numerosi enti ed associazioni del territorio.

Il treno storico, rievocativo del viaggio inaugurale sulla ferrovia voluta dal Papa Pio IX, è composto da carrozze del tipo “Centoporte” e “Corbellini” e trainato da locomotiva diesel in livrea storica.

Le fermate del treno storico Roma – Velletri

Sarà possibile salirvi a bordo dalla stazione di Roma Termini alle ore 9.20 del 27 febbraio. Sono previste, inoltre, alcune fermate intermedie. La prima è Santa Maria delle Mole (9:41), una frazione del comune di Marino, in provincia di Roma, nell’area dei Castelli Romani. Si distingue per essere un abitato di recente e progressiva urbanizzazione e anche in continua crescita.

Un’altra fermata è prevista a Cecchina (10:02), anch’esso un paese di recente sviluppo urbanistico incluso nell’area dei Castelli Romani. Una vera sorpresa poiché la parte più antica dell’abitato è adagiata a quota 237 metri s.l.m. sul versante occidentale dell’antico cratere vulcanico prosciugato di Vallericcia.

Poi Lanuvio (10:10), un vero e proprio mix perfetto di archeologia e natura. Un paese che possiede un ricco patrimonio archeologico e rigogliosi vigneti che fanno da mura naturali. Subito dopo San Gennaro (10:16), mentre l’arrivo è previsto a Velletri alle ore 10.25. Velletri è il comune più popoloso e con l’estensione territoriale maggiore dei Castelli Romani. Vanta origini molto antiche. Basti pensare che era territorio dei Volsci e che già in epoca romana ebbe una grande importanza, tanto da poter trattare alla pari con Roma. Oggi è uno dei centri più vivi della provincia, economicamente e culturalmente.

Giunti a destinazione, dopo il saluto delle autorità locali, è in programma la presentazione del progetto relativo ai lavori di recupero e riqualificazione della stazione di Velletri. I viaggiatori, a seguito dell’evento, avranno tempo libero a disposizione per un pranzo presso ristoranti convenzionati e, nel primo pomeriggio, una visita del centro cittadino.

Alle ore 17:25 è in programma la ripartenza del treno storico da Velletri per Roma con arrivo alla stazione Termini, previsto per le ore 18:29.

Come prenotare i biglietti per il treno Roma – Velletri

Per prenotare i biglietti per viaggiare a bordo del treno storico “Roma – Velletri”, basta inviare una mail al Dopolavoro Ferroviario di Velletri al seguente indirizzo: trenostoricovelletriroma2022@gmail.com indicando nome, cognome e numero di posti richiesti. Ulteriori informazioni si possono avere contattando il numero di telefono 366 4484595. Il costo è di 48 euro a biglietto per gli adulti, e 20 euro per i ragazzi dai 12 ai 18 anni.

Vi ricordiamo, infine, che per viaggiare a bordo dei treni storici è obbligatorio il possesso di Green Pass Rafforzato valido, ad esclusione dei minori di 12 anni e dei soggetti esenti. Ciò vuol dire che sarà possibile vivere questa esperienza sole se vaccinati a guariti dal Covid-19. Inoltre, è obbligatorio indossare mascherina di tipo FFP2 o superiore per la protezione del naso e della bocca.

Non resta che provare a prenotare un biglietto e concedersi un vero e proprio viaggio nel tempo.

Velletri treno

Un angolo di Velletri

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Questo treno con la locomotiva a vapore attraversa paesaggi iconici

Il Treno Natura che sta per partire attraversa uno dei paesaggi più iconici d’Italia: la Val d’Orcia. Dal 2014, questa valle toscana è tutelata dall’Unesco come Patrimonio Mondiale dell’Umanità. E un viaggio a bordo di questo treno è un’esperienza unica.

Si viaggia a bordo di un treno a vapore che percorre una suggestiva linea ferroviaria, chiusa all’esercizio ordinario nel 1996 e mantenuta in vita come linea a esclusivo uso turistico fino ai nostri giorni. Oggi, la Ferrovia della Val d’Orcia, con i suoi 51,2 chilometri che collegano le province di Siena (Asciano) e Grosseto (Monte Antico), rappresenta il miglior modo per trascorrere una giornata nel cuore più autentico della Toscana e provare un’esperienza di viaggio “slow”.

Salire a bordo del Treno Natura significa viaggiare all’insegna della storia e delle tradizioni gastronomiche, da Siena attraversando il cuore di questo spettacolare territorio che offre infinite attrattività turistiche, tra incantevoli borghi medievali, luoghi da visitare e percorsi di turismo esperienziale.

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L’iconica Val d’Orcia, in Toscana

L’itinerario del Treno Natura

Tante sono le attrattive turistiche in poco più di 50 km. Il percorso a bordo del treno d’epoca ha origine a Siena, “Città del Palio”, a bordo delle antiche carrozze “Centoporte”, trainate da locomotive a vapore finemente restaurate dalla Fondazione FS. La prima stazione che s’incrocia è quella del borgo trecentesco di Buonconvento, da cui è facilmente raggiungibile San Quirico d’Orcia, punto di partenza di una delle tappe più belle e suggestive della Via Francigena, la famosa via di pellegrinaggio che parte a Canterbury e arriva fino a Roma. Siamo immersi tra distese di grano, vigneti e campi di girasoli, in uno scenario di impareggiabile bellezza che si apre a borghi antichi abbarbicati sulle colline e distese pianeggianti dai colori uniformi.

Il tragitto continua piegando verso Sud-Ovest dove, da Monte Antico, inizia il viaggio lungo la ferrovia storica e, costeggiando la linea del fiume Ombrone, si giunge a Monte Amiata. A pochi chilometri dalla stazione, si trova la splendida Abbazia di Sant’Antimo, un complesso monastico il cui primo nucleo risale all’VIII secolo, uno degli esempi più importanti del romanico toscano. Proseguendo per alcuni chilometri, attraversando i vigneti del rinomato Brunello, è possibile raggiungere in bus Montalcino, piccolo gioiello medievale che s’affaccia sul panorama spettacolare delle crete senesi e delle colline maremmane.

Montalcino

Panorama di Montalcino

Risalendo verso Siena, s’incrocia la stazione di Torrenieri, anch’essa collegata da bus di linea a San Quirico d’Orcia, ma dalla quale sono anche facilmente raggiungibili altre meraviglie toscane, come il complesso termale della frazione Bagno Vignoni, con la sua vasca rettangolare di origine cinquecentesca, e Castiglione d’Orcia, il cui centro abitato sorge ai piedi della suggestiva Rocca degli Aldobrandeschi.

Da Torrenieri a Trequanda si risale la valle del torrente Asso, per rimmergersi in un panorama che, tra gallerie e viadotti, attraversa calanchi e paesaggi collinari aspri e arriva ad Asciano, l’antico borgo di origini etrusche, dove termina il tratto lungo la ferrovia storica.

La piazza termale di Bagno Vignoni

La famosa piazza termale di Bagno Vignoni

Quando parte il Treno Natura

Il Treno Natura della Toscana percorre diversi itinerari a seconda della data di partenza. Quello del 27 marzo è il “Treno Natura: il tartufo marzolo” che, da Siena, arriva a S. Giovanni d’Asso, attraversando la Valle dell’Arbia e la valle dell’Ombrone. Dopo aver attraversato il Parco della Val d’Orcia, le zone del Brunello di Montalcino e le Crete Senesi, il convoglio sosterà alla stazione di San Giovanni d’Asso. I viaggiatori potranno fare visita al castello, dove per l’occasione si svolgerà la mostra “Mercato del Tartufo”. Nelle vie del paese saranno allestiti dei mercatini con prodotti tipici dell’artigianato locale accompagnati da spettacoli itineranti.

Il 18 aprile partirà il “Treno Natura: fiera regionale antiquaria” che, sempre da Siena, arriva a Buonconvento. Dopo aver attraversato le Crete Senesi, il Parco della Val d’Orcia e le zone del Brunello di Montalcino, il convoglio sosterà alla stazione di Buonconvento, un piccolo paese fortificato che sorge lungo l’antica Via Francigena. Sarà possibile visitare la Fiera regionale dell’antiquariato, attraverso le vie del borgo, ma anche i musei cittadini. In alternativa, su prenotazione, i viaggiatori potranno partecipare a un trekking.

Il 23 aprile si potrà salire a bordo del “Treno Natura: festa del vino” che giunge a Torrenieri e a S. Quirico d’Orcia, dove i passeggeri del treno storico potranno partecipare alla festa dedicata al nettare degli dèi.

Invece, il 25 aprile partirà il “Treno Natura: primavera in Val d’Orcia” alla volta di Torrenieri e poi, in pullman, di Castiglione d’Orcia. Nel centro cittadino sarà possibile gustare i prodotti tipici della gastronomia locale e visitare il mercatino di prodotti locali e intrattenersi con la musica degli artisti di strada.

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La fortezza di Castiglione d’Orcia

Cosa sapere prima di partire

Per viaggiare a bordo dei treni storici è obbligatorio essere il possesso di Green Pass Rafforzato valido, a esclusione dei minori di 12 anni e dei soggetti esenti. È obbligatorio indossare la mascherina di tipo FFP2 o superiore per la protezione del naso e della bocca. La violazione di tali obblighi comporta l’intervento delle forze dell’ordine e l’interruzione del servizio alla prima stazione utile.

A seguito delle disposizioni emanate dalle autorità competenti, al fine di massimizzare la tutela della salute di viaggiatori e dipendenti, la Fondazione FS ha attivato misure e iniziative in materia di prevenzione della diffusione del Coronavirus. In particolare, sono state potenziate le attività di sanificazione e disinfezione dei treni, sono stati installati a bordo dei treni dispenser di disinfettante per le mani ed è stato introdotto un nuovo criterio di prenotazione dei posti a bordo che garantisce il rispetto delle distanze di sicurezza prescritte dalle autorità sanitarie.