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Da Milano alle Maldive in business con volo extra lusso

Nelle scorse ore ha visto la luce una nuova compagnia aerea extra lusso che collegherà Milano Malpensa con le Maldive, la prima compagnia aerea leisure premium del mondo.

Il volo inaugurale è previsto per la fine di marzo 2024 e i biglietti saranno acquistabili già da novembre di quest’anno. Secondo quanto riportato dalle agenzie, il direttore commerciale di Beond, Sascha Feuerherd, ha dichiarato come “C’è una forte domanda da Milano alle Maldive per il servizio premium offerto da Beond. I milanesi più esigenti apprezzeranno l’esperienza di Beond e intendiamo superare ogni aspettativa dei nostri clienti dal momento in cui prenotano con noi. Siamo grati per il supporto che abbiamo ricevuto dall’aeroporto di Milano-Malpensa e non vediamo l’ora di una potenziale espansione in altre città in Italia, a tempo debito“.

Beond, only business class da Milano a Malè

Beond, che si presenta come una startup, è nata con l’obiettivo di apportare un cambiamento rivoluzionario nel settore, proponendo servizi di lusso che possano davvero rendere il viaggio unico, confortevole e indimenticabile.

Non a caso, Tero Taskila, Ceo e uno dei tre fondatori, ha sottolineato come la compagnia desideri “far volare i nostri clienti verso le destinazioni più uniche e incontaminate dove possano liberare il loro esploratore interiore nella vacanza più memorabile della loro vita”.

Il prezzo di partenza dei biglietti va da 4000 euro andata e ritorno con 44 posti disponibili e la sola business class dotata di sedili in pelle che si trasformano in letti per garantire assoluta comodità durante le ore di volo.
In più, i passeggeri potranno viaggiare “larghi e comodi” dato che le file sono composte da soli due sedili a destra e due a sinistra.

Ma non è ovviamente tutto: i pasti preparati da chef stellati con ingredienti freschissimi e di elevata qualità, verranno serviti in “pregiate porcellane con delicati motivi in filigrana dorata” realizzate in collaborazione con il marchio inglese William Edwards.
Si tratterà di specialità internazionali, del Paese di partenza oppure di quello di arrivo, per venire incontro a tutti i gusti e le preferenze.

E se il volo promette di essere un’esperienza senza eguali, i tratti distintivi di Beond si faranno notare già a terra, ancora prima della partenza: infatti, è previsto anche il servizio di trasferimento con autista da casa a Milano Malpensa e l’attesa all’aeroporto avviene nella lounge per rilassarsi e vivere il pre imbarco in tutta tranquillità.

A disposizione dei viaggiatori tre modalità tariffarie: Delight, più conveniente ma priva di autista privato e accesso alla lounge, Bliss che comprende il pacchetto completo, e Delight che, oltre a questo, include la modifica del peso dei bagagli anche all’ultimo momento e la possibilità di posticipare il giorno della partenza gratuitamente.

Trattandosi di una meta esotica, il personale dovrà essere composto da “maldiviani entusiasti che condividano la loro passione per offrire un servizio eccezionale ed esperienze di viaggio indimenticabili“.

Uno sguardo al presente e al futuro

Il primo aeromobile di Beond spiccherà il volo destinazione Maldive il 9 novembre 2023 con partenza da Riyadh e la settimana dopo da Zurigo e Monaco.

Nel 2024, sarà il momento delle rotte da Milano e Dubai e in programma vi sono anche altre allettanti destinazioni su cui però non si sa ancora nulla di concreto.

Inoltre, la compagnia ha in programma di realizzare, nei prossimi mesi, un secondo aeromobile, l’Airbus A321ceo con 68 posti.

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Caraibi Lombardia Milano Notizie Viaggi

Apre Tiki Bay, l’area esterna di Acquaworld: i Caraibi a due passi da Milano

L’estate diventa ancora più spettacolare per chi non può andare in vacanza: Acquaworld, il parco acquatico appena fuori Milano, inaugura la sua nuova area esterna di oltre 10.000 metri quadrati. Tiki Bay è una vera e propria spiaggia tropicale, con palme e sabbia che sembrano provenire da un’isola dei Caraibi. Eppure è a due passi da una delle più grandi città d’Italia, e si prepara ora ad accogliere tantissime famiglie alla ricerca di un’oasi dove rilassarsi e divertirsi.

Tiki Bay, la nuova “spiaggia” di Milano

Sabbia fine, lettini e ombrelloni di paglia, tante palme e relax a non finire: sembra quasi un’isola caraibica, invece siamo alle porte di Milano – e più precisamente a Concorezzo, in provincia di Monza e Brianza. Proprio in questi giorni, con l’inizio della stagione estiva, Acquaworld ha inaugurato una nuova area esterna chiamata Tiki Bay, ed è proprio una spiaggia meravigliosa. Ha un’estensione di circa 10.000 metri quadrati, tante piscine dove fare il bagno e spazio a non finire per chi vuole semplicemente godersi una giornata al sole, senza bisogno di andare troppo lontano (o di attendere le sospirate vacanze).

Se già il parco acquatico, che ha aperto i battenti nel 2011, si è rivelato uno dei più importanti d’Europa, ora la sua area esterna va a raggiungere un nuovo record. In Lombardia non esiste infatti un altro posto simile, che possa racchiudere divertimento e relax in uno scenario incredibile dove è l’acqua a farla da padrone. Ce n’è proprio per tutti i gusti, dagli scivoli adrenalinici alle piscine per bambini, ma anche piccole oasi un po’ più riparate dove stendersi al sole e semplicemente lasciarsi alle spalle lo stress della vita di tutti i giorni.

Cosa fare a Tiki Bay

L’unico parco acquatico d’Italia che si estende sia al coperto che su un’ampia area esterna ha dunque inaugurato la stagione estiva con il botto. Tiki Bay è qualcosa di unico nel suo genere, che va ad aggiungersi alle già numerose attrazioni – acquatiche e non – presenti all’aperto ad Acquaworld. Tante sono le sorprese che attendono i visitatori, in procinto di affollare il parco ora che le belle giornate sono diventate davvero roventi. La prima è l’ampio playground acquatico adatto a grandi e piccini: vi trova spazio una vasca di quasi 1.000 metri quadrati, con acqua a 20 cm per garantire la massima sicurezza anche ai bambini nella fascia 0-12 anni.

La Maki Maki Tower, inoltre, è una grandissima water tower con ben 6 scivoli immersi in una vera e propria giungla tropicale. E per chi cerca solo il divertimento, Koana è un’area ad alto tasso d’adrenalina: c’è un mini magic cone, un mini boomerang, e due scivoli con discese su gommoni doppi, per bambini con un’altezza minima di 80 cm accompagnati da un adulto. E se invece qualcuno volesse solamente sdraiarsi al sole per una tintarella sotto il cielo di Milano? La spiaggia di ben 1.500 metri quadri ospita ombrelloni, lettini e tante palme per offrire un po’ di ombra.

Accanto sorge il Tiki Beach Bar, un chiringuito in legno dove trovare cibo e bevande per soddisfare tutti i palati. Infine, Tiki Bay accoglie un’area speciale dedicata al totale relax: si tratta di Cabanas Paradise, un vero angolo di paradiso con 4 gazebi ad accesso limitato e 2 vasche idromassaggio ad uso esclusivo. Insomma, non c’è davvero bisogno di aspettare le vacanze per divertirsi in spiaggia, grazie ad Acquaworld e alle sue tantissime novità.

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Le persone si arrampicano su un palazzo a Milano: ma nulla è come sembra

Organizzare un viaggio a Milano, in qualsiasi periodo dell’anno e in tutte le stagioni, è sempre un’ottima idea. La capitale mondiale della moda e del design, infatti, vanta un patrimonio storico, culturale e artistico immenso, destinato a incantare chiunque arrivi nella metropoli.

Passeggiate vista Duomo, visite nei musei, shopping in negozi di lusso e pause gourmet all’interno di ristoranti esclusivi: le cose da fare e da vedere nel capoluogo lombardo sono tantissime e tutte si adattano alle esigenze e alle preferenze dei viaggiatori.

Raggiungere la città, dicevamo, è sempre una buona idea. Ma c’è un motivo in più per visitarla adesso, soprattutto per gli amanti dell’arte e delle visioni bizzarre. La foto che trovate in apertura non è altro che un preludio a ciò che vi aspetta, ma dobbiamo avvisarvi: niente è come sembra.

Leandro Erlich è arrivato in città

Sfogliando le foto sui feed di Instagram, quelle che ritraggono Milano, potreste notare qualcosa di insolito. Alcune immagini, infatti, ritraggono diverse persone intente ad arrampicarsi sui signorili palazzi della città. Vi chiederete cosa sta succedendo e noi ve lo spieghiamo subito.

Non si tratta di un nuovo sport urbano, né tanto meno di avventurieri impavidi che hanno scelto di osservare la città da un’altra prospettiva. Quello che sta accadendo a Milano porta il nome di Leandro Erlich, un artista concettuale argentino di fama internazionale che non ha bisogno di presentazioni.

Per la prima volta in Europa, infatti, il capoluogo lombardo accoglie una grande monografia dedicata proprio all’artista e ai suoi capolavori, trasportando i visitatori in un universo capovolto che annulla ogni certezza. La sede della mostra è il Palazzo Reale che ospita ben 19 installazioni.

In una cornice suggestiva e pittoresca, i visitatori potranno immergersi nel mondo concettuale, e sicuramente inusuale, di Leandro Erlich e sì, potranno anche arrampicarsi su un palazzo signorile della città, ma solo idealmente. L’esperienza è comunque straordinaria.

Erlich. Oltre la soglia

Fonte: Getty Images

Erlich. Oltre la soglia. La mostra a Palazzo Reale, Milano

Erlich. Oltre la soglia: una mostra imperdibile

A partire dal 22 aprile, e fino al 4 ottobre del 2023, sarà possibile entrare – per la prima volta in Italia – nell’universo di Leandro Erlich. La mostra “Erlich. Oltre la soglia”, promossa dal Comune di Milano-Cultura, e prodotta e organizzata da Palazzo Reale e Arthemisia, guiderà i visitatori in un mondo in cui nulla è come sembra.

Creatività, emozione, divertimento ed esplorazione sono i capisaldi di un’esperienza tutta da vivere. All’interno del percorso espositivo, infatti, i visitatori potranno arrampicarsi illusoriamente sui palazzi, salire su ascensori verso destinazioni inesistenti, percorrere grovigli di scale, fare un viaggio a Tokyo a bordo di un treno futuristico con posto finestrino.

Tutte avventure, queste, che viviamo nell’ordinario, ma che sono state reinterpretate dall’artista in un contesto straordinario perché, come abbiamo detto più volte, nulla è come sembra quando si tratta di Leandro Erlich.

La mostra, poi, si conclude con quella che è l’esperienza più entusiasmante, bizzarra e instagrammabile di sempre. All’interno del cortile del Palazzo Reale, infatti, si snodano una serie di palazzi sui quali è possibile arrampicarsi. In realtà si tratta di un’altra grande installazione dell’artista, quella che ricrea le facciate delle case signorili di Milano e che, attraverso un gioco di specchi e illusioni, è possibile scalare.

Le installazioni di Leandro Erlich a Palazzo Reale, Milano

Fonte: Getty Images

Le installazioni di Leandro Erlich a Palazzo Reale, Milano
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Riapre Villa Arconati, la piccola Versailles d’Italia

Il 26 marzo riapre le porte Villa Arconati, famosa per essere la “piccola Versailles” italiana. Il meraviglioso giardino della villa si risveglia con nuovi suoni, profumi e colori e le sale spalancano le finestre – 365, come i giorni dell’anno, secondo una leggenda locale – per far entrare la luce di una nuova primavera.

Villa Arconati ha mantenuto miracolosamente intatta la propria identità, senza essere inglobata nel tessuto urbano della vicina Milano, grazie al fatto di essere nel cuore verde del Parco delle Groane. Tra i più illustri esempi di villa di delizia del patriziato milanese, vanta un fascino senza tempo, arricchito da quattro secoli di storia.

La storia di Villa Arconati

Realizzata per volere di Galeazzo Arconati, la villa lombarda è uno degli esempi più belli di villa di delizia a Nord di Milano. L’edificio è circondato da un giardino di 12 ettari con statue, fontane e giochi d’acqua. All’interno del palazzo si trovano 70 sale, la più bella è senza dubbio la sala da ballo ornata con stucchi e dorature.

Troviamo, inoltre, la Sala dei ricevimenti, abbellita dagli affreschi dei Fratelli Galliari e la scultura di Tiberio sotto cui, secondo la leggenda, venne pugnalato Giulio Cesare. Villa Arconati è l’unica residenza del Nord Italia a poter vantare una statua romana originale in marmo di queste dimensioni (la scultura è alta quasi tre metri) all’interno delle proprie mura.

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Fonte: 123rf

Villa Arconati, uno splendido esempio di villa di delizia

Il progetto di ampliamento e ingentilimento della villa e del duo ampio parco, portò il “Castellazzo” a trasformarsi da semplice casamento di campagna in una delle più ricche e imponenti residenze nobiliari del patriziato, tanto da vantare l’appellativo di “regia villa” già nel Seicento, poiché poteva rivaleggiare in splendore con le residenze dei reali.

La villa del Settecento riapre le porte ai turisti e curiosi mostrandosi sempre più bella, grazie soprattutto ai recenti interventi di restauro non solo nelle sale interne del palazzo, ma anche nel giardino monumentale. I lavori hanno permesso di recuperare il parterre settecentesco alla francese e la topiatura delle “ballerine”, ma anche le sale del piano terra, fra cui la Sale degli Ovali, le sale dell’ala museale, la Sala della Caccia, che conserva 12 tele datate 1705 del Maestro Crivellone, firmate e datate, realizzate ad hoc per questa stanza.

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Fonte: 123rf

Dettagli della facciata di Villa Arconati

Il palazzo, privo degli antichi arredi, è ricchissimo di storia e delle “storie” narrate dalle sontuose decorazioni, frutto del più fine stile barocchetto lombardo. Oltre a una visita per godere degli imponenti affreschi a trompe l’oeil, degli stucchi e delle dorature, delle quadrature e degli sfondati prospettici che aprono su cieli sereni dipinti, è possibile vivere alcuni ambienti proprio come gli antichi ospiti della villa.

Il giardino di Villa Arconati

Punto forte di Villa Arconati è il suo giardino di 12 ettari che, a oggi, è uno dei pochissimi esempi di giardino all’italiana e alla francese conservati in tutta la Lombardia, non avendo subito un ammodernamento “all’inglese” nell’Ottocento, come invece accadde a moltissimi parchi della zona.

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Fonte: 123rf

Il maestoso giardino di Villa Arconati

Il giardino di Villa Arconati è un luogo incantato, con statue classiche, berceaux, fontane i cui giochi d’acqua sono stati realizzati partendo dallo studio diretto del “Codice Atlantico” di Leonardo da Vinci, che era un tempo di proprietà di Galeazzo Arconati, il quale lo donò nel 1637 alla Biblioteca Ambrosiana di Milano, dove oggi è gelosamente conservato. Notevole è anche il grande parterre, il giardino alla francese sul fronte Sud che, grazie al recente restauro, è tornato all’elegante aspetto originale.

Info utili

Villa Arconati sarà aperta tutte le domeniche dal 26 marzo al 10 dicembre 2023. Vengono organizzate anche delle speciali visite guidate il lunedì mattina e il giovedì pomeriggio alla scoperta delle meraviglie del giardino di Villa Arconati. Sarà percorso di visita più ampio mai proposto dalla villa, che permetterà di visitare quasi tutti i 12 ettari del giardino, alla scoperta degli ambienti più ricchi dal punto di vista storico-artistico e architettonico del giardino all’italiana: i teatri dedicati ai miti classici, le fontane con i giochi d’acqua, i berceaux, ma anche ambienti meno conosciuti ma altrettanto suggestivi, come il laghetto, l’antica voliera e il labirinto, fino ad arrivare al parterre, uno dei pochissimi giardini alla francese della Lombardia.

I visitatori possono scegliere di effettuare una visita libera del complesso, supportati dalla mappa consegnata gratuitamente all’ingresso e dai pannelli esplicativi che si trovano negli ambienti più rappresentativi del palazzo e del giardino.

Gli orari d’apertura sono dalle 11 alle 19 (ultimo ingresso alle 18). Il biglietto intero costa 10 euro, il ridotto 7 per i ragazzi dagli 11 ai 17 anni e per le persone diversamente abili, mentre è gratuito per bambini fino ai 10 anni e per gli accompagnatori di persone diversamente abili. La visita guidata costa 6 euro oltre al costo del biglietto d’ingresso. È consigliata la prenotazione online.

 

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Cammini itinerari Lombardia Milano Viaggi

C’è un nuovo e bellissimo itinerario alle porte di Milano

Basta poco per uscire da Milano, dalle sue strade grigie e dai suoi negozi affollati nel weekend, per trovarsi in un’altra dimensione. Molto più lenta, più verde e decisamente più rilassante. Un nuovo itinerario, che tocca luoghi poco noti dal punto di vista turistico, porta alla scoperta di veri e propri gioielli architettonici che si possono visitare.

L’itinerario è la Strada delle Abbazie ed è un cammino che porta alla scoperta di sette meraviglie della Lombardia, radicate nel territorio e che hanno contribuito allo sviluppo dal punto di vista culturale, ma anche economico e ambientale. La secolare presenza delle comunità monastiche in questo territorio, nel Parco agricolo Sud Milano e nel Parco del Ticino, ha lasciato un’impronta importante intorno a Milano, tutt’oggi ben visibile. E che pochi, neppure i milanesi, conoscono.

Questi sette luoghi sono così vicini da poter essere raggiunti a piedi partendo dal Capoluogo lombardo, ma tanto quanto basta per immergersi in una zona troppo spesso trascurata – spesso definita semplicemente periferia – e che oggi può essere valorizzata con una semplice gita fuori porta.

La Strada delle Abbazie: itinerario

L’itinerario ad anello s’inoltra nella campagna milanese, attraversando un paesaggio contrassegnato da rogge, terreni coltivati, navigli e cascine, un tempo fulcro dello sviluppo agricolo, e, oggi, luoghi di aggregazione a contatto con la natura. Lungo il cammino s’incontrano le abbazie medievali, che danno il nome alla strada, quella di San Lorenzo in Monlué, di Chiaravalle, Mirasole, Morimondo e Viboldone, con le loro affascinanti storie, e due chiese, la Basilica di Santa Maria in Calvenzano e la chiesa di San Pietro in Gessate. Sono luoghi di fede, ma anche di cultura e di accoglienza che meritano di essere conosciute.

Il cammino intero è lungo 130 chilometri ed è diviso in sei tappe. Naturalmente, non è necessario percorrerlo interamente, chi desidera può anche fare una sola tappa e fermarsi, magari, a mangiare in una delle tante trattorie lungo la strada.

Le tappe della Strada delle Abbazie

La strada delle Abbazie parte da Milano per giungere alla prima tappa che è quella di Chiaravalle (16,9 km). La tappa successiva è da Chiaravalle a Melegnano (21,8 km), la terza tappa va da Melegnano a Rozzano (25 km), la quarta da Rozzano a Morimondo (21,6 lm), la quinta arriva a Trezzano sul Naviglio (17,9 km) e l’ultima tappa è quella che torna a Milano (14,1 km).

L’Abbazia di San Lorenzo in Monlué

L’Abbazia di San Lorenzo in Monlué fu fondata nel 1267 dai monaci dell’ordine degli umiliati. La costruzione è in stile romanico-lombardo, realizzata in cotto. Tutt’intorno venne costruito il borgo: un’ampia corte agricola con gli edifici monastici e i rustici agricoli, tra cui il mulino, circondati da prati e campi, a formare la grangia. Questo luogo era simbolo di laboriosità, di preghiera, di meditazione e di suoni dolci, oggi prevaricati dall’imponenza della tangenziale.

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Fonte: 123rf

L’Abbazia di Chiaravalle

L’Abbazia di Chiaravalle

L’Abbazia di Chiaravalle fu fondata nel XII secolo da San Bernardo di Chiaravalle e costituisce uno dei primi esempi di architettura gotica in Italia. Tutte le pareti interne dell’abbazia sono impreziosite da cicli pittorici, tra cui gli affreschi realizzati nel 1600 dai fratelli Giovanni Battista e Giovanni Mauro della Rovere. Al di là della strada, nel parco della Vettabbia, c’è un antico mulino, in uso per l’attività dei monaci fino al 1798. Oggi è un centro polifunzionale di educazione alla sostenibilità.

L’Abbazia di Viboldone

L’Abbazia di Viboldone a San Giuliano Milanese fu costruita tra il 1176 e il 1348 ed è una delle più importanti del Medioevo lombardo. La chiesa, con la facciata a capanna di mattoni in cotto, su cui spicca il portale in candido marmo, è un bell’esempio di transizione dal romanico al gotico. All’interno conserva numerose opere d’arte, tra cui diversi affreschi di scuola giottesca dipinti intorno alla metà del XIV secolo. Fondata dagli umiliati, le cui principali attività lavorative erano la coltivazione dei campi e la tessitura dei panni in lana, fu in seguito affidata ai benedettini olivetani e, oggi, è gestita dalle benedettine di Viboldone, dedite alla clausura, che dal 1940 l’hanno restituita a nuova vita.

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Fonte: 123rf

L’Abbazia di Viboldone

La Basilica di Santa Maria in Calvenzano

Prima di entrare a Melegnano si fa una deviazione per ammirare la Basilica di Santa Maria in Calvenzano. L’edificio è il risultato di tre chiese sovrapposte: la più antica di epoca paleocristiana (IV secolo), quindi una chiesetta dell’anno Mille e, infine, una chiesa cluniacense, che è quella a noi visibile oggi. Quest’ultima, costruita sul finire dell’XI secolo da monaci benedettini riformati di Cluny, fu realizzata in stile romanico, in mattoni e utilizzando pietre di reimpiego, provenienti da costruzioni precedenti o da crolli. Fu il primo priorato cluniacense nella diocesi di Milano, a cui ne seguirono oltre 50 in tutta la Lombardia, promotori dell’emancipazione della Chiesa dal potere feudale.

L’Abbazia di Mirasole

Si arriva poi all’Abbazia di Mirasole, un esempio ottimamente conservato di una corte medievale, da cui deriva l’impianto della cascina lombarda. La chiesa, risalente alla fine del Trecento, conserva all’interno affreschi rinascimentali, mentre la torre campanaria è più antica di un secolo. All’esterno ruba la scena a tutto il complesso il piccolo chiostro quattrocentesco. Il giardino interno è suddiviso in quattro parti per simboleggiare i quattro passi della spiritualità claustrale, che accompagnano il monaco nell’esperienza del paradiso terrestre. Gli edifici della corte formano un quadrilatero ed erano circondati da un fossato con una torre munita di ponte levatoio.

L’Abbazia di Morimondo

L’antica Abbazia cistercense e il borgo di Morimondo racchiudono lo spirito di questo itinerario, un luogo magico e fuori dal tempo a due passi dalla metropoli. Fondata nel 1134 da monaci provenienti da Morimond, nella Haute-Marne, in Francia, fu la prima abbazia cistercense costruita in Lombardia. I monaci scelsero questo luogo sia per la sua posizione elevata rispetto alla valle sia per la ricchezza delle acque e la fertilità del territorio. Oggi, conserva ancora la maestosa e solenne architettura originaria in stile gotico. Per la costruzione vennero utilizzati mattoni prodotti in una fornace costruita dai monaci. L’abbazia è costruita su quattro livelli, sfruttando un terrazzamento ricavato dal terreno. La struttura comprende la chiesa, il chiostro, la sala capitolare, le celle dei monaci, il refettorio e lo scriptorium.

La Chiesa di San Pietro in Gessate

Sulla strada del ritorno s’incontra la Chiesa di San Pietro in Gessate. Documentata già dal XIII secolo, probabilmente eretta dagli umiliati, venne ricostruita alla metà del XV secolo dai benedettini, ai quali fu affidata unitamente al monastero, per diventare, alla fine del Settecento, sede dell’orfanotrofio dei Martinitt. Il complesso fu gravemente danneggiato dai bombardamenti della Seconda guerra mondiale. La chiesa offre oggi un angolo di pace e raccoglimento, sia all’interno, dove sono conservati ancora degli affreschi quattrocenteschi, sia all’esterno, con il piccolo sagrato, le aiuole e le panchine nel pieno centro della città.

L’itinerario è raccolto nella guida “La strada delle abbazie” scritta da Caterina Barbuscia, Valeria Beretta e Denis Trivellato per Terre di mezzo Editore.

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Il Natale a Milano fa tornare bambini

Se cercate la magia dell’atmosfera natalizia, non dovete viaggiare molto lontani. Basta andare a Milano per ritrovare luoghi che, in occasione delle feste, trasportano i visitatori dentro una fiaba di Natale.

Babbi Natale, orsetti di peluche, bianconigli e neve artificiale: sono tanti i luoghi che ricreano l’ambientazione natalizia e che trasportano nel mondo della fantasia.

La montagna a Milano

Chi cerca l’atmosfera di una località di montagna, con tanto di neve, la trova al Four Season, nel pieno quadrilatero della moda, dove è stato ricreato un locale après-ski come fosse Courmayeur. Qui si respira l’atmosfera unica del Monte Bianco, sedendosi tra sci vintage, plaid, tè caldi e perfino un’autentica cabinovia del 1947.

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Fonte: @Four Seasons

Courmayeuraprès-ski al Four Season

Nella tana del Bianconiglio

Fiabesco come non mai è invece il Rabbit Hole Cafè, un locale dove sembra di stare dentro il Paese delle Meraviglie di Alice. Una sala da tè, una cioccolateria e una caffetteria dove si possono provare il Tè del Brucaliffo, la birra dello Stregatto, la torta Foresta Nera e la Regina Bianca. Un’esperienza unica, dove tutti i clienti si trovano avvolti da un’atmosfera surreale, dove sembra di entrare nella tana del Bianconiglio.

Come a New York City

Teddy bear di pezza in puro stile americano si trovano, invece, seduti ai tavolini del Bar at Ralph Lauren in via della Spiga, tra velluti e cuscini scozzesi. Qui servono club sandwich, hamburger, avocado toast, lobster roll e patatine in puro stile newyorkese. C’è anche un delizioso giardino privato.

Giorgia Palmas ed Elena Barolo ralph lauren

Fonte: IPA

Le ex Veline Giorgia Palmas ed Elena Barolo al Bar Ralph Lauren

La pista di pattinaggio sul ghiaccio

E, proprio come a New York, non manca la pista di pattinaggio sul ghiaccio che è stata allestita davanti alla stazione Centrale, “Senstation on Ice”. Grandissima, misura 1.300 metri quadrati circondata da un’enorme scenografia inclusa l’illuminazione della facciata della stazione e un albero di Natale alto 18 metri con 15mila luci led.

Il paradiso delle decorazioni natalizie

A due passi d questo locale c’è uno dei negozi di decorazioni natalizie più incredibili di tutta la città. È un temporary di tre piani lo Spiga Express, che ricrea una stazione ferroviaria di primo ‘900 piena zeppa di addobbi, decorazioni e luminarie per la festa più magica dell’anno, con orologi, valigie, telefoni e macchine per scrivere. Anche i bambini lo adoreranno.

Il Museo delle illusioni

Sembra di entrare in un mondo fantastico una volta varcata la soglia del Museo delle illusioni. Un luogo che inganna i sensi, che fa sembrare piccoli piccoli o grandi grandi, che fa camminare a testa in giù o in assenza di gravità, che fa girare la testa con il caleidoscopio o addirittura mozzarla per presentarla su un piatto. Non è solo per bambini.

Un mondo di palloni gonfiati

Installazioni e opere gonfiabili: il nuovo Balloon Museum di via Tortona è un tripudio di palloni di ogni dimensione e colore. Ci si ritrova catapultati in un universo onirico, suggestivo e surreale, popolato da centinaia di palloncini, che permette di vivere un’esperienza fantastica, destinata a incantare persone di ogni età. Si passeggia tra soggetti dalle sembianze antropomorfe e zoomorfe, dalle dimensioni esagerate e dalle tinte accese e cangianti.

Balloon Museum - AIRSHIP ORCHESTRA

Fonte: ENESS

Il Balloon Museum di Milano – AIRSHIP ORCHESTRA

Il paese dei balocchi

Non c’è Natale senza balocchi. Il posto migliore dove trovarsi in questo periodo è il negozio di FAO Schwarz di piazza Cordusio, il primo negozio dell’Europa continentale a portare la firma del negozio di giocattoli più famoso al mondo che si trova a New York. Ad accogliere i clienti sono due soldatini Schiaccianoci in versione umana. Dentro, migliaia di giocattoli e di divertimenti con spettacoli di magia e di scienza. Si può restare a giocare e addirittura personalizzare i giocattoli, dalle macchinine alle bambole ai peluche. Un vero paese dei balocchi.

Sul Tram di Babbo Natale

E per finire a Milano non si può non prendere un tram, ecco allora che per le feste si può salire sul Tram di Babbo Natale che fa il giro delle luminarie natalizie del centro storico. Si può prendere alle fermate Duomo, piazza Castello, Brera e Cordusio dopo le 17, quando s’accendono le luci di strade e negozi. A bordo del tram storico degli Anni Venti, animazione e musiche natalizie.

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Fonte: @Grottadibabbonatale

A bordo del Tram di Babbo Natale per Milano
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Senstation on Ice: così Milano si trasforma in un regno di ghiaccio

Sono tante, anzi tantissime, le cose da fare questo Natale e che ci portano alla scoperta di tutte quelle città del mondo che, proprio nel periodo dell’Avvento, si sono trasformate in cartoline di immensa bellezza.

Le destinazioni da raggiungere sono tantissime. Ci sono quelle che ci permettono di esplorare i più grandi e celebri mercatini di Natale, quelle che ci affascinano e ci suggestionano con i grandi e scintillanti alberi, e quelle che si trasformano in veri e propri villaggi di Natale.

E poi c’è lei, l’affascinante e seducente Milano, la capitale mondiale della moda e del design che anche quest’anno, in occasione di Natale, ha scelto di abbigliarsi a festa, per regalare scorci e visioni incantate. Ma c’è di più nella metropoli del nord Italia, perché proprio quest’anno, grazie all’installazione di un gigantesco percorso ghiacciato, il capoluogo lombardo si è trasformato nel Regno di Frozen. Ed è bellissimo.

Milano come il Regno di Frozen: l’esperienza è magica

È successo all’improvviso, e inaspettatamente, che lo sguardo dei cittadini e di tutti i viaggiatori giunti nel capoluogo lombardo in occasione dell’Avvento, si sono ritrovati davanti a uno spettacolo senza eguali: una scenografica installazione ghiacciata costruita davanti alla stazione centrale.

Si tratta di un parco di ghiaccio che prende il nome di Senstation on ice e che anticipa in qualche modo la magica e fredda esperienza che tutti possiamo vivere questo dicembre.

Grazie alla collaborazione tra la Regione Calabria e le Grandi stazioni Retail, la metropoli del nord Italia si è trasformata in una favola ghiacciata tutta da scoprire e da vivere.

Con un percorso ghiacciato di oltre 100 metri quadri, e incorniciato da altrettante scenografie, Senstation on Ice è stato illuminato con più di 120000 luci a Led, per ricreare le atmosfere fatate dei paesaggi nordici e in quelle perdersi e immergersi.

Senstation on Ice

Molto più di un villaggio natalizio, quello costruito davanti alla stazione centrale di Milano,in piazza Duca D’Aosta, è un vero e proprio regno ghiacciato, dove le favole di Natale prendono vita. Sotto al grande albero cittadino, che svetta verso il cielo per 18 metri, una grande pista di ghiaccio accoglie tutti i pattinatori che vogliono volteggiare sotto il cielo di Milano.

Senstation on Ice, con i suoi numeri stratosferici, si configura come uno dei più grandi percorsi ghiacciati del BelPaese, lo stesso che coniuga magia e incanto, divertimento e sport.

Le cose da fare, e da vedere qui sono tantissime, a partire dalla meravigliosa scenografia costruita intorno al percorso ghiacciato che, con le sue sfumature di fucsia, crea dei meravigliosi giochi di contrasto con la bianca e candida neve.

All’interno della grande struttura geodetica, posta proprio nel cuore del villaggio, sarà possibile fare un viaggio nel viaggio e visitare virtualmente gli splendidi territori della Calabria grazie a tutta una serie di installazioni multimediali e immersive.

Non manca, ovviamente, una piccola casa di Babbo Natale, anche questa inserita all’interno di una struttura geodetica. In questa i bambini potranno incontrare Santa Claus, scattare fotografie e consegnare proprio a lui le letterine.

Durante la manifestazione Senstation on Ice, inoltre, ci saranno tutta una serie di eventi culturali, artistici e sportivi volti a raccontare il territorio calabrese che, di questa iniziativa, è main sponsor. Non mancheranno neanche numerose degustazioni. L’accesso al regno dei ghiaccio è completamente gratuito mentre il villaggio resterà aperto fino all’8 gennaio tutti i giorni.

 

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La Visione di Leonardo: la mostra che ti porta nella mente del genio

È un viaggio diverso, inedito e straordinario quello in cui vi accompagniamo oggi. Un’avventura multidimensionale, immersiva e unica che utilizza la tecnologia per raccontare storie e idee, che vi permetterà di entrare nella mente visionaria del genio Leonardo da Vinci.

È proprio allo scienziato, inventore e artista italiano che il Museo Nazionale Scienza e Tecnologia di Milano ha scelto di dedicare una mostra diffusa e permanente accessibile a tutti. Ma non si tratta di un’esposizione tradizionale dove l’osservatore è chiamato a contemplare le opere del maestro.

La Visione di Leonardo, questo il nome della mostra, è una sorta di caccia al tesoro che vi condurrà nei luoghi simbolo del capoluogo lombardo. Gli stessi che si legano indissolubilmente alla figura dell’artista. Ed è proprio raggiungendoli che, grazie alla tecnologia, le visioni di Leonardo da Vinci appariranno davanti ai vostri sguardi increduli.

La Visione di Leonardo: la mostra da non perdere

È una mostra diffusa e permanente che cambia per sempre il modo di vedere la città perché ci permette di osservarla con gli occhi del visionario Leonardo da Vinci. A partire dal 30 giugno, infatti, installazioni animate e tridimensionali ispirate alle idee dello scienziato e inventore, creano un nuovo percorso urbano, un itinerario unico e straordinario in città per entrare nella mente di Leonardo.

Il Museo Nazionale Scienza e Tecnologia partecipa alla mostra come partner scientifico affiancando il lavoro di Bepart, ideatore del progetto basato sulla realtà aumentata. Si esce quindi dagli spazi museali per raggiungere alcuni luoghi iconici di Milano che ospitano virtualmente otto opere tutte da ammirare, capolavori in digitale che trasformano il capoluogo lombardo in una grande e inedita sala espositiva contemporanea.

Le tappe da inserire in questo nuovo itinerario sono Piazza Gae Aulenti, Parco Sempione, il Castello Sforzesco e Piazza della Scala. E poi, ancora, Palazzo Reale, Conca del Naviglio, Darsena e il Museo Nazionale Scienza e Tecnologia. Se al primo sguardo avrete come l’impressione che nulla in questi luoghi sia cambiato, provate a puntare il vostro smartphone nel punto preciso indicato dal Gps: sarà allora che le opere del genio si paleseranno davanti ai vostri occhi.

Per accedere alla mostra La Visione di Leonardo, infatti, avrete bisogno del vostro smartphone e dell’app ImaginAr. Sarà questa a indicarvi i luoghi da raggiungere, sarà sempre lei, grazie a tecnologia e innovazione, a trasformare le tappe milanesi in sale espositive open air.

La Visione di Leonardo, opera di David Szauder

Fonte: Museo Nazionale Scienza e Tecnologia

La Visione di Leonardo, opera di David Szauder

Una mostra digitale, multidimensionale e immersiva accessibile con un’app

Come abbiamo anticipato, vi basterà scaricare l’app ImaginAR per iniziare un viaggio all’interno della mente di Leonardo. I contenuti artistici creati dagli otto artisti digitali coinvolti vengono visualizzati proprio grazie alla fotocamera del telefono che si trasforma in un terzo occhio grazie tecnologia della realtà aumentata.

A circondare le opere ci saranno proprio questi spazi celebri che già conosciamo: le installazioni, infatti, appaiono contestualizzate nello scenario urbano, tra le superfici, gli edifici e i panorami che li caratterizzano.

In questo viaggio immersivo e incredibile sarà possibile andare alla scoperta del volto più bello di Milano in maniera inedita grazie a un itinerario urbano legato indissolubilmente alla figura dello scienziato. in ognuna delle 8 tappe, un’installazione digitale con animazioni tridimensionali e un audio presentato la visione dell’artista in un dialogo costante con la realtà circostante.

La mostra diffusa è fruibile in autonomia, portando con sé lo smartphone, oppure prenotato un tour guidato da una guida specializzata.

La Visione di Leonardo, opera di Giulia Roncucci

Fonte: Museo Nazionale Scienza e Tecnologia

La Visione di Leonardo, opera di Giulia Roncucci
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A Milano sono sbocciati i fiori sui palazzi: ora sono opere d’arte

Chiudete gli occhi e immaginate di poter passeggiare in una città cosmopolita celebre in tutto il mondo per essere la capitale della moda e del design. Una metropoli che ospita ristoranti e negozi esclusivi, vie dello shopping celebri in tutto il mondo, un duomo bellissimo e straordinario e luoghi di cultura che tengono vivo il dialogo tra arte moderna e contemporanea.

Ora immaginate che in quella stessa città una strada sia stata trasformata in un’opera d’arte permanente, un piccolo museo a cielo aperto capace di trasportare in un mondo onirico, ma ben riconoscibile agli occhi di tutti gli appassionati del design per forme, linee ed evocazioni.

Adesso, finalmente, potete aprire gli occhi. Vi diamo il benvenuto nella nuova via Balzaretti, la strada situata nella zona Città Studi di Milano, che in occasione della Design Week si è trasformata in una galleria d’arte a cielo aperto che lascia senza fiato.

Milano: la strada che diventa opera d’arte

È impossibile non notare quella fioritura straordinaria che è esplosa sulle facciate delle case e degli edifici del quartiere di Milano in questi giorni. Non si tratta di un capolavoro firmato da Madre Natura questa volta, ma di un’opera nata dall’estro creativo e visionario di Toiletpaper, la rivista creata dall’artista Maurizio Cattelan e dal fotografo Pierpaolo Ferrari che ha trasformato la strada milanese della storica sede in museo en plein air.

Basta una passeggiata per i vicoli di Città Studi, tra via Pascoli e via Pinturicchio, per innamorarsi. Sulla via che già ospita l’edificio storico e iconico della rivista, che si contraddistingue per quella facciata fatta di rossetti dipinta nel 2021, sono comparse altre opere d’arte che hanno dato nuova vita all’intera zona in occasione della Design Week 2022.

Le facciate sembrano le pagine di una rivista da sfogliare, quella di Toiletpaper s’intende, e sono bellissime.

Milano: via Balzaretti diventa un'opera d'arte

Fonte: IPA

Milano: via Balzaretti diventa un’opera d’arte

Grazie alla collaborazione tra Toiletpaper e Organics by Red Bull, immagini oniriche, surreali e romantiche hanno cambiato il volto della via trasformandola in una micro galleria d’arte en plen air.

Ci sono fiori che esplodono sulle facciate, che si arrampicano sugli edifici e sembrano quasi entrarci dentro, dalle porte e dalle finestre. Una sorta di trompe-l’œil continuativo che inganna l’occhio e lo incanta, che trasforma quei dipinti bidimensionali in oggetti quasi reali. Sembra davvero che qui la natura si sia impadronita degli spazi e conviva perfettamente con l’arte e il design.

La strada più instagrammabile di Milano

Guardando ciò che è diventata via Balzaretti oggi non abbiamo più dubbi: la strada entra di diritto tra i luoghi più instagrammabili d’Italia. Con una scenografia unica, che catapulta i passanti in un universo sognante e meraviglioso, questa installazione site specific è un vero incanto.

I murales che hanno trasformato le facciate degli edifici storici di via Balzaretti, vanno ad aggiungersi alle altre opere di street art che caratterizzano il capoluogo lombardo creando così un itinerario sorprendente fatto di arte, contemporaneità e suggestione.

Grazie alla collaborazione tra Toiletpaper e Organics by Red Bull, questo intervento di arte urbana è riuscito a valorizzare, ancora una volta, il legame stretto e indissolubile tra la città e l’arte, in ogni sua forma.

Milano: via Balzaretti diventa un'opera d'arte

Fonte: IPA

Milano: via Balzaretti diventa un’opera d’arte
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A Milano è stata fatta un’incredibile scoperta che cambia la storia

“Non un crine di cavallo, ma tre ciocche dell’imperial chioma” è il curioso titolo dell’incontro che si terrà sabato 7 maggio alle 11 nella sala conferenze dell’Archivio di Stato di Milano per illustrare i risultati di una straordinaria scoperta: le ciocche della chioma di Napoleone Bonaparte sono conservate all’Archivio di Stato e saranno mostrate al pubblico. Non ci sono dubbi in merito all’illustre appartenenza: accurate analisi forensi e l’esame del Dna, hanno certificato l’autenticità. Come sono arrivate a Milano? Si racconta la storia di un singolare souvenir di viaggio.

Durante l’esposizione si partirà dalla ricostruzione dell’albero genealogico di Napoleone Bonaparte, l’antropologa forense che ha condotto la ricerca spiegherà come è stato possibile arrivare a questo incredibile risultato. Le tre ciocche di capelli di Napoleone furono sequestrate nel 1817 a Natale Santini, suo collaboratore giunto in Italia dall’isola di Sant’Elena con il curioso cimelio che gli venne sequestrato.

I capelli di Napoleone, cimelio esposto a Milano

Un cimelio certamente sui generis, quello scoperto negli Archivi di Stato di Milano, e che il grande pubblico potrà vedere nel capoluogo lombardo sabato 7 maggio. Tre ciocche di capelli appartenenti a Napoleone Bonaparte verranno esposte alle ore 11 nel corso di un evento esclusivo dal titolo “Non un crine di cavallo, ma tre ciocche dell’imperial chioma”. L’appuntamento (per il quale è necessario prenotarsi) si terrà nella sala conferenze dell’Archivio di Stato milanese, in occasione del finissage della mostra “Nelle sommosse e nelle guerre. Gli archivi milanesi durante l’età napoleonica”, percorso celebrativo del bicentenario della scomparsa dell’imperatore francese.

Il Dna ha certificato la chioma di Bonaparte

La provenienza delle tre ciocche di capelli è assolutamente certa. Cosa meglio di un esame del Dna può certificarlo? Le analisi sono state condotte da Elena Pilli, docente di Antropologia forense del dipartimento di Biologia dell’Università di Firenze, che sarà tra i relatori della conferenza insieme al direttore dell’Archivio di Stato di Milano Benedetto Luigi Compagnoni e alla vicedirettrice Carmela Santoro, curatrice dell’esposizione. Durante la visita in mostra speciale di sabato 7 maggio saranno illustrati tutti gli aspetti storici e di ricerca, effettuati per arrivare all’ esposizione, Non solo, verranno esposti anche i risultati dell’accurata indagine scientifica fatta sulle ciocche di capelli appartenute a Napoleone Bonaparte

Come si è arrivati ad avere la certezza della chioma dell’imperatore? Confrontando il Dna delle ciocche di capelli con quello dei discendenti di Napoleone, mappandone le tracce e confermando evidenze e corrispondenze scientifiche. Un lavoro di ricerca meticoloso, iniziato con l’albero genealogico dei Bonaparte: sono stati rintracciati discendenti dell’imperatore francese ancora in vita, ai quali è stato prelevato un campione biologico da confrontare con il materiale pilifero in possesso degli studiosi coordinati dalla dottoressa Elena Pilli,  ossia le ciocche di capelli conservate all’Archivio di Stato di Milano.

Tutto è partito dal Dna mitocondriale, che, come insegna la scienza, si trasmette ai figli dalle donne. Ad iniziare la catena del tracciamento sull’albero genealogico dei Bonaparte, è stata dunque Carolina Bonaparte, la sorella di Napoleone (aveva quindi il suo stesso Dna), per arrivare alle successive sette generazioni. Sino ai giorni nostri, quando sono stati contattati cinque discendenti diretti dell’imperatore, ai quali è stato prelevato il Dna.

Una volta ottenuti cinque materiali biologici dai discendenti di Bonaparte, sono state eseguiti i campionamenti e le analisi sulle formazioni pilifere e successivamente sui campioni stessi, per scongiurare qualsiasi rischio di contaminazione. Infine c’è stata la prova del nove: è stato effettuato un test comparativo che ha evidenziato senza alcuna possibilità di errore la precisa sovrapponibilità dei mitocondri. Nessun dubbio, quindi, sulla provenienza dell’illustre chioma: i capelli sono effettivamente di Napoleone.

Si tratta di un punto di partenza per futuri studi di carattere storico scientifico. Queste analisi condotte dal Dipartimento di Biologia dell’Università di Firenze, sono solo l’avvio di un ampio progetto di ricerca che ha come obiettivo finale quello di ricostruire l’intero genoma di Napoleone.

La storia delle ciocche di Napoleone e il loro arrivo a Milano

Un cimelio curioso, le tre ciocche di Napoleone Bonaparte, che furono pensate come bislacco souvenir da portare in Italia, poi sequestrato dalla polizia. Ma a chi venne l’idea? La storia ci consegna questa versione, raccontata anche in Archivio di Stato a Milano: i capelli dell’imperatore francese sarebbero arrivati a Milano a seguito dell’interrogatorio di Natale Santini, storico collaboratore di Napoleone Bonaparte, che venne sentito dagli investigatori dalla Polizia austriaca.

Nel 1817 Santini arrivò in Italia dall’isola di Sant’Elena con questo particolare e singolare souvenir, che non gli venne poi restituito al termine dell’indagine, a sequestrato. Napoleone, come è ben noto, era ancora in vita, perché morì in esilio sull’isola il 5 maggio del 1821. I capelli entrarono così a far parte del fascicolo archivistico relativo al suo caso, giungendo fino a noi racchiusi in involucri di carta dell’epoca.

La mostra a Milano

All’Archivio di Stato di Milano ( Sala mappe e sala affrescata,  Palazzo del Senato), a 200 anni dalla morte di Napoleone, l’Archivio di Stato di Milano ha proposta una grande mostra in cui è stato ripercorso un quarto di secolo ( dal 1796 al 1821) vissuto negli archivi di stato, durante l’ impetuosa avanzata dell’imperatore francese. Nel percorso si inserirà anche l’esposizione delle ciocche di Bonaparte.

La mostra che si concluderà sabato 7 maggio, e presenta una serie di documenti, carte e pergamene dall’alto valore simbolico, oltre a intestazioni finemente decorate, sigilli, progetti di monumenti, stampe e un ampio tesoro composto da altri pezzi rari conservati all’Archivio di Stato di Milano. Al termine della conferenza si terrà una visita guidata, per cui è obbligatoria la prenotazione (all’indirizzo https://bit.ly/PrenotazioneMostraAsmi). – Accesso libero e gratuito fino a esaurimento posti (con obbligo di mascherina Ffp2), con dirette sul canale Youtube e sulla pagina Facebook dell’Archivio di Stato.

Quattro passi nella Milano napoleonica

Dopo aver visitato la mostra, restando all’ombra della Madonnina, è possibile fare una passeggiata per Milano a caccia dei luoghi napoleonici della città. Diversi sono i punti sulla mappa legati in qualche modo all’imperatore francese. Si inizia dalla bucolica zona all’interno del Parco Sempione, dall’Arco della Pace – ispirato all’Arc de Triomphe di Parigi da cui sarebbero dovuti partire gli Champs Elysees meneghini alla Loggia Reale della Palazzina Appiani, per spostarsi infine al complesso di Brera.

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