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Dove studiare inglese: i luoghi top dove imparare bene la lingua

Sebbene la scuola ormai da anni prepari i suoi studenti ad avere le giuste basi d’inglese, si può dire di conoscere veramente la lingua solo dopo aver passato un po’ di tempo all’estero, avendo così la possibilità di mettere in pratica le proprie abilità quotidianamente e di confrontarsi con le sfumature che solo un madrelingua può “maneggiare”. In occasione della Giornata Mondiale della Lingua Inglese, che ricorre il 23 aprile, scopriamo quali sono i luoghi migliori dove recarsi per un soggiorno-studio.

I luoghi migliori dove imparare l’inglese

Voglia di regalarvi una vacanza-studio all’estero per imparare davvero bene l’inglese? Ci sono alcuni luoghi dove potrete sicuramente trovare “pane per i vostri denti”: partiamo ovviamente dal Regno Unito, patria di quello che viene considerato lo standard english. È il posto migliore per apprendere l’inglese più formale, quello – per intenderci – parlato dalla Famiglia Reale. Tra le città al top ci sono sicuramente Londra, Manchester e Liverpool: qui ci si può letteralmente immergere nella cultura inglese, così da imparare anche le tradizioni, gli usi e i costumi di una civiltà molto longeva.

Senza dover andare poi troppo distante, anche l’Irlanda offre interessanti possibilità per gli studenti (o per chi semplicemente vuole mettersi in gioco con l’inglese). Dublino e Cork sono tra le città più conosciute, ma basta allontanarsi di poco per scoprire splendide perle che porterete sempre nel cuore, grazie anche al calore e all’accoglienza degli abitanti. Sapevate che anche il Sudafrica è un ottimo Paese dove imparare l’inglese? Nonostante si contino ben 11 lingue ufficiali, questa rimane la preferita per tutto ciò che riguarda gli scambi con gli stranieri. Inoltre, il costo della vita è molto più basso rispetto al Regno Unito e all’Irlanda.

Dall’Australia al Canada: i posti top

Se volete invece allontanarvi un po’ e siete disposti a volare dall’altra parte dell’oceano, ecco che le possibilità si fanno molto più ampie. La meta classica per chi vuole imparare l’inglese? Gli Stati Uniti, ovviamente: certo, grazie all’incredibile melting pot di cui il Paese è da sempre fiero sostenitore, gli accenti e i dialetti sono davvero numerosissimi e non è facile giostrarsi tra di essi. Ma imparerete molto più del classico inglese standard, immergendovi anche nello slang che vi catapulterà in quella che è la vita quotidiana di un americano. Per le città migliori, c’è davvero l’imbarazzo della scelta: da New York a San Francisco, da Miami a Los Angeles: il limite è la vostra voglia di avventura (e il budget a vostra disposizione).

Ottimo anche il Canada, dal clima più rigido e dai panorami naturali sconfinati: per imparare un buon inglese, meglio optare per le regioni anglofone come la Columbia Britannica e l’Alberta, così da evitare le influenze francesi che possono confondere chi deve ancora apprendere bene la lingua. Se non vi spaventano le sfide difficili, l’Australia potrebbe fare al caso vostro: la rigida burocrazia all’ingresso e la necessità di un budget sostanzioso non sono alla portata di tutti. Ma potrete vivere un’avventura semplicemente mozzafiato. Infine, la Nuova Zelanda: i paesaggi da sogno che avrete visto ne Il Signore degli Anelli vi regaleranno un’esperienza indimenticabile.

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SiViaggia ti regala il numero 38 dello sfogliabile GATE

Ogni mese vi regaliamo il magazine di lifestyle GATE da scaricare e sfogliare. La rivista, scritta in italiano e in inglese, contiene articoli di viaggi, ma anche di moda e attualità. Alle pagine 78-81 del numero 38, trovate l’ultimissimo articolo di SiViaggia dedicato una delle città più sorprendenti degli Stati Uniti: Scottsdale, in Arizona, una meta ancora poco conosciuta dai turisti italiani, ma super cool e sempre più di tendenza. Specie da quando molti sportivi e celeb hanno deciso di lasciare la patinata California per trasferirsi a vivere in uno dei luoghi più rilassanti, meno affollati e con il maggior numero di giornate soleggiate (ben 330) del Paese. Vi raccontiamo cosa c’è da vedere e perché è il momento di andarci, prima che ci vadano tutti.

E poi, qualche utile consiglio per organizzare le prossime gite fuori porta, tra splendide fioriture, escursioni tra le nostre isole e dimore storiche da visitare in tutta Italia.

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Borghi Dolomiti Lombardia montagna Notizie parchi naturali vacanza natura Viaggi

Sta per nascere il nuovo Parco delle Dolomiti Camune

È stato sottoscritto l’Accordo di collaborazione tra Regione Lombardia e l’Unione dei Comuni degli Antichi Borghi di Valle Camonica, che consente di avviare l’attuazione della strategia di sviluppo locale “Strategia Parco delle Dolomiti Camune“.

La Strategia proposta, che ha come capofila proprio l’Unione degli Antichi Borghi di Valle Camonica, è stata sottoscritta da un partenariato composto dai Comuni di Angolo Terme, Borno, Cerveno, Losine, Lozio, Malegno, Ossimo, Piancogno e Ono San Pietro.

A fronte di un costo complessivo di 3.253.085 euro, il finanziamento regionale è pari a 2.669.361 euro.

L’obiettivo della Strategia e i nove interventi

L’obiettivo che la Strategia si pone, come spiegato l’assessore di Regione Lombardia a Enti Locali, Montagna, Risorse energetiche e Utilizzo risorsa idrica, è “la salvaguardia, la valorizzazione e il recupero del patrimonio ambientale e paesistico, ponendo particolare attenzione alle emergenze culturali e naturalistiche nonché alla fruizione sociale del territorio“.

Nove sono gli interventi in cui si articolerà includendo la messa in sicurezza di viabilità stradale comunale e agro-silvo-pastorale, la riqualificazione e l’ammodernamento di edifici pubblici da destinare a uso ricettivo e culturale, il potenziamento del sistema di percorsi turistici e ciclopedonali, l’ampliamento e la riqualificazione di aree attrezzate per la sosta dei turisti.

La Regione Lombardia, tramite le risorse stanziate per gli ambiti prealpini, intende sostenere processi di sviluppo locale sostenibile. “Grazie al contributo regionale” ha aggiunto l’assessore a Enti locali e Montagna “verranno realizzati interventi di riqualificazione del patrimonio pubblico esistente per potenziare l’offerta di servizi a favore della cittadinanza e dei turisti. La valorizzazione delle risorse locali è imprescindibile per contrastare lo spopolamento dei territori montani, sia per adeguare i servizi ai bisogni delle comunità locali che per aumentare l’attrattività turistica del territorio“.

Gli antichi borghi di Valle Camonica

Conosciamo meglio i borghi di Valle Camonica, protagonisti della strategia di sviluppo locale ‘Strategia Parco delle Dolomiti Camune‘, partendo da Angolo Terme, di origine celtica, che comprende i centri abitati di Angolo, Anfurro, Mazzunno e Terzano. Grazie alla vicinanza del Lago Moro e agli impianti sciistici del Comprensorio Presolana, ha visto lo sviluppo di attività termale e turistica. Dal punto di vista architettonico, si fanno notare il Castello Federici del XVI secolo, Palazzo Morosini, Palazzo Laini, la Parrocchiale di San Lorenzo Martire, la Chiesa di San Silvestro, e la Chiesa degli Alpini.

Borno, in media Valle Camonica, è un tipico borgo montano, immerso nel verde di boschi e prati a 921 metri di altitudine. Oasi di relax e pace, è un “paese senza tempo” dove passeggiare tra le strette vie lastricate ammirando le torri medievali, gli antichi cortili, le fontane e le innumerevoli chiese tra cui spicca la settecentesca Chiesa dei Santi Giovanni Battista e Martino.

Cerveno, alle pendici dell’imponente montagna di roccia calcarea Concarena, stupisce e affascina con il complesso sacro della Parrocchiale di San Martino e il Santuario della Via Crucis, mentre Losine è tutt’oggi intriso di leggende e reperti romani che raccontano gesta di epoche passate: da vedere la Parrocchiale del Sacro Cuore con facciata barocca e la Parrocchiale Vecchia di San Maurizio, ampliata nel XVIII secolo.

Radici millenarie sono anche quelle del borgo di Malegno, con le suggestive statue stele di località Bagnolo risalenti al XI secolo. Da non perdere il Museo Etnografico del Ferro “Le Fudine”, la Parrocchiale di Sant’Andrea Nuova dei primi del Settecento e la Chiesa di Sant’Andrea Vecchia impostata su un edificio del XIII secolo in stile romanico.

Ossimo è composto da due nuclei, Ossimo Superiore e Ossimo Inferiore, e di notevole importanza è il Museo Etnografico della Valle Camonica inaugurato nel 1995, mentre Piancogno è  formato dalle 3 frazioni di Piamborno, Cogno e l’Annunciata.

Infine, Ono San Pietro (che risale alla fine del XIII secolo) propone da vedere la Calchera, antico forno per la produzione di calce, la Chiesa di San Pietro in Circolo del XV secolo e la Parrocchiale di San Alessandro martire ricostruita alla fine del XVIII secolo.

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Parte la crociera extralusso alla scoperta delle Svalbard

È fissata per il 28 maggio la partenza della crociera extralusso alla scoperta delle isole Svalbard, a bordo di un’affascinante nave dotata di tutti i comfort, Le Boreal della compagnia di navigazione francese Ponant.

Altre date previste sono l’11, 18, 25 giugno, e il 2 e 23 luglio su Le Lyrial e il 9 e 16 giugno ancora a bordo di Le Boreal. In tutti i casi, si tratta di sette notti con imbarco a Longyearbyen (la città più abitata dell’arcipelago norvegese), raggiungibile in aereo da Parigi.

L’eccellenza delle navi boutique di Ponant

Le navi della compagnia Ponant, di proprietà del gruppo Pinault, sono vere e proprie “navi boutique” che, grazie alle dimensioni contenute, sanno inoltrarsi in luoghi ancora inesplorati, al di fuori delle rotte più gettonate, garantendo l’adrenalina dell’avventura e un servizio di bordo che figura tra il top dello yatching di lusso.

In particolare, Le Boreal si distingue per essere una delle navi più eleganti del settore, con tecnologia all’avanguardia, materiali d’eccellenza e arredi di prestigio: vanta ben 132 cabine e sei ponti e ogni spazio è concepito al meglio per ottimizzare le aree comuni e donare un’atmosfera rilassata e raffinata. In più, per dare risalto alla sensazione di navigare su uno yatch privato, i colori dominanti sono sfumature di grigio, toni neutri e un tocco di rosso.

Tutte le cabine (alcune con balcone) godono della vista sul mare, dispongono di televisione a schermo piatto, accappatoio e prodotti da bagno francesi.

A sua volta, Le Lyrial è la combinazione perfetta tra benessere e lusso, caratterizzata da un’atmosfera amichevole e autentica: realizzata da Fincantieri, unisce competenza italiana e design francese dimostrandosi una delle navi più innovative.
A impreziosire ancora di più l’esperienza a bordo sono i colori che si ispirano alle tonalità delle destinazioni da visitare: una scala di blu che spazia dal turchese delle limpide insenature del Mediterraneo al grigio luminoso e tenue dei ghiacci polari.

Gli alloggi vanno incontro alle più svariate esigenze, con camere di diversa metratura e arredamento in base alla categoria scelta, balcone privato e letti king size.

Tutte le navi Ponant Explorers dispongono inoltre di una lounge multisensoriale subacquea: si tratta della Blue Eye, la prima lounge a venire realizzata sotto la linea di galleggiamento di una nave da crociera così da regalare una percezione unica dell’universo sottomarino.

Non mancano poi open bar, Spa, centro benessere, teatro e il primo ristorante su nave dello chef francese Alain Ducasse con cucina gourmet nazionale e internazionale.

Ancora, i viaggiatori che scelgono la suite avranno a disposizione un maggiordomo personale.

Isole Svablard, un viaggio ai confini del mondo

Una crociera alle Isole Svalbard è un viaggio ai confini della Terra, in luoghi magici e remoti, le terre abitate più a Nord del mondo che sono il regno degli orsi polari e dei ghiacci.

Qui si arriva principalmente per provare l’emozione di trovarsi a tu per tu con la natura selvaggia, plasmata da paesaggi mozzafiato, montagne e oltre 2000 ghiacciai. E che dire poi dello spettacolo dell’aurora boreale e delle sconfinate distese innevate in inverno e della tundra dell’estate polare?

Ma sorprende anche Longyearbyen, il centro abitato più a Nord, con le case colorate e l’unica chiesa del territorio, festival, eventi, il centro d’arte Nordover, il museo etnografico Svalbard Museum e il North Pole Expedition Museum.

Curiosa anche “la città fantasma delle Svablard”, ovvero Pyramiden, insediamento minerario russo degli Anni Ottanta abbandonato alla chiusura della miniera ma con gli edifici, le strade, le case e le strutture rimaste intatte.

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Le location della serie Netflix “Cent’anni di solitudine”

In arrivo su Netflix una nuova serie che si preannuncia come un viaggio entusiasmante: si tratta della trasposizione del celebre romanzo di Gabriel García Márquez “Cent’anni di solitudine” che gli valse il Premio Nobel per la letteratura nel 1982.

Un’impresa di grande portata che, in modo simile al libro, condurrà gli spettatori nel leggendario e cangiante macrocosmo di Macondo, il mitico villaggio sperduto in mezzo alle paludi.

Il cast e la regia della serie Netflix

La regia della serie Netflix “Cent’anni di solitudine” è stata affidata ad Alex García López, noto per aver lavorato in Daredevil e The Witcher, e a Laura Mora, la regista di Los reyes del mundo.

Il cast, davvero ampio, vede la presenza, tra gli altri, di Susana Morales, Claudio Cataño, Ella Becerra e Jerónimo Barón.

L’ambientazione e il contesto

Nel corso del libro (e della serie) si susseguono le vicende della famiglia Buendía per un intero secolo mentre i personaggi affrontano amori proibiti, guerre, follia, nascite traumatiche e, in particolare, una maledizione che li condanna alla solitudine.

I Buendía appaiono, così, di generazione in generazione, dal capostipite José Arcadio ad Aureliano Babilonia, con eventi che vanno dalla scoperta del ghiaccio alle pergamene decifrate dello zingaro Melquiades.

La loro storia inizia nel momento in cui José Arcadio Buendía e Úrsula Iguarán, cugini, si sposano nonostante il parere contrario delle famiglie e lasciano il villaggio per costruire una nuova casa. I loro discendenti nascono con un destino che sembra ineluttabile, legato in maniera indissolubile al villaggio di Macondo, isolato tra le paludi, simbolo della condizione umana.

Gli eroi maschili appaiono solitari, tragici e destinati alla sconfitta mentre le figure femminili si ergono sagge, piene di vitalità, affascinanti e solide.

Le location di “Cent’anni di solitudine”

I 16 episodi di “Cent’anni di solitudine” (la cui data di debutto non è ancora stata rivelata) rappresentano una delle produzioni più ambiziose mai realizzate in America Latina e sono stati girati in lingua spagnola (con il supporto della famiglia Márquez).

In attesa di vedere la serie e scoprire i luoghi specifici che hanno fatto da sfondo alle vicende narrate nel romanzo apprezzato a livello internazionale, quello che finora sappiamo con certezza è che è stata filmata in Colombia, al cospetto dei vasti e straordinari paesaggi di questo meraviglioso Paese.

Infatti, non è un caso che trovandosi a viaggiare in Colombia ci si innamori a prima vista, colpiti anche da un’offerta turistica che lascia senza fiato: dall’Amazzonia al deserto, dai luoghi coloniali alle moderne città, passando per le favolose spiagge caraibiche fino a città e siti che pullulano di storia antichissima.

Sono davvero panorami unici che racchiudono in sé scenari geografici opposti e che restituiscono, di conseguenza, contrasti di migliaia di colori: l’azzurro del mare, il bianco dei litorali, le cime innevate della Ande e, ovviamente, il verde della foresta amazzonica.

La Colombia, insomma, si fa amare per la bellezza disarmante del paesaggio e della natura rigogliosa, lussureggiante e selvaggia, per angoli incontaminati come il Cabo de la Vela e Punta Gallinas dove il deserto incontra il mare, il litorale del Mar dei Caraibi, le piantagioni di caffè, i vulcani, i siti archeologici precolombiani e città tutte da vivere tra eventi, festival e mercati.

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Itinerario tra quattro borghi d’arte in Toscana

Vede la luce un nuovo progetto per la valorizzazione del patrimonio artistico, culturale e paesaggistico del territorio della Valle Tiberina e della Val di Chiana, dal titolo “Rinascimento in Valtiberina e Valdichiana“, alla scoperta di capolavori unici, testimoni del genio di Piero della Francesca, Donatello, Bartolomeo della Gatta e altri grandi maestri.

Voluto dall’intesa dei quattro comuni di Castiglion Fiorentino, Citerna, Monterchi e Sansepolcro (l’idea progettuale è sostenuta dal critico d’arte Vittorio Sgarbi e la produzione è a cura di Maggioli Cultura e Turismo) l’itinerario prevede un sistema unico di comunicazione e promozione con particolare riferimento al periodo rinascimentale e alla eccezionale fioritura di maestri e capolavori che lo hanno caratterizzato e che ancora oggi costituisce una straordinaria eredità identitaria.

Rinascimento in Valtiberina e Valdichiana, 400 chilometri di arte

Bartolomeo della Gatta, Piero della Francesca, Donatello e altri maestri hanno lasciato opere capitali in un territorio delimitato tra la Valdichiana e la Valtiberina, per un itinerario di poco più di 40 chilometri da percorrere in un contesto paesaggistico incantevole, arricchito da una straordinaria offerta enogastronomica.

Si tratta di un’autentica “mostra permanente e diffusa” di capolavori dell’arte, frutto della propensione a produrre bellezza e della capacità di conservarla, una ricca collezione di opere fruibile da tutti, secondo un itinerario libero e personalizzabile dal visitatore in base alle proprie esigenze e attese, che si snoda tra chiese e musei, camminando lungo antiche strade e rivolgendo lo sguardo verso paesaggi unici.

L’obiettivo del progetto è realizzare un sistema di comunicazione e promozione che, partendo dalle attrattive del territorio, incentivi le persone a percorrerlo e a scoprirlo.
Tenendo conto delle più aggiornate tendenze del mercato turistico a matrice culturale, prevede la creazione di un’immagine coordinata del materiale di comunicazione e di strumenti digitali con contenuti originali e in doppia lingua (italiano e inglese), in particolare: un portale web dedicato all’intero circuito culturale che farà da vetrina digitale delle strutture e dei servizi offerti con approfondimenti, informazioni e aggiornamento continuo, una campagna fotografica professionale dal tono emozionale, un virtual tour aereo per l’intera area e virtual tour dei siti che accolgono le opere d’arte.

Promosso mediante una mirata campagna di promozione e advertising e un’attività di social media management, include anche una serie di eventi significativi il cui primo appuntamento è una lectio magistralis a cura del critico d’arte Vittorio Sgarbi, che si terrà il 26 aprile a Sansepolcro.

I quattro borghi protagonisti

Conosciamo meglio i quattro borghi protagonisti del progetto “Rinascimento in Valtiberina e Valdichiana” e partiamo con Castiglion Fiorentino, abitato già in epoca preistorica e protostorica: centro etrusco della Valdichiana e borgo medievale su di un piccolo colle, è ricco di storia, arte e cultura come si nota passeggiando lungo il pittoresco centro storico.
Qui, infatti, catturano lo sguardo numerosi monumenti religiosi e civili come la Porta Fiorentina, il Palazzo Comunale, il Loggiato Vasariano (rinascimentale), la Chiesa di Sant’Angelo che conserva pregevoli dipinti di Bartolomeo della Gatta, Taddeo Gaddi e Margarito, e l’area del Cassero, notevole centro artistico e storico con l’alta torre che è simbolo del borgo.

Nel circuito dei Borghi Più Belli d’Italia, Citerna domina la Valle del Tevere e, tra le due mura, custodisce memoria del suo importante passato: il monastero di Santa Elisabetta, la cinquecentesca Chiesa di San Francesco definita “chiesa museo” per le preziose opere al suo interno, la Torre Civica, la seicentesca Chiesa di San Michele Arcangelo, l’elegante teatro Bontempelli costruito nel Cinquecento e la Rocca, la parte più antica del Castello.

Grazioso borgo della provincia di Arezzo, Monterchi è tappa da non perdere per immergersi nella vita e nelle opere di Piero della Francesca, genio del Rinascimento: sono infatti inestimabili i suoi tesori come il Museo della Madonna del Parto, dove osservare da vicino l’affresco che svela la maestria del Maestro e il Museo delle Bilance con una collezione di ben 160 tipologie di bilance.

Infine, Sansepolcro, borgo natio di Pietro della Francesca, vanta un piacevole centro storico dove ammirare il Duomo dedicato a San Giovanni, il seicentesco Palazzo delle Laudi, oggi Municipio, la cinquecentesca fortezza medicea, la casa natale del celebre pittore e molti palazzi di spicco tra cui vanno citati Palazzo Pichi, Palazzo Giovagnoli e Palazzo Pichi – Sermolli.

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Biennale d’arte di Venezia, date, biglietti e info per visitarla

La Biennale d’arte di Venezia è uno degli eventi culturali più prestigiosi al mondo che celebra l’arte contemporanea in tutte le sue forme in una cornice unica e suggestiva.

Quest’anno, torna con la 60ª edizione, curata e diretta da Antonio Pedrosa, dal titolo “Stranieri Ovunque – Foreigners Everywhere”, pronta  a esplorare l’identità, la diversità e il complesso tema dell’essere stranieri, sia di fronte a sé stessi che di fronte agli altri.

Inoltre, per la prima volta, l’esposizione è suddivisa in due aree distinte: il “Nucleo Storico” che propone opere internazionali del XX secolo e il “Nucleo Contemporaneo” che espone le opere di artisti contemporanei.

Saranno 88 i Paesi partecipanti alla Biennale di Venezia 2024, nel cuore storico cittadino, ai Giardini e all’Arsenale, con quattro new entry ovvero l’Etiopia, la Repubblica del Benin, la Repubblica di Democratica Timor Est e la Repubblica Unita della Tanzania. Debuttano, invece, con un padiglione proprio il Senegal, il Nicaragua e la Repubblica di Panama mentre il Padiglione della Santa Sede si colloca presso la Casa di reclusione femminile alla Giudecca.

Infine, non mancheranno una vasta gamma di eventi collaterali ad arricchire il già vivace panorama culturale veneziano, un’occasione unica per immergersi nell’arte contemporanea e scoprire le ultime tendenze del panorama artistico mondiale.

Le date della Biennale di Venezia 2024

L’edizione 2024 della Biennale di Venezia si svolgerà dal 20 aprile al 24 novembre, ai Giardini e all’Arsenale.

Dal 20 aprile al 30 settembre osserverà gli orari estivi, dalle ore 11 alle ore 19 con ultimo ingresso alle 18.45. Solo per la sede dell’Arsenale, fino al 30 settembre il venerdì e il sabato apertura prolungata fino alle ore 20 con ultimo ingresso alle 19.45.

L’orario autunnale, invece, sarà in vigore dal 1 ottobre al 24 novembre dalle ore 10 alle ore 18 con ultimo ingresso alle 17.45.

Giorno di chiusura il lunedì, tranne 22 aprile, 17 giugno, 22 luglio, 2 e 30 settembre, 18 novembre.

I biglietti per la Sessantesima edizione della Biennale

La vendita dei biglietti e delle visite guidate alla Biennale di Venezia 2024 avviene online sul sito ufficiale (presso gli Infopoint ai Giardini in viale Trento e all’ Arsenale in Riva di Ca’ di Dio è attivo un servizio di cortesia per l’assistenza all’acquisto del biglietto di ingresso e delle visite guidate a partenza fissa). La commissione di preventiva è di 0,50 centesimi.

Le tariffe dei biglietti a ingresso singolo sono:

  • Intero 30 euro
  • Ridotto 20 euro (residenti Comune di Venezia, over 65. Verifica del documento d’identità all’ingresso)
  • Ridotto 16 euro (studenti e/o under 26. Verifica del documento d’identità all’ingresso)

Ci sono poi i biglietti multingresso: 40 euro per il biglietto valido per 3 giorni consecutivi (esclusi i giorni di chiusura), 50 euro per 7 giorni consecutivi, 20 euro “Biennale Sessions” per università convenzionate con prenotazione obbligatoria e minimo 50 partecipanti.

Per un minimo di 10 partecipanti, sono disponibili i biglietti gruppo, validi per un singolo ingresso per sede espositiva, Arsenale e Giardini: 20 euro adulti, 15 euro università, 10 euro per gli studenti delle scuole secondarie.

Per quanto riguarda gli accrediti, le tariffe sono:

  • 75 euro Intero
  • 50 euro Ridotto residenti Comune di Venezia
  • 45 euro Ridotto studenti e/o under 26

Tariffe dedicate per persone con disabilità che potranno fruire di un biglietto ingresso singolo ridotto a 20 euro acquistabile presso gli Infopoint (Giardini in Viale Trento e Arsenale in Riva di Ca’ di Dio) e per i soci FAI, ACI, COOP, CRAL DOGANE, OCRAD, TCI, VENEZIA FC a 26 euro (ingresso singolo) presentando la tessera associativa agli Infopoint.

L’ingresso gratuito è riservato ai bambini fino ai 6 anni compiuti, all’accompagnatore di persona con invalidità certificata (se specificato nella documentazione) e agli studenti delle scuole primarie e secondarie di primo grado che usufruiscono dei Servizi Educational.

Altre informazioni pratiche

Le due sedi della Biennale, i Giardini e l’Arsenale, sono indipendenti ma complementari poiché fanno parte di un’unica mostra: la visita può iniziare sia da una che dall’altra sede e il biglietto dà accesso a entrambe. Ricordiamo che i biglietti sono validi per un ingresso in ciascuna sede, non è consentito uscire e rientrare.

La durata media della visita per ciascuna sede è di circa tre ore e la distanza tra i Giardini e l’Arsenale è di una decina di minuti a piedi.

Per le persone con difficoltà motorie, è attivo un servizio di cortesia con auto elettriche. È altresì possibile (fino a esaurimento scorte) richiedere in loco carrozzelle, passeggini, passeggini a triciclo, sedie a rotelle e deambulatori.

Chi volesse portare con sé il proprio cane, può prenotare (con almeno 24 ore di anticipo) il servizio a pagamento di custodia e accompagnamento dei cani a cura delle operatrici cinofile di Bauadvisor.

Non mancano servizio di guardaroba per piccoli oggetti, bar, ristorante, servizi igienici con fasciatoio, bookshop e infopoint.

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Apre al pubblico uno dei labirinti di siepi più belli d’Italia

Raro esempio di dimora storica signorile, il Castello Bufalini è pronto a regalare una grande sorpresa ai suoi visitatori. Da domenica 21 aprile, per la prima volta, il fantastico labirinto, posto all’interno di uno tra i più grandi e importanti giardini formali all’italiana dell’Umbria, sarà aperto al pubblico ogni terza domenica del mese, fino a ottobre. Scopriamo di più.

Storia del Castello Bufalini

Il Castello Bufalini svetta in tutta la sua bellezza nel borgo di San Giustino, in provincia di Perugia. Nato come fortilizio militare di Città di Castello, a difesa dei confini dello Stato Pontificio, è stato trasformato a metà del Cinquecento dalla famiglia Bufalini in villa di delizie, affacciata sullo splendido paesaggio dell’Appennino.

All’esterno rimase ben visibile l’originaria struttura militare dell’edificio, ingentilita dall’inserimento in facciata di un ingresso monumentale e di un loggiato. All’interno vennero create ampie sale distribuite attorno a un cortile con due lati porticati. Dalla fine del Seicento, il palazzo fu ristrutturato dall’architetto-pittore Giovanni Ventura Borghesi come villa di campagna con un bellissimo giardino all’italiana, e nel Settecento l’edificio si arricchì di pregevoli opere d’arte.

Nel luglio del 1989, il Castello Bufalini è stato acquisito dal demanio dello Stato e costituisce ad oggi un raro esempio di dimora storica signorile pressoché integra, che conserva gran parte del suo arredo storico. Nel percorso di visita si possono ammirare diverse attrazioni, come il panoramico loggiato, le splendide sale dipinte da Cristofano Gherardi nella prima metà del Cinquecento, la Stanza degli Stucchi con le immagini delle “donne forti” e la Camera del Cardinale Giovanni Ottavio Bufalini, con la bellissima culla.

Il parco e il labirinto del Castello Bufalini

Tra la fine del Seicento e i primi del Settecento, il parco del Castello Bufalini venne organizzato in sette aree principali collegate tra loro e racchiuse da percorsi perimetrali posti a margine del fossato e del muro di cinta. Una di queste era occupata proprio dal labirinto creato per lo svago dei signori e formato da alte siepi di bosso. Il tracciato, che misura all’incirca 670 mq, è di forma trapezoidale con tre centri distinti, con un unico accesso, ai cui lati il 4 novembre 1694 furono piantati due cipressi, ancora viventi, che sono tra gli alberi più antichi del giardino.

Nell’archivio dello splendido castello umbro si trovano alcuni disegni relativi alla sua progettazione e realizzazione, in particolare una planimetria databile al 1706, la Pianta del palazzo e giardino della villa di S. Giustino dei sign.ri March.si Bufalini, da cui è possibile vedere come il suo tracciato sia rimasto invariato nei secoli. Ciò fa pensare che, almeno in parte, le piante di bosso siano quelle interrate nel 1692, rendendo il labirinto di Castello Bufalini uno dei più antichi d’Europa.

Il labirinto sarà aperto al pubblico solo su prenotazione, per gruppi di massimo 10 persone, con turni alle ore 11.00 e alle ore 17.00. “L’apertura al pubblico di uno dei labirinti di siepi più interessanti del panorama italiano – dichiara Veruska Picchiarelli, Direttrice di Castello Bufalini – s’inserisce in un processo di recupero e rivalutazione di altre aree, interne ed esterne, dell’intero complesso, che porterà a partire dai prossimi mesi a raddoppiare e a riqualificare totalmente il percorso di visita”.

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Nuove rotte aeree low cost in arrivo per l’estate 2024

Vueling ha appena annunciato il proprio piano voli per l’estate 2024. La compagnia aerea low cost opererà 248 rotte verso oltre cento destinazioni in 29 Paesi, alcune delle quali sono delle novità assolute mentre altre dei revival. Ma andiamo per ordine. Il nuovo volo che decollerà sarà quello tra l’aeroporto di Comiso, in Sicilia, verso Barcellona, mentre torna quello dallo scalo di Milano Linate con destinazione sempre la città catalana che parte due volte alla settimana.

Barcellona caput mundi

Chissà perché tutti vogliono tornare sempre a Barcellona. Cosa faccia questa città a chi la visita non è mai stato chiaro, fatto sta che quando si pensa a un viaggio dell’ultimo minuto, a un weekend in una meta vicina in qualunque stagione dell’anno è questa la prima città a cui si pensa. I suoi quartieri storici non bastano mai. Da Plaza de Catalunya si entra direttamente nel Barrio Gotico, il centro storico della città, fatto di vie strettissime e di palazzi antichi. E poi, Plaza Real, con tutti i suoi tapas bar. C’è anche la Cattedrale ma ormai l’hanno visitata già tutti almeno una volta. Per non parlare poi di La Ribera, dove buttare l’occhio tra i negozi di artigianato ricchi di oggetti curiosi.

E poi, passeggiare sui vialoni di Barcellona è sempre bello, baciati dal sole e col vento che soffia forte tra i capelli, buttando l’occhio qua e là sugli edifici così unici e originali progettati da quel genio di Antoni Gaudí: Casa Battló – dove hanno appena scoperto dei nuovi decori rimasti nascosti finora – e Casa Milà, detta la Pedrera. Sempre bello è lo skyline della città visto dal celebre Parc Güell, sulle alture dietro alla città, luogo ideale dove rilassarsi all’aria aperta. Altrettanto bella è la vista sulla città che spazia fino al mare dal Tibidabo, detto anche “la montagna magica”, e da Montjuic, sul quale si trova il castello e numerosi musei, tra cui la Fondazione Mirò, entrambi raggiungibili con le funicolari panoramiche.

Ma Barcellona è famosa soprattutto per la sua vita notturna, ed è il motivo per cui amano tornarci appena possibile. Qui tutti si danno appuntamento a Barceloneta, cuore della movida, che offre tantissimi locali pieni zeppi di giovani fino a notte inoltrata.

Dove dove Vueling da e verso l’Italia

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A Tuscania riaprono alcune straordinarie necropoli

Se avete il desiderio di una gita fuori porta, che vi porti alla scoperta di tesori archeologici unici, la meta ideale di questi mesi è Tuscania. Da oggi, i visitatori avranno l’occasione di ammirare la necropoli della Madonna dell’Ulivo, con la famosa Grotta della Regina e le Tombe della famiglia Curunas, Pian di Mola e Peschiera, grazie a una bellissima iniziativa che punta a valorizzare un imperdibile patrimonio UNESCO.

Necropoli di Tuscania: alla scoperta dei tesori degli etruschi

Gioiello della provincia di Viterbo, Tuscania è uno splendido borgo medievale circondato da rocce di tufo e campi di lavanda. Per valorizzare il suo inestimabile patrimonio storico e artistico, Promo Tuscia ha inaugurato un importante progetto che prevede due visite guidate al mese alla scoperta delle sue meraviglie archeologiche, fino al 22 dicembre.

Si potranno così scoprire le bellezze della Necropoli di Madonna dell’Ulivo, non lontana dal centro storico medievale del paese, che si affaccia a levante su uno splendido pendio tufaceo, da cui si può godere di un magnifico panorama sulla valle del fiume Marta. La necropoli si sviluppa su tre gradoni lungo il pendio. Al primo livello si trova la famosa Grotta della Regina,  subito al di sotto spunta un gruppo di tombe a camera di epoca arcaica, mentre all’ultimo livello si trovano le Tombe della Famiglia Curunas e la Tomba del Sarcofago delle Amazzoni di epoca ellenistica. E ancora, si potranno scoprire i tesori unici delle Necropoli di Pian di Mola e della Peschiera, dove sono presenti caratteristiche tombe a dado, semi-dado e a casa con portico, risalenti al VI secolo avanti Cristo. Intanto, vediamo questi gioielli archeologici più da vicino.

Grotta della Regina

La Grotta della Regina prende il nome dalla leggenda narrata dall’archeologo Secondiano Campanari di Tuscania, secondo il quale, al momento della scoperta, su una parete della tomba venne vista l’immagine dipinta di una fanciulla, forse una giovane regina, dissoltasi poco dopo. A rendere famosa la Grotta furono soprattutto i racconti di viaggio dello scrittore inglese G. Dennis del 1842.

L’ipogeo, scoperto scavando una galleria a destra dell’ingresso principale, risale all’epoca ellenistica (IV-II secolo a. C.) e deve la sua notorietà soprattutto alla sua particolare e complessa planimetria e per la suggestione conferita alla tomba dalla presenza di numerosi cunicoli, che si dipartono in più direzioni e si sviluppano su tre livelli, il cui significato è ancora avvolto nel mistero. Nel tempo sono state avanzate molti ipotesi al riguardo, ma la particolare struttura, completamente differente dalle altre tombe, ne fa supporre l’utilizzo come luogo di culto. Purtroppo, i numerosi sarcofagi e le suppellettili rinvenuti all’interno, al momento della scoperta, sono andati dispersi.

La Grotta della Regina a Tuscania

Fonte: Getty Images – Ph: Universal Images Group Editorial

La suggestiva Grotta della Regina

Tombe Curunas

Queste tre tombe sono state scoperte durante i lavori di consolidamento del complesso monumentale principale, condotti dalla Soprintendenza tra il 1967 e il 1970. Sono situate nel terzo gradone della necropoli e avevano la funzione di accogliere le sepolture della famiglia aristocratica etrusca Curunas, dalla metà del IV secolo alla fine del II secolo. Gli ipogei avevano un impianto monumentale ben visibile dalla valle in quanto l’intento era quello di testimoniare l’importanza sociale ed economica della famiglia. Anche gli oggetti rinvenuti rappresentano un raro e prezioso esempio di corredo funerario etrusco, come i bronzi che costituiscono un sontuoso servizio da mensa e la pregevole serie di ceramiche a figure rosse, oggi conservati al Museo Archeologico di Tuscania.

Tomba del Sarcofago delle Amazzoni

Nel terzo gradone della necropoli si trova anche la Tomba del Sarcofago delle Amazzoni, composta da due camere disposte sullo stesso asse, parzialmente crollate a causa della particolare friabilità del tufo in cui fu scavata. Deve il nome a un particolare sarcofago, risalente alla seconda metà del IV secolo a.C. e oggi conservato al Museo Archeologico di Tuscania, riportante scene di Amazzonomachia realizzate sui lati della cassa.

Necropoli di Pian di Mola e della Peschiera

In uso fin dal VII secolo a.C. la Necropoli etrusca di Pian di Mola prende il nome dall’altura dove è situata nei pressi di Tuscania. È composta da tombe allineate, risalenti al VII-I secolo a.C., scavate per lo più nelle rocce circostanti. Si possono trovare tombe di epoca tardo-ellenistica, che hanno conservato una serie di sarcofagi fittili di produzione locale, e tombe rupestri a dado. Tra le più note, la tomba a casa con portico, incastonata nella roccia, è caratterizzata da tre camere sepolcrali. In origine, presentava un portico d’ingresso e statue di sfingi e leoni a ornare il tetto.

Vicino alla Necropoli di Pian di Mola troviamo la Necropoli della Peschiera, composta da tombe di varia tipologia, prevalentemente di tipo a camera, realizzate tra il VII ed il II sec. a.C.. Comprende tombe risalenti tra il VII – II sec. a.C., ma è famosa soprattutto per la caratteristica Tomba a Dado, un esempio eccezionale di tomba rupestre arcaica a forma di casa etrusca scavata nella roccia.

Museo Archeologico Nazionale di Tuscania

Gli interessanti reperti delle necropoli sono custoditi nel Museo Archeologico Nazionale di Tuscania, che ha sede nella suggestiva cornice dell’ex convento fondato nel 1247, adiacente alla Chiesa di Santa Maria del Riposo. La prima sezione del Museo venne inaugurata nel 1988, a piano terra, mentre nel 1997 e nel 2007 furono allestite le due ali espositive al piano superiore, che ospitano le testimonianze archeologiche provenienti dal territorio della provincia di Viterbo e ripercorrono la storia della famiglia Campanari, legata a quella degli scavi e ai tesori dell’etruscologia.

Particolare importanza rivestono i complessi funerari provenienti dalle tre tombe rupestri della famiglia Curunas, come i sarcofagi in nenfro, con coperchi che restituiscono a tutto tondo la figura del defunto, le pregevoli ceramiche e i materiali in bronzo connessi al banchetto o al mondo femminile.

Un sarcofago della famiglia Curunas a Tuscania

Fonte: Getty Images – Ph: Hulton Fine Art Collection

Un sarcofago della famiglia Curunas al Museo Archeologico di Tuscania

Visita alle necropoli di Tuscania: le date

Le visite guidate alle importanti Necropoli di Tuscania si terranno da aprile a dicembre, nelle seguenti date:

  • 28 aprile
  • 12 e 26 maggio
  • 9 e 23 giugno
  • 14 e 28 luglio
  • 11 e 25 agosto
  • 8 e 29 settembre
  • 13 e 27 ottobre
  • 10 e 24 novembre
  • 8 e 22 dicembre