Categorie
Europa Grecia Isole Bahamas Posti incredibili Viaggi

Bahamas? No, Grecia! Benvenuti in paradiso

Le meraviglie del mondo che appartengono alla nostra terra ci spingono ad affrontare viaggi lunghissimi che ci portano anche dall’altra parte del mondo.

Sono i deserti, gli immensi parchi e tutte le opere straordinarie create da Madre Natura, ma anche i gioielli architettonici e iconici che sono diventati i simboli di città, paesi e nazioni. Ci sono anche i paradisi terrestri, quelli che sono così belli e perfetti da non sembrare neanche reali.

Eppure questi luoghi esistono davvero e sono straordinari. Ma non si trovano solo a distanza di migliaia di chilometri da noi, sperduti da qualche parte nell’oceano, ma anche in luoghi molto più vicini, anche se ancora sconosciuti. Come Lichadonisia, l’arcipelago paradisiaco della Grecia che vi lascerà senza fiato.

Benvenuti a Lichadonisia

Bahamas, Hawaii o Seychelles? Difficile a prima vista indovinare in quale meraviglioso arcipelago del mondo ci troviamo. Eppure, anche se le fotografie ci trasportano inevitabilmente in paradisi lontani, questo luogo incantato si trova in Europa, a soli 200 chilometri da Atene.

Lichadonisia chiamato anche Lichades è un arcipelago composto da sette piccole isole disabitate situate nel golfo di Eubea. Probabilmente il suo nome è sconosciuto a molti e in effetti questo gruppo di isole paradisiache non fa parte di quegli itinerari battuti dal turismo di massa. E forse e propria grazie a questo che è riuscito a mantenere la sua perfezione onirica e surreale.

Le acque turchesi bagnano quei lembi di terra caratterizzati da spiagge bianche e fini e natura lussureggiante: la visione, da ogni punto di vista, è sublime. Così come straordinaria è l’acqua trasparente e cristallina attraverso la quale è possibile ammirare fondali pieni di meraviglie.

Sotto le acque del mare che bagna Manolia, una delle sette isolette che compone l’arcipelago, si trova il relitto di una nave tedesca affondata proprio durante la Seconda Guerra Mondiale.

E a proposito delle isole di Lichadonisia, oltre a Manolia troviamo anche Limani, Vorias, Vagia, Steno, Strongyli e Mikri. Intorno a queste emergono dall’acqua tanti piccoli scogli che rendono il panorama ancora più suggestivo.

L’arcipelago greco si è formato a seguito di un grande terremoto verificatosi nel 426 a.C., ma c’è anche un’altra versione della storia, estremamente affascinante e magica, che riguarda la nascita di queste sette isole.

Secondo la leggenda, infatti, il nome dell’arcipelago è da attribuire a Licha, il servo di Ercole che fece indossare all’eroe greco una tunica velenosa per ordine di Dihanièra, sua moglie, convinta del tradimento del suo amato. Quando l’eroe greco si rese conto dell’inganno scaglio Licha in mare e dai brandelli del suo corpo nacquero le sette isole di Lichadonisia.

Lichadonisia

Fonte: iStock

Lichadonisia

Come raggiungere questo paradiso terrestre

Le foto dell’arcipelago di Lichadonisia fanno innamorare, ma sappiamo bene che nonostante la bellezza restituita da queste istantanee, nulla è paragonabile alla loro stessa vista. Scopriamo insieme come raggiungere questo paradiso terrestre.

Le isole dell’arcipelago sono sconosciute, ma anche difficilmente accessibili. Purtroppo, infatti, non esistono servizi di traghetti che collegano l’arcipelago alla terra ferma. Per raggiungere le isole è necessario andare con una barca, oppure prendere parte alle escursioni turistiche che vengono organizzate nei periodi di alta stagione e che partono dal porto di Agios Georgios o da quello di di Kamena Vourla.

Non esistono neanche hotel e strutture ricettive sull’arcipelago, quindi l’unico modo per esplorare questo paradiso terrestre è un’escursione in giornata. Ma è tutto così suggestivo che il viaggio vale assolutamente l’esperienza.

Kavos, Lichadonisia

Fonte: iStock

Kavos, Lichadonisia
Categorie
Barriere Coralline Posti incredibili sport acquatici vacanze avventura Viaggi

Anche l’Italia ha la sua barriera corallina

Sul litorale romano, al largo di Capocotta, tra Ostia e Torvaianica, si è formata una barriera corallina con una prateria di gorgonie che non ha nulla da invidiare alle mete esotiche tanto apprezzate dagli appassionati delle immersioni subacquee. Uno scrigno di biodiversità inaspettato a poche miglia dalla costa capitolina, che si è avvalso degli appellativi di “Galapagos del Mediterraneo” e di “isola che non c’è”. Scopriamo questo mondo sommerso unico in Italia.

Secche di Tor Paterno, “l’isola che non c’è”

Ebbene, questo paradiso tutto italiano sono le Secche di Tor Paterno, unica Area Marina Protetta italiana a essere completamente sommersa e a non includere nessun tratto di costa. Una vera e propria isola sul fondo del mar Tirreno, la cui sommità giunge a 18 metri sotto il livello del mare, mentre la profondità massima tocca i 75 metri circa.

La riserva si estende per quasi 1.400 ettari e ad ogni immersione permette di imbattersi in una flora e fauna marina variegata e strepitosa. La sommità del banco roccioso è popolata dalla Posidonia oceanica, qui presente fino a circa 25 metri di profondità. Andando ancora più a fondo, si trovano interessanti colonie di celenterati, stretti parenti del corallo, come la splendida Gorgonia rossa e gli Alcionari, difficili da avvistare altrove. Uno studio di pochi anni fa attesta anche la presenza di Gerardia savaglia, un raro celenterato noto come “Corallo nero”.

Oltre che per l’incredibile valore naturalistico, le Secche di Tor Paterno si distinguono anche per la grande abbondanza di pesce, tanto da risultare la seconda Area Marina Protetta in Italia per biomassa ittica. Molte le specie pregiate, tra cui saraghi, palamite, ricciole, naselli, polpi e aragoste, cui attinge la piccola comunità di pescatori locali che qui può praticare la piccola pesca artigianale con tecniche sostenibili, come le reti da posta. In superficie, soprattutto in alcuni periodi, non è difficile avvistare i delfini, altra attrazione di queste acque ricche di sorprese.

Le barriera corallina del Mediterraneo

Istituita nel 2000 per difendere e valorizzare la biodiversità di questo tratto di mare, l’Area Marina Protetta delle Secche di Tor Paterno è gestita dall’ente regionale RomaNatura, insieme ad altre associazioni di Ostia. Nel tempo si è trasformata in un’oasi ricchissima di biodiversità, anche grazie a diversi progetti di salvaguardia e tutela del mare, tra cui quello avviato di recente con “Marevivo Lazio” per sostenere, incoraggiare e divulgare la cultura del mare e rafforzare le attività di prevenzione per la tutela del patrimonio marino.

Sede del parco è la Casa del Mare, edificio fatto costruire nella seconda metà degli anni ’30 dal Regio Genio Civile come alloggio per il personale addetto alla manutenzione del Canale dei Pescatori, che lo fiancheggia. Abbandonato per molti anni, è stato sottoposto ad un attento restauro che ha risaltato l’architettura originaria, di matrice futurista e ispirata alla forma delle navi. Sulla riva opposta del canale, si affaccia il suggestivo Borghetto dei Pescatori nato nel 1933 nella zona in cui, alla fine del XIX secolo, si insediò un nucleo di pescatori d’origine campana.

Tante le iniziative per conoscere quest’oasi sottomarina e la sua spettacolare barriera corallina, tra cui escursioni in barca e immersioni, che offrono l’opportunità di scoprire meraviglie nascoste.

Categorie
Posti incredibili vacanza natura Viaggi

Dormire in un “nascondiglio” in mezzo alla natura nella terra di Re Artù

Le esperienze di viaggio passano anche e soprattutto per gli alloggi che sono sempre più a misura dei nostri sogni e delle nostre esigenze.

Dalle case sugli alberi a strutture architettoniche evocative, passando per botti di vino, cupole trasparenti e capsule futuristiche. Non abbiamo che l’imbarazzo della scelta per trasformare le nostre avventure di viaggio in esperienze indelebili e straordinarie.

Ma c’è un alloggio che, più degli altri, ci ha letteralmente conquistati. Si tratta di una sorta di buen retiro, un nascondiglio immerso nella natura della magica Cornovaglia.

Dormire in Cornovaglia in un nascondiglio

Un viaggio in Cornovaglia è un’avventura che tutti dovremmo vivere almeno una volta nella vita. La terra delle leggende, dei paesaggi lussureggianti e delle scogliere che emergono dal mare e svettano verso il cielo, la rendono un territorio straordinario, un paradiso terrestre selvaggio e incontaminato che incanta la vista e stordisce i sensi.

Il contatto con la natura, atavico e primordiale, è prerogativa di tutte le avventure che si vivono nella contea inglese. Esperienze uniche e indelebili che passano per i viaggi on the road, per i panorami incantati vista oceano e anche per gli alloggi.

Sì perché proprio nella mitica terra di Re Artù esistono delle piccole baite sospese tra cielo e terra costruite su una cava di ardesia ora in disuso. Il loro nome è Kudhva e tradotto letteralmente vuol dire nascondiglio.

Questi alloggi, infatti, sono stati concepiti come dei piccoli ritiri all’interno dei quali gli ospiti possono ritrovare le energie e contemplare la meravigliosa natura che li circonda tutto intorno.

Kudhva, il nascondiglio in Cornovaglia

Kudhva, il nascondiglio in Cornovaglia

L’alloggio più selvaggio d’Europa

Capanne selvagge costruite sugli alberi e immerse in una natura lussureggiante che svolgono la funzione di nascondiglio: è qui l’esperienza più bella di sempre.

Kudhva è molto più di un alloggio, è un buen retiro che offre una prospettiva unica sul paesaggio della Cornovaglia reso ancora più suggestivo dalla posizione degli edifici tra gli alberi.

Le case tra gli alberi sono posizionate all’interno di un sito che ospita anche cabine danesi e tende per un’esperienza di glamping a contatto con la natura. Non mancano, ovviamente, un ristorante, i servizi igienici e le docce.

I nascondigli sono stati progettate dagli architetti dello studio New British Design e costruite da artigiani locali che hanno curato tutto nei minimi dettagli. I materiali utilizzati sono il legno di pino e di larice, una scelta questa che enfatizza ancora di più il rapporto con la natura.

Accessibili tramite una scala che conduce direttamente alle capanne che fanno capolino tra gli alberi, le cabine sono dotate di un ampia finestra che offre una vista esclusiva e mozzafiato sulla bellissima campagna della Cornovaglia.

Ma l’avventura non finisce qui perché questi alloggi sensazionali sono anche il miglior punto di partenza per andare alla scoperta della contea. Questi nascondigli, infatti, si trovano a Trebarwith Strand, un tratto di costa situato a nord del territorio. Da qui è possibile raggiungere la spiaggia sabbiosa incorniciata da maestose scogliere e circondata tutto intorno da grotte naturali.

Inoltre, questi alloggi, distano appena quattro chilometri da Tintagel, il villaggio che ospita il castello di re Artù e che conserva le avventure dei cavalieri della tavola rotonda.

Kudhva, il nascondiglio in Cornovaglia

Kudhva, il “nascondiglio” in Cornovaglia

Categorie
Posti incredibili Viaggi

C’è un luogo in Italia dove puoi acchiappare le nuvole

È una sensazione sorprendente, adrenalinica e unica, quella che proviamo quando ci ritroviamo davanti alle bellezze del mondo che abitiamo. Emozioni amplificate ancora di più dall’alta quota, dalla posizione strategica di quei punti panoramici che ci permettono di osservare città, borghi e paesi.

Ascensori che svettano verso il cielo, sentieri in salita e scalinate ripide che ci portano direttamente lì, tra l’azzurro del cielo, sospesi a mezz’aria. Sono queste alcune delle esperienze che andiamo cercando quando siamo in viaggio, per ammirare le destinazioni che abbiamo scelto da un’altra prospettiva.

E non dobbiamo per forza volare dall’altra parte del mondo per vivere un’avventura così perché anche il nostro Belpaese sa regalarci visioni dall’alto che lasciano senza fiato. Come quelle che si palesano davanti agli occhi di sale sulla cima dell’Acchiappanuvole, il monte che domina l’isola di Capri dal quale è possibile sfiorare le nuvole.

Benvenuti sull’Acchiappanuvole

Il suo nome ufficiale è Monte Solaro e con i suoi 589 metri d’altezza è la cima più alta dell’isola di Capri.

Dalle terrazze presenti sulla montagna è possibile ammirare tutta l’isola dall’alto. Dalle case addossate una all’altra a quei meravigliosi faraglioni che emergono dall’acqua e svettano verso il cielo, fino a raggiungere con gli occhi la Penisola Sorrentina, l’arcipelago Li Galli e persino il Golfo di Napoli.

Tutto intorno, invece, una vegetazione rigogliosa e lussureggiante che ricopre la roccia calcarea, e che comprende tantissime specie floristiche come la ginestra, il mirto, il leggio, l’alloro e gli anemoni.

Ed è sempre qui, sul punto più alto dell’isola, che si prova la straordinaria sensazione di toccare il cielo con un dito, di acchiappare le nuvole. Il soprannome dato al Monte Solaro, del resto, fa riferimento alla sua posizione, ma anche a un altro fenomeno suggestivo che qui si manifesta in alcuni momenti della giornata.

A causa dei forti sbalzi termici che ci sono tra la montagna e il mare, quando l’aria calda sale dal basso crea una condensa, una nuvola di vapore che abbraccia tutto il monte e che rende la visita ancora più suggestiva.

Meridiana del Monte Solaro

Meridiana del Monte Solaro

La vista più bella d’Italia

Raggiungere la cima del Monte Solaro è un’esperienza che lascia senza fiato. Per arrivare fin qui ci sono due opzioni ed entrambe garantiscono un’avventura straordinaria.

La prima prevede un’escursione a piedi da Piazza della Pace da Anacapri. Da qui, infatti, parte un sentiero in salita e ben segnalato. Attraversando la natura, i vigneti e le coltivazioni della zona, in circa un’ora si può raggiungere la cima.

La seconda opzione per raggiungere il Monte Solaro, invece, è una traversata sospesa tra cielo e mare. Grazie alla seggiovia Anacapri-Monte Solaro, in partenza da Piazza Vittoria, potrete raggiungere le terrazze del massiccio in 12 minuti. Da qui, ovviamente, la vista è garantita.

Una volta arrivati in cima la visione è sublime, ma guardatevi intorno perché il Monte Solaro è pieno di meraviglie.

Poco prima di arrivare sulla cima, infatti, troviamo il Castello Barbarossa, una fortezza risalente al X secolo costruita per controllare i golfi di Napoli e di Salerno. Il nome dell’edificio, invece, fa riferimento al periodo di conquista di Capri da parte di Kair-ed-Din, conosciuto anche come Barbarossa.

Scendendo dal Monte Solaro, una deviazione per il paesino di Cetrella è quasi doverosa. Sarà lui stesso a richiamare la vostra attenzione con quell’odore di limone sprigionato dall’erba che cresce nella zona, lo stesso che gli ha dato il nome. Una volta arrivati qui, non dimenticate di visitare l’eremo incastonato in una piccola valle a strapiombo sul mare.

Seggiovia sul Monte Solaro

Seggiovia sul Monte Solaro

 

Categorie
Barcellona città Europa itinerari culturali Posti incredibili Viaggi

La galleria d’arte tra le nuvole di Barcellona

C’è sempre un buon motivo per tornare a Barcellona, anzi ce ne sono tantissimi. La cosmopolita capitale della Catalogna è celebre in tutto il mondo per il suo straordinario patrimonio artistico, culturale e architettonico.

Del resto quando parliamo di questa meravigliosa città nella nostra mente compaiono le immagini della straordinaria Sagrada Família e di tutti gli altri edifici progettati da Antoni Gaudí che hanno ridefinito il volto urbano di Barcellona. A questi si affiancano i musei, come quello di Picasso e la Fondazione Joan Miró, il mare, la rambla, la gastronomia e i ritmi slow che da sempre caratterizzano l’intero Paese.

Si torna sempre in questa città, perché lei sa stupire e incantare ogni volta, proprio come se fosse la prima. E oggi abbiamo un altro motivo per raggiungerla, un’attrazione strabiliante da non perdere: una galleria d’arte tra le nuvole di Barcellona.

Mirador Torre Glòries: benvenuti tra le nuvole

Una vacanza lunga o un city break? Indipendentemente dalla vostra scelta Barcellona è sempre una fantastica idea. Non a caso è una delle mete predilette di viaggiatori provenienti da ogni parte del mondo.

Le cose da fare in città sono davvero tantissime, dalle visite culturali, al relax in spiaggia passando per lo shopping e la movida. Ma come vi anticipavamo c’è una nuova e imperdibile attrazione nella capitale della Catalogna e per scoprirla ci dobbiamo recare all’ultimo piano del Mirador Torre Glòries.

Mirador Torre Glòries

Mirador Torre Glòries, Barcellona

Situata al 211 dell’Avinguda Diagonal, questa torre di osservazione non ha bisogno di presentazioni. Con i suoi 125 metri d’altezza, che culminano con una cupola che sembra sfiorare il cielo, offre visioni strabilianti su tutta la città imponendosi sullo skyline urbano.

Ma la vista panoramica non è l’unica cosa che vi emozionerà una volta arrivati in cima all’edificio perché adesso, il 30esimo piano della torre, è stato trasformato in una galleria d’arte che ha l’obiettivo di far vivere un’esperienza straordinaria tra le nuvole di Barcellona.

La galleria d’arte con vista mozzafiato

Progettata dagli architetti Jean Nouvel e Fermín Vázquez e inaugurata nel 2005, la torre di osservazione è diventato uno sei simboli contemporanei della città. Scintillante all’esterno, panoramico all’interno, il Mirador Torre Glòries offre un’esperienza senza eguali arricchita oggi da un nuovo punto panoramico che ha rivoluzionato il concetto di Belvedere.

All’ultimo piano della torre, infatti, è stato inaugurato uno spazio interattivo, culturale e artistico che porta la firma dell’artista argentino Tomás Saraceno.

Cloud Cities Barcelona, questo il nome dell’installazione permanente e multisensoriale dell’artista che catapulta gli ospiti in un’altra dimensione, trascendentale e reale. Da una parte ci sono oltre 100 moduli che compongono delle nuvole geometriche tra le quali perdersi e ritrovarsi, dall’altra una vista unica a 360 gradi sull’intera città.

L’opera firmata dall’artista argentino ha come obiettivo quello di invitare l’osservatore a riflettere sulla città e sulla connessione degli elementi urbani che trovano spazio dentro e fuori. L’esperienza, a 125 metri d’altezza, è unica nel suo genere. Avrete come l’impressione di essere sospesi tra cielo e terra e camminare tra le nuvole.

Cloud Cities, Barcelona

Cloud Cities, l’opera all’ultimo piano del Mirador Torre Glòries di Barcellona

Categorie
litorali mare Mediterraneo Posti incredibili Viaggi

La spiaggia (con relitto) più bella del Mediterraneo

Chiunque abbia inserito almeno una volta Zante nella propria travel wish list non può essere rimasto immune dalla bellezza di quella fotografia che immortala uno dei luoghi più belli e conosciuti dell’isola e forse del mondo intero.

Del resto, quella spiaggia bianca e fine e quel mare dalle mille sfumature di azzurro incantano come poche altre cose al mondo. Non stupisce che proprio questa baia sia stata scelta come cartolina rappresentativa dell’isola, della Grecia e forse dell’intero Mediterraneo.

E non importa quante volte abbiate visto in foto o dal vivo la spiaggia del Navagio perché la sua bellezza è destinata ogni volta a lasciare senza fiato.

La spiaggia che non c’era

Un viaggio in Grecia sa trasformarsi sempre in un’esperienza sorprendente, perché è qui, tra le Sporadi, le Cicladi e la terra ferma che la natura ha creato paesaggi e meraviglie mozzafiato, luoghi straordinari che sembrano sospesi nel tempo e nello spazio e che rappresentano uno dei più importanti patrimoni dell’intero Paese.

E guardando la spiaggia del Navagio sembra scontato trovare conferma di ciò che abbiamo appena detto. Eppure questo luogo, contrariamente a ciò che si può pensare, non è stato creato da Madre Natura, ma è nato inaspettatamente a seguito di un incidente diversi secoli fa.

La nascita della spiaggia del Navagio è una di quelle storie della buonanotte che possiamo raccontare ai bambini prima di andare a dormire. Ma badate bene perché non si tratta di una fiaba.

È accaduto tutto nel 1980 quando la motonave Panagiotis, un’imbarcazione utilizzata dai contrabbandieri, si è rifugiata nell’insenatura di San Giorgio delle Rocce, chiamata così in onore del monastero situato sulla falesia soprastante la spiaggia, per sfuggire alla Guardia costiera. Era una notte buia e tempestosa e l’equipaggio decise di rifugiarsi qui e di ripartire il giorno dopo.

La mattina seguente la nave si era arenata in una secca del fondale. In poco tempo la presenza dell’imbarcazione accumulò molto materiale sabbioso fino a creare una spiaggia bianchissima, un’insenatura suggestiva e straordinaria dove ancora oggi è presente il relitto della Panagiotis.

 Spiaggia del Navagio

Spiaggia del Navagio

Navagio: la spiaggia più suggestiva (e fotografata) del Mediterraneo

Incorniciata tra due maestose falesie che dominano il mare e svettano verso il cielo, la spiaggia del Navagio è diventata una delle attrazioni turistiche più apprezzate e frequentate di Zante e dell’intero Mediterraneo.

La spiaggia è situata sulla costa occidentale ed è incorniciata da una vegetazione lussureggiante che fa da contrasto all’azzurro del cielo e al turchese del mare. I colori che caratterizzano la baia, tipicamente caraibici, la rendono una delle più affascinanti di tutta la Grecia.

Ma quella del Navagio è anche la spiaggia più fotografata dell’intero Mediterraneo, non solo per i suoi colori, ma anche per la presenza del relitto incastonato proprio al centro della fine lingua di sabbia.

Le alte scogliere che incorniciano la spiaggia, e la proteggono alla stregua di un tesoro prezioso, non permettono di raggiungere la baia a piedi. Per arrivare a Navagio Beach, infatti, è necessario attraversare il mare.

Non si tratta di un’impresa impossibile però. Sono tantissimi, infatti, i tour giornalieri e i taxi boat che partono da Porto Vromi e che permettono ogni giorno a cittadini e turisti di raggiungere in questa meravigliosa insenatura.

C’è un altro modo, però, per contemplare la spiaggia del Navagio e la sua grande bellezza, ed è la vista che si può godere dall’alto delle falesie. A metà tra Volimes e Anafonitria, infatti, c’è un parcheggio che svolge la funzione di punto di osservazione della baia e del mare. La visione panoramica, da qui, è sublime.

 Spiaggia del Navagio

Spiaggia del Navagio

Categorie
litorali mare Posti incredibili Viaggi

La spiaggia colorata col tramonto più bello di sempre

Esistono luoghi nel mondo che non smettono mai di incantarci. Posti che si trasformano, a ogni ora del giorno e in ogni momento dell’anno, in palcoscenici dove va in scena lo spettacolo più bello di sempre, quello creato da Madre Natura.

Sono i laghi, i parchi naturali, i deserti e i massicci montuosi. Sono le spiagge che ogni giorno regalano visioni uniche che lasciano senza fiato.

Come quella che si può ammirare sulla Pfeiffer Beach, la spiaggia arcobaleno situata nel Big Sur, che promette panorami straordinari, magici e incantati.

Pfeiffer beach

Pfeiffer beach

La Pfeiffer Beach sulla Pacific Coast Highway

Sognando la California non è solo il titolo di una canzone, ma una vero e propio omaggio al Paese degli Stati Uniti e a tutte le sue meraviglie. Elencarle tutte ci sembra un’impresa piuttosto ardua, per questo abbiamo deciso di concentrarci sulla costa del Big Sur, quella che comprende montagne che si innalzano a picco sull’oceano Pacifico e che si alternano a sabbie romantiche e calette segrete incastonate come gioielli tra scogliere e faraglioni.

Tra queste c’è Pfeiffer Beach, una delle spiagge più belle del mondo che da sempre incanta viaggiatori provenienti da ogni dove. Romantica, solitaria e lontana dalle rotte più battute dai sentieri di massa, questa spiaggia è un vero e proprio paradiso naturale.

La sua posizione è incredibile, del resto il Big Sur è uno dei luoghi più scenografici della California e della celebre Pacific Coast Highway. Percorrendola, e arrivando alla fine della Sycamore Canyon Road, ci troviamo davanti a questa spiaggia sabbiosa incorniciata da formazioni rocciose che emergono prepotentemente dall’acqua.

Tra queste c’è anche il Keyhole Arch, uno straordinario e maestoso arco di roccia che incornicia il sole al tramonto e che contribuisce a rendere ancora più magica la Pfeiffer Beach.

La spiaggia arcobaleno

La posizione della Pfeiffer Beach, così come anche la presenza delle formazioni rocciose, contribuiscono a renderla una delle spiagge più suggestive dell’intera California. Ma c’è un altro motivo che rende questo luogo unico e riguarda i colori che lo caratterizzano.

La sabbia di questa piccola spiaggia, infatti, è contraddistinta da sfumature che vanno dal viola al lilla e che, brillando al sole, creano una visione magica. Il colore violaceo è dovuto alla presenza del manganese arrivato fin qui dopo l’erosione della montagna che sovrasta l’arenile.

Ma la magia di Pfeiffer Beach non finisce qui perché quando questa è illuminata dal sole si trasforma in una spiaggia dai colori arcobaleno che lascia senza fiato. Quando il sole tramonta, e i suoi raggi attraversano il Keyhole Arch, la sabbia e l’acqua brillano al sole creando un caleidoscopio di colori romantici e tenui che incantano la vista.

Il viola che caratterizza l’arenile esplode in tutta la sua bellezza assumendo gradazioni di colori diverse – da qui l’appellativo di rainbow beachmentre l’acqua che accarezza la sabbia mette in scena incredibili giochi di luci e colori.

Pfeiffer Beach è bella sempre, a ogni ora del giorno e in ogni periodo dell’anno. Ma c’è un momento preciso in cui l’atmosfera diventa incantata ed è quello del tramonto, quando il sole attraversa l’arco e accende tutto intorno. E allora sì che inizia la magia.

Pfeiffer beach

Pfeiffer beach

Categorie
isole Posti incredibili Viaggi

Come in Jurrasic Park: l’isola dove puoi incontrare i dinosauri

Il mondo che abitiamo non smette mai di stupirci, così come non smettono di sorprenderci le creature che lo popolano. Del resto la presenza di alcuni animali, così come le loro attività, ci spingono a organizzare viaggi che ci portano anche dall’altra parte del globo.

Ne sono un esempio le straordinarie migrazioni o le nidificazioni che si tengono ogni anno in alcuni periodi e in diverse parti del mondo. Ma c’è anche chi si muove per avere incontri ravvicinati con esemplari unici.

E se è un’esperienza del genere che volete fare, allora abbiamo il posto giusto per voi. Preparatevi perché quelli che state per incontrare sono gli ultimi dinosauri viventi su questa Terra. E no, se ve lo state chiedendo, non ci troviamo sul set di un film di fantascienza. Questa non è Jurassic Park.

I draghi di Komodo

Esiste un posto molto lontano caratterizzato da una natura incontaminata e selvaggia. Si tratta di un luogo in cui vivono delle creature leggendarie che assomigliano, per forme e lineamenti, a quelle che abbiamo visto sui libri di storia e sugli schermi, attraverso documentari e capolavori cinematografici.

Ma quel luogo non ha nulla a che vedere con un passato ormai sepolto o con una pellicola cinematografica perché è reale, così come reale e straordinaria è l’esperienza che qui si vive.

Ci troviamo nel cuore dell’Indonesia, in un angolo remoto di uno degli arcipelaghi più suggestivi e magici del mondo, quello delle Piccole isole della Sonda. È qui, sull’isola di Komodo, che insieme a specie rare come mante giganti e pesci luna, vivono dei sauri possenti e giganteschi che superano anche i tre metri di altezza. Si tratta dei draghi di Komodo, gli ultimi dinosauri esistenti sulla Terra.

Il Parco Nazionale di Komodo

Circondata da una natura selvaggia e incontaminata, l’isola di Komodo è l’habitat di un esemplare raro e unico. Il suo nome ufficiale è drago di Komodo o kizawi e si tratta di una lucertola gigante che appartiene alla famiglia dei Varanidi.

Il drago di Komodo è la più grande specie vivente al mondo con altezze fino a tre metri e un peso che arriva a sfiorare i 100 chili. Non è raro che trovandosi di fronte a questo animale si abbia come la sensazione di essere tornati indietro nel tempo, proprio nell’era del Giurassico. Del resto il termine dinosauro, scelto dallo studioso Richard Owen per classificare questa specie, vuol dire proprio “lucertola mostruosa”.

E i varani indonesiani, se non mostruosi, sono sicuramente spaventosi, anche se estremamente affascinanti e rari. Proprio per questo motivo è stato istituito il Parco Nazionale di Komodo, che comprende le isole di Komodo, Rinca e Padar e che dal 1991 è Patrimonio Mondiale dell’Unesco. L’obiettivo è quello di proteggere i draghi dell’isola e le altre specie rare che ci vivono.

Parco Nazionale di Komodo

Parco Nazionale di Komodo

Nonostante con gli anni l’isola dell’arcipelago indonesiano sia diventata una meta turistica abbastanza frequentata, è riuscita a preservare questo meraviglioso microcosmo da scoprire almeno una volta nella vita.

Come incontrare gli ultimi dinosauri sulla Terra

Per incontrare queste grosse lucertole dall’aspetto preistorico e vivere un’esperienza alla Jurassic Park è possibile organizzare un’escursione di uno o più giorni all’interno dell’Parco Nazionale di Komodo con una guida locale.

È proprio durante questi tour che potrete avvistare i draghi durante le loro attività quotidiane. Alcuni dormono al sole, altri nuotano e altri ancora vanno a caccia delle loro prede. Quello che è certo è un incontro ravvicinato con i varani sarà un’esperienza incredibile ed emozionante.

Draghi di Komodo

Draghi di Komodo

Categorie
montagna Posti incredibili Viaggi

Le montagne del marmo che custodiscono l’oro bianco d’Italia

Esiste un luogo di incredibile bellezza legato indissolubilmente alla nostra terra, alla nostra storia. Un luogo dove il colore bianco, che brilla al sole, è assoluto protagonista di visioni eteree, magiche e quasi surreali.

Si tratta delle Alpi Apuane, dei monti del marmo. Di quei bacini marmiferi che con i secoli sono diventati il tesoro d’Italia, il nostro oro bianco. Tra i più famosi ci sono quelli di Carrara, la città che più di tutti preserva e racconta una storia d’amore secolare ed eterna con il materiale preferito da Michelangelo e Canova.

Le cave si aprono davanti agli occhi dei visitatori come visioni oniriche spianando la strada al percorso che conduce direttamente al ventre della montagna, proprio lì dove nasce il marmo.

Alpi Apuane: le montagne del marmo ieri e oggi

La storia del prezioso oro bianco d’Italia affonda le sue radici in tempi lontanissimi. Già i romani utilizzavano questo materiale per costruire le loro lussuose dimore e le opere pubbliche, prima di loro gli Etruschi.

Nelle epoche successive il marmo è rimasto protagonista della nostra storia. È stato utilizzato da grandi artisti per creare capolavori iconici, sculture religiose e anche opere d’arredamento. E oggi, come ieri, viene impiegato nella costruzione di alcune delle più importanti opere architettoniche e scultoree in tutto il mondo.

Una storia grandiosa e gloriosa, quella dell’oro bianco d’Italia, che ci riporta oggi al cospetto delle Alpi Apuane dalle quali ancora si estrae quello che è il materiale lapideo più celebre del mondo.

Le cave presenti nei bacini marmiferi esercitano oggi grande suggestione, al punto tale che sono numerose le persone che giungono fin qui per rivivere tutta la magia di un passato che non si può dimenticare, e di un presente ancora vivido e straordinario.

Le cave di marmo si trovano a Torano, Fantiscritti e Colonnata. Si possono visitare grazie a tour guidati che percorrono l’ex Ferrovia Marmifera e attraversano suggestivi paesaggi fatti di gallerie scavate nella roccia, ponti e panorami mozzafiato che si susseguono uno dopo l’altro, oppure si possono raggiungere le cave (Cava Museo Fantiscritti, Cava Galleria Ravaccione e Cava 177) on the road, in auto o in moto, percorrendo la strada che da Carrara conduce ai bacini marmiferi.

La storia raccontata nei musei

C’è un altro modo per entrare nell’universo del marmo, per toccare con mano la bellezza che gli appartiene, ed è un itinerario che passa attraverso i musei.

Diverse sono le istituzioni che, attraverso racconti, testimonianze, collezioni e sculture, permettono di conoscere la storia millenaria dell’oro bianco italiano.

Uno dei più celebri è sicuramente la Cava Museo Fantiscritti, situata proprio nel cuore delle cave di Carrara, tra il bianco del marmo. Attraverso a una collezione immensa fatta di sculture, opere a grandezza naturale e reperti è possibile scoprire la storia dell’antico mestiere dei cavatori.

Troviamo poi il Parco della Padula, un grande giardino verdeggiante alle porte di Carrara che ospita un’esposizione permanente delle opere realizzate da diversi artisti durante la Biennale Internazionale di Scultura della Città di Carrara del 2002.

Ultimo, ma non per importanza, è il Museo Civico del Marmo. Tra reperti, sculture, strumenti e documenti, il museo conserva la più completa e affascinante collezione legata al materiale per testimoniare e valorizzare l’importante legame tra la città e questo patrimonio locale e mondiale.

Fantiscritti e la strada dei marmi

Fantiscritti e la strada dei marmi

Categorie
panorami Posti incredibili Viaggi

Abbiamo trovato la fioritura più bella d’Italia

Se c’è una cosa che abbiamo imparato dai nostri viaggi è che il susseguirsi delle stagioni ci permette di scoprire e riscoprire i luoghi che già conosciamo in una vesta nuova e sorprendente.

A cambiare i profili delle città, dei borghi e delle capitali del mondo è sempre lei, Madre Natura, che ogni volta ci regala spettacoli di immensa bellezza con esplosioni di colori e profumi che inebriano e stordiscono i sensi.

Deserti in fiore, altopiani colorati, valli che si trasformano in tappeti fioriti: è davvero difficile, guardando questi paesaggi meravigliosi, scegliere la fioritura più bella. Eppure noi l’abbiamo individuata e vi anticipiamo già che si trova in Italia.

La Conca dei Rododendri

C’è qualcosa di magico che succede a Biella, in Piemonte, durante le prime settimane di giugno. In un’oasi naturale dall’immenso patrimonio paesaggistico esplodono improvvisamente tinte cangianti che vanno dal rosa al rosso, dal giallo al lilla, e colorano di magia tutto intorno.

Ci troviamo nella Conca dei Rododendri, immersi in uno scenario da fiaba circondato tutto intorno dal parco naturale dell’Oasi Zegna. Il nome non lascia spazio all’immaginazione, ma lasciatevi dire che la realtà supera di gran lungo le aspettative evocative legate al nome. Sì perché qui abbiamo trovato quella che è una delle fioriture più belle d’Italia e vi assicuriamo che vi lascerà senza fiato.

Tra la fine di maggio e la prima metà di giugno i colori diventano assoluti protagonisti. Sono quelli indossati e sfoggiati dai rododendri che occupano una vasta area dell’oasi e che, nel periodo di fioritura, trasformano tutto in una tavolozza incantata.

Ma non sono gli unici perché, a fare da cornice a tutto questo, ci sono anche le azalee, le ortensie, i narcisi e mirtilli, e poi ancora le ginestre e i sambuchi.

Quando questi esemplari fioriscono, le cime dell’Oasi Zegna si tingono di meraviglia e davanti agli occhi dei visitatori appaiono visioni magiche, surreali e incantate che non si possono spiegare ma solo vivere.

I rododendri e l’Oasi Zegna

La Conca dei Rododendri si trova all’interno dell’Oasi Zegna a Trivero, tra le Alpi Biellesi. Un parco naturale ad accesso libero nato il secolo scorso da un’idea dell’imprenditore Ermenegildo Zegna.

Fu lui, negli anni ’20, ad avere l’idea di creare questo luogo straordinario dove la natura potesse essere assoluta protagonista. Così iniziò un’attività di riqualificazione ambientale tra le alture biellesi, territorio che gli ha dato i natali, dedicandosi esclusivamente all’ambiente e al paesaggio tutto intorno. Grazie al suo impegno negli anni furono piantate 500.000 conifere e centinaia di azalee, dalie, ortensie e rododendri, ovviamente, provenienti soprattutto dal Belgio.

L’aspetto suggestivo che oggi caratterizza la valle è stato creato dall’architetto paesaggista Pietro Porcinai negli anni ’60. Nel 1993, invece, è stato istituito il parco naturale.

Oggi l’Oasi Zegna, che si snoda per circa 100 chilometri di meraviglia nella Valle Cervo, e a pochi chilometri da Trivero, è accessibile a tutti gratuitamente.

Il periodo migliore per visitarlo è sicuramente quello che da maggio e giugno, per ammirare un paesaggio fatto di petali e colori che lascia senza fiato.