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Il villaggio nascosto che sembra uscito da una fiaba

Sono poco più di 100 i chilometri che separano Praga da questo piccolo villaggio immerso nelle valli della Repubblica Ceca che confinano con la Germania. È qui che la natura, che regna incontrastata e selvaggia, si comporta come un guardiano custode del suo tesoro più prezioso.

Ci troviamo a Hrensko, e più precisamente nel distretto di Děčín, nella regione di Ústí nad Labem. È in questa terra che il paesino accoglie i viaggiatori che scelgono di intraprendere i percorsi meno affollati, quelli poco battuti dal turismo di massa, per scoprire una delle perle nascoste del Paese.

Un luogo eccezionale che incanta e stupisce a ogni chilometro percorso, che permette di posare lo sguardo su scorci naturali di straordinaria bellezza. È sempre qui, da Hrensko, che è possibile varcare la soglia di un universo incontaminato, quello del Parco Nazionale della Svizzera Boema.

Benvenuti a Hrensko

È un viaggio che stupisce e che incanta, quello che ci porta direttamente ai confini della Repubblica Ceca e che ci permette di scoprire questo meraviglioso microcosmo fatto di appena 290 anime.

Il suo nome è Hrensko, ed è un piccolo villaggio da fiaba incastonato nella natura più autentica. Le piccole case a graticcio che sembrano uscite da un racconto dei fratelli Grimm creano un’atmosfera pittoresca che sembra non seguire le leggi del tempo. Tutto qui scorre lento, quasi immutato, mentre la natura che si snoda tutto intorno diventa l’unico punto di riferimento.

Da qui è possibile andare alla scoperta del meraviglioso territorio della Svizzera Boema grazie alla presenza di percorsi e itinerari segnalati che conducono nel cuore del Parco Nazionale, quello fatto di alte pareti rocciose che svettano verso il cielo, di gole strette e suggestive, di boschi lussureggianti e fiumi impavidi. Un mondo plasmato solo dalla natura.

Hrensko

Fonte: iStock

Hrensko

La porta di accesso a un mondo straordinario

Come anticipato, Hrensko rappresenta il perfetto punto di partenza per chi sogna un viaggio a contatto diretto con la natura.

L’atmosfera del villaggio, lenta, silenziosa e quasi solenne, rende il paesino il luogo perfetto per rigenerare i sensi e ricaricare le energie prima di andare alla scoperta del meraviglioso mondo che si nasconde dietro di esso. Sì perché Hrensko è la porta di accesso al Parco Nazionale della Svizzera Boema, ma è anche il luogo di confine in cui il fiume Elba saluta la Repubblica Cieca.

Dal villaggio partono numerosi sentieri segnalati che permettono di raggiungere la straordinaria bellezza che caratterizza il Parco Nazionale e che si estende per quasi 80 chilometri quadrati.

Chilometri di pura meraviglia che si aprono davanti allo sguardo degli avventurieri con scenari idilliaci, come quello caratterizzato dalla Porta di Pravcicka. Questo grande e maestoso arco di roccia arenaria è il simbolo dell’intero Parco, nonché la più grande arcata naturale in pietra di tutta Europa. L’altezza monumentale di questo capolavoro firmato dalla natura, che si estende per 21 metri di altezza e 27 di larghezza, vi lascerà senza fiato.

Ma quella scenografia naturale e quasi incantata di quella porta segna solo l’inizio di un’avventura straordinaria che passa, inevitabilmente, per le gole di Kamenice. Tra acque trasparenti e cristalline e pareti a strapiombo che raggiungono altezze fino a 150 metri, la natura qui mette in scena i suoi spettacoli più belli. La gola può essere esplorata attraverso sentieri escursionistici in solitaria oppure grazie a visite guidate in barca che navigano il fiume.

Un’altra tappa imperdibile è quella del paesino di Mezní Louka, che dista appena 5 chilometri da Hrensko e che si può raggiungere a piedi o con il trenino Hřenský express. Da qui è possibile ripercorrere il percorso a ritroso che passa per le attrazioni principali del parco. Godetevi tutta la strada perché il panorama, visto da qui, è bellissimo.

Porta di Pravcicka

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Porta di Pravcicka
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Come in una fiaba: la città dove puoi dormire nella roccia

Capolavori firmati da madre natura, gioielli architettonici creati dall’uomo e poi, ancora, attrazioni iconiche e simboliche e tradizioni straordinarie: sono queste meraviglie del mondo che abitiamo che ci spingono a scegliere le nostre prossime destinazioni di viaggio e che ci permettono di vivere esperienze uniche.

Esperienze che, molto spesso, passano anche e soprattutto per gli alloggi. Sono sempre di più, infatti, le persone disposte a volare intorno al globo per dormire in rifugi sospesi ad alta quota, case sull’albero, carrozze di treni trasformati in suite e altre strutture ricettive capaci di regalare avventure uniche.

Esiste un luogo, però, che non ha avuto bisogno di ingegnarsi più di tanto per offrire ai viaggiatori un’esperienza al di fuori dell’ordinario, perché ha saputo ricavare dalla bellezza unica del suo panorama, alloggi e hotel degni delle favole più belle. Benvenuti a Ürgüp.

Ürgüp, la città scavata nella roccia

Quando parliamo della Cappadocia nella nostra mente si affacciano tutti quei panorami incantati che abbiamo ammirato nelle cartoline di viaggio o che abbiamo immortalato con lo sguardo durante le nostre avventure. Ed è proprio qui che oggi ci fermiamo, per vivere una delle esperienze più incredibili di sempre.

Ci troviamo nel bel mezzo della Valle di Goreme, il celebre e iconico territorio dove si trovano i Camini di Fata. È qui, nella terra di Cappadocia che esistono diverse città scavate nella roccia. Delle vere e proprie cartoline incantante nelle quali perdersi e immergersi. Tra queste troviamo Ürgüp, una città che sorge ai piedi della suggestiva Collina dei Desideri.

Per entrare raggiungere questo luogo scavato nella roccia dobbiamo recarci nella provincia di Nevşehir: è qui che è possibile vivere un’avventura da fiaba.

Il panorama, infatti, è caratterizzato da rocce più o meno ampie all’interno delle quali sono state ricavate antiche abitazioni ruspestri risalenti a secoli fa e che oggi sono state trasformate in case, locali e anche hotel a disposizione di tutti i viaggiatori.

Ürgüp

Fonte: Getty Images

Ürgüp

Dormire, mangiare e ballare nelle rocce. Tutto quello che puoi fare a Ürgüp

Ürgüp non ha bisogno di altre presentazioni perché si configura come uno dei centri turistici più importanti dell’intera Cappadocia. Situata a circa venti chilometri da Nevşehir, questa città incanta per i suoi panorami mozzafiato. Ma è anche un luogo intriso di storie che affondano le loro radici in un passato antico e mai dimenticato.

La città è uno dei più antichi insediamenti di tutta la regione della Cappadocia ed è stata crocevia di imperi, popolazioni e persone. Prima sotto il dominio Bizantino con il nome di Hagios Prokopios, poi sotto quello dei Selgiuchi, Ürgüp ha assunto il nome che conosciamo oggi con la fondazione della Repubblica Turca.

Le testimonianze del passato sono ancora ben visibili nella città. Le chiese nella roccia di Üzümlü e Cambazlı, insieme a quella di Sarıca a Ortahisar, sono le più antiche di tutta la Turchia e meritano assolutamente una visita. Così come la merita anche il più antico hamman del territorio situato proprio in città.

Imperdibile, a Ürgüp, è anche la Collina dei Desideri, proprio quella che sovrasta la città. È possibile raggiungerla attraverso un percorso ripido e intenso, ma che restituisce una delle visioni più belle che abbraccia l’intero territorio.

A trasformarla in una meta di viaggio suggestiva e ambita sono, però, i locali scavati nella roccia. Ci sono le discoteche, che attirano gli amanti della movida, ma anche ristoranti, case vacanze e piccoli hotel all’interno dei quali vivere un’esperienza di viaggio incredibile. Dormire nelle stanze scavate nella roccia, infatti, vi darà come l’impressione di essere in una fiaba.

Ürgüp

Fonte: Getty Images

Hotel scavato nella roccia, Ürgüp
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Poco conosciuta è spettacolare: l’isola da raggiungere adesso

In questi caldi giorni di lavoro capita spesso di perdersi in sogni ad occhi aperti. La fantasia ci porta su qualche tranquilla isola dove il cielo è azzurrissimo, il mare limpido e tra gli scogli si annidano piccole casette di pescatori, o forse pirati. Se anche voi non desiderate altro che fuggire in un luogo rilassante, bellissimo e pieno di tesori da esplorare, allora preparate la valigia per Amorgos.

La perla nascosta delle Cicladi

Guardando l’arcipelago delle isole Cicladi su una mappa, Amorgos è l’ultima che s’incontra partendo dal Pireo. L’isola è famosa per il suo monastero e per le sue spiagge blu come il cobalto. Meno nota delle sorelle Santorini e Mykonos, risulta una meta più tranquilla per delle vacanze da sogno.

Non troverete la movida che offrono altre località turistiche greche, ma una vita più da “local”, con centri abitati tranquilli, negozietti tipici e senza il caos delle mete più gettonate.

Amorgos, un’isola da conquistare

Un’isola che si staglia nel mare, tra rocce massicce, panorami mozzafiato e un sottofondo di onde che si frantumano sugli scogli. Amorgos è un luogo da conoscere ed esplorare, una terra selvaggia e non adatta a tutti.

Non è la classica isoletta per turisti con viali pieni di movida e negozi di souvenir. No, Amorgos ha un fascino più oscuro. Non è un’isola bellissima dolce ed accomodante: le rocce sono scoscese, il vento incessante, le strade spesso ripide. Un’unica strada asfaltata la attraversa da nord a sud toccando tutti i centri abitati. Per chi ama l’avventura, Amorgos regala meravigliosi paesaggi, caratteristici villaggi, passeggiate nella natura e cenette in taverne deliziose tradizionali.

Il monastero di Amorgos, Grecia

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Il monastero di Amorgos, in Grecia

Le cittadine dell’isola blu

Il colore che domina l’isola è il blu: il blu intenso del mare, del cielo notturno, ricchissimo di stelle grazie all’assenza di inquinamento luminoso. Il contrasto con le abitazioni bianche spicca e colpisce i visitatori. Sull’isola di Amorgos ci sono tre cittadine principali, ciascuna con una sua atmosfera: Chora, Katapola e Aegiali.

Katapola è la cittadina più turistica, dove si concentra la maggior parte di hotel e appartamenti. Qui ci sono anche negozi, bar e servizi e per questa sua comodità è consigliata a chi viaggia con bambini. Mentre, Aegiali è il secondo porto dell’isola, punteggiato da localini che si affacciano sulla baia. Infine, c’è Chora è il capoluogo dell’isola ed è forse la cittadina più caratteristica, meno turistica. Qui la vita delle gente del luogo si manifesta maggiormente.

Come raggiungere Amorgos

Non esistono voli diretti per Amorgos. La soluzione più comoda è raggiungere Atene, collegata con alcune città italiane da voli low cost. Da lì è necessario poi prendere un traghetto o un aliscafo dal porto del Pireo. Amorgos è raggiungibile via nave anche da Mykonos, Santorini, altre isole della Cicladi e alcune isole del Dodecaneso.

Se amate il clima mediterraneo, il mare cobalto e i piccoli paesi marittimi, dove si respira la vita della gente del posto, allora Amorgos per voi sarà il paradiso. L’isola sembra proprio il luogo ideale per avventure estive, dove sognare ad occhi aperti un viaggio pirata.

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L’isola-museo che dovresti scoprire quest’estate

Forse la Finlandia non vi sembra una meta estiva, eppure per gli abitanti del posto i mesi caldi sono motivo di festa e celebrazioni. Un luogo ricco di natura, paesaggi meravigliosi e una cultura di scoprire. Per vivere al meglio le vacanze estive finlandesi la meta perfetta da visitare è Seurasaari. Un’isola e un distretto di Helsinki, nota soprattutto come sede del Museo all’aperto di Seurasaari, un complesso di vecchi edifici in legno trapiantati da altre parti della Finlandia e collocati nel fitto paesaggio forestale dell’isola.

L’isola di Seurasaari

Su questa piccola isola l’estate è vivace e piena di eventi e momenti speciali, da godere in compagnia. Infatti, moltissimi abitanti di Helsinki vengono a Seurasaari per godersi l‘atmosfera rurale e pacifica e l’aria aperta fresca e pulita. L’isola ospita anche una grande varietà di fauna selvatica, in particolare uccelli, ma anche scoiattoli rossi e lepri, un luogo bulico e da favola.

L’estate sull’isola

L’isola di Seurasaari si anima soprattutto è a metà estate, quando un enorme falò viene costruito su un isolotto appena al largo della costa dell’isola e acceso da una coppia di sposini. Una tradizione che attira sempre migliaia di persone, sia turisti che abitanti di Helsinki, ad assistere dallo spettacolo suggestivo. Per godere al meglio l’evento, la gente si raduna sulle sponde di Seurasaari oppure si serve di alcune barche di legno, che rendono il tutto ancora più magico.

L'estate a Seurasaari

Fonte: 123RF

L’estate a Seurasaari, in Finlandia, dove non cala mai il sole

Il sole di mezzanotte a Seurasaari

Il momento più unico e speciale di tutta la Finlandia è il sole di mezzanotte, quel fenomeno astronomico che si manifesta nelle regioni polari quando il sole non cala mai resta lì, ad illuminare l’orizzonte, permettendoci di godere la luca anche di notte. Seurasaari è il posto ideale, dove stendere un telo mare e sedersi ad ammirare il regalo che la natura ci fa ogni estate.

La celebrazioni di mezza estate

Nei Paesi del Nord Europa tra il 20 e il 25 giugno si festeggia, il solstizio d’estate è un momento molto sentito. Non fa eccezione la Finlandia, che in queste settimane si trasforma in un luogo magico, allegro, pieno di brio ed entusiasmo. In questo periodo notte e giorno si confondono, la luce del sole predomina e i finlandesi ne approfittano per festeggiare.

Il museo a cielo aperto

Il Museo all’Aperto di Seurasaari è una celebrazione della varietà di stili architettonici che compongono il Paese. Il complesso consta di 87 strutture trasferite sull’isola che dà il nome al museo che illustrano come si viveva nelle campagne locali tra il XVIII e il XX secolo. Si sono possono ammirare chiese, fattorie e residenze signorili, un vero assaggio degli usi finlandesi.

Un’isola adatta a tutti

Seurasaari è selvaggia, ricca di natura, animali, piante e spiagge. Pensate che proprio qui si trova una delle sole due spiagge per nudisti di Helsinki e una delle sole tre nell’intero paese. A differenza delle altre spiagge per nudisti, la spiaggia è segregata per uomini e donne separatamente senza area nudista unisex ed è a pagamento. Ma questo rende il posto ancora più unico.

Una meta da raggiungere per godere l’estate in modo diverso, alternativo, con tanta magica e un’atmosfera unica.

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Anche un tramonto sul lago può essere magico: questi luoghi lo confermano

No, non ci sono solo le spiagge. Anche se durante la bella stagione la parola tramonto si collega immediatamente a distese di sabbia e salsedine, la verità è che basta pensare in maniera diversa per scoprire qualcosa di davvero unico e incantevole: i tramonti sui laghi. Che per altro, diciamolo pure, in Italia sono tutti bellissimi.

Scegliere non è affatto facile: il BelPaese raccoglie alcuni specchi d’acqua dolce così meravigliosi e carichi di storia che fare una cernita sembrerebbe impossibile. Il consiglio è quello di vederli tutti, almeno una volta nella vita, cominciando però da quelli che vi elenchiamo, che sono (forse) i più famosi e romantici.

Il tramonto incantevole sul Lago Maggiore

Come si fa a descrivere la bellezza del Lago Maggiore? Le sue acque calme, la sua posizione che sembra quasi renderlo un gioiello al collo di una donna bellissima, le sponde morbide che si fanno lambire dall’acqua: cosa può rendere ancor più bello questo scorcio che, già da solo, mozza il fiato? Semplice: l’ora del tramonto. Mentre il sole va a dormire, il lago si tinge di morbide tonalità di rosa e viola e sembra di vivere una favola.

Un suggestivo tramonto sul Lago Maggiore

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Il tramonto sul Lago Maggiore visto dall’Eremo di Santa Caterina del Sasso

Uno dei punti più belli da cui osservare il tramonto è sicuramente l’Eremo di Santa Caterina del Sasso. Questo monastero antico, che ha già un’atmosfera mistica, sorge a strapiombo sulla riva orientale del lago e fornisce un punto di osservazione così particolare e suggestivo da essere davvero indimenticabile.

Tramonti sui laghi: gli scorci del Lago di Como

Non c’è niente che evochi ricordi letterari e poetici come il Lago di Como. Ogni sponda di questo lago ha una sua particolarità e riesce a mescolare la componente umana alla natura in una maniera così armoniosa da fare invidia a tutto il resto del mondo. Incanti di marmo, roccia e sabbie si uniscono al suo fascino, dato anche dall’essere da sempre un rifugio aristocratico e chic, oltre che dalla sua fama di lago più profondo d’Italia.

Uno scorcio del lago di Como

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Il tramonto sul Lago di Como, visto da Varenna

Va da sé che un posto così bello diventi ancor più ammaliante al tramonto. I riflessi del sole che scende baciano languidamente le aree verdi e le costruzioni chiare che si affacciano sulle sue acque, dando l’impressione di tingere d’oro tutto il panorama. Una delle viste più belle? Quella che si può godere dalle sponde di Varenna, il borgo lombardo degli innamorati.

Il tramonto più selvaggio: quello del Lago Trasimeno

Ci sono tramonti e tramonti, diciamolo pure: ad alcuni di noi batte il cuore quando il sole cala su uno scorcio incontaminato, dove a fare da padrona è la natura, nelle sue forme più vive e pulsanti. C’è un lago italiano che sembra sposare questa preferenza, che sembra farla sua: il Lago Trasimeno. Tra canneti e piccoli pontili, profumi di una flora unica e una fauna protetta, questo lago colpisce il cuore di chi ama davvero l’ambiente.

Il tramonto suggestivo sul Lago Trasimeno

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Il tramonto sul Lago Trasimeno visto da San Savino, Magione

Quando il sole tramonta, il Lago Trasimeno assume delle sfumature che vanno dal blu al dorato, fino al rosso, per poi tendere al viola. Uno spettacolo da godersi, in particolare, all’interno dell’Oasi Naturalistica di San Savino, dove acque basse e uccelli di grande interesse ornitologico sono il contesto più spettacolare che si possa desiderare.

Un tramonto da non perdere: quello sul Lago di Garda

Ultimo, ma non per importanza, il tramonto sul Lago di Garda. La bellezza di questo lago attrae turisti da ogni parte del mondo, che cercano da sempre il punto più bello per abbracciare con lo sguardo tutta la sua vastità. Le sue acque, durante la bella stagione, sono calme e riflettono il panorama circostante come una tela, tra suggestioni e luci abbaglianti.

Tramonto sul Lago di Garda

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Lago di Garda, tramonto visto da Malcesine

Al tramonto, i colori variano in base al punto d’osservazione. Il cielo si fa sempre rosato e poi ambrato, e la luce accende case e aree verdi facendole brillare in maniera intensissima. Un vero spettacolo che tutti dovrebbero vedere almeno una volta nella vita.

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Una delle strade più belle del mondo è italiana. E lo dice la scienza

Esistono posti tra i quali perdersi, luoghi mozzafiato che lasciano senza parole. Questi luoghi però non devono necessariamente essere ambienti incontaminati: anche gli spazi urbani, quando sono ben curati e rispettosi, infatti, diventano iconici. Basta pensare, per esempio, alle strade più belle del mondo: aree interamente curate dall’uomo che, però, sono in grado di restituire suggestioni pari a scorci naturalistici.

Proprio su queste strade è stata recentemente svolta una ricerca. L’obiettivo era quello di stabilire quali fossero le più belle a livello mondiale e a svolgerla è stata l’associazione Science.png in collaborazione con gli esperti di GetAgent, uno dei siti di compravendita immobiliare più importanti al mondo, con base in Gran Bretagna. Il risultato è più che lusinghiero per l’Italia: sul podio, infatti, si trova proprio una strada del Belpaese. E non solo.

La ricerca per individuare le strade più belle del mondo

Come abbiamo accennato, la ricerca di Science.Png e GetAgent ha portato a una classifica delle strade più belle del mondo. Il metodo svolto per identificarle ha incluso una prima indagine che sfruttava un software di tracciamento oculare per determinare quali scorci urbani fossero visivamente più attraenti per l’occhio umano. Il software ha restituito una prima lista di 50 strade.

A quel punto, Science.Png e GetAgent hanno inserito la valutazione più importante: quella umana. A un campione di 40 partecipanti sono infatti stati mostrati degli scatti delle strade, che ha portato a un’ulteriore scrematura. In totale, la ricerca combinata ha premiato venti strade, una più bella dell’altra. Al primo posto si è posizionata la Philosopher Way di Kyoto, che, stando alla ricerca, mostra un lato diverso e più affascinante della frenetica metropoli giapponese.

Philosopher Way, la strada più bella del mondo

Fonte: Comunicato Stampa Science Png/Propellernet

Philosopher Way, la strada più bella del mondo

Al secondo posto si trova, invece, la Rue Principale a Lot, in Francia. Questa strada, nota anche come “villaggio verticale“, bilancia una serie di splendide case e chiese che si incastonano su vari livelli creando un panorama unico, che sembra quasi un tutt’uno con la parete rocciosa che si erge sul villaggio.

Lot, per altro, è attraversata da diverse vie di pellegrinaggio, cosa che ha portato gli abitanti a una cura estrema di ogni dettaglio. E al terzo posto? Al terzo posto si trova proprio una strada italiana, che è riuscita a incantare persino il programma di valutazione computerizzato grazie ai suoi colori e alla sua bellezza.

La strada italiana più bella del mondo

Di quale strada si tratta? Di via Baldassarre Galuppi a Venezia. Più precisamente, la via si trova sull’Isola di Burano ed è un cammino suggestivo, contraddistinto da casette colorate e ben curate, balconi fioriti e piccole/medie attività che hanno fatto dell’estetica il loro punto fermo. La via, per altro, conduce all’omonima piazza che ospita la famosa scuola dei merletti e rende il tutto ancora più incantevole.

Una delle strade più belle del mondo: via Baldassarre Galuppi a Venezia

Fonte: Comunicato Stampa Science Png/Propellernet

Via Baldassarre Galuppi, sull’Isola di Murano, è la terza strada più bella del mondo

Stando alla ricerca di GetAgent, il merito di via Baldassarre Galuppi è quello di affiancare i colori in maniera non casuale, come potrebbe sembrare, ma ordinata. Questo restituisce all’occhio umano una sensazione non solo gradevole, ma di completa immersione, restituendo sentimenti di allegria e felicità.

Le altre strade più belle del mondo (e c’è ancora l’Italia)

Ma quali sono le altre strade più belle del mondo? In primis, al quarto posto, si trova una vera e propria commistione di urbano e naturale: via Herbert Baker a Groenkloof, in Sud Africa. Questa strada, secondo la ricerca, è una vera e propria esplosione di colore. In primavera, infatti, gli alberi di Jacaranda fioriscono tingendo l’atmosfera di viola e di bianco.

La quarta strada più bella del mondo: Via Herbert Baker

Fonte: Comunicato Stampa Science Png/Propellernet

La quarta strada più bella del mondo: via Herbert Baker a Groenkloof, in Sud Africa

A seguire si sono posizionate Lombard Street, a San Francisco in California, per le sue curve e i suoi arzigogoli, Circus Lane a Edimburgo per i suoi spaccati ipertech, The Circus e Gold Hill, nel Regno Unito, per i colori e l’unione tra luci e panorami. Poi ancora Lijnbaansgracht, ad Amsterdam, Orchard Road a Singapore e Bourbon Street a New Orleans, ognuna con una caratteristica spiccata: riflessi pastello, fioriture e atmosfera retrò.

Non meno affascinanti sono Cherry Blossom Avenue a Bonn, in Germania, Quechua Street a Cusco, in Perù, Rua do Bom Jesus in Brasile, Vicars’ Close a Wells, nel Regno Unito. Non poteva mancare uno scorcio di Montmartre, a Parigi, con la bellissima Rue de l’Abreuvoir. E poi? E poi ecco un’altra strada italiana: via Torre Belvedere a Spello, Perugia, un vero gioiello. Insomma, l’Italia si fregia di ben due strade più belle del mondo. C’è solo da andarne fieri!

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La Stonehenge italiana, dove il solstizio è uno spettacolo

Non solo la Stonehenge britannica nasconde misteri e regala emozioni. Non tutti sanno che una Stonehenge esiste anche in Italia, ma pochissimi la conoscono. Eppure, è uno dei siti archeologici più grandi del nostro Paese, nonché uno dei più suggestivi e importanti.

Ben 200mila metri quadrati di nascosti nella lussureggiante macchia mediterranea, tra piante di sughero, querce e mirto. Forse avete già capito dove si trova, ma ve lo sveliamo noi.

Si tratta di Pranu Muttedu che si trova in Sardegna, uno dei siti prenuragici più imponenti e particolari della Regione, che sorge nelle verdi campagne del Gerrei, nella parte centro-orientale del Sud dell’isola, a pochi chilometri dall’abitato di Goni, a mezz’ora da Cagliari. E il presenta allineamenti molto interessanti, visibili soprattutto in occasione del solstizio d’estate.

Il sito di Pranu Muttedu in Sardegna

Il vasto complesso monumentale prenuragico è diviso in diversi agglomerati. A Nord, nella località di Su Crancu, c’è l’agglomerato di capanne, mentre a Sud del villaggio si trovano i sepolcreti di Pranu Muttedu e di Nuraxeddu, circondati da coppie di menhir e da costruzioni rotonde, che forse servivano per i rituali sacri. Si tratta della più alta concentrazione di menhir che si conosca in Sardegna. Sono circa 60, distribuiti in coppia, in allineamenti o in piccoli gruppi, talvolta nelle stesse architetture tombali.

Un po’ più a Sud, scavata nella roccia, sorge la necropoli con tre circoli tombali. Altre strutture affiorano in zona: particolarmente interessanti i resti del dolmen di Baccoi. L’eccezionalità del sito deriva anche dalla più alta concentrazione di menhir che si conosca in Sardegna: circa 60, distribuiti variamente, in coppia, in allineamenti, in piccoli gruppi, talora nelle stesse architetture tombali. Sono del tipo ‘protoantropomorfo’, a forma ogivale e superficie anteriore piana.

I sepolcri sono costituiti da due o tre anelli concentrici di pietre. Al centro si trova la camera funeraria, alla quale è possibile accedere attraversPranu Mutteduo un corridoio formato da lastroni.

La presenza di numerose tombe e menhir fa pensare a un utilizzo del sito in funzione di riti sepolcrali e religiosi, collegati al culto degli antenati.

Gli scavi archeologici

Gli scavi che sono stati fatti nel sito negli Anni ’80 hanno riportato alla luce dei vasi, delle punte di freccia in ossidiana e altri oggetti, tra cui un pugnale fatto di selce e un’accetta di pietra. Dai manufatti si fa risalire il complesso al Neolitico recente (3200-2800 a.C.) con ‘inserimenti’ tardivi sino al 2600 a.C.

Il sito archeologico di Pranu Muttedu è oggi un parco e un Bene del FAI, con tanto di strumenti multimediali che ne spiegano la storia e la sua importanza e che aiutano il visitatore nella visita in autonomia. Sono a disposizione delle guide che accompagnano i turisti all’interno del sito. La visita di questo parco è davvero molto suggestiva.

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La spiaggia più bella del Mediterraneo è un sogno da vivere

In Grecia c’è una spiaggia da sogno, dai colori incredibili e con un mare puro e cristallino. Stiamo parlando di Elafonissi, una delle spiagge più bella di Creta. A rendere unico questo angolo di paradiso terrestre è la sabbia bianca con sfumature rosa, una visione davvero fiabesca da mozzare il fiato ad ogni visitatore. L’orizzonte appare più dolce guardato da qui. Inoltre, c’è una piccola isola di fronte alla spiaggia, collegata alla terra ferma da una lingua di sabbia caraibica che appare e scompare a seconda delle maree.

Elafonissi, la perla nascosta di Creta

La spiaggia di Elafonissi è una delle mete imprescindibili di Creta. Certo, in alta stagione potrebbe risultare affollata, ma basta recarsi la mattina presto per ammirare i colori brillanti al tepore del mattino, in modo indisturbato. Potete prendere posto, godervi il rumore del mare in totale relax. La spiaggia è per la maggior parte libera e in parte attrezzata con ombrelloni e lettini, per chi preferisce maggiore comfort. C’è anche un piccolo bar dove si può bere e mangiare qualcosa e ammirare il tramonto con un aperitivo in mano. L’atmosfera dell’isola è palpabile anche in questa spiaggia incredibile.

La spiaggia Elafonissi di Creta

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La spiaggia Elafonissi di Creta in tutto il suo splendore

L’isola di Elafonissi

Proprio davanti alla spiaggia si trova la piccola isola di Elafonissi che in base alle maree, in alcuni giorni è collegata alla terraferma attraverso una stretta lingua di sabbia. In altri è una vera e propria isola che si raggiunge camminando nelle acque del mare che arrivano fino alle ginocchia. Nell’isola c’è solo spiaggia libera. La zona posteriore è la più bucolica e caratterizzata da piccole baie dove regna pace e tranquillità.

All’estremità c’è un promontorio dove si può trovare un faro e la piccola cappella di Agia Irini. Elafonissi è, come Balos: un’area protetta dove tartarughe caretta caretta depongono le loro uova. Non solo, qui la natura è più selvaggia e incontaminata, per questo è possibile trovare più di cento piante rare, tra cui i bellissimi narcisi marini che fioriscono proprio durante la stagione estiva.  Infatti, è una zona ambientale protetta dalla rete Natura 2000, dove flora e fauna rare creano un ecosistema unico al mondo.

La spiaggia dalla sabbia rosa

La meravigliosa sabbia rosa della spiaggia Elafonissi potrebbe sembrare magica e misteriosa. In realtà, il colore è dovuto alla presenza di conchiglie rosa e rosse che si polverizzano al contatto con l’acqua del mare. Questa perla del mediterraneo si trova nella costa sudoccidentale di Creta, a circa 75 chilometri da Chania. È un’area pressoché disabitata, che offre uno scenario naturale e un po’ selvaggio, regalando ai visitatori un paesaggio spettacolare da ammirare.

Una vacanza sulla bellissima isola di Creta assicura sempre grandi emozioni, tra mare stupendo e spiagge rilassanti. Si tratta di una delle mete preferite da coloro che vogliono esplorare la natura ma all’insegna del relax e dei bei tramonti, che scendono oltre l’orizzonte del mare.

Elafonissi è una tappa obbligatoria dell’isola. I suoi colori unici in fotografia non rendono giustizia, è uno spettacolo da ammirare di persona. Fidatevi, rimarrete a bocca aperta.

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Il labirinto leggendario che puoi percorrere in Sicilia

La Sicilia è una delle mete preferite dagli italiani per le vacanze estive. Come dare torto a chi sceglie acque cristalline, spiagge incantevoli e cibo delizioso. Ma l’isola non offre solo mare e relax, ma anche tanta storia e arte. In provincia di Messina c’è un luogo da visitare assolutamente. Stiamo parlando del Labirinto di Arianna, un’opera d’arte contemporanea che fa parte della Fiumara d’Arte.

Il Labirinto di Arianna

Il Labirinto di Arianna, è un’opera d’arte da vivere ed esplorare. Una attrazione poca nota ma che vale la pena di scoprire. La costruzione è una delle opere di Land Art del museo a cielo aperto Fiumara d’Arte. L’opera, realizzata dall’artista Italo Lanfredini nel 1990 si trova a Castel di Lucio, in provincia di Messina. Sospesa su una collina, nel parco del Nebrodi, l’opera deve la sua origine al mito di Teseo ed Arianna. Non si tratta solo di un è un percorso fisico, attraversarlo significa anche fare un cammino interiore.

Il Labirinto di Arianna in Sicilia

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Il Labirinto di Arianna è un percorso a cielo aperto

Un’opera d’arte da vivere

L’opera, immersa nella natura, è un invito a ricongiungersi con sé stessi, porsi domande, entrare e uscire in connessione con la natura, seguire un cammino che ha inizio e fine. Una metafora delle vita, presa in prestito dal passato. Il Labirinto di Arianna è un percorso a spirale a cui si accede da un imponente ingresso che ha la forma di un’ogiva.

Il sentiero è unico, basterà seguire la via a forma di serpentone, non ci sono strade da prendere, vicoli ciechi o scelte da fare. Non è possibile perdersi. Al centro del labirinto è custodito un ulivo, simbolo greco di saggezza e conoscenza, è proprio il messaggio che veicola il percorso. Un viaggio interiore, un percorso di riflessione e crescita.

La fiumara d’arte

La Fiumara d’Arte non è un sito molto conosciuto, ma si tratta di uno tra i più grandi parchi artistici d’Europa, situato nel comune di Tusa, subito dopo Cefalù. Un museo a cielo aperto che raccoglie opere e sculture di grandi dimensioni.

La prima opera, che ha dato il via allo sviluppo del parco, risale al 1986. Fu commissionata da Antonio Presti, fondatore della Fiumara d’Arte, allo scultore Pietro Consagra, in onore del padre defunto. Negli anni successivi venne fondato l’Atelier sul Mare, un hotel attiguo alla Fiumara d’Arte che si pone come obiettivo quello di far vivere l’esperienza della Fiumara entrando in contatto quotidiano con le opere.

La Fiumara d'arte in Sicilia

Fonte: Getty Images

La Fiumara d’arte in Sicilia è uno dei parchi artistici più grandi d’Europa

L’Atelier sul Mare nel tempo è diventato il luogo in cui gli artisti alloggiano durante la realizzazione delle proprie sculture all’interno della Fiumara, che presto è diventata un’autorità in campo artistico. Infatti, l’area ospita installazioni artistiche temporanee, mostre d’arte ed eventi di poesia e di fotografia, anche connotati da un intento sociale, oltre che culturale.

Un luogo davvero unico, ricco di opere d’arte che vanno vissute, provate, amate, non solo ammirate. Un parco, un museo sotto le stelle, dove organizzare passeggiate inusuali, ricche di scoperte e bellezza. Non servono prenotazioni, l’ingresso è sempre libero e gratuito. Non ci sono scuse, il Labirinto di Arianna è tappa obbligatoria per le gite in Sicilia.

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In questa città esiste una casa in miniatura per soli gatti

A spingerci a scegliere le prossime destinazioni di viaggio sono quei luoghi che abbiamo conosciuto attraverso i racconti degli altri, le fotografie e i social network. Sono quelli che ospitano un patrimonio artistico, storico e culturale da conoscere, quello che si manifesta attraverso monumenti iconici, musei e attrazioni turistiche di fama mondiale.

Eppure è all’ombra di questi che, spesso, si nascondono dei tesori preziosi da scovare. Come se le città li stessero proteggendo, nascondendo dagli occhi indiscreti, salvo poi rivelare questi piccoli gioielli solo agli esploratori più attenti.

Ed è proprio tra uno di questi tesori che oggi vogliamo portarvi. Una piccola casa in miniatura che si nasconde tra le vie della città delle arti e della scienza, tra le costruzioni futuristiche e i musei dal design accattivante, tra le spiagge e le tradizioni. Benvenuti (o bentornati) a Valencia, alla Casa de los Gatos.

Valencia: Casa de los Gatos

C’è sempre un buon motivo per organizzare un viaggio a Valencia. La città portuale della costa sud-orientale della Spagna non smette mai di stupire i viaggiatori di tutto il mondo. Lo fa grazie a quelle grandi lingue di sabbia vicino alla città, per la vita notturna movimentata, ma anche per quel patrimonio artistico e culturale che è un invito alla scoperta, senza dimenticare, ovviamente, le tradizioni e la gastronomia.

Ma Valencia è anche una città che custodisce dei segreti, alcuni dei quali visibili solo ai più attenti viaggiatori, come quella piccolissima casa situata in Carrer del Museu, la strada che collega Plaza del Carmen con l’antica Plaza de Na Jordana .

Il suo nome è Casa de los Gatos, conosciuta anche come Gatera del quartiere del Carmen o, in italiano, Casa del Gatto. Il nome non è solo evocativo, ma rappresentativo di questo edificio in miniatura che stiamo scoprendo oggi.

Casa de los Gatos è, a tutti gli effetti, una casa per i gatti. È qui che trovano rifugio gli animali del quartiere popolare. A creare la facciata, e tutti i dettagli straordinari che la caratterizzano, è stato l’artigiano e scultore Alfonso Yuste Navarro nel 2003, ma secondo gli abitanti della zona i gatti si riunivano qui ancora prima della nascita di questa casa in miniatura.

Casa de los Gatos

Fonte: Wikimedia/Luzmoba

Casa de los Gatos

La casa dei gatti al Barrio del Carmen

Passeggiando per il quartiere più popolare di Valencia aguzzate la vista, è qui che potete trovare una piccola casa dedicata e destinata ai gatti.

Caratterizzata da una facciata che è un’opera d’arte che porta la firma di Alfonso Yuste Navarro, Casa de los Gatos riproduce fedelmente una palazzina a due piani, con tanto di patio, balcone e fioriera. L’opera è estremamente minuziosa: prendetevi tutto il tempo per ammirare e scovare incredibili dettagli, come quella fotografia di Charles Chaplin che si intravede da una finestra o quella fioriera che sembra vera.

Osservando la Casa de los Gatos, è facile lasciarsi suggestionare e fantasticare sulle storie che si nascondono dietro alla sua creazione. Un’opera d’arte, una scultura, un rifugio ben organizzato?

Secondo alcuni si tratta di un omaggio storico che lo scultore ha fatto ai gatti di Valencia e alla strage che si è consumata quando la città era sotto il dominio di El Cid Campeador. A quei tempi, infatti, si credeva che gli animali in questione fossero legati al demonio.

Una leggenda popolare, e molto più suggestiva, invece, narra la storia di una signora che viveva nel quartiere e che aveva deciso di lasciare in eredità la sua casa ai gatti del posto. Per evitare che gli umani prendessero possesso di questa abitazione fece costruire una micro facciata scultorea che poi è diventata “la porta di casa” da cui i gatti entrano. Dietro di essa c’è un giardino che potete scorgere dalla porta.