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La città di cui innamorarsi: Orvieto

In occasione della Festa degli Innamorati, una romantica luna torna a calarsi nel suggestivo Pozzo di San Patrizio a Orvieto, per celebrare l’amore in tutte le sue sfaccettature.

Dall’11 al 14 febbraio, la magica Città nascosta nel cuore della Rupe sarà l’incantevole scenario della quarta edizione di “Innamorati di Orvieto – Ti amo dal profondo!”, l’iniziativa promossa dal Comune di Orvieto – Assessorato al Turismo in collaborazione con i siti ipogei della città, Sistema Museo, Consorzio Orvieto Doc, Carta Unica, Scuola comunale di musica “A. Casasole”, Associazione MusicAlt, Comitato cittadino dei Quartieri e cooperativa Mir.

4 giorni per innamorarsi

Storia, musica, teatro, enogastronomia sono gli ingredienti dell’attesa manifestazione che torna quest’anno a proporre gli appuntamenti che avevano decretato il successo della prima edizione.

Si parte con l’esclusivo evento di sabato 11 febbraio dalle ore 18 alle ore 20, “La Luna nel Pozzo“: nel Pozzo di San Patrizio verrà calata un’affascinante luna e 72 coppie, tante quante i finestroni che lasciano filtrare la luce nel pozzo, scenderanno i 248 scalini per darsi il “bacio più profondo del mondo”.

Ad accogliere gli innamorati, tra coinvolgenti giochi di luce, le rime dedicate del “Giullar Cortese”, l’attore Gianluca Foresi, una speciale serenata e una degustazione di vino Orvieto Doc.

Inoltre, come buon auspicio, a ogni coppia sarà consegnata la riproduzione in terracotta del “denaro orvietano”, coniato autonomamente dal Comune di Orvieto tra il 1256 e il 1268, moneta portafortuna da gettare in fondo al pozzo.

Durante la stessa sera, dalle 22.30 alle 23.30, il viaggio delle coppie potrà continuare con una straordinaria visita in notturna nelle misteriose cavità di Orvieto Underground.

Domenica 12 febbraio, invece, sarà il momento di un doppio tour guidato (ore 10 e ore 15), “Nel Cuore della Rupe“, che avrà come filo conduttore la storia d’amore tra Giovanna Monaldeschi della Cervara e Pietro Antonio Monaldeschi della Vipera le cui nozze, nel 1464, segnarono la pacificazione di Orvieto dopo un secolo di sanguinosi scontri tra Beffati e Malcorini, i due rami della casata orvietana dei Monaldeschi.
Al mattino, la visita comprende Orvieto Underground, Pozzo di San Patrizio, Labirinto di Adriano e Pozzo della Cava mentre, al pomeriggio, sarà possibile visitare anche i sotterranei della Chiesa di Sant’Andrea.

Ancora domenica, dalle 16 alle 20, i balconi delle case del centro si trasformeranno in speciali palchi per la musica delle band orvietane che si esibiranno in una serenata dedicata alla città, realizzata in collaborazione con l’associazione MusicAlt e la Scuola comunale di musica “A. Casasole”.

Infine, lunedì 13 e martedì 14 febbraio, le coppie che giungeranno a Orvieto potranno entrare a prezzo ridotto in tutti i siti della Città nascosta componendo in autonomia il loro itinerario nei sotterranei “Esprimi un desiderio”. Solo martedì 14 febbraio, invece, ingresso gratuito al Pozzo di San Patrizio per i residenti nel Comune di Orvieto per poter ammirare “La Luna nel Pozzo”.

La storia dell’Umbria dal profondo

Il Pozzo di San Patrizio a Orvieto è uno dei siti storici e turistici più significativi dell’Umbria e d’Italia: il 31 gennaio 2023, presso la Sala consiliare del Comune, è stato presentato il progetto di promozione e valorizzazione reciproca del Pozzo di San Patrizio, Narni Sotterranea e delle Cisterne romane di Amelia, un percorso fra i sotterranei di tre città per scoprire la storia dell’Umbria nel profondo.

I tre siti sono le principali mete turistiche underground della provincia di Terni con un elevato numero di visitatori provenienti da ogni parte del mondo grazie all’immenso valore artistico, culturale e storico che esprimono.

L’accordo intende avviare una proficua collaborazione per accrescerne la visibilità e ha l’obiettivo di realizzare percorsi turistici tematici e integrati e di favorire la permanenza dei turisti interessati a visitare città d’arte e piccoli borghi della zona sud occidentale dell’Umbria.

Oltre alla presenza nei tre siti del materiale informativo e alla promozione condivisa sui canali web e social di iniziative ed eventi, si partirà subito con una reciproca scontistica sui biglietti di ingresso: con il ticket del Pozzo di San Patrizio si potrà dunque accedere a prezzo ridotto a Narni Sotterranea e alle Cisterne di Amelia e viceversa.

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Monteleone di Spoleto, il borgo con la biga d’oro

Perduto tra le verdi colline e le suggestive montagne umbre, il piccolo borgo di Monteleone di Spoleto è uno scrigno di storia e cultura, di tradizioni e di splendidi edifici tutti da scoprire. Qui sembra di fare un vero e proprio tuffo indietro nel tempo: passeggiare lungo le sue viuzze medievali è un’esperienza magnifica. Ed è proprio il ricco e fiorente passato che il paesino ha vissuto ad averci regalato una testimonianza preziosissima risalente addirittura al VI secolo a.C. Si tratta nientemeno che di una biga d’oro, un tesoro incredibile scoperto tanti anni fa.

Monteleone di Spoleto, la biga d’oro e gli altri preziosi tesori

Inserito nel circuito dei Borghi più belli d’Italia, il paesino di Monteleone di Spoleto è immerso in un panorama magnifico. È il comune più alto di tutta l’Umbria, a quasi 1000 metri di quota: tutt’intorno, le montagne offrono una cornice dominata da una natura incontaminata. È proprio tra le rocce di queste montagne che gli esperti hanno trovato alcuni fossili di molluschi, segno di un paesaggio che all’epoca era decisamente molto diverso da quello che conosciamo oggi. Ma i reperti più preziosi rinvenuti sul territorio di Monteleone sono più recenti – e molto più sorprendenti.

Nel 1901, gli archeologi hanno scoperto delle vestigia etrusche: in località Colle del Capitano, a pochissima distanza dal borgo, è tornata alla luce un’antica necropoli utilizzata sin dall’età del Bronzo. Qui si trova la tomba appartenuta ad un principe locale, impreziosita da un corredo funerario particolarmente ricco. Ed è proprio al corredo che appartiene una biga in legno, ricoperta da lamine di bronzo dorato e decorata con scene rappresentanti l’eroe greco Achille.

La biga, risalente al 540 a.C., ha vissuto vicende piuttosto travagliate: è stata trafugata e portata oltreconfine da un trafficante di antichità, che poi l’ha venduta al Metropolitan Museum di New York, dove ancora oggi è custodita. La chiamano “Golden Chariot”, il Carro d’Oro, ed è un tesoro di valore inestimabile. Monteleone di Spoleto ne vanta comunque una riproduzione a grandezza naturale che si può ammirare nei sotterranei del complesso monumentale di San Francesco, uno degli edifici più suggestivi del centro storico.

Cosa vedere a Monteleone di Spoleto

Il borgo di Monteleone di Spoleto, che sorge in provincia di Perugia, è protetto da ben tre cinta murarie che in passato dovevano risultate davvero imponenti: alcuni tratti sono ancora visibili, e mostrano chiaramente l’impianto castellano che il paesino aveva in origine. Nel centro storico vi sono molti edifici religiosi, tra cui proprio la Chiesa di San Francesco e il suo convento adiacente, entrambi risalenti al ‘300.

Particolarmente suggestivo è il monastero di Santa Caterina, una chiesa a forma di ovoide della quale oggi restano dei ruderi dal fascino innegabile. A poca distanza si può vedere la Torre dell’Orologio, che fungeva da porta d’accesso al nucleo più centrale (e antica) del paese. Eretta nel XIII secolo, domina con il suo profilo maestoso tutto il borgo di Monteleone di Spoleto e gran parte della vallata circostante, ricca di boschi lussureggianti. Dall’alto della torre lo sguardo si spinge lungo gli Appennini, regalandoci una vista mozzafiato.

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C’è anche l’Italia tra le migliori mete da visitare nel 2023 secondo Lonely Planet

È bellissima, italiana ed è l’unica meta nostrana a essere stata nominata dalla casa editrice Lonely Planet come una delle destinazioni da visitare, e quindi consigliate per il 2023.

Si tratta della magnifica Umbria, inserita con grande orgoglio e a pieno titolo nel “Best in Travel 2023”, la consueta pubblicazione che ogni anno annuncia le destinazioni da non perdere e in cui organizzare un viaggio.

I motivi

Una lista stilata dallo staff, autori, editori e blogger e che, ogni anno, si impegnano a scovare e suggerire le mete top in cui programmare un viaggio, alla scoperta di luoghi da sogno in cui soggiornare e in cui immergersi nella cultura e nelle bellezze locali. Tutti aspetti che, quest’anno, hanno reso protagonista la Regione Umbria, segnalata nella categoria “Sapori” e che si è meritatamente aggiudicata un posto tra queste mete imperdibili come “un territorio capace di attrarre per la sua variegata offerta enogastronomica ancor di più il prossimo anno quando si svolgeranno una serie di appuntamenti volti a celebrare i 500 anni della morte del Perugino – il più importante pittore del Quattrocento – e i 50 anni di Umbria Jazz”.

Un riconoscimento doppio, quindi, che valorizza l’Umbria non solo per la sua importanza e per la grande offerta enogastronomica presente, ma anche per la sua radicata cultura e per ciò che questa rappresenta per il territorio stesso. Una meta italiana punto di riferimento, che vale la pena di visitare sempre e ancora di più durante il prossimo anno, magari partendo dal suo capoluogo, Perugia.

Proprio qui, infatti, verranno celebrati sia il Perugino che l’Umbria Jazz, evento che dal 1973 ha portato a suon di musica l’Umbria nel mondo. Ma che, di fatto, è solo un punto di partenza da cui lasciarsi conquistare e ispirare verso un tour della Regione che vi saprà emozionare a 360°.

Cosa fare in Umbria

L’Umbria, infatti, è davvero una terra unica, fatta di paesaggi dalla bellezza infinita, scorci che lasciano senza fiato e tutta la meraviglia di un luogo radicato nel passato ma volto al futuro, che custodisce le antiche tradizioni e la cultura di un tempo, amalgamandola alla perfezione con il presente e con un futuro tutto da scrivere.

Una meta in cui coniugare l’amore per la natura e per il cibo, dalla scoperta dei suoi vini d’eccellenza come il Sagrantino di Montefalco, il Grechetto di Todi o il Trebbiano Spoletino, fino al tartufo nero pregiato della Valnerina o il bianco della zona della Alta Valle del Tevere, passando per il rinomato olio di oliva Dop, e di cui l’Umbria è una delle massima produttrici, fino ai famosi legumi di Castelluccio.

Insomma, viaggiare in Umbria non è solo un’esperienza unica e che dona la possibilità di scoprire i paesaggi e le infinite distese di natura incontaminata che caratterizzano il territorio, ma è anche l’occasione per immergersi totalmente in una cultura ricca, variegata e di eccezionale valore. Una cultura che è celebrata anche all’estero e che merita, come non mai, di essere scoperta, amata e portata ovunque come esempio di eccellenza e di raro valore.

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Lungo uno degli itinerari ciclopedonali più panoramici d’Italia

Ripercorre la vecchia ferrovia dell’Umbria, attraversando alcuni dei paesaggi e delle cittadine più belle e storiche della Regione il “piccolo Gottardo degli Appennini” meglio conosciuta come “Spoleto-Norcia”.

Un’opera d’arte ferroviaria, progettata già a partire dal 1909 ma inaugurata solo nel 1926, chiusa nel ’68 e riaperta a nuova vita nel 2014. Questo itinerario, da percorrere a piedi o in bicicletta, è l’anima di un territorio che ha uno sterminato patrimonio storico-culturale e naturalistico e che vuole ritrovare la sua vocazione turistica.

Messo a dura prova dal terremoto di sei anni fa, ancora oggi alcuni tratti della vecchia ferrovia sono, infatti, inagibili: pedalare su questo tracciato, auspicando possa presto essere riaperto nella sua interezza ha dunque il sapore della ripartenza.green road

L’itinerario, che consente di scoprire la Valle Umbra attraversando località incantevoli e poco conosciute, è stato premiato come migliore via green d’Italia, vincendo il premio Italian Green Road Award nel 2015.

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Fonte: @Fabrizio Belia

Il tratto Sant’Anatatolia di Narco in Valnerina lungo la ciclabile Spoleto-Norcia

Il tracciato della Spoleto-Norcia

Le tappe sono Spoleto, Vallo di Nera, Castel San Felice, Abbazia SS. Felice e Mauro, Sant’Anatolia di Narco. Il tragitto da percorrere è tutta un’avventura: lungo i suoi 23,5 chilometri, ci sono ben 19 gallerie da attraversare e 24 tra ponti e viadotti, dai quali è possibile ammirare il verde e la meravigliosa natura umbra. La pista costeggia anche caselli abbandonati e raggiunge la straordinaria opera ingegneristica del Ponte della Caprareccia.

La leggera pendenza dei binari rende il tragitto adatto anche a chi voglia fare, oltre a una passeggiata rilassante, un po’ di sano esercizio fisico.

Per quanto riguarda i ciclisti, è importante sapere che si tratta di un percorso piuttosto complesso, in quanto non ha una conformazione ad anello, quindi prima di intraprenderlo bisogna essere ben allenati.

Sebbene l’ex-ferrovia possa essere percorsa in entrambi i sensi di marcia, si consiglia, soprattutto a chi si trova ad affrontare il tragitto per la prima volta, di partire da Spoleto.

Da Spoleto, il colpo d’occhio sul territorio attraverso il quale si pedala (o cammina) è spettacolare, con dolci colline punteggiate da piccoli borghi e da filari di ulivi e vitigni. Lungo tutto l’itinerario, si seguono le sponde dei torrenti Marroggia, Beverone, Timia e del fiume Topino.

Spoleto-Norcia_Vecchia_Ferrovia_Ponte_di_Cortaccione

Fonte: @Fabrizio Belia

L’itinerario mozzafiato lungo la Spoleto-Norcia

La “Spoleto Norcia in MTB”

Ogni anno, a settembre, lungo questo itinerario si tiene la “Spoleto Norcia in MTB”, la più grande manifestazione sportivo-turistica su due ruote in mountain bike del Centro Italia, che attira migliaia di amanti della bici, del cicloturismo e della natura. Giunta quest’anno alla nona edizione, si svolge dal 2 al 4 settembre 2022.

L’evento consiste in cinque diversi tipi di gare: una è agonistica (la SN Cup, 65 km, 1.750 metri di dislivello, solo per MTB), mentre quattro sono percorsi cicloturistici. Tre sono per gli appassionati e uno di soli 10 km, invece, è adatto alle famiglie e a tutti coloro che desiderano pedalare in tranquillità, percorrendo, almeno in parte, lo spettacolare tracciato della vecchia ferrovia tra le due cittadine umbre attraverso la Valnerina, una delle più rigogliose aree dell’Umbria, con le montagne solcate dal corso del fiume Nera in un tripudio di natura, arte e cultura, con antiche stazioni, eremi e borghi.

La gara agonistica, così come i percorsi cicloturistici, si svolgono domenica 4 settembre, mentre il 2 e il 3 settembre sono dedicati a momenti d’incontro e spettacolo tra i mondi del ciclismo, del cicloturismo, della cultura e del giornalismo, con una serie di eventi tra talk show, iniziative per grandi e piccoli, visite guidate alla scoperta di Spoleto.



Booking.com

Le iscrizioni sono aperte online sul portale laspoletonorciainmtb: il 31 luglio è il termine ultimo per ottenere il pacco gara con pettorale personalizzato e maglia tecnica e la quota di iscrizione più conveniente (50 euro), ma ci si può iscrivere fino alla vigilia della manifestazione (o al raggiungimento del numero massimo di partecipanti).

È possibile noleggiare una MTB anche in loco. Oltre alle MTB, possono partecipare anche le e-mountain bike, le fat bike e i tandem da montagna.

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A piedi alla scoperta di Vallo di Nera in Umbria

Nel paese-monumento di Vallo di Nera che, con il suo castello, domina la Valnerina e con i centri incastonati tra le rocce, i monti Maggiore e Coscerno e il fiume Nera formano un territorio unico, ci sono itinerari escursionistici da fare a piedi che regalano grandi emozioni.

Qui, si possono fare esperienze naturalistiche, per scoprire, camminando, il ricco patrimonio culturale di questo borgo, con escursioni a piedi, unite a visite culturali del castello e delle frazioni di Vallo di Nera.

Sono gli stessi abitanti che ne raccontano le tradizioni, supportati da attori o musicisti, in occasione di un evento intitolato “Sentieri, Vicoli e Racconti” che si tiene dal 6 marzo fino al giorno di Pasquetta, il 18 aprile.

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Il paese di Vallo di Nera in Umbria

La magia di Vallo di Nera

Immerso tra le cime del Monte Coscerno e del Monte Maggiore, circondato da numerosi altipiani che si appoggiano con fianchi di verde sul fondovalle, Vallo di Nera ha conservato il suo impianto originario, risalente al 1217, di castello a pianta circolare: case di pietra che seguono ordinatamente le curve di livello della collina, archi rampanti, vicoli, scalinate, contrafforti, mura e torri.

Un aspetto fiabesco, circondato da un mare di verde che si perde nella linea irregolare delle montagne. Un intreccio di natura e attività umana di grande suggestione.

Come raggiungere il borgo

Per arrivare a Vallo di Nera bisogna imboccare la Valnerina, la vallata del fiume Nera che nasce dai monti Sibillini e scorre impetuoso dando vita alla grandiosa Cascata delle Marmore, attraversando un paesaggio naturale a tratti boscoso, a tratti coltivato.

Un fitto reticolo di sentieri collega i centri abitati delle frazioni – Piedipaterno, Geppa, Paterno, Montefiorello, Meggiano, Piedilacosta, Roccagelli – retaggio urbanistico di insediamenti medievali. Tra di essi, spicca la limpida architettura di Vallo di Nera, uno dei Borghi più belli d’Italia, Bandiera arancione del Touring Club, Comune amico della Api, Comune Fiorito e membro delle associazioni nazionali Città del Tartufo e Città dell’Olio.

L’eccezionale caratteristica di Vallo di Nera non è solo quella di essere un castello ancora integro, ma di possedere una densità di superfici affrescate davvero imponente e di grande pregio. Inoltre, tra antichi torrioni e nobili palazzetti, è oggi possibile trovare la “Casa dei racconti”, un centro di documentazione della tradizione letteraria orale e della memoria degli anziani, dove si conservano le “Vallanate” i versi in ottava rima dei pastori transumanti, che declamavano le proprie gesta ricorrendo a ritmati endecasillabi.

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Uno scorcio di Vallo di Nera

Il calendario dei trekking

È per mettere in rete le attrattive naturalistiche, i luoghi della memoria e dell’arte, le eccellenze enogastronomiche e artigianali del territorio che prende vita questo progetto realizzato con il contributo della Regione Umbria, organizzato da ADD Comunicazione ed eventi, grazie al quale, attraverso itinerari di trekking naturalistici e culturali, si farà di Vallo di Nera una meta di turismo lento, dell’autenticità, che sia sostenibile e consapevole, ma anche un’interessante scoperta per il turismo di prossimità.

La prima escursione dal titolo “Trekking, affreschi e musica sacra” si terrà domenica 6 marzo con partenza alle 9.00 dal centro storico di Vallo di Nera, in direzione della Cappella dell’Immagine delle Forche, nota anche come Madonna della Neve, un edificio risalente alla seconda metà del XV secolo con l’interno interamente affrescato. Si proseguirà poi su un sentiero fino all’Abbazia di San Felice. Da qui, lungo il tracciato dell’ex ferrovia Spoleto-Norcia, si farà ritorno a Vallo di Nera. La passeggiata prevede un percorso di circa 10 chilometri, su un dislivello di circa 200 metri e si concluderà con una degustazione di prodotti della terra e con la visita guidata del borgo.

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La Cappella dell’Immagine delle Forche, nota anche come Madonna della Neve

Domenica 13 marzo si svolgerà il trekking naturalistico ad anello Vallo di Nera – Piedipaterno – Vallo di Nera. Sabato 19 marzo ci sarà l’escursione ad anello in quota fino ai pascoli montani intitolata “La Luna sull’Altopiano”. Domenica 20 marzo ci sarà un evento dedicato all’Equinozio a Vallo di Nera. Domenica 27 marzo, il cammino partirà da Meggiano, castello di pendio alle pendici del Monte Maggiore, fino a Montellino, lungo l’antica via di collegamento montano.

Domenica 3 aprile l’appuntamento è con il trekking alla scoperta di Roccagelli, un antico insediamento montano, passando per il castello di Meggiano e Paterno. Sabato 9 aprile il tour è tra castelli e borghi lungo antichi percorsi montani, un itinerario ad anello da Montefiorello a Meggiano e Paterno. Domenica 10 aprile ci saranno due escursioni: la prima sulle falde del Monte Coscerno, tra Val Lunga, Forchetta di Vallo e Casale del Piano, la seconda nell’oasi naturalistica del Monte Coscerno, lungo i sentieri della transumanza. Sabato 16 aprile si farà un’escursione a Monte Maggiore, la cima panoramica che domina la Valnerina, solcando il sentiero benedettino e le vie delle transumanze. Infine, lunedì 18 aprile è previsto un evento per tutta la famiglia, trekking e fiabe nel bosco.

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Questo antico borgo dell’Umbria un tempo era uno Stato a sé

Oggi è una piccola frazione del Comune di San Giustino, in provincia di Perugia, ma un tempo ebbe una grandissima importanza storica. Stiamo parlando di Cospaia, e qui si è svolta una vicenda incredibile.

Nel 1441, si trovava tra il confine dello Stato Pontificio e la Repubblica di Firenze dei Medici e, in un periodo storico tra i più importanti della nostra storia, mentre dal Medioevo si entra nel Rinascimento, in questo un minuscolo territorio succede una cosa imprevedibile: per errore prende vita la Repubblica di Cospaia, che allora contava solamente 350 abitanti, e che è esistita fino al 26 giugno 1826.

La storia della Repubblica di Cospaia

Un piccolo Stato indipendente, durato quattro secoli, la cui storia è nota a pochi. Fu Papa Eugenio IV, impegnato nella lotta con il Concilio di Basilea, a cedere il territorio di Sansepolcro alla Repubblica di Firenze. Per errore, nella designazione del confine, una piccola striscia di terra non venne inclusa nel trattato che delimitava i confini, e gli abitanti dichiararono prontamente l’indipendenza. Nacque così la più piccola Repubblica del mondo.

Un consiglio di anziani e l’insieme dei capifamiglia bastavano a dirimere le questioni, magari con l’intervento del curato, l’unico in grado di leggere e scrivere. Facendosi notare il meno possibile, questa comunità anarchica visse così indisturbata.

Solo dopo alcuni secoli, ottenuto un atto di sottomissione da parte di 14 rappresentanti del territorio, Cospaia entrò a far parte dello Stato della Chiesa. Ogni anno, ancora oggi, nel mese di giugno, si celebra la Festa della Repubblica di Cospaia, per commemorare la fine dell’indipendenza.

Cosa resta a Cospaia della Repubblica

Gli abitanti della Repubblica fecero tesoro di questa insolita situazione geo-politica, traendo vantaggio dalla mancanza di tasse, dazi e gabelle, e ne approfittarono per sviluppare, fra i primi in Italia, la coltivazione del tabacco. Cospaia, la Repubblica dove tutto era lecito, diventò a tutti gli effetti la capitale del tabacco.

Il piccolo Stato resistette, nei secoli, ai tentativi dello Stato Pontificio e del Granducato di Toscana di imporre dazi alle coltivazioni, superò il periodo napoleonico e il Congresso di Vienna che riconobbe solo quattro Repubbliche al mondo: gli Stati Uniti, la Svizzera, San Marino e Cospaia.

E la coltivazione e il commercio clandestino del tabacco portarono così un certo benessere. Tuttora, alcune varietà di tabacco vengono definite con il nome di “cospaia”. Ancora oggi, nonostante il tabacco non sia più una fonte di reddito per gli abitanti del borgo, rimangono ancora le tipiche strutture utilizzate per la sua produzione, come gli essiccatoi sparsi in tutto il territorio.

Tra gli edifici degni di nota, c’è Villa Giovagnoli-Liuti risalente al XVIII secolo. Rappresenta un tipico esempio di villa padronale con una casa colonica annessa, a testimonianza di un passato legato alla coltivazione del tabacco le cui tracce sono ancora ben visibili nell’essiccatoio.

Sulla porta della chiesa parrocchiale della confraternita, resta un’iscrizione in latino che fa riferimento all’indipendenza del passato (“Perpetua et firma libertas”, “Perpetua e sicura libertà”).

Alcuni reperti sulla Repubblica di Cospaia sono conservati oggi nel Museo del Tabacco a San Giustino.

Per esigenze d’irrigazione dei campi di tabacco, fu innalzato un terrapieno come diga creando così un laghetto artificiale. Il Lago di Cospaia è oggi un luogo molto amato, specie d’estate, dagli abitanti della zona che vengono a pescare, ma che attira anche turisti da altre zone d’Italia.

Il Sentiero del contrabbandiere

Tutt’intorno si snoda il Sentiero del contrabbandiere, che un tempo veniva percorso dai contrabbandieri che portavano il tabacco di contrabbando verso il Montefeltro. Il Sentiero del contrabbandiere è un percorso ad anello di 12,5 chilometri che tocca ben tre Regioni, Umbria, Toscana e Marche. Il punto di partenza è Cospaia.

Dall’abitato, che si trova a soli a 373 metri sul livello del mare, si sale verso le colline fino raggiungere i 659 metri del Monte Garrole e, più avanti, Poggio Sportino, il punto più alto della camminata a 861 metri. Da qui si ridiscende verso Cà Concello, si segue il corso del Vertola e poi lo si abbandona per risalire verso Corposano. Da qui, un lungo tratto in discesa riporta fino a Cà Magnano (392 metri) e Cà Mulinello. L’ultimo tratto è verso Cedinna da dove il sentiero riconduce alla Chiesa di San Lorenzo e infine a Cospaia.