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La città simbolo della lirica in Italia (candidata Unesco)

Se la musica lirica è appena stata candidata a entrare nella lista dei Patrimoni culturali immateriali dell’Unesco, Verona ne è la città simbolo. “L’arte del canto lirico italiano”, questa la definizione presentata a Parigi dove ha sede l’Organizzazione delle Nazioni Unite per l’educazione, la scienza e la cultura che deciderà se inserirla o meno, è l’espressione culturale più autentica che rappresenti l’Italia nel mondo e, nella città veneta, sede della celebre Arena, culla della lirica riconosciuta a livello internazionale, lo sanno molto bene.

E Verona, proprio con il progetto “67 colonne per l’Arena”, è una delle dieci città italiane i cui progetti sono arrivati in finale nel contest social per l’assegnazione dell’Art Bonus dell’anno, che consiste in una consistente somma di denaro che servirà per la valorizzazione del patrimonio culturale del nostro Paese. Ogni anno vengono estratti dal portale Artbonus i progetti candidati che chiunque può votare con un “mi piace” su Facebook o un “cuore” su Instagram. Al momento Verona è al primo posto, c’è tempo fino al 1° aprile per votare.

Verona e la musica lirica sono un binomio indissolubile. Proprio l’anno prossimo cadrà il centenario del festival lirico, l’Arena Opera Festival, che si tiene tutte le estati tra giugno e settembre all’Arena. Il festival lirico, tra i più importanti al mondo, ha visto l’inizio della sua storia nel lontano 1913, quando, in occasione del centenario della nascita di Giuseppe Verdi, è stata messa in scena l’Aida che ancora oggi viene rappresentata.

Ma il legame della città con la grande musica è di ben più ampio respiro e di lunga data.

I luoghi della musica a Verona

Nel ‘700, ha ospitato nientemeno che Wolfgang Amadeus Mozart. Il genio della musica giunse a Verona nel 1769, non ancora quattordicenne, durante il suo primo viaggio in Italia, e si esibì nella Sala Maffeiana del Teatro Filarmonico – l’unica rimasta intatta dell’originario edificio settecentesco – a due passi dall’Arena e nella Chiesa di San Tomaso Cantuariense, sull’altra sponda dell’Adige, dove ancora oggi si può ammirare l’organo che ha avuto l’onore di essere accarezzato dalle geniali dita del più grande musicista di tutti i tempi.

Il Teatro Filarmonico è il principale teatro dell’opera di Verona e ospita le opere e gli spettacoli della stagione lirica invernale. Vale la pena anche solo visitarlo se non assistere a uno spettacolo.

Con i grandi concerti, negli anni tutti, Maestri, soprano, tenori sono passati di qui. Placido Domingo, Luciano Pavarotti (che esordì proprio all’Arena di Verona nel 1972 con “Un ballo in maschera” di Verdi), Josè Carreras: i tre tenori erano di casa, così come il grande Maestro Franco Zeffirelli, spesso e volentieri regista e scenografo di molte rappresentazioni operistiche. E che dire del soprano più celebre della storia, la grande Maria Callas? La “divina” agli inizi della carriera sposò proprio un veronese, l’industriale Giovanni Battista Meneghini, nella sagrestia della Chiesa dei Padri Filippini, nel centro storico sulle sponde del fiume, riconoscibile per la facciata palladiana.

Più recentemente, tra gli Anni ‘70 e ‘80, la scena musicale veronese ha visto nascere anche I gatti di Vicolo Miracoli, il gruppo musicale e cabarettistico formato da Gianandrea Gazzola, Spray Mallaby, Umberto Smaila, Nini Salerno, Franco Oppini e, successivamente, Jerry Calà. Nato tra le aule del liceo classico statale Scipione Maffei di Verona, è diventato un pezzo di storia della televisione italiana. E proprio alla città hanno dedicato la canzone “Verona Beat”.

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L’Arena di Verona, tempio della musica lirica, candidata Unesco

 

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Il tesoro più bello di Venezia è un bovolo nascosto nella città

Non esistono strade qui, ma solo canali fiancheggiati da edifici architettonici rinascimentali e gotici di incantata bellezza, gli stessi che conducono nel cuore pulsante della città, quello dove nella piazza centrale si erge la grande basilica che conserva i mosaici bizantini, dove c’è il campanile la cui cima offre una fantastica visione sui tetti rossi che puntellano la laguna. Questa è Venezia, una città straordinaria intrisa di fascino e bellezza, di misteri e leggende, di angoli nascosti e tesori preziosi tutti da scoprire.

Ci sono i musei e le gallerie, i ponti e i giardini segreti e poi c’è un palazzo, situato nei pressi delle strade più battute dai turisti, che conserva un autentico gioiello. Un bovolo, per dirlo in dialetto, una scala a chiocciola che incanta e stupisce a ogni gradino percorso.

Scala Contarini Del Bovolo

Nei pressi di Campo Manin, dove campeggia il monumento dedicato all’omonimo patriota, una stretta strada laterale ci conduce al cospetto di un palazzo appartenuto a una delle famiglie più importanti e potenti della Serenissima: i Contarini. Fu proprio Pietro, discendente della famiglia, che verso la fine del 1400 fece realizzare una straordinaria e leggiadra scala a chiocciola, da qui il nome di bovolo, nel suo palazzo.

Scala Contarini del Bovolo

Scala Contarini del Bovolo

L’incredibile costruzione, attribuita all’architetto veneto Giovanni Candi, si snoda in altezza per 26 metri ed è incastonata perfettamente all’interno di un cilindro murario. Sono 80, in tutto, i gradini monolitici che compongono in senso antiorario questa vorticosa salita verso il cielo di Venezia. Tutto intorno ci sono i mattoni e la pietra d’Istria, gli archi che affacciano sulla città di Venezia. C’è lo stile gotico, quello rinascimentale e quello bizantino che si uniscono e si fondono e si confondono creando un capolavoro d’arte e architettura da attraversare e contemplare.

Il viaggio all’interno di questo tesoro veneziano si conclude lì, sulla terrazza che offre una delle più splendide visioni della meravigliosa e romantica laguna.

Come visitare il tesoro nascosto di Venezia

I tesori sono fatti per essere protetti, ma anche per essere scovati. La Scala del Bovolo si trova a pochi minuti da Piazza San Marco, tuttavia bisogna prestare molta attenzione alla calle che si apre proprio a metà su Campo Manin. Alzate gli occhi perché la strada è indicata da una targa dove campeggia la scritta Scala Contarini del Bovolo. Una volta imboccata la via vi troverete al cospetto di questo monumentale gioiello veneziano.

Scala Contarini del Bovolo

Scala Contarini del Bovolo

I biglietti per visitare il bovolo sono disponibili in loco o acquistabili online. Una volta dentro al palazzo Contarini resterete inebrianti dai colori e dai motivi floreali, dai dettagli ricchissimi e da quel tripudio di stili. Doverosa è una sosta al secondo piano dove è possibile accedere alla sala del Tintoretto che conserva alcune delle più importanti opere d’arte di Venezia realizzate tra il 1500 e il 1700.

Proseguendo verso l’alto, invece, si arriva alla terrazza panoramica, un belvedere segreto che offre una delle più belle visioni della laguna a ogni ora del giorno.

Curiosità

Secondo una leggenda popolare, Pietro Contarini fece costruire un’altra scala a chiocciola all’interno dell’edificio per raggiungere la sua camera da letto a cavallo.

Sulla terrazza del bovolo, invece, nel 1859, l’astronomo tedesco Ernst Wilhelm Tempel ha scoperto la cometa C/1859 e la nebulosa di Merope, una stella nella costellazione del Toro.

Scala Contarini del Bovolo

Scala Contarini del Bovolo, terrazza

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Brent de l’Art, il canyon italiano che sembra un sogno

Il canyon Brent de l’Art è un vero e proprio capolavoro della natura, poco conosciuto e quindi non troppo visitato da turisti e curiosi. Si tratta di un tesoro segreto del Veneto nascosto gelosamente in mezzo ad un bosco della Valbelluna. Un angolo pacifico, dove poter ammirare tanta bellezza e fare una passeggiata mozzafiato.

Cosa sono i Brent de l’Art?

I Brent de l’Art sono una conformazione naturale, che ricorda molto per forme e colori un canyon da film americano. I Brent sono nati da migliaia di anni di erosione da parte dall’acqua, che ha riportato alla luce strati di roccia formatisi milioni di anni fa. Un luogo da sogno che mostra l’imponenza della natura. Ogni visitatore al cospetto di un tale tesoro della natura si sente piccolo e rapito dall’eternità e dalla bellezza delle rocce attraversate dall’acqua.

Canyon da sogno Brent de l'art

Il corso d’acqua che ha scavato e formato i Brent de l’Art

 Come si sono formati?

Il processo di erosione è iniziato migliaia di anni fa. Detriti, sassi e piante travolti dalla piena dei torrenti, una volta entrati nel canyon creano dei mulinelli, sbattono sulle pareti scavando la roccia e poi fluiscono a valle. Un fenomeno naturale quanto straordinario. La particolarità dei Brent de l’Art è il colore delle pareti rocciose che vira al rosso. Il risultato è un’atmosfera surreale, che trasporta la mente nei film d’avventura.

Una gita da sogno

Il luogo perfetto per lanciarsi in un escursione divertente e suggestiva. Ci sono sentieri tracciati che guidano i visitatori in tutta sicurezza. Ovviamente è consigliato munirsi di scarponi da montagna o scarpe da trekking. Se invece preferite gli sport adrenalinici potete optare per la discesa nel torrente e le attività di canyoning o torrentismo, che però si possono svolgere esclusivamente accompagnati dalle Guide Alpine.

canyon brent de l'art

I colori magici di questo Canyon

Inoltre, l’inverno è la stagione perfetta per visitare anse e angoli nascosti. Infatti, nei mesi più freddi sul corso d’acqua si forma uno strato sufficientemente spesso di ghiaccio, che permette d’addentarsi fino nelle anse più lontane dal ponte. Pensate che nelle annate molto fredde (ormai rare) si arrivava ad attraversare il Brent Grande per intero fino alla Marmitta d’uscita. La natura non smette mai di stupire e meravigliare l’uomo. Ogni formazione rocciosa è unica e irripetibile, questo fa sì che le cascate e le stalattiti di ghiaccio assumano colori meravigliosi con sfumature da sogno a seconda dell’esposizione luminosa.

Visitare questo magnifico posto non è un’impresa titanica come sembra. Anzi, si tratta di un percorso tranquillo. Partendo dal centro del paese di Sant’Antonio Tortal si arriverà in poco tempo ai caratteristici canyon. Per i più curiosi, lungo il tragitto ci sono dei pannelli che illustrano geologia, fauna e flora locale. Una passeggiata istruttiva tra boschi e prati di montagna, che vi condurrà dritti ai Brent de l’Art.

il paesaggio brent de l'art

La pareti rocciose di Brent de l’Art

Per gli amanti delle escursioni nella natura e delle passeggiate in montagna, questo è il posto dei sogni. Un angolo di pace, cullato dai rumori della natura, lontani dalla frenesia della città, per ammirare un capolavoro di Madre Natura.