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A Milano sono sbocciati i fiori sui palazzi: ora sono opere d’arte

Chiudete gli occhi e immaginate di poter passeggiare in una città cosmopolita celebre in tutto il mondo per essere la capitale della moda e del design. Una metropoli che ospita ristoranti e negozi esclusivi, vie dello shopping celebri in tutto il mondo, un duomo bellissimo e straordinario e luoghi di cultura che tengono vivo il dialogo tra arte moderna e contemporanea.

Ora immaginate che in quella stessa città una strada sia stata trasformata in un’opera d’arte permanente, un piccolo museo a cielo aperto capace di trasportare in un mondo onirico, ma ben riconoscibile agli occhi di tutti gli appassionati del design per forme, linee ed evocazioni.

Adesso, finalmente, potete aprire gli occhi. Vi diamo il benvenuto nella nuova via Balzaretti, la strada situata nella zona Città Studi di Milano, che in occasione della Design Week si è trasformata in una galleria d’arte a cielo aperto che lascia senza fiato.

Milano: la strada che diventa opera d’arte

È impossibile non notare quella fioritura straordinaria che è esplosa sulle facciate delle case e degli edifici del quartiere di Milano in questi giorni. Non si tratta di un capolavoro firmato da Madre Natura questa volta, ma di un’opera nata dall’estro creativo e visionario di Toiletpaper, la rivista creata dall’artista Maurizio Cattelan e dal fotografo Pierpaolo Ferrari che ha trasformato la strada milanese della storica sede in museo en plein air.

Basta una passeggiata per i vicoli di Città Studi, tra via Pascoli e via Pinturicchio, per innamorarsi. Sulla via che già ospita l’edificio storico e iconico della rivista, che si contraddistingue per quella facciata fatta di rossetti dipinta nel 2021, sono comparse altre opere d’arte che hanno dato nuova vita all’intera zona in occasione della Design Week 2022.

Le facciate sembrano le pagine di una rivista da sfogliare, quella di Toiletpaper s’intende, e sono bellissime.

Milano: via Balzaretti diventa un'opera d'arte

Fonte: IPA

Milano: via Balzaretti diventa un’opera d’arte

Grazie alla collaborazione tra Toiletpaper e Organics by Red Bull, immagini oniriche, surreali e romantiche hanno cambiato il volto della via trasformandola in una micro galleria d’arte en plen air.

Ci sono fiori che esplodono sulle facciate, che si arrampicano sugli edifici e sembrano quasi entrarci dentro, dalle porte e dalle finestre. Una sorta di trompe-l’œil continuativo che inganna l’occhio e lo incanta, che trasforma quei dipinti bidimensionali in oggetti quasi reali. Sembra davvero che qui la natura si sia impadronita degli spazi e conviva perfettamente con l’arte e il design.

La strada più instagrammabile di Milano

Guardando ciò che è diventata via Balzaretti oggi non abbiamo più dubbi: la strada entra di diritto tra i luoghi più instagrammabili d’Italia. Con una scenografia unica, che catapulta i passanti in un universo sognante e meraviglioso, questa installazione site specific è un vero incanto.

I murales che hanno trasformato le facciate degli edifici storici di via Balzaretti, vanno ad aggiungersi alle altre opere di street art che caratterizzano il capoluogo lombardo creando così un itinerario sorprendente fatto di arte, contemporaneità e suggestione.

Grazie alla collaborazione tra Toiletpaper e Organics by Red Bull, questo intervento di arte urbana è riuscito a valorizzare, ancora una volta, il legame stretto e indissolubile tra la città e l’arte, in ogni sua forma.

Milano: via Balzaretti diventa un'opera d'arte

Fonte: IPA

Milano: via Balzaretti diventa un’opera d’arte
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Scoperta eccezionale: trovati i resti di due statue monumentali

Due statue monumentali in pietra calcarea, dotati di torace possente e di grandi scudi a protezione del ventre: è questa l’incredibile scoperta che ha sorpreso gli archeologi, secondo cui il rinvenimento è a dir poco eccezionale. E se anche i due giganti non sono completi – diversi frammenti sono stati trovati nei dintorni -, aprono le porte ad una nuova serie di reperti tutti da scoprire.

La scoperta incredibile a Mont’e Prama

Nelle scorse settimane hanno avuto il via i lavori presso il sito archeologico di Mont’e Prama, sede di uno dei più importanti villaggi nuragici della Sardegna. Gli scavi hanno dato ben presto i loro frutti: dalla terra sono emerse due statue monumentali scolpite nell’arenaria gessosa, formate da torsi robusti e un grande scudo curvo, assieme ad alcuni frammenti sparsi – tra cui gli arti e le teste dei giganti. Si tratta di una scoperta eccezionale, perché rivela che il sottosuolo ha ancora molto da regalarci, in questa importante regione geografica.

È qui infatti che la civiltà nuragica ha trovato il suo massimo sviluppo, e le testimonianze del loro passaggio sono tra le più suggestive mai rinvenute. Le due statue fanno parte di un vero e proprio esercito di pietra risalente all’incirca a 3mila anni fa, e rappresentano dei pugilatori. Non è la prima volta che a Mont’e Prama vengono trovati giganti del genere, anzi: è proprio per questo che il sito è diventato famoso in tutto il mondo, immerso in un’aura di mistero che ancora oggi rimane immutata. Il complesso scultoreo, già formato da 16 pugilatori, 13 modelli di nuraghe, 5 arcieri e 4 guerrieri, va così ad arricchirsi ulteriormente.

Gli archeologi hanno subito iniziato a lavorare sulle due statue, procedendo con un’accurata (e delicata) pulizia, resa complicata soprattutto dall’incredibile fragilità della pietra in cui sono state realizzate, e con un attento studio che potrebbe rivelare nuovi dettagli su questi giganti. Ma è già emerso qualcosa di interessante: le statue appena scoperte sono diverse da quelle rinvenute negli anni ’70, mentre somigliano molto a quelle portate alla luce nel 2014 a pochissima distanza dal luogo dell’attuale ritrovamento.

Scoperta a Mont'e Prama

Scoperta a Mont’e Prama

Mont’e Prama, un sito archeologico affascinante

Il sito archeologico di Mont’e Prama, situato a Cabras, è da sempre avvolto nel mistero. Le prime scoperte in questo luogo sono avvenute quasi per caso, negli anni ’70: in quel periodo vennero rinvenute alcune statue gigantesche, rappresentanti colossi di pietra di ben 2 metri e mezzo di altezza. Sulla loro funzione, non si è mai fatta chiarezza. I giganti sembrano vegliare su alcune antichissime tombe, disposte lungo una vera e propria via funeraria che, a quanto pare, sarebbe stata riservata unicamente a giovani uomini. Nel corso delle ricerche, infatti, non sono mai stati trovati anziani e bambini (e solo pochissime donne sono emerse dagli scavi).

Negli ultimi anni i lavori hanno ripreso a pieno ritmo, sulla base dell’idea che il sito archeologico fosse molto più ampio di quanto inizialmente immaginato. Il nuovo ritrovamento è la prova che gli archeologi sono sulla buona strada, sottolinea Alessandro Usai, responsabile scientifico dello scavo: “La ricerca programmata dà i suoi frutti, siamo andati a scavare a colpo sicuro in un tratto che ancora non era stato toccato”. L’obiettivo ora è quello di ampliare il raggio dei lavori, restaurando nel contempo le statue già emerse per poterle esporre al Museo di Cabras.

Scoperta a Mont'e Prama

Scoperta a Mont’e Prama

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Ritrovata una statua ‘sacra’ di 4500 anni fa

A volte, è proprio dove meno ce lo aspettiamo che accade qualcosa di unico: è ciò che può ben dire il contadino che, mentre era impegnato a lavorare la sua terra, ha trovato nientemeno che una statua sacra risalente a più di 4500 anni fa. La scoperta è incredibile, perché quello che è emerso dal fango è risultato essere un reperto archeologico di grandissimo interesse. Ecco dove è avvenuto il ritrovamento, e perché è così importante.

Gaza, ritrovata una statua sacra

Nelle scorse settimane, il contadino Nidal Abu Eid ha fatto un’eccezionale scoperta: stava tranquillamente lavorando la sua terra, nei pressi di Khan Younis (una città situata nel sud della Striscia di Gaza), quando si è imbattuto in un antico reperto sepolto da millenni. Non poteva immaginare fosse un oggetto preziosissimo, sia per il suo valore archeologico che per quello politico. Si tratta infatti di una piccola statua realizzata in pietra calcarea, alta appena 22 centimetri e rappresentante la testa della divinità cananea Anat, che indossa una corona di serpente.

Gli archeologi palestinesi che hanno avuto modo di studiarla hanno affermato che la scultura sacra risale addirittura ad oltre 4500 anni fa, ovvero alla tarda età del bronzo. Ed è una scoperta straordinaria, perché conferma l’ipotesi degli storici secondo i quali la Striscia di Gaza fosse, all’epoca, un importante insediamento cananeo – oltre che una rotta commerciale fondamentale per l’intera regione. Il Ministro del Turismo e delle Antichità Jamal Abu Rida ha spiegato che questo ritrovamento ha un ruolo significativo dal punto di vista politico: “Dimostra che la Palestina ha una civiltà e uno storia, e nessuno può negarlo o falsificarlo. Questo è il popolo palestinese e questa è la sua antica civiltà cananea”.

La statua di Anat è apparsa dove nessuno avrebbe mai immaginato. Il contadino che l’ha rinvenuta non credeva ai suoi occhi: “Era immersa nel fango. Ho capito subito che si trattava di una cosa preziosa, ma non sapevo che potesse avere un valore archeologico così straordinario. Ringrazio Dio e sono orgoglioso che sia rimasta nella nostra terra, fin dai tempi dei Cananei” – ha dichiarato alla BBC. E sembra quasi beffardo che la dea della bellezza, dell’amore e della guerra ricompaia proprio oggi in un luogo devastato dai conflitti, in particolar modo negli ultimi anni.

Le importanti scoperte archeologiche a Gaza

Il territorio della Striscia di Gaza, d’altronde, è stato luogo di diverse scoperte archeologiche molto importanti. La statua di Anat, che oggi è custodita all’interno del Qasr al-Basha, un museo della città antica di Gaza, è solo l’ultima di una lunga serie di ritrovamenti. Qualche mese fa, ad esempio, una squadra di costruttori al lavoro per creare un nuovo complesso abitativo ha rinvenuto i resti di un antico cimitero romano: è stata, secondo il Ministro Jamal Abu Rida, della scoperta più rilevante degli ultimi 10 anni.

In altre occasioni, tuttavia, i reperti archeologici non hanno avuto la stessa fortuna. È stato il caso delle rovine di una grande città fortificata cananea, che sarebbe stata distrutta per fare spazio a basi militari a sud di Gaza. Mentre non si sono più avute notizie della statua del dio greco Apollo, un bellissimo bronzo di dimensioni reali, che era stata scoperta da un pescatore nel 2013. Scomparsa misteriosamente, sembra essere andata ormai perduta: un accadimento molto grave, pensando al valore di un tale ritrovamento.

Statua di Anat

La Statua di Anat

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In Europa esiste un palazzo di cristallo che sembra uscito da una fiaba

Cenerentola aveva la sua scarpetta di cristallo, Madrid ha un intero palazzo, un edificio all’interno del quale si snodano flora, fauna, storia e bellezza proprio lì, nel cuore della capitale al centro della Spagna, nella vivace ed elegante città dei grandi viali, dei giardini e dei parchi lussureggianti.

Ed è proprio in uno di questi parchi che ci rechiamo oggi, nonché in uno dei più celebri, caratteristici e iconici della città. Perché è qui, in riva a un lago artificiale situato all’interno del parco del Buen Retiro, che troviamo uno dei monumenti architettonici più belli e suggestivi di tutta Madrid: il Palazzo di Cristallo.

La struttura, realizzata interamente in metallo e vetro nel XIX secolo, è uno splendido esempio di stile vittoriano. La sua funzione originaria era quella di ospitare una delle più importanti mostre floristiche del mondo. Oggi, invece, l’edificio celebra la bellezza che ci circonda attraverso esposizioni e installazioni artistiche che incantano.

Palazzo di Cristallo, Madrid

Palazzo di Cristallo, Madrid

C’era una volta il Palazzo di Cristallo

Era il 1887 quando veniva inaugurato il Palazzo di Cristallo di Madrid, oggi uno dei monumenti più fotografati della città,  progettato dall’architetto Ricardo Velázquez Bosco per diventare la serra di una specie vegetale esotica e pregiata importata dalle Filippine.

Ispirato al celebre Crystal Palace di Londra, realizzato in occasione della Grande Esposizione anni prima, l’architettura spagnola fu costruita proprio con l’obiettivo di ospitare la grande mostra floristica e poi per essere smontata e spostata altrove.

E invece il Palacio de Cristal, come lo chiamano i madrileni, è rimasto sempre lì, ieri e oggi, per permetterci di godere della grande bellezza, fuori e dentro. La straordinaria serra trasparente, realizzata in vetro ed acciaio, si trova all’interno del Parco del Buen Retiro, proprio sulla riva di un lago artificiale che fa sfondo perfetto di un’esperienza romantica e fiabesca.

Perché è un’atmosfera idilliaca, quella che si vive in prima persona dentro e fuori. Con le pareti e i soffitti interamente di vetro, tutto il verde lussureggiante del parco sembra entrare direttamente nella struttura, diventando la cornice perfetta e inedita delle mostre e delle esposizioni che si tengono periodicamente all’interno del palazzo.

Palazzo di Cristallo, Madrid

Palazzo di Cristallo, Madrid

Cosa fare e cosa vedere nel Palazzo di Cristallo

Il Palazzo di Cristallo di Madrid oggi è diventato un luogo dove flora, fauna e arte convivono e stupiscono. Entrare all’interno della struttura, indipendentemente dalle mostre o le esposizioni allestite, è un’esperienza che lascia senza fiato.

Quando il sole splende alto nel cielo, infatti, i suoi raggi fanno brillare gli interni creando giochi di luci, riflessi e colori che incantano e stupiscono. A questi si aggiungono gli alberi e gli arbusti che circondano la struttura e che creano un paesaggio fiabesco. Questo gioiello architettonico, infatti, è circondato da oltre 100 ettari di verde dove si snodano ippocastani che svettano verso il cielo e si riflettono sulle ladre di vetro decorate da fregi e ceramica.

Restaurato nel 1975, e riportato ai suoi antichi splendori, il Palazzo di Cristallo oggi è bello come ieri. Ogni tanto, il suo pavimento, viene coperto da un sottile strato d’acqua: i visitatori sono invitati a camminare al suo interno senza scarpe e ad ammirare i riflessi della struttura che si stagliano proprio sotto ai loro piedi. L’esperienza magica ha inizio.

Palazzo di Cristallo, Madrid

Palazzo di Cristallo, Madrid

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Il Palazzo situato a una delle maggiori altitudini del mondo

Nel cuore di Lhasa, la principale città del Tibet a 3650 metri di altitudine, svetta una delle meraviglie architettoniche dell’Oriente e simbolo del territorio: il Potala, maestoso Palazzo color bianco e ocra che lascia senza parole chiunque lo ammiri per la prima volta.

Le sue dimensioni imponenti, la struttura e l’altezza emanano un’aura quasi magica: nel corso dei secoli, è stato dimora dei Dalai Lama, sede del governo tibetano, un autentico microcosmo che ha sempre vissuto di vita propria.

Oggi i pellegrini posso accedervi il lunedì, il mercoledì e il venerdì attraversando la porta occidentale e percorrendo la strada principale che conduce alla cima della fortezza: al suo interno non è permesso scattare fotografie e ogni sala dispone di telecamere e rilevatori di movimento.

potala lhasa

Porta del Potala

Alla scoperta dei tre piani del Palazzo Rosso del Potala

Il piano terra

Al piano terra, la visita inizia con la Cappella del Nato Santo dove spiccano le statue degli otto Buddha della medicina, dei cinque Dalai Lama e dell’undicesimo, del Buddha Śākyamuni e di Guru Rinpoche, venerato come secondo Buddha.

Proseguendo lungo il corridoio, ecco la sala delle riunioni, la stanza più ampia del Potala: la impreziosiscono capitelli finemente scolpiti, quattro cappelle e il grande trono appartenuto al sesto Dalai Lama.

Nell’ala ovest della sala si trova la cappella delle tombe dei Dalai Lama, tra le principali attrattive del Palazzo: l’ambiente è dominato da uno stupa alto 12,6 metri e ricoperto da 3700 chili d’oro, affiancato da due stupa di dimensioni minori.
Altri otto stupa simboleggiano gli otto accadimenti principali nella vita di Buddha.

È poi il momento di visitare la cappella Rigsum Lhakhang, consacrata agli otto insegnanti indiani cui si deve l’introduzione in Tibet di riti e pratiche tantriche.

Infine, ultima cappella del piano terra è “lamrim“, ovvero sentiero graduale, termine che sta a indicare gli stadi progressivi lungo la via dell’illuminazione.

Il secondo piano

Salendo al secondo piano, si ammirano subito le prime tre sale comunicanti che custodiscono ben tremila statue cinesi.

Un piccolo corridoio porta alla Cappella di meditazione del re Songtsen Gampo e poi alla Mostra di Tesori del Potala, collezione dal grande valore con pezzi unici quali un Buddha in cristallo e un mandala tridimensionale con più di duecentomila perle.

La visita a questo piano si conclude con le tre affascinanti cappelle: la Cappella dei Nove Buddha della Longevità con pregevoli dipinti accanto alle finestre, la Cappella di Sakyamuni con il trono del settimo Dalai Lama e la biblioteca, e la Cappella Kalachakra con mandala di oltre sei metri di diametro e oltre 170 statue.

Il terzo piano

Dopo aver incontrato le tombe dell’ottavo e del nono Dalai Lama, al terzo piano di notevole interesse è la Cappella di Arya Lokeshvara, la più sacra e venerata dell’intero edificio.

Ma non è tutto.

Una galleria si affaccia poi sulla tomba del tredicesimo Dalai Lama e conduce alla Cappella della felicità immortale.

Concludono la visita la Cappella della vittoria sui tre mondi, con biblioteca, e la Cappella dei mandala tridimensionali che ospita incredibili mandala tridimensionali adornati di gemme preziose.

Il Palazzo Bianco, splendide vedute panoramiche

Il Palazzo Bianco è custode degli alloggi più riservati. La prima sala che si incontra dopo aver ammirato un panorama davvero suggestivo sulla città è quella del trono dove i Dalai Lama incontravano gli ospiti ufficiali: qui lo sguardo si posa su alcuni bellissimi dipinti murali.

Ecco poi la sala dei ricevimenti, con una raccolta di statue in bronzo e balcone panoramico, la camera della meditazione, con oggetti rituali dell’ultimo Dalai Lama, e infine la camera da letto del Dalai Lama dove sono raccolti alcuni suoi effetti personali.

Prima o dopo la visita al Potala, è stupendo concedersi una passeggiata rilassante lungo il viale delle ruote di preghiera dove sono numerose le bancarelle che vendono gli oggetti più disparati.

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Il maestoso Potala

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Festa di San Patrizio: l’Italia è più verde che mai

Marzo è un mese tanto amato quanto atteso, non solo per l’arrivo della meravigliosa primavera che mette in scena gli spettacoli più belli del risveglio della natura, ma anche perché porta con sé uno degli eventi più incredibili dell’anno, stiamo parlando della festa di San Patrizio.

Un evento legato indissolubilmente con la storia, la cultura e le tradizioni dell’Irlanda, una festa che con gli anni si è andata via via diffondendosi anche nel resto del mondo, compreso il nostro Paese. Monumenti celebri e fiumi che si tingono di verde, feste in piazza e parate in grande stile, celebrazioni nei pub e nei locali. E a Milano, quest’anno, anche l’Irish Week.

Se non potete raggiungere la celebre Dublino, agghindata a festa in occasione St Patrick’s Festival, troverete tantissime altre alternative per celebrare il patrono dell’Irlanda e brindare virtualmente con gli altri cittadini del mondo, in qualsiasi posto voi siate. Scopriamo come.

17 marzo: St Patrick’s Day

La festa di San Patrizio è la più grande e celebre di tutta l’Irlanda. Sono tantissimi gli eventi dal vivo e in streaming che si tengono il 17 marzo per celebrarla in qualsiasi parte del mondo.

L’iconica parata per le strade di Dublino resta, sicuramente, il miglior modo per entrare a pieno nella viva e dinamica atmosfera che caratterizza questa celebrazione. Ma c’è un altro modo, quest’anno, per prendere parte ai festeggiamenti grazie agli eventi virtuali.

In occasione del St Patrick’s Festival di Dublino, infatti, grazie al canale TV virtuale SPF TV sarà possibile partecipare da qualsiasi parte del mondo ai festeggiamenti guardando gli spettacoli dal vivo e gli altri eventi in streaming.

Ma non è l’unica alternativa che abbiamo perché, come di consueto, il nostro BelPaese si tingerà di verde in occasione della festa di San Patrizio. Selfie e fotografie davanti a monumenti iconici, come ogni anno, invaderanno i nostri social feed, mentre i pub irlandesi offriranno le migliori birre di sempre a suon di canti tradizionali.

Quest’anno, però, c’è una novità nel nostro Paese: una Irish Week made in Italy che si svolgerà tra le strade di Milano.

Come celebrare la festa di San Patrizio in Italia

Come abbiamo anticipato, la tradizionale celebrazione di San Patrizio si è diffusa con gli anni in tutto il mondo. Per unirsi ai festeggiamenti dell’Irlanda, capitali, città e paesi ogni anno illuminano monumenti e siti iconici grazie all’iniziativa Global Greening.

Negli anni scorsi si sono tinti di verde Torre di Pisa, il Pozzo di San Patrizio a Orvieto, il Colosseo e la Fontana dell’Acqua Paola di Roma a Roma, Terrazza a Mare di Lignano Sabbiadoro, la Rocca di Lonato e molti altri monumenti. Il consiglio è quindi di tenere a portata di mano la lista di Global Greening per scoprire quali saranno i monumenti iconici coinvolti nell’iniziativa nelle città d’Italia.

A Milano, invece, prenderà vita una vera e propria Irish Week che oltre a illuminare di verde la UniCredit Tower, la fontana di Piazza Gae Aulenti, lo Spirit de Milan e Porta Romana, darà vita a una serie di eventi culturali e gastronomici che si snoderanno lungo tutto il capoluogo lombardo.

Concerti di musica dal vivo, festival di letteratura, proiezioni ed eventi legati alla gastronomia si svolgeranno dal 12 al 20 marzo per consentire alle persone di toccare con mano le tradizioni che rappresentano l’identità irlandese. Pronti a festeggiare?

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Nel cuore di questo ghiacciaio esiste un palazzo incantato

Esistono luoghi, in ogni parte del globo, che ci ricordano che il mondo che abitiamo è un posto meraviglioso. Sono le opere architettoniche e quelle scultoree costruite dall’uomo alle quali si affiancano anche tutti quei capolavori che portano la firma di Madre Natura. Come quel ghiacciaio in Tirolo che nasconde nelle viscere della terra il suo tesoro più prezioso.

Ci troviamo nella conosciuta e suggestiva Zillertal, la più grande delle valli della Inntal nel Tirolo Austriaco. È qui che, immerso in cento sfumature di un blu quasi surreale che fanno da contrasto alle bianche trasparenze del ghiaccio, si trova un regno incantato. Un palazzo di 15 metri che si nasconde all’interno di un ghiacciaio.

Tirolo: il regno di Frozen in un ghiacciaio

Il Natur Eis Palast, letteralmente Palazzo naturale di ghiaccio, si trova all’interno del ghiacciaio dell’Hintertux, già meta prediletta di tutti gli amanti degli sport invernali. La porta di accesso per questo viaggio straordinario si trova a 3.250 metri di altitudine, da qui è possibile entrare all’interno di una grotta e attraversare questo magico e suggestivo universo di ghiaccio.

Viaggio all'interno del ghiacciaio di Hintertux

Viaggio all’interno del ghiacciaio di Hintertux

Un palazzo che è un vero e proprio capolavoro unico al mondo e porta la firma di Madre Natura. Si è formato a seguito di una profonda crepa all’interno del ghiacciaio Hintertux, la stessa che oggi ci permette di entrare nel suo ventre. Un labirinto che si snoda a una profondità di circa 25 metri sotto le piste da scii presenti sul territorio e che offre delle visioni straordinarie e idilliache.

Ci sono le camere di cristallo che, come il nome stesso suggerisce, sono contraddistinte dalla presenza di cristalli di ghiaccio che sono in eterna mutazione, c’è la camera del vestibolo glaciale, il fiume, i laghi e le cascate ghiacciate. Tutto qui sotto assume i contorni favolistici di una realtà surreale, quella di un regno gelato tutto da scoprire.

Natur Eis Palast: tutte le attività

Entrare all’interno del Palazzo naturale di ghiaccio nel Tirolo austriaco è un’esperienza straordinaria da fare almeno una volta nella vita in solitudine, in coppia o con la famiglia. Questo regno magico è aperto tutto l’anno e consente di vivere un’esperienza al di fuori dall’ordinario.

Viaggio all'interno del ghiacciaio di Hintertux

Viaggio all’interno del ghiacciaio di Hintertux

La visita si svolge in totale sicurezza con tanto di casco e cintura e inizia attraversando una sala d’ingresso immersa in questo azzurro quasi mistico. Dopo di che si prosegue per le sale di ghiaccio, il laghetto e una cappella illuminata da luci rosse fino ad arrivare al cuore di questo regno: palazzo alto 15 metri.

Si può scegliere di visitare il ventre di ghiacciaio a piedi, seguendo il percorso e attraversando i cunicoli tra incanti giochi di ombre e luci, oppure vivere un’avventura al di fuori dall’ordinario. Il palazzo, infatti, è visitabile anche con un gommone che naviga sul piccolo fiume che attraversa gli interni di Hintertux, in alternativa – e per i più allenati – è possibile anche remare sul corso d’acqua sopra uno Stand Up Paddle.

I più temerari, infine, possono scegliere di attraversare il crepaccio a nuoto e provare il brivido di fare il bagno in un ghiacciaio. La temperatura è da brividi, raggiunge infatti i -0,2 gradi sotto lo zero. Ma se avete una certa preparazione sportiva, tanta audacia e un pizzico di follia, una visita nel palazzo naturale di ghiaccio può trasformarsi in un’avventura indimenticabile.

Viaggio all'interno del ghiacciaio di Hintertux

Viaggio all’interno del ghiacciaio di Hintertux

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Il palazzo misterioso nel quale puoi attraversare l’inferno di Dante

C’è un luogo intriso di fascino, mistero, suggestione e un pizzico di magia che è da sempre in cima alla delle destinazioni da raggiungere e da esplorare. E il motivo è facilmente intuibile dato che Sintra, la località portoghese situata tra le colline della Serra de Sintra, è una vera meraviglia. Qui, sul cielo limpido, si staglia dolcemente il Palacio Nacional da Pena situato suuna sporgenza rocciosa su una delle colline più alte del territorio, un palazzo che per colori, forme e linee rimanda inevitabilmente a quell’immaginario favolistico della nostra memoria infantile.

Dall’alto, l’edificio, domina su tutto il territorio rendendo superlativo, ma non è certo l’unica tappa di un itinerario fatto di fascino e magia, di simboli apparentemente indecifrabili, di una suggestione ai limiti tra la realtà e la fantasia.

Alla scoperta della Quinta da Regaleira

Non lontano dai punti d’interesse più conosciuti e frequentati di Sintra, troviamo anche la Quinta da Regaleira, un palazzo dai lineamenti maestosi circondato da 4 ettari di lussureggianti giardini, all’interno dei quali si snodano laghetti, fontane, sculture e grotte. Conosciuto anche con il nome Palácio da Regaleira, l’edificio è stato costruito i primi anni del 1900 per volontà del collezionista ed entomologo Antonio Augusto Carvalho Monteiro, e porta la firma dell’architetto italiano Luigi Manini.

Quinta da Regaleira

Quinta da Regaleira

La bellezza rara e fuori dall’ordinario dell’intera tenuta ha fatto meritare alla Quinta da Regaleira un posto d’onore all’interno della lista del Patrimonio Mondiale dell’UNESCO nel 1995. Ma non è solo quell’affascinante architettura che fonde gli stili tardo gotico e rinascimentale, e neanche quei simboli apparentemente indecifrabili che affondano le origini nel mondo esoterico e alchemico, ma è l’intero complesso a rappresentare una sorta di viaggio iniziatico per la rinascita.

La meravigliosa Cappella della Santissima Trinità, la Loggia e la Fontana dell’Ibis e quella dell’Abbondanza, le grotte e poi ancora la torre circolare sulla quale salire per poter contemplare la tenuta nel suo insieme e tutta Sintra: Quinta da Regaleira è meravigliosa in ogni suo angolo.

Eppure c’è qualcosa che attira qui cittadini e viaggiatori da tutto il mondo, ed è la presenza di due pozzi, in corrispondenza delle torri, nelle quali scendere per affrontare il percorso di rinascita, per attraversare i 9 gironi dell’inferno dantesco.

Quinta da Regaleira

Quinta da Regaleira

L’inferno di Dante a Sintra

Sono due i pozzi all’interno della Quinta da Regaleira, quello iniziatico e quello incompleto. Il primo, nello specifico, è caratterizzato da una spirale che conduce i visitatori verso il fondo, a una profondità di 30 metri, attraversando 9 piani. Un numero che non è di certo un caso perché fa riferimento alla Divina Commedia. Il collegamento con i 9 gironi dell’inferno dantesco è inevitabile, così come lo è quello ai 9 cieli concetrici dell’opera del sommo poeta.

Scendere in questa torre invertita che squarcia il terreno, fino alle sue viscere per poi risalire, è un’esperienza che simboleggia la morte e poi la rinascita. Ad avvallare la metafora che si nasconde dietro al pozzo, c’è anche un mosaico posto sul fondo che rappresenta la bussola e la croce templare.

Ne emerge quindi un complesso che, nella sua totalità, era finalizzato a dei riti di iniziazione che si concludevano proprio in quel pozzo, in quella spirale che conduceva le persone verso il fondo e poi verso la risalita.

Il significato allegorico dei due pozzi, e soprattutto di quello iniziatico, sembra il pezzo di puzzle mancante per una comprensione totale di tutto il complesso che ancora oggi conserva misteri mai risolti e un fascino straordinario che attira qui ogni giorno migliaia di viaggiatori provenienti da tutto il mondo.

Pozzo iniziatico, Quinta da Regaleira

Pozzo iniziatico, Quinta da Regaleira