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La magia di trascorrere un Natale a New York

Se c’è una città dove il Natale è davvero magico questa è New York City. Luci sfavillanti illuminano le strade, le vetrine, le cime dei grattacieli, le hall di palazzi e degli hotel. Addobbi natalizi decorano i negozi, i ristoranti, le piazze e i giardini. Musiche e cori risuonano in ogni Street ed Avenue. E parchi e piazze si trasformano in tante piste di pattinaggio sul ghiaccio.

Non c’è nessun’altra città al mondo dove andare nel periodo natalizio. E non soltanto a Manhattan, dove si concentra la maggior parte dei turisti, ma tutti i cinque distretti di New York si animano e si illuminano per Natale.

I “classici” natalizi a New York

Chi non ha mai trascorso le festività natalizie a New York non può perdersi alcuni classici. A partire dal gigantesco albero di Natale davanti al Rockefeller Center che da più di ottant’anni svetta luminoso nel centro di Manhattan. La cerimonia di accensione è prevista per il 30 novembre ma si può ammirare fino a metà gennaio, insieme alla celebre pista di pattinaggio, The Rink, stravista in decine di film americani.

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Fonte: @Diane Bondareffand AP Images for Tishman Speyer

Il famoso albero di Natale al Rockefeller Center

Un classico è anche pattinare sul ghiaccio a Central Park con il pittoresco skyline di Manhattan sullo sfondo. La pista è aperta già dallo scorso 23 ottobre.

Da non perdere è anche lo show che, a partire dal 24 novembre, si tiene ogni giorno alle 18 davanti ai grandi magazzini Macy’s, le cui vetrine vantano il più bell’allestimento della città, che si può ammirare in qualunque momento del giorno e della notte, così come le vetrine di altri famosi mall come Bloomingdale’s e Saks.

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Fonte: @Getty Images

Una delle vetrine natalizie di Saks Fifth Avenue

Un’occasione imperdibile per fare “le vasche” lungo la Fifth Avenue che, per tutta la stagione natalizia, sarà chiusa al traffico per consentire di ammirare le iconiche vetrine e le decorazioni e ospitare lungo tutto il marciapiede artisti, street food e cori natalizi.

Natale insolito a Manhattan

Tutte le zone di Manhattan, dall’Upper Side al Lower Side, celebrano il Natale a modo loro, con luminarie e addobbi. Non fermatevi quindi solo ai luoghi più tradiizonali, spaziate tra la zona di Seaport, dove le storiche strade di ciottoli del Pier 17 sono decorate e illuminate, e quella di Hudson Yards, illuminata com oltre 2 milioni di luci, addobbata con 725 alberi sempreverdi vestiti a festa e una mongolfiera di 32 piedi sospesa nella Great Room dal centro commerciale.

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Fonte: @Molly Flores NYC and Company

La pista di pattinaggio sul ghiaccio a Central Park

Natale nei cinque distretti di New York

L’atmosfera natalizia a New York si respira ovunque anche negli altri distretti che non siano Manhattan.

Queens

L’Amaze Light Festival accoglie i visitatori per far loro sentire lo spirito delle feste con i personaggi di Zing e Sparky del libro di fiabe “Amaze” con musiche, canti e show. da non perdere il mercatino di Natale. Inoltre, fino all’8 gennaio, il NYC Winter Lantern Festival trasforma la Queens County Farm in un’oasi immersiva e radiosa, con luci festose e lanterne fatte a mano a forma di fiori, trattori e animali della fattoria.

Brooklyn

Tutte le domeniche, a partire dal 27 novembre fino al 24 dicembre, a Dumbo si svolge Pearl Street, il mercatino delle pulci, una delle attrazioni più popolari del quartiere dove fare acquisti di articoli vintage, d’antiquariato e di artigianato. Fino all’8 gennaio il Botanic Garden di Prospect Heights, invece, dopo il tramonto si illumina con il Lightscape, un percorso lungo un miglio attraverso il paesaggio puntellato di opere d’arte, il Winter Cathedral tunnel, il Fire Garden e il Sea of Light accompagnato da una meravigliosa colonna sonora.

Ma l’attrazione più grande di Brooklyn è quella che si tiene nel quartiere di Dyker Heights, dove le villette degli abitanti vengono completamente addobbate a festa. Il Christmas Lights Tour si fa a partire dal calar della sera, quando si accendono le luci e tutto il quartiere si illumina per magia.

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Bronx

Per le festività natalizie, il famoso zoo del Bronx si trasforma in un villaggio magico con il Bronx Zoo Holiday Lights (fino all’8 gennaio) illuminato da più di 360 lanterne che rappresentano quasi 90 specie animali e vegetali. Di sera, il parco prende vita con giochi di luce e spettacoli animati.

Spettacolo anche al Botanical Garden di Bedford Park con il NYBG GLOW, che illumina gli edifici storici del giardino dopo il tramonto l’Holiday Train Show, un evento che da circa 30 anni allieta i visitatori con centinaia di modellini di treni che sfrecciano attraverso i luoghi simbolo di New York.

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Fonte: @Robert Benson Photography

L’Holiday Train Show nel Bronx

Staten Island

Non è un distretto dove si va spesso quando si va a New York, ma vale la pena vederlo a Natale. Il NYC Winter Lantern Festival che si tiene da quattro anni a Staten Island trasforma il SIUH Community Park in un paradiso delle luminarie. I visitatori potranno godere di oltre otto acri di luminescenza, oltre a un DJ dal vivo, projection mapping, venditori di cibo e molto altro ancora.

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Alle porte di Pisa, c’è un palazzo che lascia a bocca aperta

La Torre di Pisa, nella meravigliosa piazza dei Miracoli, catalizza l’interesse di quasi tutti i turisti che visitano dalla città arrivando da tutto il mondo per l’unicità – indiscussa – di questo scorcio d’Italia.

Basta uscire di poco dalla città, però, per trovarsi difronte a uno degli edifici più incredibili e assolutamente inaspettati che esistano nel nostro Paese.

Pochissimi lo conoscono, ma è uno dei segreti meglio conservati che abbiamo nel nostro Paese. E merita una visita. Con tutta la famiglia. Si tratta della Certosa di Calci, che qualcuno chiama anche Certosa di Pisa, che dista una decina di chilometri dal centro città.

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Fonte: 123rf

Lo scalone della Certosa di Calci

La Certosa di Calci

Alle pendici del Monte Pisano, in quella valle oggi nota come Val Graziosa (“piena di grazia”, ma che un tempo era chiamata “buia”), la certosa ospitava un monastero certosino, ma a vederla è tutt’altro che un edificio austero come dovrebbe essere un luogo religioso.

Fondato nel 1366 da una famiglia di certosini, il complesso è stato ampliato tra il XVII e il XVIII secolo. Fu abitato dai monaci fino agli Anni ’70 quando poi lo abbandonarono per riaprire, negli Anni ’90, come Museo Nazionale. Oggi, è uno splendido monumento Barocco inserito in un contesto paesaggistico molto suggestivo.

Se dall’esterno, con la sua grandezza e maestosità, è visibile a distanza di chilometri, è all’interno delle sale, delle cappelle, degli scaloni e dei lunghi corridoi che riserva incredibili sorprese.

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Fonte: 123rf

Gli affreschi nella Certosa di Calci, Pisa

Cosa vedere

Completamente circondata da mura, la Certosa di Calci era una sorta di cittadella indipendente con tanto di pozzo d’acqua, orti coltivati e persino una farmacia. Una volta entrati nel complesso monastico, un grande parco accoglie i visitatori che accedono agli spazi chiusi attraverso uno scalone a doppia rampa che ricorda più l’accesso a una villa di delizia che a un monastero.

Lo stesso edificio in stile Barocco sembra più un castello che un luogo di culto. E sorprendenti sono gli interni: una miriade di sale e di piccole cappelle collegate tra loro da corridoi. Non c’è un ambiente che non sia completamente affrescato, dalle pareti al soffitto fino alle cupole, e poi stucchi, boiserie intagliate e pavimenti di marmo intarsiati: un tripudio di forme, colori e decori che fanno girare la testa.

Cicli pittorici del Vecchio e del Nuovo Testamento, e poi Vescovi, Santi, Sovrani e figure allegoriche: non manca nessuno.

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Fonte: 123rf

La spezieria della Certosa di Calci

Le sale imperdibili

L’interno della Certosa di Calci è una vera meraviglia, ma ci sono alcuni ambienti che lo sono ancor più e che meritano assolutamente una visita. Uno di questi è la Foresteria Granducale, così chiamata perché riservata ai re di Toscana che di tanto in tanto vi soggiornavano, con stucchi e affreschi di allegorie. Un altro è il refettorio, l’unico luogo dove i monaci potevano parlare tra loro, altrimenti le loro giornate le trascorrevano nel silenzio più completo, con un bellissimo affresco dell’Ultima cena.

Altri ambienti sono le celle dei monaci, disposte intorno a un grande chiostro. Non piccole stanze anguste e desolate, ma grandi appartamenti composti da più stanze con tanto di giardino privato. A ciascuna cella si accede attraverso una porta di legno decorata a indicare l’identità dell’inquilino che riceveva la razione di cibo quotidiano attraverso un passavivande esterno girevole.

Da non perdere anche l’antica spezieria (la farmacia), con ampi scaffali di legno e vasi – i cosiddetti “albarelli” – decorati che un tempo contenevano erbe medicinali per curare ogni sorta di male.

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Fonte: 123rf

Il chiostro delle celle dei monaci a Calci

Il Museo di storia naturale

In un’ala della Certosa è stato aperto un interessante museo, quello di storia naturale dell’Università di Pisa. Le sale ospitano collezioni di paleontologia, mineralogia e zoologia raccolte fin dal 1500, mentre all’esterno, nel grande giardino, è stato sistemato il gigantesco scheletro di un dinosauro.

Il museo ospita anche una delle gallerie di cetacei più grandi d’Europa, con interi scheletri di balena. Questa esposizione si trova nell’attico dell’ex monastero da cui, tra l’altro, si può godere di una bellissima vista sul territorio.

Visitare la Certosa di Calci e il museo

La Certosa di Calci è gestita dal ministero dei Beni culturali ed è aperta tutto l’anno. La visita è accompagnata dal personale del Polo museale della Toscana, mentre il Museo di storia naturale si può visitare liberamente tutti i giorni dalle 9 alle 19, la domenica e tra il 1° giugno e il 30 settembre fino alle 20.

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Fonte: 123rf

Affreschi e boiserie nelle sale della Certosa di Calci
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Guida di Berlino, viaggio alla scoperta della capitale della Germania

Attraversata dal fiume Sprea, Berlino è una delle città più grandi d’Europa, da quando, nel 1871, per volere di Guglielmo I, l’insieme di borghi e piccoli paesi che si trovavano lungo il fiume furono inclusi in un’unica città.

Da allora la città ha avuto una nuova vita, grande sviluppo economico, con la costruzione di palazzi e monumenti di utilità pubblica e istituzionale, numerose attività commerciali, la realizzazione di università e luoghi per artisti e musicisti.

Con la crisi economica e successivamente la Seconda guerra mondiale, Berlino visse periodi di forte degrado e distruzione, fu separata in due parti, rimanendo in parte capitale della Germania est e in parte città della Germania Ovest con grandi differenze di ripresa economica e stile di vita. Dalla caduta del muro di Berlino la città, di nuovo unita ha ripreso la sua identità ed oggi è una delle capitali più importanti, centro della politica e dell’economia, vitale, vivace, giovane e dedita all’arte e alla musica, alla ricerca e allo sviluppo.

Visitarla è un’esperienza interessante, sia dal punto di vista storico che culturale, viverla è conoscerne l’unicità.

Quando andare a Berlino: clima e periodo migliore

Il clima è continentale, con inverni freddi ed estati molto calde. I mesi primaverili e autunnali sono certamente miti ma le piogge non mancano.

Cosa vedere a Berlino

Berlino offre molte opportunità di visita, secondo le curiosità e preferenze dei visitatori. Qui di seguito vi segnaliamo i principali e più famosi punti di interesse.

East Side Gallery: è la più grande galleria di murales all’aperto, occupando oltre un chilometro del muro di Berlino. Dopo la caduta del muro numerosi artisti accorsero a dipingere le loro opere sulla parte restante, sul lato della ex Berlino Est. Sono murales che raffigurano la celebrazione della libertà, della gioia di una città riunita, e l’espressione dell’arte moderna. Tra le tante citiamo l’opera di Birgit Kinder, che ritrae un’auto Trabant, la più utilizzata nella Germania dell’est, che sfonda il muro.

Porta di Brandeburgo: è la porta più importante della città, in stile neoclassico, con decorazioni che raffigurano la mitologia greca. Si trova tra il viale Unter den Linden, e il parco Tiergarten e il Reichstag.

Palazzo del Reichstag: è il maestoso palazzo, sede storica del Parlamento tedesco. Con le sue numerose colonne e lo stile imperiale è oggi simbolo di Berlino ed è visitabile. Circondato da bellissimi giardini ed edifici moderni è meta di milioni di visitatori.

Isola dei musei: è una zona che racchiude i 5 musei principali di Berlino, realizzati nei primi decenni del 900 e situati su un’isola del fiume Sprea, in centro città. Sono l’Altes Museum, il neues Museum, Pergamonmuseums, Alte Nationalgalerie, e il Bodenmuseum.

Come arrivare a Berlino

Arrivare a Berlino dall’Italia è piuttosto facile. Via aerea con compagnie di linea e low cost che operano voli diretti dai principali aeroporti italiani, ma anche in treno e in auto, grazie agli ottimi collegamenti ferroviari e autostradali tedeschi.

Come spostarsi a Berlino

I mezzi pubblici a Berlino sono molto efficienti e presenti in ogni parte della città. In particolare, la metropolitana che vanta ben 9 linee (U-Bahn) e 15 di treni veloci (S-Bahn) integrati con le fermate della U-Bahn e collega la periferia al centro città. Dall’aeroporto le linee ferroviarie RE 7 e RB 14 collegano al centro città velocemente.

Molto utili ed efficienti anche i tram che permettono di spostarsi potendo anche ammirare la città. Anche nelle ore notturne ci sono servizi attivi di autobus. Online è possibile scaricare la mappa dei mezzi di trasporto.

Dove dormire a Berlino

Gli hotel a Berlino sono davvero molti. Molto diffusi anche i B&B e gli ostelli.

I collegamenti tra il centro città e la periferia sono ottimi e pertanto è possibile alloggiare anche in strutture non in pieno centro con ottimi servizi ed un rapporto qualità/prezzo perfetto.

Cosa mangiare a Berlino

  • Currywurst: Wurstel alla griglia con curry e patatine
  • Bretzel: pane intrecciato
  • Schnitzel: cotoletta
  • Berliner: bombolone ripieno di marmellata o crema o cioccolato
  • Eisbein: stinco di maiale

Documenti per viaggiare a Berlino

Berlino e la Germania sono parte dell’Unione Europea. Pertanto, è sufficiente la carta di identità valida per l’espatrio e in corso di validità. Parte dell’accordo per lo spazio aereo Schengen, permette ai passeggeri in arrivo dall’Italia di non dover effettuare il controllo documenti all’arrivo.

Berlino informazioni turistiche

  • Valuta: EUR – Euro
  • Lingua: tedesco
  • Fuso orario: stessa ora dell’Italia
  • Corrente elettrica: 220V/50Hz
  • Numeri utili: Ambasciata d’Italia a Berlino, Hildebrandstraße 1 // Numero Unico europeo per emergenza – Tel. 112

 

Cosa vedere nei dintorni di Berlino

 

 

I luoghi insoliti da vedere a Berlino

 

 

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Guida di Monaco, viaggio alla scoperta della capitale del Principato di Monaco

Monaco, città-stato del Principato di Monaco, è situata sulla costa sud della Francia con cui confina. L’antica Rocca, oggi Palazzo del Principe, fu edificata nel XIII secolo dalla famiglia dei Ghibellini.

Oggi attorno al Palazzo sorgono numerosi edifici di residenze private, scuole, ristoranti, hotel e servizi. Tra i quartieri più importanti nota è certamente Montecarlo, meta fashion di molti turisti, sede dell’omonimo Casinò e una delle tappe più importanti del Gran Premio di Formula 1.

Come tutte le città anche Monaco ha il suo centro storico, la Rocher. Arroccata su uno spuntone di roccia in posizione dominante.

Monaco è stata inclusa nella Francia in diversi periodi storici e l’influenza francese è dominante in tutta la città, dalla lingua alla cucina. I residenti a Monaco non sono molti e godono di numerose agevolazioni fiscali. Molti personaggi del mondo dello spettacolo e dello sport hanno residenza a Monaco, considerata una delle destinazioni più chic d’Europa.

Oltre al suo lato mondano Monaco offre spunti per visite culturali e storiche. Sempre affascinante non lascia mai i visitatori delusi.

Quando andare a Monaco: clima

Situata a Sud della Francia, sul Mar Mediterraneo, Monaco gode di un clima mite tutto l’anno ed è piacevole da visitare anche in inverno quando solitamente la temperatura non scende sotto i 10°.

Cosa vedere a Monaco

Casinò di Monte Carlo: il Casinò di Monte Carlo è una vera istituzione in città. Costruito a metà del 1800 da Charles Garnier, noto per i suoi palazzi a Parigi, come l’Operà, è ancora oggi un edificio storico, elegante e ben tenuto. L’attività del Casinò è sempre aperta dal pomeriggio sino a mezzanotte. Ospita anche il teatro e numerosi eventi cittadini. Frequentatissimo non solo dagli amanti del gioco ma anche dai turisti che amano ammirarne la bellezza architettonica e la sfarzosità dei suoi interni.

Palazzo dei Principi di Monaco: edificato sopra l’originaria fortezza del 1215, il Palazzo dei Principi è un sontuoso palazzo del quale è possibile visitare gli appartamenti in alcuni periodi dell’anno. Una collezione ricchissima di arredi e oggetti preziosi, conservati del corso dei secoli e, ancora, dipinti e, foto storiche. Il Palazzo è ancora oggi infatti residenza del Principe, dunque le visite non sono sempre possibili. Per verificare la disponibilità è necessario consultare il sito del palazzo in base al periodo prescelto. Immancabile, inoltre, ogni giorno alle 11:55, al di fuori del Palazzo, il cambio della guardia.

Giardino esotico di Monaco: per gli amanti della natura, il giardino esotico di Monaco è davvero uno spettacolo da non perdere. Voluto dal Principe Luigi II nel 1933, ospita una incredibile varietà di piante esotiche e mediterranee, giardini colorati con fiori rarissimi. Sono presenti, inoltre, la Grotta dell’Osservatorio ed il Museo di Antropologia.

Cattedrale dell’Immacolata Concezione: è la Cattedrale simbolo della città. In stile romanico-bizantino, fu costruita nel 1868 quando Monaco si staccò dalla Francia al posto della Chiesa di San Nicola di cui restano ancora la campana. Dedicata a Maria, ospita al suo interno sculture ed affreschi a lei dedicati.

Come arrivare a Monaco

Monaco è raggiungibile dall’Italia in auto o bus attraverso la Liguria di Ponente, oppure in treno.

L’aeroporto più vicino è Nizza che dista circa 30 km. In aeroporto è presente il servizio di bus navetta per Monaco.

Come spostarsi a Monaco

Il mezzo pubblico presente a Monaco è il bus, attivo con 6 linee diverse durante tutta giornata, con riduzione di orario nelle ore notturne.

Dove dormire a Monaco

Nonostante sia una città elegante e frequentata da VIP di tutto il mondo, Monaco offre diverse soluzioni di pernottamento. Certamente vi sono numerosi grandi alberghi di lusso, ma anche hotel boutique più raccolti e B&B tipici e certamente meno dispendiosi.

Cosa mangiare a Monaco

  • Alta cucina francese
  • Barbagiuan: mezzaluna di pasta ripiena di barbabietola o zucca rossa
  • Branzino alla monegasca (con verdure)
  • Pavés du Rocher: piccoli dolci di marzapane con miele e arancia

Documenti per viaggiare a Monaco

Per andare a Monaco è sufficiente la carta di identità in corso di validità.

Monaco informazioni turistiche

  • Valuta: EUR – Euro
  • Lingua: francese, inglese, italiano
  • Fuso orario: stessa ora dell’Italia
  • Corrente elettrica: 220V/50Hz
  • Numeri utili: Ambasciata Italiana a Monaco, Av. de l’Annonciade – Tel: 00377 93 50 79 02 // Numero Unico europeo per emergenza – Tel: 112

Cosa vedere nei dintorni di Monaco

 

 

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Ora puoi dormire nel palazzo di Sissi apparso su Netflix

Fuggire dal solito tran tran, viaggiare verso un luogo storico e dimorare all’interno di vero palazzo nobiliare sarebbe bellissimo, vero? Immaginatevi, allora, quanto possa essere suggestivo dormire nel palazzo di Sissi visto su Netflix, quella straordinaria location barocca perfettamente incastonata nella campagna bavarese.

Ora smettete di immaginare e iniziate a pensare di farlo davvero, perché sì, Palazzo di Weissenstein, dimora imponente edificata nel 1700, apre le porte per far soggiornare ospiti che vogliano essere trattati come nobili e… come imperatori e imperatrici, naturalmente.

Il Palazzo di Sissi e la sua storia

Sì, nonostante nella serie tv Netflix il Palazzo di Weissenstein sia la dimora della principessa/imperatrice ottocentesca Sissi, in realtà è stato costruito nel secondo decennio del 1700. Era una delle dimore più invidiate dell’antica Germania, per la sua bellezza e la sua pace: non a caso fu costruito per divenire la residenza estiva dei principi-vescovi di Bamberga.

Il Palazzo, costruito da due dei più grandi architetti germanici dell’epoca (Johann Dientzenhofer e Johann Lucas von Hildebrandt) lo immaginarono e lo realizzarono con una pianta a ferro di cavallo, una grande corte d’onore, delle splendide scuederie curvilinee e un parco sul retro, che assicura serenità e privacy.

Il Palazzo di Weissenstein, location della serie tv dedicata a Sissi: ora ci si può dormire

I suoi interni, se possibile, sono ancor più suggestivi. Ogni sala è decorata con grande fasto e lo Scalone D’Onore, che si sviluppa su tre piani, è sormontato da colonne corinzie scanalate. Nella volta sopra lo Scalone è stato realizzato un affresco (firmato da Johann Rudolph Byss e Giovanni Francesco Marchini) che raffigura le divinità dell’Olimpo e i continenti conosciuti fino ad allora.

All’interno del palazzo si trovano anche di capolavori rinascimentali e barocchi di grandi pittori europei, tra cui Pieter Bruegel il Vecchio, Rembrandt e Van Dyck Rubens e Tiziano.

L’apertura al pubblico del Palazzo di Sissi

Vista la sua opulenza e la sua bellezza non è un caso che il Palazzo di Weissenstein sia uno dei luoghi chiave di Sissi nella serie Tv “L’imperatrice”. L’edificio era più che degno di essere trasformato nella reggia imperiale della Principessa, con degli standard di sfarzo davvero elevati. Ora però l’erede della tenuta, la Contessa Benedicta von Schönborn-Wiesentheid, ha deciso di aprirlo al pubblico collaborando con Airbnb.

Il Palazzo di Weissenstein, location della serie tv dedicata a Sissi: ora ci si può dormire

«Sissi – ha dichiarato la Contessa – era un’icona fashion, una sportiva, una viaggiatrice, una poetessa, ma è stata anche un’eroina tragica uccisa dalla lama di un assassino. Questa è l’occasione per poter condividere un piccolo assaggio del suo mondo». Agli ospiti sarà messa a disposizione una stanza solitamente chiusa, decorata e allestita con arredi che trasporteranno gli ospiti proprio al tempo di Sissi.

Come dormire nel Palazzo di Sissi?

Ma come si fa a dormire nel Palazzo di Sissi? Come abbiamo detto, la Contessa Benedicta von Schönborn-Wiesentheid ha scelto di collaborare con Airbnb, che a partire a partire dal 2 novembre 2022 alle ore 19 (CET) lo renderà disponibile nella sezione Dimore Storiche o cliccando sull’apposito collegamento.

Il Palazzo di Sissi dove si può dormire

Il soggiorno comprende anche un tour esclusivo del Palazzo, con l’accesso ad aree generalmente chiuse al pubblico e dunque inaccessibili. Tra queste anche la “Sala delle Conchiglie”, dove sono previste una cena e una colazione in stile imperiale.

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In questo Paese è appena avvenuta una scoperta clamorosa

Non si finisce mai di scoprire, ma il rinvenimento che è da poco avvenuto in un Paese europeo particolarmente ricco di storia si può veramente definire clamoroso.

Grecia, scoperta una statua di Ercole risalente all’epoca romana

Ci troviamo in Grecia e, più precisamente, nell’antica località di Filippi che è situata al Nord del Paese. Proprio qui è stata scoperta una statua di Ercole risalente all’epoca romana, II secolo dopo Cristo. Ma in verità non è finita qui. Nei pressi della scultura, infatti, è stato rinvenuto anche un edificio sontuosamente decorato. Di questo si pensa che fosse un ninfeo con una grande fontana.

Gli scavi sono stati effettuati da un gruppo dell’Università Aristotele insieme alla direttrice dell’indagine, la professoressa Natalia Poulos; e ai collaboratori, il professore assistente Anastasios Tantsis e il professore emerito Aristotele Menzos.

L’importanza di questa statua

A sorprendere particolarmente di questo monumento da poco rinvenuto sono le dimensioni, ben maggiori del giovane Ercole. Sul capo aveva una corona di foglie di vite trattenuta nella parte posteriore da un nastro le cui estremità terminano sulle spalle.

A confermare che fosse proprio Ercole sono stati i frammenti di una clava riportati alla luce e la pelle di leone nella mano sinistra. Secondo i risultati degli scavi, questa scultura di Ercole ornava un edificio che risalirebbe all’VIII/IX secolo d.C. Molto probabilmente un ninfeo che dominava il lato orientale di una delle vie principali della città.

Natalia Poulos, a tal proposito, ha dichiarato: “Questo ritrovamento dimostra il modo in cui gli spazi pubblici erano decorati nelle importanti città dell’Impero bizantino, tra cui Filippi”. Gli scavi proseguiranno l’anno prossimo.

Il sito archeologico di Filippi

Non è una scoperta da sottovalutare in quanto il sito archeologico di Filippi è una vera perla della Grecia. Non è un caso che sia anche patrimonio UNESCO. Vi basti pensare che a livello storico è un vero e proprio gioiello per la sua completezza.

Tramite i resti che lo impreziosiscono è idealmente possibile attraversare un tratto di evoluzione locale che va dal periodo ellenistico al tardo bizantino. Nel corso della sua plurisecolare storia, la città legò il suo nome con figure e avvenimenti storici che plasmarono il mondo occidentale.

Quello di Filippi è un ricco e suggestivo passato arrivato ad oggi grazie ai monumenti pregevolmente conservati. Da queste parti gli scavi archeologici iniziarοno durante l’estate dеl 1914, per poi essere interrotti a causa della Prima Guerra Mondiale.

Ripresero poi nel 1920 е, fino аl 1937, vennero riportati alla luce un antico teatro, il foro, le basiliche A e B, le terme e lе mura. Al termine della Seconda Guerra Mondiale furono istituiti ulteriori scavi grazie ai quali gli archeologi hanno ritrovato il quartiere vescovile e lа сhiеsa ottagonale, grandi residenze private, unа nuova basilica vicino al museo e altre duе nella necropoli a est della città.

Oggi, invece, a emergere è stata una statua di Ercole e quello che si pensa possa essere un ninfeo, ulteriori resti che vanno ad arricchire il patrimonio di un sito archeologico che si distingue per essere un vero capolavoro. Non resta che attendere l’anno prossimo per saperne ancora di più.

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Affacciata sul fiume c’è la scultura nella roccia più grande d’Europa

Un enorme volto di pietra incastonato nel verde più brillante, con lo sguardo che sembra perdersi sulla vastità di un fiume ricco di storia: no, non è la descrizione di un’opera architettonica protagonista di un romanzo fantasy, ma è la Statua del Decebalo, che detiene attualmente il primato di scultura nella roccia più grande d’Europa.

Sì, perché grazie ai suoi 55 metri d’altezza e ai 25 metri di larghezza, questa suggestiva opera rocciosa si distingue per la sua imponenza e non ha eguali in termini di dimensioni. C’è però da dire che non è tutto qui, perché questa statua ha anche un grande fascino, dovuto alla sua realizzazione e alla sua storia.

Che cos’è la Statua del Decebalo?

Cos’è di preciso, dunque, questo volto così particolare? La domanda giusta da porre, in realtà, sarebbe chi è: si tratta appunto di Decebalo, ultimo sovrano della Dacia. Decebalo ebbe (e ha) un impatto enorme sulla Romania: il sovrano organizzò il proprio esercito in modo straordinario, per combattere contro gli imperatori romani Domiziano e Traiano, al fine di conservare l’indipendenza del paese. La sua impresa fu eccezionale, al punto che Roma prese proprio esempio dalle truppe di Decebalo per riorganizzare il proprio, di esercito.

La Statua del Decebalo sul Danubio: è la più grande scultura in Roccia d'Euroa

Descritto come maestro militare, stratega astuto e grande pensatore, Decebalo è un simbolo di grande intelletto, ambizione e preparazione. Per questa ragione, nel 1994, è stata realizzata la Statua: per ricordare la sua preparazione e per ispirare i posteri a compiere azioni sempre attente e ben pensate, perché sono proprio la mente e il pensiero acuto a determinare i successi, anche in situazioni apparentemente sfavorevoli.

La creazione e la storia

Nonostante la fine di Decebalo non sia stata delle migliori (il sovrano si suicidò dopo una sconfitta), questo Re è passato alla storia per il suo carisma. In particolare, il suo volto attirava l’attenzione: pur non essendo bello era affascinante per via dello sguardo intenso e brillante, accentuato da sopracciglia marcate, per gli zigomi pronunciati e per le labbra grandi e carnose e il suo fascino gli dava la possibilità di ammaliare gli interlocutori.

Questa peculiarità e le sue abilità strategiche hanno colpito un ricco uomo d’affari rumeno, Iosif Constantin Drăgan. Quest’ultimo, nel 1994, decise di acquistare un angolo verde, più precisamente uno sperone roccioso che si affacciava sul Danubio , vicino alle Porte di Ferro (il confine tra la Romania e la Serbia), proprio con l’intento di far realizzare una statua che ritraesse il volto di Decebalo.

Statua del Decebalo: la più grande scultura rocciosa in Europa

La sua idea era ambiziosa: la statua doveva essere enorme, doveva osservare il Danubio e doveva trasmettere tutto il carisma del sovrano. Fece scegliere il luogo migliore per realizzarla allo scultore italiano Mario Galeotti, che oltre a valutarne la posizione ne realizzò un modello iniziale. L’opera di realizzazione iniziò nel 1994 e finì nel 2004: ci sono voluti dunque ben 10 anni di lavori, iniziati con il disboscamento, la definizione dell’area per mezzo della dinamite e la pulizia e la messa in sicurezza delle rocce.

A Galeotti seguì los cultore rumeno Florin Cotarcea, che guidò ufficialmente i lavori coordinando oltre dodici scultori, i quali vennero formati per lavorare scalando la roccia, arrampicandosi, in turni di lavori di circa sei ore, affrontando diversi pericoli tra cui (appunto) le altezze, ma anche la presenza di vipere e l’impossibilità di utilizzare macchinari pesanti per aiutarsi.

La Statua di Decebalo e la lapide

Alla fine dei lavori, la Statua di Decebalo era più che imponente. La lunghezza degli occhi è di 4,3 metri, quella del naso di 7 metri, la bocca supera i 5 metri. La barba è stata curata al meglio delle possibilità degli scultori, che dovettero lavorarla in particolare durante l’estate, quando la pietra si arroventava e le condizioni diventavano rigide, quasi intollerabili.La più grande scultura rocciosa d'Europa: è la Statua del Decebalo, affacciata sul Danubio in Romania

Sotto la statua, è stata apposta una lapide che recita “Decebalus Rex – Dragan Fecit”, ovvero “Re Decebalo, opera realizzata da Dragan”, per ricordare che a commissionarla è stata appunto l’uomo d’affari Iosif Constantin Drăgan, il quale ha sostenuto di aver scelto il Re anche per ricordare l’importanza dell’identità culturale dei rumeni.

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La scoperta che riscrive la storia di uno dei luoghi più famosi al mondo

È una scoperta che potremmo definire “epocale” quella che vi stiamo per raccontare. La storia di uno dei più affascinanti, iconici e misteriosi monumenti del mondo, grazie a una nuova ricerca, è stata praticamente riscritta. Un’analisi paleoecologica basata sullo studio di pollini fossilizzati è stata in grado di dare un risposta a una delle domande che, dai secoli dei secoli, si pongono gli essere umani.

Come sono state costruite le Piramidi di Giza

Ci troviamo nella terra dei misteri per eccellenza: l’Egitto, e proprio qui prendono vita alcuni dei monumenti dell’antichità più affascinanti e indecifrabili del mondo, soprattutto per quanto riguarda la loro costruzione: le piramidi di Giza. Un enigma che vive da secoli in quanto queste strutture sono delle opere architettoniche di estrema complessità realizzate migliaia di anni fa, ma solo con l’uso di tecnologie rudimentali.

Vi basti pensare all’imponente Piramide di Cheope, edificata più o meno 4.500 anni or sono, che attualmente vanta circa 140 metri di altezza che svettano nel cielo grazie a oltre 2,3 milioni blocchi di pietra da 2,5 tonnellate ciascuno. Non a caso è inserita tra le Sette meraviglie dell’Antichità, ed è l’unica a essere rimasta in piedi fino a oggi.

E un nuovo studio, pubblicato sulla rivista dell’Accademia nazionale delle scienze statunitense (Pnas) che è frutto del lavoro di un gruppo di ricercatori guidati dal Centro Europeo per la Ricerca e l’Insegnamento delle Geoscienze Ambientali (Cerege), in Francia, ci ha svelato in che modo è stata costruita.

I ricercatori, guidati da Hader Sheisha, hanno esaminato i granuli di polline presenti in carote di terreno estratte dall’attuale pianura alluvionale che un tempo ospitava un ramo del Nilo. In questo maniera sono stati in grado di ricostruire la tipologia di vegetazione che era presente all’epoca e gli innalzamenti e abbassamenti delle acque avvenuti nel corso del tempo.

Un vero e proprio prodigio ingegneristico che si pensa sia stato eretto grazie a un canale del Nilo oggi scomparso, il “ramo di Khufu”, che consentiva di trasportare verso l’altopiano di Giza le pietre, le provviste e degli altri materiali utili attraverso delle grandi chiatte.

In particolare gli scienziati sono riusciti a fare maggior chiarezza sul paesaggio perduto dell’altopiano egiziano determinando con precisione la presenza del canale e le variazioni di profondità nell’arco di 8mila anni.

Lo studio nel dettaglio

Partiamo dal presupposto che all’epoca della realizzazione delle piramidi, tra 2686 e 2160 a.C., il corso d’acqua era ancora navigabile. Consapevoli di questo, i dati ottenuti hanno rivelato che il livello dell’acqua aumentò di molto durante il cosiddetto Periodo Umido Africano (tra circa 14.800 e 5.500 anni fa). Una crescita che portò alla sostituzione di gran parte del territorio desertico del Sahara con graminacee, alberi e laghi e che fu causata da variazioni nell’orbita della Terra attorno al Sole.

Successivamente, il braccio scomparso del Nilo tornò a ridursi, pur rimanendo navigabile per ancora diverso tempo. In questo modo fu possibile utilizzarlo per trasportare merci e costruire, di conseguenza, le maestose piramidi di Giza. Secondo gli autori, questa scoperta apre un’importante finestra sulle condizioni ambientali che hanno favorito la realizzazione dei monumenti faraonici che ancora oggi sono considerati una delle meraviglie del mondo antico.

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Il palazzo inghiottito nel cuore di Instanbul è straordinario

Esistono luoghi che incantano e stupiscono per la loro bellezza, che si palesano improvvisamente davanti agli occhi di chi li guarda come per magia, e lasciano senza fiato. Sono gli stessi che ci invitano ad attraversare il mondo intero in lungo e in largo per scoprire tutte le meraviglie che gli appartengono.

Eppure non tutte le bellezze del globo sono così visibili, almeno non al primo sguardo. Ce ne sono alcune, infatti, che risiedono proprio sotto ai nostri piedi, come se fossero protette dalla terra che calpestiamo alla stregua di un tesoro prezioso.

E questo è il caso di un edificio straordinario che risiede nel cuore di Istanbul. Il suo nome è Yerebatan Sarnici, che in turco vuol dire palazzo inghiotitto, ed è uno dei monumenti più straordinari e visitati della città. Scopriamolo insieme.

Yerebatan Sarnici, il palazzo inghiottito

Il palazzo inghiottito, conosciuto con il nome di Basilica Cisterna, è un gioiello architettonico di origini antiche, un edificio tanto suggestivo quanto affascinante che attira l’attenzione e la curiosità di viaggiatori provenienti da tutto il mondo. Situato nel distretto di Fatih, all’interno del mahalle di Sultanahmet e non lontano dagli altri monumenti iconici della città, questo luogo è un’autentica meraviglia tutta da scoprire.

Si tratta di una cisterna sotterranea, la più grande di tutta la città, costruita nel IV secolo dall’imperatore Costantino e poi ampliata nel 532 per volontà di Giustiniano durante l’Impero romano d’Oriente. Con una lunghezza di 143 metri e una larghezza di 70 metri, la cisterna fu costruita per servire i grandi palazzi della zona.

Assolse il suo compito per secoli fino a essere dimenticata completamente durante il Medioevo. Fu il viaggiatore e archeologo olandese P. Gylliusun, arrivato qui in esplorazione tra le rovine di Bisanzio, a riscoprirla per caso nel 1550 e a rimanere estremamente affascinato da questo edificio, tanto da scegliere di studiarlo. Fu grazie alle sue testimonianze che la cisterna fu restaurata e portata ai suoi antichi splendori dal sultano Ahmed III.

Un secondo restauro fu condotto nei primi anni del 1900 trasformando così il palazzo Yerebatan Sarnici in una meta turistica, nonché in uno dei monumenti più iconici di tutta la città.

Yerebatan Sarnici, Istanbul

Fonte: iStock

Yerebatan Sarnici, Istanbul

Dentro la Basilica Cisterna

Una visita all’interno della Basilica Cisterna ci permette di scoprire un mondo sotterraneo davvero sorprendente, fatto di statue, colonne e meraviglie architettoniche sepolte.

Nel grande spazio dell’antica cisterna, infatti, si snodano a file alterne ben 336 colonne che svettano verso il soffitto con un altezza di 9 metri. Le fattezze dei capitelli richiamano lo stilo Ionico e Corinzio, ma non mancano colonne Doriche che si rifanno al più antico stile architettonico della Grecia.

All’interno del palazzo inghiottito è possibile trovare due gigantesche teste di Medusa che fanno da basamento alle colonne. Secondo gli esperti, queste due sculture, provengono direttamente dall’arco monumentale del foro edificato dall’imperatore Costantino I. Tesi confermata anche dal fatto che molti dei materiali impiegati per costruire la cisterna sono elementi di riuso.

I restauri della cisterna hanno mantenuto inalterato le sue origini, al punto tale che il pavimento è ricoperto da uno strato d’acqua dove vivono numerosi pesci.

Gli elementi architettonici e l’ambiente sotterraneo nel complesso restituiscono un’atmosfera estremamente suggestiva, motivo per il quale oggi il palazzo inghiottito è uno dei luoghi più frequentati dai viaggiatori che giungono a Istanbul.

E se avete come l’impressione di aver già visto questo luogo da qualche parte, forse non vi sbagliate. Yerebatan Sarnici, infatti, è apparso nel celebre videogioco Assassin’s Creed: Revelations con il nome La Cisterna di Yerebatan.

Yerebatan Sarnici, Istanbul

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Yerebatan Sarnici, Istanbul
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Sui palazzi di Firenze esistono delle piccole fessure che profumano di vino

Esiste una città italiana che non smette mai di incantare, che stupisce e meraviglia ogni volta, proprio come se fosse la prima. Lei è Firenze, il capoluogo della Toscana, la città d’arte per antonomasia nonché la culla del Rinascimento.

Dal Duomo celebre, maestoso e iconico con quella cupola progettata dal Brunelleschi e il campanile di Giotto, passando per la Galleria dell’Accademia dove è conservata la scultura del David di Michelangelo e per la Galleria degli Uffizi dove sono esposti i capolavori di Botticelli e di Leonardo da Vinci.

Firenze è una vera meraviglia, e lo è anche per quegli scorci meravigliosi che si perdono sul fiume Arno, quelli da ammirare dai ponti conosciuti in tutto il mondo, tra i quali il Ponte Vecchio, e per quel centro storico brulicante di vita, storie e persone. E per quelle fessure che si aprono improvvisamente sulle facciate dei palazzi nobiliari e che profumano di vino.

Le buchette del vino

Appaiono davanti allo sguardo curioso dei passanti quelle fessure che sembrano finestrelle o porticine. Succede improvvisamente, durante una semplice passeggiata tra le strade di Firenze. E quando ne vedete una, fermatevi pure, e preparatevi a un’esperienza incredibile che affonda la sua storia in tempi lontani.

Quelle che avete davanti sono le celebri buchette del vino e, come il nome stesso suggerisce, si tratta di aperture tramite le quali viene venduto il vino ai passanti. Belle, quanto affascinanti e suggestive, queste fessure decorano e impreziosiscono in maniera unica i palazzi del centro storico da secoli.

Per scoprire le loro origini dobbiamo fare un passo indietro nel tempo e spostarci in una Firenze inedita e seducente, quella del XVII secolo. È durante questo periodo che, le famiglie nobiliari che avevano investito nella produzione del vino, iniziarono a diffondere l’usanza di vendere i loro prodotti direttamente dalle loro case e dai loro palazzi, senza intermediazione.

Per facilitare la compravendita, vennero create queste buchette che solitamente erano collegate alla cantina. Attraverso queste avveniva la vendita al dettaglio di bottiglie di vino in strada garantendo una totale discrezione dell’atto.

Le buchette del vino, visibili ancora oggi in città, hanno la forma di finestrelle, con tanto di arco decorato e porticina in legno. Alcune di queste sono ancora attive e visibili in tutto il loro antico splendore, come quelle di via del Giglio e in via del Sole. Altre sono state murate e si sono trasformate nella preziosa testimonianza della storia che appartiene alla città.

Buchette del vino, Firenze

Fonte: Getty Images

Buchette del vino, Firenze

Sorseggiare il vino a Firenze, in una buchetta

Alcune delle buchette del vino della città di Firenze sono ancora attive e hanno un fascino indescrivibile. Durante l’emergenza sanitaria, molte di queste sono state ripristinate per servire bevande e drink in totale sicurezza.

Ancora in funzione o murate, le buchette del vino sono tantissime: la città, infatti, ne ospita circa 180. L’invito è quello di organizzare una vera e propria caccia al tesoro nel cuore del capoluogo della Toscana.

Se è vero che non esiste una catalogazione ufficiale di questi piccoli gioielli architettonici, è vero anche che grazie al lavoro dell’Associazione Buchette del Vino, che ha come obiettivo quello di valorizzare e preservare questo patrimonio, possiamo orientarci tra i quartieri e le strade della città per scoprirle, fotografarle e sorseggiare del vino.

Tra le più famose troviamo quella incastonata in un’antica facciata di via del Giglio e quella di palazzo Antinori in via del Trebbio. E poi ancora è possibile trovarle in via delle Belle Donne, sulla facciata del Palazzo Viviani, in via dell’Oriuolo e in via Borgo Pinti.

Buchette del vino, Firenze

Fonte: Getty Images

Buchette del vino, Firenze