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Sono partite le vendite per la crociera che farà il giro del mondo nel 2026

Sembra quasi un’avventura d’altri tempi, uscita da un romanzo che ha fatto battere il cuore di migliaia di lettori: il giro del mondo, tuttavia, è una realtà che ormai da anni è ben consolidata, soprattutto nel settore crocieristico. E proprio in questi giorni MSC Crociere ha dato il via alle vendite per la sua nuova World Cruise 2026, che partirà dall’Italia tra poco più di due anni. Andiamo alla scoperta di questo viaggio pazzesco.

World Cruise 2026, un’esperienza unica

Il giro del mondo in crociera è un’avventura che non tutti possono permettersi, anche semplicemente per il tempo che richiede: si tratta di un viaggio della durata di quasi quattro mesi, che porta alla scoperta di luoghi meravigliosi e di culture lontanissime dalla nostra. MSC Crociere ha appena aperto le vendite per i biglietti della World Cruise 2026, una lunga vacanza in mare aperto  con tantissime tappe in tutto il mondo, per visitare le più belle città e i panorami incontaminati che anche gli altri continenti hanno da offrirci.

Si parte il 4 gennaio 2026 da Civitavecchia e, il giorno successivo, da Genova: la World Cruise è un itinerario di 119 giorni, che toccherà ben 47 destinazioni in 32 Paesi diversi, per un totale di oltre 36mila miglia nautiche. Il tutto a bordo di MSC Magnifica, una delle veterane della flotta targata MSC Crociere, dotata di centinaia di suite e cabine super confortevoli, ben 12 bar e 5 ristoranti gourmet, oltre ad un’area relax, ad una grande piscina all’aperto e ad una vasta offerta di intrattenimento per grandi e piccini.

“MSC Magnifica navigherà per quattro mesi, attraverserà l’Equatore due volte e visiterà una serie di suggestive destinazioni che saranno sicuramente in grado di soddisfare i più grandi desideri degli ospiti” – si legge in una nota diramata dalla compagnia di navigazione. L’avventura include non solamente il lungo itinerario a bordo, ma anche 7 notti con pernottamento in altrettante località sparse per il mondo e un pacchetto di 15 esperienze da vivere a terra, tra cui – ad esempio – un tour panoramico di San Francisco, una visita tra le meraviglie di Tokyo e un po’ di shopping a Creta.

Le tappe del giro del mondo in crociera

La World Cruise 2026 si prospetta dunque un’avventura strepitosa, ora non ci resta che scoprire l’itinerario e tutte le tappe più affascinanti in giro per il mondo. La prima parte del viaggio è dedicata all’Europa meridionale, ammirando il panorama delle coste mediterranee di Italia, Francia e Spagna, prima di toccare il Portogallo e addentrarsi tra le impetuose acque dell’oceano Atlantico. Dopo una sosta a Funchal, la MSC Magnifica si dirige in Sud America e, attraverso il canale di Panama, tocca l’oceano Pacifico, per un mese di incredibili paesaggi.

Dal Centro e Nord America, con tappa notturna a San Francisco, la nave affronta di nuovo una lunga traversata oceanica – con tappa ad Honolulu – per la seconda parte del viaggio. Raggiunte le coste australiane, l’avventura prosegue in Estremo Oriente tra le Filippine, Taiwan e il Giappone. Dopo una magnifica esperienza a Tokyo, ha inizio la terza e ultima parte dell’avventura: la crociera si dirige verso il Medio Oriente, con altre tappe in Cina, Vietnam, Malesia, Singapore e India. Lasciandosi incantare dalla bellezza tra passato e futuro dei Paesi Arabi, ci si appresta a fare ritorno nel Mediterraneo, con un’ultima sosta in Grecia prima del rientro.

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I ponti del 2024: quando andare in vacanza (nell’anno bisestile)

Se per moltissimi italiani le vacanze estive sono sacre, durante il resto dell’anno ogni occasione è buona per concedersi una breve gita fuori porta. E i ponti sono perfetti: ci consentono di partire senza dover prendere alcun giorno di ferie – o comunque usandone pochissimi, se proprio vogliamo allungare il viaggio. Vediamo dunque quando cadono le festività nel 2024, che sarà un anno bisestile.

Tutti i ponti del 2024

Il prossimo anno sarà leggermente meno soddisfacente rispetto al 2023, per tutti coloro che non si lasciano sfuggire nemmeno un ponte. Tuttavia ci saranno moltissime occasioni da sfruttare per andare in vacanza, approfittando delle feste per non consumare le proprie ferie. Si parte già alla grande con il 1° gennaio: Capodanno sarà infatti un lunedì, offrendoci 3 giorni consecutivi (assieme a sabato 30 e a domenica 31 dicembre 2023) un bel weekend da trascorrere in famiglia. Nulla da fare invece per l’Epifania, dal momento che il 6 gennaio sarà un sabato.

Carnevale sarà l’occasione perfetta per divertirsi con i più piccoli – o per tornare noi stessi un po’ bambini: il giorno clou dei festeggiamenti sarà Martedì Grasso, che il prossimo anno si festeggerà il 13 febbraio. Ed eccoci a Pasqua, che cadrà domenica 31 marzo: assieme al sabato precedente e al lunedì 1° aprile (Pasquetta), avremo 3 giorni liberi. La primavera sarà ricca di opportunità, dal momento che la Festa della Liberazione si terrà giovedì 25 aprile. Ovvero, aggiungendo un solo giorno di ferie ne avremo ben 4 per un weekend fuori porta. Mentre la Festa dei Lavoratori sarà mercoledì 1° maggio: chi può usufruire di 2 giorni di ferie, potrà partire addirittura per 5 giorni.

La Festa della Repubblica cadrà domenica 2 giugno, dovremo quindi accontentarci di un semplice fine settimana. Diversa la situazione per Ferragosto: essendo giovedì 15 agosto, potremo aggiungere un venerdì di ferie e goderci 4 giorni al mare. Dovremo poi attendere il 1° novembre, ovvero la festa di Ognissanti, per un altro ponte: essendo di venerdì, avremo 3 giorni consecutivi da trascorrere in casa (o in vacanza). Per l’Immacolata Concezione, invece, avremo soltanto domenica 8 dicembre. Va meglio per Natale e Santo Stefano, che cadranno rispettivamente mercoledì 25 e giovedì 26 dicembre: con un solo giorno di ferie ne avremo ben 5, se invece possiamo prenderne 2 (lunedì 23 e martedì 24 dicembre) faremo 6 giorni di vacanza.

Dove andare in vacanza

Insomma, anche il 2024 sarà ricco di splendide occasioni per tutti coloro che amano viaggiare, seppur solo per qualche giorno alla volta. Quali sono le mete perfette per un weekend (o un ponte) fuori porta? Per quello di Capodanno, ci si può rilassare in qualche destinazione termale per sfruttare i benefici delle acque geotermiche e stare un po’ al caldo. Oppure si può andare in montagna, per concedersi qualche discesa mozzafiato sulle più belle piste da sci. Pasqua e Pasquetta, che apriranno la primavera, sono l’occasione ideale per immergersi nella natura e fare un bel picnic.

I ponti di aprile e maggio ci offrono l’opportunità di andare alla scoperta delle splendide città d’arte e dei piccoli borghi italiani. Chi ha qualche giorno di ferie potrà anche scegliere una meta estera, tra le più belle capitali europee. A Ferragosto, invece, si va come da tradizione al mare con gli amici. L’arrivo dell’autunno, con il ponte di Ognissanti, ci spinge a cercare di nuovo qualche attività all’aria aperta, per godere degli ultimi raggi di sole e ammirare lo spettacolo del foliage. E tra Natale e Capodanno, via libera ad un city break in Europa o di nuovo ad una vacanza sulla neve.

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Benvenuti ad Arusha, la capitale mondiale del safari

Nel nord della Tanzania, si scopre una città vivace e colorata incastonata sotto le cime del Monte Meru e circondata da lussureggianti piantagioni di caffè. Si tratta di Arusha, capoluogo dell’omonima regione, conosciuta ovunque come la capitale mondiale del safari. Questo luogo è, infatti, la porta d’acceso al Circuito del Nord, conosciuto per le vaste zone selvagge, ed è un importante punto di partenza per i visitatori in cerca di esperienze memorabili tra incredibili paradisi naturali.

Arusha, una città dalle mille sorprese

Se si parla di safari nel nord della Tanzania, viene subito in mente la città di Arusha, che rappresenta il punto di partenza per tutte le avventure più sognate. Il paesaggio intorno è dominato da due imponenti montagne che sembrano sorgere dal nulla. Il Kilimanjaro è il monte più alto e grandioso dell’Africa, con i suoi fianchi glaciali e la sua cima innevata, mentre il Meru è un ‘cugino’ più modesto, ma sempre di altezza notevole, con i suoi 4.566 metri, e può essere scalato in un paio di giorni. Entrambi offrono agli escursionisti appassionati la possibilità di raggiungere il “Tetto dell’Africa” e di ammirare le più belle destinazioni safari della regione.

Sebbene si trovi vicino all’equatore, l’altitudine di Arusha a 1.400 metri offre un clima temperato e confortevole, donando alla città una vegetazione lussureggiante. Scoprirete che è una metropoli verde sorprendentemente grande, in cui le influenze culturali di diverse nazionalità hanno lasciato il segno nell’architettura, nella cultura mercantile, nella vita notturna e nella scena gastronomica. Dai dala-dala che percorrono le strade, ai grattacieli e ai centri commerciali, dal cratere del lago Duluti ai vivaci mercati, alle bancarelle di street food fino a un illuminante Museo Nazionale, Arusha offre una varietà incredibile di attrazioni interessanti.

Un’esplorazione di questa meta cosmopolita e vibrante vi offrirà ogni sorta di intrattenimento, storia, shopping e sorprese culinarie. Se volete farvi un giro tra i quartieri più importanti, recatevi alla Central Business Area, la zona centrale degli uffici, dove si trova il campanile, a Sekei, per la vivace  vita notturna, a Njiro, sobborgo meridionale in rapida espansione, o a Tengeru, rinomato quartiere-mercato nella zona orientale.

Oltre a vantare tesori inaspettati, Arusha è anche un importante polo diplomatico: qui, nel 1994 il Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite stabilì che si insediasse il Tribunale penale internazionale per il Ruanda, e dal 2004 è sede della Corte Africana dei Diritti umani.

La capitale mondiale del safari

Grazie alla sua posizione strategica fra i principali parchi della Tanzania, Arusha è un importante punto di partenza per i safari diretti al Cratere di Ngorongoro e alla Gola di Olduvai, al Serengeti, al Monte Kilimanjaro e al Monte Meru, al Lago Manyara e al Tarangire. Il turismo è la spina dorsale dell’economia della città, con la maggior parte degli enti del Paese situati all’interno o nei pressi di questa destinazione.

Alcuni dei parchi nazionali più spettacolari dell’Africa sono proprio vicino al centro urbano e da qui partono gli itinerari alla scoperta dei paradisi più selvaggi della regione.  Merita però una visita anche il Parco Nazionale di Arusha, nella periferia della città, che incorpora il Monte Meru e ospita una varietà di animali selvatici tra cui giraffe, ippopotami, zebre, elefanti, leopardi, iene e antilopi. Per non parlare dello spettacolare scenario di montagne, crateri e praterie.

Infine, se prima di visitare le destinazioni del safari o sulla via del ritorno desiderate trascorrere una notte ad Arusha, troverete tante opzioni di alloggi, senza dovervi preoccupare troppo del budget, perché si può scegliere tra diverse soluzioni economiche, e nel frattempo godere di attrazioni uniche.

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Viaggi di lusso: ecco il safari più costoso del mondo

Il viaggio da “una volta nella vita”? Per molti è raggiungere l’Africa e prendere parte a un safari, un’esperienza unica e incredibile per vedere con i propri occhi i maestosi animali selvatici nel loro habitat naturale.

E, per chi ama sognare in grande, il tour operator Go2Africa ha ideato quello che si può definire come il “safari più costoso del mondo”: l’Ultimate Safari che, al prezzo di 690.000 dollari (per quattro persone) permette di visitare sei Paesi in 24 giorni, praticare trekking con i gorilla, volare in mongolfiera, incontrare i leoni e ammirare l’avanzare degli elefanti, solo per fare qualche esempio.

Si tratta di un viaggio davvero epico dalle favolose spiagge delle Seychelles alle Cascate Vittoria, dai Big Five in libertà fino a Città del Capo: un sogno.

Lusso a non finire

I fortunati viaggiatori (il pacchetto ha un costo di circa 160.000 euro a testa) faranno tappa in Kenya, Tanzania, Ruanda, Zambia, Sudafrica e Seychelles alloggiando in lussuosi lodge, campi tendati a cinque stelle e isole private.

I voli saranno effettuati con elicotteri o con aerei charter privati e, durante tutto il viaggio, saranno presenti guide esperte.

Ma non è certo tutto: sarà una troupe cinematografica di professionisti a realizzare un filmato in stile documentario dell’intero viaggio che seguirà anche le orme di Meryl Streep e delle Kardashian con una visita al lussuosissimo hotel boutique Ellerman House di Città del Capo (tra i favoriti di entrambe le star) e alla riserva di caccia privata Singita che ha accolto, tra gli altri, Justin Timberlake, Oprah Winfrey e Charlize Theron.

Le tappe del safari più costoso al mondo

Il viaggio della vita parte da Nairobi, in Kenya, dove i partecipanti prenderanno parte a entusiasmanti escursioni in elicottero per scorgere la fauna selvatica, a un giro in mongolfiera e soggiorneranno in un campo tendato di lusso: dopodiché li attende una delle spiagge più belle del Paese, la spettacolare Diani Beach, incantevole litorale di sabbia bianchissima formato da frammenti di barriera corallina, accarezzato da un mare azzurro intenso e ombreggiato da palme verde smeraldo.

Poi, dal Kenya si vola alla volta dello Zambia dove osservare la fauna selvatica, esplorare i tipici mercati locali e provare il brivido di un volo in elicottero al di sopra delle fragorose Cascate Vittoria dove il mitico fiume Zambesi si getta da un’altezza di ben 128 metri: pura emozione.

Lo straordinario viaggio prosegue in aereo fino a Città del Capo: qui, i partecipanti all’Ultimate Safari soggiorneranno ai piedi della magnifica Table Mountain, faranno un tour in barca e un volo in elicottero.

E la magia continua: dalla metropoli sudafricana si parte per il Ruanda e, in particolare, per il Parco Nazionale dei Vulcani dove provare l’emozione di incontrare da vicino i gorilla di montagna.

Da qui, in elicottero e in deltaplano, si raggiunge il Serengeti con un safari in mongolfiera e un game drive nel cuore della natura selvaggia.

Un simile sogno a occhi aperti non poteva concludersi se non alle Seychelles, nell’isola privata di Cousine, tra mare limpidissimo e spiagge di soffice e candida sabbia.

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I colori dell’autunno: il Sentiero delle Cascate di Sant’Annapelago

Verde, rosso, ocra, giallo. Sono solo alcune delle mille magiche sfumature che l’autunno conferisce ai colori del bosco.

Nel 2023, una delle stagioni più magiche dell’anno è arrivata con un po’ di ritardo, ma è finalmente pronta a regalare i suoi desiderati frutti a tutti, anche agli amanti dell’acqua dolce.

Se, infatti, è ormai terminata la stagione del wild swimming, tra tuffi rinfrescanti e giornate passate sul greto del fiume, il Sentiero della Cascate di Sant’Annapelago consente a tutti coloro che hanno un feeling particolare con i corsi d’acqua di perseverare nella soddisfazione delle proprie passioni con un itinerario semplice, alla portata di tutti e dall’impatto scenografico davvero sensazionale.

Sentiero delle Cascate di Sant'Annapelago

Fonte: @Lorenzo Calamai

Le chiome dei faggi di Sant’Annapelago

Le cascate di Sant’Annapelago

Il Sentiero delle Cascate di Sant’Annapelago è un itinerario di trekking ad anello lungo circa 12 chilometri, situato nell’omonima frazione adagiata tra le vette dell’Appennino modenese, non lontano dal confine tra Emilia e Toscana. Per percorrerlo tutto ci vogliono circa 6 ore, comprensive di soste. Il dislivello in salita è di circa 400 metri e l’altitudine massima raggiunta è di 1.315 metri slm. La prima parte del sentiero è quella in ascesa e con un sentiero stretto, seppur privo di sostanziali difficoltà tecniche. Nella seconda parte il percorso si distende in una lunga discesa su una comoda strada forestale che costeggia i corsi d’acqua.

Si tratta di un sentiero tracciato all’ombra di ariosi boschi di faggio, alberi particolarmente eleganti con i loro fusti slanciati, tesi verso la luce e le loro chiome che in autunno assumono una colorazione che va dall’ocra al giallo. Camminando lungo il sentiero, sarete sovrastati dal tipico foliage autunnale, un tetto di foglie brillante, oltre il quale s’intravede il cielo. Il percorso è ben segnalato dai segnavia apposti dall’associazione Sentiero delle Cascate, che lo mantiene pulito e funzionante. L’associazione fornisce inoltre la traccia GPS del percorso.

A questo contesto si aggiunge la bellezza e la potenza dell’acqua, che scorre senza sosta nel letto del Rio Valdarno e del Fosso del Terzino, i due corsi d’acqua che s’intrecciano lungo il percorso di Sant’Annapelago, dando vita a sei cascate e tre fonti d’acqua dolce, l’una più scenografica dell’altra.

Sant’Annapelago, come arrivare

Sant’Annapelago è una frazione del comune di Pievepelago, posta a 1.170 metri sul livello del mare. Si trova nel cuore del Parco regionale del Frignano, area naturale protetta che è dimora del monte Cimone, la vetta più alta dell’Emilia Romagna con i suoi 2.165 metri.

Per raggiungere la valle che ospita la cittadina e il suo capoluogo si percorre, da sud o da nord, la Strada statale 12 dell’Abetone e del Brennero, che la attraversa. Da Pievepelago, poi, in corrispondenza del ponte sul Rio Perticara, si imbocca la Strada provinciale 324, seguendo le indicazioni per Sant’Annapelago e il Passo delle Radici. Dopo circa 7 km dalla svolta, si giunge in paese.

La via alternativa, utile a chi arriva dalla Garfagnana, dalla Toscana occidentale o dalla Liguria, è quella di affrontare il Passo delle Radici, panoramico valico appenninico tra le province di Lucca e Modena, e arrivare a Sant’Annapelago percorrendo il lato opposto della SP 324 prima descritta.

Una volta raggiunto l’abitato, potete parcheggiare nei pressi degli impianti sportivi (coordinate GPS: 44.190167, 10.555333). Per raggiungere a piedi l’attacco del sentiero proseguite sulla strada, percorrendo via Borracce (dal nome della vicina fonte che incontreremo alla fine del percorso) fino all’incrocio con via Casa delle Rose. Alla fine di quest’ultima strada troverete l’imbocco del Sentiero delle Cascate di Sant’Anna Pelago.

Il sentiero, le cascate, il foliage

“Finché ci sarà l’autunno – ha scritto Vincent van Gogh in una lettera al fratello – non avrò abbastanza mani, tele e colori per dipingere la bellezza che vedo.”

Sentiero delle Cascate di Sant'Annapelago

Fonte: @Lorenzo Calamai

Alla Cascata della Bandita si arriva da una radura nel bosco

Eppure, percorrendo il Sentiero delle Cascate nella stagione del foliage, vi sembrerà di aver fatto il vostro ingresso in alcune delle sue opere, quelle dai colori aranciati e ocra che hanno colto l’animo di questo speciale momento dell’anno.

L’ingresso in questa sorta di dimensione naturale parallela avviene immediatamente all’avvio del sentiero, che si dipana nel bosco con una morbida salita di un paio di chilometri che vi porterà ad imbattervi nel primo salto del torrente, la Cascata dei Rioo. Ci si arriva deviando dal corso principale del sentiero e seguendo i segnavia: affacciatevi prima dall’alto, ammirando la potenza delle acque e il colore turchese della polla, per poi seguire il sentiero e arrivare fino al cospetto della cascata.

Sentiero delle Cascate di Sant'Annapelago

Fonte: @Lorenzo Calamai

La Cascata dei Rioo e i mille colori dell’autunno

Dopo essere rimasti in contemplazione della forza e della varietà della natura, si risale sul tracciato principale e si prosegue. Sulla destra, quasi subito, potrete fare rifornimento di acqua fresca e pura dalla Fonte dei Rioo, la prima che si incontra sul percorso.

Dopo circa 1,5 km dalla precedente, vi imbatterete in una seconda cascata, detta della Bandita. Ci si arriva a poco a poco, mentre le fronde del bosco si aprono, lasciando spazio prima ad una radura e poi ai massi che circondano la piscina formata dal roboante scorrere dell’acqua.

Tappa successiva, quasi alla metà del sentiero, è la Cascata di Sassorso, dal nome della vetta che sta alle spalle del salto. Quella del Sassorso è una cascata potente, con tanti rivoli diversi, ad alto tasso di spettacolarità: ricorda la violenza e la forza della natura. L’acqua ha qui infatti plasmato la roccia scura come fosse uno scivolo, con tanti piccoli salti che preludono poi a quello più grande.

Sentiero delle Cascate di Sant'Annapelago

Fonte: @Lorenzo Calamai

Fosso Sassorso, ad alto tasso di spettacolarità

Subito dopo aver superato il giro di boa del percorso quando il sentiero si innesta sulla strada forestale, si incontra la Cascata del Terzino, incassata in una conca più bassa del livello della suddetta strada.

Nelle vicinanze del salto, un suggestivo tronco spezzato è punteggiato di funghi del legno, cresciuti sul fusto come fosse una scultura bizzarra.

In questo punto del percorso l’acqua è semplicemente dappertutto, diventando protagonista dell’itinerario: un rio ne incontra un altro che ne incontra un altro e insieme si mischiano e scendono verso valle, immettendosi nel Fosso del Terzino prima e nel Rio Valdarno poi.

Sentiero delle Cascate di Sant'Annapelago

Fonte: @Lorenzo Calamai

La Cascata del Terzino, incassata tra le rocce

Superata la Cascata del Terzino, una lunga discesa che costeggia il torrente ci accompagna in un tratto di comoda camminata, dando un attimo di respiro alla successione delle cascate. Un ottimo momento per tornare a concentrarsi sulla bellezza di un bosco pulito, ordinato e profumato in ogni momento dell’anno, ma che in autunno prende le note dolci dell’umidità del terreno, mentre l’aria fresca punge il naso.

Improvvisamente, superata la Fonte Montalto, il sentiero torna a stringersi e scende in maniera un po’ più ripida nel momento in cui ci si appresta ad affacciarsi dall’alto alla cascata forse più spettacolare del sentiero: la Cascadora, un doppio salto delle acque del Fosso del Terzino, circondate da chiome di alberi di ogni colore. Un vero tripudio dell’autunno.

Sentiero delle Cascate di Sant'Annapelago

Fonte: @Lorenzo Calamai

Il doppio, spettacolare salto della Cascata Cascadora

Poco più a valle della Cascata Cascadora, troverete un crocevia. Per visitare anche l’ultima cascata dell’itinerario, si deve seguire le indicazioni per il Pozzo del Pisano, a poche centinaia di metri sul Rio delle Fontanacce, altro immissario del Rio Valdarno.

Il Pozzo del Pisano, al contrario delle altre cascate, non brilla per imponenza o potenza, ma è un posto tranquillo dove organizzare una merenda in riva al torrente prima di concludere l’itinerario. E anche un luogo da segnare in vista della buona stagione, perché la piscina creata dal torrente meriterebbe un tuffo.

Sentiero delle Cascate di Sant'Annapelago

Fonte: @Lorenzo Calamai

Il pozzo del Pisano, ultima tappa del Sentiero delle Cascate di Sant’Annapelago

Per riprendere la strada maestra si ripercorre all’indietro la deviazione presa in un primo momento. Dal crocevia lasciato in precedenza manca circa 1.5 km alla fine del sentiero. Una volta raggiunta la cosiddetta Casa Gennaio il sentiero si conclude a poche centinaia di metri dal suo ingresso, nei pressi della Fonte delle Borracce, di nuovo in paese. Ripercorrendo via Borracce fino agli impianti sportivi, si tornerà all’auto.

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In Francia puoi percorrere un sentiero dai colori dell’oro

Immersa nel cuore vibrante della Francia, la Provenza è un tesoro di bellezza inesauribile e fascino senza tempo. Con i suoi vigneti rigogliosi e i campi di lavanda che si estendono all’orizzonte, è una terra che incanta l’anima al primo sguardo.

Nel cuore di questa regione magica sorge un incantevole villaggio che sembra uscito da una fiaba: Roussillon. Un borgo avvolto in sfumature colorate, dalla terra bruciata dal sole ai tetti coperti di tegole rosse, dai campi dorati di grano ai filari di cipressi verdi. Qui, le casette di pietra si arrampicano dolcemente sulla collina, creando un mosaico di colori che si trasformano con il passare delle stagioni.

Il nostro viaggio di oggi ci porta sul Sentiero delle Ocre, un percorso che si snoda tra le suggestive cave di ocra, un tempo frequentate da coraggiosi minatori, e che oggi offrono ai visitatori un’esperienza indimenticabile. I vivaci colori, che spaziano dal giallo delicato al rosso intenso, creano un paesaggio assolutamente sorprendente e quasi surreale. Un luogo che, una volta visitato, è difficile da dimenticare.

Alla scoperta di Roussillon: il Sentiero incantato delle Ocre

Sentiero delle Ocre

Fonte: 123RF

Sentiero delle Ocre, Riussillion, Francia

Roussillon, un incantevole villaggio situato nella regione del Luberon in Francia, è riconosciuto come uno dei borghi più affascinanti e pittoreschi del Paese. Le sfumature calde delle rocce che lo circondano sono l’effetto di una ricca abbondanza di pigmenti d’ocra. Questo conferisce a Roussillon un aspetto distintivo e lo rende una destinazione dall’incredibile fascino culturale e artistico.

La leggenda narra che la terra sia diventata rossa a causa del sangue versato dalla bella Sirmonde, la quale, oppressa dal dolore per l’omicidio del suo amante commesso dal marito, si suicidò gettandosi dalle falesie. Questo racconto colora la storia del paese con toni drammatici e romantici. Tuttavia, la realtà dietro il caratteristico colore ocra del paesaggio è più concreta, ma non meno affascinante.

Infatti, questa regione ospitava un tempo la più grande cava d’ocra d’Europa. Quando è stata abbandonata, il tempo, le intemperie e l’erosione atmosferica hanno lavorato insieme per creare un paesaggio straordinario che sembra essere stato modellato dalla mano di uno scultore.

Il Sentiero delle Ocre si snoda tra le rocce vermiglie della Valle delle Fate e le imponenti falesie dei Giganti. Queste formazioni rocciose regalano forme uniche e particolari che catturano l’immaginazione.

Per esplorarle, sono disponibili due percorsi distinti: uno più breve di 30 minuti e un secondo più lungo, di circa un’ora, che conduce all’impressionante Selciato del Gigante. L’esperienza inizia con una scalinata che porta nel cuore di un’antica cava ormai in disuso, dove il rosso delle rocce si fonde con il verde degli alberi in un incredibile spettacolo di colori. Il sito, aperto al pubblico da metà febbraio a dicembre, permette di seguire le tracce naturali della terra, offrendo un accesso unico alla storia geologica del luogo.

Lungo i sentieri, i visitatori troveranno pannelli informativi che illustrano la formazione e l’estrazione dell’ocra, arricchendo la visita con un contesto educativo. Per godere appieno dell’esperienza, si consiglia di programmare la visita nelle ore mattutine o durante l’orario di pranzo, quando il sito è meno affollato.

Il Colorado Provenzale di Rustrel: il maestoso canyon dei camini delle fate

A soli 20 km da Roussillon, immerso nel cuore verde della natura, sorge un altro luogo di meraviglia e fascino incontenibili: Rustrel. Originariamente una cava di ocra, oggi questo luogo è conosciuto come il Colorado Provenzale, un canyon che colpisce per la sua grandiosità. Le sue formazioni rocciose, infatti, ricordano le sagome dei camini delle fate e creano un paesaggio incantevole.

Ogni angolo vibra di un’energia colorata e vivace che avvolge e affascina. Un luogo dove il tempo sembra fermarsi, permettendo ai visitatori di connettersi profondamente con la natura e la sua ineguagliabile bellezza.

A differenza del Sentiero delle Ocre, che offre un percorso ben strutturato e facilmente accessibile a tutti grazie a scalette e passerelle, quest’area naturalistica si esplora attraverso una serie di sentieri escursionistici di varie lunghezze e gradi di difficoltà. Un’esperienza avventurosa e ricca di sfide, che richiede una certa preparazione fisica e un buon senso dell’orientamento. Nonostante questo, la bellezza mozzafiato dei paesaggi di Rustrel rende ogni sforzo assolutamente ripagato.

Colorado Provenzale

Fonte: iStock

Colorado Provenzale, Rustrel, Francia
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Similan Islands, paradiso orientale tutto da scoprire

L’ambiente subacqueo più bello e la vita marina più eclettica della barriera corallina della Thailandia sono di casa alle Similan Islands, considerate uno dei migliori paradisi al mondo per gli appassionati delle immersioni. Perle di granito, caratterizzate da candide spiagge, acque cristalline ricche di meraviglie e fitte foreste tropicali, dove ogni luogo è rimasto incontaminato. Scopriamole più da vicino.

Similan Islands, paradisi per le immersioni

Le Similan Islands sono state istituite come Parco Nazionale nel 1982. ‘Similan’ è una parola Yawi (un dialetto malese) che significa ‘nove’. Il parco, infatti, aveva originariamente nove isole numerate da 1 a 9, ma nel 1998 è stato ampliato per includere altre due gioielli remoti: Ko Tachai e Ko Bon. Sebbene ognuna abbia un nome, viene indicata solitamente con dei numeri. La maggior parte sono disabitate, ad eccezione di Koh Similan e Koh Miang.

L’arcipelago si trova nel Mare delle Andamane, a 60 km dal punto più vicino alla terraferma, che si trova a Khao Lak, nella provincia di Phang Nga. L’acqua limpidissima dell’Oceano Indiano bagna questi piccoli eden, donando loro le più belle spiagge e attrazioni sottomarine della Thailandia.

La grande varietà di fauna marina, Il fascino indescrivibile dei coralli, delle alcionarie e delle gorgonie a ventaglio, il tutto ben protetto dal parco nazionale, rende l’area uno tra i 10 siti di immersione più belli al mondo.

E lo sottolinea una delle attrazioni imperdibili, l’Elephant Head Rock, popolare tra gli appassionati di diving e snorkeling e tra i fotografi subacquei. Tre grandi massi emergono dal mare, regalando una straordinaria ricchezza di vita sottomarina, dalle foreste variopinte di coralli molli alle gorgonie che raggiungono proporzioni gigantesche, agli squali leopardo, tartarughe e banchi di pesci tropicali che hanno trovato casa negli anfratti delle barriere. Tuttavia, le correnti possono essere molto forti e spesso imprevedibili intorno alle rocce, il che rende il sito un luogo riservato ai subacquei esperti.

Gli spiriti più avventurosi che vogliono vedere da vicino lo squalo balena e il suo habitat naturale, non devono farsi sfuggire, invece, i centri snorkeling delle isole Bon e Tachai.

Come e quando visitare le Similan Islands

Il Parco Nazionale delle Isole Similan è chiuso da maggio a novembre, mentre il periodo ideale per visitarle va da dicembre ad aprile, quando non sono soggette ai monsoni che arrivano da circa metà maggio e durano fino a ottobre, portando mare mosso, nuvole, pioggia e umidità.

Purtroppo, dal 2018 non è più possibile alloggiare alle Similan, ma si può soggiornare nelle vicine Isole Surin, anch’esse annoverate tra le migliori mete per lo snorkeling in tutta la Thailandia. Potete comunque optare per una splendida crociera in barca, che vi darà l’occasione di esplorare meglio questo incredibile arcipelago. Tuttavia, è bene sapere che l’accesso è interdetto alle isole n° 1,2 e 3 per via delle tartarughe che vi depongono le uova.

L’accesso migliore è da Khao Lak, situata nella parte ovest della Baia di Phang Nga. Da qui vengono organizzate uscite giornaliere al parco con imbarcazioni veloci. Uno dei modi meno costosi per raggiungere le isole è raggiungendo Tap Lamu e qui noleggiare una barca dal molo.

Oltre allo snorkeling, le Isole Similan offrono anche avventurosi percorsi di trekking, come il Viewpoint Trail e il Sunset Point a Ko Miang – a tratti difficili da attraversare – che conducono a eccezionali punti panoramici. Diversi percorsi di trekking si possono trovare anche a Ko Similan: il più lungo è di circa 2,5 chilometri e percorre quasi interamente la foresta incontaminata dell’isola.

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In questa regione italiana sciare quest’anno costa meno

Con l’approssimarsi della stagione invernale, ci sono buone notizie per gli amanti dello sci e delle giornate da trascorrere sulla neve: per la stagione 2023/2024, infatti, sciare in Friuli Venezia Giulia costerà meno grazie a una serie di iniziative per incentivare i giovani e avvicinarli sempre più alla pratica degli sport sulle piste.

La giunta regionale ha introdotto significativi cambiamenti nel tariffario così da rendere l’esperienza dello sci più accessibile e incrementare il numero di fruitori dei comprensori locali.

Vediamo di quali novità si tratta, dagli skipass, alle agevolazioni per famiglie e molto altro.

Gli Skypass Junior

La principale novità per la stagione sciistica 2023/2024 riguarda la nuova categoria di skypass denominata Junior, aperta ai ragazzi dagli 8 ai 19 anni di età, includendo i nati dal 2005 al 2016.

I giovani sciatori avranno, così, uno speciale sconto del 75% su tutte le tipologie di skypass. Si tratta di una mossa per interessarli alla pratica dello sci e far crescere le prossime generazioni di sciatori.

I più piccoli sciano gratis

Oltre allo Skypass Junior, viene confermata la totale gratuità per i bambini al di sotto degli 8 anni, sugli impianti di trasporto a fune, così come restano invariate le tariffe scolastiche a stagione unica.

Un’ottima opportunità per le famiglie che desiderano introdurre i piccoli allo sci senza dover sostenere spese come quelle per lo skypass.

Le agevolazioni per le famiglie

Sempre a proposito di bambini e famiglie, il Friuli Venezia Giulia per la stagione sciistica in arrivo ha previsto numerose agevolazioni.

Oltre a quelle già citate, infatti, ha mantenuto le scontistiche del 30% su CARTAneve e del 25% su Sci@sempre.

Ma non soltanto: sia per le famiglie che per i singoli sciatori, rimane la riduzione del 10% sugli skypass stagionali CARTAneve durante il periodo di prevendita.

Sono tutte operazioni che hanno l’obiettivo di rendere l’entusiasmante esperienza sulle piste ancora più conveniente.

Più comuni con tariffe agevolate

Altra novità di sicuro interesse, è l’ampliamento dei comuni i cui residenti hanno la possibilità di richiedere skypass locali a tariffe agevolate, validi sul polo di emissione.

Si tratta di un’iniziativa che punta a coinvolgere ancora più abitanti nelle attività sciistiche del loro territorio, promuovendo il turismo in loco e sostenendo le comunità.

I prezzi rimangono tra i più competitivi

Dando uno sguardo al prezzo intero degli skypass invernali, va detto che per coprire i costi sempre più elevati della gestione e della manutenzione degli impianti, si è visto un aumento del 10% rispetto alla stagione precedente.

Tuttavia, nell’ultimo decennio i prezzi in Friuli Venezia Giulia sono rimasti pressoché invariati e rimangono tra i più competitivi dell’intero arco alpino. Inoltre, il proposito è quello di tenere il prezzo invariato anche per i prossimi 5 anni.

Date di inizio e fine stagione

Ma quando ha inizio la stagione sciistica con l’apertura degli impianti e quanto durerà?

La stagione invernale 2023/2024 in Friuli Venezia Giulia, che promette di essere un’esperienza straordinaria per tutte le età e di affascinare sempre più i giovani sciatori, vedrà l’apertura degli impianti venerdì 8 dicembre 2023 (compatibilmente con gli accumuli di neve).

La chiusura, invece, è fissata per lunedì 1 aprile 2024, il giorno di Pasquetta, mentre Sella Nevea prolungherà fino a domenica 14 aprile.

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Puoi visitare un penitenziario abbandonato: l’esperienza da brivido

Se siete alla ricerca di un’avventura da brivido per la notte di Halloween, esiste un posto perfetto, di quelli che non si vedono proprio tutti i giorni. Un luogo davvero spettrale, in cui ogni angolo può nascondere una sorpresa e ogni ombra può celare un mistero.

Questo è un viaggio nella storia oscura e sinistra della Eastern State Penitentiary, un carcere americano abbandonato da anni, situato a Philadelphia.  Non un luogo qualunque, ma una delle prigioni più dure e temute degli Stati Uniti. Le sue mura hanno ospitato criminali temibili e disperati, mentre i suoi corridoi risuonano ancora delle urla e dei lamenti di coloro che hanno trascorso anni a scontare la loro pena.

Se siete pronti a sfidare i vostri limiti e a vivere un’esperienza veramente spaventosa, preparatevi a una notte di Halloween che non dimenticherete facilmente, per un’avventura che metterà a dura prova il vostro coraggio.

Eastern State Penitentiary: un viaggio nel cuore oscuro della storia

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Fonte: iStock

Cella di Al Capone, Eastern State Penitentiary, Philadelphia

L’Eastern State Penitentiary, un tempo la prigione più famosa e costosa del mondo, si erge oggi in rovina, un mondo spettrale di celle crollate che fanno eco a un passato cupo. Questo luogo, originariamente chiamato Cherry Hill State Prison, divenne presto un modello di riferimento per la progettazione carceraria in tutto il mondo.

Ha ospitato alcuni dei criminali più famigerati della storia. Tra di loro, c’era Willie Sutton, il rapinatore di banche, e il noto gangster italo-americano Al Capone, l’uomo che una volta dominava il mondo criminale di Chicago, il quale vi trascorse ben otto mesi. Ancora oggi è possibile visitare la sua cella, che sembra più un lussuoso hotel che un luogo di punizione. Arredata con tappeti orientali, opere d’arte raffinate e mobili di lusso, la sua prigione rappresenta un potente simbolo del potere e dell’influenza che poteva ancora esercitare anche dietro le sbarre.

Per oltre un secolo l’Eastern State Penitentiary è stato un luogo di giudizio e punizione. Fino a quando, nel 1971, le sue porte si sono chiuse definitivamente e i prigionieri sono stati trasferiti altrove. Da quel momento, la prigione è stata lasciata abbandonata a sé stessa, degradandosi sotto il peso implacabile del tempo.

Rimasta intatta e silenziosa per diciassette lunghi anni, è diventata un monumento silenzioso all’abbandono e all’oblio. Tuttavia, nel 1988, le sue porte sono state riaperte, ma questa volta non per accogliere criminali, bensì visitatori curiosi di conoscere la sua storia. Gran parte dell’edificio non ha subìto alcuna ristrutturazione che cancelli le tracce del suo passato glorioso e inquietante.

Festival di Halloween, tra tour storici e case infestate

Il Festival di Halloween all’Eastern State Penitentiary è un’esperienza avvincente che ti farà vivere forti emozioni. Attraverso case infestate, uniche nel loro genere, ti troverai immerso in un mondo di spettri e storie, con risate e brividi assicurati.

Potrai esplorare cinque spaventose dimore, ognuna con un tema unico e inquietante. Ma le sorprese non finiscono qui. Grazie ai tour storici, potrai anche conoscere il passato affascinante di quest’antica prigione. E quando avrai bisogno di una pausa dal terrore, potrai rilassarti nei bar e lounge a tema, dove ogni dettaglio è studiato per creare un’atmosfera da brivido. L’intrattenimento dal vivo darà energia e vivacità all’evento, mentre la luce delle lanterne danzerà sulle antiche mura di pietra.

Tra le diverse attrazioni, potrai immergerti in “Delirium“, una casa stregata in 3D nella quale creature minacciose emergono dai loro nascondigli. Oppure avventurarti nel “Machine Shop“, una casa infestata, nascosta lontano dal mondo in un laboratorio meccanico dimenticato da tempo. Un male sinistro pervade questo luogo, minacciando di trasformarti in un altro ingranaggio della sua macchina infernale.

Invece, nello “Speakeasy della cella di Al Capone“, un esclusivo cocktail lounge sul tema del proibizionismo riservato ai VIP, potrai sorseggiare un drink ascoltando musica dal vivo. E se preferisci un’atmosfera più gotica, “The Bloodline Lounge” ti invita a unirti per un cocktail a un gruppo di vampiri e vivere momenti di intrattenimento e paura.

Per scoprire tutto ciò che ti aspetta e per ottenere ulteriori dettagli sull’evento, ti invitiamo a consultare il sito ufficiale, dove troverai informazioni approfondite sui biglietti, gli orari, i regolamenti e tanto altro ancora.

Tieniti pronto per molte altre sorprese, perché il Festival di Halloween è un’esperienza che promette di sorprendere in ogni momento. Questa non è una semplice notte di Halloween, è un’avventura oltreoceano che ti porterà oltre i confini del mondo ordinario, in un regno dove l’immaginazione prende vita e ogni angolo nasconde un nuovo brivido.

Eastern State Penitentiary3

Fonte: iStock

Eastern State Penitentiary, Philadelphia
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Le più belle mete della Liguria dove prendere lezioni di surf

La Liguria è una delle destinazioni italiane più ambite dagli amanti del surf. Da Ponente a Levante gli spot disseminati lungo la costa attirano gli appassionati della tavola da ogni parte d’Italia e da diverse parti del mondo. Già a partire dagli anni ’80, la regione ha visto piccole comunità di surfisti crescere, fino al boom, quando da tutto il Nord della Penisola si riversavano in questa splendida perla affacciata sul mare e accarezzata dalle onde.

Alcuni dei punti migliori per surfare sono raggiungibili solo a piedi, il più delle volte dopo una camminata un po’ impervia tra le rocce, altri invece facili da trovare, ma quello che conta è che sono tutti superbi e assolutamente imperdibili. Se non siete ancora dei surfisti esperti ma desiderate imparare a praticare lo sport acquatico più affascinante che esista, questi sono i luoghi perfetti in Liguria dove prendere lezioni di surf.

Quando fare surf in Liguria

La migliore stagione per fare surf in Liguria non è l’estate, ma l’autunno inoltrato e l’inverno, quando l’esposizione alle mareggiate di libeccio e di maestrale regala onde perfette. Tuttavia, anche durante le mareggiate estive si possono avere onde buone da cavalcare. Inoltre, considerando che con il caldo i giorni giusti per surfare si riducono, può essere il momento ottimo per affidarsi a una scuola. Grazie a diverse app o ricevendo le segnalazioni proprio dalle scuole di surf, si può rimanere costantemente aggiornati sulle condizioni meteo-marine, così da sapere quando trovare le onde perfette su cui planare.

Bogliasco, il borgo dei pionieri del surf in Italia

Bogliasco, col suo fascino d’antan, è una tappa obbligata per gli amanti surf. Qui, infatti, i fratelli Fracas, Marco e Alberto, già negli anni ’70 sono stati tra i pionieri di questa disciplina in Italia, quando era ancora praticamente sconosciuta.

Il caratteristico borgo marinaro si trova a pochi chilometri da Genova, affacciato sul mare della Liguria e dominato alle spalle dagli 800 metri del Monte Cordona. Se ne sta incastonato in un’insenatura naturale alla foce del torrente omonimo, con un litorale variegato in cui piccole spiagge libere si alternano a ripide scogliere, con qualche tratto adatto a tuffi arditi o agli amanti della tintarella perfetta.

Alle tranquille passeggiate sul lungomare o nella piazza centrale, fulcro della vita cittadina, circondati da case color pastello e verdi colline sullo sfondo, si alterna una passione che prende vita in questo importante spot della Riviera di Levante, grazie a una delle insenature dove si formano onde adatte a essere cavalcate con la tavola, tanto da far segnalare la località in molte guide internazionali. La line up, ovvero l’area in cui ci si posiziona per prendere l’onda, è allineata alla punta estrema del porticciolo turistico della cittadina, presa ogni anno d’assalto da una vivace comunità di surfisti.

Proprio a Bogliasco, di recente è stata inaugurata la prima panchina del surf, realizzata con due tavole originali e posizionata davanti a uno degli scorci più belli del borgo ligure.

Levanto, con onde alte fino a 3 metri

Un altro paradiso per gli amanti del surf in Liguria è la baia di Levanto, antico borgo marinaro affacciato direttamente sul mare e racchiuso tra Punta Mesco e Punta di Levanto, in provincia di La Spezia. In tanti lo considerano la porta d’ingresso per visitare le perle della regione, che si possono raggiungere via mare con battelli e barche private, così come in auto, in treno ma anche a piedi, attraverso gli splendidi sentieri panoramici a picco sul mare che collegano la cittadina alle Cinque Terre, alle Baie del Levante e ai borghi storici dell’entroterra.

Tre le caratteristiche per cui Levanto è così amato dai surfisti: le sue onde alte fino a 3 metri, le diverse tipologie di fondale che caratterizzano le acque della baia – sabbiosi, misti e rocciosi, la varietà di venti (maestrale, libeccio e scirocco). Il mare di Levanto è stato spesso teatro di competizioni prestigiose, come il Quiksilver Big Wave Invitational nel 2000 e 2001 e il Salomon Blue Games nel 2005.

Il periodo ideale per fare surf in questa baia è fine primavera/inizio estate o fine estate/inizio autunno. Attenzione però, perché sebbene non bisogna essere dei surfisti professionisti è, tuttavia, necessario avere delle solide basi. Per fortuna, nel borgo si trovano numerose scuole dove prendere lezioni di surf.

Recco e la Blackwave Surf School

Tra le mete preferite dai surfisti c’è anche Recco, che offre condizioni ideali per cavalcare le onde tra panorami mozzafiato e acque cristalline. Nel giro di pochissimi anni, questa ideale porta d’accesso alla Riviera di Levante, situata nel Golfo del Paradiso, a una ventina di chilometri da Genova, si è riempita di tavole. Merito della della rinomata Blackwave Surf School, che organizza corsi sugli sport di tavola basati su metodologie adatte a tutti, senza limiti di genere, età e capacità sportive di partenza.

Le caratteristiche della baia, più piccola rispetto a quella di Levanto, sono ottimali anche per i surfisti alle prime armi, grazie alla particolare localizzazione delle onde che tendono a formarsi sempre nello stesso tratto di mare. L’alta frequenza d’onda piccola è ideale per iniziare a prendere dimestichezza con la tavola prima di lanciarsi. Planando a pelo d’acqua, potrete ammirare da un lato le montagne che si tuffano nel mare, e dall’altro le colorate case dei pescatori che si riflettono nel blu come in un dipinto impressionista.

Recco

Fonte: iStock

Recco, tra le mete della Liguria preferite dai surfisti

Varazze, una delle migliori mete del surf in Europa

Per chi desidera fare surf in Liguria, Varazze con la sua spiaggia Bandiera Blu è considerata una delle migliori mete d’Europa del surf, con ben 7 spot internazionali. Lo splendido borgo a mezz’ora da Genova offre anche un’esperienza unica: lungo la costa, infatti, si possono ammirare emozionanti sessioni di surf notturno grazie all’impianto di illuminazione serale.

Appassionati di tutta Italia e non solo vengono per sfidare una delle onde più impegnative del Mediterraneo. Il periodo migliore per cimentarsi con la tavola è l’autunno inoltrato e l’inverno, quando il libeccio spira forte. Tuttavia, in inverno le condizioni del mare non sono ideali per i principianti. Lo spot migliore è il Centrale, che però in estate è molto affollato. In alternativa, si può optare per gli spot del Backdoor e delle Piscine, dove le onde raggiungono spesso i 2 metri.

Lerici e il decalogo del perfetto surfista alla Venere Azzurra

Tra le destinazioni della Liguria più gettonate dagli amanti del surf ecco, infine, Lerici, altra perla incastonata nel Golfo dei Poeti. Lo spot più apprezzato, specialmente in inverno quando il libeccio batte la Riviera di Levante, è la Venere Azzurra. Grazie alla piccola diga che ripara la spiaggia, si possono cavalcare le onde alte durante le mareggiate più forti in totale sicurezza.

Qui, nel 2021 un gruppo di appassionati ha impresso su una tavola un decalogo del perfetto surfista. Tra le buone pratiche da mettere in atto, non mettersi sul picco appena entrati e aspettare il proprio turno, entrare dalla spiaggia se le onde sono troppo grosse, non mettere in pericolo se stessi e gli altri surfisti, nonché un invito a rispettare la natura. Anche qui non mancano le scuole dove prendere lezioni individuali di windsurf, kite surf, e di e-surf (electric surf),  disciplina acquatica che prevede l’uso di una tavola a motore. Un borgo che merita una visita anche se non siete appassionati di surf, definito un “paradiso balneare” dal Forbes. Lerici è, infatti, la meta ideale per chiunque voglia trascorrere qualche giorno all’insegna del più totale relax lontano dal mondo.

Venere Azzurra, Lerici

Fonte: iStock – Ph: Flavio Vallenari

La bellissima spiaggia della Venere Azzurra a Lerici