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Le spiagge italiane che rischiano di scomparire entro il 2050

C’è una regione del nostro Paese che vanta ben 361 chilometri di litorale, spesso sabbioso e in alcuni tratti bagnato da un limpido Mar Tirreno, che purtroppo è in pericolo. Secondo un recentissimo studio, infatti, la metà delle spiagge di questa regione rischia di scomparire entro una data non troppo lontana: il 2050, e nei 50 anni successivi gli scenari si preannunnciano persino peggiori.

Lo studio

Lo studio riportato da La Repubblica è stato condotto dal professor Filippo Celata, geografo della Sapienza di Roma e membro del direttivo della Società geografica italiana, elaborando le stime di una ricerca effettuata sull’argomento e pubblicata sulla rivista scientifica Nature climate change. Sono delle analisi che prendono in considerazione due urgenti variabili, ovvero l’innalzamento del livello del mare e i processi erosivi che purtroppo sono già in corso da decenni.

La regione italiana che è stata oggetto di indagine è il Lazio, e gli scenari che emergono, sfortunatamente, non sono affatto rassicuranti: tra meno di 30 anni, e per la precisione nel 2050, fino al 50% delle spiagge della regione del Centro Italia rischia di sparire, arretrando di ben tre quarti rispetto all’arenile di cui godiamo oggi. Nella peggiore delle ipotesi possibili, quindi, la metà delle spiagge laziali diventerà solo un ricordo, mentre nella migliore sarà il 10% dei litorali a dissolversi praticamente del tutto.

Non solo il Lazio

Il Lazio, però, non è l’unica regione italiana a dover combattere con questo fenomeno. Come sottolinea lo studio, la superficie di spiagge a rischio scomparsa è in linea con la media nazionale (che comunque è un dato estremamente preoccupate). Il vero problema sarà nel nel 2100, quando la situazione peggiorerà sensibilmente.

Secondo l’Osservatorio Città Clima di Legambiente, i dati sull’erosione costiera e sul consumo di suolo sono allarmanti in tutto lo Stivale, isole comprese: tra il 2006 e il 2019 sono stati modificati 1.771 km di costa naturale bassa su 4.706 km in totale, pari al 37,6%.

I motivi sono da ricondurre al fatto che in Italia si continua ad intervenire con opere come pennelli e barriere frangiflutti, arrivando in totale a ben 10.500 opere rigide lungo le coste italiane, quasi 3 ogni 2 chilometri costieri, che rendono artificiale la linea del litorale e che vanno a modificare le correnti marine. Facendo in questa maniera il problema non scompare, ma si sposta semplicemente su altri tratti di coste.

Inoltre, il consumo di suolo nei comuni costieri è pari ad oltre 420mila ettari al 2021, che corrisponde al 27% del totale di suolo consumato in Italia, con un incremento vicino al 6% rispetto al 2006. Poi ci sono le inondazioni, e nel nostro Paese sono 40 le aree a maggior rischio, così come l’abusivismo edilizio. Senza dimenticare gli eventi meteo estremi che, dal 2010 al giugno 2023, solo nel nostro Paese sono stati 712 e di questi il 37,3% è avvenuto nei comuni costieri.

In sostanza, entro il 2100 e con il livello del mare cresciuto di 50 centimetri, il Lazio potrebbe raccogliere i frutti peggiori di questa situazione assieme a Sardegna e Campania con un terzo di spiagge a rischio scomparsa nello scenario migliore, l’80% in quello più drammatico.

Cosa possiamo fare

Ciò che in questo momento occorre fare, come si può leggere sempre sul quotidiano, è analizzare le variabili che se risolte possono rendere anche la meno rassicurante delle previsioni uno scenario più sostenibile.

Per evitare il peggio bisognerebbe perciò puntare a interventi di mitigazione rinaturalizzando i litorali, e non artificializzandoli come in realtà si sta facendo ormai da anni.

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L’isola europea dove la pista dell’aeroporto è una spiaggia

Entrare in aeroporto è quasi come affacciarsi su un girone infernale: code infinite, lunghissimi controlli e bagagli da consegnare (che vanno poi recuperati in altre interminabili file). E, in fondo, ogni scalo si assomiglia – a prescindere da pochissime eccezioni in tutto il mondo. È il caso di quello che si trova sull’isola di Barra, al largo delle coste scozzesi. Qui non solo la burocrazia è ridotta ai minimi termini, ma si può anche ammirare un panorama incantevole. Gli aerei, infatti, decollano e atterrano… sulla spiaggia. Scopriamo questo paradiso.

L’isola di Barra e il suo aeroporto

Appena 60 km quadrati di superficie e poco più di 1.000 persone ad abitarla: l’isola di Barra è un gioiello fatto di spiagge candide e acque trasparenti (ma gelide!), che negli anni ha conquistato il cuore di tantissimi turisti. Si trova al largo della Scozia, nell’arcipelago delle isole Ebridi Esterne, ed è separata dalla vicina Vatersay da una diga. Raggiungerla può rivelarsi una vera impresa: è infatti possibile arrivare in traghetto, con una lunga traversata che – a causa dei venti e delle correnti oceaniche – spesso diventa alquanto “movimentata”.

Oppure si può arrivare in aereo: se state pensando al classico jumbo jet pronto ad atterrare su lunghe piste d’asfalto, vi sbagliate però di grosso. Qui gli aerei di linea sono piccoli e decisamente in balia del vento, offrendo ai passeggeri un’esperienza da brivido. E l’aeroporto dell’isola di Barra non è altro che una lingua di sabbia dorata, a due passi dal mare. Ebbene sì, non esiste una vera e propria pista d’atterraggio, tanto che i voli non hanno orari fissi, bensì seguono quelli della bassa marea. Per questo, si è guadagnato il titolo di aeroporto più panoramico al mondo.

La spiaggia in questione si chiama Traigh Mhor (ovvero “spiaggia grande”), ma è anche soprannominata Cockle Strand perché – quando non ci sono voli in arrivo o in partenza – è spesso affollata di persone che si aggirano cercando telline e altri molluschi. Si snoda per circa 3 km nell’area a nord dell’isola, ed è ovviamente diventata un’attrazione turistica. Per i passeggeri, inoltre, la bella sorpresa è che non ci sono mai file: un’unica piccola struttura affacciata sul mare ospita il check in e il bar, mentre all’esterno c’è una pensilina sotto cui vengono sistemati i bagagli prima dell’imbarco e dopo lo sbarco. Prendere un aereo non è mai stato così facile e veloce.

Cosa vedere sull’isola di Barra

Se la vostra curiosità è ormai alle stelle e volete visitare l’isola di Barra, ci sono molte bellezze ad attendervi. Naturalmente, le sue spiagge sono l’attrazione principale: oltre a quella adibita ad aeroporto, le coste nord-occidentali vantano molti altri arenili sabbiosi lambiti da acque cristalline. Mentre le coste sud-orientali sono prevalentemente rocciose, caratterizzate anche da alte scogliere bianche. In ogni caso, fare il bagno è quasi impossibile: l’Atlantico è davvero freddissimo, e solo pochi coraggiosi osano tuffarsi, anche in estate.

Il centro abitato più importante è Castlebay, che deve il suo nome al Castello di Kisimul, situato su un piccolo isolotto all’interno della baia su cui si affaccia la città. Nell’entroterra, per gli amanti della natura, c’è la cima più elevata dell’isola, Heavel: è un’ottima meta per fare trekking, e dall’alto – dove spunta una statua in marmo bianco che raffigura la Madonna con il bambino Gesù – si gode di un panorama meraviglioso. La scultura è chiaramente visibile da chi arriva a Castlebay via mare, ed è molto suggestiva.

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È una delle spiagge più belle del mondo. E no, non si trova alle Hawaii

Il Giappone è un Paese di contrasti sorprendenti, ogni angolo è ricco di bellezze naturali: dalle cime innevate del Monte Fuji alle spiagge tropicali di Okinawa, dai boschi di bambù di Arashiyama ai giardini zen di Kyoto. Un’avventura che fa assaporare l’antica saggezza orientale e l’innovazione futuristica, un luogo dove le tradizioni secolari convivono con la tecnologia all’avanguardia.

Ma forse non tutti sanno che questa misteriosa terra ospita anche alcune delle coste più affascinanti e incontaminate esistenti al mondo. Tra le numerose meraviglie, una delle più affascinanti è la spiaggia di Yurigahama.

Un luogo di rara bellezza, ancora poco noto del Paese del Sol Levante. Per chi è in cerca di un’oasi tranquilla e appartata, lontana dal turismo di massa, questo è sicuramente il posto ideale, un autentico paradiso tutto da scoprire.

Yurigahama, la “spiaggia fantasma” del Giappone

Yurigahama si trova a soli 1,5 km di distanza dalla spiaggia di Okaneku. Un lembo di sabbia bianca avvolta da un mare dal colore azzurro intenso. Ma ciò che la rende davvero unica è il suo carattere effimero. La spiaggia, infatti, non è visibile in ogni momento: compare solo durante la bassa marea e la sua posizione cambia in base alle correnti marine.

Numerosi sono le leggende e i miti che avvolgono questa località, contribuendo ad aumentarne il fascino e l’attrattiva. Una delle più famose riguarda proprio la sua sabbia. Si narra che i granelli di Yurigahama siano a forma di piccole stelle e che raccoglierne un numero pari alla propria età permetta di raggiungere la vera felicità. Tale credenza è diventata un vero e proprio rituale per molti visitatori che si dedicano alla ricerca di questi tesori durante le loro visite, immergendosi così nell’atmosfera magica di questa spiaggia misteriosa.

Ogni volta che la “spiaggia fantasma” riappare, viene allestito un piccolo chiosco di bevande per i turisti che hanno il privilegio di poterla ammirare. Inoltre, assolutamente imperdibile è l’opportunità di tuffarsi in un ambiente marino straordinario, un’esperienza indimenticabile che permette di ammirare l’incantevole fondale tra le acque azzurre e limpide. Infatti, quello che rende Yurigahama davvero speciale sono le sue barriere coralline ancora intatte, ecosistemi che offrono uno spettacolo caleidoscopico di colori e forme, un panorama da cartolina che rimarrà impresso nei ricordi più belli.

Inoltre, i più fortunati avranno la possibilità di vivere un’esperienza unica: l’avvistamento delle tartarughe. Questi simpatici animali marini, infatti, scelgono spesso le tranquille acque di questa località, un fenomeno che sottolinea la ricchezza della biodiversità e l’importanza della conservazione degli habitat naturali.

Quando visitare la spiaggia di Yurigahama?

Il momento perfetto per visitare questa particolare spiaggia va da aprile a settembre. Durante questi mesi il clima consente di apprezzare al massimo la bellezza naturale del luogo. L’acqua è calda e le temperature miti permettono di vivere un soggiorno ancora più piacevole, soprattutto nel mese di luglio.

Tuttavia, è fondamentale tenere a mente che Yurigahama compare soltanto durante la primavera e l’autunno, a seconda delle maree. Pertanto, non è accessibile tutti i giorni. Il modo più sicuro per raggiungerla è prenotare un’escursione guidata in barca per poter ammirare il meraviglioso paesaggio e avere l’opportunità di esplorare la sua incomparabile bellezza.

Yoron Island, Giappone

Fonte: iStock

Isola di Yoron, Giappone
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Viaggio a Tenerife: guida completa e consigli utili

Tenerife è la più grande isola delle Canarie, l’arcipelago appartenente alla Spagna che si trova nel bel mezzo dell’Oceano Atlantico.

Per le tante opportunità che regala a chi viaggia in famiglia, in coppia, con gli amici o da soli, quest’isola si può visitare tutto l’anno grazie al clima costantemente ventilato e mite e per i paesaggi sempre diversi, che permettono di apprezzare il contrasto tra le aree desertiche del Parco Nazionale del Teide, la vetta più alta di Spagna, e le lussureggianti foreste del Parco Rurale di Anaga o quello di Teno.

L’isola punta sulle sue bellezze naturalistiche con un approccio attento all’ambiente e alla sostenibilità. Metà isola è territorio protetto, con 43 aree naturali e un immenso patrimonio di flora e fauna. In ogni parco è un piacere godersi la natura e passeggiare lungo gli oltre 2mila chilometri di sentieri segnalati, molti dei quali spettacolari, come quello del burrone di Masca, che ne costeggia le pendici e raggiunge la costa in due ore e mezza di cammino.

Le 5 spiagge più belle di Tenerife

Chi è già stato a Tenerife conosce bene le spiagge che circondano questa suggestiva isola dell’arcipelago canario. La natura vulcanica di questo territorio si può riscontrare anche lungo il litorale, dove potete trovare suggestive spiagge con sabbia nera, come la Playa de la Arena. Chi invece vuole farsi lunghe passeggiate non ha che l’imbarazzo della scelta, grazie alle lunghe distese di ciottoli e sassolini che terminano nell’oceano. A Tenerife la scelta delle spiagge è molto varia e adatta ai gusti di tutti! Vediamo quali sono i cinque litorali più belli dell’isola canaria.

Las Teresitas

La spiaggia più conosciuta e turistica di Tenerife è Las Teresitas, il litorale balneare più celebre di Santa Cruz, la capitale dell’isola. La sua particolarità risiede nella sabbia artificiale, portata dal deserto del Sahara per nascondere l’originaria base nera. L’acqua è limpida e il mare piuttosto calmo, data la posizione della baia, motivo per il quale Las Teresitas è una meta assai ambita dai turisti. Questa spiaggia canaria è apprezzata dagli amanti degli sport acquatici, in particolare della vela e del surf.

Playa de la Arena

Più suggestiva è Playa de la Arena, nella parte occidentale di Tenerife. La sua particolarità risiede nella sabbia nera, ma non spaventatevi del suo colore, dato che si tratto di un litorale estremamente pulito! L’acqua dell’oceano è fresca e questo luogo è l’ideale per quanti cercano sole e tranquillità (la spiaggia è piccola) a Tenerife.

Playa Jardin

Ancor più particolare è Playa Jardin, a Puerto de la Cruz, che alla sabbia nera affianca uno splendido giardino botanico, su progetto dell’architetto Cesar Manrique. Il fondale roccioso e nero crea un contrasto perfetto con il verde e i colori di piante e fiori!

Playa de las Visitas

Una delle spiagge più ampie delle Tenerife è Playa de las Visitas, una meta molto apprezzata dalle famiglie, grazie ai suoi fondali bassi e sicuri. La bellezza delle acque marine e la pulizia della sabbia le hanno fatto meritare la Bandiera Blu e a poca distanza sono presenti numerosi negozi. Se siete nei dintorni di Arona e vi piace la movida, infine, non mancate di visitare Playa de Las Americas. La sabbia di origine vulcanica ogni tanto diventa nera e tutto intorno al litorale bar, discoteche e locali animano la vita notturna fino all’alba!

Le piscine naturali più belle di Tenerife

Per chi ama stare a bagno e rilassarsi, le acque dell’Oceano Atlantico potrebbero essere un po’ troppo tumultuose. Se poi si viaggia con i bambini, forse non è proprio la meta adatta per stare tranquilli. A meno di non provare le incantevoli piscine naturali di Tenerife, graziose pozze d’acqua placida dove anche i più piccini possono fare un tuffo in sicurezza. Ecco le più belle, assolutamente da scoprire.

Charco del Viento

Una delle più conosciute, meta di tantissimi turisti che arrivano alle Canarie, è la piscina naturale di Charco del Viento. Si trova presso La Guancha, nel nord dell’isola, ed è formata da quattro piccole pozze cinte dalle rocce scure di origine vulcanica. Sono presenti persino delle splendide insenature caratterizzate dal fondale sabbioso, per chi non vuole rinunciate alla comodità – quella che le spiagge di sassi spesso non offrono. Questo luogo è molto affollato praticamente in ogni periodo dell’anno, per alcune delle sue particolarità.

Innanzitutto, è molto semplice da raggiungere, grazie ad una lunga scalinata tenuta in perfette condizioni e ad un ampio parcheggio situato nelle vicinanze. E poi il panorama è unico: si può ammirare il profilo maestoso del vulcano Teide, ma anche i bananeti rigogliosi che si dipanano lungo la strada. Charco del Viento è una meta molto apprezzata anche dagli amanti dello snorkeling, visto che qui è possibile nuotare insieme ad una fauna marina spettacolare, senza dover affrontare le tormentate acque oceaniche.

Charco de la Laja

A soli pochi chilometri di distanza, c’è una piscina naturale decisamente meno conosciuta – e quindi meno affollata -, ma non per questo meno affascinante. Si tratta di Charco de la Laja, a due passi dal pittoresco paesino di San Juan de la Rambla (che, a proposito, merita assolutamente una visita se siete nei paraggi). Questo angolo di paradiso è stato modellato da sedimenti di lava che hanno creato una pozza d’acqua separata dal resto dell’oceano Atlantico, regalando ai turisti il luogo ideale per un tuffo mozzafiato.

Oltre ad un comodo parcheggio, per arrivare alla piscina c’è una bella scalinata che offre già la prima sorpresa: dall’alto, infatti, il panorama su Charco de la Laja è semplicemente strepitoso, con l’acqua di mille sfumature che fa sembrare il paesaggio un dipinto. Una volta scesi, ci sono solo rocce e bagni freschi ad attendervi. Attenzione però alle mareggiate, che costituiscono un pericolo per chi vuole immergersi nelle acque di questa pozza. Se l’oceano è agitato, meglio rimanere in alto ad ammirare lo spettacolo naturale.

Charco de Garachico

Sempre lungo la costa settentrionale di Tenerife, potete trovare un luogo incantevole dove portare anche i più piccini. Stiamo parlando del Charco de Garachico, un complesso di piscine naturali tra le più famose di tutta l’isola. La sua storia è decisamente particolare: le pozze si trovano a due passi dalla città di Garachico, che in passato era considerata la “porta d’ingresso” di Tenerife. Qui sorgeva il porto principale dell’isola (nonché uno dei più importanti dell’arcipelago delle Canarie). Il quale venne però distrutto, insieme a gran parte della cittadina, dall’eruzione del vulcano Trevejo nel 1706.

Fu un enorme disastro, che però contribuì inaspettatamente a creare quella che è oggi l’attrazione principale di Garachico. I sedimenti vulcanici, arrivando sino all’oceano e raffreddandosi, diedero vita alle splendide piscine naturali che attirano migliaia di turisti. Alcune pozze sono più alte e “pericolose”, adatte a chi è un po’ più temerario, mentre altre sono basse e caratterizzate da acque tranquille, l’ideale per le famiglie. Essendo praticamente in città, inoltre, offrono tantissimi servizi e ogni comodità immaginabile.

Piscine di Bajamar

Un’altra meta perfetta per i bambini si trova a Bajamar, deliziosa cittadina situata a poca distanza dal Parco Rurale di Anaga, una delle più grandi aree naturali dell’isola. Lungo la costa, potrete esplorare non solo una splendida spiaggia sabbiosa cinta dagli scogli (e quindi lambita da acque molto più tranquille), ma anche diverse piscine che, create dalla natura, sono state poi ulteriormente messe in sicurezza dall’uomo. Due di queste sono comunque caratterizzate da onde che, durante le mareggiate, ne movimentano le acque. Ce n’è poi una più piccina che è invece pensata proprio per i piccoli bagnanti.

Charco de la Araña

Nei pressi del villaggio di Los Silos, dove la costa è frastagliata e l’oceano semplicemente meraviglioso, sorge un angolo di paradiso tutto da scoprire. Si tratta del Charco de la Araña, una piscina naturale che appare solamente durante la bassa marea – quando il livello dell’acqua si alza, l’oceano “inghiotte” di nuovo gli scogli che cingono la piccola pozza. Il panorama è bellissimo, caratterizzato dalle scogliere di La Culata che vengono spazzate dall’Atlantico. Meta perfetta per chi ama lo snorkeling, qui potrete persino vedere lo scheletro di una balena Rorcual Boreal.

Piscina di La Jaca

Il sud di Tenerife è mediamente più ventoso e caratterizzato da un oceano più movimentato, ma anche qui ci sono piccole piscine naturali che meritano una visita. Una di esse è la piscina di La Jaca, situata nei pressi dell’omonima località, a pochi chilometri dalla località turistica di San Miguel de Tajao. Poco conosciuta, questa pozza è incastonata tra le rocce in modo da essere davvero protetta dalle impetuose onde dell’Atlantico, tanto che pare di stare davvero a bagno in una piscina.

Le escursioni da fare a Tenerife

Tenerife è l’isola più estesa dell’arcipelago delle Canarie, nell’Oceano Atlantico, di fronte al Marocco. E qui ci sono diverse escursioni da fare. Per la sua posizione geografica, gode di un ottimo clima durante tutto l’anno, diventando la meta perfetta sia per le vacanze invernali che estive, con l’aspetto positivo di trovarsi nell’Unione europea facendo parte politicamente della Spagna, anche se appartenente geologicamente all’Africa.

I cammini reali

A Tenerife, è interessante percorrere i cosiddetti “cammini reali”, lungo i quali trovare ben 82 tenute vitivinicole. Un tempo segno evidente di benessere economico, sono distribuite nelle cinque zone vocate alla produzione dell’uva: Tacoronte-Acentejo, Ycoden-Daute-Isora, Valle de la Orotava, Valle de Güímar e Abona. Acidi e fruttati al palato, questi vini vulcanici sfruttano la tipicità delle aree di produzione con scarse precipitazioni e venti sostenuti. Le viti vengono coltivate protette e al riparo dalle correnti per salvaguardare le piante.

In particolare, il Camino Real del Sur, tra Güímar e Fasnia, è un percorso lineare della durata di quattro o cinque ore che unisce il versante Güímar con la zona di Agaché e la gola di Herques, terminando al vecchio eremo di Fasnia.

Il Parco Rurale di Anaga

Tenerife offre vie imperdibili anche per i climber: quelle più lunghe si trovano nel Nord-Est, tra le ripide montagne e i profondi burroni del Parco Rurale di Anaga. Una delle salite più famose è quella al Roque Negro. Situata nell’omonimo borgo, presenta versanti ben attrezzati, uno dei quali, noto come il “lato oscuro”, è consigliato d’estate per poterlo affrontare al meglio. Altra cima molto popolare, e autentico oggetto del desiderio per gli scalatori esperti, è il massiccio di Las Ánimas, con percorsi sfidanti.

Il sentiero europeo GR131

Inoltre, da Tenerife, così come dalle altre isole Canarie, passa uno degli itinerari europei più importanti: il sentiero denominato E7 che parte dai Pirenei e permette di attraversare Spagna e Portogallo spingersi ai confini estremi dell’Europa, nell’Oceano Atlantico, alle Canarie ed è parte di un percorso che si sviluppa in tutta Europa per un totale di 5.000 km. L’ultima parte è contrassegnata dalla sigla GR131 e passa per le isole che compongono l’arcipelago: El Hierro, Fuerteventura, Gran Canaria, La Gomera, La Palma, Lanzarote e Tenerife. A Tenerife tocca La Esperanza, La Caldera, El Portillo, Degollada de Guajara e Vilaflor-Arona.

Il vulcano Teide

Con i suoi 3.718 metri, il Teide è la montagna più alta della Spagna e il terzo vulcano più alto del mondo. Riconosciuto come patrimonio mondiale dell’Unesco, è stato formato nel tempo da strati vulcanici, effetto delle numerose eruzioni di lava. Per questo cammino lungo 9 km è necessario essere in buona forma fisica ed essere preparati al progressivo cambiamento di altitudine perché dura sei ore e si arriva a un’altitudine di 1.194 metri. Se non si è interessati a raggiungere la cima a piedi, o magari si sta visitando la zona con la propria famiglia, è consigliato utilizzare l’auto o la funivia. In ogni caso, bisogna cercare di arrivare ai livelli superiori un po’ prima del tramonto per ammirare l’ombra che il vulcano getta su tutta l’isola: un’esperienza memorabile. Per godersi la vista all’alba, bisogna ottenere un permesso e soggiornare nel rifugio di Altavista, che si trova all’inizio della salita finale al cratere del Teide.

Le foreste di laurisilva di Anaga

A meno di un’ora di auto dal porto principale di Tenerife, Santa Cruz, si trova il Parco Rurale di Anaga. Un’escursione ideale attraverso questo esteso parco rurale deve includere il centro d’accoglienza di La Cruz del Carmen, sulla strada TF-1. A continuazione, una camminata per il sentiero di Las Vueltas de Taganana, per ammirare la frondosa laurisilva e il suo borgo storico, Taganana. Per riposarsi, non c’è niente di meglio che fare un tuffo e mangiare pesce fresco sulla spiaggia di Benijo o su quella del Roque de Las Bodegas.

San Cristobal de la Laguna

Vicino a Santa Cruz de Tenerife si trova l’antica Capitale, San Cristobal de la Laguna. Anche questo luogo è Patrimonio dell’Umanità ed è l’unico esempio di città coloniale non fortificata. Qui è stata fondata la prima università delle Canarie, così come la prima scuola superiore, diventando il fulcro intellettuale dell’arcipelago. Nel suo centro storico si trova la Cattedrale intitolata a Nuestra Señora de los Remedios, contemplato anche come santuario mariano. La costruzione risale al XVI secolo e l’elemento più emblematico è il campanile alto 28 metri in stile toscano che ricorda molto quello del Duomo di Torino. Qui si trova la campana più grande delle Canarie, oltre ad un battistero dell’epoca della Conquista. Nella piazza antistante, Plaza Doctor Olivera, si trova una statua dedicata a Giovanni Paolo II.

Il Museo Naturale e dell’Uomo

Tra le altre escursioni da fare a Tenerife e per conoscere meglio la cultura e la Storia dell’isola, è utile visitare il Museo Naturale e dell’Uomo, ospitato nell’edificio che prima era l’Ospedale Civile, ottimo esempio di architettura neoclassica. Al suo interno si possono trovare il Museo archeologico di Tenerife, l’Istituto Canario di Bioantropologia e il Museo di Scienze Naturali. Possiede la maggiore collezione esistente sulla cultura guanche, ovvero riguardante i primi abitanti dell’isola prima della conquista spagnola, oltre ad essere un riferimento mondiale in quanto alla conservazione delle mummie.

Itinerari in bicicletta a Tenerife

Non è facile percorrere Tenerife in bicicletta. La conformazione dell’isola rende le strade piuttosto ripide e adatte ai ciclisti più esperti.

La Ruta Garachico

Tuttavia, c’è un itinerario che darà molte soddisfazioni agli appassionati della due ruote, la Ruta Garachico – Erjos – Santiago del Teide – Masca – Buenavista – Garachico. Questo percorso ha un alto livello di difficoltà, con un percorso ripido e montuoso, adatto a ciclisti esperti di percorsi in montagna.

Al centro dell’isola, dove si erge il punto più alto di tutta la Spagna, il cono vulcanico del Teide, alto 3.718 metri, si trova un vero e proprio santuario per i ciclo-appassionati.

Da Los Cristianos a Playa Las Americas

Molto più fattibile è, invece, l’itinerario lungomare che va da Los Cristianos fino a Playa Las Americas proseguendo fino a Costa Adeje: è un percorso ciclabile ma anche pedonale di circa 6 km, con pochi attraversamenti e tratti in cui passano le auto. Il panorama è un susseguirsi di lunghe spiagge attrezzate di sabbia, ciottoli o scogli. Su tutto il tragitto ci sono bar, locali, ristoranti e negozi.

Cosa vedere a Santa Cruz de Tenerife

Santa Cruz de Tenerife è la Capitale di Tenerife. Intorno al porto si estendono ampi viali, piazze, spazi verdi, senza dimenticare i begli esempi di architettura modernista.

Il centro nevralgico della città, vicino al mare, è la plaza de España, sort a metà del XX secolo nel punto occupato in precedenza dal castello di San Cristóbal del XVI secolo.

Il carnevale di Santa Cruz de Tenerife

Il Carnevale di Santa Cruz de Tenerife è considerato uno dei più vivaci al mondo. È stata infatti dichiarata manifestazione di “Interesse Turistico Internazionale”: una grande festa che coinvolge città e villaggi con ritmi e balli che si avvicinano ai Carnevali sudamericani.

Al Carnival Queen Gala, la sfilata è un carosello di colore e allegria, con costumi pieni di piume e paillettes. Proprio i costumi possono arrivare a misurare più di tre metri di altezza e pesare fino a 400 kg per la ricchezza nelle decorazioni.

Le due giornate più importanti sono il giorno del “coso apoteosis”, un’emozionante sfilata di carri allegorici e gruppi folcloristici che si muovono al ritmo contagioso delle comparsas, gruppi di musicisti locali, e la tradizionale “sepoltura della sardina”, uno spettacolo irriverente, dove le donne fingono di piangere per la fine dei festeggiamenti.

Borghi e villaggi di Tenerife

A Nord dell’isola di Tenerife si trova Garachico, un borgo tipico canario fondato da un banchiere genovese alla fine del XV secolo. Si tratta di uno dei paesini più incantevoli dell’isola. La sua storia si può conoscere passeggiando per il centro storico, caratterizzato da un ricco patrimonio architettonico risalente ai secoli XVI e XVII. È uno dei centri storici artistici e meglio conservati e rappresentativi delle isole Canarie.

Il suo porto è stato il punto di riferimento nel traffico commerciale tra l’Europa e le colonie spagnole in America; la parte più antica è stata distrutta nel 1706 da un’eruzione vulcanica. Gli effetti più evidenti di questo fenomeno è El Caletón, una serie di piscine naturali formate dalla lava sulla costa della cittadina.

Cosa fare con i bambini a Tenerife

Spiagge kids friendly

Le spiagge catalizzano tutta l’attenzione dei bambini quando si va a Tenerife. Da non perdere per chi organizza una vacanza in famiglia sono Las Teresitas, El Camisón, Playa Jardín, La Arena e Playa del Duque, circondata da una passeggiata che la collega con più di otto spiagge vicine, dove si trovano alcuni degli hotel più noti delle Canarie. Anche le piscine naturali, come Bajamar, meritano una visita.

I parchi

Così come i parchi acquatici, compresi lo scenografico Siam Park, il più grande parco acquatico d’Europa che si trova che si trova ad Adeje, nel Sud dell’isola, con cascate, ponti, scivoli e un acquario pieno di squali, e l’Aqualand Costa Adeje con piscine, scivoli, castelli incantati e onde artificiali e che offre uno spettacolo di delfini premiato come migliore al mondo dall’Associazione Internazionale degli Istruttori di Animali Marini.

Il Loro Parque di Tenerife è celebre per ospitare la più grande collezione di pappagalli del mondo con oltre 300 specie. L’obiettivo del parco è la protezione e la conservazione degli animali in via di estinzione.

Balene e delfini

Ma Tenerife è sinonimo di “osservazione”. Al largo della costa dell’isola si possono ammirare delfini e balene che qui godono di un habitat incontaminato e sicuro e che l’International Marine Animal Trainers Association (IMATA) – associazione impegnata verso il rispetto di tutti gli animali – ha valutato come il migliore del mondo, mentre La Caldera de La Orotava, l’area ricreativa Ramón el Caminero e il famoso Monte del Agua sono aree ideali per dedicarsi al birdwatching insieme ai più piccoli.

Stargazing

Un’altra attività popolare a Tenerife è l’osservazione delle stelle, lo stargazing: ci sono splendidi punti panoramici nel parco nazionale del Teide, come il belvedere Llano de Ucanca o la vista dalla montagna Guajara.

Quando andare a Tenerife

Come in tutte le isole Canarie, anche Tenerife si trova in quella zona che vanta più ore di sole in Europa, più di 3.000. Ed è la posizione geografica a favorire giornate lunghe e piene di sole durante tutto l’anno.

Se però si deve scegliere il periodo migliore per andare a Tenerife, il consiglio è di prediligere i mesi che vanno da aprile a ottobre, mentre tra dicembre e febbraio sono considerati mesi di alta stagione in quanto durante questo periodo arrivano molti turisti sia spagnoli sia provenienti dai Paesi del Nord Europa che fuggono dai rigidi inverni.

Come arrivare a Tenerife

In aereo

L’isola di Tenerife è raggiungibile con voli diretti dall’Italia. L’aeroporto Tenerife Sud o Reina Sofía è il moderno aeroporto internazionale dell’isola a 10 km circa dalla Capitale, Santa Cruz de Tenerife, mentre nella zona Nord, Tenerife ospita un altro aeroporto, quello di Tenerife Nord o Los Rodeos, che concentra il traffico areo tra le isole, oltre a voli regolari sia nazionali sia internazionali ed è a 63 km dalla Capitale. I voli dall’Italia solitamente atterrano a Los Rodeos.

In nave

Si può arrivare a Tenerife anche in nave, partendo da una delle altre isole delle Canarie. Le linee marittime che collegano Tenerife alle altre isole occidentali come La Gomera, El Hierro e La Palma arrivano e partono dal porto di Los Cristianos, nella zona Sud dell’isola.

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Questa spiaggia ospita un affascinante relitto: la storia è incredibile

Tra i relitti più famosi della Grecia uno dei più impressionanti è quello della Dimitrios, una suggestiva nave da carico del XX secolo famosa per la sua pittoresca posizione sulla spiaggia di Valtaki, a pochi chilometri da Gythio. Tante le versioni sulla sua origine e su come si sia arenata nel punto in cui la si può ammirare oggi. C’è persino chi crede sia una nave fantasma. Quel che è certo è che lascia tutti i visitatori a bocca aperta, soprattutto per il mistero che l’avvolge.

Cosa si nasconde dietro il relitto della nave Dimitrios?

Precedentemente denominata Klintholm, la Dimitrios è una piccola nave da carico di 67 metri per 965 tonnellate di stazza, costruita in Danimarca nel 1950. Apparteneva per il 76,75% ai Fratelli Molaris e per il 23,25% ai Fratelli Matsinos e risulta iscritta al registro della Prefettura del Pireo, il porto commerciale di Atene, con numero 2707.

Dal 23 dicembre 1981, il relitto giace arenato sulla spiaggia di Valtaki (in greco Βαλτάκι), nell’odierno comune di Evrotas, nella Laconia, regione storica dell’antica Grecia. Come detto, girano molte voci sulle origini della nave e su come si sia arenata qui. Secondo una delle versioni più accreditate, sarebbe stata utilizzata per il contrabbando di sigarette tra la Turchia e l’Italia. Sarebbe quindi stata sequestrata dalle autorità portuali di Gythio e poi rilasciata e fatta trascinare dal mare fino alla spiaggia di Valtaki, a circa 5 chilometri dal porto della città storica nel Peloponneso meridionale. Sarebbe poi stata data alle fiamme per nascondere le prove del suo ipotetico utilizzo illegale. Un’altra voce, meno diffusa, parla invece di una nave fantasma di origini sconosciute.

Tuttavia, nel libro “Ta Navagia stis Ellinikes thalasses” (I relitti nei mari della Grecia) scritto dal viceammiraglio Christos Ntounis si racconta una storia diversa. Ntounis scrive, infatti, che la nave fece un attracco d’emergenza a Gythio il 4 dicembre 1980 perché il suo capitano aveva bisogno di accedere a un ospedale a causa di una grave malattia. Tuttavia, dopo l’attracco, sarebbero sorti problemi economici con l’equipaggio e vari problemi ai motori, con le compagnie di assicurazione e istituti di credito. L’equipaggio fu quindi licenziato e il compito di salvaguardare la nave fu assegnato a Georgios Daniil e Vasilis Parigoris.

La nave rimase ormeggiata a Gythio fino al giugno 1981, quando fu dichiarata non sicura a causa dell’usura delle cime e delle infiltrazioni d’acqua nello scafo. Le autorità portuali chiesero di spostare il punto di ancoraggio fuori dal porto per motivi di sicurezza, ma i proprietari non risposero fino al novembre 1981. Nel libro si legge che “alle 12:30 circa del 9 novembre 1981 la nave fu spazzata via a circa 2 miglia [nautiche?] di distanza [2.3 miglia; 3.7 km] a causa delle condizioni meteorologiche avverse e fu ancorata temporaneamente”. Ma l’ancoraggio temporaneo non durò a lungo, poiché la Dimitrios fu nuovamente spazzata via per arenarsi, infine, nella sua posizione attuale sulla spiaggia di Valtaki, a dicembre di quell’anno. La nave fu poi semplicemente abbandonata lì, dove giace da 42 anni, finendo annoverata tra le più suggestive attrazioni della Grecia.

La spiaggia di Valtaki, un angolo selvaggio da scoprire

Erroneamente indicata come Selinitsa, che è il nome di un’altra spiaggia adiacente, la spiaggia di Valtaki, situata a 5 km a nord di Gythio, è facilmente riconoscibile dal relitto adagiato a pochi metri dalla riva, visibile già dalla strada. Inutile dire che questa attrazione è perfetta da immortalare sui social. L’importante è non avvicinarsi troppo al relitto, poiché è a rischio crollo. Ad accogliervi in questo angolo selvaggio della Grecia ci sono una lingua di sabbia lunga e stretta e acque trasparenti, ideali per una nuotata in una location che regala suggestioni uniche.

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Lady Diana amava rifugiarsi in questo paradiso in Terra

Prende il nome da lei Princess Diana Beach, un angolo di paradiso in Terra dove Lady D amava rifugiarsi per fuggire dal resto del mondo e godersi la propria privacy, lontana da paparazzi e da occhi indiscreti.

Una spiaggia dalla sabbia rosa, su una piccola isola dove c’è poco o nulla: Barbuda. Oggi, sono i figli Harry e William a tornare di tanto in tanto sull’isola tanto amata dalla loro mamma, scomparsa tragicamente il 31 agosto del 1997 in un incidente d’auto.

Perché la spiaggia è rosa

Il motivo è molto semplice. Non si tratta di una semplice distesa di sabbia. La Princess Diana Beach è fatta di miliardi di conchiglie di dimensioni piccolissime, che stanno sulla punta di un dito. Non sono conchiglie rotte, certo ci sono anche quelle, ma microscopici gusci di molluschi di ogni tipo perfettamente intatti.

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Fonte: IPA

Una foto di Lady D con i figli a Barbuda

Nell’insieme, tutte queste conchigliette colorano la lunga battigia conferendole una sfumatura rosa davvero unica.

Questa è solo una delle 365 spiagge che si trovano nell’arcipelago di Antigua e Barbuda, una per ogni giorno dell’anno, tutte libere, anche quelle davanti agli hotel.

Cosa fare a Barbuda

Molto più piccola rispetto ad Antigua, l’isola di Barbuda, a poco più di un’ora di traghetto di distanza o 15 minuti d’aereo, è incredibilmente selvaggia, anche se non manca qualche chicca.

Oltre alla spiaggia preferita dalla Principessa Diana, ci sono molte altre splendide spiagge incontaminate dove stendere il proprio telo mare e gettarsi nelle acque cristalline e calde del Mar dei Caraibi.

E la Princess Diana Beach non è l’unica spiaggia di sabbia rosa perché c’è anche quella di Coral Bay. E poi c’è anche una zona costiera dall’aspetto primordiale, quella di Two Foot Bay Park, a Est dell’isola, dove ci sono caverne e fossili che si possono esplorare.

Si capisce che Barbuda è un paradiso terrestre perché questo è anche il luogo preferito dalle fregate, splendidi uccelli che si possono vedere a migliaia a Codrington Lagoon. Gli esemplari maschi, con la loro sacca gulare rossa che si gonfia fino quasi a esplodere durante il corteggiamento sono uno spettacolo da vedere durante un’escursione in barca che merita assolutamente.

Secondo i piani di sviluppo turistico anche Barbuda a breve dovrebbe accogliere molti più visitatori grazie all’apertura di un nuovo aeroporto, nuove proprietà e campi da golf. Al momento c’è un solo hotel ed è di proprietà nientemeno che di Robert De Niro.

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L’estate infinita del Principato di Monaco

Se non ne avete abbastanza di mare, tuffi, tintarella, aperitivi in spiaggia e serate tra amici, a due passi dall’Italia c’è il luogo che fa per voi.

Nel Principato di Monaco l’estate è infinita, o quasi. Grazie al clima mite, fino a ottobre inoltrato – e a volte anche più a lungo – si può ancora andare in spiaggia e fare vita di mare, senza tuttavia provare quella sensazione di abbandono di molte località di villeggiatura estive. Montecarlo, infatti, è una città di mare, con negozi, locali, ristoranti e attrazioni che non chiudono mai a fine stagione.

Trascorrervi una vacanza di fine estate o anche solamente un weekend è la migliore idea che si possa avere per sentirsi ancora un po’ in vacanza.

Ultimi tuffi al mare

La spiaggia del principato, il Larvotto, è una lunga lingua di sabbia dorata in pieno centro. La si raggiunge facilmente a piedi da ogni angolo della città, a piedi, in bicicletta (con il servizio di bike sharing), con gli autobus di linea o prendendo uno dei tanti ascensori che portano dai punti più elevati fin sul lungomare. La spiaggia è libera, ma ci sono anche alcuni stabilimenti balneari, con tanto di bar, ristorante e lounge per la sera.

Non lontano dal Larvotto, che sta subendo una trasformazione con il nuovo quartiere firmato da Renzo Piano, Mareterra, previsto epr il 2025, c’è una delle spiagge più deliziose e meno note di Montecarlo: la Caletta dei Pescatori. Qui l’acqua è cristallina, merito anche del fondale fatto di sassi che rendono il mare cristallino. È uno degli angoli più belli per chi cerca un po’ di tranquillità.

E poi c’è il Solarium, non una vera spiaggia, ma una piccola diga convertita in spiaggia all’altezza di Port Hercule ai piedi del Fort Antoine che domina Monaco alta. La caletta è libera e non sorvegliata ed è perfetta anche per una pausa relax e per nuotatori esperti.

Se queste sono tutte spiagge libere, non lo è la spiaggia del Meridien, accessibile comunque a tutti, a pagamento. La Meridien Beach Plaza è un’oasi di pace sempre al Larvotto, dove, oltre a prendere il sole sui lettini e pranzare al buffet, si possono fare anche sport acquatici. C’è anche una grande piscina a disposizione degli ospiti.

Le piscine top

Nel Principato ci sono tantissime piscine, molto frequentate dai più pigri d’estate e durante l’anno quando l’acqua del mare è troppo fredda per fare il bagno. La più famosa è quella che s’affaccia su Port Hercule, divenuta famosa grazie al Gran Premio di Formula Uno e per la vista sui super yacht sempre attraccati, una piscina olimpionica riscaldata con acqua di mare con lettini prendisole che d’inverno viene trasformata in pista di pattinaggio sul ghiaccio.

Poi ci sono le tante piscine degli hotel, oltre a quella del Meridien, alcune anche con la spiaggia. Come quella del Monte-Carlo Bay, uno degli alberghi più iconici del Principato, la cui piscina ha il fondo sabbioso e richiama i colori dell’acqua cristallina del Mediterraneo.

La più trendy è la piscina sul rooftop del Fairmont Monte-Carlo, la mitica Nikki Beach. Qui non ci sono lettini ma solo gazebo per stare più comodi pere sorseggiare un cocktail creato da un mixologist e rilassarsi con la musica del dj. Dalla piscina si può godere di una bellissima vista a 360 gradi del Principato. Questa terrazza è tra le più ambite durante il GP di Monaco.

La più glam però è la piscina olimpionica di acqua di mare del Beach, al confine con il Comune francese di Roquebrune-Cap Martin, la spiaggia frequentata dal bel mondo monegasco, inclusi i principi, sin dai tempi di Grace Kelly. Il suo leggendario trampolino ha fatto la storia del Principato di Monaco: realizzato nel 1929, ha accolto, nel corso degli anni, tutte le autorità, i professionisti e gli appassionati di tuffi. Grande fan ne è Stephanie di Monaco.

Cosa fare nel Principato di Monaco

Tantissime sono le cose che si possono fare a Montecarlo durante un weekend. Se partite subito, da non perdere assolutamente è la mostra “Monet – En pleine lumière” che si tiene al Grimaldi Forum solo fino al 3 settembre. Unica al mondo, l’esposizione comprende un centinaio di opere provenienti da collezioni private, alcune esposte raramente, e realizzate da Claude Monet durante i suoi soggiorni trascorsi tra la Costa Azzurra e la Liguria. C’è anche uno dei celebri dipinti realizzati nel borgo di Dolceacqua. La prima volta che l’artista venne sulla Riviera fu nel 1883, in compagnia dell’amico Pierre-Auguste Renoir. Ci tornò ancora nell’84 e nell’89 facendo tappa a Montecarlo, Roquebrune, Bordighera e Antibes.

Attraversata la strada, merita una visita anche il Nouveau Musée National de Monaco, l’NMNM (ex Villa Sauber), che ospita in una delle più belle ville Belle Époque rimaste nel Principato, mostre d’arte moderna, così come nell’altra sede del museo, Villa Paloma, sulle alture di Monaco nei pressi del Jardin Exotique.

Per immergersi nella magia del Principato di Monaco merita una vista il mitico Palazzo dei Principi, dove vive la famiglia reale, che da poco ha aperto al pubblico nuove sale con gli affreschi del tardo Rinascimento genovese. I visitatori possono fare un viaggio nel tempo, camminare tra i corridoi del Palais e visitare mostre temporanee.

Serate glam a Montecarlo

Il Principato è da sempre il luogo più cool della Riviera e frequentare locali e ristoranti è un must. Oltre ai già noti Sass Café, Cipriani, Café de Paris (in fase di ristrutturazione) e Buddha Bar, ce ne sono di nuovissimi per trascorrere serate modaiole.

Tra i più esclusivi c’è Le Club La Vigie del Monte Carlo Beach, proprio sulla punta estrema della penisola quasi in territorio francese.

Affacciato sulla spiaggia del Larvotto c’è poi Le Maona in stile Anni ’60, un po’ glamour e un po’ vintage, dove ascoltare anche della buona musica.

Altrettanto elitario, infine, è Les Ambassadeurs, il nuovo ristorante gourmet dell’hotel Métropole, a due passi dalla Place du Casino, che porta la firma dello chef Christophe Cussac.

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Fonte: ©B. Vergely

La Place du Casino a Montecarlo
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Questi aerei sorvolano (e sfiorano) una spiaggia caraibica

Quando parliamo di paradisi terrestri non possiamo non pensare a quelle distese di sabbia bianca e fina bagnate da un mare azzurro e cristallino. A quella tranquillità solitaria e quasi mistica, interrotta solo dai suoni della natura, che caratterizza in maniera straordinaria tutte quelle destinazioni che da sempre capeggiano le nostre travel wish list. Eden, questi, che per forme, lineamenti e colori sembrano quasi finti, ma che invece sono reali e raggiungibili con un volo aereo.

Ed è proprio su un areo che vogliamo viaggiare insieme a voi oggi, per raggiungere un luogo davvero incredibile dove i sogni si trasformano in realtà. La nostra destinazione è Sint Maarten, un Paese appartenente al Regno dei Paesi Bassi e situato a sud del Mare Caraibico.

Proprio qui, tra visioni mozzafiato e scorci di immensa bellezza, è possibile raggiungere un luogo davvero unico e uguale a nessun altro. Si tratta di una spiaggia caraibica che ogni giorno è sorvolata, e quasi sfiorata, da aerei di linea in partenza e in arrivo. Il suo nome e Maho Beach, ed è davvero la baia più particolare che abbiamo mai visto.

Benvenuti a Maho Beach

Il nostro viaggio di oggi ci conduce nel cuore dei Caraibi, propio lì dove tutti gli amanti della natura possono trascorrere del tempo in totale relax immergendosi in paesaggi naturali e bellissimi. Ci troviamo a Sint Maarten, una meta che non è del tutto nuova agli amanti dei paradisi terrestri. Ogni anno, infatti, migliaia di persone scelgono di raggiungere il territorio caraibico per vivere avventure nella natura con vista mare, ma anche per frequentare la fervente scena notturna che caratterizza le città dell’isola.

Sint Maarten è raggiungibile in aereo grazie al Princess Juliana International Airport. È proprio la presenza di questo aeroporto a caratterizzare in maniera univoca una delle più particolari spiagge dell’isola e forse del mondo intero. Stiamo parlando di Maho Beach, una distesa di sabbia bianca, bagnata da un mare dalle mille sfumature di blu, che ogni giorno è attraversata da aerei in arrivo e in partenza e che viene utilizzata da molti come osservatorio del traffico nel cielo.

Maho Beach

Fonte: iStock

Maho Beach

Osservare gli aerei da una spiaggia caraibica

Alzare gli occhi al cielo e ritrovarsi a poche centinaia di metri da un aereo in movimento: una visione? No, è Maho Beach. La spiaggia, una delle più frequentate e chiacchierate dell’isola di Sint Maarten, offre un’esperienza davvero unica che non è possibile replicare in nessun’altra parte del mondo.

La lingua di sabbia bianca, infatti, separa il mare dal Princess Juliana International Airport che dista appena un centinaio di metri dalla costa. Questo vuol dire che ogni aereo in partenza, e in arrivo, sorvola a bassa quota la spiaggia, quasi sfiorandola.

Proprio questa particolarità con gli anni ha trasformato Maho Beach in un’attrazione turistica, al punto tale che attraverso un altoparlante, ogni giorno, vengono comunicati gli orari di arrivo e di partenza dei velivoli, per permettere ai viaggiatori di mettersi in posizione e di ammirare da una distanza ravvicinata gli aerei in volo.

Quando l’aereo sorvola e sfiora la spiaggia provoca un forte vento creando delle onde davvero suggestive che negli anni hanno attirato anche gli amanti del windsurf.

Maho Beach

Fonte: iStock/Joel Carillet

Maho Beach
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Mahé, l’isola delle Seychelles che è un sogno a occhi aperti

Quando si pensa alle Seychelles le prime immagini che vengono in mente sono le spiagge esotiche, il mare cristallino e turchese, paradisi tropicali dove tenere a distanza lo stress e la routine di tutti i giorni.

Sono davvero isole meravigliose, tutte da scoprire e vivere e Mahé, l’isola principale dell’arcipelago, non fa eccezione.

Tuttavia, spesso i turisti la “ignorano” e la vedono soltanto come “punto di arrivo e di partenza” per via dell’aeroporto internazionale. Ma non è assolutamente così.

Mahé, infatti, invita a scoprire scorci di natura incontaminata, spiagge da sogno, distese d’acque, verdeggianti parchi e una capitale vivace e meta di shopping.

Conosciamola meglio grazie alle tappe salienti da mettere in lista.

Cosa non perdere a Mahé

Una visita a Mahé può iniziare da Victoria (o Port Victoria), una delle capitali più piccole del mondo, l’unica città vera e propria delle Seychelles che ha il suo fiore all’occhiello nel colorato mercato, il cuore pulsante tra profumi e prodotti tropicali.
Una passeggiata tra le bancarelle è un ottimo modo per immergersi appieno nella tipicità dell’isola e nello stile di vita degli abitanti: si svolge ogni mattina (tranne la domenica) lungo Street Market, via pedonale del centro.

Altrettanto suggestivo è il Giardino Botanico, realizzato agli inizi del Novecento per la coltivazione di piante esotiche e diventato Monumento Nazionale, oggi aperto al pubblico per ammirare la spettacolare flora endemica tra cui va menzionato il Coco de Mer, frutto Patrimonio UNESCO di una pianta che nasce spontanea soltanto sulle isole di Curieuse e Praslin.

Tappe successive sono la Cathedral of our lady of Immaculate Conception, l’Arul Mihu Navasakthi Vinayagar, piccolo ma favoloso tempio indù dalla torre monumentale (il gopuram) riccamente impreziosita da pregevoli sculture, e il Clock Tower, una curiosa riproduzione del celebre Big Ben.

E siamo appena all’inizio poiché Mahè è anche tantissima natura e offre indimenticabili percorsi per gli appassionati di trekking ed escursioni, in particolare nel cuore del Parco Nazionale del Morne Seychellois, la vetta più alta dell’arcipelago con i suoi 900 metri sul livello del mare.
Lasciata l’auto nei pressi del Mission Lodge (le rovine di una missione del XIX secolo), si possono imboccare i numerosi sentieri che conducono a punti panoramici e belvedere che tolgono il fiato: sono 12 i percorsi da trekking di varia complessità e lunghezza.

Ancora, da non perdere la Tea Factory, la fabbrica del tè edificata nel 1962, di Port Launay: i tour guidati consentono di apprezzare tutte le fasi di lavorazione del té come si svolgevano un tempo.

Le spiagge dove sognare a occhi aperti

Mahé è anche mare e spiagge da sogno: sono ben 65 lungo le sue coste!

La più rinomata e suggestiva è sicuramente Anse Intendance, di sabbia bianchissima e delimitata da rocce di granito, selvaggia e perfetta per i surfisti (in particolare da maggio a settembre).

Tra le più fotografate, anch’essa selvaggia, va citata Anse Bazarca, dove le onde sono alte e il mare profondo, nell’abbraccio della rigogliosa vegetazione tropicale, mentre tra le più apprezzate dai locali troviamo Anse Baleine, con acque poco profonde e onde basse.

Spettacolari sono poi Anse Boileau, lunga spiaggia di fine sabbia attrezzata con tutti i servizi e ideale per lo snorkeling, Anse aux Pins, non lontano dall’aeroporto, con servizi, ristoranti e negozi, Anse Bougainville, dalla preziosa barriera corallina, Anse a La Mouche, ottima per famiglie, e Anse aux Poules Bleues, dorata e poco frequentata.

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Una spiaggia caraibica in Europa: alla scoperta di Pedn Vounder

Per rilassarsi nella meravigliosa cornice di una spiaggia caraibica, non è necessario partire alla volta dei Caraibi o delle Mauritius e affrontare ore e ore di volo: anche l’Europa vanta, infatti, la sua spiaggia caraibica, nominata tra le prime 50 al mondo secondo la classifica a cura di Big 7 Travel, a fianco delle eccezionali spiagge delle località esotiche.

Si tratta di Pedn Vounder, nel cuore della Cornovaglia, incastonata tra le splendide scogliere di Treryn Dinas, una delle spiagge più incantevoli del territorio, un autentico gioiello che andrebbe visto con i propri occhi almeno una volta nella vita.

Alla scoperta di Pedn Vounder, Caraibi d’Europa

Acque cristalline e morbida sabbia finissima e candida: è così che si presenta Pedn Vounder, all’estremità orientale della baia di Porthcurno da cui, durante la bassa marea in primavera, si può giungere a piedi. In tutti gli altri casi, si regala dopo aver percorso un sentiero tortuoso con vedute che lasciano senza parole.

Il promontorio a est è il luogo in cui si trova la famosa Logan Rock, un blocco rettangolare di granito che pesa circa 70 tonnellate e che può essere fatto oscillare avanti e indietro da una persona.

Insomma, una meta unica nel proprio genere, un tempo “spiaggia segreta” che, oggi, è una delle più apprezzate della Cornovaglia, salita alla ribalta sui giornali e, così, desiderata dalla maggior parte dei turisti che si trovano in zona.

Il mare limpidissimo e turchese invita a rigeneranti tuffi e nuotate, ideale per lo snorkeling, e la baia è un vero spettacolo, incastonata tra scogliere rocciose, uno capolavoro della natura che ha fatto anche da location cinematografica nella prima serie dello show televisivo di successo Poldark.

È la destinazione perfetta per chi desidera rilassarsi e staccare dalla frenetica vita di tutti i giorni e trascorrere momenti preziosi e indimenticabili ammirando la bellezza incredibile del paesaggio.

Cosa sapere per godersi appieno la spiaggia caraibica in Europa

Ecco alcuni consigli per visitare in totale sicurezza e serenità la remota Pedn Vounder.

Dove parcheggiare

Arrivando in auto, sono due i parcheggi tra cui scegliere ed entrambi prevedono una passeggiata per raggiungere la spiaggia: uno è a Porthcurno (leggermente più lontano) mentre l’altro si trova nel villaggio di Treen, più vicino al litorale.

Il periodo migliore

Per godersi appieno Pedn Vounder è importante informarsi sugli orari delle maree poiché, inevitabilmente, quando la marea è alta vi è meno spiaggia.

Altro aspetto da tenere in considerazione è l’affollamento. Infatti, siccome è diventata così famosa, la spiaggia è molto gettonata: meglio andare al mattino presto oppure verso la fine della giornata.

Ci sono strutture sulla spiaggia di Pedn Vounder?

La spiaggia è immersa totalmente nella natura e non dispone di servizi igienici, bar o negozi, per cui occorre portare con sé tutto ciò di cui si ha necessità.

È comunque presente un bagno vicino al parcheggio Treen.

Come arrivare alla spiaggia di Pedn Vounder lungo il sentiero della costa sud-occidentale

Parcheggiando a Treen, prendete il sentiero di fronte ai servizi igienici appena fuori dal parcheggio: sono circa 10 minuti a piedi fino alla spiaggia.

Considerato il terreno, è consigliabile indossare scarpe da ginnastica o da trekking.