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Le location della serie Netflix “Cent’anni di solitudine”

In arrivo su Netflix una nuova serie che si preannuncia come un viaggio entusiasmante: si tratta della trasposizione del celebre romanzo di Gabriel García Márquez “Cent’anni di solitudine” che gli valse il Premio Nobel per la letteratura nel 1982.

Un’impresa di grande portata che, in modo simile al libro, condurrà gli spettatori nel leggendario e cangiante macrocosmo di Macondo, il mitico villaggio sperduto in mezzo alle paludi.

Il cast e la regia della serie Netflix

La regia della serie Netflix “Cent’anni di solitudine” è stata affidata ad Alex García López, noto per aver lavorato in Daredevil e The Witcher, e a Laura Mora, la regista di Los reyes del mundo.

Il cast, davvero ampio, vede la presenza, tra gli altri, di Susana Morales, Claudio Cataño, Ella Becerra e Jerónimo Barón.

L’ambientazione e il contesto

Nel corso del libro (e della serie) si susseguono le vicende della famiglia Buendía per un intero secolo mentre i personaggi affrontano amori proibiti, guerre, follia, nascite traumatiche e, in particolare, una maledizione che li condanna alla solitudine.

I Buendía appaiono, così, di generazione in generazione, dal capostipite José Arcadio ad Aureliano Babilonia, con eventi che vanno dalla scoperta del ghiaccio alle pergamene decifrate dello zingaro Melquiades.

La loro storia inizia nel momento in cui José Arcadio Buendía e Úrsula Iguarán, cugini, si sposano nonostante il parere contrario delle famiglie e lasciano il villaggio per costruire una nuova casa. I loro discendenti nascono con un destino che sembra ineluttabile, legato in maniera indissolubile al villaggio di Macondo, isolato tra le paludi, simbolo della condizione umana.

Gli eroi maschili appaiono solitari, tragici e destinati alla sconfitta mentre le figure femminili si ergono sagge, piene di vitalità, affascinanti e solide.

Le location di “Cent’anni di solitudine”

I 16 episodi di “Cent’anni di solitudine” (la cui data di debutto non è ancora stata rivelata) rappresentano una delle produzioni più ambiziose mai realizzate in America Latina e sono stati girati in lingua spagnola (con il supporto della famiglia Márquez).

In attesa di vedere la serie e scoprire i luoghi specifici che hanno fatto da sfondo alle vicende narrate nel romanzo apprezzato a livello internazionale, quello che finora sappiamo con certezza è che è stata filmata in Colombia, al cospetto dei vasti e straordinari paesaggi di questo meraviglioso Paese.

Infatti, non è un caso che trovandosi a viaggiare in Colombia ci si innamori a prima vista, colpiti anche da un’offerta turistica che lascia senza fiato: dall’Amazzonia al deserto, dai luoghi coloniali alle moderne città, passando per le favolose spiagge caraibiche fino a città e siti che pullulano di storia antichissima.

Sono davvero panorami unici che racchiudono in sé scenari geografici opposti e che restituiscono, di conseguenza, contrasti di migliaia di colori: l’azzurro del mare, il bianco dei litorali, le cime innevate della Ande e, ovviamente, il verde della foresta amazzonica.

La Colombia, insomma, si fa amare per la bellezza disarmante del paesaggio e della natura rigogliosa, lussureggiante e selvaggia, per angoli incontaminati come il Cabo de la Vela e Punta Gallinas dove il deserto incontra il mare, il litorale del Mar dei Caraibi, le piantagioni di caffè, i vulcani, i siti archeologici precolombiani e città tutte da vivere tra eventi, festival e mercati.

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Come far stare tranquilli i bambini in aereo? I trucchi degli assistenti di volo

Se noi adulti siamo dotati di filtri che ci permettono di gestire (la maggior parte delle volte) le nostre emozioni in pubblico, così non è per i bambini: spesso le loro reazioni possono essere imprevedibili e bisogna partire preparati quando si devono affrontare situazioni particolari. Proprio come quella di un viaggio in aereo.

Quali sono i trucchi degli assistenti di volo per fargli vivere un viaggio sereno? E, di conseguenza, che lo sia anche per i genitori e gli altri passeggeri? Perché, per quanto i bambini siano meravigliosi, è vero che sentirli piangere, gridare o lamentarsi per ore può diventare sfiancante per tutti.

Ma ci sono delle soluzioni per affrontare un volo con lo spirito giusto, partendo già preparati per gestire ogni momento di noia o di stanchezza dei viaggiatori più piccini. I trucchi più utili degli assistenti di volo per far stare tranquilli i bambini in aereo.

Volare con i bimbi, i migliori trucchi degli assistenti di volo

La vacanza è stata pianificata nel dettaglio: location, trasporti, soggiorno. Le valigie sono pronte, pensate in ogni più piccolo dettaglio. I documenti sono a posto. Non resta altro da fare che partire e affrontare il volo, cosa che potrebbe dare qualche pensiero se si viaggia in compagnia di uno (o più) bambini.

Ma ci sono dei trucchi, a metterli nero su bianco era stata un’assistente di volo che li aveva raccontati al magazine Travel and Leisure. Nello specifico hostess e stewart cercano di prevenire le lamentele degli altri passeggeri regalando ai piccoli passeggeri qualche gioco che li aiuti a distrarsi durante il viaggio.

Molte compagnie, ad esempio, offrono pennarelli e album da colorare: si tratta di un’attività che molti bimbi apprezzano e che li può aiutare a distrarsi. Per evitare il male alle orecchie invece, che è causato dalla pressurizzazione, si possono far sbadigliare o soffiare mentre tappano le orecchie. Per i più piccoli un ottimo metodo è quello di succhiare un ciuccio o un biberon.

Se, però, ai bambini fanno comunque male le orecchie, si può chiedere una tazza di acqua tiepida agli assistenti di volo: se si immerge un fazzoletto e lo si mette sulle orecchie sentiranno meno dolore.

Vale anche la pena fare qualche passeggiata con loro per l’aereo, quando sono stati seduti troppo a lungo. Spiegandogli in anticipo che poi dovranno tornare a sedersi.

Cosa portare da casa se si vola con un bambino

Oltre a ciò che può essere fornito dagli assistenti di volo, ci sono anche alcuni oggetti che si devono portare con sé in valigia se si viaggia con dei bambini. Non può mancare, ad esempio, il loro gioco preferito, quello che vogliono avere sempre, soprattutto per la nanna. Potrà essere un valido supporto, in caso di tratta molto lunga, per farli addormentare.

Anche se sui voli c’è spesso la possibilità di vedere dei film, prima di partire si potrebbe pensare di avere i loro preferiti su un tablet o un pc portatile così da avere la sicurezza di riuscire a distrarli un po’ durante il volo. E poi libri, magari da leggere insieme, e piccoli giochi tra quelli che usano di più. Per i più grandi anche un gioco di società portatile da fare tutti insieme.

Come preparare i bambini al viaggio

Ci sono anche degli utilissimi trucchi per preparare i bambini al viaggio, nel periodo che precede la partenza. A suggerirne uno è nuovamente Travel and Leisure che ci spiega che potrebbe essere una buona idea prepararli al volo già a casa, magari sfidandoli a stare seduti per un certo tempo, impegnandosi in determinate attività, le stesse che potrebbero fare durante il viaggio.

A Dove, invece, una psicoterapeuta dell’età evolutiva ha spiegato che prima della partenza si può iniziare a raccontare ai nostri figli qualche dettaglio del viaggio: dettagli interessanti dal punto di vista organizzativo ma anche le cose più divertenti del volo. E coinvolgerli nella scelta di cosa portare con sé per divertirsi.

Questi consigli non potranno evitare del tutto capricci o lacrime, ma sono senza dubbio una valida traccia da tenere a mente quando si sale su un aereo con i propri figli.

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Viaggiare in aereo: i posti migliori in cui sedersi

Dovete partire per il prossimo entusiasmante viaggio, che sia in riva a spiagge esotiche, in una grande città d’arte oppure immerso in paesaggi naturali, e per raggiungere la meta dovete prendere l’aereo. Al momento dell’acquisto o durante la fase di check-in, in molti casi potrete scegliere il vostro posto a sedere durante il volo, ma la domanda è sempre la stessa: quali sono i posti migliori in cui sedersi su un aereo? Ecco la nostra guida alla scelta del posto più adatto alle vostre esigenze.

Quali posti a sedere scegliere in aereo

È una delle domande più gettonate quando ci si appresta a scegliere i posti a sedere in aereo per il prossimo viaggio: quali sono i migliori? Meglio sedersi davanti, affacciati al finestrino, sul corridoio oppure sul fondo? Sebbene alcune zone dell’aereo siano più comode di altre, la scelta dei posti in aereo è spesso molto soggettiva e varia in base alle proprie esigenze: c’è chi preferisce ammirare il mondo dall’alto vicino al finestrino, chi si alza spesso, chi vorrebbe dormire o chi ha paura di volare o delle turbolenze.

Posti anteriori o posteriori: quali sono i  migliori

La prima distinzione, nell’insieme dei posti a sedere di un aereo, è tra quelli anteriori e quelli posteriori, prendendo la zona delle ali come linea divisiva.

Generalmente, la parte anteriore degli aerei a fusoliera larga (wide-body) e a fusoliera stretta (narrow-body) è più silenziosa rispetto a quella posteriore. Si trova infatti dietro ai motori, risultando quindi più rumorosa, e tende anche a subire maggiormente le fluttuazioni dovute alle turbolenze. I posti a sedere posteriori sono infatti sconsigliati per coloro che soffrono maggiormente le turbolenze dell’aereo durante il viaggio. Per loro i posti migliori sono quelli all’altezza delle ali, dove tipicamente si sentono meno i movimenti bruschi del velivolo.

Posto corridoio, centrale o posto finestrino?

Ma veniamo a un’altra domanda che spesso ci si pone prima di prendere un volo: sono meglio i posti affacciati al finestrino, quelli centrali oppure quelli sul corridoio?

In linea generale, il posto centrale è il meno ambito. Infatti ogni volta che ci si vuole alzare per andare al bagno o semplicemente si intende sgranchirsi le gambe è necessario far alzare anche il passeggero al nostro fianco, oppure scavalcarlo. Inoltre, nel posto centrale non c’è molta possibilità di movimento, poiché non ci si può appoggiare alla parete laterale dell’aereo per dormire e non si può nemmeno distendersi con le gambe nella corsia di passaggio.

Il posto finestrino, invece è uno dei preferiti dai viaggiatori, per più ragioni: è ideale per coloro che vogliono dormire durante il volo, potendo contare sull’appoggio laterale dato dalla parete del mezzo e sul fatto che non si verrà disturbati da coloro che devono alzarsi, ma è perfetto anche per scrutare il mondo dall’alto e ammirare panorami mozzafiato. Il posto finestrino è meno adatto, invece, a coloro che soffrono di vertigini e hanno paura di altezze così importanti, oltre a essere sconsigliato a persone che si alzano spesso per andare al bagno o per camminare (poiché disturberebbero le persone al loro fianco).

Il posto corridoio, infine, è ideale per coloro che si alzano più volte durante il volo e per chi vorrebbe più spazio per potersi allungare, di tanto in tanto, e sgranchire le gambe. Coloro che hanno paura di volare potrebbero scegliere questo posto, meglio se nelle file anteriori in modo da avere tutto sotto controllo ed essere vicini al personale di bordo per qualsiasi esigenza. Di contro, quello sul corridoio è anche il posto in cui si viene maggiormente disturbati dagli altri viaggiatori nella fila se si alzano più volte durante il tragitto. Anche il passaggio di altre persone o del carrello di servizio lungo il corridoio potrebbe disturbare passandoci vicino.

I posti meno ambiti e come scegliere quelli migliori

Ma quali sono i posti meno ambiti in un aereo, al di là che siano centrali, sul corridoio o affacciato al finestrino? Secondo le esperienze di viaggio di numerosi viaggiatori, i posti “peggiori” sono quelli vicino alla cucina e alla toilette, sia per una questione di odori e di rumori che possono dare fastidio, sia per il continuo passaggio di persone che si reca in queste zone del velivolo, tra personale di bordo, passeggeri che vogliono sgranchirsi le gambe o che devono andare al bagno.

Per molti, invece, i posti migliori sono quelli corrispondenti alle vie d’uscita dell’aereo, che hanno uno spazio extra per le gambe. In queste sedute il passaggio delle persone che si alzano disturba molto meno e spesso non ci si deve nemmeno alzare per permettergli di raggiungere il corridoio. Anche i posti bulkhead (ovvero quelli che hanno frontalmente quei separatori tra classi o tra le zone di stazionamento del personale di bordo) hanno maggior spazio, sebbene si trovino vicino ad aree dove è più facile che la gente tenda a sostare, disturbando. Quelli con maggiore spazio sono anche i posti che solitamente sono più costosi, proprio per il maggior comfort dato ai passeggeri.

Secondo le esperienze degli assistenti di volo e dei blogger di viaggio, per trovare il posto perfetto bisognerebbe tenere conto (anche) del tipo di aereo scelto perché la struttura può variare e con le anche la disposizione dei sedili all’interno del velivolo. Sebbene in linea di massima le aree più comode rimangono quasi invariate, in certi aerei alcune file risultano migliori di altre.

Ad esempio, se salite su un Airbus, il posto perfetto è dall’1A all’1F, ossia in prima fila e vicini al finestrino. In questa zona infatti si ha maggiore spazio per stendere le gambe, si è più vicini alla toilette e si ricevono per primi pasti e bevande. I posti peggiori invece si trovano nell’ultima fila, dove si ha poca possibilità di reclinare il sedile, c’è meno spazio (per il fatto che la struttura dell’aereo si restringe) e c’è molto più rumore. Nei Boeing 777, invece, solitamente le prime file sono riservate alla Business Class, mentre in Economy sono da evitare soprattutto i posti centrali e quelli che si trovano sulla coda dell’aereo.

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Come pagare a Dubai: prelevare dal bancomat o cambiare gli euro?

È una città affascinante in cui l’uomo ha dato vita ad architetture incredibili: Dubai. Un luogo dei record dal fascino irresistibile, dove la modernità dei grattaceli, dei resort e degli imponenti centri commerciali, si fonde con le tradizioni.

State programmando un viaggio a Dubai e vi state informando su cosa visitare, dove andare a fare shopping o gustarvi una deliziosa cena, ma vi chiedete anche come pagare e che moneta si usa a Dubai? Ecco tutto quello che c’è da sapere per il prossimo viaggio nella città degli Emirati Arabi Uniti.

Come pagare a Dubai: che moneta si usa

La moneta ufficiale di Dubai, e più in generale di tutti gli Emirati Arabi, è il dirham. La sua sigla è AED: AE sta per Arab Emirates, e D per Dirham. Fu introdotta nel 1973 per sostituire il riyal e (dal 1996) ed è oggi diffusa in tutta l’area. Le sue banconote hanno tagli da 5, 10, 20, 50, 200, 500 e 1000, e il suo tasso è vincolato al dollaro statunitense.

Ma come è meglio pagare a Dubai? Prelevando i contanti allo sportello, pagando direttamente con bancomat e carte di credito, oppure cambiando gli euro in dirham? Ecco alcuni consigli.

Pagare a Dubai: prelevare dal bancomat o pagare con le carte

Anche se è possibile cambiare gli euro in dirham, tramite i numerosi uffici di cambio disseminati in città, è molto più comodo utilizzare la carta di credito e il bancomat, soprattutto per prelevare. È questa la soluzione di pagamento solitamente più consigliata per effettuare pagamenti a Dubai.

La maggior parte delle banche presenti in città dispone, infatti, di sportelli bancomat che accettano pressoché tutte le carte di credito: American Express, Cirrus, MasterCard, Global Access, Plus System, Visa. Sebbene siano collegati a una particolare banca, gli sportelli fanno tutti parte di una rete centrale che permette di effettuare transazioni con l’aggiunta di un piccolo sovrapprezzo.

Gli sportelli bancomat, nella città delle esagerazioni, non mancano di certo. Si trovano anche nei centri commerciali (e a Dubai ce ne sono davvero moltissimi), nei supermercati più riforniti, nelle stazioni di servizio e in aeroporto.

Sebbene i bancomat a Dubai non addebitano commissioni sui prelievi, è probabile che la tua banca ti faccia pagare delle commissioni sul prelievo per il cambio valuta estero. Tali commissioni variano per ogni banca, per cui è consigliato informarsi presso il proprio istituto di credito prima della partenza. Ad ogni modo, i tassi di cambio impiegati per il prelievo di contanti sono generalmente competitivi: solitamente questo è il modo più conveniente per reperire contanti in dirham, in modo da pagare nella moneta locale durante la permanenza, senza ulteriori sovrapprezzi.

Pagare con bancomat e carte di credito a Dubai

Un’alternativa al prelievo di contanti in dirham è l’uso del bancomat (ossia la carta di debito) o della carta di credito direttamente per il pagamento. Queste sono accettate un po’ ovunque: ristoranti, grandi negozi, hotel, per fare alcuni esempi. Attenzione, invece ai negozietti più piccoli (ed economici) o ai suk, nei quali spesso, invece, sono accettati solamente i contanti. In certi casi vengono accettati anche gli euro o i dollari in contanti, ricevendo poi il resto nella valuta locale.

Pagando direttamente con il bancomat, è importante fare attenzione alla scelta della valuta con la quale si viene addebitati: se si sceglie la nostra valuta, l’euro, il tasso di cambio utilizzato sarà più sfavorevole, mentre scegliendo di essere addebitati con la valuta locale, il dirham, il tasso di cambio sarà quello medio di mercato, quindi più favorevole.

Cambiare i contanti: dall’euro al dirham

L’ultima alternativa, ma meno consigliata, è quella di recarsi a Dubai con gli euro, per poi cambiarli una volta arrivati lì. È possibile recarsi alle banche o agli uffici di cambio disseminati per la città. È importante però sapere che i tassi di cambio utilizzati negli aeroporti, nelle stazioni ferroviarie, nei grandi hotel o nelle attrazioni turistiche, sono ben poco convenienti perché spesso si discostano molto dal tasso medio di mercato. Diversamente, gli uffici di cambio più favorevoli sembrano essere quelli collocati all’interno dei centri commerciali. Ad ogni modo è consigliato evitare gli uffici di cambio e, se possibile, pagare sempre direttamente con la carta.

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Crociere low cost: la promozione per un viaggio all inclusive

Sono sempre più numerosi i turisti che scelgono la crociera per le proprie vacanze. Salpare verso destinazioni sconosciute, godendosi giorni di navigazione in mare aperto e assaporando il lusso, per poi fare qualche escursione in città meravigliose: tutto ciò è sicuramente entusiasmante. Ma i costi, a volte sono proibitivi. Costa Crociere ha deciso così di lanciare una promozione all inclusive davvero speciale, su moltissimi dei suoi itinerari più richiesti. Scopriamo qualcosa in più.

Costa Crociere: la promozione all inclusive

Pagare una sola volta per poi non doversi più preoccupare delle spese: è questa la strategia adottata da Costa Crociere, per invogliare i passeggeri a vivere una delle loro esperienze più belle. La promozione all inclusive è proprio ciò di cui i turisti più “pigri” hanno bisogno, per avere tutto a portata di mano. In cosa consiste? Semplicemente, prenotando una vacanza entro il 31 maggio 2024 sarà possibile avere la cabina con pensione completa e il pacchetto My Drinks, comprendente bevande illimitate tutti i giorni – nonché tutte le spese accessorie come le tasse portuali, le quote di servizio e il volo (dove previsto). Le tariffe partono da appena 699 euro a persona, per una vacanza da sogno.

Inoltre, chi è ormai un cliente fidelizzato può sfruttare un doppio vantaggio: i soci Costa Club avranno, accanto all’offerta all inclusive, la possibilità di aderire alla Promo C|Club. Fino al 13 maggio 2024, i viaggi prenotati su un’ampia selezione di partenze riserveranno doppi punti “crociera”. Questa promozione sarà cumulabile con gli sconti dedicati fino al 20% e tra gli altri vantaggi di cui usufruire c’è la possibilità di un cambio data partenza gratuito in caso di inconvenienti. Ma quali sono gli itinerari che i soci e gli altri passeggeri possono prenotare, sfruttando la promozione?

Gli itinerari di Costa Crociere in promozione

Costa Crociere propone un ampio ventaglio di vacanze bellissime tra cui scegliere, approfittando della promozione all inclusive. Ci sono le crociere di 8 giorni nel Mediterraneo occidentale, per chi ama le vivaci città portuali di Italia, Spagna e Portogallo. Le partenze, a bordo di Costa Smeralda, Costa Toscana e Costa Pacifica, sono previste dai porti di Genova, Savona, Napoli, Cagliari, Civitavecchia e Palermo.

C’è poi l’opportunità di esplorare il Mediterraneo orientale, con le sue atmosfere più calde ed esotiche: a bordo di Costa Fascinosa e Costa Deliziosa, si partirà da Venezia-Marghera, Bari, Taranto e Catania. Chi vuole approfittare delle novità di stagione, può scegliere Costa Fortuna: la crociera di 8 giorni prevede la navigazione in Grecia e Turchia, con volo incluso. O ancora Costa Fascinosa, con il suo itinerario di 8 giorni per scoprire Grecia e Malta.

Un’altra meta particolarmente apprezzata, soprattutto da chi non teme il freddo, è il Nord Europa. Costa Favolosa partirà da Amburgo con tre diversi itinerari, dai 13 ai 22 giorni: si dirigerà verso Capo Nord, le isole Lofoten, l’Islanda e la Groenlandia. Spazio anche alla Scozia, con la nuova crociera di 8 giorni. Infine, Costa Diadema partirà da Copenhagen e Kiel per andare alla scoperta dei fiordi norvegesi e del famoso sole di mezzanotte, con itinerari di una settimana. Sono naturalmente inclusi i voli, in partenza da ben 14 aeroporti italiani.

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Ryanair: check-in online gratis fino a 24 ore prima. Poi si paga

Avete in programma un viaggio con Ryanair? Attenzione al check-in: sono poche le ore a disposizione dei viaggiatori per effettuarlo senza sovrapprezzo.

Le regole delle varie compagnie aeree, così come di Ryanair, sono cambiate nel corso degli anni, accorciando sempre più il tempo disponibile per fare il check in online gratuito. Questo però vale solo per coloro che non hanno riservato, pagandolo, un posto a sedere, oppure per chi, in fase di acquisto, ha optato per la tariffa Basic e non uno dei pacchetti offerti dalla compagnia aerea: Regular, Plus, Family plus, Flexi plus.

Ma rispondiamo alla domanda più gettonata prima di un viaggio aereo: il check-in Ryanair quanto tempo prima si deve fare? E cosa succede se non lo si fa in tempo?

Check-in online gratuito di Ryanair: come farlo e quanto tempo prima

Se dovete fare il check-in Ryanair, ma non sapete quanto tempo prima va fatto e come funziona, ecco tutte le informazioni per chiarirvi le idee.

Coloro che non hanno precedentemente scelto i posti a sedere, pagandoli, oppure non hanno acquistato uno dei pacchetti Ryanair (che comprendono bagagli, fast track e scelta delle sedute) devono effettuare il check-in online a partire da 24 ore e fino a 2 ore prima del volo. In questo modo non si paga alcuna penale e il posto verrà assegnato casualmente dalla compagnia aerea.

Coloro che invece hanno già acquistato anche il posto a sedere, possono effettuare il check-in online a partire da 60 giorni e fino a due ore prima del volo. Attenzione, però hai voli che comprendono andata e ritorno: il check-in deve essere fatto entro i 60 giorni precedenti la partenza per entrambi i voli.

Come fare il check-in online con Ryanair? È molto semplice. Ci si deve recare sul sito web o sull’app mobile ufficiale della compagnia aerea. Una volta effettuato l’accesso con il proprio account, si devono inserire i dettagli della prenotazione e seguire i passaggi guidati per concludere con successo l’operazione.

Check-in in aeroporto e costi aggiuntivi

Ma cosa succede se non dovessi effettuare in tempo il check-in online? Si paga una penale? Se non si riesce a fare il check-in entro le due ore prima della partenza, lo si può effettuare in aeroporto fino a 40 minuti prima del volo. Attenzione però, perché questa operazione comporta il pagamento di un supplemento di 55 euro a persona (è invece gratuito se si è in possesso di un pacchetto Plus o Flexi plus). Un esborso che potrebbe pesare duramente sul costo del viaggio, soprattutto se si è una famiglia con più viaggiatori.

Se invece volete optare per la scelta del posto, con la possibilità di fare il check-in da 60 giorni prima del volo, ecco le tariffe operate dalla compagnia low-cost: si parte da un range di 4,5-15,50 euro per i posti normali (centrali e sul fondo), passando a un intervallo di 7-21 euro per i posti nelle prime file, e fino a un costo dagli 11 ai 33 euro per i posti con spazio extra per le gambe. I posti a sedere possono essere acquistati singolarmente nel momento dell’acquisto oppure successivamente e anche durante la fase di check-in online. Tendenzialmente, i prezzi per l’acquisto del singolo posto a sedere aumentano, all’interno del proprio range, man mano che ci si avvicina alla data e all’orario di partenza del volo.

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Nasce una nuova compagnia di navigazione, con incredibili viaggi di lusso

Il comparto delle crociere di lusso amplia la sua offerta grazie a una nuova compagnia di navigazione che promette viaggi esclusivi, unici e all’avanguardia, all-inclusive, per far vivere ai passeggeri esperienze memorabili in luoghi magici all’insegna del comfort più assoluto e di un servizio squisito e innovativo.

Si tratta della spagnola Alma Cruceros, con base a Malaga, che inaugurerà la propria attività il 18 aprile 2025 grazie alla straordinaria nave boutique Ocean Victory.

Ocean Victory, la quintessenza delle crociere luxury

Costruita nel 2021, Ocean Victory finora è stata impiegata nel Sud dell’Argentina e in Antartide per conto di Albatros Expedition: giungerà in Spagna con la formula del “noleggio estivo a lungo termine” per navigare tra aprile e ottobre.

A inaugurare la sua nuova avventura sarà una crociera tra Las Palmas de Gran Canaria e Malaga, seguita poi da itinerari da una a due settimane, con soste alle Canarie, in Nordafrica e nel Mediterraneo occidentale.

Oltre a Ocean Victory “in prestito” dal proprietario SunStone, Alma Cruceros ha l’obiettivo di includere altre navi di lusso in futuro.

Ma adesso è il momento di apprezzare cotanta meraviglia, una nave incredibile che vanta 93 cabine doppie, esterne e quasi tutte con balcone, in grado di accogliere ben 186 ospiti.
Dotata delle tecnologie più all’avanguardia in fatto di sicurezza e comunicazione, vedrà a bordo oltre 100 membri di equipaggio e si conferma come una nave “sostenibile” per l’ambiente poiché fornita di motori ibridi e altre caratteristiche tecniche innovative.

Di colore blu, dispone di spa, palestra, piscina, numerose sale per svago e spettacoli, store, solarium, vasche idromassaggio e quattro ristoranti. L’ambizione è quella di proporre una felice combinazione tra crociera tradizionale e yatch privato.

In più, l’idea è quella di pensare i servizi, la gastronomia, la musica, l’intrattenimento e la vita notturna a bordo “secondo il gusto degli spagnoli” e che la lingua di riferimento sia, appunto, lo spagnolo, anche per quanto riguarda l’equipaggio, a differenza delle crociere delle compagnie anglosassoni, dove l’inglese è la lingua abituale data la diversa provenienza dei passeggeri.

Le parole di soddisfazione del socio fondatore e presidente

Il socio fondatore e presidente di Alma Cruceros Elisardo Sánchez mira a creare uno stretto legame con Malaga e l’Andalusia in generale: per questo motivo, Ocean Victory solcherà itinerari che comprenderanno tutti i porti andalusi come Cadice, Siviglia, Almería, Huelva o Motril, oltre a Malaga.

Vogliamo trasformare il settore delle crociere in Spagna perché creiamo un prodotto unico, esclusivo e sofisticato” ha dichiarato Sánchez che ha poi aggiunto “Ci rivolgeremo al mercato spagnolo e al mercato americano, in particolare. Vogliamo che la nave sia un punto d’incontro per spagnoli, argentini, cileni, colombiani, peruviani o messicani, ma anche per la comunità ispanofona degli Stati Uniti“.

I biglietti per le sfarzose crociere della nuova compagnia spagnola saranno in vendita ufficialmente da giugno. “Siamo molto fiduciosi e ansiosi di poter riempire rapidamente le prime crociere e addirittura di poter usufruire di una lista d’attesa” ha concluso il presidente con la speranza che la proposta attiri l’interesse di tutti quei viaggiatori che cercano un’esperienza unica a bordo di una nave da crociera.

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Pista ciclabile del Lago di Garda: le tappe del percorso attorno al Benaco

La pista ciclabile del Lago di Garda è un percorso suggestivo tra montagne e lago, lungo paesaggi incantevoli punteggiati da borghi medievali, limonaie e distese di oliveti e vigneti. Un viaggio attraverso le tre province che si dividono il Benaco (l’altro nome del Lago di Garda): Brescia, Trento e Verona.

Sebbene alcuni tratti siano da percorrere sulla Strada Gardesana, l’itinerario che compie il giro del Lago di Garda è composto anche da numerose piste ciclabili e ciclopedonali che permettono di godere in sicurezza del viaggio sulle due ruote.

Il giro del Lago di Garda in bicicletta

In totale sono 140 chilometri di un percorso di medio-alta difficoltà, sia per la lunghezza del tragitto, sia per alcuni tratti che presentano dislivelli. Per via della sua difficoltà e la presenza di tratti su strada trafficata, il percorso è largamente sconsigliato ai bambini, agli anziani e ai pattinatori. È invece più adatto a persone con una buona preparazione tecnica e fisica e una maggiore esperienza su bici da strada. Percorrendo la strada i ciclisti dovranno fare varie soste per dissetarsi e riposare, un’ottima scusa per visitare i vari centri abitati che si affacciano sulle sponde del lago e riposarsi sdraiati su una delle tante spiaggette, in estate.

Il giro in bici lungo la pista ciclabile del lago di Garda inizia nella località di Toscolano Maderno (BS), a metà della costa occidentale del bacino lacustre, e punta verso nord fino a Riva del Garda, per poi ridiscendere lungo la costa orientale fino a Lazise e Peschiera. Attraversa poi la costa sud e raggiunge nuovamente il punto di partenza iniziale. Il giro completo del lago può essere suddiviso a metà: sia che si opti per il giro alto del Lago di Garda o per il giro basso, arrivando a Torri del Benaco (in provincia di Verona), è possibile prendere il traghetto che attraversa il lago fino a Toscolano Maderno.

Andiamo alla scoperta del percorso che parte da Toscolano Maderno e compie il giro del Lago di Garda, attraverso le sue molteplici tappe panoramiche.

Vista splendida su Toscolano Maderno, affacciato sul lago di Garda

Fonte: 123RF

Toscolano Maderno

Da Toscolano Maderno a Limone Sul Garda: storia e paesaggi suggestivi

Il giro del Lago di Garda in sella alla bici ha inizio nel paese di Toscolano Maderno (BS), splendida località affacciata sul lago che porta ancora le testimonianze degli antichi mulini che durante il medioevo servivano per la produzione della carta (a tal proposito merita una visita il Museo delle Cartiere di Toscolano).

Si procede in direzione direzione Nord, verso Gargnano. In questo tratto di strada non c’è ancora la pista ciclabile (che collegherà l’intero lago di Garda), ma per molti tratti è possibile uscire dalla Strada Statale ed entrare nei centri abitati affacciati sullo specchio d’acqua, ricchi di punti storici e tratti caratteristici della costa occidentale. Si entra quindi nel piccolo borgo di Bogliaco e successivamente nella località di Villa, prima di addentrarsi nel meraviglioso centro storico del paese di Gargano, tra vicoletti, palazzi storici e scorci romantici sul lago di Garda sulle bellissime limonaie.

Seguendo Via della Remembranza si passa a fianco di Villa Feltrinelli, storico palazzo di lusso (oggi hotel), che ospitò, tra le varie figure culturali di spicco nel periodo della Prima Guerra Mondiale, anche Gabriele D’Annunzio.

Si prosegue questo viaggio suggestivo tra montagne e lago seguendo Via San Giacomo, una stradina panoramica che si ricongiunge successivamente alla Statale con le sue gallerie. Questo è il tratto in cui porre maggiore attenzione alle vetture, soprattutto in estate quando la strada principale è molto più trafficata. Al termine della galleria che giunge al porticciolo di Tignale, con la sua spiaggetta Pra De La Fam, meta di molti amanti del windsurf e del Kitesurf, e la meravigliosa limonaia affacciata sul lago. Si raggiunge poi un’altra galleria caratterizzata da colore bianco e da una striscia laterale rossa. Qui, attraversando un cancelletto laterale, si prende la vecchia gardesana, che evita la strada principale trafficata, alla quale si riallaccia più avanti.

Il percorso prosegue fino alla lunga galleria dalla quale si esce per Campione del Garda, una delle 18 piccole frazioni che compongono il paese di Tremosine. Qui si può fare una sosta sulla graziosa spiaggetta, prima di prendere un altro tratto della vecchia Gardesana, con brevi gallerie scavate nella roccia, che si collega con il primo tornante della spettacolare strada della Forra, una delle più belle del mondo. Si torna con la bicicletta sulla Gardesana per circa 5 chilometri prima di raggiungere Limone Sul Garda.

Da Limone Sul Garda a Riva del Garda: la ciclopedonale più bella d’Europa

Questo è uno dei tratti più spettacolari del giro del Lago di Garda in bicicletta. Una volta attraversate le viuzze di Limone Sul Garda, con le sue meravigliose limonaie e il lungolago da cartolina, si prende il Sentiero del Sole. Dopo una breve salita si raggiunge la ciclopedonale del Garda, parallela alla Gardesana fino a Capo Reamol. Qui inizia il tratto più suggestivo dell’intero percorso: la passerella di Limone, definita “la pista ciclabile più bella d’Europa“. Un percorso di 2 chilometri sospeso sul lago con viste straordinarie sullo strapiombo e sul paesaggio circostante. Attenzione però, perché la passerella è molto frequentata, soprattutto nei festivi e durante l’estate, ed è importante fare attenzione ai numerosi pedoni lungo il tragitto.

La pista ciclopedonale di Limone Sul Garda, a strapiombo sul lago di Garda

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La pista ciclopedonale di Limone Sul Garda

Questo percorso termina nuovamente sulla terraferma, al monumento dedicato alle persone che hanno sacrificato la loro vita per la costruzione della “moderna” Gardesana, che venne inaugurata nel 1931. Da questo punto si lascia la provincia di Brescia per entrare nella provincia di Trento. L’ultimo tragitto è interamente sulla Statale, quindi serve fare molta attenzione ai veicoli. Si attraversano infine alcune gallerie per poi raggiungere Riva del Garda, il punto più a nord di questo incantevole itinerario alla scoperta delle meraviglie del lago di Garda.

Da Riva del Garda a Torbole: la pista ciclabile della Valle dell’Adige

Dopo una sosta nella cittadina di Riva del Garda, dove meritano una visita la Rocca di Riva e la Torre Apponale affacciate al porticciolo, si può ripartire alla volta di Torbole. Si attraversa quindi la cittadina seguendo la pista ciclabile della Valle dell’Adige che si sviluppa lungo le rive del lago, fino a raggiungere il porticcolo di San Nicolò. Qui, evitando di prendere la galleria, si prosegue sulla pista ciclabile che la costeggia e passa per la spiaggia della località Linfano, fino a raggiungere il suggestivo ponte che attraversa la foce del fiume Sarca (qui parte la ciclabile che si addentra nella Valle dei Laghi). Si arriva così a Torbole, il luogo perfetto per gli sport acquatici, per rilassarsi in riva al lago e immergersi nella storia e nelle tradizioni locali.

Da Torbole a Brenzone: la ciclopedonale sulle sponde del lago

Dal centro di Torbole si riprende la lunga pedalata alla scoperta del Lago di Garda iniziando a discendere la sponda est del Benaco, percorrendo la Gardesana Orientale con tratti in galleria. Si arriva prima a Navene, una piccola località ai piedi del Monte Baldo con splendide spiaggette in cui potersi rilassare. Ci troviamo ora nella terza provincia che si divide questo splendido lago, quella di Verona.

Dal borghetto di Navene si prende la ciclopedonale asfaltata che si allunga sulle rive del Benaco e ai lati della Statale, fino a raggiungere il bellissimo Castello Scaligero di Malcesine, la fortezza medievale che domina la cittadina. Usciti dal centro abitato di Malcesine, la pista ciclabile continua a costeggiare la spiaggia verso sud, fino a Brenzone sul Garda passando per la baia di Val di Sogno e Cassone.

Il centro abitato di Malcesine, sulla sponda orientale del lago Garda

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Malcesine

Da Brenzone a Punta San Vigilio: panorami da sogno

Sono circa 15 i chilometri che dividono Brenzone da Punta San Vigilio, una località che offre alcuni tra i panorami più belli sul Lago di Garda. Da qui si può ammirare l’acqua cristallina del lago circondato da colline verdi adagiate ai piedi del Monte Baldo. Prima di giungere a Punta San Vigilio si percorre la ciclopedonale che segue le coste del lago e che passa per Torri del Benaco. Qui ci si immerge in un borgo medievale con stradine acciottolate, palazzi storici e il Castello affacciato sul lungolago.

Questo è anche il punto nel quale si può prendere il traghetto che attraversa il lago e giunge a Toscolano Maderno, scelto da coloro che intendono percorrere soltanto il giro alto del Lago di Garda.

Da Punta San Vigilio a Lazise: la pista tra i borghi medievali

Il giro del lago prosegue uscendo dal centro abitato di Punta San Vigilio e costeggiando lo specchio d’acqua lungo la pista ciclabile. In un tragitto lungo circa 14 chilometri, si attraversano due borghi di incredibile bellezza: Garda, con i suoi archi, vicoli stretti, ville monumentali e case antiche, e Bardolino, nel cuore della Riviera degli Olivi e luogo dedito anche alla produzione di un ottimi vini.

Si giunge infine a Lazise, splendida cittadina medievale ricca di fascino. Non distante dal centro storico si trovano anche splendide terme naturali, con numerose proprietà benefiche, in cui godersi una pausa rilassante.

Da Lazise a Desenzano, passando per Sirmione

Dal meraviglioso centro di Lazise si sale nuovamente in sella per viaggiare attraverso la costa meridionale del Lago di Garda che attraversa due località: Peschiera e Sirmione. La prima è la cittadina storica che ospita anche il famoso parco giochi Gardaland, mentre la seconda è una delle zone più incredibili del Benaco.

Arrivati a Sirmione si apre davanti agli occhi la meraviglia. Si tratta di una lingua di terra che entra nel lago di immensa bellezza. Qui si possono ammirare le Grotte di Catullo, i resti di una villa romana del I secolo d.C. situata sulla punta più settentrionale della penisola con splendide viste sul lago, il Castello Scaligero con le sue imponenti mura e il suo pittoresco centro ricco di negozietti e ristoranti, le Terme di Sirmione e varie spiagge paradisiache che sembrano appartenere a isole caraibiche.

In questo tragitto si percorre spesso la Strada Gardesana, non essendo totalmente servito da piste ciclabili, fino a raggiungere la cittadina di Desenzano, nota per il suo caratteristico centro storico con il porticciolo, il lungolago e le spiaggette in cui rilassarsi.

La splendida vista dall'alto su Sirmione, sul lago di Garda

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Sirmione

Da Desenzano a Toscolano Maderno

Per l’ultimo tragitto che parte da Desenzano e si ricongiunge con Toscolano Maderno, si attraversano i magnifici paesaggi della Valtenesi, meglio se percorrendo le strade secondarie dove i borghi punteggiano una zona collinare ricca di vigneti e oliveti. Così, si possono ammirare le bellezze naturali e architettoniche di Moniga (con il suo Castello e le splendide spiagge), Manerba (con il suggestivo Parco Archeologico della “Rocca” e la sua splendida spiaggia), Salò (con i suoi numerosi palazzi antichi e il vivo centro storico con il lungolago), Gardone Riviera (che ospita il Vittoriale degli Italiani, la casa di Gabriele D’Annunzio ora trasformata in un bellissimo museo) e, infine Toscolano Maderno, l’originario punto di partenza di questo tour in bicicletta dai variopinti panorami suggestivi.

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In Sudafrica con i bambini: cosa bisogna sapere

Viaggiare con i bambini significa insegnargli a conoscere il mondo, trasmettergli la passione per la scoperta, per le culture, per le tradizioni. Esplorare anche le zone più distanti è fattibile basta avere qualche accortezza per rendere la vacanza più bella, oltre che sicura.

Per chi desidera viaggiare verso il Sudafrica non sussiste alcun tipo di problema, soprattutto nel reperimento dei voli, ma è bene conoscere nel dettaglio le cose da fare quando si organizza il viaggio, che cosa serve per partire e cosa fare una volta arrivati sul posto. Senza dimenticare, naturalmente, anche qualche consiglio sulle zone più belle da esplorare insieme ai bambini.

Sudafrica con i bambini: cosa serve per partire

Quando si decide di partire per una vacanza con i bambini non si deve solamente pensare a noi, ma anche a quello che può servire per loro.

A partire dai documenti. Se si decide di viaggiare con i bambini verso il Sudafrica è bene sapere che ci sono state delle modifiche, il sito Viaggiare Sicuri del Ministero degli Affari Esteri elenca quelli necessari, ricordando che la normativa è variata prima nel 2018 e poi nel 2019.

Sudafrica con i bambini: cosa sapere

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Sudafrica con i bambini: i documenti e cosa serve sapere

I documenti da avere

Se si parte tutti insieme, ovvero se oltre ai bambini sono presenti entrambi i genitori, potrebbe bastare solamente il passaporto del minore, con riportati i nomi di tutti e due. Però viene suggerito di dotarsi anche di un certificato di nascita integrale plurilingue (unabridged birth certificate) dei minori. Questo, come il passaporto, va preparato con un po’ di anticipo e può essere richiesto al Comune di residenza, invece – per coloro che sono iscritti AIRE – va chiesto alla struttura consolare competente.

Se il minore viaggia con un solo genitore o tutore oltre al suo passaporto, che dovrebbe sempre bastare, potrebbe essere utile avere sempre una copia del certificato di nascita integrale plurilingue (unabridged birth certificate) del minore e una lettera di consenso dell’altro genitore scritta in inglese e accompagnata da un documento di identità.

Tra le altre cosa da fare prima di partire c’è la stipula di una polizza che copra le spese mediche in caso di bisogno. Quando la si fa è importante accertarsi che sia indicato anche l’eventuale rimpatrio o trasferimento.

Serve la vaccinazione per il Sudafrica?

Per andare in vacanza in Sudafrica con i bambini non è necessario sottoporsi a vaccinazione e neppure farla ai propri figli. Serve solo quella per la febbre gialla, a partire da un anno di età, ma solamente per coloro che arrivano da luoghi in cui la malattia è endemica.

Attenzione: basta anche uno scalo di oltre 12 ore in un paese a rischio. Quindi se si fa un viaggio che comprende anche il Sudafrica oltre ad altri stati, considerare bene dove si vuole andare.

Comunque è sempre buona regola sentire il pediatra e la Asl prima della partenza, perché ci sono alcune aree del paese (in particolare la zona dei parchi) in cui potrebbe essere suggerito un vaccino contro la malaria, non tutto il paese – infatti – è “free”.

Come organizzare un viaggio con i bambini in Sudafrica

Sono tante le cose da tenere in considerazione quando si viaggia con i bambini verso il Sudafrica, anche aspetti apparentemente banali come gli oggetti da portare affinché il viaggio sia sereno.

Il volo può durare 10 – 12 ore e in genere si fanno degli scali, quindi si deve partire attrezzati in base all’età dei bambini perché possano vivere con serenità (e anche voi) il viaggio.

Come scegliere le tappe: i più sicuri

Oltre a questo, già prima di partire si possono programmare delle attività. Ad esempio, safari malaria free che si possono svolgere insieme a loro. Si tratta di un’esperienza senza dubbio emozionante e indimenticabile che si può programmare in tutta sicurezza e durante la quale ammirare la bellezza dell’Africa, della sua natura e dei suoi animali (compresi i leoni e gli elefanti, il leopardo, il bufalo e il rinoceronte: ovvero i Big Five).

Informarsi prima di partire su qual è l’età minima ammessa perché potrebbe variare: molti non accettano minori di 12 anni, ma ci sono location da raggiungere anche per chi viaggia con bambini di sei o quattro anni.

Oppure si possono già stabilire le mete del viaggio. Il sito del Ministero elenca quali sono le aree più pericolose e anche quelle da evitare all’interno delle singole città. Prima di partire e di organizzare il proprio tour di viaggio tenere a mente dove non andare.

Perché il Sudafrica con i bambini è un’ottima idea

Visitare il Sudafrica con i bambini è davvero un’ottima idea; infatti, si tratta di un luogo ricco di servizi e di una bellezza che si porteranno per sempre nel cuore. Un punto a favore di questo luogo è il suo orario: rispetto all’Italia non cambia nulla e questo permetterà ai piccoli viaggiatori, ma anche a quelli più grandi, di non soffrire per colpa del jet lag.

Dove andare con i bambini

Tra le location da raggiungere c’è Cape Town con i suoi parchi, le attività e le spiagge da sogno. Vale la pena salire sulla Table Mountain grazie all’apposita funivia che regala una vista panoramica indimenticabile.

La  vista dalla Table Mountain in Sudafrica

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La suggestiva vista dalla Table Mountain in Sudafrica

A Durban invece bisogna visitare l’Ushaka Marine World che ospita l’acquario più grande dell’Africa, ma non solo.

Per chi vuole vedere i pinguini, poi, la destinazione da raggiungere è Simon’s Town Penguin Colony a Boulders Beach, dove pare che il momento migliore per incontrarli sia nel tardo pomeriggio. Si può sostare sulla spiaggia, fare un pic nic e intanto ammirare il paesaggio circostante. A quanto pare, è presente anche un punto informazioni e vi è la possibilità di programmare una visita guidata. I pinguini si possono ammirare anche sulla spiaggia Betty’s Bay.

Cercate le balene? In Sudafrica si possono ammirare anche loro, il punto di osservazione migliore è a Hermanus. Si può, inoltre, prendere parte a un delle piccole crociere per vederle direttamente dalle imbarcazioni.

Natura, animali, una cultura tutta da scoprire: il Sudafrica con i bambini è una meta perfetta per una vacanza che resterà per sempre tra i ricordi più belli.

 

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Cammino di Santiago: a ogni viaggiatore il suo percorso

Sono 300.000, e anche di più, i viaggiatori e gli esploratori che ogni anno scelgono di affrontare il mistico e intenso Cammino di Santiago. Questa epica peregrinazione è tra le più antiche e rinomate d’Europa, un’odissea che richiama individui da ogni angolo del globo desiderosi di esplorare il suggestivo sentiero che conduce alla tomba dell’apostolo Giacomo, sulla quale è stata costruita la celebre Cattedrale di Santiago de Compostela.

I percorsi disponibili per affrontare questa sfida sono molteplici, abbracciando diverse modalità di viaggio, che vanno dal cammino a piedi alla bicicletta fino al cavallo. Ognuno di questi si adatta alle esigenze individuali dei pellegrini, offrendo varietà e flessibilità.

Esistono itinerari lunghi e impegnativi, che richiedono una preparazione fisica e mentale significativa, e altri più brevi e accessibili. Alcuni di essi sono celebri per la loro bellezza e notorietà, mentre altri, meno conosciuti, custodiscono un fascino tutto loro, pronto ad essere svelato agli occhi degli avventurieri.

Ecco 5 percorsi del Cammino di Santiago perfetti per ogni esigenza.

Camino Francés: il più celebre e frequentato

Tra i percorsi più celebri e battuti del Cammino di Santiago, troviamo il Camino Francés che si estende per circa 770 chilometri: dal versante francese dei Pirenei, si estende lungo il nord della Spagna e arriva a Santiago de Compostela. Solitamente si completa in circa 33 giorni (5 settimane) a piedi e in circa 14 giorni se si sceglie di percorrerlo in bici. Si tratta, in assoluto, di uno dei percorsi più ardui e intensi dal punto di vista fisico e mentale, ma anche uno dei più appaganti e completi.

La partenza è a St-Jean-Pied-de-Port, una pittoresca cittadina situata ai piedi dei maestosi Pirenei. Da qui il percorso si addentra nel territorio della comunità autonoma di Aragona, tra paesaggi montuosi, boschi rigogliosi e le architetture religiose dei piccoli villaggi disseminati lungo il cammino. Fino a qui, alcuni dei più affascinanti punti di interesse lungo il Cammino Francese sono Pamplona, Logroño e San Domingo de la Calzada.

Si passa poi per le regioni di Navarra e La Rioja, con i loro vigneti e gli splendidi paesaggi tra valli, fiumi e centri abitati nei quali il tempo sembra essersi fermato e le tradizioni sono ancora vive nella popolazione locale. Si entra poi in Castiglia e León, con città e villaggi medievali dal fascino unico, come Burgos e León, ricchi di testimonianze dei “caminos” come ponti antichi e cattedrali medievali.

Si giunge infine in Galizia, con il suo paesaggio rurale verdeggiante e collinare: è famosa la suggestiva salita di O Cebreiro, alta quasi 1300 metri. In questa ambientazione, i pellegrini affrontano gli ultimi chilometri fino a Santiago di Compostela.

Lungo l’intero tragitto a tappe del Camino Francés, i pellegrini incontrano diverse opzioni di alloggio e di servizi per soddisfare i bisogni primari: ostelli pubblici, alloggi privati, osterie e ristoranti. Essendo il percorso più frequentato e affollato, soprattutto d’estate, può risultare più difficile vivere in tranquillità il viaggio spirituale lungo il Cammino Francés, in particolare nel tragitto da Sarria a Santiago (circa 144 chilometri) che è scelto da molti pellegrini che non vogliono percorrere l’intero cammino da St-Jean-Pied-de-Port.

Il simbolo segnaletico del Cammino di Santiago

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Cammino di Santiago

Camino Portugués: il percorso adatto a tutti

Il Camino Portugués è altrettanto famoso e significativo, ma sicuramente meno impegnativo rispetto al precedente (il Cammino Francese) e per questo più adatto a tutti, anche ai meno allenati. Le salite collinari sono dolci e comunque poche, tuttavia la maggior parte del percorso si snoda su superfici asfaltate. Per affrontare i 620 chilometri che separano Lisbona da Santiago occorre quindi munirsi di scarpe molto comode.

Questo cammino permette di scoprire i paesaggi costieri e rurali del Portogallo e della Spagna, scoprirne la cultura e le tradizioni locali e culinarie, i villaggi pittoreschi e le città storiche, vivendo un’esperienza autentica e variegata.

Percorribile in circa 25 giorni a piedi e in 10 giorni in bicicletta, il Cammino Portoghese parte da Lisbona, ma ci sono anche altre varianti come quella che parte da Porto (più breve con i suol 240 chilometri) o quella del Camino Portugués de la Costa (il cammino che segue la costa atlantica).

Lasciata Lisbona, si attraversano le splendide cittadine di Santarém, Coimbra, Porto e Pontevedra, nelle quale sostare per una visita. Una volta superato il fiume Miño, si ammira il paesaggio spagnolo percorrendo l’ultimo tragitto fino alla Cattedrale di Santiago de Compostela.

Meno affollato rispetto a quello francese, anche il Cammino Portoghese presenta diverse opzioni di alloggio lungo la strada, tra cui rifugi per pellegrini, ostelli, alberghi e case private che offrono sistemazioni ai viandanti. Come per qualsiasi altro percorso del Cammino di Santiago, è consigliabile pianificare con cura le tappe da percorrere e prepararsi adeguatamente prima di partire, nonostante in questo caso non serva una particolare preparazione atletica.

Camino del Norte: lungo la costa settentrionale spagnola

Il Camino del Norte è paragonabile, per intensità e lunghezza, a quello francese, tuttavia è molto meno conosciuto e quindi più tranquillo. L’intero percorso si snoda parallelamente alla costa settentrionale della Spagna, peculiarità, questa, che consente di ammirare alcune delle più belle costiere a picco della regione, anche se l’itinerario percorre principalmente l’entroterra attraversando San Sebastián, Bilbao, Santander e Gijón.

Sono 824 i chilometri che dividono Irún, il punto di partenza sul confine francese (nei Paesi Baschi), da Santiago de Compostela, percorribili in circa 32 giorni a piedi (20 in bici). Un percorso suggestivo immerso nei paesaggi che caratterizzano il nord della Spagna: territori boscosi alternati a scogliere a picco sul mare e spiagge, con piccoli villaggi di pescatori e importanti città storiche come San Sebastian e Oviedo.

Proprio a partire da Oviedo, si abbandona la costa settentrionale per scendere verso sud, attraverso il territorio galiziano, per raggiungere infine Santiago de Compostela.

Scelto sempre più spesso come alternativa meno affollata rispetto al Cammino Francese, il Camino del Norte è un viaggio spirituale appagante e tranquillo, seppur impegnativo, lungo il quale si trovano molte strutture di accoglienza per i pellegrini, tra alberghi, ostelli e rifugi, luoghi nei quali confrontarsi e conoscere culture diverse e persone provenienti da ogni parte del mondo.

Il paesaggio mozzafiato sulle coste di Santander

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Santander e le sue coste

Camino Primitivo: tra i percorsi più impegnativi

Nonostante i suoi soli 320 chilometri da percorrere, il Camino Primitivo è considerato uno dei più difficili da intraprendere a causa dei dislivelli che si incontrano nelle prime tappe del tragitto. Percorribile in circa 11/13 giorni a piedi (6/8 in bicicletta), il Cammino Primitivo è uno dei più antichi e tradizionali percorsi che collegano a Santiago di Compostela. Ripercorre, infatti, il tragitto compiuto dal re Alfonso II delle Asturie, il primo ad aver raggiunto a piedi la tomba di San Giacomo.

Il suo nome non è scelto a caso. Il percorso, infatti, si snoda attraverso un paesaggio duro e aspro, ma decisamente autentico e incredibile. Si parte da Oviedo, nella regione delle Asturie, e si attraversano paesaggi mozzafiato tra montagne, boschi, colline verdeggianti punteggiate da villaggi e cittadine ricche di fascino e storia, come la città di Lugo, circondata da antiche mura romane. Per gli ultimi 55 chilometri, poi, il percorso confluisce nel Cammino Francese.

Oltre che per il suo intenso legame storico e spirituale con Santiago, questo percorso a tappe è noto per la sua bellezza e tranquillità, essendo meno frequentato rispetto ad altre rotte più popolari, una su tutte quella del Cammino Francese.

Camino Inglés: il percorso più breve

Il Camino Inglés è il più breve e più praticabile tra i cammini indicati fino a questo momento, ideale quindi per i viaggiatori meno allenati, ma anche per quelli con meno tempo a disposizione.

Questo percorso, che parte da Ferròl, si snoda per circa 115 chilometri con tappe che corrispondono a 5/6 giorni di viaggio. L’alternativa partenza da La Coruña, sempre in Galizia, rende l’itinerario ancora più breve (con soli 73 chilometri).

Percorrendo il tragitto, si attraversano paesaggi rurali, coste caratterizzate dalle celebri rìas, foreste alternate a piccoli villaggi e città medievali come Pontedeume e Betanzos, offrendo ai pellegrini un’esperienza di viaggio a passo lento ancor più autentica e tranquilla rispetto ai cammini più battuti (soprattutto il Francese e quello del Nord).

Chiamato così perché storicamente attraversato dagli antichi pellegrini provenienti da Irlanda, Inghilterra e Scandinavia con le navi, il Cammino Inglese è adatto a tutti, anche a coloro che sono meno allenati, sia per la sua lunghezza limitata, sia per la relativa facilità del percorso.

Il paesaggio suggestivo de La Coruña, in Spagna

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La Coruña

Gli altri percorsi del Cammino di Santiago

I 5 cammini indicati sono quelli più frequentati e celebri, ma è bene sapere che i percorsi che compongono la rete del Cammino di Santiago, in realtà, sono numerosi e diversi tra loro. Ogni cammino offre un’esperienza unica e indimenticabile per tutti quei pellegrini in cerca di avventura, riflessione e spiritualità, e che decidono di intraprendere con impegno questa antica via di pellegrinaggio.

Un altro itinerario sempre più battuto dai pellegrini che giungono a Santiago de Compostela è il Cammino di Cabo Fisterra, che congiunge il capoluogo Galiziano al mare, ovvero a Finisterre. Ma sono tanti altri i cammini che attraversano Spagna, Portogallo e Francia verso la tomba di San Giacomo: il Camino del Ebro, quello del Sureste, il Camino de la Lana, la Ruta del Argar, la Via Augusta e il Camino del Sur, sono solo alcuni dei molteplici itinerari esistenti.

Spicca anche il Camino de la Plata, un percorso di 1000 chilometri meno frequentato rispetto alle più celebri, ma altrettanto suggestivo. Un viaggio che parte da Siviglia, nel sud della Spagna, e attraversa i suggestivi paesaggi dell’entroterra fino a raggiungere il Camino Francés.