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Alla scoperta dell’aeroporto del Kansai, il più affidabile del mondo

In Giappone, e più precisamente nel Kansai, magnifica regione che può essere considerata la Capitale spirituale e culturale del Paese, sorge un aeroporto che, dati alla mano, può essere considerato il più affidabile del mondo. Situato su un’isola artificiale nella Baia di Ōsaka, è stato aperto al pubblico nel 1994 ed è stato progettato da un architetto italiano di fama internazionale: Renzo Piano.

Lo scalo di Kansai progettato da Renzo Piano

Il magnifico aeroporto del Kansai è nato da un complesso lavoro che ha unito in maniera geniale architettura e ingegneria. Vi basti pensare che è il primo scalo galleggiante al mondo e che misura 4,37 km di lunghezza e 1,25 di larghezza, dimensioni che poggiano su oltre 1 milione di pali che, attraversando 20 metri di acqua marina e 20 metri di strato fangoso, trovano sostegno in 40 metri di roccia sottostante.

Numeri davvero impressionanti, tanto che il progetto per l’isola e l’aeroporto detiene il titolo di più costosa opera civile dell’epoca moderna: 20 anni di progettazione, 8 di costruzione e 15 miliardi di dollari di investimenti.

L’isola artificiale su cui è stato costruito è distante 3 km dalla terraferma, e per questo vi si collega tramite un ponte a due livelli: il superiore è dedicato al traffico su gomma, mentre l’inferiore a quello su rotaia. Una struttura straordinaria, ed edificata in modo da riuscire persino a sopperire il progressivo abbassamento cui è soggetta l’isola su cui si trova, mantenendo sempre l’edificio in corretta relazione con il terreno dell’isola e le sue infrastrutture.

Ma non solo, lo scalo ha già dimostrato di essere alquanto sicuro, poiché ha superato indenne il vento a 200 km/h di un tifone nel 1998. Non vi sorprenderà sapere, quindi, che questa opera progettata Renzo Piano ha già ricevuto alcuni importantissimi riconoscimenti, tra i quali l’essere una delle dieci strutture “Monumento dell’ingegneria civile del Millennio” conferitogli nel 2001 dall’American Society of Civil Engineers. E questo non è di certo tutto, perché questa magnifica aerostazione situata in Giappone detiene oggi un record decisamente invidiabile, tanto da renderlo lo scalo più affidabile del mondo.

Al Kansai non è mai stato perso un bagaglio in ben 30 anni

Proprio nel 2024 l’Aeroporto Internazionale del Kansai compie 30 anni, e lo fa in grande stile: qui non è mai stato perso un bagaglio dalla sua nascita fino ad oggi. No, non è affatto una banalità perché questo bellissimo scalo in tre decenni ha movimentato ben 55 milioni di valigie e più di 500 milioni di passeggeri.

È il Corriere della Sera a riportare questo curioso record, sottolineando che non è stato evidenziato alcun problema di questo tipo nemmeno durante i turbolenti mesi del post Covid, quando gran parte degli aeroporti del mondo era alle prese con la mancanza di personale che inevitabilmente moltiplicava i disagi. È giusto specificare, tuttavia, che questo dato tiene conto esclusivamente delle valige gestite da questo stesso scalo, e non di quelle eventualmente mai arrivati nel Kansai a causa di un problema alla partenza.

Possiamo quindi concludere che quando l’efficienza giapponese incontra il genio italiano, senza ombra di dubbio si ottengono risultati che fanno davvero invidia al mondo intero.

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Cibi in aereo: ecco quali alimenti si possono portare a bordo

Stai per partire ma vuoi sapere qual è il cibo consentito in aereo? Prima di fare acquisti o preparare le valigie è bene sapere che ci sono alimenti che puoi portare con te, mentre altri sono vietati. Molto dipende anche da dove si è diretti, se si intendono trasportare nel bagaglio che viene caricato nella stiva, oppure in quello a mano che viene fatto viaggiare insieme ai passeggeri.

Domande e dubbi che sorgono spontanei non solo quando si ritorna da una vacanza, e magari si desidera acquistare qualche prelibatezza da portare a casa, ma anche quando si parte e si pensa alle lunghe ore di volo, oppure si necessita di una dieta speciale.

Tutte le cose da sapere per capire quale cibo è consentito portare in aereo e quale no.

Bagaglio a mano: i cibi consentiti e le regole da seguire

La prima regola da seguire è quella di informarsi con la propria compagnia di volo; infatti, potrebbero esserci delle differenze tra una e l’altra per quel riguarda i cibi che è consentito (o meno) portare con sé nel bagaglio a mano.

Generalmente è possibile portare tutti i cibi confezionati come patatine, merendine, snack di vario genere, panini e dolci: vanno conservati in sacchetti trasparenti e chiusi. Per quello che riguarda i cibi liquidi, però, attenzione: come altre cose che si portano nel proprio bagaglio a mano, infatti, non devono superare i 100 ml. In questo ambito rientrano tantissime tipologie di alimenti, oltre alle bevande ci sono infatti i semiliquidi: dai formaggi molli, alle marmellate, fino ai sottaceti e le salse. Ovviamente tutto quello che viene acquistato in aeroporto non viene sottoposto a queste limitazioni.

La stessa quantità vale anche per gli alcolici che si vogliono portare nel bagaglio a mano: se viene superata si devono trasportare nelle valigie in stiva, prestando attenzione alle regole tra i vari paesi in cui si viaggia.

Quando si viaggia in aereo con i bambini: i cibi consentiti

Quando si viaggia in aereo con i bambini si devono portare con sé diverse cose. Sono utili per trascorrere le ore di volo serenamente e senza che possano risultare pesanti per i piccoli viaggiatori, ma neppure per gli altri.

Soprattutto se si viaggia con bimbi piccini è necessario avere con sé gli alimenti di cui necessitano. La buona notizia è che si possono portare sugli aerei i cibi per loro. Sono consentiti: omogenizzati, latte (di ogni tipologia, quindi sia liquido che in polvere), succhi di frutta, ma devono rispettare anche questi le regole di quantità richieste anche per gli altri prodotti. Quindi meno di 100 ml, in confezione trasparente e ben sigillata.

Bagaglio in stiva: cosa possiamo portare

E per quello che riguarda il bagaglio che viene fatto viaggiare in stiva? Quali sono i cibi consentiti? La risposta è quasi tutti e senza quantità limite. Ma attenzione: c’è un però. Infatti, bisogna stare molto attenti alle regole doganali e alle limitazioni che ci possono essere tra i vari Paesi.

Cibo e bevande: come comportarci nei viaggi fuori dall’Unione Europea

Come ci si deve comportare quando si viaggia da un paese al di fuori dell’Unione Europea verso l’Italia? È importante conoscere in anticipo quali sono gli alimenti che non si possono trasportare, neppure nel bagaglio che viene fatto viaggiare in stiva, perché questo evita di fare spese inutili, acquistando prodotti che poi non potranno tornare a casa con noi.

Ad esempio, se si torna in Italia da un viaggio al di fuori del territorio dell’UE non sono consentiti cibi come insaccati, salumi, formaggi di tutti i tipi, carne, latte e tutto ciò che potrebbe avere tra gli ingredienti questi alimenti. Il consiglio è quello di informarsi prima e di dire sempre cosa si ha con sé, per evitare situazioni spiacevoli. Si possono portare, invece, in quantità limitata: frutta e verdura, uova, prodotti a base di uova, miele, pesce o di prodotti a base di pesce.

Se si viaggia all’interno dell’Unione Europea – ricorda il sito Your Europe – si possono trasportare: “Prodotti a base di carne o prodotti lattiero-caseari a condizione che siano destinati al consumo personale. Ciò vale anche per le piante o i prodotti vegetali, come i fiori, la frutta o la verdura, purché siano stati coltivati in un paese dell’UE e siano esenti da parassiti o da malattie”.

Quindi quali sono gli stati che non hanno restrizioni tra loro? Oltre ai 27 paesi che fanno parte dell’Unione, vengono inclusi nell’elenco: Andorra, Islanda, Liechtenstein, Norvegia, San Marino e Svizzera.

Australia e Usa, i cibi che non sono consentiti

Se si sta programmando una vacanza in Australia o negli Stati Uniti è bene sapere che esistono limitazioni specifiche. Infatti, ci sono diversi cibi che non sono consentiti.

Se si vola verso l’Australia non bisogna portare con sé frutta (fresca e secca), verdura, salumi, semi, spezie ed erbe e non solo nel bagaglio a mano, ma anche per quello che riguarda le valigie che vengono imbarcate in stiva.  La lista è abbastanza corposa e non comprende solamente i generi alimentari; quindi, è sempre bene sapere prima cosa è vietato e dichiarare cosa si è portato con sé. A tal proposito, viene fornita quella che si chiama Incoming Passenger Card, una carta in cui segnare tutte le cose che si stanno importando in Australia, si tratta di un passaggio fondamentale in cui essere molto sinceri per evitare situazioni spiacevoli. Tutto ciò che è vietato verrà fatto gettare via in appositi contenitori.

Regole simili si applicano all’ingresso degli Stati Uniti. Anche in questo caso ci sono dei cibi che non è consentito importare. La lista è abbastanza corposa e comprende: carne, pollame, pesce, tutti i prodotti lattieri freschi, uova, frutta e verdura, piante, semi, prodotti a base di carne. Invece si possono portare con sé creme, salse, sughi pronti, prodotti da forno, lette per bambini e succhi, solo per fare qualche esempio.

Ovviamente sempre tutto nel limite dei viaggi personali, se le quantità non sono limitate infatti si applicano altre regole. Le violazioni – se non dichiarate – possono comportare multe. Per questa ragione è sempre importante informare il personale se si hanno con sé dei cibi, che in questo caso verranno distrutti.

La regola più importante da seguire, quindi, è quella di informarsi prima di partire per evitare spiacevoli situazioni all’arrivo.

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A due passi dal Lago di Garda c’è una cascata nascosta

Sapevate che il Lago di Garda nasconde una perla segreta che in pochi conoscono? Si tratta di una spumeggiante cascata ben riparata dagli sguardi indiscreti, che può essere raggiunta solamente via acqua: proprio per la sua inaccessibilità, è rimasta per lungo tempo ignorata dai turisti. Ed è un vero peccato, perché sembra davvero un posto paradisiaco che vale la pena esplorare, a costo di un po’ di fatica. Scopriamo dove si trova e come arrivarci.

La Cascata del Ponale, un angolo segreto

Forse non l’avete mai sentita nominare, eppure la Cascata del Ponale è una delle più belle del Trentino Alto Adige: non ha nulla a che vedere con i panorami alpini e le fresche acque dolomitiche che solitamente ricordano la regione, bensì con il Lago di Garda. Questo piccolo tuffo d’acqua si trova infatti lungo le rive del bacino, in una posizione pressoché nascosta e irraggiungibile via terra. Per questo motivo, i turisti praticamente non la conoscono e sono in pochi ad aver avuto la possibilità di ammirare la sua incredibile bellezza.

Ma scopriamo qualcosa in più: la cascata si trova a poca distanza dal borgo di Riva del Garda, situato lungo la sponda settentrionale del lago. Non è altro che uno scrosciante getto d’acqua che si tuffa tra le rocce, dando vita ad un piccolo laghetto fresco e trasparente. La cascata è incastonata lungo una parete ripida, che la protegge dagli sguardi dei più curiosi. Impossibile arrivarci, se non affrontando un piccolo tratto in acqua: forse è proprio questo a renderla così speciale, dal momento che bisogna meritarsi la vista del suo panorama mozzafiato.

Come raggiungere la cascata

Vediamo allora come raggiungere la Cascata del Ponale. Come abbiamo anticipato, occorre per forza arrivare via lago: si parte da Riva del Garda, dove ci sono diversi punti di noleggio per poter trovare tutta l’attrezzatura che vi servirà per questa avventura. Tenendo la sponda sulla vostra destra, dovrete spostarvi verso il centro del borgo e attraversare il suo porticciolo, facendo attenzione alle barche in movimento. Proseguite poi verso sud, ammirando nel frattempo il panorama maestoso che si apre ai vostri occhi: quello del paesino colorato cinto dalle montagne a picco sul Lago di Garda.

Vi servirà circa un’ora per giungere ad un vecchio hotel ormai abbandonato, chiamato Casa della Trota: qui troverete un piccolo ponticello in pietra. Non vi resta che passarvi sotto ed entrare in una piccola insenatura naturale che si apre tra le rocce. Ecco che vi imbatterete improvvisamente nello spettacolo della Cascata del Ponale, dove potervi fermare a riposare un po’, per recuperare le forze per il viaggio di ritorno. Potete infatti scendere a terra e godervi la meraviglia, facendo un tuffetto nelle acque cristalline che si raccolgono ai piedi del tuffo.

La cascata è raggiungibile con svariati mezzi: potete optare per il kayak, la canoa, il surf e addirittura il sup. Dovrete attrezzarvi bene per compiere l’esplorazione, soprattutto se avete intenzione di farla nei mesi più freddi – noleggiando ad esempio una muta. Inoltre, il momento migliore per mettersi in marcia è il mattino, quando il vento è a vostro favore e vi aiuterà spingendovi delicatamente verso l’insenatura in cui si nasconde la cascata. Nel primo pomeriggio, quando le correnti soffieranno in senso contrario, potrete agevolmente tornare verso casa.

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Fusi orari, un mondo di sigle (UTC, GMT, PST): ecco cosa significano

Quando si viaggia si deve fare continuamente i conti con i cambi di fuso: paese che vai – infatti – orario che trovi. Più le vacanze vengono fatte vicino a casa, ad esempio all’Italia, meno grande sarà la differenza, ma appena ci si allontana un po’ le ore di scarto possono essere davvero tante e influire anche sulla sensazione di riposo e sul ritmo sonno-veglia.
Nulla di preoccupante e che un po’ di preparazione pre viaggio non possa sistemare, ovviamente, ma comunque s tratta di aspetti a cui fare attenzione per agevolarsi prima della partenza.

Ci sono tante sigle diverse che indicano il fuso orario: da quello usato in Italia (e in tante altre parti di Europa), a quello che è stato adottato in zone lontane nel mondo: la guida per conoscerle e per capirle.

Il tempo coordinato universale: la sigla UTC

È quello da cui partono tutti gli altri fusi orari, stiamo parlando del tempo coordinato universale noto anche con la sigla UTC e corrisponde a quello di Greenwich, dove è stato posto il meridiano 0. Noto anche con la sigla GMT, ovvero tempo medio di Greenwich, l’UTC ha una differenza molto importante con quest’ultima.

Infatti, se il tempo coordinato universale si basa sugli orologi atomici, il GTM sui fenomeni celesti. Il secondo, quindi, ritarda sempre di pochissimo rispetto al primo. Qual è il fuso orario dell’Italia? UTC +1.

Il fuso orario in Italia e non solo: la sigla CET

Abbiamo detto che in Italia il fuso orario, rispetto a quello preso come riferimento per tutto il mondo, è UTC + 1, ma questa zona (come accade per le altre) ha una propria sigla specifica: CET, ovvero Central European Time. Viene usato per Francia, Danimarca, Germania, ma anche per Marocco, Repubblica del Congo e molti altri paesi. Va ricordato che questo scarto di un’ora rispetto a Greenwich avviene solo con l’ora solare: quando scatta quella legale (nei paesi che la osservano) le ore passano a due.

Un dettaglio interessante, che poi fa parte di una delle diverse curiosità sul fuso orario: la Spagna, come il Portogallo, dovrebbe essere sul meridiano 0, ma a causa di una decisione di Franco presa nel 1942, oggi osserva lo stesso fuso orario italiano. Ecco perché i loro pasti avvengono circa un’ora dopo rispetto ai nostri.

Le altre sigle che si usano nel mondo

I fusi orari nel mondo sono 24, le differenze rispetto al tempo coordinato universale sono molto più numerose e segnano che le lancette possono andare avanti non solo di ore ma anche di mezz’ora o 45 minuti. Chiaramente ci sono stati che hanno più orari: maggiore è la loro estensione, infatti, più è facile che da una parte all’altra ci siano differenze (anche) importanti. Era il caso della Russia, che aveva 11 zone diverse, poi ridotte a nove. O gli Stati Uniti che ne hanno – anche loro – nove.

Ma quali sono le sigle? EET (East European Time), si colloca a UTC + 2 e comprende – tra i tanti – Egitto, Bulgaria, Finlandia, Grecia, Mozambico, Ucraina, e una parte della Russia. MSK, Moscow Time, invece è a UTC+3 e include Mosca e San Pietroburgo, Arabia Saudita, Iraq e Somalia solo per citare qualche paese. L’Iran, invece, si colloca a UTC +3,30. L’India, che è uno Stato molto esteso, adotta un unico fuso orario: la sua sigla è IST, che si traduce in India Standard Time. Viene utilizzata anche dallo Sri Lanka.

A UTC+8, poi, si trova il AWST, l’Australian Western Standard Time che viene utilizzato dall’Australia (zona occidentale), dalla Cina, una zona della Russia e molti altri.  UTC +9,30, invece, è la sigla del ACST – Australian Central Standard Time, UTC + 10 corrisponde a AEST – Australian Eastern Standard Time.

Le altre sigle sono: BEST, Bering Standard Time, che si pone – rispetto al tempo coordinato universale a -11 – ed è adottato da Isola Jarvis, Isole Midway, Samoa Americane e alcune altre zone.

A UTC – 10 vi è il HST, Hawaii-Aleutian Standard Time, adottato da parte della Polinesia Francese e degli Stati Uniti, segue AKST – Alaska Standard Time a UTC-9, PST – Pacific Standard Time a UTC-8 che copre parte del Canada, degli Stati Uniti, del Messico così come lo fa il MST – Mountain Standard Time, che si colloca a -7 rispetto al tempo coordinato universale. A -6, invece, vi è il CST – Central Standard Time che corrisponde a zone del Messico, degli USA e alcuni Stati del centro e sud America. Il EST – Eastern Standard Time, viene utilizzato sulla costa orientale degli Stati Uniti, ma anche in parte del Canada e in alcuni Paesi del centro e su America: si colloca a -5 rispetto al meridiano zero.

AST – Atlantic Standard Time è a UTC -4 e corrisponde all’orario che si trova in Anguilla, Antigua e Barbuda, Bermuda, Bolivia, Brasile e molti altri posti. In Canada, a Terranova, infine vi è UTC -3,30 ovvero il NST – Newfoundland Standard Time.

Fuso orario e ora legale

Esistono, poi, zone con fusi orari diversi, con scarti di mezzora o 45 minuti. In generale tutti i fusi orari possono essere modificati quando viene adottata l’ora legale che, va ricordato, non viene utilizzata in tutti i Paesi del mondo dando vita a un mosaico abbastanza vario di orari.

Per questo, prima di partire, è bene sapere quanto grande sarà la differenza rispetto all’Italia (o l’altro Stato da cui si parte) e – se ci si trova nel periodo dell’ora legale – se questa viene adottata oppure no.

Ma non solo: è importante anche capire in quale momento dell’anno viene applicata. Prendiamo come esempio gli Stati Uniti: qui l’ora legale non viene utilizzata in tutti i paesi e dal 2007 è stato stabilito che prenda il via la seconda domenica di marzo e finisca la prima domenica di novembre, un’estensione che si traduce – rispetto al passato – in quattro settimane in più. In Europa le cose stanno diversamente, infatti viene adottata in maniera abbastanza uniforme lo stesso calendario, che prevede che l’ora legale prenda il via l’ultima domenica di marzo, mentre la fine è prevista l’ultima domenica di ottobre.

Insomma: paese che vai orario (e regole) che trovi: quindi prima di partire è bene fare il punto e capire quale sarà quello o quelli a cui fare riferimento durante il nostro viaggio.

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Dubai Mangroves, la più grande rigenerazione costiera del mondo

Il cambiamento climatico è una delle urgenze più importanti che il mondo intero si trova a dover necessariamente affrontare. Per questo motivo, in diverse realtà del nostro pianeta stanno nascendo progetti volti a salvaguardare l’ambiente, proposte visionarie che nel tempo potrebbero davvero cambiare la qualità della vita dell’uomo e di tutti gli esseri viventi. Ne è un esempio Dubai, città ed emirato degli Emirati Arabi Uniti, che tra i suoi negozi di lusso, gli edifici ultramoderni e la vivace scena notturna trova tantissimo spazio anche per mettere in atto iniziative volte a tutelare l’ambiente, come il nuovo Dubai Mangroves.

In cosa consiste il Dubai Mangroves

Il Dubai Mangroves è un’interessante iniziativa che ha lo scopo di ridefinire il concetto di rigenerazione costiera. Si tratta di  un progetto, in linea con gli obiettivi dell’ambizioso Master Plan Dubai 2040, guidato da URB, già pioniere di programmi particolarmente interessanti messi in atto per contrastare il cambiamento climatico, come Dubai Reefs e The Loop.

Ma questa volta, probabilmente, la loro idea supera qualsiasi possibile aspettativa, in quanto è previsto uno sforzo senza precedenti per integrare la conservazione ecologica con lo sviluppo urbano. Il progetto, che si estende su 72 chilometri di costa, desidera piantare oltre 100 milioni di alberi di mangrovie, diventando così il più grande progetto di rigenerazione costiera del mondo. Entro il 2040, infatti, Dubai sarà una delle città più resilienti sulla faccia della Terra.

Perché proprio le mangrovie

Al centro di questa iniziativa ci sono le mangrovie, piante note per la loro capacità unica di assorbire il carbonio, proteggere le aree costiere dall’erosione e sostenere la vita marina e la sicurezza alimentare. Vi basti sapere che ogni albero ha la possibilità di assorbire circa 12,3 kg di CO2 all’anno, che per l’intero progetto vorrebbe dire sequestrare 1,23 milioni di tonnellate di CO2 ogni 365 giorni, l’equivalente della rimozione di CO2 emessa ogni anno dalle strade da oltre 260.000 veicoli alimentati a benzina.

In poche parole, le mangrovie forniscono una barriera naturale contro gli impatti dei cambiamenti climatici, come l’erosione e l’innalzamento del livello del mare.

Come sarà il Dubai Mangroves

Il Dubai Mangroves, oltre ad essere un progetto innovativo destinato alla rigenerazione costiera, mira anche a stabilire uno standard globale su come le città possono bilanciare i bisogni del pianeta con quelli delle persone. Non a caso, tale iniziativa prevede anche altre risorse, come il Mangrove Visitor Hub, progettato per educare e coinvolgere la comunità e i visitatori sull’importanza delle mangrovie e sulle sfide ambientali che il nostro pianeta deve affrontare, e il Museo Botanico presso il Centro di Conservazione della Riserva Naturale, che fungerà da piattaforma per la ricerca, l’istruzione e il sostegno, promuovendo la gestione ambientale tra residenti e turisti.

Riconoscendo l’urgenza di questi problemi, il progetto Dubai Mangroves mira a contrastare gli effetti dell’innalzamento del livello del mare e della perdita di habitat, intraprendendo il più grande sforzo di rigenerazione costiera del mondo. Ripristinando ed espandendo le foreste di mangrovie lungo la costa di Dubai, si potrebbero ristabilire difese naturali, migliorare la biodiversità e creare un modello sostenibile per la gestione costiera.

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Benvenuti all’Albergo Ristorante Poli, sulla via degli Dei

Nel cuore dell’incantevole scenario dell’Appennino Tosco-Emiliano, l’Albergo Ristorante Poli rappresenta una tappa obbligata lungo l’antica via degli Dei. In un luogo così suggestivo è possibile vivere un’esperienza autentica, immersa nel verde, in cui poter vivere momenti di puro relax lontani dal trambusto della vita quotidiana.

L’ambiente è accogliente, caratterizzato da un design minimalista e l’atmosfera che si respira è familiare, intima ed è accompagnata da un’accoglienza professionale e attenta. L’Albergo Ristorante Poli è dotato di un rigoglioso giardino e di un ampio parcheggio privato per i clienti, un’area sosta per campeggiatori con doccia e servizi annessi completamente gratuiti. Ogni dettaglio è curato con attenzione per garantire un’esperienza di soggiorno indimenticabile.

Appennino Tosco emiliano - Albergo Ristorante Poli

La cucina emiliana è un vero e proprio viaggio di sapori genuini nella tradizione locale e anche bolognese: tra i numerosi assaggi tipici del territorio è impossibile non menzionare le tagliatelle preparate a mano, i gustosi tortelloni ripieni, la polenta, le crescentine, la carne e i salumi locali; ogni assaggio è indimenticabile e un’occasione unica per deliziare il palato. I piatti sono preparati con cura e raccontano una storia fatta di tradizione e passione autentica.  Gli ingredienti provengono dai produttori locali e ciò a testimonianza dell’assoluta freschezza e genuinità della materia prima utilizzata. L’Albergo Ristorante Poli si impegna a valorizzare e promuovere i prodotti dei produttori locali. Funghi e tartufi di stagione, sono infatti raccolti direttamente nelle immediate vicinanze dei boschi circostanti e la maestria con cui vengono sapientemente cucinati conferisce un tocco di eleganza ai piatti, regalando un’esperienza culinaria unica e inconfondibile.

Appennino Tosco emiliano - Albergo Ristorante Poli

Non solo un rifugio confortevole e intimo, l’Albergo Ristorante Poli è anche un palcoscenico perfetto per eventi speciali come feste di compleanno, matrimoni, anniversari e pranzi aziendali. Per coloro che desiderano esplorare i dintorni è possibile avventurarsi nella natura circostante attraverso passeggiate rigeneranti ed escursioni in mountain bike. Le opzioni sono infinite per chi desidera trascorrere del tempo all’aria aperta e godere della bellezza paesaggistica e suggestiva dei dintorni.

Calore, cucina tradizionale e comfort ineguagliabili: cosa aspetti a vivere un’esperienza memorabile?  Lasciati trasportare in un viaggio di autenticità e benessere nel cuore pulsante dell’Appennino Tosco Emiliano.

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Come fare il check-in per una crociera

State finalmente avverando quel sogno nel cassetto che avevate da tempo, ossia partire per una entusiasmante crociera alla scoperta di molteplici località nel mondo: potrete esplorare città vibranti, paesaggi naturali, culture differenti, storie di vita e tradizioni antiche e moderne, tutte in un unico viaggio itinerante attraverso mari e oceani.

Ovunque scegliate di vivere l’esperienza della vostra prima crociera, prima di partire è necessario preparare tutta la documentazione di viaggio, effettuare il check-in e il controllo bagagli, proprio come serve fare anche prima di viaggiare con un aereo. Ma quali sono le regole da seguire? E come fare il check-in per una crociera? Ecco tutte risposte ai dubbi.

Documentazione necessaria per viaggiare in crociera

Prima di procedere con il check-in, che vi permette di registrare anche i bagagli che porterete a bordo, è importante raccogliere e preparare tutta la documentazione che dovrete presentare per salire sulla nave. Avrete quindi bisogno di:

  • Numero di prenotazione
  • Carta d’identità o passaporto a seconda di quali tappe ai porti effettuerai, oltre a eventuali visti (se necessari)
  • Eventuali biglietti aerei se prevedi il ritorno in aereo
  • Etichette per i bagagli
  • Modulo d’imbarco (se fai il check-in online, altrimenti ti viene consegnato consegnano in fase di imbarco al porto)

Il modulo di imbarco e le etichette per i bagagli si ottengono tramite check-in, che può essere effettuato nel porto di partenza, oppure comodamente online. Vediamo come procedere.

Check-in al porto per la crociera

Tutti i passeggeri che partecipano a una crociera devono provvedere a effettuare il check-in e procedere con il controllo bagagli: questo avviene per una questione di sicurezza, garantendo così un maggiore controllo su chiunque salga sulla nave.

Durante la procedura, ogni passeggero deve confermare i propri dati personali e quelli relativi ai bagagli che si porteranno a bordo. A tal proposito, ogni compagnia navale ha le proprie regole per quanto riguarda il numero di bagagli da imbarcare e il loro rispettivo peso. In linea generale, solitamente ogni passeggero ha diritto a un bagaglio a mano e a un bagaglio più grande di circa 20-30 chili.

Effettuare il check-in per una crociera è piuttosto semplice, ma è importante verificare di avere con sé il proprio documento d’identità e la conferma della prenotazione.

Ogni porto ha un’area apposita dedicata ai check-in. È quindi necessario presentarsi ai desk della compagnia di navigazione con la quale si viaggia, nei quali esibire la propria documentazione. Il personale addetto effettua un controllo dei dati e chiede poi di posizionare i bagagli sul nastro trasportatore, che li pesa. Attenzione a non superare i limiti di peso, poiché potrebbero essere richiesti pagamenti extra o potrebbe addirittura venire negato l’imbarco dei bagagli troppo pesanti.

Una volta controllata la valigia, il personale appone l’etichetta di riconoscimento. Gli stessi bagagli vengono infine recapitati all’interno delle cabine di ciascun passeggero.

Check-in online per la crociera: comodo e veloce

Molte compagnie di navigazione hanno iniziato ad offrire un servizio di check-in online sul proprio sito web, in modo da velocizzare le procedure d’imbarco. Anzi, il web check-in in alcune compagnie è ormai obbligatorio.

Ma come fare il check-in online per una crociera? La procedura è molto semplice e veloce. I passeggeri dovranno accedere al sito della compagnia di navigazione, compilare i moduli di imbarco inserendo il numero di prenotazione e confermando i propri dati personali, insieme a quelli relativi ai bagagli da imbarcare. Potrebbe essere richiesto anche un recapito d’emergenza durante la procedura di check-in. Infine, servirà stampare la conferma dell’avvenuto check-in e il modulo d’imbarco, che verranno inviati al passeggero generalmente entro 48 ore dalla partenza.

In genere, nella fase di check-in si deve stampare anche il tagliandino di riconoscimento da apporre autonomamente sulle valigie, che dovranno comunque passare dalla fase di controllo bagagli nel porto. È molto importante verificare sempre di inserire i dati corretti, poiché la modifica dei moduli o la mancata segnalazione di un bagaglio possono richiedere costi aggiuntivi che possono risultare anche piuttosto dispendiosi.

Partire per una crociera è semplice, ma è importante conoscere a fondo tutte le procedure per non farsi trovare impreparati e per arrivare con il giusto anticipo. Uno degli errori più comuni, infatti, è quello di sottovalutare la durata dell’imbarco e di arrivare all’ultimo minuto: come accade per i voli aerei, bisogna fare attenzione a non rimanere chiusi fuori dal gate. In genere, dovrete tenere a mente che l’imbarco sulla nave inizia 4 ore prima della partenza e si conclude entro massimo 1 ora prima di salpare.

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Ponta Delgada, la perla delle Azzorre

Le isole Azzorre, cinte dalle fresche acque dell’oceano Atlantico, sono un vero e proprio paradiso tropicale in Europa: amministrativamente rappresentano una delle regioni autonome del Portogallo, ma sembra quasi di andare dall’altra parte del mondo. Uno dei luoghi più belli da esplorare è sicuramente Ponta Delgada, il capoluogo situato sull’isola di São Miguel. Scopriamo la sua storia e le attrazioni migliori da visitare.

Dove si trova Ponta Delgada

Avete mai visitato le isole Azzorre? L’arcipelago di origine vulcanica si trova nel cuore dell’oceano Atlantico e costituisce una delle due regioni autonome del Portogallo. È composto da nove isole principali e da alcuni isolotti più piccoli: una delle più conosciute è quella di São Miguel, dove ha sede il capoluogo delle Azzorre. Stiamo parlando della città di Ponta Delgada, che oggi ospita la sezione esecutiva dell’autorità locale (quella legislativa e quella giudiziaria sono rispettivamente ripartite tra Horta e Angra do Heroísmo).

La città, che conta quasi 70mila abitanti, è situata lungo la costa meridionale dell’isola di São Miguel, in un panorama naturale di grande suggestione. Il territorio è prevalentemente vulcanico, caratterizzato da aspre rocce basaltiche originarie delle vicine aree di Monte Picos e del massiccio Sete Cidades – quest’ultimo contenente un vulcano ancora attivo. Ponta Delgada è una cittadina dal clima mite, dovuto alla presenza della corrente del Golfo che le permette di vivere un’eterna primavera, con tuttavia un tempo abbastanza instabile nelle stagioni intermedie. L’estate rimane dunque il periodo ideale per visitarla.

Le Portas de Cidade, Ponta Delgada

Fonte: iStock

Le Portas de Cidade e la Torre do Rélogio

Ponta Delgada, la storia

L’origine della città di Ponta Delgada non è certissima: il centro abitato nacque attorno al 1450, quando Pêro de Teive fondo un piccolo villaggio di pescatori all’interno di un’insenatura protetta dell’isola di São Miguel. All’epoca, quest’ultima era caratterizzata da numerosi insediamenti sparsi che, con il passare del tempo, si unirono e iniziarono ad ingrandirsi. Non sappiamo quindi con precisione quando Ponta Delgada assunse le fattezze di una vera e propria città. Ciò che è certo, tuttavia, è che in quel periodo Vila Franca di Campo – situata lungo la costa centro-meridionale dell’isola – era il centro abitato maggiore.

La città di Vila Franca, la più fiorente dal punto di vista economico, venne quindi scelta come capoluogo dell’arcipelago. Ma nel 1552 un violento terremoto scosse la terra e provocò una frana devastante, che distrusse gran parte del centro abitato e fece circa 5.000 vittime. I portoghesi furono così costretti a spostare il capoluogo nella città di Ponta Delgada, che in quell’epoca stava diventando sempre più grande ed economicamente importante, trasformandosi nel porto principale dell’isola (e dell’intero arcipelago).

Nel corso dei secoli successivi, Ponta Delgada visse un notevole sviluppo su tutti i fronti. Dal punto di vista economico, divenne sempre più importante grazie all’esportazione di agrumi verso il Regno Unito e all’apertura di imprese di mercanti ebrei nel centro storico. L’800 fu il suo periodo più florido, con un’attenzione particolare anche alla vivibilità della città e al “rinverdimento” della comunità. Ponta Delgada divenne così la terza città del Portogallo per numero di residenti e per ricchezza: la sua importanza è ancora oggi rilevante, nonostante l’inevitabile decrescita del settore agricolo e rurale. Merito anche del turismo, visto che la città è una delle più visitate dell’arcipelago delle Azzorre.

Il municipio di Ponta Delgada

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La Câmara Municipal de Ponta Delgada

Le attrazioni più belle di Ponta Delgada

La città di Ponta Delgada offre davvero tantissime attrazioni da visitare: è un luogo dove si respira la vera atmosfera portoghese, e che vi lascerà senza dubbio incantati. La prima tappa non può che essere le maestose Portas da Cidade, tre archi realizzati in pietra basaltica che vennero costruiti verso la fine del ‘700, originariamente collocati presso il vecchio porto – e solo in seguito spostati nella posizione attuale. Da qui si arriva alla Chiesa di São Sebastião, la parrocchiale principale della città caratterizzata da pietre basaltiche nere e da una splendida Torre do Relógio, che svetta verso il cielo.

Addentrandosi tra le vie della città, si può ammirare l’autentica atmosfera di Ponta Delgado: qui si susseguono negozi d’artigianato, alcuni ancora ispirati alla tradizione locale, e bar pasticcerie dove assaporare tante prelibatezze tipiche. È l’ideale per chi vuole prendersi una piccola pausa dopo aver esplorato in lungo e in largo la città. A non molta distanza si trova il municipio, la Câmara Municipal de Ponta Delgada, affiancata dall’imponente Torre Sineira. Quest’ultimo ospita una scala a chiocciola di ben 106 gradini, al termine della quale si giunge sulla cima del campanile e si può ammirare un panorama mozzafiato sull’intero centro abitato.

Tra i monumenti più visitati c’è poi il Convento e la Capela de Nossa Senhora da Esperança, complesso monastico risalente al ‘500 e ancora oggi abitato dalle suore dell’Ordine di São Francisco. Al suo interno, ci sono diverse splendide opere d’arte da visitare, tra cui il tesoro di Nostro Signore Cristo dei Miracoli. L’intera cappella è un vero gioiello, costituita da intagli dorati e bellissime piastrelle in stile portoghese risalenti al XVIII secolo. Per chi ama il verde, non si può fare a meno di scoprire la piantagione di ananas Augusto Arruda: l’accesso è libero e ci si può immergere tra le coltivazioni.

Piantagione di ananas a Ponta Delgada

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La piantagione di ananas Augusto Arruda

Non meno affascinante è l’orto botanico José do Canto, istituito nel corso dell’800 da colui che per lungo tempo fu l’uomo più ricco dell’isola – e di cui il giardino porta il nome. Dalla sua realizzazione, l’area verde ha ospitato più di 6.000 specie botaniche: oggi purtroppo non è più così ricco come un tempo, ma conserva ancora delle preziose collezioni di piante esotiche e diversi esemplari notevoli provenienti da ogni angolo del mondo, come gli eucalipti dell’Australia, gli alberi della canfora del Giappone e le magnolie dell’America settentrionale.

Infine, per scoprire il volto più autentico di Ponta Delgada bisogna passeggiare sul suo lungomare: tra bar e ristoranti dove fermarsi a riposare, c’è davvero l’imbarazzo della scelta. Molto bella è la piscina Oceânica, dove fare un tuffo ammirando l’oceano. Mentre a poca distanza dal porto si trova il Forte de São Brás, la più grande fortezza situata sull’isola di São Miguel, che ospita il Museo Militare delle Azzorre. Per i più avventurosi, un giro in barca si rivela poi una splendida occasione per fare whale watching e ammirare i giganti del mare.

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Quali documenti sono necessari per viaggiare in crociera

Siete pronti per un viaggio in crociera, ma siete sicuri di aver preparato tutti i documenti che vi possono servire? La prima cosa da ricordare è che, quando si organizza una vacanza in crociera, diventa indispensabile il controllo dei documenti necessari.

Infatti, tutto cambia in base all‘itinerario scelto: non c’è una risposta univoca a questa domanda, per questo è necessario informarsi e non incappare in errori.

Quindi, diverso tempo prima di partire, bisogna essere certi che i documenti che si hanno siano validi e sapere se ne vanno aggiunti altri. Potrebbe bastare la carta d’identità, mentre in altri casi essere necessario un passaporto. In altri ancora agiungersi uno o più visti.

La cosa migliore da fare, se state organizzando la vacanza da soli, è quella di informarsi sul sito della compagnia di navigazione, oppure telefonando. Potrebbe essere necessario chiedere anche all’autorità governativa locale. Se ci si muove tramite agenzia, invece, chiedere supporto al personale.

Quali documenti portare con sé in crociera

Pensiamo a che esperienza terribile possa essere presentarsi all’imbarco della crociera, ma non poter partire per la vacanza tanto desiderata perché non si hanno con sé i documenti adatti. Per evitare che questa brutta situazione possa capitare a voi, è bene stare molto attenti ad avere tutto con sé.

Ma quali sono i documenti da portare con sé in crociera? Innanzitutto, un documento di identità. Ci sono paesi in cui basta la carta di identità e altri in cui viene richiesto un passaporto: è bene che il passaporto abbia una validità superiore a quella del periodo della vacanza, con una scadenza residua di oltre sei mesi. Potrebbero essere tenuti dal personale della nave, nel caso debbano esibirli alle autorità portuali.

Possono, inoltre, essere necessari visti turistici: questi devono essere richiesti da chi parte per la vacanza, prima di imbarcarsi. Anche in questo caso bisogna prestare molta attenzione, per non dimenticarne qualcuno.

Va anche ricordato che le normative spesso cambiano e che quindi bisogna verificare che siano sempre attuali.

Cosa serve per partire con i minori: i documenti

Quandi si parte per una crociera in compagnia di passeggeri minori è bene sapere che, sia il passaporto che la carta di identità, devono essere loro documenti personali. Inoltre, se non viene riportato il nome dei genitori,  serve anche un certificato di nascita.

Prima della partenza, comunque, è sempre bene informarsi presso le autorità locali per avere la certezza che i documenti siano corretti per quel tipo di viaggio.

I documenti di viaggio

Non solo i documenti personali: quando si parte per una crociera è bene ricordare di avere anche quelli della vacanza con sé. Tra quelli richiesti vi sono il modulo di imbarco, il biglietto e il riepilogo del pacchetto di servizi scelti.

Se si raggiunge il porto con treni o aerei, è bene ricordarsi di partire anche con tutta la documentazione necessaria per salire su quei mezzi, per evitare situazioni spiacevoli.

Qualche consiglio e info utile per i documenti

Ci sono alcuni consigli utili che è bene seguire per essere organizzati al meglio quando si parte per una crociera. Uno di questi è quello di avere con sé la fotocopia di tutti i documenti, una sicurezza in più che può risultare utile in caso di smarrimento. Tenere a portata di mano tutta la documentazione richiesta: questo facilita e velocizza le operazioni di imbarco.

Non dimenticarsi le scadenze, se si programma per tempo una vacanza in crociera ricordarsi sempre di controllare dopo quanto tempo scade il passaporto: spesso la validità residua richiesta è di oltre sei mesi. Se non la si ha, meglio procedere con un rinnovo per non incappare in brutte sorprese.

Infatti, se non si hanno i documenti corretti, non ci si può imbarcare e neppure richiedere il rimborso.

 

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Vacanze in Islanda: i consigli per un viaggio low cost

L’Islanda è una meta fiabesca e meravigliosa, con imponenti ghiacciai contrapposti a impetuosi vulcani attivi, paesaggi naturali selvaggi e incontaminati, accompagnati da cieli notturni infiammati dall’aurora boreale.

Ma c’è un dettaglio che, spesso, fa desistere chi vorrebbe esplorarla in tutta la sua bellezza: l’Islanda è molto costosa. Il costo della vita in Islanda è molto più alto rispetto ad altre mete europee e confrontato anche con l’Italia: nella ricerca di alloggi, voli e trasporti, trovare un’alternativa economica può essere difficile. Ci sono però alcuni accorgimenti che permetteranno a chi è più avventuroso di visitare la terra del ghiaccio e del fuoco risparmiando.

Nulla è impossibile e, con qualche semplice trucco, riuscirete a contenere il budget per l’organizzazione di un viaggio in questa splendida isola, godendosi una splendida vacanza a contatto con la natura più autentica: ecco tutti i consigli più utili per visitare l’Islanda con un viaggio low cost.

Voli low cost per l’Islanda

Una delle voci di costo più pesanti per un viaggio fuori dall’Italia è spesso il trasporto aereo. Volare in Islanda dall’Italia non è particolarmente economico, nonostante diverse compagnie abbiano aperto tratte verso quest’isola rendendo più competitivi i prezzi applicati. Tra le compagnie low cost che praticano voli diretti da Roma e Milano sono WizzAir ed easyJet.

Con qualche accorgimento è possibile risparmiare anche centinaia di euro sul costo del volo per l’Islanda. Ecco come:

  • Prenotate i biglietti aerei con un buon anticipo per riuscire a spuntare prezzi e offerte migliori.
  • Evitate l’alta stagione: in estate i prezzi sono molto più elevati, soprattutto nel mese di agosto; se potete, scegliete il periodo tra settembre e ottobre in modo da risparmiare sul prezzo del biglietto.
  • Valutate l’opzione di fare uno scalo: spesso i voli diretti costano di più rispetto a due voli più brevi (nonostante sia una scelta eticamente meno corretta poiché più inquinante).
  • Viaggiate leggeri: partendo con un bagaglio a mano, rispetto a quello più pesante da stiva, risparmierete sul costo del trasporto.

Noleggiare l’auto

Una volta arrivati in Islanda, la scelta quasi obbligata per potersi muovere verso il primo alloggio e per esplorare l’isola è il noleggio dell’auto. Il consiglio generale è quello di prenotare anche il mezzo con largo anticipo, in modo da spuntare prezzi migliori.

Un’alternativa più economica al noleggio, e che vi permette di socializzare con altre persone, è il carpooling islandese Samferda. Sul sito ufficiale troverete tutte le corse in auto disponibili, che potrete condividere per un viaggio in compagnia: un ottimo modo per risparmiare, fare nuove conoscenze e inquinare meno.

Alloggiare in Islanda spendendo poco

Anche il pernottamento è un costo fisso che incide in buona misura sul budget di una vacanza in Islanda. La sistemazione in hotel, in questo Paese, è piuttosto cara rispetto agli standard italiani. Inoltre, le strutture ricettive sono poche e, durante l’alta stagione, esauriscono velocemente le stanze disponibili. Se volete risparmiare anche sul cibo, l’hotel non sarà la scelta più adatta, poiché non avendo una cucina vi costringerà a pranzare e cenare fuori, spendendo più soldi.

Quali sono le alternative più economiche, rispetto al classico hotel, per dormire in Islanda? In generale, vi consigliamo di costruire il vostro itinerario partendo proprio dalla ricerca di alloggi e sistemazioni economiche. Inoltre, potete scegliere tra diverse alternative: fattorie, ostelli, guesthouse, tenda o camper in campeggio. Vediamole tutte.

Fattorie, ostelli e guesthouse in Islanda

Le fattorie, gli ostelli e le guesthouse sono la soluzione migliore per chi cerca un buon rapporto qualità-prezzo, ma senza rinunciare alla comodità di una camera. Diversamente da quanto si possa pensare, si tratta di luoghi con stanze molto pulite e adatte a qualsiasi tipo di viaggiatore.

Il consiglio è quello di prenotare queste sistemazioni con largo anticipo, poiché sono spesso piene, soprattutto nel periodo estivo. E se volete risparmiare ulteriormente, vi consigliamo di portare con voi un sacco a pelo e un asciugamano personale, in modo da evitare l’eventuale costo extra di coperte e altri tessuti messi a disposizione dagli ostelli.

Cercate, inoltre, strutture che mettano a disposizione una cucina privata o condivisa con gli altri ospiti. In questo modo potrete risparmiare sul cibo cucinando in autonomia pranzi e cene. In tal caso, una catena economica di supermercati, in cui potersi recare per comprare gli alimenti, è Bonus.

Infine, se volete alloggiare in una fattoria e togliervi comunque qualche sfizio, sceglietene una che offra la colazione inclusa nel prezzo della camera: potrete gustare squisiti prodotti freschi locali, per un viaggio alla scoperta dei sapori islandesi.

In Islanda in campeggio: la soluzione più economica

Siete viaggiatori avventurosi e abituati a restare a contatto con la natura? Allora la soluzione perfetta ed economica per visitare l’Islanda in estate è il campeggio. Ce ne sono molti in tutta l’isola, con piazzole di prato nelle quali montare la propria tenda (che può essere noleggiata facilmente), cucina e bagni in comune con doccia e acqua calda, oltre a una sala lavanderia (in certi campeggi).

A Reykjavik troverete numerosi servizi di noleggio, che offrono anche tessere e abbonamenti, dove procurarvi tenda e sacchi a pelo perfettamente igienizzati, oltre a pentole e fornelli per cucinare. Questa è una scelta adatta anche per coloro che organizzano un viaggio nella terra dei ghiacci all’ultimo minuto: le tende e i campeggi sono sempre disponibili e non c’è bisogno di prenotare con largo anticipo.

Viaggiare in camper in Islanda: un’alternativa valida

C’è un altro modo piuttosto smart e avventuroso per dimezzare le spese di alloggio e pasti per un tour dell’Islanda meraviglioso e a stretto contatto con la natura: noleggiare un camper. Come anticipato, l’Islanda è ben attrezzata in tema di camping ma, a differenza di chi punta a dormire in tenda, se scegliete il camper sarà necessario prenotare in anticipo la piazzola di sosta.

Sia all’aeroporto di Keflavik sia a Reykjavik troverete numerosi noleggi di auto e camper: confrontate le diverse compagnie e prenotate con anticipo il camper per trovare i prezzi più bassi, valutando sempre la convenienza rispetto al noleggio di un’auto unita al pagamento di una struttura ricettiva per il pernottamento.

Un’alternativa simile, ma ancor più economica rispetto al camper, sono le auto dotate delle cosiddette “roof tent”, le tende da posizionare sul tetto del mezzo e nelle quali poter pernottare.

Mangiare in Islanda spendendo poco

Anche il cibo in Islanda è più caro rispetto all’Italia. Per risparmiare, il consiglio è quello di acquistare alimenti nei supermercati. tra i più economici troverete le catene Bonus, Netto e kronan, sebbene siano comunque più care rispetto allo standard italiano. Se avete scelto una sistemazione con cucina, potrete preparare qualche gustosa pietanza risparmiando ulteriormente visto che potrete evitare di spendere di più per piatti già pronti.

Se portate con voi una valigia molto capiente, potreste anche pensare di portare una certa quantità di cibo dall’Italia, come il caffè, la pasta e altro cibo precotto in scatola. In questo modo tagliereste una buona parte dei costi per l’acquisto di alimenti al supermercato.

Ma come ogni viaggio che si rispetti, anche le tradizioni culinarie rappresentano un aspetto culturale importante da scoprire e andrebbero provate almeno una volta. Per risparmiare, potreste optare per uscire a pranzo, piuttosto che a cena, poiché è più comune che i ristoranti e i bistrot effettuino sconti sui pasti del giorno, rispetto alla sera. Inoltre, se optate per locali che offrono pranzi e cene a buffet, il prezzo sarà più contenuto.

Un altro consiglio per risparmiare soldi riguarda l’acqua: non serve acquistarla, poiché quella del rubinetto è potabile e buona. Vi basterà portare con voi una borraccia da riempire prima di uscire.

Viaggio in Islanda: altri consigli pratici per risparmiare

Abbiamo visto come risparmiare per dormire, mangiare e muoversi in Islanda, ma i consigli non finiscono qui. Ecco altri trucchi per organizzare un viaggio low cost nelle terre selvagge islandesi, dai suggerimenti sui metodi di pagamento fino alle escursioni e alle visite turistiche:

  • Limitare lo shopping: non acquistare in loco capi di abbigliamento tecnici e costosi, meglio portare tutto l’occorrente in valigia sin dalla partenza.
  • Pagare con carta di credito: l’isola è ben organizzata per i pagamenti con carte, anche per gli importi più bassi, perciò si può evitare di prelevare molti contanti o cambiarli all’arrivo, poiché i tassi di cambio e le commissioni sono più sfavorevoli.
  • Relax nelle piscine termali naturali gratuite: godetevi un po’ di sano relax senza spendere un euro nelle piscine formatesi naturalmente che costellano la terra del ghiaccio. Potete trovare sorgenti di acqua termale trasformate in centri benessere, ma anche piscine gratuite completamente immerse nella natura, come quelle nello splendido parco di Landmannalaugar o le Foss di Akureyri, dove rilassarsi nell’acqua alla temperatura di circa 38°C.
  • Prenotare escursioni guidate solo se necessario: quello dell’Islanda è un territorio quasi totalmente incontaminato e libero. Potete visitare moltissime bellezze naturalistiche senza spendere soldi, con poche eccezioni a pagamento.
  • Visitare Reykjavík, la capitale, e altre città vi permetterà di avere più scelta di locali in cui mangiare a prezzi bassi; potrete anche valutare di acquistare una card che comprenda più escursioni ed entrate in musei e luoghi di interesse a pagamento, risparmiando decine di euro.

Un paradiso naturale vi aspetta: con questi consigli non vi farete trovare impreparati e riuscirete a godere di tutte le meraviglie dell’Islanda senza spendere una fortuna.