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Tutti i Paesi europei che allentano le restrizioni Covid

In tutta Europa i governatori stanno disponendo un generale allentamento delle misure restrittive per arginare la diffusione dei contagi. I primi Paesi ad aver eliminato divieti e limitazioni sono stati Francia e Regno Unito. Ora si aggiungono l’ Austria, che ha eliminato il lockdown per i non vaccinati, e la Danimarca, che ha di fatto tolto ogni restrizione. In Svezia, invece, le misure anti contagio rimarranno per altre due settimane.

In Francia: via la mascherina all’aperto e riprenderanno i concerti

In Francia dal 2 febbraio non ci sarà più l’obbligo di indossare la mascherina all’aperto. Cesseranno anche i limiti alle capienze nei vari locali pubblici, e l’obbligo di lavoro a distanza per almeno tre giorni a settimana. Un ulteriore step verso le riaperture si avrà a partire dal 16 febbraio, quando riapriranno le discoteche, riprenderanno i concerti e sarà nuovamente possibile consumare cibo e bevande al cinema, allo stadio e sui mezzi di trasporto.

Il Passe Vaccinale– l’equivalente del nostro Super Green Pass – , per i maggiori di 16 anni, andrà a sostituire il passe sanitaire (ottenibile anche con un tampone negativo) ossia il nostro Green Pass base. Servirà per accedere a: ristoranti, teatri, stadi, aerei e treni ad alta velocità.

In Inghilterra: niente pass sanitario per accedere ai locali. Mascherine solo al chiuso

In Inghilterra è cessato l’obbligo di indossare le mascherine, suggerendo di indossarle comunque in luoghi chiusi o affollati, ma non nelle scuole, e sono state revocate alcune restrizioni. Ci si affida al buonsenso, insomma.  Il lavoro a distanza non verrà più raccomandato ufficialmente e il pass sanitario non sarà più necessario per accedere ai locali e partecipare agli eventi.

L’Austria elimina il lockdown per i non vaccinati

In Austria, dal 1 febbraio – in cui scatta l’obbligo vaccinale per gli over 18. -nonostante la variante Omicron non abbia ancora raggiunto l’apice, è stato eliminato il lockdown per i soggetti non vaccinati. Una scelta, a detta del governo di Vienna, orientata a limitare il più possibile provvedimenti drastici e restrittivi. Intanto il 4 febbraio scatterà l’obbligo di vaccinazione anti Covid: sarà il primo caso in Europa.

Va ricordato che per entrare in Austria, dall’estero, è richiesto il certificato vaccinale,  con validità di 270 giorni a partire dalla seconda dose o dal monodose o prova di guarigione dal Covid negli ultimi 6 mesi. E’ inoltre necessario in aggiunta, un test molecolare PCR con esito negativo effettuato nelle 72 ore precedenti. Chi è sprovvisto di certificato vaccinale o di guarigione validi, è obligatorio registrarsi on line, al sito https://entry.ptc.gv.at/, e osservare una quarantena di 10 giorni, che può essere interrotta effettuando un test molecolare, che deve avere esito negativo, non prima di 5 giorni dopo l’ingresso nel Paese.

Meno restrizioni in Danimarca

Anche in Danimarca la direzione è quella di eliminare completamente le restrizioni a partire dall’1 febbraio. La proposta del ministro della Salute Magnus Heunicke è ancora in attesa dell’approvazione del Parlamento.  Più cauti in Svezia dove si è invece deciso di prolungare le misure restrittive per altre due settimane.

La variante Omicron, secondo il governo svedese, è ancora in fase calda di diffusione nel Paese scandinavo, quindi bar e ristoranti continueranno ad abbassare le serrande alle 23, con un limite di 500 persone all’interno di locali al coperto.

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Sul Treno Rosso del Bernina, il trenino dell’amore

È rosso come l’amore, ed è uno dei viaggi più romantici che si possano fare. Quello a bordo del Bernina Express o Treno Rosso del Bernina, il treno panoramico che parte da Tirano, in Valtellina, e che arriva fino a St Moritz, in Svizzera, e che è diventato un Patrimonio mondiale dell’Unesco.

Per tutto il mese di febbraio, si viaggia in due sul Trenino Rosso del Bernina a 99 euro con un pranzo a St. Moritz incluso, prima che il treno vi riporti a Tirano. Un viaggio che vale assolutamente provare.

I paesaggi che attraversa il Bernina Express sono tra i più belli dell’arco alpino. Un’esperienza che fa davvero innamorare.

Non un semplice treno

È un insieme di ingegneria meccanica e civile, per il suo percorso che sfrutta ponti, gallerie e passaggi mozzafiato. Come il viadotto elicoidale di Brusio, il vero emblema della linea del Bernina. Una volta passata la stazione di Brusio, la linea ferroviaria compie un intero giro su se stessa, permettendo al treno di superare un notevole dislivello senza attraversare un solo tunnel. Il percorso, all’aperto, al di sopra del viadotto, offre ai passeggeri un’ottima visuale su quest’opera magistrale della tecnica ferroviaria e sul fantastico panorama svizzero.

O come la curva di Montebello. Il Bernina Express supera questa curva dietro a Morteratsch e offre, guardando a sinistra in direzione di marcia, una vista da sogno sul massiccio del Bernina e sul ghiacciaio del Morteratsch, il terzo ghiacciaio delle Alpi orientali situato nell’omonima valle. Anche la vetta più alta delle Alpi orientali si staglia imponente sulla scena: il Piz Bernina, alto 4.049 metri.

O ancora, la galleria elicoidale tra Preda e Bergün dove, in una tratta di soli 6 chilometri, ci sono 418 metri di dislivello. Per questo, è stato necessario raddoppiare la lunghezza della linea ferroviaria per non superare il dislivello massimo del 35 per mille. La ferrovia attraversa in tutto cinque gallerie elicoidali, quattro vallate e numerosi tunnel, viadotti, dighe e burroni più piccoli.

Paesaggi da cartolina

Il Trenino Rosso del Bernina costeggia anche paesaggi fiabeschi, che sembrano usciti da una cartolina. Il Lago di Poschiavo è uno di questi. E il Bernina Express lo costeggia in parte. Un altro punto incredibile è all’altezza dell’Ospizio Bernina. Il valico del passo è uno dei momenti clou del percorso a bordo del treno. Con i suoi 2.253 metri d’altitudine, l’Ospizio Bernina, sull’omonimo passo, è la stazione più alta della Ferrovia retica. Prima di salire in quota, il treno supera lo spartiacque tra il Mar Nero e l’Adriatico, con i tre laghi Lej Pitschen, Lej Nair e Lago Bianco.

Nel tratto tra Celerina e Bever, si possono ammirare le case engadinesi, le tipiche costruzioni contadine con gli imponenti muri di pietra, le profonde finestre allineate e gli “sgraffiti”, una particolare decorazione che abbellisce le facciate.

Per non parlare dei castelli. Il comune di Domleschg è una delle zone più ricche di castelli d’Europa, vista la sua posizione di passaggio per i passi alpini dello Spluga, del San Bernardino e del Giulio. La costruzione più imponente è il castello di Ortenstein, che veglia dall’alto di uno strapiombo di120 metri sul Comune di Tomils.

Il viaggio a bordo del Bernina Express è una delle esperienze più belle che si possano fare, d’estate come d’inverno. Quando i paesaggi sono completamente innevati i treno sembra viaggiare sospeso nello spazio. E nel tempo.

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Il Bernina Express viaggia in mezzo alla neve

 

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Europa linee aeree Notizie offerte Viaggi

Biglietti aerei a meno di 10 euro, l’offerta scade tra pochi giorni

Ryanair ha lanciato la sua ultima offerta low cost, per volare in tutta Europa (e non solo) a meno 10 euro. Ci sono tantissime mete raggiungibili dall’Italia a partire da 9,99 euro a tratta. Si può prenotare entro il 30 gennaio per viaggiare tutto il mese di febbraio.

Ricordatevi che in mezzo c’è anche San Valentino. Inoltre, a partire dal 1° febbraio non sarà più necessario sottoporti a tampone per fare rientro in Italia. Due ottimi motivi per ricominciare a volare e per tornare a scoprire il mondo.

Budapest, meta low cost

Tra le mete raggiungibili a prezzi bassissimi c’è Budapest, perfetta per un weekend. Un giorno per visitare Buda, le sue colline, il castello e i luoghi simbolo della Capitale ungherese, e uno per Pest, la città “nuova”, se così si può definire, con il Parlamento la cui cupola è una delle icone cittadine e le vie dello shopping. Per godersi la vista migliore di Budapest basta passeggiare lungo il Danubio che divide in due la città. Il Ponte delle Catene, altro simbolo di Budapest, è in fase di ristrutturazione e resterà impacchettato per almeno altri due anni.

Se fa freddo…

Se trovare delle giornate fredde, niente paura, potete sempre rintanarvi in uno dei bagni termali per cui Budapest è famosa. Le acque termali di Budapest sono state scoperte dai Celti, che ne riconobbero le proprietà benefiche, per diventare parte della vita quotidiana ancora oggi. Oggi a Budapest esistono oltre cento fonti termali, quotidianamente frequentate dagli ungheresi di ogni età ed estrazione sociale. La struttura più famosa è quella dei Bagni Gellért, un vero capolavoro Art Nouveau, con ben dieci piscine armonicamente inserite in un meraviglioso ambiente decorato con mosaici e maioliche d’epoca. I più popolari però sono i Bagni Széchenyi, nel parco Vàrosliget, in pieno centro e poi ci sono i Bagni Rudas, ancora intrisi di un fascino antico ed esotico. Cuore di questo stabilimento termale è il suo originale bagno turco risalente al Cinquecento. Vi abbiamo convinti? Ci sono voli da Milano Bergamo, Roma Ciampino, Bari, Pisa, Venezia e Bologna.

Valencia, città più sana del mondo

Valencia è stata appena nominata città più sana del mondo da Money.co.uk, che l’ha ritenuta la città più attenta alla salute dei propri abitanti e anche dei visitatori. Insomma, qui si sta proprio bene. Del resto, il clima valenciano è tra i più invidiati al mondo. La città offre 2.696 ore di luce solare all’anno e una temperatura media di 19°C. Perfetta per una fuga a febbraio quando in Italia fa ancora piuttosto freddo. I parchi, le spiagge e le terrazze sono pronti ad accogliere i turisti che hanno voglia di stare all’aria aperta.

Tra l’altro, quest’anno ci sono tanti motivi per andare a Valencia. Per esempio, è stata designata dalla World Design Organization come Capitale Mondiale del Design. Oltre alla famosa Ciudad de las Artes y las Ciencias progettata da Calatrava, che è un po’ l’icona di Valencia, sino appena stati inaugurati il centro culturale CaixaForum Valencia, un edificio all’avanguardia dedicato all’arte e alla cultura, e l’hub gastronomico La Sastrería, vincitore ai CID Awards 2021 per il suo design unico.

In famiglia…

Oltre che per la Città delle scienze, dove si trova anche l’Oceanogràfic, il più grande acquario d’Europa – che offre anche la possibilità di trascorrere una notte fra squali e delfini -, Valencia è una città a misura di bambino, ma di un certo spessore, ed è perfetta per una vacanza in famiglia. Fra i primi luoghi dove andare c’è il Centre del Carme con un’area creativa permanente dedicata ai bimbi fino ai 3 anni di età. Invece, all’Espai dels Xiquets i bimbi dai 3 ai 6 anni imparano a costruire una casa usando gru giocattolo, esplorano il corpo umano e scoprono i segreti della Terra affiancati da esperti e scienziati. A Valencia non mancano poi parchi e giardini, tra cui il famoso Bioparc. Tra i tantissimi spazi verdi c’è anche il Parco Gulliver, dove i bambini si trasformano in lillipuziani per arrampicarsi su un gigantesco Gulliver e lanciarsi attraverso gli scivoli a tutta velocità. Ci sono voli diretti da Bergamo e Malpensa, Ciampino, Bologna, Cagliari, Torino e Palermo.

valencia

La Ciudad de las Artes y las Ciencias di Valencia

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Cosa fare a Chioggia, città da vedere assolutamente

Città lagunare, dalla storia millenaria e inserita nelle 52 mete del mondo da visitare nel 2022 secondo il New York Times è Chioggia, in provincia di Venezia, località ancor più antica della sua “sorella maggiore” e che fa innamorare qualsiasi visitatore.

Chioggia, città dalla bellezza solenne

Denominata la “Piccola Venezia”, Chioggia è molto di più di quello che, tendenzialmente, si tende a credere. Si sviluppa su isolette divise da canali collegate tra loro mediante ponti. Un centro storico, quello di Chioggia, carico di suggestioni regalate dal patrimonio architettonico, artistico e dalle spiagge, dotate di ogni comfort.

Città marittima e turistica, famosa per il Mercato del Pesce, per il suo radicchio rosso a forma di rosa, nonché per le frequentate località balneari di Sottomarina e Isola Verde, esprime sin da subito il suo forte legame col mare, che dona al visitatore una bellezza solenne di cui gioire a ogni angolo.

La pesca è la sua principale risorsa economica e fonte di sviluppo, e il porto è uno dei maggiori dell’Adriatico per l’attività ittica, efficiente anche per i trasporti che collegano Chioggia a Venezia in vaporetto.

Ma non solo. Questo posto offre anche un nutrito turismo culturale, tra luoghi d’interesse e attrazioni. E poi la ricca tradizione culinaria, rinomata non solo in Italia ma anche a livello internazionale.

chioggia veneto

Chioggia, città lagunare

Perché viene chiamata la “Piccola Venezia”

L’appellativo di “Piccola Venezia” le viene dato non solo per la sua vicinanza con il capoluogo veneto, ma anche per le caratteristiche urbanistiche, che ricordano quelle della Serenissima. Campi, calli, canali, edifici sacri, musei e tanto altro ancora, ma tutto con una personalità diversa, unica e irresistibile.

Una vera e propria sorpresa, quindi, con il suo popolo che rumoreggia padrone nei caffè, una città che ci fa riscoprire più autentici di come ci sentiamo. E poi il sapore di mare, dei pescherecci salati, reti e stormi di gabbiani, ma anche il profumo dei panifici, e i tanti negozi che costellano le sue strade.

Cosa vedere a Chioggia

Come avete intuito, Chioggia merita molto di più dello stereotipo che la relega a “sorellina minore di Venezia“. Una città che vanta una storia di tutto rispetto che la rende unica, grazie anche a un percorso turistico collegato a monumenti e località intrecciate con antiche e misteriose leggende.

La città che possiamo ammirare oggi nasce da un preciso progetto urbano dei Romani – tra il III secolo avanti Cristo e il V dopo Cristo – che usava i canali come vie.

Dal suo canale principale (altamente pittoresco), il Vena, attraversato da 9 ponti, si può ammirare il Palazzo del Municipio in stile neoclassico. Bellissima anche la sua Cattedrale di Santa Maria Assunta, nel rione Duomo, subito dopo Porta Garibaldi, realizzata dall’architetto Baldassare Longhena nel 1100 circa.

Distrutta nel 1623, venne di nuovo ricostruita e arricchita con dipinti di Andrea Vicentino e di Alvise dal Friso (1593) di Pietro Malombra (1598), di Francesco Rosa (1685), e molti altri. Tante sono anche le sculture di Bartolomeo Cavalieri (1677) come il maestoso pulpito in marmo di Carrara, e il Battistero della Cattedrale di Alvise Tagliapietra.

chioggia duomo

La Cattedrale di Santa Maria Assunta a Chioggia

A svettare sinuosa nei cieli di Chioggia la Torre di Sant’Andrea, un campanile alto circa 30 metri che ospita uno degli orologi da torre più antichi del mondo, e ancora oggi perfettamente funzionante. Al suoi interno un museo allestito lungo sette piani.

Fondamentale, se si visita Chioggia, fare una tappa al suo Mercato del Pesce, la famosa Pescheria. Visitarlo vuol dure vivere una tradizione secolare che si ripete ogni giorno, a eccezione del lunedì. Splendido anche il Palazzo Granaio, uno degli edifici più antichi della città (1322), in stile gotico molto sobrio. Poi il Ponte Vico che attraversa il canale per portare all’omonima piazza, dove sorge una versione più piccola del leone veneziano di San Marco.

Affascinante anche la Chiesa di San Domenico, che conserva ancora i segni dell’acqua alta. Altrettanto suggestive le arcate in pietra che costeggiano il Canal Vena, le calli strette e lunghe, e i panni stesi tra i palazzi. E poi il Refugium Peccatorum, con una fila di statue lungo il canale e un gruppo marmoreo raffigurante la Madonna con il Bambino, sormontato da una cupola d’oro.

Infine, ma in realtà i punti d’interesse di Chioggia da cui lasciarsi affascinare non sono finiti qui, gli amanti del mare possono trovare il loro piccolo paradiso dirigendosi, grazie a un ponte, verso la “sorella” di Chioggia, Sottomarina, che offre un lungo litorale sabbioso con lidi attrezzati.

chioggia Sottomarina

Veduta di Chioggia e Sottomarina

Chioggia, città magica e misteriosa

Bellissima sì, ma anche altamente misteriosa. Sul sagrato della sua Cattedrale, per esempio, si trova una statua senza testa. Secondo la leggenda, una bimba poverissima udì una voce che le ordinava di distruggere il capo della scultura e, non appena compiuto il gesto, vi trovò dentro monete d’oro che fecero la fortuna della sua famiglia.

Passeggiando sul Ponte Scarpa, invece, avrete la possibilità di ammirare quello che era il Palazzo della Strega, abitato da una fattucchiera dai grandi poteri. Incastonata nella facciata una statua della Madonna, posta proprio lì per esorcizzare.

Misteri anche presso la Chiesa di San Giacomo sita nel centro storico. Qui si venera un ceppo considerato sacro e si narra che un uomo ebbe un’apparizione della Vergine che, seduta su di esso, abbracciava il figlio Gesù coperto di piaghe. L’uomo andò a chiamare i compaesani, ma quando giunsero sul posto videro solo il ciocco; la Madonna e Gesù erano su una barca che, pur essendo senza vogatore, si allontanava sempre più all’orizzonte, fino a sparire nella nebbia. Gli uomini andarono all’inseguimento, ma nessuno ritrovò mai più l’imbarcazione.

Chiesa di San Giacomo chioggia

La Chiesa di San Giacomo a Chioggia

Non meno mistico è il crocifisso gigante di San Domenico posto nell’omonima chiesa, che sarebbe arrivato dal mare galleggiando sulle onde. Ed è proprio dalle acque che lambiscono la città che nascono altri misteri. Si narra che per anni i pescatori di Chioggia trovarono, incagliati nelle reti, oggetti antichissimi che fecero pensare a una “città sommersa”. Tuttavia, fino a questo momento mai alcuno studio ne ha dimostrato l’esistenza, eppure questi eventi continuano a ripetersi nel tempo.

Sotto la Valle dei Sette Morti, un casolare invaso dall’acqua, sette pescatori un giorno fecero emergere dalla laguna un cadavere e, dopo averlo caricato in barca, decisero di tornare a riva. Sfortunatamente, vennero sorpresi da una tempesta che li costrinse a fermarsi a ripararsi proprio in quel casolare abbandonato, abitato da un bambino povero e infreddolito. Qui cenarono e si saziarono. Il piccolo cercò di partecipare al pasto, ma venne deriso e allontanato: “Se riuscirai a svegliare l’uomo nella barca avrai la tua parte di cena“, gli dissero.

Miracolosamente, il bambino tornò con il morto resuscitato ed esclamò: “Chi fa soffrire un innocente non merita misericordia. Voi rappresentate i sette peccati capitali“. Fu così che cominciò a nominare i peccati, uno a uno, conducendo i pescatori verso la morte. Infine, il peschereccio “La Nuova Adele“, che non fece mai più ritorno da una battuta di pesca. Dove sta il grande mistero? Il fondale della zona era molto basso, ma nonostante questo barca e uomini a bordo non furono mai ritrovati.

Non resta, quindi, che organizzare un viaggio a Chioggia, città ben più antica di Venezia, dalle mille attrazioni da visitare e anche da “affascinanti” misteri da scoprire.

chioggia cosa vedere

Chioggia vista dall’alto

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città New York Nord America Notizie patrimonio dell'umanità Unesco Viaggi

Un luogo di New York potrebbe diventare Patrimonio Unesco

In molti sono pronti a giurare che sia la città più bella del mondo. Che piaccia o no, New York regala sempre emozioni uniche. Ed ora è persino pronta a scatenarne ancora di più: la Grande Mela potrebbe far diventare una delle sue tante meraviglie Patrimonio dell’Umanità Unesco.

Ponte di Brooklyn nuovo sito Unesco

Eric Adams, sindaco di New York, sta portando avanti con Paolo Zampolli l’iniziativa di rendere il Ponte di Brooklyn Patrimonio dell’Umanità Unesco. Per farcela dovrebbero convincere almeno undici dei 21 membri del World Heritage Committee, partendo proprio dall’Italia.

I World Heritage Sites sono luoghi culturali, naturali, o misti, che secondo la United Nations Educational Scientific and Cultural Organization, devono essere difesi, al fine di preservare l’eredità storica del genere umano e del pianeta Terra.

Oggigiorno il nostro globo è costellato da ben 1.154 siti Unesco, con l’Italia che guida la lista con 58, seguita dalla Cina con 56. Gli Stati Uniti si piazzano un po’ indietro, con 24 luoghi, fra cui la stessa New York con la sua iconica Statua della Libertà.

Giù nel 2017, in seguito alle spinte venute in precedenza dall’amministrazione Obama, Washington aveva candidato il Ponte di Brooklyn, Ellis Island dove arrivavano gli immigrati, e Central Park.

Mentre adesso Paolo Zampolli, amico dell’ex presidente Trump, ha ripreso in mano quest’idea, approfittando del suo ruolo come ambasciatore all’Onu e del rapporto stretto con il sindaco newyorkese.

Perché il Ponte di Brooklyn dovrebbe diventare sito Unesco

L’intuizione alla base è quella di rilanciare la candidatura, magari aggiungendo anche altri edifici simbolo di New York come il grattacielo Chrysler o l’Empire. Un’operazione che si rivelerebbe possibile poiché per ottenere tale riconoscimento non è necessario essere membri dell’Unesco, basta far parte della Convention Concerning the Protection of the World’s Cultural and Natural Heritage che gestisce il programma. Gli Usa non l’hanno abbandonata, potendo di conseguenza partecipare.

Eric Adams, vorrebbe raggiungere questo obbiettivo anche per rendere il Ponte di Brooklyn un vero e proprio simbolo della rinascita della città dopo la crisi provocata dal Covid, l’allarme per il ritorno di criminalità e violenza, l’abbandono degli uffici del centro e anche la scomparsa dei turisti.

Come funzionano candidatura e scelta

Nell’immaginario di moltissimi italiani il Ponte di Brooklyn è legato alla famosissima gomma da masticare Perfetti, sinonimo di americanità dall’epoca della Seconda Guerra Mondiale. Ma nei fatti questa maestosa opera di ingegneria ha giocato un ruolo fondamentale per l’immigrazione dei nostri antenati in America.

Gli Usa lo avevano già candidato in quanto icona architettonica di New York, e all’epoca della sua rivoluzionaria costruzione vantava il titolo di ponte sospeso più lungo del mondo. Tutto, però, era rimasto bloccato poiché Trump era uscito dall’Unesco a causa delle divergenze legate all’ammissione della Palestina come Stato.

La scelta dei siti candidabili è responsabilità della World Heritage Committee, che si riunisce una volta all’anno con i suoi 21 membri per esaminare le proposte e votarle. Il prossimo appuntamento è in programma dal 19 al 30 giugno a Kazan, in Russia, una vera e propria occasione per rilanciare il Ponte di Brooklyn. Non resta che attendere l’evolversi della situazione.

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La stazione sciistica che sembra un paese delle meraviglie sospeso nel tempo

Ci sono dei luoghi che fanno parte della nostra memoria, anche se non li abbiamo mai visti di persona, che sono frutto dell’immaginario suggestivo che abbiamo ricreato nella nostra mente davanti a film di animazione o a immagini scandite sui libri delle favole.

Si tratta di paesini che sono immuni alle leggi del tempo e dello spazio, caratterizzati da un fascino autentico e incontaminato. Quelli dove non esistono automobili e traffico, dove è possibile trascorrere le giornate all’interno del confortevole calore degli chalet di legno, mentre fuori tutto è avvolto dal candido abbraccio delle neve.

Chi ha sognato di rifugiarsi in un posto del genere, per staccare da tutto e da tutti, almeno una volta nella vita? Probabilmente lo abbiamo fatto tutti. Quello che invece ancora in molti non hanno fatto è recarsi a Morzine, in Francia, dove quel paese delle meraviglie è reale. Ed è bellissimo.

Avoriaz

Avoriaz

Avoriaz, le case in legno, la neve e la magia

Un paese in cui le giornate sono scandite dalla tranquillità e dalle visioni del panorama circostante non poteva che nascere da un sogno. La storia di Avoriaz non ha un passato di lunghe e antiche tradizioni alle spalle, né testimonianze di un passato remoto, eppure il suo fascino e la sua bellezza sono indiscussi.

Del resto questo paesino è nato proprio da un sogno, quello di creare un centro abitato ad alta quota sospeso nel tempo e nello spazio. Così Jean Vuarnet, ex campione di sci, ha inaugurato questo paesino che sembra uscito da una fiaba.

Il complesso, che si innalza per 1800 metri di altezza, è caratterizzato da casette, baite e chalet in legno e si integra perfettamente con la montagna circostante. Ma non si tratta di un centro urbano tradizionale no, perché Avoriaz è una stazione sciistica che esaudisce i desideri di tutti gli amanti degli sport invernali.

Non un complesso sciistico qualunque, intendiamoci. Perché qui ci sono residenze caratteristiche rivestite in legno, aree benessere, la funivia e quel moderno parco divertimenti acquatico in montagna, unico nel suo genere. Ma soprattutto qui non ci sono automobili. Nel periodo invernale e in quello estivo, infatti, la stazione sciistica si trasforma in un’area completamente pedonale all’interno della quale gli ospiti possono muoversi con le slitte trainate da pony.

Avoriaz

Avoriaz

Avoriaz, cosa fare nel complesso sciistico

Situata sulla sommità dell’altopiano di Morzine, Avoriaz domina tutta la valle circostante offrendo un panorama sublime. Dalle finestre delle case e degli appartamenti è possibile ammirare la grande stazione sciistica che si snoda per circa 650 chilometri di piste, di cui questo villaggio ne è il nucleo pulsante.

Sia di giorno che di notte, il complesso offre una visione eterea. Qui il tempo si è fermato e le giornate sono scandite soltanto dalle luci del sole che illuminano la neve e quelle della notte che regalano incantante prospettive. Il legno, che riveste ogni residenza, contribuisce a creare un’atmosfera intima e accogliente, mentre gli abeti, i laghi e la fauna circostante fanno tutto il resto.

In un complesso sciistico, ovviamente, ci si reca per sciare. Ma Avoriaz offre molto di più di questo, sono tantissime infatti le attività sportive e ricreative adatte a tutta la famiglia, tra cui anche Aquariuz, un parco acquatico a tema tropicale incastonato sull’altopiano.

Da Morzine è possibile raggiungere Avoriaz in funivia e pregustare così la magia che vi aspetta una volta giunti sul posto. In alternativa è possibile lasciare la macchina all’ingresso del paese, nelle aree attrezzate, e raggiungere il centro in slitta.

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Questa è la prima città del mondo a entrare nel metaverso

Nel 1992 Neal Stephenson, autore di Snow Crash, parlava nel suo libro di fantascienza cyberpunk di una realtà virtuale e condivisa attraverso il web e la tecnologia. All’interno di questa le persone si muovevano e agivano attraverso il proprio avatar. Il nome scelto per questo universo era metaverso.

Di anni ne sono passati dalla pubblicazione di quel romanzo di fantascienza, e in tutto questo tempo il metaverso è diventato reale. Una realtà virtuale sulla quale aziende e persone stanno investendo tutto. Ma non sono le uniche perché presto, anche le città che conosciamo e che scegliamo per i nostri viaggi, potrebbero avere la loro dimensione virtuale.

Seoul, per esempio, ci sta già lavorando. Alcuni mesi fa la dinamica e tecnologia capitale della Corea del sud ha annunciato il suo ingresso nel metaverso. Questo vuol dire che la città avrà un suo spazio virtuale all’interno del quale poter interagire con le persone, giocare e persino lavorare. Ecco cosa succederà.

Seoul entra nel metaverso

Startup e aziende negli ultimi mesi ci hanno permesso di familiarizzare con il metaverso, o quanto meno di comprenderlo, perché è su questo che stanno puntando tutto. Ma il caso di Seoul è sicuramente unico nel suo genere, almeno per il momento, dato che si tratta della metropoli a spingersi oltre la realtà che conosciamo. E il progetto, anche se ancora in via di sviluppo, ha già le idee molto chiare.

Metaverse Seoul, questo il nome provvisorio scelto per avviare i lavori di costruzione di una realtà virtuale e parallela la città, sarà una naturale estensione di quelli che sono già i servizi sociali e pubblici offerti ai cittadini. Cultura, turismo, educazione e poi ancora servizi economici saranno messi a disposizione dei cittadini già dal prossimo anno.

Cosa succederà quindi? Da casa, o da qualsiasi altro posto, tramite avatar rappresentativi e visori per la realtà virtuale, si entrerà in un mondo parallelo e perennemente connesso.

I cittadini potranno recarsi alle poste, piuttosto che agli uffici, per sbrigare pratiche amministrative, oppure incontrarsi con le persone per strada e, ancora, andare alla scoperta della città, dei luoghi iconici. O fare un giro su un bus turistico.

Queste sono solo alcune delle cose che si potranno fare dai primi dettagli trapelati dal metaverso di Seoul, ma le funzionalità saranno molteplici. Quello che sappiamo già è che il primo utilizzo è stato già fatto il primo gennaio del 2022 quando la campana del padiglione Bosingak ha suonato anche nello spazio virtuale.

Per entrare in questo universo parallelo a tutti gli effetti, invece, dovremmo attendere il 2026, anche se già dai prossimi anni il governo locale ha intenzione di creare una piattaforma di accesso virtuale a eventi e servizi.

Perché Seoul

Al momento, come abbiamo anticipato, Seoul è la prima città a entrare nel metaverso e probabilmente non sarà l’unica. In realtà non ci stupisce poi molto che questa propensione nei confronti della nuova era di internet sia avvenuta proprio dalla capitale Corea del sud.

Intanto la città non è nuova alla realtà virtuale e, anzi, utilizza questa già da un po’. Lo stesso sindaco di Seoul ha utilizzato il suo avatar per partecipare a diverse apparizioni pubbliche.

Seoul, infatti, è forse una delle città più all’avanguardia del mondo intero, una vera smart city. La cultura dei videogame, le aziende di tecnologia, l’attenzione alle intelligenze artificiali e gli strumenti digitali messi a disposizione dei cittadini negli ultimi anni, rendono questo luogo un hub tecnologico in continua trasformazione.

Seoul, la prima città a entrare nel metaverso

Seoul, la prima città a entrare nel metaverso

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È già boom di prenotazioni di viaggi in questo 2022

Una buona notizia arriva dal mondo dei viaggi. Stando a quanto annunciato dal World Travel & Tourism Council (WTTC), basandosi sui dati di ForwardKeys, gli europei hanno una forte voglia di tornare a viaggiare.

Boom di prenotazioni: per quando

È un vero e proprio boom di prenotazioni di viaggi in Europa e con un aumento del 250% nel periodo di Pasqua. Non sono da meno le prime proiezioni sui viaggi estivi. Anch’esse, infatti, dimostrano una crescita con prenotazioni in aumento dell’80% rispetto al 2021.

Gli ultimi dati sulle prenotazioni mostrano che gli europei vogliono viaggiare di nuovo – ha dichiarato Julia Simpson, presidente e Ceo del WTTC -. Le prenotazioni per Pasqua e l’estate sembrano forti. Omicron ha influenzato l’inizio dell’anno, ma poiché le infezioni raggiungono il picco e i sintomi rimangono lievi, le persone stanno nuovamente prenotando“.

Secondo i dati, i viaggi in Europa durante la Pasqua e l’estate del 2022 dovrebbero essere ancora inferiori ai livelli pre-pandemia, e rispettivamente del 38% e del 45%. A far ben sperare, però, è l’approccio a minori limitazioni di viaggio dei diversi Paesi del Vecchio Continente (Italia compresa) che spinge la ripresa e che potrebbe permettere di avvicinarsi ancora di più ai livelli del 2019.

I problemi si verificano quando i governi reagiscono con le restrizioni di viaggio” ha concluso Simpson, motivo per cui è intervenuta pochi giorni fa anche la Commissione europea, e proprio in riferimento alle regole di viaggio.

Nel 2022 cresce la propensione a viaggiare

Secondo l’analisi dell’Osservatorio Compass sulle aspettative per il 2022, condotta dalla società del credito al consumo del Gruppo Mediobanca, gli italiani hanno voglia di fare progetti: quasi 9 concittadini su 10 ne hanno in cantiere alcuni e su tutti svetta quello di riprendere a viaggiare.

Nel dettaglio: per circa metà degli italiani intervistati (45%) il nuovo anno segnerà un miglioramento per l’economia del Paese. Ciò vuol dire che la fiducia cresce e riguarda anche la sfera personale, con circa un terzo del campione (30%) convinto che la situazione economica della propria famiglia migliorerà.

Il 68% dei soggetti analizzati desidera solo che finisca la pandemia. Soprattutto perché quello che sembra mancare è un forte senso di libertà di movimento. Non è un caso che il 51% delle persone intervistate ha in programma di fare un viaggio/vacanza, mentre il 23% di acquistare un’auto/moto, che comunque sono simbolo di spostamento.

Negli ultimi anni si sta progressivamente affermando il servizio di dilazione di pagamento “buy now pay later“, sia nei punti vendita, sia sui siti di e-commerce. Un prestito di denaro con piano rateale che generalmente prevede quattro rate uguali distribuite su un periodo di sei settimane. Agli intervistati piace soprattutto la velocità (23%) e la semplicità (11%) della dilazione di pagamento rispetto al finanziamento tradizionale, oltre alla possibilità di incontrare in modo innovativo le esigenze della propria clientela (18%).

Insomma, il 2022 sembrerebbe l’anno della ripresa dei viaggi all’estero, il periodo perfetto “riappropriarsi” di tutti quei pezzettini di mondo che abbiamo dovuto lasciare in pausa a causa del Covid, o di quei luoghi sparsi per il pianeta che abbiamo sempre sognato di raggiungere. Speriamo davvero che questo anno ci dia maggiori possibilità anche per quanto riguarda i viaggi al di fuori dei confini italiani.

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Questo lago in Irlanda sembra una pinta di Guinness

Il Lago Tay – Lough Tay – è uno dei luoghi più fotografati in Irlanda. Si trova nella contea di Wicklow e, in uno scenario a dir poco fiabesco, circondato dalle verdi montagne, è un’icona irlandese di cui pochi hanno sentito parlare.

Il lago è alimentato dal fiume Cloghoge che crea un bacino di acqua blu profondo dove è stata creata anche una deliziosa spiaggia di sabbia bianchissima. Creata artificialmente, ebbene sì, perché la sabbia è stata importata qui da altrove.

La storia del Guinness Lake

E a farlo è stata la famiglia Guinness, quella della famosa birra irlandese, che possiede una proprietà su buona parte del lago. E la forma del lago quasi perfettamente circolare con la striscia bianca di sabbia fa sì che, a ben guardarlo, il lago assuma la forma di una pinta di Guinness. Motivo per cui è soprannominato Guinness Lake.

Ma la ragione non è soltanto questa. Per produrre la birra, infatti, viene usata proprio l’acqua di questo lago.

Per ammirare il Lough Tay nella sua forma così originale e godersi la vista delle montagne Wicklow, le cui cime più elevate sono quelle del monte Djouce, 725 metri, e del Luggala, 595 metri, con le sue bianche scogliere, bisogna salire in cima alla Military Road.

La Guinness Estate

L’accesso al lago è limitato in quanto gran parte di esso si trova all’interno della Luggala Estate, meglio conosciuta come “Guinness Estate“, un terreno di 2mila ettari in un’area protetta. Un tempo questa terra apparteneva alla famiglia La Touche, fondatori della Bank of Ireland. Furono loro alla fine del 1700 a costruire il Luggala Castle, una riserva di caccia sul modello della Strawberry Hill House di Londra. Nel 1937, Ernest Guinness acquistò l’intera proprietà e la donò come regalo di nozze alla figlia Oonagh.

Il castello ha ospitato molte celebrity, da Mick Jagger ai Beatles a Michael Jackson e vi sono stati girati diversi film storici famosi, come “Excalibur” nel 1981, “Braveheart” nel ’95) e “King Arthur” nel 2004. Pur essendo una proprietà privata, i visitatori che vengono a fare trekking nel Wicklow Mountains National Park sono autorizzati a passare, nel rispetto della privacy e del luogo.

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Lough Tay , il “Guinness Lake” nella Contea di Wicklow in Irlanda

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Consigli Viaggi

Visitare il Quirinale a Roma, la “casa” del Presidente della Repubblica

Il Quirinale, a Roma, è la residenza del Presidente della Repubblica italiana. Non tutti i presidenti l’hanno scelta come loro “casa”, a dire la verità. De Nicola, Einaudi, Pertini e Cossiga preferirono abitare altrove. Ma sicuramente è stato il luogo da cui sono partite tante decisioni che hanno dell’Italia il Paese che è.

Il Quirinale si può visitare. Le visite riguardano solitamente il piano terra, il piano nobile e gli appartamenti Imperiali. In certe occasioni, come per esempio le Giornate del FAI, vengono aperte in via del tutto eccezionale anche altri ambienti, come per esempio la Selleria della caserma dei Corazzieri o le Scuderie del Quirinale.

Il palazzo si trova sul Colle Quirinale (ecco perché in politica si sente spesso dire “salire al Colle” in riferimento agli incontri con il Presidente della Repubblica) e s’affaccia sull’omonima piazza. Il Quirinale è nato come residenza papale (il primo fu Papa Gregorio XIII alla fine del ‘500), poi la residenza ufficiale del Re d’Italia fin dal 1870 mentre, dal 1946, è quella del Presidente della Repubblica Italiana.

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La facciata del Quirinale a Roma

Cosa vedere nel palazzo del Quirinale

Colpisce, il palazzo, per la sua imponenza: è 20 volte più grande della Casa Bianca, per esempio, ed è il sesto palazzo più grande del mondo. Costruito a partire dal 1573, è uno dei più importanti palazzi della Capitale. Alla costruzione e decorazione hanno lavorato Maestri come Pietro da Cortona, Domenico Fontana, Alessandro Specchi, Ferdinando Fuga, Carlo Maderno, Giovanni Paolo Pannini e Guido Reni. Splendide sono le sale delle Scuderie del Quirinale, costruite nel 1700 e custodi di una collezione di opere d’arte provenienti da tutto il mondo e di inestimabile valore.

L’architetto Ponzio si occupò della costruzione dell’ala verso il giardino che comprende lo Scalone d’onore, la grande sala del Concistoro (oggi Salone delle Feste) e la Cappellina dell’Annunziata. A lui subentrò Maderno, responsabile dell’intera ala sulla via del Quirinale. In questa parte del palazzo, ricavò alcuni ambienti importanti come la Sala Regia (oggi Salone dei Corazzieri (la stanza più grande del Quirinale che venne usata anche come pista di pattinaggio e campo da tennis), la Cappella Paolina (grande quanto la Cappella Sistina, fino all’insediamento di Vittorio Emanuele II, primo re d’Italia, veniva usata per l’elezione del Papa) e gli appartamenti papali.

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La Sala dei Corazzieri al Quirinale

Urbano VIII Barberini nel ‘600 fece recintare con un muro l’intero perimetro dei giardini, ampliò il fabbricato destinato all’alloggio delle guardie svizzere (il primo nucleo dell’attuale Manica Lunga, l’edificio che corre lungo via del Quirinale e che ospita gli appartamenti privati del Presidente della Repubblica) e pensò anche alla difesa del palazzo facendo costruire un basso torrione di facciata. Oltre a queste opere difensive, si occupò anche dei giardini, che furono ingranditi e dotati di nuove fontane, mentre a Gianlorenzo Bernini fu affidato il disegno della Loggia delle Benedizioni collocata sopra il portale principale della facciata.

Gli ultimi importanti interventi furono fatti nella prima metà del ‘700 quando furono edificate le Scuderie papali. Quando a inizio ‘800 le truppe dell’esercito napoleonico occuparono Roma, in previsione di un soggiorno di Napoleone – che in realtà non avverrà mai – il palazzo venne adattato alle nuove esigenze e alla moda del gusto neoclassico. L’ultimo Papa a soggiornare al Quirinale fu Pio IX nel 1800, finché con l’annessione di Roma al Regno d’Italia non divenne residenza del Re e molte stanze vennero rifatte in uno sfarzoso stile Luigi XV, arredandole con opere d’arte, mobili e oggetti provenienti da tutte le regge italiane e che costituiscono la maggior parte degli arredi che oggi si conservano a palazzo.

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Il Cortile d’onore del Quirinale

Tra le sale visitabili da qualche anno c’è anche lo studio del Presidente, quello da cui viene letto il discorso di fine anno trasmesso in diretta Tv. È stato il Presidente Sergio Mattarella a decidere di includerlo nel percorso di visita (è la “casa degli italiani”) anche se, in caso di eventi ufficiali o di necessità del Presidente, resta chiuso al pubblico. L’arredo in stile Settecento-Ottocento è opulento e appese alle pareti ci sono opere di Jacques Courtois e due dipinti del Crivellone.

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Lo studio del Presidente della Repubblica

I giardini del Quirinale

Grandissimi e bellissimi sono una vera oasi nel pieno centro di Roma. Al loro interno ci sono fontane, torrette, l’Antiquarium e la Coffe House, voluta da Papa Benedetto XIV Lambertini che, in un punto panoramico del colle, fece costruire un edificio come luogo di incontri e oggi trasformato in sala da thè. Da qui si gode di una bellissima vista sulla Capitale.

 

Le sale segrete

Oltre agli appartamenti privati del Presidente, ci sono altre stanze a cui il pubblico non ha accesso e che sono riservate solo agli addetti ai lavori. Tra queste, il Torrino dove sono issate le bandiere istituzionali: il Tricolore, la bandiera dell’Unione europea e lo stendardo della presidenza della Repubblica. Nel Torrino è cusotdito anche l’orologio “alla romana” che risale al 1626 e che indica solo sei ore anziché 12, obbligando le lancette a compiere quattro giri al giorno al posto di due.

Informazioni pratiche

Il Quirinale si può vistare nei giorni di venerdì, sabato e domenica, salvo per chiusure dovute a impegni istituzionali, con l’accompagnamento di volontari. Le visite sono organizzate per un massimo di dieci persone purché in possesso del Green Pass, con accessi ogni trenta minuti a partire dalle 9.30 e fino alle 13.00 (ultimo ingresso alle ore 11). Bisogna prenotare almeno cinque giorni prima online (a questo link) oppure contattando il call center al numero 0639967557 (dal lunedì alla domenica dalle 10.00 alle 15.00) o ancora recandosi di persona all’Infopoint presso la Salita di Montecavallo, 15 aperto venerdì, sabato e domenica dalle 9.00 alle 13.00. Il biglietto d’ingresso costa 1,50 euro. Escluso l’accesso alle mostre che di tanto in tanto vengono allestite nel palazzo.

Visita virtuale

I tour virtuali del Quirinale permettono di entrare con un tablet, uno smartphone o un computer all’interno del palazzo e nei giardini, percorrendo gli ambienti attraverso immagini immersive, scaricando un applicativo (questo il link). Del Piano Nobile è stata fatta anche una ricostruzione in 3D. Si può navigare in otto stanze, ricostruite digitalmente con avanzate tecniche di computer grafica. Il visitatore è quindi libero di muoversi negli ambienti ricostruiti e di osservare e interagire con gli oggetti e le opere d’arte.

Il tour virtuale consente di visitare gli angoli più suggestivi dei giardini, entrare nella Coffee House, esplorare gli scavi archeologici e visitare l’Antiquarium. Inoltre, si possono ammirare anche le mostre allestite nel Palazzo del Quirinale in modo virtuale attraverso tour dedicati.

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La Cappella Paolina al Quirinale