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Benvenuti a Kastoria, la meta emergente della Grecia

È un volto inedito della Grecia, quella meta “che non ti aspetti”, dall’atmosfera balcanica, perfetta da scoprire in tutte le stagioni, anche in inverno: benvenuti a Kastoria, che si specchia nelle acque del lago Orestiada nella Macedonia Occidentale, a 190 chilometri da Salonicco.

Kastoria, magia e fascino

Unita alla terraferma da un piccolo istmo, Kastoria appare immersa in uno scenario idilliaco, tra il lago e l’abbraccio della vegetazione, ammantata di fascino e magia in un clima da sempre salubre.

Lo storico quartiere di Doltso è il punto da cui partire per conoscerla meglio: caratteristico e romantico, ospita le antiche e tipiche abitazioni del XVIII e XIX secolo, i colorati “Arhonitka“, sia ristrutturate sia dal piacevole aspetto decadente.
Al loro interno, trovano posto musei, bar e taverne, dalle eleganti finiture in legno.

Passeggiando lungo le stradine della città vecchia, è facile imbattersi in esaurienti pannelli che raccontano la storia delle famiglie che vi abitarono, tra cui Skoutaris e Picheon.

Sono poi visibili ancora i resti della cinta muraria ma fiore all’occhiello di Kastoria sono le numerose chiese bizantine e paleocristiane, perle di rara bellezza.

Da citare, l’imponente chiesa bizantina Agioi Anargyroi, tra Anargyron e Gousi, e le chiese di Agios Ioannis Prodramos e Agios Loukas, sulle rive del lago.

Ma non è tutto. Da segnare in lista per una visita sono il Museo delle Tradizioni di Kastoria, collocato nelle stanze dell’antica residenza Nerantzis Aivazis, e il Museo Bizantino, dove ammirare una serie di pregevoli icone.

Cosa fare a Kastoria, tra attività all’aperto e festival da non perdere

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Fonte: iStock

Lungolago di Kastoria

Oltre alle attrazioni del centro storico, vanto di Kastoria sono il suo lago e le alture che la avvolgono come in un abbraccio e la rendono ideale per praticare attività all’aria aperta quali escursionismo, trekking e gite in mountain bike: sono nove, infatti, i chilometri di piste e sentieri che costeggiano il lago e non mancano centri per il noleggio di biciclette e mountain bike.

Elegante e tranquilla, Kastoria accoglie nella sua dimensione rilassata e invita a prenderne parte, facendo una sosta in uno dei raccolti bar del lungolago o camminando senza fretta tra i vicoletti tortuosi e ripidi.

Due volte all’anno, invece, la città si anima con eventi di grande rilevanza: il Ragkountsaria Festival, a gennaio, coinvolgente festa che allieta con balli della tradizione e taverne aperte, e il Nestorio River Festival, tra la fine di luglio e l’inizio di agosto, cinque giorni di eventi e festeggiamenti con la partecipazione di musicisti e DJ greci e internazionali.

Come arrivare in città

Il modo più comodo per raggiungere Kastoria è servirsi degli autobus extraurbani con partenza da Salonicco (due ore e mezza di viaggio, sei corse giornaliere), Ioannina (tre ore e mezza, quattro corse al giorno),  e Atene (nove ore di viaggio, due corse giornaliere).

La stazione degli autobus si trova su lungolago meridionale, dinanzi al Parco della Fiamma Olimpica, dove è situato anche un chiosco per le informazioni turistiche.

Oltre agli autobus, è possibile servirsi di auto a noleggio oppure dei taxi. Inoltre, durante il Nestorio River Festival, sono a disposizione autobus speciali che consentono di spostarsi comodamente tra le varie zone dell’evento.

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Destinazioni Viaggi

5 continenti, 37 paesi e 85 città: il viaggio della vita si fa sulla nave

Nel 1872 Jules Verne immaginò un giro del mondo lungo ben 80 giorni in quello che è uno dei romanzi più famosi dello scrittore francese. Oggi si può provare la stessa ebbrezza, approfittando di un itinerario dalla durata più ampia ma con al tempo stesso la possibilità di solcare i mari più belli del mondo. È una crociera che può essere definita, senza paura di esagerare, “il viaggio della vita”. In questi giorni la compagnia svizzera di navigazione Viking Cruises ha annunciato i suoi programmi per il 2024 e il 2025 e di questi fa parte la nuovissima “Viking World Voyage I”. Si tratta di un viaggio in partenza il 19 dicembre del 2024 dalla Florida, per la precisione dal porto di Fort Lauderdale.

I paesi che si potranno visitare durante la crociera

La crociera più lunga del mondo andrà a toccare 85 scali, 37 paesi diversi e tutti e cinque i continenti. La durata? La nave Viking Sky impiegherà 180 giorni, dunque sei mesi esatti, un’esperienza unica e senza dubbio destinata a rimanere a lungo (se non per sempre) nel cuore del viaggiatore. L’idea è venuta in mente dopo che la compagnia elvetica si è resa conto di una richiesta crescente di crociere “prolungate” da parte dei clienti.

Nel caso in cui non sia possibile approfittare di tutti i giorni di questo itinerario, si potrà prendere parte a quella che è la versione ridotta della crociera (163 giorni). In questo caso la partenza avverrà da Los Angeles il 5 gennaio del 2025, con 29 paesi visitati prima del ritorno a New York. I passeggeri approderanno alle Hawaii, in Polinesia, Nuova Zelanda e Australia, scoprendo poi il continente asiatico, quello europeo e anche il Medio Oriente. C’è stata poi già una versione ancora più breve. La Viking Cruises ha infatti pensato a una crociera di 121 giorni che è partita lo scorso 9 gennaio e che nel giro di quattro mesi appunto arriverà in 23 nazioni prima dello sbarco finale a Londra.

Una nave Viking Cruises in viaggio

Fonte: iStock/Reimphoto

Una delle tappe delle crociere Viking Cruises

Sensazioni ed emozioni irripetibili

Ogni ospite troverà a bordo della nave un lusso informale, con cabine delle dimensioni minime di 25 metri quadrati. Le suite, invece, supereranno i 100 mq per chi ha bisogno di più spazio di questo lungo viaggio intorno al mondo. Inoltre, tutti i passeggeri potranno beneficiare di un pacchetto di 2mila dollari in crediti da usare per le escursioni a terra, per pernottare in hotel a cinque stelle oppure per cenare in raffinati ristoranti. È un modo unico per permettere a chiunque di conoscere meglio ogni tappa della crociera e arricchirsi culturalmente.

Al termine di ogni itinerario c’è la consapevolezza di tante sensazioni ed emozioni diverse da custodire gelosamente una volta tornati a casa. Mancano ancora diversi mesi alla partenza, ma l’opportunità è già stata colta al volo da tante persone che non vedevano l’ora di vivere un’esperienza più unica che rara. Come amava ripetere Lev Tolstoy, quando inizia un lungo viaggio l’immaginazione rimane inizialmente ferma al punto di partenza per poi lasciarsi andare giorno dopo giorno: è proprio l’esperienza che si aspettano i protagonisti del viaggio della vita organizzato da Viking.

La nave Viking Cruises in porto

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Una delle navi da crociera Viking Cruises in porto
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Asia Destinazioni Emirati Arabi Viaggi

Il nuovo Emirato da scoprire con tutta la famiglia

C’è un Emirato ancora tutto da scoprire. I turisti ne conoscono solo l’aeroporto, quello di Sharjah, a mezz’ora da Dubai e altrettanto dall’altro piccolo Emirato di Ras Al Khaimah, dove atteranno le compagnie aeree low cost. Spesso viene considerato solo uno scalo tecnico, ma non è così.

L’Emirato di Sharjah è il terzo più grande dei sette Emirati Arabi Uniti dopo quelli di Dubai e Abu Dhabi. Molto meno costoso, è erroneamente considerato solo il loro “dormitorio”.

Eppure, Sharjah merita assolutamente un viaggio, per le attrazioni che offre e per la vicinanza agli altri Emirati raggiungibili velocemente.

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Fonte: 123rf

Un tipico edificio storico emiratino a Sharjah

Sharjah, capitale culturale degli Emirati

Si trova lungo la costa del Golfo Persico e la città principale, Sharjah City, prende il nome dallo stesso Emirato. Non sono molti a sapere che è considerato la capitale culturale degli Emirati in quanto ospita diversi musei ed edifici storici che raccontano la storia del Paese.

C’è il museo archeologico, quello della scienza, della storia naturale, di arte e di cultura islamica, che custodisce più di 5mila manufatti, e il Sharjah Maritime Museum dove sono esposte le antiche imbarcazioni in legno.

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I Museo della civiltà islamica a Sharjah

Le famiglie che viaggiano con bambini avranno molto da fare per farli divertire. Come, per esempio, portarli al Discovery Centre, un luogo dove fare tante attività anche interattive o all’acquario che ospita venti vasche con 250 specie fra cui gli squali oppure all’Arabian Wildlife Center dove vivono specie animali, tra cui quelle che si incontrano nel deserto.

La parte più antica la si può trovare nel Forte Mattah, costruito per ospitare i viaggiatori verso l’Impero britannico d’Oriente, e nel forte Al Hisn, l’originale fortezza a guardia di Sharjah demolita negli Anni ’70 e ricostruita negli Anni ’90. Ma l’edificio più conosciuto di Sharjah è la sua moschea, Al Noor Mosque, che con il suo candore spicca con un faro nella notte. È famosa per il suo stile architettonico ricercato che, soprattutto all’ora del tramonto, si illumina ed è visibile da tutta la città.

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La moschea Al Noor di Sharjah illuminata di notte

Tradizione e modernità

Lo skyline della città è caratterizzato da grattacieli moderni e avveniristici. Certo, non tanti quanti ce ne sono a Dubai, ma esiste comunque una downtown di tutto rispetto. Dopo il boom edilizio di Dubai degli anni 2000, anche a Sharjah sono sorti grattacieli ed edifici moderni in zone come Al Khan e Khaled. Da non perdere è l’immenso palazzo che ospita il parlamento.

Qui però gli ampi spazi non mancano. La piazza principale della città, Rolla Square, è di fatto un grande parco verde dove gli abitanti dell’Emirato, gli expat che ci vivono e ora anche i turisti amano passeggiare e trascorrere il loro tempo libero. Ma di parchi urbani ne stanno spuntando a vista d’occhio. Gli altri molto frequentati sono i parchi pubblici di Al Montazah e Al Buheirah.

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Un edificio storico di Al Khan a Sharjah

Skyline, waterfront e spiagge

Non mancano neppure le spiagge: la costa offre ben 16 chilometri di litorale dove andare a prendere il sole e rilassarsi. La sera, l’Al Majaz Waterfront, dove solitamente si viene a fare jogging (quando le temperature lo permettono), attira molta gente per via dei suoi numerosi locali e per lo show della Sharjah Fountain, una fontana danzante i cui spruzzi d’acqua arrivano fino a cento metri d’altezza.

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Fonte: 123rf

Un suq coperto a Sharjah

Chi pensa che Dubai sia la regina dello shopping si sbaglia di grosso. A Sharjah ci sono due suq tradizionali coperti, Al Markazi o Blue Suq, molto frequentato dai turisti dove acquistare oro, gioielli, abbigliamento e antiquariato, e Al Arsah, che è parte di un progetto di riqualificazione della città noto come Heart of Sharjah, e completamente ristrutturato. E pii ci sono diversi mall multibrand dove trovare veramente di tutto.

Un deserto unico

Chi viene a Sharjah, come in tutti gli Emirati Arabi Uniti, non può non fare un’escursione nel vicino deserto. Il Rubʿ al-Khālī che si trova qui è il secondo deserto sabbioso più grande al mondo dove si trovano splendide dune alte fino a 300 metri, cda scoprire a bordo di una jeep o a dorso di cammello, come gli abitanti di una volta.

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Parco Nazionale del Durmitor, un viaggio tra cime, laghi e canyon

Un viaggio in Montenegro è l’occasione ideale per lasciarsi sorprendere da un capolavoro naturalistico e paesaggistico di rara bellezza, uno scrigno di tesori solcato da profondi canyon e disegnato da 48 imponenti cime di roccia calcarea che superano i 2000 metri, 18 laghetti alpini dai colori mozzafiato e una verdeggiante distesa, a perdita d’occhio, di abeti e pini.

Si tratta del Parco Nazionale del Durmitor, il più grande dei cinque del Paese, nella zona nord-ovest, a circa due ore di auto dalla capitale Podgorica, una meta imperdibile per fare il pieno di natura, meraviglia e relax.

Il Parco, il luogo più affascinante delle Alpi Dinariche

Proclamati Parco Nazionale già nel 1952 e dichiarati Patrimonio UNESCO nel 1980, gli straordinari paesaggi del massiccio del Durmitor (“il più potente e maestoso tra i giganti montuosi dei paesi slavi del sud” per citare le parole del geografo Hussert, con un’altezza di 2522 metri) risplendono di un fascino unico, luoghi incontaminati plasmati da rocce carsiche, dalle caverne più profonde della penisola Balcanica, e da limpidi fiumi che, con la loro azione incessante, hanno dato vita a superbi canyon come nel caso del fiume Tara: di ben 1300 metri, è il più esteso e profondo d’Europa, secondo soltanto a quello del Colorado.

Ma non è tutto: il Parco vanta un’estensione di 321 chilometri, un’impagabile ricchezza di fauna e flora (sono più di 1300 le specie di piante vascolari) con autentiche rarità naturali quali, ad esempio, le foreste di pini neri a Crna poda dove svettano tronchi a oltre 50 metri di altezza che superano i 400 anni di vita.

Fonte d’ispirazione per chi ama la natura e paradiso per i trekker e gli escursionisti, dona anche la possibilità di scoprire antichi, e più recenti, monumenti culturali: i più significativi sono quelli di origine medievale tra cui ponti, torri di guardia, resti di fortificazioni e città, necropoli e i monasteri nella Valle del fiume Tara.

Meritano una menzione particolare anche i mulini che si incontrano lungo i torrenti del Durmitor e i “katuni” (villaggi), e le tipiche case rurali chiamate “savardak”.

Le chicche da non perdere assolutamente

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Il Lago Nero

Il Parco è una delle destinazioni più interessanti per il turismo montenegrino e pullula di meraviglie tutte da scoprire e ammirare con una passeggiata, una gita in bicicletta, un percorso di rafting, un’escursione e un sentiero per il trekking.

Ma quali sono i punti da non lasciarsi sfuggire? Il Lago Nero (Crno Jezero), ombreggiato dal Picco di Meded e abbracciato da foreste di abete bianco europeo, abete rosso e pino silvestre, è il più suggestivo dei 18 laghi, composto da due piccoli laghetti, perfetto per nuotare e andare in barca o rilassarsi sulle sue sponde in uno scenario da fiaba.

Centro turistico del Parco e punto di partenza per le escursioni, è la raccolta città di montagna di Zabljak, stazione sciistica con 11 chilometri di piste da sci e snowboard. Immersa tra radure silenziose, pure sorgenti e torrenti, è l’ideale per riscoprire il contatto con la natura incontaminata e praticare attività sportive all’aria aperta nonché per assaggiare le specialità locali tra cui va citata la focaccia di granturco.

Ancora, da vedere il Ponte sul fiume Tara, conosciuto come “ponte di Djurdjevica“: con 5 arcate e una lunghezza di 365 metri, svetta al di sopra del canyon più grande del Montenegro. Lo splendido fiume, dalle acque cristalline, è perfetto per gli amanti del rafting.

Infine, meritano una visita il Lago di Zminje dal colore verde intenso, nel cuore della foresta a 1500 metri di altitudine, e il Lago di Jablan, vegliato dalla montagna Crvena Greda, tra il volo delle farfalle e il canto degli uccellini.

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Natura inesplorata e visioni mozzafiato: è il sentiero più selvaggio d’Europa

Felicità è trovarsi con la natura, vederla, parlarle. Lev Tolstoj non poteva descrivere in modo migliore quella che è una sensazione tipica di chi ama viaggiare e scoprire posti mozzafiato. La natura sa offrirci scorci spettacolari in ogni angolo del globo, ci stupisce soprattutto quando è inesplorata e si ha la sensazione che poche altre persone abbiano visitato lo stesso luogo in cui ci troviamo.

Spesso pensiamo che per assaporare queste meraviglie sia necessario allontanarsi parecchio da casa, in realtà uno dei sentieri più selvaggi e affascinanti si trova a pochi chilometri dall’Italia. Il Peaks of the Balkans (letteralmente “I picchi dei Balcani) è il modo migliore per ammirare da vicino le bellezze naturali e le ricchezze culturali del Kosovo, dell’Albania e del Montenegro.

Un’emozione unica e indescrivibile

Quella del Peaks of the Balkans è un’esperienza di viaggio unica, in cui è piacevole perdersi tra i percorsi già battuti e quelli che sono stati semplicemente “costruiti” dalla natura. Foreste, pini, valli che si stagliano in tutta la loro profondità, ma anche fiumi, villaggi sperduti e vette pittoresche: non manca proprio nulla in quello che viene considerato il sentiero più selvaggio di tutta Europa. A fare da sfondo a questi panorami incontaminati ci sono le incredibili Alpi Albanesi che incorniciano località. È qui che ogni volta si ha sempre l’impressione di essere entrati in una terra “segreta”, magari sfuggita a tutti gli altri viaggiatori.

Queste Alpi hanno un soprannome davvero particolare. Sono conosciute infatti come Montagne Maledette: secondo la leggenda, il diavolo sarebbe fuggito dall’inferno per creare le rocce carsiche, il tutto in una sola giornata. Dopo decenni di isolamento, finalmente tutti hanno potuto apprezzare il Peaks of the Balkans. L’intero sentiero, di forma circolare, sfiora i 200 chilometri (192 per la precisione) e collega tre nazioni balcaniche a cavallo delle già citate montagne maledette. In queste selvagge regioni si sfruttano sentieri ben conosciuti dai pastori del luogo, con, sullo sfondo, vette che superano i 2mila metri sul livello del mare.

Theth e il Parco Nazionale

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Un ruscello che bagna il Parco Nazionale di Theth

Le tappe del sentiero selvaggio

Le verdi vallate si alternano piacevolmente ai laghi cristallini di montagna, sempre con un punto in comune: il tempo da queste parti sembra essersi fermato. Per gli amanti delle passeggiate, impegnative ma gratificanti, non si può non cominciare dal tracciato che separa Theth da Valbona, in Albania, un percorso che segue fedelmente l’antica mulattiera tra le regioni di Shala e Nikaj. Non meno affascinante è il villaggio di Cerem, praticamente deserto per gran parte dell’anno e che è rimasto come l’hanno potuto ammirare i nostri antenati tantissimo tempo fa.

Il villaggio di Cerem con la cascata

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Lo scorcio della cascata di Cerem

A Doberdol, invece, non si può non rimanere incantati dai laghi glaciali dell’altopiano che danno un senso di pace e tranquillità, proprio quello che ci vuole dopo una lunga escursione. Non mancano nemmeno le occasioni per approfittare dell’ospitalità degli abitanti del luogo. Nelle varie tappe del sentiero si possono incontrare anche punti di ristoro che mettono a disposizione abbondanti porzioni di cibo, dalla prelibata ricotta fatta in casa fino alla gustosa marmellata di prugne. È un viaggio che rimane di sicuro nel cuore, trovando un posticino speciale, tanto che per le altre località del nostro pianeta sarà quasi impossibile trovare altro spazio!

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Sogni di lasciare tutto e cambiare vita? Questi luoghi ti pagano per farlo

Cambiare vita per molti vuol dire fare un salto nel buio! Quante volte guardandosi intorno ci si rende conto che il posto in cui si vive va stretto e non ci si sente più bene? Immaginare di trasferirsi e fare realmente le valige però sono due cose completamente diverse, rese ancora più lontane da tanti ostacoli che possono rendere irrealizzabile il progetto.

Se si sta sognando di vivere una vita in libertà immersi nella natura, ci sono dei posti nel mondo fatti su misura. Ma c’è di più! È possibile essere pagati proprio per trasferirsi in quelli che sono dei veri e propri paradisi.

L’indiscutibile fascino dell’America

Il sogno americano ancora oggi affascina molti e ci sono proprio alcune città degli Stati Uniti pronte a far diventare questo sogno realtà. Su tutte spicca Tulsa in Oklahoma che nel novembre del 2018 ha lanciato il programma “Tulsa Remote”. Indirizzato a chi ha un lavoro da remoto, trasferendosi qui si riceveranno 10.000 dollari e per un anno una somma mensile di 500 dollari per pagare l’affitto.

La città di Topeka, in Kansas, poi, per aumentare la popolazione della città e trovare risorse da inserire in differenti settori come quello finanziario, dell’editoria e dell’istruzione dal 2020 offre un “bonus”. Chi decide di spostarsi nella capitale dello Stato americano avrà a disposizione 15.000 dollari per acquistare casa e 10.000 per sostenere le spese dell’affitto.

Topeka, una delle città del Kansas

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La piazza principale della città di Topeka

Le bellezze della natura e un ritmo di vita tranquillo non sono sufficienti ad attirare le persone nello Stato del Vermont, il meno popolato negli USA dopo il Wyoming. Dal 2019 si è deciso quindi di incentivare le persone a trasferirsi da queste parti offrendo un aiuto economico per affrontare le spese di trasferimento.

Rimanendo in America, ma spostandos in quella del sud, ci si può imbattere nel progetto “Start-up Chile”, volto a trasformare la capitale Santiago nel regno del tech. Il programma nato nel 2010 offre a chi vuole vivere e avviare la sua attività di start-up ben 40.000 dollari e una rete di contatti.

Le meraviglie europee e italiane

Se si vuole cambiare vita, ma non andare troppo lontano, non c’è bisogno di attraversare l’Oceano, è possibile rimanere in Italia. Quale posto migliore se non la Sardegna per ricominciare da zero? L’isola che incanta i turisti per i suoi paesaggi mozzafiato, sta subendo una grave crisi di spopolamento. Le amministrazioni locali quindi hanno pensato di offrire fino a 15.000 euro a coloro che andranno a vivere qui o acquisteranno casa in un comune con meno di 3.000 abitanti.

Non meno incantevole della Sardegna è il Salento e più precisamente la località di Presicce-Acquarica, un comune nato nel 2019. L’intento è quello di far aumentare la popolazione offrendo a chi decide di risiedere nel paese 30.000 euro per acquistare casa e ristrutturarla.

Oltre l’Italia ma sempre in Europa, c’è la Svizzera che è pronta ad accogliere tutti coloro che decideranno di vivere nella piccola Albinen. Il meraviglioso villaggio del cantone elvetico del Vallese, offrirà a chi è munito di cittadinanza svizzera o un permesso di soggiorno permanente poco più di 25.000 euro per gli adulti e più di 10.000 euro per i bambini. Chi deciderà di trasferirsi nel villaggio, per avere l’incentivo dovrà acquistare una casa e trasformarla nell’abitazione principale nei successivi 10 anni.

Paesaggio di Calasetta in Sardegna

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Uno scorcio della spiaggia di Calasetta in Sardegna
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Cosa visitare nei dintorni della città di Torino

Riscoperta negli ultimi anni come meta turistica, Torino ha davvero un fascino speciale. I suoi palazzi eleganti in stile Liberty, i larghi viali, i portici e l’atmosfera chic ricordano un po’ lo stile parigino. D’altronde, la città piemontese è stata anche capitale d’Italia, dal 1861 al 1865, e quell’allure regale si respira ancora oggi. Un’aria chic che si ritrova pure nei caffè e nella ricchezza dei musei, come il celeberrimo Museo Egizio e Palazzo Reale che sorge in Piazza Castello.

E poi ci sono lo spettacolo delle Alpi, che la racchiudono come a proteggerla, e del Po, che scorre lento e maestoso proprio nel centro. Insomma, la città è una destinazione perfetta per una piccola vacanza, in tutte le stagioni dell’anno. Ma è anche la base ideale per una gita fuori porta da Torino.

Cosa visitare nei dintorni della città di Torino  

È facile organizzare una gita fuori porta a Torino, dato che le bellezze – e le bontà – a breve distanza dal capoluogo non mancano di certo. Nell’arco di pochi chilometri di viaggio si trovano famose testimonianze storiche e culturali, come la Sacra di San Michele, e territori legati a doppio filo con la migliore enogastronomia italiana. È un peccato mortale non concedersi un tour nelle Langhe, alla scoperta dei vitigni del Barolo e del Barbaresco, così come privarsi di un assaggio del pregiato tartufo. Alba, Monforte d’Alba, la regione del Canavese sono solo alcuni dei luoghi da visitare nel corso di escursioni giornaliere o addirittura da declinare in un weekend fuori porta Torino.

Idee per una gita fuori porta Torino

Cultura o gola? Sacro o profano? Per una gita fuori porta a Torino non c’è davvero che l’imbarazzo della scelta. Certo, a brevissima distanza dal centro città ci sono tesori incredibili come la Venaria Reale, l’immenso complesso di palazzi e giardini dichiarato Patrimonio dell’Umanità dall’Unesco nel 1997 o il Parco del Valentino, polmone verde di Torino e primo parco pubblico d’Italia, con il romanticissimo Castello del Valentino.

Ma è spostandosi un po’ di più che ci si può immergere nel cuore del Piemonte, quando le colline non sono ancora montagne e regalano bellissimi panorami, ottimi vini e testimonianze risalenti al Medioevo. Le distanze sono relativamente contenute e tanto si può fare e vedere anche in poco tempo. Con un minimo di organizzazione, un tour enogastronomico nelle Langhe o una salita alla Sacra di San Michele diventano un bellissimo tema per una gita fuori porta a Torino.

La Sacra di San Michele, nel mondo de Il Nome della Rosa

Chi non ha letto – o almeno visto il film con Sean Connery – de Il Nome della Rosa, il capolavoro di Umberto Eco? Ecco, la Sacra di San Michele è l’abbazia che ha ispirato l’intera ambientazione, e già per questo merita la visita. Al di là delle passioni di bibliofili o cinofili, questo monastero situato a una quarantina di chilometri da Torino è un autentico spettacolo. Considerata uno dei più fulgidi esempi di architettura romanica in Europa, la Sacra di San Michele sorge sulla vetta del Monte Pirchiriano e domina la vallata della Val di Susa con panorami mozzafiato sulle Alpi.

La sua costruzione ebbe inizio a partire dal 983 e nel corso dei secoli ha accolto le tombe di diversi membri di casa Savoia. Come la sua omologa a Monte Sant’Angelo, sul Gargano, è consacrata all’arcangelo Michele. Pare che facesse parte di un lungo pellegrinaggio dedicato all’arcangelo che dalla Puglia toccava appunto il Piemonte per poi concludersi dopo 2.000 chilometri a Mont Saint Michel, in Francia.

Per circa duecento anni, e sino alla fine del XIV secolo, la Sacra ha ospitato un monastero benedettino. Il primo impatto con l’abbazia è davvero mozzafiato: vuoi per la posizione – sopraelevata ad abbracciare l’intera valle, con la Dora Riparia che la attraversa fra boschi e foreste – vuoi per la maestosità dell’edificio.

Una delle principali particolarità della costruzione è la Porta dello Zodiaco, un portale in marmo del XII secolo riccamente decorato con immagini di putti. Per raggiungere la porta, però, occorre superare i 243 gradini della cosiddetta Scala dei Morti. Deve il suo nome al fatto che è bordata da nicchie e tombe nelle quali un tempo erano conservati i corpi dei monaci benedettini defunti. Comunque sia, l’esperienza merita sicuramente una gita fuori porta da Torino. Per non perdersi nella valle, è interessante l’opzione dei tour guidati che partono direttamente dal capoluogo piemontese. Niente stress, solo belle scoperte!

Monforte d’Alba, a caccia di tartufi 

Le Langhe sono un’autentica fucina di bontà. Questo territorio, che di dipana tra le colline comprese tra le province di Cuneo, Asti e Alessandria, regala tesori come i tartufi e i celebri vini piemontesi. Merita almeno una gita fuori porta da Torino, o ancora meglio un weekend, per scoprirlo e “degustarlo”.

Per chi ha poco tempo, l’indicazione migliore è quella di prenotare un’escursione da Monforte d’Alba che abbini sia l’esperienza della caccia al tartufo con esperti “cacciatori” locali a una degustazione di Barolo. In poche ore sarà possibile concedersi il meglio: imparare a scovare e a recuperare i tartufi seguendo i segreti dei professionisti, con gli immancabili cani addestrati, per poi ascoltare dalle loro parole tutti i misteri su questo prezioso frutto della terra.

I cacciatori, durante l’esplorazione nel bosco, spiegano come, dove e perché crescono i tartufi in questa zona del Basso Piemonte e quali sono le differenze fra tartufo nero e bianco. Dopo questa lunga passeggiata, sarà piacevolissimo concedersi una pausa rigenerante in una tipica azienda vitivinicola, dove partecipare a una visita dei vigneti con un enologo. Per finire in bellezza, niente di meglio che una degustazione in cantina per assaggiare i più famosi vini locali, compreso l’immancabile Barolo.

Nelle terre del Barolo e del Barbaresco

Un classico dei classici: la gita fuori porta da Torino che conduce fra i vigneti del Barolo e del Barbaresco, per una full immersion in questi pregiati “rossi”. Basta meno di un’ora di viaggio dal capoluogo per immergersi nei bellissimi centri delle Langhe dove vengono prodotti questi due celebri vini. Che, nonostante provengano dallo stesso vitigno – il Nebbiolo – e da due aree geografiche contigue, sono però diversi per gusto, struttura, profumo e “carattere”.

Il Barolo, infatti, viene prodotto esclusivamente sulle colline di 11 comuni delle Langhe occidentali: Barolo, Castiglione Falletto, Serralunga d’Alba, Monforte d’Alba, Novello, La Morra, Verduno, Grinzane Cavour, Diano d’Alba, Cherasco e Roddi. Il Barbaresco, invece, nasce in un territorio piccolissimo, quello compreso tra tre comuni – Barbaresco, Treiso, Neive e San Rocco frazione di Alba.

La differenza fra i due è data appunto dalla composizione del terreno: vale la pena assaggiarli a casa loro, nelle cantine dove vengono prodotti e fatti invecchiare in enormi botti. Una degustazione dei vini piemontesi è un’ottima idea per una gita fuori porta da Torino, anche per scoprire i bellissimi centri medievali della zona, quasi tutti punteggiati da antiche torri. Dovunque si decida di fermarsi per una sosta golosa, c’è una certezza: si mangerà e si berrà benissimo!

Nel Canavese, castelli e buona tavola

Castelli, fortezze, la collina che diventa montagna e una cucina tradizionale che sa accontentare tutti: è quello che promette, e mantiene, il Canavese. Ancora poco battuto dal grande turismo, il Canavese è una regione storico-geografica che si sviluppa fra Torino e la Valle d’Aosta e, verso est, il Biellese e il Vercellese. In una giornata è possibile effettuare una gita fuori porta da Torino: la zona è molto interessante sotto il profilo geografico e paesaggistico, perché è ricca di laghi, colline, boschi e castelli. Inoltre, vanta una storia antichissima, dato che è stata un crocevia per gli eserciti, i mercanti e i pellegrini lungo la Via Salaria e la Via Francigena attraverso la valle del Monte Bianco e delle Alpi Graie per raggiungere Torino.

Una delle meraviglie della regione è la Serra Morenica di Ivrea, una delle più grandi colline moreniche del mondo, dove prosperano i vitigni che danno origine ai vini Carema Nebbiolo e Caluso Erbaluce. Anche la città di Ivrea merita una sosta: il borgo storico, di impianto medievale su una collina, è perfettamente conservato ed è patrimonio dell’Unesco. Il monumento simbolo è sicuramente il Castello Sabaudo o Castello delle Tre Torri, celebrato anche dal Carducci.

Ma l’intera zona è punteggiata di fortezze e manieri, come il Castello Ducale di Agliè o il Castello di Masino. Dopo il bello, ci si merita anche il buono: i tour privati alla scoperta del Canavese prevedono soste golose in cantine e ristoranti tipici per assaggiare le specialità tradizionali. Nel menù non possono mancare salumi e formaggi di pascolo alpino, gli involtini “Caponet” di verza con carne, cipolle ripiene con amaretto, la zuppa di erbe selvatiche “ajucche” servita con pane e la “bagna càuda”, la rinomata salsa a base di acciughe utilizzata come intingolo per le verdure fresche. Altrettanto immancabili gli assaggi di vino, con degustazioni guidate da enologi esperti: quando si dice viaggiare per piacere!

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Viaggiare da soli ad Anversa

Anversa – Antwerpen in fiammingo e Anvers in francese – è la seconda città del Belgio e si trova nelle Fiandre orientali a soli 45 chilometri a nord di Bruxelles. Perfetta per un weekend all’insegna della cultura e del divertimento, Anversa conserva un fascino legato agli scorci medievali e ad un centro storico ricco di antichi palazzi e locali di ogni genere.

Cosa fare ad Anversa per una donna in solitaria

La città di Anversa si presta perfettamente per qualche giorno di viaggio on-the-road tra ragazze o in solitaria tutto al femminile, in quanto si snoda in vicoli sempre frequentati, in strade ricche di movida e in una costante presenza di pattuglie della polizia. Non solo di giorno, ma anche di sera, fino a notte inoltrata, le strade di Anversa sono piene di giovani, molti internazionali, e di musica che proviene dai tanti pub del centro. La sensazione è quella di una pulsante città nordica, ma non caotica e dispersiva come tante altre.

Come muoversi ad Anversa:

Per spostarvi, consiglio vivamente il bus: è sempre in perfetto orario, gira per il centro e fuori dal centro, e il biglietto viene effettuato direttamente sul mezzo, con la carta di credito. La carta di credito, infatti, in paesi come il Belgio, è usata per qualsiasi tipologia di pagamento, anche per un paio di euro di biglietto del tram. Noi italiani non siamo abituati a questa formula, ma basta saperlo per adattarsi al paese che ci ospita! Come spiegavo, il bus è il mezzo più comodo per spostarsi in quanto in questa città il traffico è molto intenso: un ponte separa le due parti della città che sono divisa dal fiume, e su questo ponte il traffico, nelle ore pomeridiane, arriva a bloccare file e file di auto per intere mezzore, altro che Roma o altre città italiane! Se invece siete più green e vi piace muovermi, non c’è scelta migliore della classica bicicletta. Ci sono varie formule per usufruirne: ad esempio, sono numerose in città delle biciclette rosse che si possono prendere in affitto per un determinato tempo consecutivo. Se invece siete pigri e non riuscite a rinunciare alla macchina, il servizio Uber funziona più che bene, ma attenzione alle truffe: spesso i conducenti accettano la tratta, non al confermano e si mangiano i soldi, specialmente il sabato sera quando la richiesta impazzisce.

Cosa vedere ad Anversa in un weekend:

  • Cattedrale di Nostra Signora di Anversa

C’è chi non ha dubbi nel considerare la cattedrale di Nostra Signora di Anversa la più bella cattedrale gotica del Belgio ed infatti la sua maestosità non ha pari. Questa foto che mostro, l’ho scattata seduta su una panchina della Groenplaats, una delle piazze principali del centro, frequentata da molte persone e luogo prediletto dei musicisti di strada. È da qui se si scorge la guglia della cattedrale e il suo luminoso orologio. L’entrata nella cattedrale prevede un piccolo prezzo di ingresso, ma anche solo ammirarla da fuori lascia a bocca aperta. La cattedrale si dipana intorno a varie piazze, la Groenplaats è una di quelle, e un’altra è la piazza del Municipio, anche chiamata “Piazza delle bandiere” per l’alto numero di bandiere di ogni nazionalità che colorano la piazza. È da qui, all’ombra della cattedrale, che tantissimi pubs e discopubs costeggiano i due lati della strada. Numerosi sono i ristoranti italiani che offrono la “pizza napoletana perfetta” – seppur a circa venti euro -, e numerose sono le rosticcerie che preparano waffle di ogni tipologia. Impossibile non fare un salto al Bonaparte, locale karaoke, uno dei pochi che prevede il pagamento di entrata, ma nel caso vogliate risparmiare un po’ e spendere solo nel consumare qualche drink, sono comunque molti i locali in cui potrete entrare gratuitamente, come il Barok.

  • Stadspark- il parco nella città

Se avete la fortuna di trovare una bella giornata di cielo sereno, consiglio di fare una passeggiata nel parco al centro della città, il Stadspark. Questo parco è molto frequentato dagli studenti che ne approfittano per fare una pausa pranzo con un bel pic nic a bordo lago. Infatti, nel centro del parco è presente un adorabile laghetto pieno di cigni, le cui sponde sono coperte da alberi di ogni tipologia. È un parco facilmente raggiungibile a piedi da qualsiasi parte del centro della città, quindi consiglio di visitarlo dopo una visita dei negozi del centro, per rilassarsi sul prato, in mezzo ad aria pulita.

  •  La ruota panoramica

Sulla sponda del fiume che divide la città è stata costruita una moderna ruota panoramica, rigorosamente protetta da materiale plastificato per proteggere dalle frequenti raffiche di vento. Il costo è di 9 euro, ma avrete la possibilità di godere di ben tre giri, al limite delle vertigini! Da questa postazione potrete ammirare entrambe le sponde del fiume, quella da cui si dipana il centro, e l’altra sponda della zona più industriale della città, dove ci sono le aziende in cui anche tanti italiani lavorano e dove si scorgono le numerose tipiche pale eoliche. Inoltre, da questa altezza potrete osservare moto d’acqua che sfrecciano lungo il corso del fiume, il Castello di Anversa ed anche i meravigliosi tetti tipici fiamminghi dei tanti palazzi antichi del centro. Il panorama è davvero suggestivo. Non saprete dove girarvi a guardare per quanto le cose da ammirare siano tante.

  • Het Steen

Het Steen, letteralmente “la Rocca”, in lingua olandese, è un castello medievale che si erge sulla sponda destra del fiume Schelda, in centro città. È stato eretto all’incirca tra il 1200 e il 1225 e restaurato nella forma che ha ora nel XVI secolo sotto l’impero di Carlo V. È il più antico edificio della città e fa da perfetto contrasto con le moto d’acqua e gli yacht che passano lungo il canale del fiume. Di fronte all’ingresso del castello, si trova la statua di Lange Wapper, un gigante che, secondo il folklore belga, di notte si aggirava per le vie di Anversa e spaventava gli abitanti della città. È questo lo spot preferito dai bambini per scattare foto simpatiche insieme al gigante, quindi se anche voi vogliate tornare un po’ piccini, potete farvi scattare una foto qui da qualche passante e, perché no, comprare un buon cartoccio di patatine fritte, immancabili nell’accompagnarvi alla passeggiata fiamminga.

  • The Villa Disco

Se siete amanti della movida notturna, ad Anversa non c’è niente di meglio che The Villa. È considerata la discoteca più frequentata dalle persone del posto, mentre se preferite incontrare italiani o stranieri il centro è il luogo più indicato dove trovarne. Appena entrerete sarete sorpresi dai tantissimi ragazzi alti e biondi e dal dress code non dozzinale. Non è un posto da “ultimo momento”, ma anzi è una delle discoteche più chic e glamour della città. La musica è commerciale con qualche tocco di house, e numerose sono le feste a tema che l’organizzazione della discoteca organizza. La zona in cui è collocata la discoteca è leggermente fuori dalla città, a ridosso del porto, quindi questo consente una maggiore libertà di orari per quanto riguarda la musica ad alto volume. Consiglio di raggiungerla con un Uber.

Un weekend ad Anversa può rivelarsi un perfetto mix di cultura, relax, divertimento per staccare la spina dal tram tram quotidiano e riconnettersi con la parte curiosa di noi stessi, specialmente se si viaggia in solitaria.

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Casa Batlló a Barcellona: un viaggio nel genio di Gaudí

Passeggiando nel centro di molte grandi città europee e ammirandone i monumenti e gli scorci più iconici è facile notare i segni lasciati dai grandi urbanisti, architetti e designer del passato. Se ci si trova a Barcellona, però, un nome prevale su tutti: Antoni Gaudí. Il famoso architetto spagnolo e massimo esponente del modernismo catalano, creatore della Sagrada Familia, ha lasciato in città varie opere da tempo diventate patrimonio Unesco: tra queste c’è Casa Batlló, ora visitabile con un’affascinante esperienza immersiva.

L’architettura e le opere di Gaudí a Barcellona

Impossibile non riconoscere le opere di Gaudí sparse per Barcellona. L’architetto, morto in un incidente nel 1926 all’età di 74 anni, faceva parte della corrente modernista dell’architettura, alla quale però aveva saputo aggiungere un tocco assolutamente personale: prendendo ispirazione sia dalle arti orientali sia dallo stile neogotico, Gaudí nelle sue opere rinuncia alle linee rette e cerca invece di imitare le forme naturali. Tra le sue creazioni più rappresentate ci sono sicuramente la salamandra all’ingresso del parco Güell, sinuosa e interamente ricoperta di frammenti di ceramica colorati, e ovviamente la Sagrada Familia, chiesa monumentale e complessa che assorbì le energie e le attenzioni dell’architetto dal 1914 fino alla sua morte.

Casa Batlló, il capolavoro di Gaudí a Barcellona

Tra i capolavori di Gaudí a Barcellona non si può però non citare Casa Batlló, anch’essa patrimonio Unesco. L’abitazione, che si trova al numero 43 di Paseo de Gracia, non passa inosservata: già dalla facciata, coloratissima e sinuosa, appare evidente che non ci si trova di fronte a una casa qualunque. L’edificio venne costruito nel 1877 e l’industriale D. Josep Batlló, che lo acquistò alcuni anni più tardi, lo affidò a Gaudí per una ristrutturazione massiccia, lasciando totale libertà creativa al genio spagnolo. L’architetto trasformò completamente la facciata, il cortile e la distribuzione dei muri interni, rendendo di fatto la casa un gioiello architettonico che è stato aperto al pubblico dal 1995.

Casa Batlló, la visita culturale è la migliore al mondo

La visita culturale di Casa Batlló oggi regala un’esperienza immersiva che permette di scoprire la mente geniale di Gaudí e la massima espressione del modernismo. Proprio per questa proposta originale e immersiva, nel 2022 Casa Batlló è stata premiata come la migliore visita culturale al mondo nella categoria International Exhibition Of The Year ai Museums & Heritage Awards, riconoscimenti assegnati ogni anno alle eccellenze internazionali tra musei, gallerie e attrazioni turistiche. I giudici sono rimasti colpiti dall’interpretazione intelligente e creativa dell’esperienza immersiva di Casa Batlló: un mix sapiente di tecnologia e narrazione che, hanno dichiarato, «Gaudí avrebbe indubbiamente apprezzato!».

L’esperienza immersiva a Casa Batlló

Il biglietto di ingresso a Casa Batlló include un percorso completo attraverso quest’opera architettonica geniale e diverse installazioni create da artisti internazionali riconosciuti sulla base dell’eredità di Gaudí. L’esperienza immersiva che si può vivere durante la visita culturale coinvolge tutti i cinque sensi ed è stata realizzata usando le tecnologie più avanzate: ci sono stanze immersive uniche al mondo, contenuti di realtà virtuale, dipinti che prendono vita, registrazioni audio che ricreano i suoni della natura e affascinanti installazioni che portano tutti i visitatori dentro la mente di Gaudí e alla scoperta della storia di Casa Batlló.

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In Italia e all’estero con Trenitalia: le destinazioni da non perdere

Il treno è uno dei mezzi di trasporto più sostenibili che esistano e, fare un viaggio a bordo dei suoi vagoni, permette di ammirare paesaggi eccezionali, mentre si viene coccolati dal personale e dai numerosi servizi a disposizione.

O almeno questo è quello che succede con Trenitalia, che per questo inverno ha preparato un programma davvero eccezionale e che ci permette di raggiungere con estrema facilità e convenienza tutta Italia, come anche scoprire alcuni splendidi Paesi d’Europa tra cui Spagna, Francia, Regno Unito, Germania, Olanda e Grecia. Vediamo insieme dove andare questo inverno a bordo dei treni di Trenitalia.

Come raggiungere le mete invernali e le città d’arte

Non stiamo scherzando: quest’inverno potrete raggiungere quasi tutti gli angoli di Italia. La principale società italiana per la gestione del trasporto ferroviario passeggeri, infatti, ha preparato una Winter Experience che lascerà senza fiato anche i viaggiatori più incalliti.

Potrete raggiungere mete di montagna in cui sembra di stare dentro una fiaba e scovare mercatini di Natale tradizionali per vivere appieno la magica atmosfera di questo periodo.

Con due Frecciarossa da Milano, Reggio Emilia, Bologna, Firenze, Roma e Napoli per Oulx e Bardonecchia (Torino) avrete modo di trascorrere le vostre vacanze tra le maestose cime piemontesi, e con i FrecciaLink per la neve avrete persino l’occasione di arrivare nel cuore delle Dolomiti tra Cortina, la Val Gardena, la Val di Fassa, la Val di Fiemme e Madonna di Campiglio, grazie a 10 Frecciarossa e Frecciargento tra il Sud, Roma e Bolzano e due Frecciarossa da e per Milano.

Tante possibilità anche per chi vuole dirigersi in Trentino: durante la settimana sono previsti 10 Frecciarossa e Frecciargento tra Roma e Bolzano e due Frecciarossa da e per Milano.

I weekend in montagna saranno possibili anche con l’Intercity Torino-Genova che avrà una nuova fermata a Bardonecchia. E per quei luoghi dove il treno non arriva sono previsti oltre 100 servizi Link per le località sciistiche e di montagna, come ad esempio Alleghe e Cortina.

Al Sud, potrete scoprire tantissime destinazioni che in questo periodo sono ricche di eventi come il “Novello sotto il Castello” a Conversano; la Focara di Novoli; i villaggi di Babbo Natale a Martina Franca e Brindisi e il Presepe vivente a Tricase.

Tanti treni partiranno anche per chi vuole dedicarsi al Natale dell’Umbria, del Veneto e della Campania con Busitalia, che permetterà di arrivare anche a Perugia, Gubbio, Assisi, Terni, Orvieto, Piediluco, Lago Trasimeno, Bassano del Grappa e Salerno.

Ma non è finita qui, perché si potrà sfrecciare anche verso 150 mercatini di Natale, tra cui il Marché Vert Noël 2022 di Aosta, Govone/Asti, Bolzano, Merano, Bressanone, Brunico, Levico, Cortina d’Ampezzo, Arezzo, Vetralla, i mercatini di Natale della Puglia (Bari, Alberobello, Locorotondo, Taranto, Mesagne, Ostuni, Lecce e Gallipoli) o le Luci d’Artista 2022/2023 di Salerno. Mentre con “PromoSvizzera” arriverete a scoprire i mercatini di Natale di questo splendido Paese a due passi dall’Italia.

E poi ancora le città d’arte: con la Winter Experience di Trenitalia Roma e Milano sono ancora più vicine grazie a 2 nuovi collegamenti in Frecciarossa, per un totale di 88 collegamenti giornalieri.

In arrivo due nuovi collegamenti in Frecciarossa anche tra Milano e Venezia. Chi vorrà potrà arrivare anche all’aeroporto di Fiumicino in Frecciarossa con collegamenti diretti da e per Napoli, Firenze, Bologna, Padova, Venezia.

Non manca l’attenzione per i collegamenti verso il Sud e verso la Calabria: confermati i Frecciarossa da Milano, Torino, Venezia e Roma che garantiranno oltre 8mila posti al giorno.

Nei periodi di ponti e festività ritorneranno persino i due collegamenti Frecciarossa notturni Milano-Reggio Calabria. Sempre in Calabria, poi, partirà un nuovo modello di offerta Regionale che prevede una maggior frequenza nell’area metropolitana della città, più treni tra Lamezia e Catanzaro Lido, più soluzioni dirette da e per Cosenza passanti per Paola e maggiori possibilità di interscambio.

Chi sceglierà di viaggiare di notte diretto in Sicilia potrà optare per i servizi letto Excelsior anche su Intercity Notte Milano–Siracusa, oltre che su Roma-Siracusa.

Moltissime altre città d’arte saranno a portata di mano grazie ai FrecciaLink con un collegamento andata e ritorno giornaliero sulla rotta Matera–Potenza–Salerno in connessione con le Frecce da e per Torino, Milano, Bologna, Firenze, Roma e Napoli; Perugia-Assisi-Firenze in connessione con le Frecce da e per Bologna, Milano, Venezia.

Ferrovie del Sud Est, infine, conferma 47 link con treni Regionali e Frecce Trenitalia (Trullilink per Alberobello, Locorotondo e Martina Franca; Grottelink per le Grotte di Castellana e Salentolink per Gallipoli).

Insomma, non resta che correre sul sito di Trenitalia e acquistare il viaggio dei propri sogni.