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In Italia ci sono centinaia di locali storici che meritano un viaggio

Quando si decide di organizzare un viaggio, all’estero o in Italia che sia, si pensa sempre a città di cui innamorarsi, spiagge che sembrano uscite da un sogno, cime da conquistare e molto altro ancora. Difficilmente però si fa riferimento ai locali storici ed è un peccato, perché il nostro Paese ne custodisce a centinaia che sono uno più bello dell’altro e, soprattutto, identitari della nostra cultura.

Proteggere i locali storici d’Italia

I locali storici del nostro Paese sono un vero e proprio presidio della cultura, della gastronomia e dell’ospitalità che ci contraddistinguono agli occhi di tutto il pianeta. Parliamo di alberghi, ristoranti, pasticcerie-confetterie-caffè letterari e fiaschetterie che al giorno d’oggi vantano almeno 70 anni di attività.

Per questo motivo è stato promosso dal vicepresidente del Senato, Gian Marco Centinaio, un disegno di legge dedicato proprio a loro. Con un’età media di 150 anni, questi locali sono infatti sopravvissuti a guerre mondiali, catastrofi naturali, crisi economiche e anche ad una pandemia. In sostanza sono e veri e proprio guardiani del tempo e della nostra cultura.

Purtroppo però non sono esenti da rischi: i cambiamenti che caratterizzano i centri storici italiani vanno inevitabilmente a intaccare pure loro. Per ovviare a questa problematica è stato perciò promosso tale provvedimento che mira a tutelare e valorizzare l’operato, attraverso anche l’istituzione di un fondo, sotto l’ombrello del ministero delle Imprese e del Made in Italy, pari a 50 milioni di euro l’anno da utilizzarsi tra il 2023 e il 2025.

Caffè Greco di Roma localie storico

Fonte: Getty Images – Ph: REDA&CO

L’Antico Caffè Greco di Roma

A beneficiarne di quanto appena detta saranno ben 200 locali storici d’Italia e circa 100 attività che rispondono ai requisiti di storicità e autenticità. Ciò significa che devo avere almeno 70 anni di storia e conservare ambienti e arredi originali (o comunque che testimonino le origini del locale), oltre a presentare cimeli, ricordi e documentazione storica sugli avvenimenti e sulle frequentazioni illustri.

Alcuni dei più incantevoli locali storici italiani

Come avete potuto leggere sopra, sono tantissimi e di certo è pressoché impossibile elencarveli tutti. Ne abbiamo scelti alcuni a partire dal Caffè Greco di Roma, un bar fondato nel 1760 che nel corso degli anni ha visto molti frequentatori famosi. Con più di 300 opere esposte nelle sale, è la più grande galleria d’arte privata aperta al pubblico esistente al mondo, e tra i suoi tavoli ce n’era sempre uno fisso per Giorgio de Chirico.

Non è da meno il Ristorante la Bersagliera di Napoli che è stato follemente amato da Totò per i suoi spaghetti. Un eccezionale locale con vista sul sul castello, tra arredi vintage e vecchie foto, risalente al 1919.

Amante del pesto era Frank Sinatra che adorava trascorrere parte del suo tempo presso il Ristorante Zeffirino di Genova che nel 2019 ha festeggiato i suoi primi 80 anni. Farci un pasto vuol dire respirare ancora le atmosfere di un passato che fu, anche grazie anche a parte del suo arredo dipinto a mano dal pennello di Federico Ferrari.

Il Ristorante Casa del Brodo “dal Dottore” di Palermo è invece famoso per il suo miracoloso brodo di carne, ed oggi è un vero e proprio punto d’incontro in cui tutti gli ospiti si possono sentire a casa propria.

Degni di nota sono anche i luoghi che sono divenuti celebri per gli avvenimenti storici. Un esempio è l’Hotel Bernini Palace di Firenze, Hotel Parlamento quando, tra il 1865 e il 1871, Firenze divenne capitale del Regno d’Italia.

Poi ancora l’Antica Locanda Mincio a Valeggio sul Mincio, in provincia di Verona, dove sostò Napoleone nel 1796 dopo aver cacciato gli austriaci al di là del fiume. Assolutamente rilevante è anche il Caffè Fiorio di Torino che è passato alla storia per aver lanciato, sfidando il buon costume, lo scandaloso cono gelato da passeggio, mentre è al Caffè Paszkowski, nel capoluogo fiorentino, che si tenne il primo caffè-concerto con un’orchestra interamente al femminile, capace di innervosire il ministero della Cultura Popolare fascista con i primi foxtrot americani, allora banditi.

I locali da record

Tra i locali storici italiani ce ne sono alcuni che possono vantare anche dei primati storici. È il caso dell’Hotel Cavalletto e Doge Orseolo di Venezia e il Ristorante Oste Scuro Finsterwirt di Bressanone: sono sono i locali storici più longevi d’Italia, entrambi del 1200.

Non meno particolare è il primato dell’Albergo Italia al Colle del Gran San Bernardo: il locale storico più in alto d’Italia in quanto sfoggia sedici eleganti suite che svettano a ben 2.474 metri di quota.

Poi ancora il Caffè Mulassano e il Caffè al Bicerin, entrambi di Torino, che sono i più piccoli locali storici non solo del nostro Paese, ma di tutto il mondo.

Viene perciò spontaneo domandarsi quali sino i più grandi e la riposta è che sono il Caffè Pedrocchi di Padova che, senza troppi giri di parole, è un complesso monumentale, e il Caffè Meletti di Ascoli Piceno, delicata palazzina che si specchia sulla meravigliosa piazza del Popolo.

Caffè Pedrocchi Padova locali storici

Fonte: iStock – Ph: Lesia Popovych

Il Caffè Pedrocchi di Padova

Il gusto italiano è da sempre emulato da tutto il mondo, e per questo ci sono anche i locali storici più copiati in assoluto, e sono ben 3: il Caffè Florian di Venezia, il Caffè Greco di Roma, il Caffè Cova di Milano.

Il nostro Paese è anche un pullulare di siti archeologici e, ovviamente, non potevano mancare i locali storici con questa caratteristica il Ristorante Checchino di Roma situato sul Monte Testaccio e formato nei secoli da miliardi di cocci di anfore romane; il Ristorante Nettuno di Paestum che si trova immerso negli scavi archeologici di fronte al maestoso Tempio di Nettuno.

E per finire – ma i primati dei nostri meravigliosi locali storici non sono finiti qui – il più “grande scoop”, vale a dire il Grand Hotel Villa d’Este, di Cernobbio, in provincia di Como, dove il fotoreporter Fedele Toscani nell’ormai lontano 1933, tramite una serie di appostamenti riuscì a immortalare l’idillio tra Bessie Wallis Warfield, più nota come Wallis Simpson, ed Edoardo VIII che, di lì a poco, avrebbe rinunciato al trono di Inghilterra per poterla prendere in moglie.

L’Associazione Locali storici d’Italia

L’Associazione, che gode del patrocinio del Ministero per i Beni e le Attività Culturali, da 46 anni valorizza e tutela i locali che vi sono iscritti. Tra le altre cose, con cadenza biennale pubblica un’omonima guida.

Tra le regioni più rappresentate spiccano il Veneto (36 locali), Lombardia (33), Piemonte (28) e Toscana (23), seguite da Campania (19), Liguria (17) e Sicilia (8).

Mentre tra le province, si distingue Venezia, al comando con 20 referenze; accompagnata da Torino (19) e Napoli (17). Seguono Genova (13), Milano (12) e Firenze (10).

Grand Hotel Villa d’Este locali storici

Fonte: IPA – Ph: Gianpietro Malosio

La facciata del Grand Hotel Villa d’Este
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Il viaggio più bello che si possa fare è in barca: i migliori itinerari

Con le giornate che si allungano e i primi caldi che fanno capolino nella vita di tutti noi, la mente va subito all’organizzazione di una vacanza da passare al mare. Sapete qual è la miglior soluzione in questo bellissimo periodo dell’anno? Un’esperienza in barca che, per fortuna, si può fare anche senza patente nautica.

Come fare una vacanza in barca

Se non sapete niente, o avete poche informazioni sui viaggi in barca, niente paura! Esistono diverse realtà nate per supportare i viaggiatori a districarsi nella scelta della tipologia di imbarcazione ideale per le proprie esigenze. Tra queste, SamBoat, che conta più di 50.000 imbarcazioni, con o senza skipper, in più di 1.400 destinazioni e in 76 Paesi in tutto il mondo.

Tramite una piattaforma semplice, sicura e trasparente, potrete valutare tutte le opzioni disponibili, ognuna delle quali garantisce affidabilità e sicurezza. Questa azienda offre anche assicurazione on-demand e un servizio assistenza attivo 7 giorni su 7.

E no, non è strettamente necessario essere in possesso di patente nautica perché mette a disposizione, per chi lo desidera ma anche per chi ne ha bisogno, il servizio skipper: un professionista che può vantare un’esperienza consolidata nel comando e nella conduzione di barche. In sostanza è una figura professionale che è perfettamente abile nel gestire l’imbarcazione in qualsiasi condizione atmosferica.

Con tutti i ponti primaverili in arrivo, ma anche per la prossima estate, ecco a voi una serie di itinerari da fare in barca proposti dalla stessa azienda di noleggio imbarcazioni.

Ponza: la meta perfetta per il relax

Se il vostro obiettivo è rilassarvi il più possibile tra le infinite meraviglie del mare, la meta migliore in cui farlo è l‘isola di Ponza, dove, grazie a una barca è davvero facile godere di tutti benefici offerti dal contatto con la natura. Del resto, Ponza si distingue per essere un piccolo paradiso che può vantare degli abissi ricchi di pesci che si aggirano nei pressi di meravigliose grotte sul mare scavate nella roccia.

Le spiagge più suggestive e le calette più emozionanti sono accessibili solo via mare, per questo il noleggio di una barca è la soluzione più indicata per vivere una vacanza da sogno. Tra quelle da non perdere vanno segnalate Chiaia di Luna e Cala del Core: la prima è così chiamata perché vanta la forma dell’unico satellite naturale della Terra, mentre la seconda è una delle più romantiche poiché la natura, sulla sua parete rocciosa, ha creato una sorta di graffito che assomiglia a un cuore.

Su uno yacht di lusso in Campania: il top del romanticismo e divertimento

La primavera è quella spettacolare stagione in cui sbocciano i fiori d’arancio, e allora perché non regalare un addio al celibato o al nubilato a cinque stelle? Per farlo potreste pensare di affittare uno yacht di lusso e fare rotta verso luoghi ricchi di storia, natura mozzafiato e ottimo cibo come quelli che offre la Campania.

Tra le tappe da non perdere non si possono non citare Napoli, Salerno e la famosa Costiera Amalfitana in cui scorgere i faraglioni di Capri, perdersi tra i vicoli della romantica Positano e lasciarsi andare alle delizie della cucina regionale in riva al mare di Amalfi. Qualunque sarà la vostra scelta, sarete in una zona che il modo intero ci invidia.

Tra windsurf e snorkeling in Salento

Se siete amanti degli sport acquatici non potete non pensare al Salento, un territorio d’Italia che è perfettamente in grado di regalare una vacanza attiva e adrenalinica ma senza dimenticare, ovviamente, le sue acque cristalline e le sue spiagge paradisiache sabbiose.

Una delle mete ideali, per esempio, è Porto Cesareo e in particolare tra le spiagge di Torre Chianca e del Bacino Grande: le zone in cui dedicarsi al windsurf e al kitesurf grazie ai venti che baciano questo tratto di costa pugliese.

Da queste parti, inoltre, noleggiando una barca a motore è anche possibile scoprire alcuni tesori sommersi praticando snorkeling, un’attività che permette di ammirare da vicino i fondali mozzafiato dell’area marina protetta.

Sicilia in catamarano per scoprire una cucina gustosissima

Spazio anche ai viaggiatori che amano scoprire un territorio perdendosi tra le chicche storico-artistiche e i sapori della tavola. Sapete qual è la meta più indicata per questo? La nostra spettacolare isola maggiore: la Sicilia, una terra ricca di contrasti e bellezze.

Una tappa da fare, per esempio, è Castellammare del Golfo che si distingue per essere un piccolo gioiello grazie al suo castello arabo-normanno che si specchia sul mare e i tradizionali bagli (le dimore fortificate di origine araba). Qui si possono provare ricette eccezionali come il cous cous di pesce alla trapanese e le sarde a beccafico.

Salendo a bordo di un catamarano potrete scoprire chicche uniche che caratterizzano la costa di questa regione e, contemporaneamente, vivere il mare senza rinunciare al comfort: potrete anche prendere il sole e rilassarvi persino sotto le meraviglie di un cielo stellato.

In gommone tra le coste della Sardegna: il meglio per un viaggio in famiglia

La Sardegna è una regione che può rispondere alle esigenze di tutti, quindi una meta perfetta per un viaggio in famiglia. Degli esempi per chi è in cerca di una vacanza di questo tipo sono le acque cristalline di San Teodoro, le spiagge a misura di bambino di Palau, i locali dedicati alla movida di Villasimius, le aree naturali protette dell’arcipelago della Maddalena e i fondali da sogno di Cala Gonone.

Nonostante tutte queste magnifiche possibilità, alcune delle più belle spiagge e delle calette più incredibili sono esclusivamente raggiungibili via mare: l’ideale è perciò noleggiare un gommone, una soluzione economica che si rivela anche un’attività divertente per i più piccoli.

Per i più romantici: i canali francesi della Borgogna in houseboat

A tutto romanticismo in Borgogna, una regione francese nota per le sue pregiate bottiglie, per le distese di vitigni, le varie eccellenze gastronomiche e i borghi dalle atmosfere di tempi ormai lontani. Da questa parti da Digione a Nevers è possibile perdersi tra castelli, cattedrali e storiche cantine.

Ma per far il pieno di romanticismo basta noleggiare le houseboat con cui navigare lungo i numerosi fiumi che lambiscono la regione, mentre ci si lascia ammaliare dal tramonto. Il tutto sorseggiando e brindando con dell’ottimo vino locale.

In barca a vela lungo le coste della Croazia, viaggio d’avventura

Per molti il mare è sinonimo di avventura, e in questo senso non si può rinunciare a una vacanza itinerante ricca di attività ed esperienze adrenaliniche. Il meglio del meglio lo potrete trovare lungo le coste della Croazia: a largo dell’Isola di Pag ci si può immergere tra relitti e reperti di epoca romana; sull’Isola di Biševo si può entrare nell’affascinante Grotta Blu; a Spalato ci si può dedicare al windsurf, al kitesurf, allo jet ski e al parasailing.

E indovinate qual è la soluzione migliore per vivere il mare a ogni ora del giorno e per provare davvero un’esperienza completa? Senza ombra di dubbio la barca a vela.

Contenuto offerto da SamBoat.

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Visitare il villaggio industriale di Crespi d’Adda

Crespi d’Adda è considerata “la città ideale” del lavoro operaio. Fu realizzata tra Ottocento e Novecento dalla famiglia Crespi per l’industria del settore tessile cotoniero. Nel 1995 è stata inserita tra i siti Patrimonio dell’Unesco in quanto “Esempio eccezionale del fenomeno dei villaggi operai, il più completo e meglio conservato del Sud Europa”.

Si trova in una frazione del Comune di Capriate San Gervasio, in provincia di Bergamo, ed è uno dei luoghi più interessante da visitare, anche in giornata, per una gita fuoriporta, non lontano dalle principali città del Nord Italia.

Visitare Crespi d’Adda

Crespi d’Adda è un luogo fuori dal tempo. Un microcosmo dove tutto è stato studiato affinché funzionasse alla perfezione e costruito secondo il principio per cui le cose utili potevano essere anche belle ed è un viaggio dentro un’aspirazione industriale, quella di Cristoforo Benigno Crespi, e alle origini di un’utopia.

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Fonte: @Crespi d’Adda

Il villaggio di Crespi d’Adda visto nel suo insieme

Il cotonificio, il primo edificio di Crespi d’Adda, fu inaugurato nel 1878. Da lì nacquero abitazioni e servizi per tutti gli operai e i dirigenti che vivevano e lavoravano all’interno del villaggio. L’esperimento Crespi, così come concepito dal suo fondatore, terminò nel 1929. A partire dal 1930, il cotonificio passò a diverse aziende manifatturiere finché non venne abbandonato.

La storia del villaggio e della storia dei Crespi viene brillantemente narrata in un racconto appassionato incentrato sugli intrecci dei destini di imprenditori visionari e coraggiosi e famiglie operaie in un libro che merita di essere letto: “Al di qua del fiume. Il sogno della famiglia Crespi” scritto da Alessandra Selmi ed edito da Nord a cui è dedicata una speciale visita guidata.

Contando sulla partecipazione dei cittadini, Giorgio Ravasio, presidente dell’Associazione Crespi d’Adda dal 1991, ha intrapreso un importante percorso di promozione e valorizzazione del sito industriale riuscendo a risollevarlo dopo anni di degrado e di abbandono. Oggi, Crespi d’Adda si può annoverare come esempio virtuoso di gestione culturale, rigenerazione economica e progettualità, considerato un vero e proprio modello di riferimento a livello nazionale e internazionale.

Nel villaggio, rimasto intatto a distanza di 145 anni circa, oggi vivono circa 300 abitanti in gran parte discendenti di coloro che in quel luogo vissero o lavorarono. È costituito da 55 casette, quelle destinate agli operai, pressoché uguali e disposte allineate ed equidistanti lungo le vie, da tre palazzotti – le prime abitazioni realizzate a Crespi d’Adda -, dalle case dei capireparto e dalle ville dei dirigenti.

Fonte: @Walter Carrera

Gli edifici industriali di Crespi d’Adda

Poi ci sono gli edifici pubblici: il lavatoio, il dopolavoro, l’albergo, la chiesa, il teatro e le scuole. Il tutto ruota attorno al grande cotonificio, la fabbrica, che, al culmine della sua ascesa commerciale, ha accolto fino a 4000 persone tra operai e impiegati nell’amministrazione e settantamila fusi.

Il grande complesso industriale misura circa 80.000 metri quadrati coperti. Si possono visitare la casa padronale dei Crespi, quelle dei dirigenti, degli impiegati e dei capireparto, ma anche quelle del medico e del parroco del villaggio e le case operaie. Girando per Crespi si incontrano anche il dopolavoro (ricavato nell’ex albergo), l’ospedale, la scuola, il campo sportivo, il lavatoio i bagni pubblici e anche il cimitero.

Le visite guidate

Per conoscere il villaggio operaio, l’Associazione Crespi d’Adda organizza tour guidati che permettono di visitare anche la vicina centrale idroelettrica, gioiello dell’archeologia industriale, fondata nel 1909 per soddisfare il fabbisogno energetico del cotonificio e del villaggio, oggi ristrutturata e funzionante, e il museo multimediale che racconta Crespi e le storie dei personaggi dell’epoca, con proiezioni, immagini d’archivio, realtà aumentata e un laboratorio didattico.

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Fonte: 123rf

Le fabbriche a Crespi d’Adda

Il tour guidato al villaggio Unesco con ingresso nelle sale museali multimediali dura 90 minuti e viene effettuato la domenica e tutti i giorni festivi. Dal 18 marzo fino al 24 giugno anche il sabato. Costo: 6 euro, i bambini fino a sei anni entrano gratis.

Il tour guidato nella centrale idroelettrica di Crespi d’Adda dura un’ora e viene effettuato i giorni 2-10-16-25 aprile, 1-7-21 maggio, 2-4-18 giugno. Costo: 6 euro, i bambini fino a sei anni entrano gratis.

Il tour guidato nella Fabbrica Cotonificio di Crespi d’Adda dura 90 minuti e si svolge il 10-23-25 aprile, 1-14-28 maggio, 2-11-25 giugno. Costo: 12 euro, i bambini fino a sei anni entrano gratis.

Il tour speciale “La Crespi d’Adda di Emilia” inspirato al romanzo “Al di qua del fiume” di Alessandra Selmi tocca tutti i luoghi simbolo del romanzo storico, dura due ore e mezza ed è previsto i giorni 2-10-16-25 aprile, 1-7-21 maggio, 2-4-18 giugno (dalle ore 10,30). Costo: 10 euro a persona, per i bambini è in omaggio fino ai 6 anni.

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Fonte: 123rf

Crespi d’Adda: la scuola

Il tour completo nel villaggio, che comprende anche le sale museali multimediali, il cotonificio e la centrale idroelettrica di Crespi d’Adda viene organizzato nei giorni delle festività nazionali e quindi il 10 aprile (Pasquetta) e il 25 aprile, il 1° maggio, il 14 maggio e il 2 giugno.

Si può partecipare anche ai tour guidati ai rifugi antiaerei di Dalmine che durano 45 minuti (4 euro a persona, gratis per bambini fino ai 14 anni) e di un’ora al MUVA, il museo della valle dell’Adda, per scoprire la storia dei territori lambiti dal fiume Adda (5 euro a persona, bambini gratis fino ai 6 anni compresi).

Escursioni in bicicletta

Crespi d’Adda è anche il punto di partenza per organizzare escursioni in bicicletta, andando alla scoperta dei dintorni del villaggio operaio e di altri siti industriali, ma anche di alcuni tesori nascosti della bergamasca.

Vi sono itinerari lungo il fiume Adda particolarmente affascinanti, da percorrere a piedi o sulla due ruote. Lungo la via Alzaia si risale il fiume lungo un percorso sterrato che giunge fino a Lecco. Lungo il percorso si arriva a Trezzo, dove si trovano la centrale idroelettrica Crespi-Taccani (oggi di proprietà dell’Enel) e i ruderi del castello medievale dei Visconti di Milano.

Tra Cornate e Paderno d’Adda, si incontrano anche le centrali idroelettriche della Edison e il Naviglio di Paderno, oggi divenuto, insieme alle conche di navigazione e a tutte le opere idrauliche di quel tratto di fiume, l’Ecomuseo Adda di Leonardo.

E a Leonardo Da Vinci è dedicato il traghetto di Imbersago, in provincia di Lecco. Il Traghetto di Leonardo è un particolare tipo di traghetto a mano, che prende il nome proprio dal suo (presunto) inventore e che è tuttora funzionante. Collega i moli di Imbersago e di Villa d’Adda.

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Perché dovresti visitare un Tea Garden almeno una volta nella vita

Ci mettiamo in viaggio per tantissimi motivi e ogni volta che ne abbiamo l’occasione. Lo facciamo per andare alla scoperta delle meraviglie che appartengono al mondo che abitiamo, quelle che portano la firma di Madre Natura e quelle che, invece, sono state realizzate dall’uomo. Lo facciamo per raggiungere opere d’arte e architettoniche che sono diventate iconiche, ma anche per toccare con mano le culture, le tradizioni e le usanze che appartengono a popolazioni lontane.

Qualunque siano i motivi che invitano a girare il globo in lungo e in largo abbiamo tutti una missione condivisa: quella di vivere esperienze uniche, straordinarie e incredibili, destinate a costruire i ricordi più belli di sempre.

E se è un’avventura così che volete vivere, allora il consiglio è quello di inserire nella lista dei luoghi da visitare almeno una volta nella vita un Tea Garden. Vi spieghiamo cosa sono, dove si trovano e perché dovreste raggiungerli al più presto.

Bere un tè in un giardino delle meraviglie: l’esperienza unica

Entrare in un Tea Garden è un po’ come indossare i panni di Alice nel Paese delle Meraviglie. In questi luoghi, infatti, tutto sembra magico e incantato e le fotografie che ritraggono i giardini non possono che confermarlo.

Cosa sono i Tea Garden è il nome stesso a suggerircelo, si tratta di giardini all’aperto, di grandi o piccoli dimensioni, all’interno dei quali è possibile passeggiare, rilassarsi, vivere e condividere giornate all’insegna della spensieratezza e, naturalmente, bere i migliori tè in circolazione.

Pare proprio che le origini di questi giardini sono collegate al Regno Unito, e questo non ci stupisce dato che in questo Paese quello di prendere un tè è diventato un vero e proprio rituale. Nei primi giardini ad accesso pubblico, infatti, mentre gli uomini si incontravano per bere vino o birra, le donne erano solite incontrarsi nelle zone designate per il tè.

Il termine Tea Garden, oggi, è utilizzato sia in riferimento a giardini e sale da tè all’aperto, sia alle piantagioni da tè, come quelle che si snodano in India o in Cina. Nella maggior parte dei casi, però, si tratta di luoghi accessibili a turisti e viaggiatori.

In questi giardini tutto è realizzato in maniera minuziosa. Da una parte ci sono le aree riservate alle piantagioni del tè, dall’altra, invece, percorsi pedonali per permettere agli ospiti di passeggiare all’interno di questi parchi dove la natura è assoluta protagonista. Non mancano quasi mai zone adibite alla degustazione del tè, raccolto e prodotto, per rendere l’esperienza ancora più straordinaria.

Fiori di ciliegio nel Tea Garden a Longyan

Fonte: Getty Images

Fiori di ciliegio nel Tea Garden a Longyan

Ci sono, poi, i Tea Garden giapponesi che, come il nome stesso suggerisce, si ispirano allo stile e alla cultura del Paese del Sol levante. In questo caso non ci sono piantagioni da visitare, ma atmosfere fiabesche nelle quali gli ospiti sono invitati a immergersi per vivere e condividere l’esperienza della cerimonia del tè.

Tra i più celebri del mondo troviamo il Japanese Tea Garden, un angolo di paradiso situato nel cuore di San Francisco dove è possibile vivere un’avventura davvero unica. Situato all’interno del Golden Gate Park, il più grande parco della città, questa area nipponica è caratterizzata da un paesaggio suggestivo che ammalia e incanta. Ci sono i laghetti, i ponti e un tempio buddista. Non manca, ovviamente, una sala da tè incorniciata dalla natura lussureggiante.

Alla scoperta dei Tea Garden nel mondo

Come abbiamo anticipato, i Tea Garden si trovano in tutto il mondo. Tra i più celebri c’è il Jungpana Tea Estate, un giardino delle meraviglia incastonato nell’area dell’Himalaya e situato a un’altitudine che supera i 1000 metri. Si tratta di un vero paradiso per tutti gli amanti del tè che proprio qui possono vere una delle esperienze sensoriali più incredibili di una vita intera

Nella provincia indiana del Darjeeling, invece, troviamo uno dei più grandi giardini di tè al mondo. Si tratta del Phughuri Tea Estate che si estende su una superficie di 430 ettari e che produce, ogni anno, più di 100.000 chili di foglie della bevanda più amata dal mondo.

Elencare tutti i Tea Garden del mondo è una missione pressoché impossibile, quello che possiamo dirvi, però, è che i più suggestivi sono quelli che si snodano in Cina, gli stessi che durante la primavera si trasformano in capolavori d’arte dipinti da Madre Natura. Mentre i raccoglitori di tè, muniti di grandi cappelli di paglia, iniziano a lavorare tra le piantagioni e le colline, gli ospiti possono passeggiare in un paesaggio naturale d’immensa bellezza.

A Longyan, per esempio, esiste un giardino da tè incastonato tra le colline di Fujian che ospita centinaia di alberi di ciliegio che durante la primavera colorano tutto di mille sfumature di rosa. È possibile visitare le piantagioni, e le fioriture, anche a bordo di un trenino rosa. L’esperienza è così suggestiva che ogni anno questo luogo viene raggiunto da migliaia di viaggiatori provenienti da ogni parte del mondo.

Sempre in Cina, e più precisamente a Hangzhou, è possibile assaggiare il celebre tè Dragon Well, famoso in tutto il mondo, all’interno di un giardino lontano dai sentieri più battuti dal turismo di massa. Si tratta del Longjing Imperial Tea Garden, un parco situato nel piccolo villaggio di Longjing caratterizzato da terrazze idilliache e piantagioni di tè. All’interno del giardino, inoltre, è presente anche il tempio Song Guangfu, la pagoda Biancai e altri monumenti storici e culturali. Non mancano, ovviamente, anche sale da tè interne ed esterne per vivere un’esperienza sensoriale davvero unica.

A Fuzhou, invece, capitale della provincia cinese del Fujian, nonché uno dei più importanti centri della cultura del tè, le piantagioni si snodano tra le montagne ondulante che circondano il centro urbano e creano un paesaggio idilliaco. Qui non solo i viaggiatori possono visitare il Tea Garden, ma sono invitati al partecipare alla raccolta delle foglie da tè circondati e immersi in un panorama mozzafiato.

Ultimi, ma non meno importanti, sono i suggestivi giardini del tè che si snodano sulle isole del lago Qiandao. Ci troviamo a Lishang, nella provincia dello Zhejiang nella Cina orientale. Proprio qui, in primavera, migliaia di piante da tè esplodono in tutta la loro bellezza creando un paesaggio idilliaco e straordinario. Una visita qui, questo è chiaro, è un’esperienza unica che consente di immergersi e perdersi nella più autentica cultura del tè.

Tea Garden On Qiandao Lake

Fonte: Getty Images

Tea Garden, Qiandao Lake
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L’Arabia Saudita è la nuova meta low cost

Se l’Arabia Saudita è da qualche anno una delle mete più ambite, ora che sta per diventare anche low cost sarà presa letteralmente d’assalto dai turisti. Wizz Air ha inaugurato il primo volo per Jeddah, in partenza dall’aeroporto Marco Polo di Venezia, che va ad aggiungersi ai voli che la compagnia già opera da qualche mese da Milano a Jeddah e da Roma a Riyadh.

La nuova rotta sarà attiva tutto l’anno e servita da voli bisettimanali. Ma la notizia più interessante è che i prezzi dei biglietti partono da 49,99 euro. I nuovi operativi daranno un forte impulso al settore turistico saudita, che sta crescendo a vista d’occhio, contribuendo al programma chiamato “Vision 2030”, che prevede di triplicare il traffico di arrivi nel Paese entro il 2030.

Perché fare un viaggio in Arabia Saudita

L’Arabia Saudita è una terra ricca di storia e di cultura, di bellezze naturali e di luoghi ancora incontaminati. Ma è anche un Paese che sta evolvendo velocemente e sono tantissimi i progetti futuristici in fase di realizzazione. È il sogno di molti, ma finora è stata poco accessibile ai turisti.

Una terra antica

Tra i luoghi più iconici c’è il sito di AlUla, monumenti di straordinaria bellezza che affiorano dalla sabbia del deserto. Un museo a cielo aperto di tombe conservate, crocevia di antiche civiltà e di una storia che affonda le sue radici in tempi lontani. Hegra, oggi conosciuta come Mada’in Salih, era la principale città del regno: qui sono state costruite alcune delle più spettacolari tombe monumentali. E qualcuno l’ha già soprannominata “l’altra Petra”. Qui antico e moderno convivono alla perfezione.

Nel bel mezzo del deserto, tra dune di sabbia, rocce scolpite dal tempo e resti dell’antica civiltà si vedono spuntare installazioni ultramoderne come Maraya, un cubo di specchi realizzato nel 2017, il più grande del mondo, tanto da essere entrato nel libro dei Guinness, che riflette il paesaggio e di cui a malapena si scorge la presenza. È in realtà una sala concerti, ma che ospiterà anche eventi e spettacoli.

L’Arabia Saudita è anche la patria della Mecca, il luogo di nascita del Profeta Maometto e, da sempre, meta di pellegrinaggio anche tra i turisti di religione musulmana, visto che, secondo quanto scritto nel Corano, ogni fedele ha il dovere religioso di visitarla almeno una volta nella vita. Nel periodo di Ramadan sono milioni le persone che si recano nella città più sacra dell’Islam.

Una terra ultramoderna

Come anticipato, l’Arabia Saudita è in grande espansione e sono tanti i nuovi e avveniristici progetti che stanno nascendo e che la rendono una meta incredibilmente desiderabile. Uno degli edifici altrettanto iconici del Paese sta per sorgere nella Capitale Riyadh.

Mukaab sarà un grattacielo a forma di cubo dall’inconfondibile design mediorientale grande quanto 20 Empire State Building, ispirato all’architettura Najdi, quella delle tribù beduine che vivono nel deserto. Sorgerà nel nuovo quartiere di New Murabba nella downtown cittadina. Il principe saudita Mohammad bin Salman bin Abdulaziz, figlio dell’attuale re, l’ha definita “la più grande e moderna downtown del mondo”.

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Fonte: @pif.gov.sa

L’edificio New Murabb a Riyadh, in Arabia Saudita

Natura incontaninata

Il deserto saudita di Rub’al-Khali è tra i più grandi deserti di sabbia al mondo e ricopre la parte più meridionale della Penisola araba che, oltre all’Arabia, comprende anche il sultanato dell’Oman e gli Emirati Arabi Uniti. Ma le dune di sabbia non sono l’unico deserto, c’è anche quello roccioso.

Tabuk è considerata la porta settentrionale della Penisola arabica. Secondo la tradizione, Maometto trascorse tra queste vallate a dir poco spettacolari dieci giorni durante il nono anno dell’Egira. Da non perdere, il Wadi Disah, un canyon di roccia rossa nella quale è cresciuta una rigogliosa oasi ricca di palme.

Questo eccezionale Paese pullula di luoghi isolati e poco conosciuti. Uno di questi è il cratere Al Wahbah, uno dei crateri vulcanici più grandi del pianeta, con pareti alte fino a 250 metri e un diametro di 2 km. Tra i luoghi da vedere assolutamente in Arabia Saudita c’è anche Jebel Fihrayn meglio conosciuto come The Edge of the World. Il soprannome “confine del mondo” è stato creato per sottolineare l’incredibile paesaggio che si può ammirare e che dà la sensazione di essere davvero su un altro Pianeta.

The Edge of the World arabia saudita

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The Edge of the World in Arabia Saudita

Il Mar Rosso saudita

Un viaggio in Arabia Saudita non può di certo prescindere da una sosta al mare tra le Isole di Farasan. Situate a circa 50 chilometri dalla costa, al largo della città di Jizan, si tratta di un arcipelago che comprende oltre un centinaio di isole, accarezzate dalle acque limpide e ricche di coralli del Mar Rosso.

E proprio lungo la costa saudita, a Nord di Jeddah, sta sorgendo una nuova meta mare che è destinata a diventare la più cool dei prossimi anni. Il progetto si chiama The Red Sea e si potrà andare a breve grazie a un nuovo aeroporto internazionale che sarà inaugurato nei prossimi mesi. Sarà la più grande destinazione turistica del mondo completamente alimentata da energie rinnovabili ma il cui obiettivo principale sarà anche la rigenerazione ambientale, attraverso un impatto positivo sul territorio, sulla società e sull’economia.

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Fonte: @The Red Sea

Sul Mar Rosso saudita sorgerà uno degli hotel di lusso, il Ritz-Carlton Reserve

Sarà un progetto enorme: 28mila km quadrati che comprenderanno un arcipelago di 90 isole (22 delle quali ospiteranno i 50 resort che sono in fase di realizzazione, mentre nove sono state identificate come riserve naturali), una delle più grandi barriere coralline del mondo con tartarughe marine, delfini coralli, vulcani spenti, un meraviglioso deserto di dune dorate, canyon e montagne e persino dei siti storici. Siete pronti a partire?

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In Europa esiste un’altra California: è spettacolare

Uno spettacolo fulgido e dorato. Il poeta americano Walt Whitman descriveva con queste parole ricercate la California, una delle mete più ambite quando si viaggia verso gli Stati Uniti. Spesso però ci si fa scoraggiare dal raggiungere questi luoghi per la distanza enorme che li separa dall’Europa, ben 10mila chilometri. In realtà la California è molto più vicina di quello che si possa credere o per lo meno quella che viene considerata “l’altra California”. 300 giorni su 365 di sole e una serie sconfinata di bellezze naturali: è questa la definizione che calza più a pennello per l’Algarve, la regione più a Sud in assoluto di tutto il Portogallo. È un posto unico al mondo per tantissimi motivi.

Le coste incredibili della “California d’Europa”

I 150 chilometri di coste sono il tratto distintivo di quella che è nota anche come “California d’Europa”. L’Oceano Atlantico incornicia il tutto, senza dimenticare che l’Algarve è il mix perfetto tra spettacoli naturali e patrimonio culturale. Visitare questa regione significa soprattutto essere letteralmente baciati dal sole. Il clima è sempre splendido e ammirare questi paesaggi con una luce tanto intensa e calda rende l’esperienza speciale. Ogni zona dell’Algarve ha un dettaglio che la rende spettacolare. Nell’entroterra, ad esempio, è come se il tempo si fosse fermato, specialmente nei pressi delle colline di Monchique.

Il villaggio di Ferragudo

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Il pittoresco villaggio di Ferragudo nella regione dell’Algarve

In poche parole è come fare un tuffo nel passato e apprezzare quello che un tempo era l’antico Portogallo. Qui i villaggi sono pittoreschi e le giornate vengono scandite lentamente dalle piccole e sane abitudini degli abitanti, come la piacevole pausa caffè oppure la grigliata delle sardine. La zona costiera è invece più turistica e caratterizzata dalla movida. Piccoli centri di pescatori e villaggi turistici si alternano senza soluzione di continuità. In alcuni tratti, inoltre, le scogliere sono davvero mozzafiato e rappresentano il paesaggio giusto per chi vuole fare una vacanza a stretto contatto con la natura.

Le spiagge da non farsi sfuggire

Il surf la fa da padrone, a conferma del nomignolo che accosta questa regione portoghese alla California. Non c’è che l’imbarazzo della scelta in quanto a spiagge, sono ben 150 tra baie, calette, insenature e altri luoghi incantevoli in cui rilassarsi. Una delle più gettonate è senza dubbio la Praia de Albandeira, uno scorcio paradisiaco con le rocce che offrono riparo dal vento e dal sole troppo cocente: le acque cristalline sono una tentazione irresistibile per chiunque ami questi scenari. Non è da meno la Praia do Barril: è una spiaggia che fa parte del Parco Naturale di Ria Formosa, la tappa immancabile per chi vuole praticare la vela o il windsurf.

L'arco naturale di Albandeira nella regione di Algarve

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Il bellissimo arco naturale sulla spiaggia di Albandeira nella regione di Algarve

Oltre al sole e al mare, poi, qui è possibile gustare i migliori piatti locali, con pietanze a base del pesce appena pescato. E che dire della Praia Dona Ana? Sabbia dorata, acque incontaminate, scogliere di granito: non manca proprio nulla per una tappa all’insegna del relax assoluto! L’Algarve non è una semplice “versione europea” della California, ma una regione da non farsi sfuggire per godersi una meritata vacanza in cui il cielo, come cantava Rino Gaetano, sembra essere sempre più blu.

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I musei di Parigi da non perdere assolutamente

Quante volte avete sognato di passeggiare tra i boulevard della capitale francese, magari a braccetto della vostra persona preferita? Parigi, la magica ville lumière, la città dell’amore per antonomasia, dalla cucina raffinata e i quartieri eleganti è il perfetto mix di arte, storia, gastronomia e cultura: sapete che ospita più di 100 musei? Allora via, scarpe comode e corriamo a scoprire insieme i migliori musei di Parigi, visitabili anche acquistando il Paris Museum Pass.

I migliori musei di Parigi: il Louvre

È difficile scegliere, tra tutti quelli che ospita, i migliori musei di Parigi. Probabilmente facendo una statistica, o se banalmente chiedessimo al mondo quale sia il museo più famoso di Parigi la risposta sarebbe unanime: il Louvre. Originariamente il palazzo che lo ospita era una fortezza del XII secolo; rivestì, poi, il ruolo di palazzo reale fino a quando nel 1682 Luigi XIV si trasferì a Versailles: quello che è davvero il polo museale venne inaugurato solo nel 1793.

Come visitare il Louvre

Il museo è facilmente raggiungibile in metro, basta scendere alla fermata Palais Royal-Musée du Louvre. Le tre ali del museo del Louvre di Parigi si aprono vicino alle biglietterie, poste nei pressi dell’accesso principale – la Hall Napoléon: quella che si trova sotto la celeberrima piramide di vetro.

Fiore all’occhiello dell’immenso polo museale i quasi 12 mila dipinti, di cui “appena” 6000 in esposizione permanente; in realtà, però, le opere che albergano in pianta stabile negli oltre 60 mila metri quadrati sono ben 35mila organizzate in 8 sezioni.

Lorenzo Lotto, Andrea del Sarto, Sandro Botticelli, Andrea Canova e la star Leonardo da Vinci sono solo alcuni degli artisti le cui opere si possono incontrare passeggiando per i corridoi del museo! Il suggerimento per ottimizzare tempi è senz’altro quello di scegliere un percorso tematico alla scoperta dei capolavori del museo.

Visitare Orsay: il museo degli impressionisti francesi

Sarò di parte, ma io che sono romantica per natura ho un debole per il museo d’Orsay già a partire dalla sua meravigliosa struttura architettonica.

Il complesso, infatti, è la vecchia Gare d’Orsay, una stazione ferroviaria inaugurata per l’esposizione universale del 1900 dal carattere moderno, leggero e aeroso: una struttura in ferro e vetro per la cui costruzione vennero impiegate il doppio delle tonnellate di ferro usate per la Tour Eiffel.

A pieno titolo tra i musei più famosi di Parigi, costituisce il punto di riferimento indiscusso per l’impressionismo: Monet, Manet, Renoir, Degas sono alcuni degli artisti di casa insieme ai post impressionisti come Gauguin e Van Gogh.

Come visitare il Musée d’Orsay

Visitare il Musée d’Orsay è davvero imprescindibile: il polo si configura come il ponte di connessione temporale e stilistico tra le collezioni del Louvre, tendenzialmente più classiche, e quelle del Centre Pompidou, di stampo decisamente più moderno.

Come per il Louvre, per raggiungerlo, basta scendere alla fermata Palais Royal-Musée du Louvre: separati dai giardini des Tuileries e da sua maestà la Senna i due musei sono, infatti, quasi dirimpettai. Con i suoi 35mila metri cubi di vetro, la spettacolare luce naturale di cui è illuminato e l’orologio originale simbolo della stazione, scoprirete che il museo d’Orsay è un’attrazione dal fascino romantico che vale la pena visitare non solo per le sue 3000 opere. Per visitarlo, il consiglio è quello di acquistare il biglietto in anticipo ed evitare lunghe code.

Le Centre Pompidou: la sede del Museo Nazionale d’Arte Moderna

Nato dalla volontà dell’allora Presidente della Repubblica francese Georges Pompidou, su un progetto sviluppato da Renzo Piano e Richard Rogers, il centro Pompidou è caratterizzato da futuristiche scale mobili all’aperto e un vivace gioco di enormi tubi colorati a decorazione delle facciate.

Il polo, tra i migliori musei di Parigi, si configura come uno spazio multidisciplinare focalizzato sull’arte moderna in tutte le sue accezioni e per questo comprende anche una grande biblioteca, un museo dedicato a design, attività musicali, cinematografiche e audio-visive. Il museo ospita circa centomila opere miste tra quadri, opere multimediali, foto, elementi di design e architettura.

Come visitare il Centre Pompidou

La sua collezione d’arte comprende le opere che coprono il XX e XXI secoli, organizzate in due aree in base ad un ordine cronologico. Da un lato il periodo moderno che va dagli inizi del 900 agli anni Sessanta con artisti del calibro di Kandinsky, Chagall e Picasso, e dall’altro l’età contemporanea che arriva sino ad oggi con Warhol, tra i tanti. Ogni anno nel museo, inoltre, vengono ospitate varie decine di mostre monografiche con pezzi in prestito da collezioni di tutto il mondo: non è difficile credere che le Centre Pompidou sia uno dei musei più visitati al mondo! Proprio per questo, acquistare il biglietto per saltare la coda è sempre un’ottima mossa!

I musei di Parigi sono davvero molti e accontentano ogni gusto. Il Musée de l’Orangerie, il museo Rodin, quello di Yves Saint Laurent, persino la casa museo di Victor Hugo e chi più ne ha più ne metta: Parigi oltre a essere la città dell’amore è a pieno titolo la città della cultura!

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Dove vedere la fioritura dei tulipani in Olanda

Da marzo a maggio un mare di fiori colorati invade improvvisamente le campagne pianeggianti dei Paesi Bassi. Il colpo d’occhio è a dir poco straordinario: un tocco di colore dopo l’altro e ha inizio la fioritura dei tulipani in Olanda, riconoscibili fra mille per la tipica forma “a turbante” da cui prendono il nome. Questi fiori di origine turca fecero ingresso nei Paesi Bassi nel XVII secolo, e da quel momento in poi sono rimasti nel patrimonio storico e culturale del paese, che oggi ne detiene il primato per la coltivazione e l’esportazione.

Spettacolo imperdibile per tutti gli amanti dei fiori e non solo, questa fioritura avviene solo una volta l’anno e dura otto settimane. Sono tanti i visitatori che si recano nei Paesi Bassi per vedere il mare di colori più famoso del mondo. Vediamo dove è possibile ammirare la fioritura dei tulipani in Olanda, e vivere un’indimenticabile tulip-experience.

I campi aperti tra Kop Van Noord-Holland e Flevoland

In queste due località, situate la prima a Nord dell’Olanda, vicino Amsterdam, e la seconda nella parte più centrale del paese, è possibile vivere un’esperienza a contatto con i tulipani olandesi camminando tra i sentieri meno conosciuti dai turisti. Raggiungibili in auto o in bicicletta, in queste zone quasi tutte le aree sono infatti coperte da campi aperti e giardini di tulipani, dove potersi intrufolare gratuitamente tra una fila colorata e l’altra.

Con un po’ di fortuna sarà anche possibile avere i campi tutti per sé, e isolarsi tra i silenzi colorati della natura. Attenzione però ai proprietari dei campi, che un po’ meno tollereranno la presenza di turisti in cerca di idee stravaganti per i selfie! Nella zona di Kop Van Noord e Flevoland ai vasti campi si affiancano paesaggi sabbiosi e costieri, per combinare le passeggiate tra i fiori con una gita in spiaggia o sulle dune.

Il tratto è percorribile sia affittando un’auto in loco che in bicicletta, il mezzo per eccellenza del territorio, che grazie ai territori pianeggianti e ai percorsi ben organizzati è davvero bike-friendly. E durante le passeggiate, inutile dirlo, attenzione a non calpestare i bulbi o rovinare in alcun modo la fioritura!

Bollenstreek route e il giardino di Keukenhof

Un’altra zona dove poter ammirare lo spettacolo della fioritura di tulipani in Olanda è la zona del Bollenstreek, che comprende i territori tra Amsterdam e Den Haag. Per gli amanti delle due ruote è d’obbligo un giro sulla Bollenstreek route, che comprende circa 40 km da percorrere pedalando tra i profumi inebrianti del luogo, complici le temperature abbastanza miti ma non troppo.

Chi invece preferisce le quattro ruote può scegliere di affittare un’auto elettrica, e girare autonomamente tra i campi di tulipani , eventualmente con il supporto di un’audio guida. Proprio nella zona del Bollenstreek, a Lisse, si trova il famoso giardino di Keukenhof, una vastissima area di oltre 32 ettari di parchi con più di 800 varietà diverse di tulipani. Si trova a circa 35 km a sud-ovest di Amsterdam, ed è visitato ogni anno da milioni di persone provenienti da tutto il mondo, tanto da rappresentare la principale attrazione per i Paesi Bassi.

Un vero e proprio giardino delle meraviglie in cui perdersi tra campi fioriti, mulini a vento, laghi, fiumi e paesaggi da cartolina. Qui gli espertissimi floricoltori del luogo amano esporre tulipani di ogni tipologia e sfumatura, proprio per dimostrare la profonda conoscenza del bulbo; non a caso gli olandesi sono i primi esportatori di fiori un tutta Europa.

È una vera battaglia “all’ultimo tulipano” per mantenere il primato nell’esportazione di questo e altri bellissimi fiori, anche questi esposti qui, tra cui orchidee, narcisi e giacinti. Per visitare Keukenhof ci sono diverse opzioni, tra cui l’acquisto del biglietto di ingresso con il transfer di andata e ritorno da Amsterdam, o l’opzione davvero originale di visitare il parco con un giro in crociera sui canali tra tulipani e mulini a vento.

Quando le gelide temperature invernali si allontanano pian piano e arriva la primavera il tulipano trova il suo spazio tra i fiori più amati e desiderati. Schiudendosi dona a chi ha la fortuna di osservarlo un momento di pura emozione, un fiore che con i suoi colori e il suo simbolo di rinascita ha fatto il giro del mondo. Sarà per questo che trovarsi nei giardini di tulipani di Amsterdam e dintorni vuol dire assistere a uno degli spettacoli più belli del mondo. Può sembrare un’esagerazione, ma è proprio così che la descrive chi c’è stato: un’esperienza da vivere almeno una volta nella vita.

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Musei che rispettano l’ambiente: i più green del mondo

La salvaguardia dell’ambiente ormai passa da tutti: a doversene occupare non siamo solo noi in prima persona, ma anche strutture, imprenditori e molto altro ancora. Non sono da meno i musei che, giorno dopo giorno, diventano sempre più ecosostenibili optando per energie pulite, economiche e rinnovabili, politiche con rifiuti zero e, al contempo, per mostrare ai loro visitatori un mondo sempre più green.

I musei più sostenibili d’Europa

Nel nostro continente sono davvero molti i musei che hanno preso la direzione dell’ecosostenibilità. Noi ne abbiamo selezionati alcuni a partire dal Quai Branly, un museo etnologico che accoglie le culture indigene più disparate. Si caratterizza per la presenza di un giardino verticale di 800 metri quadrati che contribuisce al miglioramento della qualità dell’aria e alla mitigazione del microclima.

Contemporaneamente si avvale di energia solare e geotermica per tutte le proprie esigenze in termini di illuminazione e climatizzazione. Si trova a due passi dalla ben più famosa Torre Eiffel e può essere definito come il più esotico dei musei di Parigi.

Quai Branly museo ecosostenibile

Fonte: iStock – Ph: Jef Wodniack

Il Quai Branly di Parigi

Non è da meno la Fondazione Pierre Arnaud la cui splendida facciata, composta da 84 tessere solari in vetro, si specchia nel Lago di Louchè, in Svizzera. Sostenibilità ed eleganza sono le carte vincenti di questo polo culturale di arte moderna e contemporanea poiché è stato progettato nel massimo rispetto dell’ambiente e dei criteri di efficienza energetica.

Vi basti pensare che i grandi pannelli fotovoltaici che impreziosiscono la facciata soddisfano il fabbisogno energetico per l’illuminazione del centro e garantiscono l’isolamento termico ideale per le opere d’arte. Davvero eccezionale è anche la sua terrazza panoramica: oltre a mimetizzare la struttura, è un giardino pensile che ospita piante tipiche del Vallese come le stelle alpine.

L’ultimo dei musei d’Europa particolarmente green che vi vogliamo segnalare è la Kunst Haus Wien, in Austria. Nel 2018, infatti, il museo è stato coinvolto in maniera determinante nello sviluppo del catalogo di criteri per i musei green. Sfoggia una sontuosa facciata verdeggiante e oltre 260 diversi tipi di piante crescono intorno all’edificio. Inoltre, sul tetto si sono stabiliti due alveari, il cui miele biologico viene venduto nello shop del museo.

I musei pi green del mondo

Superando i confini del nostro continente, si scoprono altrettanti musei green che svettano nel resto del mondo. Uno di questi è il Museo di Storia Naturale di Shanghai. Si tratta di uno spettacolare edificio dalla forma di conchiglia nautilus che si sviluppa su un’area complessiva di 44.500 metri quadrati.

Sfoggia ben sei piani espositivi dove spicca un luminosissimo atrio di 30 metri di altezza in cui la luce naturale filtra da una parete vetrata che ricorda la struttura cellulare delle piante. Un edificio famoso anche per il sistema geotermico che regola la temperatura interna, gli specchi d’acqua che favoriscono la climatizzazione naturale degli ambienti e un rivestimento che massimizza l’assorbimento dell’energia solare. Infine, è dotato di un tetto verde per la raccolta dell’acqua piovana che viene poi riutilizzata per ridurre i consumi, e una parete verde che purifica l’aria e tutela l’edificio dagli sbalzi termici e dall’inquinamento acustico.

Altrettanto interessante è la California Academy of Sciences di San Francisco in cui si conducono progetti scientifici sull’ambiente e sull’educazione ambientale. Al suo interno è custodito un grandissimo acquario, una mostra permanente sulla foresta pluviale, un planetario e anche un’area dedicata alla storia naturale.

California Academy of Sciences museo green

Fonte: iStock – Ph: Rosangela Lima

L’ingresso della California Academy of Sciences

Progettato da Renzo Piano, può vantare un tetto completamente vegetale e anche il riutilizzo delle acque reflue per alimentare le piante che si trovano all’intero del complesso. Tra le altre cose, non viene utilizzata aria condizionata: bastano le finestre e le piante che mitigano il microclima. Per ultimo, ma non per importanza, sono presenti pannelli solari e tecnologie che trasformano i fulmini in energia e quasi tutte le sue strutture metalliche sono fatte in materiale riciclato.

Tra i musei più green del mondo non si può non nominare l’Opera House di Sydney. L’edificio ha infatti azzerato le proprie emissioni di carbonio diventando “carbon neutral”. Più nel dettaglio, il 24 settembre 2018 è stata premiata dall’Australian Government’s National Carbon Offset Standard (NCOS) per i risultati raggiunti nella riduzione delle emissioni di carbonio, con ben cinque anni di anticipo rispetto a quanto programmato.

Gli interventi si sono concentrati principalmente su due fronti: quello dei consumi elettrici e quello dei rifiuti. In ambito energetico sono stati ridotti i consumi del 75% con interventi volti alla sostituzione delle lampadine nella sala concerti con lampade LED e del 9% intervenendo sul preesistente sistema di raffreddamento. Senza dimenticare che i consumi di acqua ed energia vengono costantemente monitorati.

I musei più ecologici d’Italia

Non sono meno attenti i musei italiani che, giorno dopo giorno, diventano sempre più ecologici. È il caso del MUSE, il Museo delle Scienze situato a ovest del centro storico di Trento. Si tratta di un complesso di 11 blocchi che porta la firma di Renzo Piano e che vanta un sistema orientato alla filosofia green grazie allo sfruttamento di energia solare e geotermica tramite celle fotovoltaiche, pannelli solari e sonde a scambio termico.

Nella stessa direzione va anche la scelta di serbatoi per il recupero dell’acqua piovana, pannelli radianti a pavimento e lucernari comandati da sistemi domotici per garantire ventilazione e illuminazione naturali, risparmio d’acqua e riscaldamento ottimale. Per quanto riguarda i materiali, sono stati privilegiati quelli locali come la pietra Verdello e facilmente rinnovabili come il bambù per i pavimenti e il legno per le parti strutturali.

Molto interessante anche il Museo Salvatore Ferragamo a Firenze che ci dimostra che anche la moda può fare la sua parte in fatto di sostenibilità ambientale. Nel 2016 è stato premiato come primo museo aziendale Green d’Italia, ottenendo lo standard internazionale ISO 14064, legato alla rendicontazione delle emissioni di CO2 legate alle proprie attività.

Negli ultimi anni ha inoltre ottenuto numerose certificazioni riguardanti gli approcci sostenibili che ha adottato, ponendosi come obiettivo quello di affrontare i temi della sostenibilità attraverso la moda e l’arte.

Infine, vi consigliamo di fare un salto al Museo Explora di Roma, un museo no profit dedicato soprattutto ai bambini. Si tratta di un luogo che incoraggia il desiderio di apprendimento dei più piccoli grazie anche a delle esposizioni stimolanti e divertenti.

Inoltre, vi sono installati due impianti fotovoltaici che producono ogni anno 40mila kWh di elettricità pulita.

MUSE – Museo della Scienza ecosostenibile

Fonte: iStock – AnryMos

MUSE – Museo della Scienza, Trento
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Il Colorado della Provenza, un canyon a due passi dal mare

L’immediato entroterra della Provenza – Costa Azzurra regala un’infinità di luoghi e paesaggi inaspettati che meritano di essere scoperti durante una vacanza trascorsa nel Sud della Francia.

Tra i tanti luoghi da visitare ce n’è uno decisamente inaspettato, che per il suo territorio alquanto inusuale per le latitudini a cui si trova è chiamato “Colorado della Provenza”. Chi ha visitato alcuni dei parchi americani come la Monument Valley o il Bryce Canyon o Zion National Park o ancora l’Antelope Canyon, per esempio, si ritroverà nel paesaggio e nei colori che si presentano davanti agli occhi di chi viene qui.

Il luogo è Rustrel e prende il nome dal vicino villaggio che conta all’incirca 700 abitanti, uno dei tanti “village perché” come li chiamano da queste parti arroccati sulle colline che fanno da cornice a tutta la Riviera francese.

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Fonte: 123rf

Il color ocra del Colorado della Provenza

Qui tutto è color ocra. A rendere unico questo luogo sono le sue incredibili formazioni rocciose, nate dall’erosione del tempo e dagli agenti atmosferici. Queste formazioni risalgono a più di 200 milioni di anni fa. I giacimenti di ocra iniziarono a essere sfruttati fin dal ‘700 e le formazioni rocciose odierne sono anche il risultato dell’erosione e degli scavi fatti nel corso degli anni.

La leggenda di Rustrel

Un’antica leggenda narra che la terra di Rustrel sia diventata rossa per via del sangue versato dalla bella Sirmonde che si suicidò lanciandosi giù dalle falesie pur di non essere trafitta dalla spada dal marito che aveva scoperto che la moglie aveva un amante.

I sentieri del Colorado della Provenza

Il modo migliore per esplorare questo luogo incredibile è seguendo i vari sentieri che negli anni sono stati tracciati tra le rocce color ocra e la verdissima macchia mediterranea.

Uno degli itinerari più suggestivi da percorrere a piedi è quello che porta ai Camini delle Fate, delle formazioni rocciose simili a quelle che si trovano nella Cappadocia, in Turchia.

L’itinerario del Sahara è il più gettonato. Semplice e adatto a tutti, è lungo 2,1 chilometri e il giro dura circa 40 minuti considerando l’andata e il ritorno.

Il sentiero dei Belvedere abbraccia l’intero Colorado provenzale, regalando una splendida vista di tutto il “Colorado”. Questa passeggiata è più difficile e ha un dislivello maggiore, ma offre un panorama che vale la fatica. Il circuito è lungo circa 4 km e dura circa un’ora e 45 minuti di cammino con un dislivello di 70 metri.

Tutti i sentieri sono indicati con segnaletiche blu e arancio, posizionate sui pali di ferro rosso che aiutano a seguire gli itinerari corretti da seguire. Infatti, è severamente vietato uscire dai tracciati in quanto il Colorado della Provenza è un patrimonio naturale molto fragile e sensibile al grande afflusso di visitatori. Per riuscire a preservarlo bisogna essere estremamente rispettosi del territorio. Inoltre, è vietato avvicinarsi ai Camini delle fate in quanto la roccia è estremamente friabile e quindi pericolosa, con rischio di cadute e smottamenti.