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Dormire su una zattera in un lago: succede in Olanda

Sognate una vacanza veramente differente da tutte quelle che avete già vissuto? Se siete amanti della natura e dell’avventura, in coppia o in solitaria, e volete mettere alla prova le vostre capacità di problem solving, o semplicemente volete scollegarvi dalla vita quotidiana e dalla modernità per rigenerare spirito, mente e corpo, esiste un’esperienza che fa al caso vostro.

Ci troviamo nei Paesi Bassi e più precisamente nella regione settentrionale, a Waaland, tra canali, laghetti e tanta natura. Qui esiste un Airbnb nel quale si dorme in una tenda, ma non stiamo parlando di un soggiorno in stile glamping e nemmeno di un classico campeggio. Sì, perché la tenda in cui dormire non si trova sulla terraferma, bensì sull’acqua. Non aspettatevi nessun lusso e comodità: solo pochi accessori per i servizi primari e l’originalità di una zattera nel lago che vi permette di spostarvi alla scoperta del paesaggio circostante.

Dormire su una zattera in mezzo al lago

Una pedana motorizzata di 18 metri quadrati realizzata con legno sostenibile, una tenda gonfiabile, una sdraio e alcuni accessori basici per un soggiorno all’insegna dell’avventura. Questa camera-zattera parte dalla semplicità, con pochi elementi essenziali per vivere un’esperienza unica e memorabile completamente immersi nella natura.

Voi dovrete portarvi l’attrezzatura da campeggio, quindi sacco a pelo, materassino, cibo e bevande varie, mentre al resto ci ha pensato Kees Meester, il proprietario della zattera: a bordo troverete un piccolo wc chimico portatile, una borsa frigo, un fornelletto a gas con tanto di pentolini per cucinare e alcuni coperti per mangiare. Completano il kit 3 casse in legno grezzo nelle quali sono contenuti questi accessori e che, all’occorrenza, diventano un tavolino e due sedute.

Il ritorno alle origini e alla vita semplice e senza agi, fa di questo soggiorno un’esperienza da provare. I viaggiatori più temerari la adorano, ma piace molto anche a coloro che hanno semplicemente bisogno di disconnettersi dalla frenesia della vita quotidiana per ritrovare un contatto genuino con la natura e con se stessi. Dimenticatevi quindi di smartphone e social, anche perché sulla zattera non c’è elettricità e non potrete ricaricarli se non porterete con voi una power bank.

Una volta saliti a bordo, sarete voi i capitani della zattera e potrete spostarvi nei diversi punti del laghetto e lungo i vari canali di quest’area alla ricerca del panorama perfetto. Ricordatevi però di gettare l’ancora prima di andare a dormire, altrimenti potreste navigare in notturna ritrovandovi da tutt’altra parte la mattina seguente.

Durante il soggiorno potrete leggere quel libro che non siete ancora riusciti a finire per mancanza di tempo libero, fare un tuffo nelle acque del laghetto di Waarland e nei canali collegati (in estate), attraccare la zattera e addentrarvi nella natura per una sana camminata. E quando cala la notte, cullati dal leggero dondolio dell’acqua, potrete stendere i vostri sacchi a pelo sulla zattera, sdraiarvi e ammirare quel magico e infinito cielo stellato che Madre Natura ci ha donato.

La zattera può essere affittata per 75 euro a notte tramite il sito di Airbnb, per un minimo di due notti.

Airbnb tenda su zattera nel lago

Fonte: Jam Press/Airbnb / IPA

La zattera Airbnb e i suoi accessori

Cosa vedere nelle vicinanze

Ci troviamo a Waarland, un villaggio che fa parte del comune di Schagen, nell’Olanda Settentrionale, a un minuto da Oudkarspel e a circa 6 km a nord di Heerhugowaard. Qui tra canali, dighe, canneti e natura, sorgono piccoli centri abitati che conservano ancora gli edifici storici, le chiese antiche e i celebri mulini a vento. Uno di questi, che merita una sosta, è il “Slootgard Molen“, un mulino costruito intorno al 1532 e rimasto in servizio per più di 400 anni, fino al 1949. Ora è possibile ammirarne tutta la bellezza grazie alla fine ristrutturazione eseguita nel 2017.

Se volete variare il vostro soggiorno sull’acqua, potete attraccare a riva la zattera e addentrarvi a piedi, in bicicletta o in auto, verso la zona nord del villaggio per raggiungere il curioso “Vlindorado”, il Giardino delle farfalle dove potrete lasciarvi meravigliare dagli splendidi colori di queste piccole creature e dalla calma della natura circostante. In questo giardino sono presenti anche una suggestiva voliera per gli uccelli e un minigolf, per un po’ di sano divertimento dedicato a grandi e piccini.

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Lago di Piano, immerso in una riserva naturale

La Lombardia è una terra ricca di laghi, che offrono un panorama davvero affascinante: tutti conoscono il lago di Como e quello di Garda, due popolari mete turistiche in grado di richiamare visitatori da ogni parte del mondo. Molto meno noto è il piccolo lago di Piano, che è tuttavia una vera perla. Situato a poca distanza dal confine con la Svizzera, è incastonato in un paesaggio naturale meraviglioso. Scopriamolo insieme.

La bellezza del lago di Piano

Avete mai sentito parlare della Val Menaggio? È quella rigogliosa vallata lombarda che unisce il lago di Como (e più precisamente il borgo di Menaggio) a quello di Lugano, al confine con la Svizzera. Si tratta di un luogo idilliaco, dove poter vivere un’esperienza a contatto con la natura. È proprio qui che si trova il piccolo lago di Piano, conosciuto anche con il nome di lago di Romazza: di origine glaciale, è alimentato dalle acque del torrente Civagno, che nasce sulla cima del monte di Tremezzo, e ha come emissario il canale artificiale Lagadone, risalente al ‘700.

Il lago è situato a poca distanza dal borgo di Porlezza (prov. di Como), ed è inserito in un’oasi naturalistica che da esso prende il nome. La Riserva Naturale Lago di Piano è un sito di importanza comunitaria, rilevante soprattutto per la sua ricca fauna: le acque lacustri sono abitate da notevoli colonie di ninfea bianca, mentre le sponde vantano rigogliosi salici grigi e piante a canna. Per quanto riguarda la fauna, il bacino è frequentato da 17 specie di pesci, 6 di rettili, 26 di mammiferi e ben 141 di uccelli. Non a caso è uno dei posti migliori per chi ama fare birdwatching.

Lago di Piano: cosa fare e cosa vedere

Il lago di Piano è un’ottima meta per concedersi una giornata di relax in mezzo al verde: durante la bella stagione, i numerosi campeggi che sorgono sulle sue sponde si affollano di turisti alla ricerca di un po’ di fresco per sopportare meglio l’afa estiva. È anche il luogo ideale per un pic nic primaverile o autunnale, approfittando della natura che cambia per riposarsi un po’ ammirando panorami da sogno.

E in inverno? Essendo non troppo profondo e sorgendo ai piedi del Monte Galbiga, che fa molta ombra, il lago tende a ghiacciare nei mesi di dicembre, gennaio e febbraio. Ecco dunque che la sua superficie si trasforma in una pista di pattinaggio, molto amata da grandi e piccini.

Questo piccolo angolo di paradiso è poi il punto di partenza ideale per chi ama fare trekking: nei dintorni ci sono numerosi sentieri da percorrere a piedi, immergendosi in un bellissimo paesaggio naturale. Infine, si può sfruttare l’occasione per visitare qualche borgo nelle vicinanze. Uno dei più suggestivi è Castel San Pietro, un piccolo centro abitato che conserva intatto il suo aspetto medievale, a partire dalle mura che lo circondano. Molto affascinante è poi il paese di Porlezza, con i suoi monumenti storici da visitare – come la Chiesa di San Vittore – e le bellezze naturali, prime tra tutte le vicine cascate.

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Tanganica, il lago più lungo del mondo che bagna 4 Paesi

Una meraviglia naturale unica nel suo genere. Basti pensare che è il lago d’acqua dolce più lungo del mondo e uno dei più antichi, tra i soli venti del pianeta che hanno più di un milione di anni.. E ancora: è il secondo lago più profondo del pianeta e il secondo per volume, dopo il Bajkal in Siberia. Le sue acque lambiscono Tanzania, Burundi, Repubblica Democratica del Congo e Zambia, e sono un richiamo irresistibile per gli amanti degli sport acquatici. Vi portiamo alla scoperta del Tanganica, uno dei grandi laghi dell’Africa orientale.

Tanganica, il lago più lungo del mondo

Il lago Tanganica è situato all’interno della Great Rift Valley, che va dal Libano al Mozambico, ed è delimitato dalle pareti montuose della valle. Ha una forma stretta e allungata e raggiunge una profondità di ben 642 metri sotto il livello del mare. Ciò lo rende il secondo lago africano per estensione, dopo il Vittoria, e il più profondo in assoluto di tutto il continente. Dei quattro Paesi bagnati dalle sue acque, Tanzania e Repubblica Democratica del Congo si dividono quasi equamente l’80% della territorialità.

Si stima che il lago abbia all’incirca 10 milioni di anni. Data la sua età e la sua posizione, gli scienziati stanno conducendo ricerche sulla geologia sedimentaria del Tanganica per saperne di più sulla storia climatica e ambientale dell’Africa. Le rive del Tanganica sono state abitate fin dall’antichità. Il lago prende il nome dalla tribù dei Babembe, nella cui lingua era chiamato “acqua ricca di pesci” o “Yetanga yanya”, con il tempo trasformatosi in ‘Tanganica’.

Questo immenso specchio d’acqua divenne noto agli europei solo nel 1858, quando gli esploratori inglesi Richard Burton e John Speke vi si imbatterono durante una spedizione finalizzata alla ricerca della sorgente del Nilo, per scoprire che il fiume Ruzizi a nord sfociava nel lago e non ne usciva. Fino al 1961, il lago Tanganica divideva i territori belgi (Congo Belga e Ruanda-Urundi) da quelli britannici (Tanganika e Rhodesia Settentrionale).

Uno dei laghi biologicamente più ricchi del pianeta

Il Tanganica è considerato uno dei laghi più ricchi del pianeta dal punto di vista biologico. Secondo l’Unione Mondiale per la Conservazione della Natura (IUCN), “nessun luogo sulla terra ospita una tale varietà di vita”. Delle oltre 2000 specie presenti, più della metà non si trovano in nessun altro posto. Il 98% dei ciclidi, che costituiscono i due terzi di tutti i pesci nel lago, sono endemici.

I coccodrilli popolano la maggior parte della costa, tranne che nei dintorni di Mpulungu, nello Zambia, probabilmente a causa del rumore delle barche a motore, il che consente di nuotare nell’acqua calda, limpida e priva di sale, che passa dalla quiete alle onde alte ideali per il bodysurf.

Le spiagge di Bujumbura, nel Burundi, sono invece tra le migliori urbane di qualsiasi Paese africano senza sbocco sul mare. Anche qui il nuoto è considerato sicuro e la temperatura dell’acqua è piacevole per una nuotata. Durante tutto l’anno, il lago Tanganika rimane una vera attrazione per tutti gli amanti di sci nautico, vela, pesca sportiva ed escursioni.

Intorno al lago si trovano quattro aree protette, tra cui il Gombe Stream National Park, dove la primatologa Jane Goodall ha trascorso molti anni a studiare il comportamento degli scimpanzé in via di estinzione. Ci sono, poi, la Riserva naturale di Rusizi in Burundi, il Parco nazionale dei Monti Mahale in Tanzania e il Parco nazionale di Nsumbu in Zambia.

Numerose le località rivierasche da esplorare, in particolare sulla costa meridionale e nord-orientale. Tra queste, Kigoma, città della Tanzania occidentale, punto di arrivo per chi attraversa il Paese con la Central Line. Immersa in un affascinante ambiente tropicale, con la cornice delle montagne del Congo in lontananza, è un luogo comodo da cui partire con la motonave per visitare il Gombe National Park, uno dei gioielli meglio custoditi del Paese.

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Anche l’Argentina ha il suo mostro che si nasconde nel lago

Misteri, avvistamenti strani, leggende che si tramandano di bocca in bocca: ci sono luoghi del mondo ammantati da un fascino sinistro, perché celano segreti, perché si raccontano storie, perché trasmettono sin dal principio la sensazione di essere in un posto in cui la fantasia e la leggenda si incontrano.

Tra i più celebri c’è Loch Ness, in Scozia, nel cui lago si racconta viva un mostro. Ma non è l’unico, infatti anche l’Argentina ha il suo che si nasconde tra le acque. Lì sarebbe stato avvistato un animale imponente, chi lo ha notato lo avrebbe descritto come simile a un plesiosauro. La leggenda ha un’origine antica e, come tutte le migliori storie, è affascinante e lascia moltissime domande aperte, che spingono a voler verificare con i propri occhi. Per farlo bisogna andare in Argentina e visitare il lago Nahuel Huapi.

Il mostro del lago Nahuel Huapi: dove si trova Nahuelito

Le testimonianze raccontano di un animale le cui dimensioni potrebbero aggirarsi tra i 10 e i 15 metri, con un lungo collo, una testa piccola e alcune gobbe. A immaginarlo ricorda molto Nessie, il celebre mostro che si racconti viva nelle acque di Loch Ness. Proprio come Nahuelito, che si racconta si aggiri nel lago Nahuel Huapi.

Questo è un luogo dal grande fascino, non solo per le leggende ma perché immerso in una natura che toglie il fiato. Si trova in Argentina nella regione della Patagonia, diviso tra due province: quella di Neuquén e quella di Rio Negro.

Una destinazione davvero amata, perché immersa in un contesto bellissimo: il lago si estende su una superficie molto vasta di 550 chilometri quadrati e si suddivide in sette rami, si trova – inoltre – a circa 700 metri sopra il livello del mare.

Un posto che regala agli occhi un’immersione nella bellezza e nelle tante sfumature che offre la natura, ma anche un posto che accoglie i turisti con i suoi tanti servizi. Tra le location che vale la pena visitare vi è la città di San Carlos de Bariloche, alle pendici delle Ande e affacciata sulle sponde del lago, è una meta imperdibile con le sue offerte per tutti: da quelle per gli amanti dello sci, a chi apprezza tour e gite immersi in uno scenario meraviglioso.

E con la sua leggenda, come quella di Nahuelito, il mostro del lago Nahuel Huapi.

Tutto sulla leggenda di Nahuelito

Si pensa che la leggenda di Nahuelito abbia radici antichissime e che sia stata tramandata nelle storie degli abitanti nel posto che raccontavano del mostro senza gambe e braccia, che sembra abiti nelle acque di questo lago bellissimo. La prima volta che l’avvistamento del mostro è stato reso noto era il 1922 e la risonanza mediatica fu tale da spingere a dare il via a una prima spedizione per trovarlo.

Diverse le testimonianze, ma non mancano neppure delle foto datate 1988 che si presume ritraggano il mostro. E altre, più recenti, del 2006. E, come la leggenda della sua esistenza, non mancano le teorie che cercano di spiegarla. Ma che non hanno ricevuto riscontro, si pensa che si tratti di un animale preistorico, che sia il risultato di una mutazione o che sia un sottomarino.

Resta il fascino di una storia, di un mistero, di un animale che potrebbe nascondersi nello specchio acquatico del lago Nahuel Huapi. E le leggende, con il loro fascino e le loro domande irrisolte, spesso, sono più appassionanti della verità.

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Qui c’è un lago dalle acque trasparenti come non si sono mai viste

Ci sono dei posti nel mondo che sono ancora così intatti e immacolati da sembrare finti. Piccole gemme nascoste – anche se con i social network pure gli angoli più remoti diventano famosi e presi d’assalto dai turisti – che non deludono, perché una volta visitati ci si rende cono che sono esattamente come appaiono in foto. Non succede spesso, perché i filtri ormai sono in tutte le immagini che vediamo nel web, ma c’è qualcosa che ancora si salva, come questo incredibile lago con delle acque trasparentissime.

Il magnifico Lago Paisu Pok

Il Lago Paisu Pok, chiamato anche Paisupok, è un tesoro nascosto dell‘Indonesia e più precisamente dell’isola di Peleng, parte dell’arcipelago di Banggai. Arrivarci non è semplice perché bisogna prendere aerei, traghetti e affittare uno scooter, ma come è giusto che sia i luoghi più belli sono anche i più difficili da raggiungere.

La cosa più curiosa è che questo specchio d’acqua sembra apparire dal nulla, come un miracolo della natura che qui, a differenza di molti altri posti, regna sovrana. Ritrovarsi al cospetto di questa distesa d’acqua ha dell’incredibile, perché la trasparenza delle sue acque riflette qualsiasi cosa lo circondi in maniera poetica.

E poi c’è il sole, che con il passare delle ore va costantemente a migliorare la sua chiarezza, da poter ammirare con calma noleggiando una piccola barca, una canoa o uno stand up paddle. Per il momento è persino possibile nuotavi e fare snorkeling, in acque fresche che senza ombra di dubbio rigenerano dal caldo umido indonesiano.

Remata dopo remata, potrete osservare con estrema tranquillità i fondali, pieni di tronchi caduti e rocce che creano un ambiente che pare fatato.

A render il tutto ancor più speciale è anche l’affascinante giungla da cui è abbracciato, ancora pura e praticamente priva di barriere architettoniche.

L’importanza di questo lago

Il Paisu Pok non è solo un’oasi di tranquillità immerso nella natura più autentica, è anche un prezioso ecosistema, un habitat per diverse specie di flora e fauna.

Un posto del tutto disinteressato alla modernità, un angolo di mondo dove la natura riesce ad esprimersi in tutta la sua perfezione. La speranza, quindi, è che la fama che gli arriva con i social network non lo danneggi, perché deve essere rispettato e protetto fino a quando esisterà il pianeta Terra.

Le meraviglie dell’isola di Peleng

Se si ha l’opportunità di visitare il Lago di Paisu Pok, vuol dire che si ha a disposizione del tempo anche per scoprire le straordinarie meraviglie dell’isola di Peleng.

Si tratta di un fazzoletto di terra che galleggia nel bellissimo Mar delle Molucche e che vanta uno sviluppo costiero di 407,9 km, tanto da essere l’isola più estesa del gruppo delle Banggai.

I paesaggi sono sublimi, perché le sue coste formano tre grandi baie: Bangkalan, Peleng e Masamat. In più, si tratta di un angolo remoto del nostro mondo che è abbracciato da numerose barriere coralline e dove il mare accarezza un territorio prevalentemente montuoso in cui svetta il Monte Tombila, con i suoi 1.059 metri di altezza.

Un posto che quasi pare irreale, e dove vale assolutamente la pena visitare la cascata Batu Alambung, che sgorga da fiabeschi paesaggi montani. Bellissime sono anche le Sunsundeng Cave e il Lemelu Lake, un’altra perla trasparente dell’isola.

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Un ponte verde collegherà due laghi italiani

Un nuovo percorso, in fase di realizzazione, collegherà due laghi del Nord Italia: il Lago di Como e il Lago di Ceresio, il versante italiano del Lago di Lugano. Il “Ponte verde tra i due laghi” sarà un nuovo itinerario percorribile facilmente in bicicletta e che collegherà i Comuni di Argegno, sul Lago di Como, e quello di Claino con Osteno sul Ceresio.

Questo nuovo e meraviglioso percorso, immerso nella natura, porterà alla scoperta della storia di una valle ancora poco nota ai turisti, ma in forte crescita: la Valle d’Intelvi, con tappe nei musei, nelle chiese e nei numerosi reperti storici che s’incontrano lungo la strada.

Il “Ponte verde tra i due laghi”

L’ambizioso progetto turistico è stato messo a punto dai Comuni del Centro della Valle d’Intelvi e di Alta Valle Intelvi, con il contributo della Regione Lombardia, al fine di promuovere e di fare scoprire la valle a un vasto pubblico di cicloturisti e di e-biker.

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Fonte: 123rf

Il paese di Argegno sul Lago di Como

Un invito, insomma, a scoprire alcuni paesaggi mozzafiato e le tradizioni secolari offerti dalla Valle d’Intelvi e dal Lago Ceresio, rendendo possibile, agli appassionati della bicicletta, l’esplorazione del territorio in modo unico e coinvolgente. Lungo tutto il percorso saranno disponibili punti di ricarica per le e-bike.

Un itinerario tra storia e laghi lombardi

Tanti sono i punti di interesse che si potranno incontrare lungo il nuovo “Ponte verde tra i due laghi”. A partire dal borgo di Erbonne, un microscopico borgo alpino a cavallo tra Italia e Svizzera che è una perla rara e dove il tempo sembra essersi fermato.

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Fonte: 123rf

Il piccolo borgo di Erbonne in Val d’Intelvi

Questo piccolissimo villaggio isolato, a quasi mille metri di quota, sul versante italiano del Monte Generoso, raggiungibile da una strada tortuosa che, d’inverno, con la neve spesso viene chiusa (quando è innevato sembra un vero presepe), conta solamente una decina di abitanti, un po’ italiani e un po’ svizzeri. Il suo isolamento lo caratterizza da sempre.

La sua storia è antichissima. Il villaggio di Erbonne, infatti, ha origine preromana e risale a ben 3mila anni fa, precedendo di 300 anni persino la fondazione di Roma.

Un altro borgo attraversato dall’itinerario è Sighignola, soprannominata “il balcone d’Italia”, da cui poter ammirare tutto l’arco alpino con il Monte Rosa e il Cervino e i laghi, di Ceresio e di Lugano e, nelle giornate limpide, persino il Lago Maggiore. Sorge sul confine italo-svizzero, tra il Comune italiano di Alta Valle Intelvi e quelli svizzeri di Arogno e Lugano.

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Fonte: 123rf

Il paese di Ceresio, affacciato sull’omonimo lago (anche chiamato Lago di Lugano)

Una delle attrazioni da non perdere lungo il tragitto è il Santuario San Pancrazio del 1186, che si trova in località Ramponio, lungo un percorso che, un tempo, collegava Scaria, Verna e Osteno, dove nell’antichità viveva la comunità medievale Vestobbia.

Dell’edificio originale oggi restano solo il campanile e l’abside romanica trasformata in una cappella intorno al XVI-XVI secolo.

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Puoi nuotare nel lago che ha rubato i colori al mare

A guardarlo potrebbe sembrare uno specchio marino, ma la verità è che non lo è: si tratta di un lago artificiale immerso in un luogo dal grande fascino.

Un posto favoloso, in cui è possibile nuotare e immergersi nelle sue acque che sembrano aver rubato i colori al mare: vi sono piccole spiagge in cui sostare e godersi momenti di relax oltre alla bellezza del paesaggio circostante, ma vi è anche la possibilità di esplorare il territorio con giri in barca, oppure lasciandosi affascinare dai borghi e dalla natura circostante.

Siamo al Lago del Turano, un bacino che si trova in provincia di Rieti, meta perfetta per scoprire il Lazio e alcune delle sue bellezze più suggestive.

Questo lago ha rubato i colori del mare: si trova in Italia ed è balneabile

A osservare le sue acque sembra davvero che abbiano sottratto i colori del mare, con le sue tante sfumature di azzurro e di blu, e che le abbiano riprodotte qui, per creare una location che lascia senza fiato. Il posto da favola è il Lago del Turano che si trova nel Lazio, in provincia di Rieti.

Il luogo ideale da raggiungere per scoprire il territorio, per lasciarsi affascinare dalla bellezza della natura e per gustare una gastronomia di altissima qualità.

Le sponde del lago sono punteggiate di spiagge: vi sono sia quelle libere, sia quelle attrezzate con lettini e sdraio, inoltre vi è la possibilità di affittare pedalò e canoe per un’esplorazione delle sue acque molto più divertente e attiva. Ma si può anche semplicemente ammirare la bellezza del paesaggio e rilassarsi tra un bagno e l’altro.

La natura circostante e i borghi sono davvero spettacolari: osservarli con calma e senza fretta anche dalle spiagge può essere un’esperienza indimenticabile; infatti, questa location regala scorci che levano il fiato per la loro bellezza.

Il lago è di origine artificiale e dista circa un’ora e mezza di viaggio da Roma. Oltre alle spiagge, che si possono visitare in ogni periodo dell’anno, e ai tanti servizi offerti, vi sono anche borghi e natura che rendono quest’area una zona imperdibile.

Lago del Turano: i borghi e la natura tolgono il fiato

Oltre al relax ci si può dedicare a passeggiate ed escursioni alla scoperta dei tanti luoghi che impreziosiscono questa zona del Lazio. Vale la pena visitare Castel di Tora, che fa parte della Riserva Naturale Monte Navegna e Monte Cervia e dei Borghi più belli d’Italia. Da lì partono le escursioni per raggiungere e scoprire il borgo fantasma di Antuni grazie ad apposite visite guidate e all’Eremo di San Salvatore, un luogo di riflessione e preghiera, con affreschi e una vista impareggiabile. È un posto in cui si respira la storia e la si può vedere con i propri occhi.

E, poi, Colle di Tora che si allunga sulle acque del lago e con le sue caratteristiche case di colore bianco.

Vale la pena visitare la Cascata delle Vallocchie, che si trova all’interno della Riserva Naturale Monte Navegna e Monte Cervia: per ammirarla in tutta la sua bellezza si deve camminare per circa mezz’ora, con partenza da Castel di Tora. Il percorso è immerso nella natura e permette di godere del fascino di questi luoghi, fino a raggiungere la cascata le cui acque compiono un salto di circa 30 metri.

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Lago di Gramolazzo: una cartolina in qualsiasi stagione

Nel panorama suggestivo delle Alpi Apuane, c’è un luogo che sembra essere quasi magico: si tratta del lago di Gramolazzo, un incanto turchese su cui si riflettono i boschi circostanti. Siamo in Toscana, e più precisamente nei pressi di un piccolo borgo della Garfagnana. Questa è la meta ideale per un bel trekking o per una semplice camminata nella natura, alla scoperta di paesaggi da sogno.

La storia del lago di Gramolazzo

Forse non avete mai sentito parlare del lago di Gramolazzo, ma è ben più probabile che invece il suo “vicino”, il lago di Vagli, non vi sia del tutto sconosciuto. Entrambi sono infatti bacini artificiali, accomunati da una storia che affonda le radici nel secolo scorso. Fu la SELT Valdarno (Società Ligure-Toscana di Elettricità) a decidere della realizzazione di una diga sul fiume Serchio, per poter sfruttare le sue acque – e quelle dei suoi affluenti – per scopi idroelettrici. La prima ad essere eretta fu la diga sul torrente Edron, nel 1947, ed è anche la più famosa.

Lo sbarramento, infatti, portò all’inabissamento di alcuni piccoli borghi nei dintorni, il più noto dei quali è Fabbriche di Careggine, un centro abitato di fabbri artigiani bresciani: quando il lago, eccezionalmente, viene svuotato è ancora possibile vedere i suoi resti. Pochi anni dopo, venne eretta la diga sul fiume Serchio, una maestosa opera in muratura larga be 96 metri e alta 34 metri. Fu questa a dare vita al lago di Gramolazzo, una vera bellezza. Sebbene sia di origine artificiale, infatti, lo specchio d’acqua è uno dei più suggestivi della regione.

Lago di Gramolazzo e dintorni: cosa vedere

Perché il lago di Gramolazzo merita assolutamente una visita? Si tratta di un luogo straordinario, perfetto per una gita fuori porta in ogni periodo dell’anno. In primavera e in autunno, in effetti, i suoi colori lasciano incantati: il verde dei boschi che si specchiano nel lago dona alle acque lacustri un incredibile color smeraldo, mentre l’arrivo della stagione autunnale regala mille sfumature di giallo e di rosso a tutto il paesaggio. In estate, naturalmente, la natura è più rigogliosa che mai e se ne può approfittare per qualche bella passeggiata nelle foreste e per un tuffo rinfrescante – nei dintorni del lago ci sono strutture ricettive, zone per pic nic, aree giochi e piccole spiagge balneabili.

E in inverno? Qui siamo nel cuore delle Alpi Apuane, ai piedi della montagna più alta della catena (il Monte Pisanino, 1947 metri di quota). Non è raro poter ammirare il paesaggio bellissimo della neve che imbianca i boschi e che si riflette nel lago con il suo candore incredibile. La Vigilia di Natale, è proprio lungo le sue sponde che vengono accesi i Natalecci, caratteristici falò che inaugurano le feste. Ovviamente, non c’è solo la natura: nei pressi del lago di Gramolazzo si può visitare il borgo di Minucciano, un piccolo gioiello della Garfagnana.

Tra i capolavori da visitare c’è sicuramente la pieve di San Lorenzo di Vinacciara, costruita attorno al 1.100 secondo i dettami dello stile romanico, utilizzando come materiale principale la pietra. Al suo interno, sono custodite numerose opere d’arte realizzate da artisti locali. Non meno affascinante è l’eremo santuario della Beata Vergine del Soccorso, che sorge sul valico che conduce verso la Lunigiana. Meta di pellegrinaggio, venne eretto nel ‘500 sul luogo in cui si trovava un’edicola in onore della Madonna del Soccorso.

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Come per magia: dopo due anni il lago riappare

C’è qualcosa di magico che accade intorno a noi quando la natura sceglie di trasformare la terra nel palcoscenico del suo spettacolo più bello. Foreste incantate, cascate maestose, parchi delle meraviglie, montagne multicolor e laghi dalle nuance turchesi: questi sono solo alcuni dei suoi più straordinari capolavori.

Opere d’arte che spingono i viaggiatori a esplorare il globo in lungo e in largo per toccare con mano la grande bellezza della terra. Ma non c’è bisogno di volare così lontano per contemplarla perché anche il nostro Paese ospita tutta una serie di meraviglie che meritano di essere conosciute.

Tra queste anche uno specchio d’acqua incastonato nella natura del Trentino meridionale che, dopo essere scomparso per più di due anni, è riapparso come per magia davanti agli occhi delle persone rivelando uno spettacolo incredibile. Adesso il lago di Loppio è tornato, anche se temporaneamente, ed è più bello che mai.

La storia del lago che non vuole scomparire

Il nostro viaggio di oggi ci porta in Trentino, nella regione dei paesaggi incontaminati e del laghi dai mille colori, gli stessi che ogni giorno vengono raggiunti da viaggiatori provenienti da ogni parte del mondo.

A un’altitudine di 224 metri sopra il livello del mare, tra Torbole e Manzano, troviamo il lago di Loppio che, in realtà, lago non lo è più. Dopo la costruzione della galleria Adige-Garda, infatti, lo specchio d’acqua ha perso la sua portata, anche se rimane comunque un’importante zona umida.

Si tratta, infatti, della più grande area palustre di tutta la provincia autonoma di Trento, nonché punto naturalistico di particolare interesse per tutti gli escursionisti. Il bacino prosciugato, infatti, è diventato terreno fertile di una rigogliosa vegetazione, nonché habitat di numerosi esemplari faunistici.

In questa zona, inoltre, è possibile praticare il birdwatching. Le sponde del bacino offrono diverse posizioni strategiche per ammirare la vita e la quotidianità degli uccelli.

Come abbiamo anticipato, però, di quello splendido lago alpino è rimasto solo un biotopo, e come tale è tutelato. Succede però, anche se raramente, che le abbondanti piogge riempiono il bacino, anche se solo per qualche giorno. Ed è quello che è successo proprio adesso: dopo due lunghi anni, infatti, il lago è tornato a splendere.

Dopo due anni il lago riappare: lo spettacolo della natura

Come per magia, il lago di Loppio è tornato a splendere inaspettatamente. In realtà non si tratta di un vero e proprio incantesimo, anche se ci piace immaginarlo come tale, ma la causa è da ritrovarsi nelle piogge abbondanti che lo scorso novembre si sono riversate sul territorio. Queste hanno riempito nuovamente la conca e hanno permesso al lago di emergere.

La notizia, ovviamente, ha fatto il giro del web entusiasmando tutti quelli che non vedevano le acque da tempo. L’ultima volta che il lago di Loppio era stato avvistato, infatti, risale all’estate del 2021. Dopo quel momento il lago è sparito, lasciando al suo posto una conca verdeggiante ma prosciugata.

Per tanto tempo si è creduto che il lago, ormai, fosse solo un lontano ricordo, e invece la natura ha fatto il suo corso e alla fine ha regalato uno spettacolo senza eguali facendo riapparire il lago. Se avete quindi in mente un viaggio in provincia di Trento non perdetevi questa visione a tempo determinato.

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San Zeno di Montagna, un vero e proprio balcone sul Lago di Garda

Tra i tanti, splendidi borghi affacciati sul Lago di Garda ce n’è uno davvero meraviglioso: stiamo parlando di San Zeno di Montagna, piccolo centro abitato che conta poco meno di 1.500 abitanti, e forse proprio per questo conserva un fascino unico al mondo. Merito anche del suo panorama mozzafiato, visto che si trova a circa 650 metri di altitudine e ne ha guadagnato il soprannome di “balcone sul Lago di Garda”. Andiamo alla scoperta delle sue bellezze.

San Zeno di Montagna, un borgo incantato

Il borgo di San Zeno di Montagna si trova in provincia di Verona, alle pendici del Monte Baldo: è una zona ricca di paesaggi incantevoli, dove la natura è ancora la vera padrona. Il centro abitato, diviso in contrade, si snoda su diverse altezze e gode di un panorama davvero splendido, tanto da essere per questo motivo soprannominato il “balcone sul Lago di Garda“. È il luogo ideale per chi ama vivere a contatto con la natura, fare lunghe camminate nel verde e disconnettersi dal resto del mondo, ma quali sono le tappe fondamentali per scoprire questo borgo così ricco di sorprese?

Cosa vedere a San Zeno di Montagna

Come abbiamo anticipato, il borgo di San Zeno di Montagna è diviso in numerose contrade: nasce infatti dall’unione di tanti piccoli nuclei abitati, sparsi lungo il versante occidentale del Monte Baldo. C’è dunque tanto da scoprire, soprattutto dal punto di vista architettonico e artistico. Uno degli edifici più belli del paese è la Chiesa di San Zeno Vescovo, eretta nel ‘700 sui resti di una vecchia cappella risalente a diversi secoli prima, di cui sono state trovate testimonianze romaniche. Particolarmente suggestiva è la vicina torre campanaria, rivestita di blocchi di rosso ammonitico e successivamente dotata di un grande orologio.

All’interno della chiesa, sono custodite molte preziose opere d’arte, come la splendida statua della Madonna del Rosario. I fedeli le sono sempre stati molto devoti: ogni anno, è tradizione portare la statua in processione per le vie del paese, durante la prima domenica di settembre. È uno degli eventi folkloristici più interessanti del territorio, nonché un’occasione per festeggiare tutti insieme. Molto affascinante, poi, è la Madonna della Neve: venne costruita nel XVII come residenza estiva di una famiglia nobiliare del posto, usata in seguito per rifugiarsi durante l’epidemia di peste. Il suo portale gotico e l’annessa chiesetta sono di grande interesse storico-artistico.

Un’altra bellezza da visitare è Palazzo Ca’ Montagna, uno degli edifici più antichi del paese: si pensa che il nucleo originario della dimora risalga al XIII secolo, e che in seguito sia stato ampliato sino a raggiungere l’attuale splendore. Nelle sue sale campeggiano affreschi meravigliosi, dall’incommensurabile valore artistico che ricorda le opere presenti in molte altre residenze signorili di Verona. Oggi, il palazzo è sede della sala consiliare e della biblioteca comunale, inoltre ci sono spazi che accolgono incontri socio-culturali. Mentre il suo cortile, in estate, diventa un teatro a cielo aperto.

Nei dintorni di San Zeno in Montagna, infine, ci sono tante meraviglie da scoprire. È il caso di quella che viene soprannominata la “Muraglia Cinese”, con cui ci si riferisce ai resti di un lungo muretto a secco situato poco dopo la cima di Monte Sparavero: pare fosse utilizzato per proteggere il bestiame dai pericolosi precipizi che si trovano nelle vicinanze. Su tutto il territorio, inoltre, ci sono numerose malghe di montagna, alcune delle quali abbandonate e ormai in rovina, altre ancora in attività. Vi si possono scoprire le antiche tradizioni dei paesini montani e i loro sapori genuini.