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La foresta in Spagna che è stata trasformata in un’opera d’arte

Quando pensiamo alla Spagna, la nostra mente ci trasporta immediatamente verso le incantevoli luci di Madrid, l’architettura innovativa di Barcellona e l’atmosfera calorosa e vibrante che pervade ogni angolo di queste città. Immaginiamo il suono delle chitarre di flamenco, i gusti intensi della paella e l’energia pulsante dei mercati all’aperto. Eppure, c’è un altro volto di questa splendida nazione, meno conosciuto ma altrettanto affascinante, che sembra quasi uscito da un libro di fiabe.

Benvenuti nei Paesi Baschi, una regione in cui la bellezza della lussureggiante vegetazione si unisce all’intenso blu del mare, creando paesaggi dalla bellezza mozzafiato. Questo territorio custodisce autentiche meraviglie naturali, con le sue maestose montagne, i fiumi e una miriade di boschi. Tra questi ce n’è uno che si distingue da tutti gli altri: il Bosco di Oma (conosciuto come “Omako Basoa” nella lingua basca). Non un bosco qualunque, ma una vera e propria opera d’arte a cielo aperto.

Nel 1984, infatti, il talentuoso scultore e pittore Augustín Ibarrola lo ha trasformato in un vero e proprio capolavoro artistico. Con uno stile audace e colorato, ha dipinto alberi e rocce, creando un’opera d’arte unica nel suo genere. Oggi, questo luogo incantevole è diventato un museo naturale, in cui l’arte e la natura si fondono armoniosamente.

La magia del Bosco di Oma: un universo di colori

Bosco di Oma

Fonte: IPA

Bosco di Oma, Paesi Baschi, Spagna

Il Bosco di Oma, situato nel quartiere omonimo nel comune di Kortezubi, è il simbolo di come, talvolta, l’arte possa valorizzare e reinterpretare il paesaggio naturale.

Tutto ebbe inizio nel periodo tra il 1982 e il 1985, quando Agustín Ibarrola decise di fondere il suo talento con la natura. Con maestria e creatività, trasformò i tronchi degli alberi in autentiche tele viventi, creando un dialogo silenzioso e potente con il paesaggio circostante. Il risultato fu sorprendente: 47 rappresentazioni uniche, un’esplosione di colori e creatività.

Grande sostenitore della “land art“, un movimento artistico contemporaneo nato negli Stati Uniti negli anni ’60, ha messo in risalto l’importanza di intervenire sulla natura non per alterarla, ma per evidenziarne la bellezza. Invece di creare opere d’arte da esporre in gallerie o musei, si utilizza il paesaggio come una tela bianca, per rendere l’arte accessibile a tutti e rifiutare l’aspetto economico e materiale della creazione artistica.

Sulle superfici degli alberi sono dipinte una serie di immagini che vanno dagli animali alle figure geometriche e umane, fino a rappresentazioni parziali come occhi e labbra. Queste opere non sono immediatamente visibili al primo sguardo. Richiedono, infatti, un’osservazione più attenta e globale, che tenga conto dell’intero perimetro dei tronchi. L’arte di Ibarrola, in questo contesto, è strutturata in modo tale da rivelare il suo pieno significato solo quando si osserva l’ambiente nel suo insieme.

Per aiutare i visitatori a sperimentare questa visione, sono stati posti segni sugli alberi che indicano il punto esatto da cui guardare. Seguendo questi indicatori, è possibile posizionarsi in modo tale da ammirare l’intera scena come l’artista l’ha concepita, scoprendo così la vera essenza del Bosco di Oma: un luogo dove arte e natura si fondono in un coinvolgente e stimolante dialogo visivo.

Il bosco di Oma: divertimento e arte a contatto con la natura

Immerso nella bellezza rigogliosa della Riserva della Biosfera di Urdaibai, a nord-est di Kortezubi, si trova il Bosco di Oma, una meraviglia artistica e naturale senza pari. Questo luogo incantevole è un vero tesoro per coloro che desiderano combinare l’amore per l’arte e l’ambiente in un’unica esperienza.

Qui, la creatività non è confinata alle pareti di un museo, ma vive e respira tra le fronde degli alberi, offrendo un modo affascinante e interattivo di connettersi con il paesaggio. In ogni angolo del bosco, si trovano nuove sorprese che stimolano l’immaginazione e la curiosità, rendendo la visita un’avventura davvero emozionante.

Infine, non potete assolutamente farvi mancare una visita alla grotta di Santimamiñe. Questo sito archeologico, considerato uno dei più importanti della provincia, si trova proprio all’inizio del percorso per il bosco di Oma, è famoso per le sue pitture rupestri, che ritraggono cervi, cavalli e orsi in un affascinante spaccato della vita preistorica.

Queste opere d’arte antiche vantano oltre 14.000 anni di storia e sono state riconosciute come Patrimonio dell’Umanità dall’UNESCO nel 2008.

Bosco di Oma

Fonte: IPA

Bosco di Oma, Paesi Baschi, Spagna
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C’era una volta una bellissima prigione: diventerà un hotel

La vita, come il viaggiare, possiede una bellezza particolare: spesso non tutto è come sembra.  Dietro le apparenze, si nascondono storie incredibili, cambiamenti impensabili e trasformazioni che sfidano l’immaginazione. Un esempio perfetto di questa meravigliosa imprevedibilità è la prigione di Nara, in Giappone.

Chiusa nel 2017, quest’antica struttura carceraria che una volta era un luogo di punizione, si prepara a diventare un accogliente rifugio per viaggiatori. Nella primavera del 2026, la prigione di Nara non sarà più un luogo da cui fuggire, ma una destinazione da esplorare. Infatti, sarà trasformata in un hotel di lusso che porterà con sé il fascino della sua storia e la promessa di un futuro nuovo ed emozionante. Sarà Hoshino Resorts a gestire questo progetto straordinario, infondendo nuova vita nelle vecchie mura e creando un’esperienza alberghiera mai vista prima.

Ed è proprio questo il fascino dei viaggi, la scoperta che dietro ogni angolo può nascondersi una sorpresa, che ogni luogo ha una storia da raccontare. E la prigione di Nara ne è una prova tangibile.

La prigione di Nara: una storia affascinante nel cuore del Giappone

Carcere di Nara

Fonte: iStock

Facciata del carcere di Nara, Giappone

Costruita nel 1908, grazie all’ingegno dell’architetto Keijiro Yamashita, la prigione di Nara emerge come uno dei Cinque Grandi Penitenziari di Meiji. Questo incredibile edificio, insieme a Chiba, Kanazawa, Nagasaki e Kagoshima, costituisce un importante patrimonio storico. Le sue mura, infatti, hanno racchiuso centinaia di vite e per molto tempo è stato un simbolo di giustizia e ordine nel cuore del Giappone.

Nel 1946, la prigione di Nara subì un cambiamento profondo e significativo. Rinominata carcere minorile, iniziò ad accogliere giovani criminali, trasformando completamente la sua missione. Non più solo un luogo di punizione, ma un luogo che metteva la riabilitazione al centro del processo di riforma. Questo cambiamento rifletteva un approccio progressista e umano alla giustizia penale, che considerava i giovani non solo come criminali, ma come individui con la possibilità di redenzione e di un futuro migliore.

Tuttavia, negli ultimi dieci anni, c’è stata una costante diminuzione della popolazione carceraria in Giappone, che ha portato alla chiusura della prigione di Nara nel 2017.

Un intricato capolavoro architettonico

Con i suoi giardini rigogliosi e i dettagli architettonici affascinanti, la prigione di Nara sembra più un luogo di bellezza che un luogo di reclusione. Si potrebbe quasi dimenticare la sua funzione originale, tanto è l’attenzione e la cura dedicate alla sua progettazione. Ma c’è una ragione per tutto questo. Quando la prigione fu costruita, durante l’era Meiji, il Giappone era un Paese appena uscito da un lungo periodo di isolamento forzato dall’Occidente. Questa struttura non rappresentava solo un luogo di detenzione, ma un simbolo di cambiamento, un ponte tra passato e futuro.

In ogni angolo, in ogni dettaglio, si può percepire l’eco di un tempo di transizione, un momento in cui il Giappone cercava di trovare un equilibrio tra tradizione e modernità. La prigione di Nara, con la sua bellezza inaspettata, è un promemoria tangibile di quel periodo storico, un monumento a un’epoca di cambiamento.

Oltre alla sua affascinante facciata, gli interni della prigione di Nara si distinguono per la loro funzionalità e semplicità. Cinque edifici si estendono dal centro come le dita di una mano tesa, un disegno studiato per permettere alle guardie di mantenere un controllo costante su ogni corridoio. Questa struttura, vista dall’alto, risulta quasi artistica nella sua geometria. Ma non lasciatevi ingannare dalla bellezza esterna: l’interno del carcere, infatti, è un luogo freddo e spoglio, progettato con un senso di utilitarismo che contrasta fortemente con l’eleganza della facciata.

Oggi, i corridoi risuonano di un silenzio pregnante. C’è un’attesa palpabile nell’aria, un senso di suspense, mentre ci chiediamo quanto di questo passato austero sia sopravvissuto alla prova del tempo. L’idea di trasformare la prigione in un accogliente alloggio turistico è un concetto affascinante.  Non vediamo l’ora di scoprire come queste stanze saranno rinnovate e riportate in vita. Un viaggio attraverso la storia e l’umanità.

Nara

Fonte: iStock

Nara, Giappone
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Convento do Carmo, uno dei luoghi più affascinanti di Lisbona

Famoso come ‘la chiesa senza tetto’, il Convento do Carmo è tra i più antichi complessi monastici di Lisbona. Ridotto a un affascinante scheletro di rovine dal terribile terremoto del 1775, non è mai più stato restaurato, sebbene parliamo della più bella e imponente chiesa gotica della capitale portoghese. Le sue arcate slanciate, che oggi sembrano sorreggere il cielo, sono diventate la memoria tangibile di quella tragedia, tanto da trasformare questo luogo ricco di storia in un’attrazione senza eguali.

La storia del Convento do Carmo, ‘la chiesa senza tetto’

La costruzione della chiesa (Igreja do Carmo) risale al 1389 e fu intrapresa grazie alla devozione religiosa del suo fondatore, il Conestabile del Regno, D. Nuno Álvares Pereira. Eretta sulla collina che costeggia il Castelo de São Jorg, rivaleggiava per grandezza e monumentalità con la Cattedrale di Lisbona e il Convento di S. Francisco.

Fin dalla sua origine, questo luogo religioso fu considerato un simbolo della città e della stessa identità nazionale, in quanto associato al nome di uno dei più famosi eroi portoghesi del Medioevo. Scegliendolo come luogo di sepoltura, Nuno Álvares Pereira segnò in modo ancora più decisivo l’intera storia del monumento gotico.

Il Convento do Carmo, di fondamenta gotica, venne sottoposto a varie aggiunte e modifiche nel corso del tempo, adattandosi ai nuovi gusti e stili architettonici e decorativi, così da diventare uno degli edifici più importanti di Lisbona. Nel 1755, il terremoto che scosse violentemente la città causò gravi danni all’edificio, aggravati dal successivo incendio che distrusse la quasi totalità della mobilia.

Poco dopo, nel 1756, iniziò la ricostruzione, definitivamente interrotta nel 1834 a causa dell’estinzione degli Ordini religiosi in Portogallo. Risalgono a questo periodo i pilastri e gli archi delle navate, una autentica testimonianza di architettura neogotica sperimentale di aspetto scenografico.

A metà del XIX secolo, con l’imporsi del gusto romantico per le rovine e gli antichi monumenti medievali, si decise di non proseguire con la ricostruzione dell’edificio, lasciando il corpo delle navate della chiesa a cielo aperto. Si creò così un magico scenario di rovine che tanto incantò gli esteti dell’Ottocento e che ancora oggi incanta chi si ritrova dinanzi a questo incredibile monumento, diventato il memoriale di quel tragico terremoto.

Museu Arqueológico do Carmo

Situato nei pressi del quartiere del Chiado e del quartiere Baixa, praticamente nella zona più centrale di Lisbona, il Convento do Carmo ospita il Museu Arqueológico do Carmo (MAC), a cui si accede in fondo alla navata dove un tempo si trovava l’altare.

Fu fondato nel 1864 dal primo presidente dell’Associazione degli Archeologi Portoghesi, Joaquim Possidónio Narciso da Silva, e fu il primo museo d’arte e archeologia del Paese, nato con l’obiettivo di salvaguardare il patrimonio nazionale, che si stava dilapidando e deteriorando in seguito all’estinzione degli Ordini religiosi e agli innumerevoli danni inflitti durante le invasioni francesi e le guerre liberali.

Nei primi anni della sua esistenza, raccolse una collezione composta da innumerevoli frammenti di architettura e scultura, oltre a monumenti funerari di grande valore, pannelli di tegole, blasoni e molti altri oggetti di interesse storico, artistico e archeologico. Poiché era destinato a essere “un museo vivente”, dove si avesse l’opportunità di conoscere le tecniche architettoniche e artistiche, potè presto contare su una biblioteca, conservata fino a oggi.

Alla fine del XIX secolo, il conte di São Januário donò al museo parte della sua collezione di ceramiche precolombiane e due mummie dello stesso periodo, che costituiscono oggi un unicum nel mondo museale portoghese, rendedolo anche uno dei pochi d’Europa a possedere due mummie nella sua esposizione permanente.

Nel periodo che va dall’ultimo quarto del XIX secolo al terzo quarto del XX, sono entrati a far parte del museo importanti collezioni di archeologia della preistoria e protostoria, provenienti da diversi scavi, tra cui spicca la collezione di Vila Nova de São Pedro Castro ad Azambuja (Calcolitico, 3500-2500 a.C.), che attualmente conta circa un migliaio di reperti.

Riaperto al pubblico nel 2001 – dopo la chiusura durata sette anni, a causa dei danni provocati dai lavori di costruzione dei due tunnel della metropolitana nel sottosuolo della collina del Carmo – il Museu Arqueológico do Carmo è oggi meta di circa 60 mila visitatori all’anno.

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Puoi dormire in un palazzo che è Patrimonio dell’Umanità

Raggiungere Budapest, in ogni periodo dell’anno e in tutte le stagioni, è sempre un’ottima idea. La capitale dell’Ungheria, infatti, è un concentrato di meraviglie che incantano e sorprendono a ogni passo compiuto. Le cose da fare e da vedere sono tantissime: il Ponte delle Catene che collega le due zone urbane divise dal Danubio, la collina del castello raggiungibile in funivia e poi, ancora, la Piazza della Santa Trinità e gli edifici in stile Art Nouveau che incorniciano passeggiate straordinarie.

Queste sono solo alcune delle attrazioni più iconiche che invitano i viaggiatori provenienti da ogni parte del mondo a raggiungere la capitale dell’Ungheria. A queste, poi, si aggiunge un’esperienza davvero incredibile, forse l’unica nel suo genere. A Budapest, e più precisamente nel cuore della città, è possibile dormire all’interno di un palazzo storico che è Patrimonio Mondiale dell’Umanità Unesco. Benvenuti al Matild Palace.

C’era una volta un palazzo reale

Imponente, maestoso, opulento: impossibile non notare quel meraviglioso palazzo che si erge al 36 della Vaci Utca proprio nel cuore storico di Budapest. Per scoprire la sua storia dobbiamo fare un passo indietro nel tempo a quando la principessa Maria Clotilde di Sassonia-Coburgo-Gotha, poi Sua Altezza Imperiale e Reale, espresse il desiderio di creare un luogo d’incontro e di ritrovo per l’alta società ungherese.

La storia del Matild Palace, corre in parallelo con quella della città e la racconta ancora oggi. La costruzione iniziò durante il periodo della massima espressione della Belle Époque con l’obiettivo di creare un hotspot dal valore sociale per tutti coloro che accedevano alla parte Pest attraversando il ponte Elisabetta.

Completato nel 1902, l’edificio attirò l’attenzione di tutti in città. La sua cifra stilistica, che abbraccia l’Art Nouveau, divenne in poco tempo inconfondibile. A questa, poi, si aggiungono dettagli magistrali e decorazioni sapienti, rendendolo un vero e proprio palazzo iconico, nonché massima espressione di eleganza urbana.

Matild Palace, dormire all’interno di un Patrimonio Mondiale

Annoverato nella lista del Patrimonio Mondiale dell’Umanità Unesco, il palazzo voluto da Sua Altezza Imperiale e Reale, è stato trasformato in tempi recenti in un hotel, consentendo ai viaggiatori di vivere una delle esperienze più esclusive e incredibili di una vita intera.

Dopo un lungo e sapiente restauro, durato cinque anni, il Matild Palace è stato trasformato in una struttura ricettiva di lusso che oggi ospita 130 camere, di cui 19 suite. Pernottare qui è come fare un viaggio nel tempo che consente di riscoprire una parte della storia della città.

Il Matild Palace è posizionato nel cuore della città, a pochi passi dal Danubio. Addentrandosi negli interni è facile comprendere che non si tratta di un semplice hotel, ma di un vero e proprio cimelio, un museo straordinario e inedito che custodisce la storia di Budapest. Le pareti della lobby, infatti, ospitano le foto storiche della Belle Époque. Nello stesso ambiente, inoltre, campeggia un lussuoso lampadario che un tempo era appartenuto alla principessa.

Le stesse stanze sono un omaggio alla bellezza dei tempi che furono. Soffitti, pareti, complementi d’arredo e oggetti decorativi raccontano la storia della Budapest del XX secolo.

Il fiore all’occhiello della struttura ricettiva è, senz’altro, la Crown Tower Suite posizionata al quinto piano e su tre livelli. Si tratta della prima suite d’hotel del Paese dotata di una torre privata che svetta per 48 metri e che offre una vista mozzafiato sulla città.

Quanto costa dormire nel palazzo reale Patrimonio dell’Umanità? Dipende dal periodo e dalle sistemazioni scelte, ma si parte da una media di 400 euro a notte.

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Spiez, una delle mete più poetiche della Svizzera

La Svizzera, pur non essendo un Paese estremamente esteso, nasconde nel suo territorio tantissimi gioielli, naturali, storici e architettonici, che vale la pena conoscere. Uno di questi è Spiez, una cittadina che colpisce il visitatore per la sue eleganza, la sua storia e la sua atmosfera poetica baciata da una luce che emoziona chiunque.

Dove si trova Spiez

Spiez sorge nel Canton Berna, nella regione dell’Oberland, e si sviluppa tra vigneti e colline, mentre il suo profilo si affaccia sul placido e bellissimo lago di Thun. Si tratta di un piccolo villaggio che vanta una posizione straordinaria, su quella che da molti è ritenuta la baia più bella d’Europa.

Meta ideale in qualsiasi stagione dell’anno per via della vasta gamma di esperienze che offre, è anche un ottimo punto di partenza per esplorare i magnifici dintorni, magari tramite sentieri escursionistici e piste ciclabili, oppure alla volta delle vicine città di Thun e Interlaken.

Cosa aspettarsi

La posizione pittoresca di Spiez da sola vale il viaggio, ma quando il visitatore arriva rimane incantato per la deliziosa atmosfera, arricchita dalla presenza di un castello che pare rubato alla favola più bella che abbiano mai scritto.

Spiez, Svizzera

Fonte: iStock

Veduta di Spiez

Spiez è una realtà che accontenta chi è in cerca del relax più puro, ma anche chi ha voglia di fare esperienze all’aria aperta, compresi gli sport stagionali che qui sono tutti presenti e perfettamente organizzati.

Cosa vedere

Senza ombra di dubbio il simbolo di questo speciale villaggio è il suo antico castello, ma la verità è che si tratta di una struttura così affascinante che merita un paragrafo a parte.

Oltre al maniero, però, ci sono tante piccole ma interessanti cose da vedere, e a partire dal centro storico di origine medievale. A togliere il fiato nel vero senso della parola è la baia di Spiez che, oltre a essere di formazione naturale, funge da porticciolo.

Ciò vuol dire che un’altra delle attività imperdibili di Spiez è salire a bordo di un’imbarcazione per fare il giro di questa magnifica baia che, merito anche del clima più mite rispetto al resto della regione, incanta chiunque (de verificare però in base al meteo e al periodo in cui la si visita).

A disposizione dei visitatori ci sono infatti diversi battelli di linea, fra cui lo storico piroscafo Blümlisalp, che collegano i numerosi punti di interesse che si trovano attorno al lago. Mentre nei mesi più caldi, quindi da maggio a ottobre, c’è lo Spiezer Zügli, un trenino gommato che conduce alla scoperta di questa sontuosa baia.

Una piccola chicca per gli amanti del calcio: nella città di Spiez svetta fiero l’Hotel Belvédère che dal popolo tedesco è particolarmente amato: qui soggiornò la loro nazionale durante il campionato mondiale di calcio del 1954, vinto proprio dalla Germania.

A tal proposito si parla di spirito benevolo di Spiez perché, quel 4 luglio di tanti anni fa, la Germania riuscì a battere in finale l’Ungheria, all’epoca favorita dei mondiali, davanti a 60.000 spettatori del Wankdorfstadion di Berna. Si racconta infatti che la tattica vincente dell’allenatore, Sepp Herberger, fu concepita proprio sul lungolago di Spiez. Non a caso anche oggi, presso la passeggiata che costeggia il lago, sono installati diversi cartelli che rievocano questa curiosa storia.

Il castello di Spiez

L’affascinante castello di Spiez permette di toccare con mano il Medioevo, di respirare quell’atmosfera, di sentirsi parte di quei fasti che caratterizzarono quei tempi. Situato su un’altura che sorge su una penisola nel lago di Thun, insieme alla sua chiesa rappresenta un monumento culturale di valore nazionale.

Castello di Spiez, Svizzera

Fonte: iStock – Ph: pwmotion

Veduta del castello di Spiez

Il museo al suo interno permette di fare il viaggio indietro nel tempo di cui vi parlavamo prima, un percorso che riporta in vita i 1300 anni di storia locale.

A colpire il viaggiatore è anche l’edificio religioso in stile romanico che è pregno di affreschi. E poi ancora l’esterno del maniero con un elegante parco, il roseto e il giardino che lasciano chiunque ammaliato.

Nel corso del Medioevo il castello di Spiez è stato rimaneggiato e ampliato più volte, e oggi presenta elementi architettonici tipici dello stile gotico, rinascimentale e barocco. Bellissima è la sua torre che nei fatti è anche la parte più antica – visibile oggi – del castello stesso.

All’interno, invece, il viaggiatore può ammirare sale decorate e arredate, come la sala barocca dei banchetti e la sala rinascimentale puntellata di pannelli in legno.

La piccola chiesa romanica sfoggia invece tre navate ed è riconosciuta come uno degli edifici più antichi della Svizzera. Le sue mura interne, così come il suo soffitto, sorprendono per i tanti affreschi risalenti al XII secolo. C’è poi una terrazza che regala la vista più bella ed emozionante della città. In più, è presente anche un Museo di Storia che ripercorre le fasi del dominio delle 3 famiglie che ne sono state proprietarie.

Cosa fare nei dintorni

Durante i mesi freddi la cittadina di Spiez si rivela un fenomenale punto di partenza per chi ama gli sport invernali: in poco tempo è possibile raggiungere tantissime località dell’Oberland Bernese.

Gli amanti del brivido non potranno non fare una tappa presso il ponte sospeso di Sigriswil che è stato eretto su quella che viene chiamata la “gola della gomma”, tra Aeschlen e Sigriswil. Costruito a 180 metri di altezza e lungo 340, può essere percorso da grandi e piccini mentre si è circondati da un’esaltante vista panoramica sul lago di Thun e sulle Alpi bernesi.

E tra tutte le cime vale la pena ammirare il Niesen che raggiunge un’altitudine di 2362 metri sul livello del mare. È considerato la montagna locale di Spiez e, per via della sua curiosa forma, è conosciuto come “Piramide delle Alpi”, una vetta ideale per gli amanti delle escursioni.

Infine, vi consigliamo di fare un salto presso le Grotte di Beatus che si estendono per circa 14 chilometri. Di questi solo un chilometro può essere visitato, ma in uno spazio così ristretto sono contenute numerose ed emozionanti formazioni rocciose, che vengono messe in risalto da un’illuminazione particolarmente innovativa. E se non ne avete ancora abbastanza, sappiate che accanto alla grotta prende vita un moderno museo in cui spesso sono presenti diverse mostre interattive.

Non resta che prenotare il proprio soggiorno nella bellissima cittadina di Spiez.

Niesen, Piramide delle Alpi

Fonte: iStock

Veduta del Niesen, la “Piramide delle Alpi”
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Inaugurata l’altalena più alta d’Europa: dondola in Italia

C’è sempre un buon motivo per visitare lo stivale in lungo in largo, per raggiungere tutte le meraviglie paesaggistiche, artistiche e architettoniche che si snodano nel BelPaese, per scoprire e riscoprire le storie, le tradizioni e la cultura che ci appartengono. Ma anche per vivere esperienze mozzafiato destinate a creare i ricordi più belli di una vita intera.

Ed è proprio in Italia che oggi vogliamo restare insieme a voi, per raggiungere i dintorni di una città che da sempre affascina viaggiatori e turisti provenienti da ogni parte del mondo. Ci troviamo non distante da Palermo, capoluogo della Sicilia, ad appena 100 chilometri dalla cattedrale cittadina, dall’imponente Teatro Massimo in stile neoclassico e dal Palazzo dei Normanni, in un piccolo comune incastonato tra montagne verdeggianti e panorami incredibili.

È proprio qui, a San Mauro Castelverde, che lo scorso ottobre è stata inaugurata un’attrazione davvero imperdibile per tutti gli amanti delle attività adrenaliniche. Il comune italiano della città di Palermo, infatti, può adesso vantare quella che è l’altalena più alta d’Europa. Chi ha il coraggio di salirci?

Si trova in Italia l’altalena più alta d’Europa

Il nostro viaggio di oggi ci porta alla scoperta di un luogo straordinario, una cittadina posizionata su un monte verdeggiante a un’altezza di 1050 metri e circondata da scenari mozzafiato. Le Madonie a ovest e le Nebrodi a est, a nord, invece, il Mar Tirreno si perde all’orizzonte: San Mauro Castelverde offre scorci che incantano e stupiscono.

Ed è proprio qui, in quello che è un paesaggio d’eccezione, che il 28 ottobre 2023 è stata inaugurata l’altalena più alta d’Europa che dondola tra cielo e terra, su uno strapiombo di 300 metri di profondità.

L’altalena, che misura 16 metri d’altezza, è situata proprio a ridosso di una ripida e profonda vallata per restituire, a chi si siederà qui, la sensazione di volare su un panorama incredibile. Da questa posizione, infatti, è possibile ammirare le montagne delle Madonie e delle Nebrodi, e scorgere il mare in lontananza che si fonde e si confonde con la linea dell’orizzonte. Nei giorni di sole, inoltre, è anche possibile scorgere il profilo delle Isole Eolie e di Ustica.

Un’esperienza mozzafiato per persone di ogni età

L’altalena gigante di San Mauro Castelverde, che con le sue dimensioni ha sottratto il primato a quella del Trentino Alto Adige, è stata realizzata dalla società che gestisce la Zipline Sicilia e si trova proprio a pochi metri dall’attrazione più adrenalinica della regione.

Incastonata in un paesaggio lussureggiante, caratterizzato tra boschi di querce, lecci e ulivi secolari, l’altalena più alta d’Europa si traduce in un’esperienza incredibile adatta ai più coraggiosi, ma senza limiti di età.

È possibile effettuare il volo in solitaria, oppure con la compagnia di due o tre persone e scegliere tra diverse velocità di oscillazione. Anche i bambini dai sette anni in su possono provare questa incredibile esperienza, a patto che siano pronti a vivere un‘avventura adrenalinica e ricca di emozioni forti.

Situata a cento metri di altezza sul livello del mare, l’altalena dondola su uno strapiombo di 300 metri. Il consiglio è quello di aguzzare bene la vista mentre si vola tra cielo e terra: il panorama è mozzafiato.

San Mauro Castelverde

Fonte: Zipline Sicilia

L’altalena più alta d’Europa si trova a San Mauro Castelverde
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Svizzera low cost nel periodo più magico dell’anno

È ora di cominciare a pensare al Natale, alle luci, ai cenoni, allo stare insieme e, soprattutto, a fare i regali. Se c’è un Paese che incarna questa magica atmosfera perfettamente, e dove lo shopping è molto interessante, è la nostra fiabesca vicina di casa: la Svizzera. E abbiamo una bellissima notizia da darvi: è attiva una promozione da non perdere assolutamente, e per accaparrarvela vi basta salire a bordo di un treno.

La promozione per visitare la Svizzera in treno a Natale

Dall’1 novembre al 30 dello stesso mese è possibile acquistare un biglietto Eurocity per viaggiare in Svizzera con un’offerta davvero imperdibile: si chiama Promo 2×1 Mercatini, e quindi si viaggia in due ma pagando un solo biglietto di 1° o 2° classe.

Le date disponibili per il viaggio sono dal 20 novembre al 20 dicembre, ma è importante ricordarsi che il biglietto va acquistato almeno 3 giorni prima della partenza sul sito di Trenitalia.

Le destinazioni sono davvero una più interessante dell’altra:

  • Basilea con 12 Eurocity da/per Milano;
  • Berna con 8 Eurocity da/per Milano;
  • Ginevra, Montreux e Losanna con 8 Eurocity da/per Milano, di cui 2 da/per Venezia;
  • Zurigo e Lugano con 20 Eurocity da/per Milano, di cui 2 da/per Venezia, 2 da/per Genova, 2 da/per Bologna;
  • Lucerna con 4 Eurocity da/per Milano.

Svizzera a Natale: dove andare

Il Natale, in Svizzera, è un incanto ovunque. Luci sfavillanti, profumi tipici, musica natalizia e un’atmosfera difficile da trovare altrove fanno vivere in un sogno. E soprattutto durante l’Avvento questo Paese mette a disposizione tantissime esperienze che sono in grado di far felici grandi e piccini.

Losanna, per esempio, dal 17 novembre al 31 dicembre si riempie di curiosi e colorati mercatini di Natale dove gustare la gastronomia locale e anche dei vini straordinari. Il tutto mentre le strade della città sono una vera esplosione di decorazioni e luci. Inoltre, esclusivamente durante il mese di dicembre, potrete scegliere di soggiornare in un grazioso alloggio temporaneo con tanto di sauna privata e terrazza, per svegliarvi con una vista panoramica inedita sulla città e sul lago.

Non è di certo meno sorprendente Lucerna che, in questo periodo, si trasforma in un villaggio delle meraviglie invernale: le tante luminarie intorno al lago e al Ponte della Cappella catapultano in un’atmosfera pregna di spirito natalizio. Tantissimi sono anche i mercatini, così come la possibilità di partecipare a una visita guidata che svela i segreti di Babbo Natale e del Bambino Gesù.

Poi ancora Basilea, una città splendida e che è anche pregna di tradizioni natalizie. Concerti per l’Avvento, mercatini di Natale, mostre temporanee e chi più ne ha più ne metta: presso il Foyer del Theater Basel, per esempio, si apre ogni giorno una nuova finestrella dell’amato (e attesissimo) calendario dell’Avvento.

Infine – ma le mete della Svizzera che per Natale organizzano eventi e manifestazioni adatte a tutte le età non sono finite qui – l’affascinante città di Zurigo con i suoi tanti mercatini e anche uno sfavillante albero alto 15 metri che impreziosisce la Stazione Centrale.

Non resta che approfittare di questa promozione per salire a bordo di un treno e scoprire alcune delle località più pittoresche e magiche dalla Svizzera.

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Le più belle sagre italiane del mese di novembre

Se l’autunno porta con sé i primi freddi, le giornate non più così lunghe e un velo di malinconia che si riflette nei colori intensi della natura, è pur vero che ci accompagna verso l’inverno con tanti sapori prelibati. E le sagre sono un ottimo modo per degustarli in compagnia, offrendoci la possibilità di trascorrere ancora qualche pomeriggio all’aria aperta, in luoghi meravigliosi. Ecco allora quali sono le date da segnare in agenda, per non perdere neanche uno degli eventi di novembre in Italia.

Le sagre del Nord Italia

Partiamo dal Nord Italia, dove si tengono tantissimi appuntamenti per gli amanti della cucina tradizionale. In Piemonte, il borgo di Baceno ospita la Sagra MeleMiele: nel weekend del 4 e 5 novembre, le viuzze del paesino omaggiano le specialità tipiche della montagna, con particolare riguardo per le mele e per il miele, prodotto dagli apicoltori locali.

È invece a Cervere che, dall’11 al 26 novembre, va in scena la Fiera del Porro Cervere: la 44esima edizione della manifestazione promette di stupire i visitatori con degustazioni speciali e menù prelibati per cene tutte da assaporare, oltre ad un intrattenimento perfetto per grandi e piccini, con spettacoli musicali in piazza.

Dal 3 al 6 novembre, il piccolo borgo di Costiglione d’Asti, immerso nel panorama magnifico delle Langhe, accoglie la manifestazione Rosso Barbera. Il festival è dedicato ad uno dei vini più pregiati della regione, una rassegna davvero completa che include oltre 200 etichette. Le degustazioni avvengono in una location speciale, all’interno del castello di Costiglione – che per l’occasione è illuminato di rosso.

Torna l’attesissimo appuntamento con il Bagna Cauda Day, che si tiene nei fine settimana del 24, 25 e 26 novembre e dell’1, 2 e 3 dicembre, ad Asti. Ristoranti e cantine di tutto il Piemonte (e non solo!) offrono uno dei piatti tipici della regione, la bagna cauda, al prezzo fisso di 28 euro. E per i più pigri, c’è persino la possibilità di farsi spedire a casa tutti gli ingredienti di questa specialità locale.

In Liguria, il weekend del 3, 4 e 5 novembre si tiene Olioliva, la festa dell’olio nuovo: stand gastronomici si snodano tra le vie di Imperia, dove è possibile assaporare uno dei prodotti tipici del luogo, l’olio prodotto con le olive taggiasche. La manifestazione porta al grande pubblico tutto il sapore mediterraneo di questa eccellenza italiana.

A Genova, e più precisamente nella frazione di Murta, va in scena la Festa della Zucca. L’appuntamento è per il weekend dell’11 e del 12 novembre e per quello del 18 e del 19 novembre: non manca, ovviamente, il concorso che premia le zucche più bizzarre. Ma il punto forte è il ricco menù a base di zucca, con degustazioni di vini freschi di vendemmia.

C’è ancora tempo per visitare il Festival della Mostarda, che ha luogo a Cremona: iniziata lo scorso 6 ottobre, la manifestazione si protrae sino al 19 novembre. Tanti gli espositori che propongono specialità a base di mostarda, e a partire dall’11 novembre la fiera si sovrappone con la Festa del Torrone, un altro prodotto tipico della regione.

Dal 4 al 6 novembre, l’Allianz MiCo-FieraMilanoCity a Milano si anima per Golosaria, un appuntamento attesissimo. Tema di quest’anno è “L’innovazione è tradizione”: tantissimi stand gastronomici offrono la possibilità di assaporare centinaia di prodotti, dal food street ai vini più pregiati. Ma ci sono anche show cooking per apprendere qualche segreto del mestiere, da replicare a casa.

Voglia di lago? I primi tre fine settimana di novembre sono dedicati a SloWeekend, una rassegna itinerante che si svolge presso alcuni dei borghi più belli tra quelli affacciati sul lago di Como, tra cui Bellagio, Menaggio, Tremezzina e Varenna. I visitatori possono assaporare prodotti locali e ammirare nel contempo paesaggi meravigliosi.

L’autunno è intriso di sapori: a Spirano, piccolo borgo in provincia di Bergamo, si tiene la Sagra della Polenta Taragna, una specialità realizzata con il tipico formaggio delle Alpi Orobie. L’appuntamento, che è già andato in scena ad ottobre, torna ancora una volta il 1° novembre e nei weekend del 3, 4 e 5 novembre e del 10, 11 e 12 novembre.

Comazzo, nel Lodigiano, si prepara ad accogliere Sapori d’Autunno: la manifestazione si tiene nei fine settimana del 10, 11 e 12 novembre e del 17, 18 e 19 novembre, con un grande stand riscaldato che ospita i visitatori pronti ad assaporare i piatti tipici della cucina lombarda. Non manca un buon intrattenimento musicale per allietare la serata.

Voliamo ora in Friuli Venezia Giulia: il centro storico di Gemona ospita la Festa del Formaggio, una grande rassegna dedicata al settore caseario, con tanti stand gastronomici che propongono i prodotti tipici del luogo. I più curiosi hanno anche la possibilità di assistere alla lavorazione del latte in un caseificio. Le date da segnare in agenda sono il 10, l’11 e il 12 novembre.

Appassionati di buon vino, l’appuntamento da non perdere è quello con il WineFestival di Merano, ospitato presso il suggestivo borgo del Trentino Alto Adige – e più precisamente all’interno del Kurhaus. La manifestazione, che da anni richiama migliaia di esperti provenienti da tutta Italia, si svolge dal 3 al 7 novembre.

Un altro evento dedicato al formaggio è la manifestazione Formai dal Mont, che si tiene nel paese di Rallo. L’incantevole cornice della Val di Non fa da sfondo ad una lunga serie di degustazioni e di laboratori didattici, perfetti anche per i più piccini, per apprendere tutti i segreti che si celano dietro la produzione del formaggio.

In Veneto, il paesino di Borgoricco ospita la Sagra del Baccalà: nei weekend del 10, 11 e 12 novembre e del 17, 18 e 19 novembre, a pervadere le vie del paese è l’intenso aroma di un prodotto che non ha uguali. Tante le ricette preparate con il baccalà, tra tradizione e sperimentazione. Ma gli stand gastronomici propongono innumerevoli altre prelibatezze, per soddisfare tutti i palati.

Il borgo di Rio San Martino di Scorzé torna ad accogliere la Festa del Radicchio Rosso di Treviso IGP, una delle specialità locali più famose in tutto il mondo. Dal 10 al 26 novembre, una fitta agenda di appuntamenti ci regala la possibilità di assaporare piatti tipici, ma anche di assistere a spettacoli e concerti.

È già tempo del Ferrara Food Festival, l’annuale appuntamento che si tiene nella splendida cittadina emiliana. Dall’1 al 5 novembre, numerosi stand gastronomici offrono tante prelibatezze appartenenti alla cucina tradizionale. E i più curiosi possono partecipare a mostre, convegni e show cooking, per apprendere qualche trucchetto dai professionisti.

Le sagre del Centro Italia

Spostiamoci adesso nel Centro Italia, terra di sapori incredibili e panorami altrettanto suggestivi. In Toscana, nei weekend del 9, 10, 11 e 12 novembre e del 16, 17, 18 e 19 novembre va in scena la Sagra del Cinghiale, che ha come location il grazioso borgo di Chianni. È l’occasione imperdibile per immergersi nel paesaggio delle colline toscane e nelle tradizioni culinarie di una regione meravigliosa.

A non molta distanza, nel borgo di Castelfranco di Sotto, torna la Sagra del Porcino e della Chianina. Segnatevi le date: il 4 e il 5 novembre si conclude questa undicesima edizione, con una cena a base di carne di pregiata razza chianina, impreziosita da un ottimo contorno di funghi porcini. L’ideale per esaltare i sapori toscani.

La Fiera Nazionale del Tartufo Bianco di Acqualagna è un’ottima occasione per assaporare uno dei prodotti più pregiati delle nostre terre. Si tiene in un piccolo paesino marchigiano, dal 28 ottobre al 12 novembre: numerosi stand gastronomici offrono assaggi di questo prezioso oro bianco, raccolto proprio nei boschi circostanti.

È invece a Serra de’ Conti, sempre nelle Marche, che si svolge la Festa della Cicerchia: è un omaggio ad un prodotto eccellente e ricco di sostanze nutritive preziosissime per l’organismo, conosciuto già da egizi e babilonesi. Sono solamente tre giorni, dal 24 al 26 novembre, non possiamo proprio lasciarcela sfuggire.

In Umbria, tra colline e panorami meravigliosi, va in scena la Festa dell’Olivo e della Bruschetta: l’appuntamento è per il 17, 18 e 19 novembre, nel borgo di Spello. La mostra mercato permette di degustare un ottimo olio extravergine d’oliva, ma anche tanti altri prodotti tipici delle campagne locali.

Anche a Città di Castello si festeggia il pregiato tartufo locale: nel fine settimana del 3, 4 e 5 novembre, le vie del centro storico ospitano il Salone Nazionale del Tartufo Bianco, una delle mostre a tema più importanti in Italia. Ci sono stand gastronomici e laboratori di cucina per raccontare ogni segreto di questo prodotto eccezionale.

Dal momento che questo è stato un autunno abbastanza particolare, ora che è finalmente arrivato novembre possiamo assaporare le tanto amate caldarroste. Ad Anzio, nel weekend del 10, 11 e 12 novembre, si tiene la Sagra della Castagna: degustazioni accompagnate da vino novello e portate tipiche della cucina romana conquistano tutti.

A Palombara Sabina, non molto distante da Roma, il 19 novembre si festeggia il Giorno di Bacco. Di cosa si tratta? È una festa davvero speciale, che raduna migliaia di appassionati di vino pronti ad assaporare un buon calice e tanti prodotti tipici della regione, tra le mura del Castello Savelli e nel suo splendido giardino.

Per due weekend consecutivi, quello del 10, 11 e 12 novembre e quello del 17, 18 e 19 novembre, si tiene la Festa dell’Olio e del Vino Novello. La location è il borgo di Vignanello, il cui centro storico si arricchisce di rievocazioni del passato per portare i visitatori alla scoperta di scorci incantevoli. E naturalmente c’è spazio per degustazioni di ogni tipo.

Le sagre del Sud Italia

Il Sud Italia è da sempre ricco di sapori e di colori, anche in autunno. È ad esempio a Vitulano, piccolo paesino campano, che si svolge la Sagra della Castagna e del Pecorino: un appuntamento da non perdere, che va in scena dall’1 al 5 novembre. Oltre ad assaporare tante specialità locali, c’è l’opportunità per godersi un trekking nei castagneti e vivere così una giornata all’aria aperta.

La Sagra del Fagiolo, che si tiene a Controne, è un evento ormai tradizionale: giunta alla sua 39esima edizione, la festa si svolge il 25 e il 26 novembre, nel centro storico del paese. Protagonisti sono i piatti della tradizione campana, tra cui pasta e fagioli. A tenere compagnia ai visitatori sono il bellissimo falò acceso in piazza e tanta buona musica.

In Puglia, il borgo di Spinazzola torna ad ospitare la Sagra del Fungo Cardoncello: ingrediente di tante prelibate ricette, può essere assaporato nella sua purezza durante l’evento, che si tiene durante il weekend del 4 e 5 novembre. Sono solo due giorni, ma davvero ricchi di appuntamenti, anche musicali, da non perdere.

È poi il borgo di San Ferdinando di Puglia ad accogliere la Fiera Nazionale del Carciofo Mediterraneo, una grande manifestazione dedicata ai prodotti ortofrutticoli della regione, con il focus sui buonissimi carciofi coltivati in quest’area. L’appuntamento è per il 9, 10, 11 e 12 novembre, con stand gastronomici e percorsi sensoriali tutti da vivere.

In Calabria, infine, le date da tenere sott’occhio sono l’1, il 2, il 3, il 4 e il 5 novembre, quando va in scena la Festa d’Autunno. È il tradizionale appuntamento di San Donato di Ninea, piccolo borgo immerso nel Parco Nazionale del Pollino, che ci porta alla scoperta di sapori sensazionali e prodotti unici come olio, vino, funghi, salumi e formaggi.

Le sagre nelle isole italiane

Scopriamo infine quali sono gli eventi imperdibili che vanno in scena a novembre sulle isole italiane. In Sicilia, uno degli appuntamenti più attesi è la Sagra del Suino Nero e del Fungo Porcino: si tiene a Cesarò, nei weekend del 4 e 5 novembre e dell’11 e 12 novembre. Solitamente previsto per ottobre, quest’anno si svolge con un piccolo ritardo.

Il borgo di Agira si prepara ad ospitare la Sagra della Cassatella, una manifestazione che si tiene dal 17 al 19 novembre, tra le vie del centro storico. La cassatella è un dolce tipico della regione, dal sapore intenso e inimitabile: questa è l’occasione giusta per assaporarla in tutte le sue declinazioni, in compagnia di buona musica.

A Palermo, è tempo di rievocare la tradizione dell’opera dei pupi: il Festival di Morgana, in scena dal 3 al 12 novembre, ci catapulta in un mondo fantastico a suon di burattini e marionette, per incantare grandi e piccini. Sono previsti tantissimi spettacoli, ma anche convegni e workshop per avvicinare i bambini a questa arte magica.

Infine, in Sardegna torna l’appuntamento con La Montagna Produce, una manifestazione che si tiene a Desulo dall’1 al 5 novembre, come parte del tour itinerante Autunno in Barbagia. È una vetrina perfetta per scoprire (e assaporare) i prodotti tipici della regione, in un percorso sensoriale accompagnato da musica e mostre d’arte.

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Il viaggio della vita ha inizio: si fa a bordo di un treno e dura 7 giorni

Ci sono viaggi che è impossibile dimenticare perché magari, più di altri, ci hanno regalato emozioni uniche, oppure perché ci hanno permesso di vistare luoghi incredibili. E poi ci sono quelli che, oltre a coniugare questi due aspetti, hanno anche il sapore dell’avventura.

Sono i viaggi della vita, quelli che restano per sempre impressi nel cuore e nella mente e che vale la pena fare almeno una volta. Per chi ama spostarsi in treno, quindi, questa vacanza è imperdibile: della durata di sette giorni e a bordo di un mezzo che ci permette di assaporare i paesaggi, di vivere gli spostamenti con maggiore lentezza, di godere del percorso e non solo della meta.

Il viaggio in treno indimenticabile

Indimenticabile, emozionante, in grado di regalarci emozioni uniche: è un viaggio in treno della durata di sette giorni, in uno scenario da sogno attraverso la Svizzera. A organizzarlo è la compagnia specializzata in tour ferroviari Vacations By Rail e si chiama Interlaken and the Jungfrau Express at New Year, infatti è organizzato proprio per i giorni che coincidono con la fine dell’anno ed è un viaggio da sogno.

Partenza e arrivo da Londra per questa vacanza che fa immergere i partecipanti in un’ambientazione che sembra essere stata rubata a una cartolina: basti pensare alla vista spettacolare che si potrà godere dai vagoni del treno, dalle cui finestre si potrà volgere lo sguardo sulle montagne, immersi nel cuore della natura oppure alla scoperta di pittoresche cittadine di montagna.

Le tappe del viaggio in treno impossibile da dimenticare

Il percorso, come detto, prende il via da Londra dove si sale sul primo convoglio: l’Eurostar che porta in Belgio e, più precisamente, a Bruxelles. Lì, poi, è previsto un cambio per raggiungere Colonia dove è programmata la prima sosta del viaggio.

Tappa successiva sarà Interlaken, ma prima di arrivarci i viaggiatori potranno godersi panorami indimenticabili dalla linea ferroviaria svizzera, tra montagne ed edificazioni interessanti lungo la gola del Reno. Questa zona è particolarmente scenografica grazie anche a castelli e foreste.

Raggiunta Interlaken, poi, si potrà apprezzare questo luogo dal grande fascino della regione montuosa dell’Oberland Bernese, si tratta di una cittadina incastonata tra due laghi: quello di Brienz e quello di Thun. Qui gli ospiti si fermeranno per cinque notti, pur proseguendo nelle varie tappe giornaliere. Quella successiva, infatti, porterà in treno fino al villaggio di Mürren e da lì, con la funivia, fino alla vetta del Schilthorn da cui godere di una vista impareggiabile. Il ritorno prevede un po’ di tempo da trascorrere in paese, prima di rincasare in hotel.

Il quarto giorno è dedicato all’esplorazione di Interlaken e le cose da fare sono davvero molte: dal godersi il paesaggio, magari a bordo di una barca su uno dei due laghi, oppure con una passeggiata avvolti dalla natura.

La quinta tappa di questo tour indimenticabile è a Grindelwald, un borgo circondato dalle montagne: suggestivo ed emozionante scenario che farà da sfondo a una giornata speciale, quella dell’ultimo dell’anno. Si tratta di una meta imperdibile, molto apprezzata dai turisti e che fa immergere i visitatori in una perfetta ambientazione montana, grazie non solo all’architettura tipica di queste zone, ma anche alla vasta offerta di attività. La sera è previsto il cenone per l’ultimo dell’anno.

E Capodanno sarà all’insegna del viaggio, infatti dopo un percorso con due treni diversi è prevista un’escursione con la ferrovia della Jungfrau con la sua vista incredibile e che prevede come destinazione finale Jungfraujoch, la stazione ferroviaria più alta d’Europa.

L’ultimo giorno del viaggio sarà quello del rientro con cambi previsti a Basilea e Parigi, per poi tornare a Londra a St Pancras

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Waldeinsamkeit: il viaggio solitario nella natura

Capita a tutti di sentire il richiamo della solitudine, di avere il bisogno di immergersi nella natura per cercare di ricongiungersi con la parte più autentica di sé, oppure per rilassarsi, allontanarsi dai problemi, dalle vite frenetiche e dal caos di esistenze segnate dal tempo.

E waldeinsamkeit, termine tedesco composto da due parole che letteralmente significano solitudine e bosco, indica quella sensazione positiva, di benessere e pace, che si raggiunge quando ci si regala istanti di profonda connessione, in cui si è soli, in mezzo agli alberi e alla natura, lontano da tutti e da tutto.

Istanti preziosi che si possono vivere mettendo chilometri di distanza tra sé e la città, oppure scegliendo un parco urbano in cui il rumore dei pensieri e della vita introno a noi non ci riesce a raggiungere.

Il viaggio da fare: soli e immersi nella natura

Può essere una gita di un giorno, oppure un viaggio più lungo, ma la cosa da fare per riconnettersi con la propria anima è proprio ciò che la parola waldeinsamkeit suggerisce. Si tratta un termine tedesco composto da “wald” (foresta) e “einsamkeit” (solitudine) e indica la sensazione positiva che scaturisce dallo stare da soli con sé stessi, immersi nella natura. Un atteggiamento che ha avuto un notevole crescita a seguito dalla pandemia. A dirlo, a suo tempo, era stato anche uno studio che aveva rilevato che – tra il primo e il secondo lockdown – c’era stato un incremento di visitatori nel tratto di foresta monitorato nella zona del Nord Reno-Westfalia.

Del resto stare in mezzo alla natura fa bene: ci permette di prendere le distanze dalla quotidianità, dagli impegni, dalle scadenze e dai problemi. Ci fa sentire parte di qualcosa, ridimensiona la nostra esistenza all’interno di un contesto più ampio. La solitudine e il silenzio, poi, aiutano a stare dentro di sé, a capirsi un poì di più.

Se a questo si aggiunge anche la possibilità di fare cromoterapia nei boschi, colmando gli occhi della vasta palette di colori che ci regala ogni stagione, ci possiamo rendere contro del perché tutti noi dovremmo fare nostro il termine waldeinsamkeit, magari proprio organizzando una vacanza di questo tipo.

Che la natura faccia bene è cosa nota e anche in norvegesi hanno il loro termine per spiegarlo: si tratta di friluftsliv ed è la “vita all’aria aperta”, vivere negli spazi aperti, nei boschi e nei prati, in mezzo all’ambiente e in profonda connessione con lui.

Vivere il senso profondo del waldeinsamkeit in Germania (ma non solo)

Ma come provare a vivere il senso più profondo del termine waldeinsamkeit? Ad esempio, partendo per la Germania. Basti pensare, infatti, che il 33 per cento del territorio è occupato da foreste: numeri alla mano emerge che qui vi sono 90 miliardi di alberi per 76 specie diverse, sono invece circa 1215 quelle delle piante. Insomma, la natura qui è un’esplosione di bellezza.

La foresta nera, ad esempio, è una meta perfetta: con panorami che tolgono il fiato e le sue tante leggende. Oppure con una passeggiata indimenticabile sulle cime degli alberi che si fa grazie alla treetop walk di Rügen, sull’omonima isola del mar Baltico: completato il percorso si può godere di una vista incredibile.

E in Italia? I boschi sono tantissimi, da nord a sud della penisola si possono trovare luoghi che sembrano usciti da una favola e perfetti per trascorrere del tempo in solitudine. Tra valli dove passeggiare ammirando il foliage, parchi e luoghi in cui la natura offre il meglio di sé: ci sono numerosi posti perfetti per trascorrere dei momenti in linea con lo spirto del termine waldeinsamkeit.

Basta comunque scoprire qual è il bosco o l’area naturale più vicina a noi e programmare un’escursione o un breve viaggio, in solitaria, per ritrovare sé stessi e ricaricare le pile.