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Il lago italiano che ha rubato i colori all’arcobaleno

Esiste un posto di incantevole bellezza, nel nostro Paese, incastonato tra i fitti boschi di abeti che si snodano alle pendici delle Dolomiti. Si tratta di un lago che incanta lo sguardo e riscalda il cuore perché ha rubato i colori all’arcobaleno.

È lo stesso specchio d’acqua che custodisce una leggenda tanto antica quanto affascinante, che oggi esattamente come ieri rende questo lago uno dei luoghi più magici del nostro stivale da vedere almeno una volta nella vita.

Il suo nome è Lago di Carezza, ed è uno scrigno prezioso che si estende ai piedi del massiccio del Latemar, lì dove i colori della natura che lo circondano si riflettono nell’acqua cristallina creando un gioco di luci e riflessi che lascia senza fiato.

Il Lago di Carezza

Esistono dei luoghi che sono così belli da non sembrare reali. Panorami plasmati dalle mani sapienti di Madre Natura che custodiscono la grande bellezza che appartiene al mondo che abitiamo. Il Lago di Carezza è uno di questi.

Situato nell’alta Val d’Ega, a un’altezza di 1534 metri, questo specchio d’acqua si snoda tra i fitti boschi che puntellano le pendici del Latemar. Il lago fa parte del comune di Nova Levante e si trova a circa 20 chilometri da Bolzano.

Esplorarlo è una vera e propria esperienza sensoriale, che travolge e sconvolge, che incanta e meraviglia. Non solo per lo scenario che lo circonda, che è un vero e proprio patrimonio naturalistico, ma anche per quei colori che brillano sotto la luce del sole e ricreano un paesaggio da fiaba, proprio lì dove è custodita tutta la magia delle Dolomiti.

Privo di immissari visibili, e alimentato dalle sorgenti sotterranee, questo specchio d’acqua viene chiamato nella lingua ladina Lec de Ergobando, che vuol dire lago arcobaleno, perché in effetti i suoi colori ricordano proprio le suggestive tinte che appaiono in cielo quando si verifica questo fenomeno atmosferico.

Il lago arcobaleno che nasconde una leggenda

Il Lago di Carezza è raggiungibile percorrendo un sentiero di circa 30 minuti che conduce proprio lì, sulle sponde di uno degli specchi d’acqua più belli d’Italia.

Magico in autunno, suggestivo in primavera, straordinario in estate e in inverno: visitare il lago è sempre un’ottima idea, in qualsiasi periodo dell’anno. Proprio con l’alternarsi delle stagioni, infatti, i suoi colori si modificano, diventano più intensi o delicati, e regalano ogni volta un paesaggio inedito e straordinario.

Non è un caso che sia stato ribattezzato Lec de Ergobando, perché i colori che tingono le sue acque sembrano proprio essere stati rubati a un arcobaleno. Tutto merito delle montagne circostanti che si riflettono nelle acque cristalline e che brillano sotto il sole, dando vita a un effetto ottico che ricorda l’arcobaleno.

I colori prismatici che hanno reso questo lago famoso in tutto il mondo, sono spiegati anche da una leggenda antica e suggestiva che viene tramandata da generazioni. Secondo la credenza popolare, infatti, un tempo il Lago di Carezza era abitato dalla bellissima ninfa Ondina che con il suo canto melodioso accompagnava il tragitto dei numerosi viandanti che giungevano fin qui. Si narra che un giorno, la sua voce, arrivò fino all’orecchio del mago Masarè che si innamorò perdutamente di lui.

Come dono d’amore, e con l’aiuto della strega Lanwerda, il mago costruì un arcobaleno scintillante dal Catinaccio al Latemar fingendosi un gioielliere per attirare l’attenzione della ninfa. Ma quando Ondina lo vide corse a nascondersi tra le acque e da quelle non uscì più. Disperato e addolorato dal rifiuto, Masarè distrusse l’arcobaleno e gettò i suoi frammenti nel lago.

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Come in una fiaba: il castello galleggiante sospeso tra cielo e acqua

Il mondo che abitiamo non smette mai di sorprenderci perché custodisce luoghi straordinari che sono così belli da non sembrare veri. Alcuni portano la firma indelebile di Madre Natura, altri sono creati dall’uomo, ma ciò che li accomuna è che sono reali e per questo ancora più incredibili.

Posti che per forme, dimensioni e lineamenti ricordano tutti quegli scenari che abbiamo visto solo tra le pagine dei libri della buonanotte, come quel castello solitario arroccato su un piccolo isolotto immerso in un lago in Lituania. Un edificio straordinario che sembra uscito da una fiaba e che oggi vogliamo scoprire insieme a voi.

Un castello da fiaba in Lituania

Ci troviamo in Lituania, in uno dei Paesi più sorprendenti del nostro continente, lì dove la storia e la cultura delle antiche città convive con un paesaggio naturale di immensa bellezza che lascia senza fiato.

Organizzare un viaggio qui è sempre un’ottima idea, soprattutto perché ci permette di scoprire un territorio sorprendente. Non solo per una visita alla splendida capitale, celebre per la città vecchia di origine medievale e l’architettura gotica e barocca, ma anche per un’esplorazione ai suoi territori circostanti che, vi anticipiamo, sono straordinari.

Bellissima, per esempio, è la cittadina di Trakai, situata a meno di 30 chilometri da Vilnius, e situata nell’omonima contea. È qui che si trova un castello incredibile, un edificio delle meraviglie che si spalanca davanti agli occhi dei viaggiatori.

Si tratta del castello di Trakai eretto sulle acque del lago Galve, lì dove ancora oggi galleggia e si rispecchia creando un’atmosfera surreale e bellissima.

Il castello di Trakai

Considerato uno dei castelli più belli d’Europa, quello di Trakai è situato in una posizione strategica che rende la sua vista ancora più affascinante. L’edificio, infatti, campeggia nel bel mezzo del Parco Nazionale della Lituania, un’area naturale che si estende per oltre 8000 metri e che è stata istituita nel 1992.

La caratteristica di questo parco sta proprio nella sua estensione e nel fatto che si snoda tra laghi, colline di origine glaciale e natura lussureggiante. Proprio qui sono conservati e valorizzati alcuni dei monumenti storici di tutto il Paese. Tra i più celebri c’è lui, il castello di Trakai che sorge su un’isolotto immerso nel lago e circondato da altri lembi di terra dove sorgono foreste e boschi.

Le tegole rosse dei tetti, incorniciate da alti torrioni e da una cinta muraria, si affacciano direttamente sulle acque placide e turchesi del lago creando un’atmosfera incantata che non conosce eguali.

Il castello di Trakai è l’unica fortezza di tutta l’Europa orientale costruita sulle acque. Le sue origini affondano nel 1300 quando, per volere del granduca Gediminas, venne creata qui la sua dimora. Fu suo figlio, poi, a voler fortificare l’edificio e a trasformarlo in quel castello che ancora oggi incanta e stupisce.

Con gli anni la struttura è stata ampliata, modificata e fortificata fino ad arrivare all’aspetto che oggi vediamo e che è stato preservato grazie a lavori di restauro conclusi  dopo la fine della Seconda Guerra Mondiale.

Il castello, che è diventata una delle mete turistiche più amate di tutta la Lituania, è collegato alla terra ferma da un ponte che conduce direttamente all’interno della fortezza. L’edificio, che ospita diversi eventi e manifestazioni artistiche e musicali, può essere visitato da marzo a fine settembre.

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Uno dei laghi più belli d’Italia cambia completamente volto

Limpido, bellissimo e soprattutto meta sempre più popolare per la sua bellezza e per il caratteristico colore delle sue acque, il Lago di Tenno è ormai una destinazione fissa per tutti coloro che scelgono di vivere un periodo di vacanza nel Garda Trentino. Una meraviglia italiana che, però, ha deciso di cambiare completamente volto

Il Lago di Tenno cambia volto

Per proseguire in un percorso di valorizzazione del sito, ormai prossimo a diventare Riserva Locale, all’insegna della qualità e della sostenibilità, l’Amministrazione comunale di Tenno in sinergia con Garda Dolomiti Azienda per il Turismo S.p.A. e con il supporto operativo dell’Agenzia Territoriale dell’Area del Garda – primo intervento in assoluto per un’ATA -, ha annunciato la prossima realizzazione di un piano di gestione dei flussi e di implementazione dei servizi, finalizzato a rafforzare il posizionamento del Lago di Tenno e prevenire fenomeni di sovraffollamento.

Un nuovo progetto il cui obiettivo è tutelare l’aspetto ambientale del sito, la sua unicità e la sua ricchezza, il cui riconoscimento sta proprio nell’iscrizione come Riserva Locale all’interno del Piano Regolatore Generale del Comune di Tenno dell’area comprendente il Lago di Tenno, le sue spiagge e la zona del Rio Secco.

In cosa consiste il progetto

Per prevenire le derive di un turismo troppo intensivo, con impatti sulla fruibilità, sulla qualità dei servizi e sull’ambiente, attorno alla riserva sarà inoltre descritta una fascia esterna, funzionale a gestire gli accessi al lago, ad informare i visitatori in merito alla presenza di un sito tutelato e a sensibilizzarli così a mantenere un comportamento consono, nel rispetto dell’ecosistema. La visione del progetto si sposa con quella portata avanti da APT Garda Dolomiti, finalizzata in primo luogo alla gestione – più che alla promozione – di siti già interessati da notevoli flussi turistici, e improntata ad una sempre maggiore qualità dell’offerta.

Gli interventi che entreranno a far parte del piano saranno frutto di un processo data-driven, partendo dai dati emersi dall’analisi dei dati turistici e dei flussi, raccolti già a partire dall’estate 2022.

A fianco di APT Garda Dolomiti e del Comune di Tenno, è significativo l’intervento dell’Agenzia Territoriale dell’Area del Garda, il cui ambito territoriale corrisponde a quello dell’Azienda per il Turismo. La collaborazione con l’ATA, realtà introdotta dalla legge provinciale 8/2020, dà il via ad un progetto di valorizzazione del tutto nuovo nel territorio Trentino.

Il progetto è proiettato alla creazione di un vero e proprio hotspot turistico, con soluzioni innovative in termini di gerarchie di flussi, organizzazione di servizi e collegamenti: un intervento che renderà il Lago di Tenno ancora più distintivo, strategico e comunicabile all’interno dell’offerta già molto ricca e diversificata del Garda Trentino. Il processo punta inoltre ad ottimizzare la fruizione e la valorizzazione anche delle bellezze attigue al Lago, a cominciare dal Borgo di Canale di Tenno, riconosciuto fra i borghi più belli d’Italia.

Come dichiarato dal Sindaco di Tenno, Giuliano Marocchi, : “Questo progetto ha messo le sue radici circa due anni fa, quando abbiamo avviato il processo che a breve renderà il Lago di Tenno riserva locale. Adesso vogliamo estendere la prospettiva oltre l’area del lago, in una visione complessiva del territorio, collaborando con APT Garda Dolomiti e l’Agenzia Territoriale del Garda per un approccio condiviso di gestione del sito. Gli interventi saranno a beneficio non solo della riserva locale, ma anche delle bellezze circostanti, a cominciare dal Borgo di Canale di Tenno. Indispensabile in questa fase è inoltre il coinvolgimento delle realtà economiche, dei residenti e di tutte le realtà tennesi che invito a partecipare ai tavoli di confronto, e a scrivere con noi questa nuova fase.”

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Lago di Garda, cinque luoghi imperdibili tra Veneto e Lombardia

Il Lago di Garda piace perché sembra di essere al mare. Il clima mite che lo caratterizza fa sì che palme, ulivi, limoni e vigneti abbelliscano le coste e le colline che lo circondano trasformandolo in un paesaggio quasi marino.

I borghi colorati che s’affacciano sul lago sono tante piccole Portofino. I giardini fioriti e i prati perfettamente rasati, le spiagge attrezzate e gli sport acquatici non hanno nulla da invidiare alla Riviera Romagnola.

In più, il Garda è un concentrato di bellezze, ci sono borghi, ci sono siti archeologici, ci sono splendidi parchi e un’ottima gastronomia. E quanto a ospitalità un’infinità di alloggi, dagli hotel a cinque stelle ai glamping che spopolano sempre più (tra i pià consigliati, il Desenzano Lake Village che fa parte dei Club del Sole).


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Ecco perché, in qualunque stagione dell’anno, una vacanza, breve o lunga che sia, sul Lago di Garda merita assolutamente. Solo al confine tra Veneto e Lombardia ci sono cinque luoghi imperdibili che vale la pena vedere.

Bardolino, il borgo del vino

In provincia di Verona, Bardolino è un delizioso borgo dalle case color pastello affacciato sul Lago di Garda. Questa località sorge ai piedi delle colline moreniche ricoperte di uliveti e vigneti ed è patria del famoso omonimo vino rosso.

Il delizioso porticciolo di Bardolino

Il bellissimo centro storico è un gioiello dove passeggiare senza fretta, tra vicoletti e ristoranti, per poi spostarsi sul meraviglioso lungolago e sul porticciolo sempre pieno di barchette colorate.

Bardolino non è solamente bei paesaggi, buon vino e divertimento, ma è caratterizzato anche da un grande patrimonio storico e artistico. Camminando per le vie del paese si può scorgere ciò che resta delle mura medievali, documentate almeno dal XII secolo.

Secondo alcune fonti, le prime strutture difensive risalirebbero al IX secolo, quando re Berengario permise la costruzione di fortilizi a difesa dei paesi del Lago di Garda.

Il centro storico è fatto di tante vie strette, perpendicolari al litorale; le cui abitazioni, costruite una dietro l’altra, ci portano indietro nel tempo, quando Bardolino era un villaggio di pescatori. Oggi, queste viuzze, con le case dai balconi fioriti, offrono scorci affascinanti, mentre, tra negozietti e tavolini dei caffè, si respira sempre aria di vacanza.

Giardini di Sigurtà

A Valeggio sul Mincio, sempre in provincia di Verona, si trova uno dei più bei parchi d’Italia, votato proprio qualche anno fa dal sito ilparcopiubello.it tra mille altri giardini per la fioritura più bella.

La storia di questo parco è molto antica. Era il 1407 quando, durante la dominazione veneziana di Valeggio sul Mincio, il patrizio Gerolamo Nicolò Contarini acquistò l’intera proprietà che, al tempo, aveva una funzione puramente agricola. C’era però all’interno un piccolo e geometrico giardino, adiacente alla casa principale, dedicato all’ozio dei nobili. È da qui che risalgono le antiche origini del Parco Giardino Sigurtà. Il 1941 segnò l’inizio della proprietà da parte della famiglia Sigurtà: l’industriale farmaceutico Giuseppe Carlo Sigurtà acquistò il terreno e iniziò la grandiosa opera di riqualificazione del parco scoprendo di avere anche diritto di prelevare acqua dal fiume Mincio.

parco sigurta

Fonte: Wikipedia/Giulia Balestrieri

Il Parco giardino di Sigurtà

Oggi, il Parco giardino di Sigurtà è talmente bello e ricco di sorprese che un giorno non basta per visitarlo. Dalle passeggiate panoramiche al labirinto, dai giardini delle rose a quelli delle piante officinali, dai laghetti alla valle dei daini, dal castelletto alla grotta votiva c’è di tutto.

Sirmione, terra tra due laghi

Meriterebbe un capitolo a sé, Sirmione, quella penisola che si getta nelle acque del Lago di Garda e che segna il confine tra le due regioni, Veneto e Lombardia, e tra le province di Verona e Brescia.

Soprannominata la “perla del Garda“, è un vero gioiello e lo sanno bene i turisti stranieri che affollano i vicoli, i ristoranti, le gelaterie e l’unica porta d’accesso al centro storico, quella del Castello Scaligero, una rocca costruita intorno alla metà del XIII secolo, uno dei rari esempi di fortificazione lacustre nonché di uno dei castelli meglio conservati d’Italia.

Anche se il nome può far pensare a delle cavità sotterranee, le Grotte di Catullo, sulla punta della penisola di Sirmione, sono in realtà una domus romana costruita tra la fine del I secolo a.C e il I secolo d.C. Non si può visitare Sirmione senza vedere questo immenso complesso archeologico, considerato il più rilevante esempio di villa romana presente nell’Italia settentrionale.

Prima degli scavi, le rovine della villa erano coperte da una folta vegetazione e apparivano all’occhio del visitatore come delle caverne, e proprio da qui deriva il nome delle “grotte”. Anche se non ci sono dati certi in proposito, secondo la tradizione questa villa era di proprietà del poeta romano Gaio Valerio Catullo.

Desenzano del Garda

Desenzano è la città più vivace del Lago di Garda, dinamica e perfetta per chi desidera vivere una vacanza all’insegna del relax, della cultura e del divertimento. Questa cittadina sulla sponda lombarda del lago offre davvero moltissimo da fare, dalle rilassanti passeggiate sul lungolago e sul grande porto turistico allo shopping per le vie del centro fino alla frizzante vita notturna.

Passeggiata con vista lago di Garda

Fonte: iStock

La pittoresca Desenzano del Garda

Non dimentichiamo, poi, le spiagge dove prendere il sole con la bella stagione, con vista mozzafiato sulla sponda opposta e i molti luoghi d’interesse come il Castello medievale e il Museo archeologico. Edificato nel X secolo, il castello domina la città dalla cima della collina e si gode di uno dei più bei panorami sul Lago di Garda.

Lo spazio entro le mura del castello era occupato da un piccolo borgo con le sue strade, la piazza, la torre campanaria e la chiesa dedicata a S. Ambrogio. Per secoli fu abitato da cittadini pronti ad accogliere, in caso di pericolo, coloro che abitavano fuori le mura.

Merita una visita anche il Museo archeologico, visto che questa zona era abitata sin dall’età del Bronzo, tanto che sono stati rinvenuti reperti provenienti da insediamenti palafitticoli, conservati nei millenni nelle torbiere o sommersi nel lago. Questi insediamenti, nel 2011, sono stati inseriti nella lista dei Patrimoni dell’Umanità dell’Unesco.

Peschiera sul Garda

Canali e ponti, belle chiese e palazzi storici, fortificazioni e piccoli moli dove sostano le barche, questo borgo lacustre, unico nel suo genere, è affacciato sulla sponda più a Sud del Lago di Garda, in un’area riparata dai venti sulle rive del Benaco e del fiume Mincio.

Questa cittadina veneta si gira a piedi. La Fortezza di Peschiera del Garda, o Rocca, è un piccolo gioiello d’architettura, racchiuso in un’imponente cinta muraria a forma pentagonale, risalente al Cinquecento, con bellissimi bastioni e imponenti porte d’accesso.

peschiera del garda

Fonte: iStock

Il lungolago di Peschiera sul Garda

Tutt’intorno, il fiume Mincio, emissario del Garda, il cui percorso naturale è stato modificato proprio dalla costruzione della fortificazione, con la definizione di tre rami di uscita dal lago che si riuniscono poi a Sud del centro abitato.

Una delle zone più suggestive della cittadina è proprio quella del ponte pedonale, che attraversa il canale esterno della fortezza. È poi molto interessante la Porta Brescia, ingresso occidentale della fortezza antica. Proprio sopra questa porta, un antico camminamento di ronda unisce i bastioni Tognon e Feltrin: non perdetevelo, perché percorrerlo vi permetterà di ammirare dall’alto tutta la fortezza, scoprendo scorci che diversamente non riuscireste ad apprezzare.

Una volta dentro la Rocca, tenendo la sinistra lungo la cinta muraria, si arriva al Bastione Tognon e alla piazza Betteloni, proprio sul porticciolo da cui partono i battelli per le gite sul lago e per raggiungere gli altri borghi.

Ed è proprio il battello il mezzo di trasporto migliore per visitare tutti questi luoghi, specie nelle belle giornate soleggiate, in coppia o in famiglia, scoprendo quella zona d’Italia che gli stranieri tanto c’invidiano.

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Anche l’Italia ha il suo lago a forma di cuore: è bellissimo

Esistono paesaggi che sono così belli da non sembrare reali. Luoghi che per forme, colori e lineamenti assomigliano a tutte quelle immagini che fino a questo momento hanno popolato il nostro immaginario favolistico. Capolavori visivi che sembrano dipinti dal più abile degli artisti, e che invece portano la firma di Madre Natura.

È sempre lei, la natura, a mettere in scena gli spettacoli più belli del mondo intero, gli stessi che si trasformano nelle destinazioni dei viaggi più belli di una vita. Ma questa volta non abbiamo bisogno di percorrere migliaia di chilometri per esplorare queste meraviglie, perché il nostro Paese ne ospita una che vi lascerà senza fiato.

Si tratta di uno specchio d’acqua che ha preso in prestito i colori del cielo, e che visto dall’alto restituisce la romantica e suggestiva forma di un cuore. Benvenuti nel Lago di Scanno.

Il Lago di Scanno

Ci troviamo tra le meravigliose terre dell’Abruzzo, proprio qui dove la natura regna incontrastata. È tra i comuni di Villalago e di Scanno, che si estende uno specchio d’acqua di incredibile bellezza, un ennesimo lascito di Madre Natura che dobbiamo proteggere e preservare.

Il Lago di Scanno è il protagonista di uno dei paesaggi più affascinanti e suggestivi del BelPaese. Tutto merito dei suoi colori e di quella cornice naturale che cambia sembianze con l’alternarsi delle stagioni. Ma quello che davvero incanta, di questo lago, è la sua vista dall’alto. Perché è da qui che si può ammirare un lago a forma di cuore estremamente romantico e magico.

Il lago italiano a forma di cuore

Incastonato tra i boschi dei Monti Marsicani, nell’alta valle del fiume Sagittario, il lago si estende su una superficie di quasi un chilometro assumendo una forma decisamente inedita e straordinaria, quella di un cuore.

Quello di Scanno è considerato il lago naturale più grande di tutta la regione, ma sono gli spettacoli di cui si rende protagonista ad attirare ogni anno migliaia di viaggiatori provenienti da tutto il mondo. Le sue acque balneabili e limpide, che hanno guadagnato più volte la Bandiera Blu, sono caratterizzate da sfumature turchesi e azzurre che fanno da contrasto ai fitti boschi della Montagna Grande che lo circondano, e che si colorano di nuance intense, e sempre diverse, durante le stagioni.

Le origini del lago sono secolari. Il bacino, infatti, è stato creato a seguito di una frana sul Monte Rava, che sovrasta il lago, e che ha sbarrato il corso del fiume tasso, suo immissario insieme al torrente Giordano, circa 3000 anni fa.

Raggiungerlo è d’obbligo per tutte le persone che organizzano un viaggio in Abruzzo. Il Lago di Scanno è situato in provincia dell’Aquila, e dista appena dieci minuti di auto dal borgo di Scanno dal quale prende il nome. Se da vicino appare bellissimo, dall’alto restituisce un panorama magico e incantato.

Uno dei luoghi più strategici per ammirare il lago a forma di cuore è il belvedere di Frattura Nuova. Un altro punto panoramico è il colle dove sorge l’eremo di Sant’Egidio. Per raggiungerlo è possibile percorrere un cammino suggestivo, puntellato di scorci straordinari, che prende il nome di Sentiero del Cuore, e che parte proprio dalle rive del lago. La vista, da qui, è mozzafiato.

Il Lago di Scanno promette emozioni in ogni periodo dell’anno, tuttavia è in autunno che lo spettacolo del foliage rende tutto ancora più magico. In estate, invece, questo luogo diventa un’oasi di refrigero e di relax da raggiungere, per potersi rigenerare all’interno della acque limpide e trasparenti del lago.

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Il lago di Telese e le sue rinomate terme, in Campania

Se avete voglia di trascorre una piacevole giornata all’insegna del benessere, una delle destinazioni italiani da prendere in considerazione è il lago di Telese, in Campania. Un luogo che vanta un’aria placida, ma che allo stesso tempo cela una storia di tremende sofferenze.

Lago di Telese: cosa sapere

Il lago di Telese si trova nel territorio comunale di Telese Terme, ai confini con quello di Solopaca, nella valle del fiume Calore in provincia di Benevento. Una zona, questa, ricca di acqua e caratterizzata da fenomeni carsici tendenzialmente lentissimi, ma che nel corso del tempo hanno dato vita a degli enormi cambiamenti del paesaggio.

Oggi il Lago di Telese è di forma circolare, con una superficie che misura circa 49.000 metri quadri e una profondità che va tra i 20 e i 30 metri. A livello generale si pensa che abbia origine vulcanica ma, in realtà, si è formato in seguito a un terremoto avvenuto nel 1349.

La tragica storia del Lago di Telese

Più o meno dove sorge il lago di Telese, circa 2000 anni fa prendeva vita un’antica città chiamata Telesia popolata dai Sanniti. Una località che prosperò per più o meno 1000 anni, fino al colossale terremoto del 1349 che distrusse praticamente tutto.

La città, infatti, venne completamente rasa al suolo, mentre il territorio su cui sorgeva sprofondò di circa 30 metri. Situazione che, molto probabilmente, fece nascere questo lago.

Ma non è finita qui! Si crearono anche diverse fratture che portarono alla nascita di paludi e di un forte inquinamento, tra cui anidride carbonica e anidride solforosa che causarono la malaria, che costrinsero coloro che erano sopravvissuti a scappare da questa città. Un evento che ebbe un grande risuono anche nei paesi limitrofi, poiché da un momento all’altro si ritrovarono migliaia di profughi alla porta.

A seguito di questo drammatico evento, la zona di Telese rimase abbandonata fino ai tempi di Ferdinando II (1810-1859), il quale fece rinascere questa particolare valle. La Telese che conosciamo oggi, invece, è una città decisamente moderna che fu inaugurata solo nel 1934.

Cosa fare al lago di Telese

Negli ormai lontani anni Settanta e Ottanta, il lago di Telese costituiva una rinomata meta turistica. Vi basti pensare che in quell’epoca era presente persino una piccola piscina con tanto di spiaggetta per i bagnanti e un trampolino. Oggi è impreziosito da imponenti alberi che ne aumentano il fascino, ma è anche il punto di partenza (o di arrivo) per passeggiate interessanti nel bel mezzo di una natura generosissima.

È un luogo in cui regna sovrana la pace, anche se spesso è pieno di persone. La sua posizione strategica, infatti, fa sì che venga raggiunto con facilità dalla quasi totalità delle città della valle. Non a caso si trasforma anche in luogo d’incontro in cui rilassarsi tra bar, ristoranti, piscina e albergo.

Da queste parti i più fortunati potranno anche avvistare diverse specie animali come i volatili, oltre che respirare aria fresca e pulita e dedicarsi alla pesca sportiva.

Telese Terme, a tutto benessere

Ma come dice il titolo di questo pezzo, il lago di Telese si trova in una zona anche termale. Fu lo stesso Ferdinando II a fondarle nel 1859, rendendo Telese Terme la meta perfetta per chi vuole trascorrere un weekend immerso in bellissimi paesaggi naturali.

Ma perché ci sono le terme da queste parti? Perché il paese sorge ai piedi del Monte Pugliano, la cui falda acquifera porta acqua sulfurea che alimenta famose terme di Telese, un’importante fonte di turismo.

L’impianto termale è situato nella centralissima Piazza Minieri, e si distingue per essere all’avanguardia e in una cornice storica e naturalistica d’eccezione. Vi basti pensare che ci prende vita un suggestivo parco con alberi secolari, tra i più grandi d’Italia.

Non resta che organizzare un fine settimana al lago di Telese, per poi scoprire le sue terme immerse nella natura.

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L’altra Franciacorta, un territorio inaspettato, tutto da scoprire

Franciacorta è sinonimo di vino. Spesso è per questo motivo che molti visitano questa bellissima zona del Nord Italia, compresa tra il Lago di Garda e il Lago d’Iseo, il cui terroir ha regalato uno dei vini più buoni che esistano al mondo.

Tuttavia, c’è un’altra Franciacorta, meno nota, che confina con la meno turistica – ma non per questo meno interessante – Val Trompia, al di là della Forcella, nel punto in cui termina la Pianura Padana e iniziano le Prealpi, che regala, oltre alle visite alle cantine dove si producono le bollicine e all’ottima gastronomia, altre esperienze decisamente inaspettate.

Al limitare di questo rinomato territorio ci sono luoghi incantevoli, ricchi di storia e di tradizioni che meritano di essere scoperti. Al centro delle colline di questa Franciacorta di confine c’è la cittadina di Gussago.

Gussago, porta d’accesso alla Franciacorta

Icona indiscussa di Gussago è La Santissima, che domina la città dall’alto, un ex complesso domenicano risalente al XV secolo sul colle Barbisone, dall’aspetto monumentale e imponente. Un luogo suggestivo, da raggiungere a piedi con una facile passeggiata, magari all’ora del tramonto, per godere di una vista panoramica sui vigneti. Da qui si può ammirare la pianura da un lato e il Monte Guglielmo e il Monte Rosa dall’altro.

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Fonte: @SiViaggia

Il complesso della Santissima a Gussago (BS)

Questo santuario fu costruito dalla popolazione, al di fuori delle cariche monastiche e senza nessun mandato da parte della Chiesa. Per questo motivo, tutt’oggi, la chiesa è considerata puro appannaggio della gente comune, di coloro che si ritengono umili peccatori e fedeli, di chi vuole andare a pregare senza dover entrare nel circuito della chiesa ufficiale. Tradizione vuole che si vada alla Santissima a pregare per ottenere piccoli aiuti per la vita di ogni giorno.

Il convento è uno dei numerosi edifici monastici che esistono nella Franciacorta, luogo di passaggio di viandanti e pellegrini. I Domenicani, infatti, avevano grossi possedimenti e attuarono opere di dissodamento e di bonifica del territorio per poi dedicarsi alla coltivazione. La stessa coltivazione della vite risale a epoche remote, ne sono una testimonianza i rinvenimenti di vinaccioli di età preistorica e il materiale archeologico rinvenuto su tutto il territorio.

L’edificio è in fase di restauro, per visitare l’interno è necessario affidarsi a una guida, che possiede anche le chiavi per accedere alla cappella ancora decorata con affreschi del XV-XVI secolo.

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Fonte: Ufficio stampa

Le colline della Franciacorta e La Santissima di Gussago

I religiosi che si era trasferiti alla Santissima combattevano anche l’eresia e proprio qui fu giustiziata una strega. Ma ci sono altre storie inquietanti girano intorno a queto luogo. Una leggenda vuole che qui vivesse un drago, ma forse serviva solo per tenere lontani i pagani. Un’altra, molto più credibile, invece, sostiene che sul colle cresceva un’erba miracolosa.

Fin dal medioevo, l’ex complesso domenicano della Santissima caratterizza il paesaggio di questo estremo lembo di Franciacorta. Luogo di devozione ed elevazione dello spirito, nell’Ottocento la Santissima è stata anche un importante cenacolo di cultura, ospitando artisti come il pittore Angelo Inganni.

Le ville di delizia

La cittadina di Gussago vanta anche interessanti palazzi privati e ancora abitati che possono essere visitati, dietro richiesta. Tra i più belli c’è Villa Averoldi Togni, un edificio del 1200 circondato da tre ettari di parco dove, alla fine del ‘700, sono stati creati uno splendido giardino all’inglese, abbellito da statue neoclassiche, uno alla francese, con fontane e trompe-l’oeil, che ricorda una piccola Versailles, e un grande uliveto.

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Fonte: @SiViaggia

Lo splendido giardino all’inglese di Villa Averoldi Togni a Gussago (BS)

Un’oasi davvero inaspettata nella frazione di Piazza, racchiusa entro le mura del palazzo che viene aperto al pubblico in occasione di eventi speciali, come le “Domeniche per ville, palazzi e castelli” organizzate dal Gruppo dimore storiche Bergamo (le prossime date sono il 18 e il 25 settembre) o di concerti di musica antica.

Merita una visita anche Palazzo Grasso Caprioli, una villa del XVI secolo con un bellissimo giardino di rose e magnolie, che vanta una collezione privata di opere d’arte contemporanea, lascito di artisti di tutto il mondo che vengono regolarmente ospitati nella residenza dove sono liberi di esprimere tutto il loro estro e talento.

La villa è oggi un centro artistico a 360 gradi, dove vengono privilegiate la danza e le discipline orientali, dallo yoga alla meditazione, con corsi, workshop ed eventi, tra cui concerti e festival di danza contemporanea.

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Fonte: @SiViaggia

La villa e il giardino artistico di Palazzo Grasso Caprioli a Gussago (BS)

L’enogastronomia

A Gussago esiste una vera e propria cultura di uno dei piatti tipici del bresciano: lo spiedo. In quasi tutte le trattorie e i ristoranti della zona è possibile assaggiare il vero spiedo bresciano, che ha ottenuto anche la Denominazione comunale di origine. Ogni anno, a settembre, nella centralissima piazza Vittorio Veneto si svolge il Gran Galà dello Spiedo (quest’anno è in programma giovedì 8 settembre) al quale partecipa tutta la popolazione e moltissimi turisti. Non è una sagra, bensì una cena elegante a lume di candela che vuole celebrare il piatto principe della cucina gussaghese e che ha reso Gussago la Capitale Italiana dello spiedo. Lo spiedo naturalmente è accompagnato dalle bollicine del territorio.

Il Gran Galà è solo l’inizio di una stagione all’insegna della gastronomia. Dal 22 settembre e fino all’8 dicembre si svolge Lo Spiedo Scoppiettando, una rassegna enogastronomica che, ogni giovedì, porterà i profumi e i sapori autunnali del territorio in tavola attraverso uno speciale menu a base di spiedo e di ingredienti locali in molti ristoranti di Gussago.

Ma non dimentichiamo che ci troviamo nel territorio della Franciacorta e le bollicine, qui, sono un must have. Diverse cantine, come Le Cantorie, propongono wine tour e degustazioni dei vini del territorio – Franciacorta Docg Saten, Rosé, Pas Dosè Riserva, ma anche rossi, come il Cellatica superiore Doc e il Sebino riserva – accompagnati da prodotti e salumi tipici. Questa cantina, in particolare, immersa tra i vigneti, ha un giardino panoramico che, dall’alto della collina di Casaglio, offre una vista spettacolare sul paesaggio collinare della Franciacorta e sui vigneti terrazzati.

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Fonte: @Le Cantorie

La cantina Le Cantorie nella Franciacorta

Da non perdere anche una visita alle distillerie locali, come le pluripremiate Distillerie Peroni Maddalena dove, da più di quarant’anni, si produce un’eccellente grappa – ma anche liquori, vermouth, gin, acquavite di birra e ben 15 riserve – che, insieme allo Spiedo di Gussago, sono i due prodotti De.Co. (Denominazione Comunale) del Comune di Gussago.

Per chi è della zona questa Franciacorta di confine è un’ottima idea per una gita fuoriporta, ma per chi viene da lontano non mancano spunti per un weekend all’insegna di storia, cultura, attività all’aria aperta e tanta ottima enogastronomia.

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La cartolina magica dal lago che rischia di scomparire

Esistono luoghi nel mondo che sono così belli da non sembrare reali, paesaggi che per forme e colori sembrano usciti da una fiaba onirica. Posti che, da soli, bastano a farci compiere viaggi lunghissimi e chilometrici solo per arrivare lì, al cospetto della grande bellezza. Per contemplarla e immortalarla nelle istantanee di un viaggio indimenticabile.

Ed è proprio in uno di questi luoghi che vogliamo portarvi oggi, uno di quelli che si mostra davanti allo sguardo attonito dei viaggiatori come se fosse lo spettacolo più bello del mondo, quello destinato a lasciare senza fiato. Una meraviglia così straordinaria, ma così fragile, che rischia di restare solo nei nostri ricordi e nelle ultime cartoline di viaggio.

Sì perché il panorama mozzafiato che offre il lago di Urmia, dichiarato dall’Unesco riserva della biosfera, è destinato a sparire per sempre.

C’era una volta il lago di Urmia

C’era una volta uno specchio d’acqua straordinario, per grandezza e importanza. Si trattava del terzo lago salato più grande del mondo. Ed era così bello da essere stato dichiarato dall’Unesco come riserva della biosfera nel 1976.

Immerso nel cuore dell’Iran, tra le provincie dell’Azerbaigian Orientale e dell’Azerbaigian Occidentale, il lago di Urmia era attrazione turistica senza eguali, nonché casa di numerose specie animali , come fenicotteri, pellicani e cicogne, che vivevano tra i piccoli affioramenti rocciosi, che tornavano durante le migrazioni, che incantavano i viaggiatori con la loro presenza.

C’è oggi quello stesso lago, la cui maestosità riecheggia solo nei ricordi di chi lo ha visto e lo ha vissuto nel suo massimo splendore. Sì perché questo patrimonio naturale immenso sta scomparendo.

A causa dell’elevato tasso di evaporazione delle acque, della siccità che continua a colpire il territorio e delle numerose dighe costruite nelle zone limitrofe, il lago si è ridotto sensibilmente negli ultimi anni lasciando gran parte della sua superficie asciutta.

Quel che resta di un meraviglioso lago

Di quasi la metà di quei 5200 chilometri quadrati di acqua, non restano che piccole rocce che si fanno spazio tra la terra, arbusti secchi e sabbia arida, la stessa in cui sono rimaste intrappolate alcune imbarcazioni negli anni. Anche gli animali, che avevano fatto di questo paradiso naturale la loro casa, stanno abbandonando la zona.

Eppure il lago, anche se così fragile, continua a dare spettacolo. Lo ha fatto quando si è mostrato al mondo in una veste nuova e inedita che ha incantato tutti quanti, proprio quando le sue acque si sono tinte di rosa. Purtroppo, però, quello scenario fiabesco non era altro che l’ennesimo grido d’aiuto. Le acque del lago di Urmia, infatti, hanno assunto quel cangiante colore rosa a causa della diffusione dell’alga Dunaliella che ha trovato spazio fertile nel bacino proprio per colpa della siccità.

Quello che resta del lago, oggi, sono le ultime spettacolari immagini diffuse sul web e scattate dai viaggiatori che raggiungono l’Iran per ammirare per l’ultima volta quel patrimonio che sta scomparendo. Sono le istantanee che mostrano le acque rosa e che, nonostante tutto, fanno sognare. Sono le stesse che immortalano le navi bloccate tra la sabbia e l’acqua, illuminate da un cielo stellato.

E tutto ciò che possiamo fare, adesso, è restare ad ammirare quel che resta di un paradiso naturale che presto non vedremo più.

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Scoprire i luoghi più segreti del Lago di Garda

Così grande da essere il più esteso di tutto il Paese, così speciale da bagnare ben 3 regioni: il Lago di Garda, di cui oggi vi portiamo a scoprire i luoghi più segreti ma che sono dei sogni a occhi aperti.

La Valle dei Laghi, luogo fiabesco

Incastonata tra le catene montuose del Bondone e della Paganella, la Valle dei Laghi è un vero e proprio gioiello immerso nella natura più autentica che si presenta come meta ideale per coloro che desiderano trascorrere una vacanza attiva allʼinsegna di un turismo lento che rispetti lʼambiente e che permetta una conoscenza più profonda del territorio.

Un posto da sogno che si sviluppa tra il Lago di Garda e Trento e che regala al viaggiatore un meraviglioso percorso che attraversa scorci naturali che mozzano il fiato, bellezze architettoniche e questi specchi d’acqua che sono pura magia.

E proprio in questa valle, entrata dall’inizio di quest’anno a far parte dell’ambito turistico di Garda Dolomiti, da martedì 16 a domenica 21 agosto si terrà la seconda edizione di “Festival Confluenze”, la manifestazione dedicata al turismo responsabile e rispettoso dell’ambiente.

Lago di Terlago valle dei laghi

Fonte: iStock

Il Lago di Terlago nella Valle dei Laghi

Festival Confluenze, cosa sapere

Il Festival punta ad affermare un nuovo modo di vivere il territorio e di fare cultura attraverso la scoperta di borghi e di sentieri, della tradizione e dell’innovazione che caratterizzano la Valle dei Laghi. Un appuntamento in cui i viaggiatori potranno intraprendere itinerari e percorsi turistici inusuali sul territorio che, per bellezza e capacità di evocare suggestioni, sono il paradigma di una nuova forma di viaggio, caratterizzato da un ritmo lento del quale l’arte del camminare è perfetta espressione.

Il programma del Festival è ricchissimo e si suddivide in tre macroaree: i trekking di “Territorio a passo lento”, le degustazioni enogastronomiche presso le cantine della zona di “Linguaggi e incontri” e le “Esperienze confluenti” tra cultura, natura e suggestioni territoriali.

Ecco i principali appuntamenti:

  • martedì 16 Agosto: itinerario Pergolese – Chiesetta di San Siro – Strada Romana – Pergolese (ritrovo ore 15:30 presso la Chiesa di Pergolese). Prezzo trekking, degustazione e spettacolo € 8,00;
  • mercoledì 17 Agosto: Itinerario da Monte Terlago ai Laghi di Lamar attraverso i verdi prati di Prada (ritrovo alle 15:30 nella piazzetta di Monte Terlago). Prezzo trekking, degustazione e spettacolo € 8,00;
  • giovedì 18 Agosto: sentiero di Malga Pian (ritrovo ore 15:30 presso la Chiesa parrocchiale di Vigo Cavedine). Prezzo trekking e degustazione € 8,00;
  • venerdì 19 Agosto: itinerario Calavino Madruzzo con rientro a Calavino a fine serata (ritrovo ore 18:00 al Municipio). Prezzo trekking con visita al borgo di Calavino e di Castel Madruzzo e spettacolo serale al Castello € 10,00. Partecipazione gratuita per chi partecipa solo al trekking;
  • sabato 20 Agosto: concerto del gruppo “Itinerari Trio” presso Malga Cavedine/Roncher al termine del quale sarà offerta una colazione con i prodotti naturali della Valle dei Laghi (ritrovo alle ore 06:00 al parcheggio delle Viote raggiungibile da Lagolo). Evento gratuito;
  • domenica 21 Agosto: percorso Fraveggio – Margone – Malga Bael (ritrovo ore 09:00 a Fraveggio con rientro nel pomeriggio). Evento gratuito.
Laghi di Lamar valle dei laghi

Fonte: Getty Images – Ph: REDA&CO

Il Lago di Lamar nella Valle dei Laghi

Tutte le meraviglie della Valle dei Laghi

Quello della Valle dei Laghi è un paesaggio montano che costituisce un antico alveo del fiume Adige e che si fonde a sud con la Valle del Sarca. Qui piccoli borghi e insediamenti sono disseminati in tutta l’area, così come ampi frutteti e i vigneti rigogliosi che donano all’area un aspetto romantico.

E grazie a questi appuntamenti è possibile scoprire luoghi come i Laghi di Lamar che sono situati proprio sotto al Monte Paganella. Un tempo uniti tra loro, oggi sono separati a causa di una frana che ha originato due bacini distinti: a sud il Lago Santo e a Nord il Lago di Lamar. Quest’ultimo, in particolare,  è uno specchio d’acqua cristallina che viene abbracciato da un bosco e da rocce cangianti. Entrambi gli invasi sono soggetti a fenomeni carsici, proprio come il Lago di Terlago, appena un paio di chilometri più a valle.

Bellissimo anche il borgo di Calavino che si trova alle falde occidentali del Monte Bondone, a 409 metri sul livello del mare. Un paese che si distingue per essere circondato da vigneti e frutteti, ma anche perché conserva intatto l’antico fascino della tradizione rurale trentina.

La parte più alta del borgo è impreziosita da pregevoli palazzi rinascimentali, mentre quella più bassa vanta un aspetto medievale e la presenza di mulini, fucine e opifici. Da non perdere è Palazzo Negri di San Pietro, che si trova rialzato a dominio del paese.

Castel Madruzzo, dal canto suo, appare come un miraggio: eretto su un’altura rocciosa, si raggiunge salendo una ripida stradina scavata nella roccia. Ma non solo. Questo maniero è circondato da un meraviglioso parco di 12 ettari, racchiuso da un muro di cinta e caratterizzato da interessanti varietà arboree, dal leccio, alle querce, ai faggi secolari. Insomma, una splendida e antica costruzione immersa in un paesaggio da sogno.

Infine, Fraveggio un paese attraversato ancora oggi da una roggia che precipita, in forma di cascata, nel terreno sottostante in direzione del Lago di Santa Massenza, nato dall’erosione glaciale.

Castel Madruzzo valle dei laghi

Fonte: Wikipedia – Ph: Syrio

Castel Madruzzo nella Valle dei Laghi

Gli altri splendidi laghi

In totale sono circa una decina e decidere quali ammirare non è sempre facile. Oltre ai Laghi di Lamar e al Lago di Santa Massenza di cui vi abbiamo parlato sopra, vale la pena fare un salto al Lago di Toblino in cui si affaccia un castello arroccato su una piccola penisola e circondato da boschi secolari e vigneti.

Vale una sosta anche il Lago di Cavedine, un piccolo bacino artificiale caratterizzato da acque spesso gelide, ma che sono anche l’ideale per praticare diversi sport acquatici. Particolarmente suggestivo è il paesaggio che lo abbraccia, anche perché è una zona ancora poco toccata dall’uomo e quindi ricca vegetazione.

Poi il Lago di Terlago, anch’esso ricco di vegetazione sommersa e di pesce, a tal punto da essere l’ecosistema lacustre più ricco del Trentino. Un meraviglioso bacino collinare poco profondo, ma le cui acque vantano un singolare colore bruno-olivastro dovuto alla variegata flora.

Ma non solo. Il lago è molto interessante anche dal punto di vista storico considerando che le più antiche testimonianze archeologiche risalirebbero al tardo Paleolitico, circa diecimila anni prima di Cristo.

Insomma, non resta che approfittare di questo Festival per scoprire alcuni dei luoghi segreti del Lago di Garda e questa valle che sembra uscita direttamente da un libro di fiabe.

Lago di Cavedine valle dei laghi

Fonte: iStock

Il Lago di Cavedine nella Valle dei Laghi
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Roppolo, il piccolo borgo incantato tra lago e montagne

Sorge in un territorio ricco di biodiversità, tra laghi, colline, risaie, boschi e sentieri, l’antico borgo di Roppolo, nel Biellese, posizionato nelle estreme propaggini orientali della collina morenica della Serra Morenica di Ivrea. Da qui è possibile abbracciare con uno sguardo il lago di Viverone e la vallata sottostante.

Tre le ipotesi che ruotano intorno alle origini del nome: si pensa che Roppolo derivi dal latino ‘ara-Apollinis’, ossia ‘altare di Apollo’, in quanto quella zona è stata anticamente abitata da nuclei sia celtici che romani, oppure dal prediale germanico ‘Ropolo, Roptulo’, mentre una terza congettura riguarderebbe il piemontese ‘rocol’, e cioè rocca, arroccamento.

Ciò che si sa con certezza, è che il nome ‘Roptul’ fu attestato per la prima volta nel 936, su una delega dell’imperatore germanico Ottone I di Sassonia sul Vercellese, e consegnato ai nobili del territorio. Qualche decennio più tardi, sarà poi citato come tappa dell‘itinerario di pellegrinaggio della Via Francigena.

Il Castello di Roppolo, principale attrazione del borgo

Tra le attrazioni più belle di questo borgo adagiato sulle colline piemontesi c’è l’affascinante Castello di Roppolo, superstite indenne di invasioni, guerre, assedi, espugnazioni e distruzioni, nonché tappa imperdibile per chi passa lungo il vicino tracciato della Via Francigena. Sin dalla fine del IX secolo si erge sulle sommità dell’anfiteatro morenico, da cui domina tutto il paesaggio circostante, che dai ruderi del Castello di Viverone, conduce lo sguardo ad abbracciare in lontananza le bianche case di Ivrea, la valle e le montagne di Aosta, e il colle di Masino.

La sua posizione strategica ne ha decretato la fortuna nei secoli: numerosi condottieri, infatti, lo utilizzarono come quartier generale, tra cui anche Napoleone Bonaparte. Il castello passò in mano a diverse famiglie nobili cambiando di volta in volta uso: nato come roccaforte diviene dimora fortificata, per poi trasformarsi in alloggiamento signorile e, successivamente, in una elegante residenza di campagna.

La magnificenza del passato sotto la potente famiglia dei conti Bichieri è ancora viva e presente nell’ala duecentesca del maniero, sulla cui parete principale domina lo stemma dei tre bicchieri riempiti di vino a metà, sotto il cappello cardinalizio del Cardinale Guala. Dal 1441 fino alla Rivoluzione Francese, il castello passò sotto la signoria dei piemontesi Valperga, cui si deve la ristrutturazione dell’edificio con l’aggiunta dell’ala Est, in stile rinascimentale, che è andata a definire nei suoi elementi essenziali quella che poi è rimasta fino ad oggi la sua fisionomia. Tuttavia, il nome di Ludovico Valperga è legato ad una oscura storia, tra realtà e leggenda.

La leggenda del ‘murato vivo’

Castello e borgo ritorneranno di proprietà sabauda a causa della storia del ‘murato vivo’. Nel 1800, durante i lavori di restauro di una parete, nella terza stanza della torre fu trovata, dietro un muro, un’armatura completa con tanto di scheletro al suo interno. Le spoglie vennero attribuite a Bernardo Valperga di Mazzè, che scomparve forse per mano del suo vecchio compagno d’armi Ludovico Valperga. Tutto deriverebbe da un contenzioso tra Ludovico e Bernardo: quest’ultimo, caduto in un tranello ordito dal primo ai suoi danni, scomparve improvvisamente nel nulla gettando nella disperazione la giovane moglie Maddalena, che sconvolta vagò per giorni nella campagna circostante alla sua ricerca.

Nello studio realizzato dallo storico Renzo Rossotti risulta che la versione ufficiale della scomparsa di Bernardo Mazzè, attribuita ad annegamento in un fiume, non fu creduta dai Savoia, che confiscarono a Ludovico Valperga il castello, in quanto ritenuto responsabile di omicidio. In seguito all’assassinio, furono sentite urla strazianti nell’edificio, soprattutto nelle notti di luna, tali da alimentare la leggenda arrivata fino ai giorni nostri. Un secolo dopo, una commissione si prese la briga di andare a svelare quel mistero, constatando che si trattava del vento che, formando un mulinello in una stanza dell’ultimo piano, provocava un ululato simile a un lugubre lamento. Tuttavia, nessuna spiegazione fu mai fornita riguardo alle misteriosi apparizioni spettrali.

Relax al Lago di Viverone

Roppolo regala anche esperienze incantevoli in un affascinante contesto naturale, come una gita al lago di Viverone. Inserita nel sistema dei “Siti Palafitticoli Preistorici dell’Arco Alpino”, l’area fa parte dei Patrimoni dell’Umanità UNESCO.

Il lago è un’oasi di protezione faunistica, che offre un ambiente naturale ricco di flora e fauna di notevole interesse, ma le sue sponde sono ben attrezzate per l’accoglienza, grazie alla presenza di molti campeggi, villaggi turistici, alberghi e strutture balneari. Qui c’è la possibilità di praticare tante attività all’aria aperta, dall’equitazione al trekking, passando per escursioni in mountain bike e pesca sportiva. Un luogo davvero unico e affascinante.