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La Valle del Silencio, il segreto meglio custodito della Spagna

Ci sono dei posti remoti, totalmente fuori dai radar dei turisti, dai profili fiabeschi e che nascondono segreti naturali e gioielli architettonici davvero unici nel loro genere. No, per trovarli non occorre andare dall’altra parte del mondo, perché sono più vicino di quanto si creda. Uno di questi si trova in Spagna, e prende il nome di Valle del Silencio.

Dove si trova la Valle del Silencio

La straordinaria Valle del Silencio (e tra poco scopriremo che non si chiama così a caso) sorge a Sud della regione spagnola soprannominata El Bierzo, un angolo del Paese dove la natura regna indiscussa e che si trova a ovest della Provincia di León, nella comunità autonoma di Castiglia e León.

Sotto lo sguardo dei Monti Aquilianos, per accedervi occorre attraversare una strada pregna di piccoli paesini da sogno e che in sottofondo regala un costante mormorio di ruscelli e sinuose cascate.

Perché si chiama così

Un nome molto particolare, quello della Valle del Silencio, su cui però non c’è un parare universale: nessuno sa con precisione perché si chiami così. Ciò non toglie che ci siano un paio di storie curiose che provano a raccontarlo.

La prima narra che non si potrebbe chiamare in altro modo, perché quando i viaggiatori attraversano la tortuosa strada che la collega con il resto del mondo rimangono muti. Non è chiaro però se la mancanza di parole derivi dalle tante curve da superare o a causa degli straordinari, e pressoché infiniti, paesaggi che fanno impallidire.

Secondo un’altra storia, invece, questo curioso nome è dovuto alle rigide regole imposte dalle piccole comunità di monaci che vagavano da queste parti, tra l’VIII e il X secolo, e che qui trovarono il luogo che cercavano, nonché grotte dove rifugiarsi incastonate tra montagne che già i Celti consideravano sacre.

Cosa visitare

La prima tappa da fare nelle vicinanze della Valle del Silencio è Ponferrada, capoluogo di El Bierzo e anche una delle soste principali del famosissimo (e bellissimo) Cammino di Santiago. Una località dai profili magici: si sviluppa ai piedi di un imponente castello fondato dai templari.

Chiamato il Castillo del Temple, è stato costruito nell’XI secolo e poi modificato, ampliato, riformato e restaurato. Molto interessante è anche la Torre dell’orologio che un tempo era un’antica porta della città. C’è poi il Real Carcel (Carcere reale), un edificio a due piani che ospita oggi il Museo del Bierzo.

Un’altra attrazione da non perdere è la Basilica della Madonna della Quercia dove è custodita La Morenita, una delle antiche Madonne nere della Spagna.

Da qui inizia il vero e proprio percorso che porta ad immergersi nella Valle del Silencio. Bisogna andare in direzione San Clemente de Valdueza, Montes de Valdueza e Peñalba de Santiago lungo una strada impreziosita da una fitta e fresca foresta che permette di lasciarsi alle spalle la frenesia del mondo: non sorprende, quindi, che fosse meta degli eremiti.

Con una piccola deviazione si raggiunge Montes de Valdueza, un paese dall’atmosfera rustica e autentica che si trova in una posizione particolarmente isolata, al centro dei Monti Aquilianos, tanto che i monaci anacoreti qui costruirono monasteri ed eremi, come il monastero di San Pedro de Montes, attorno al quale nacque l’attuale borgo.

Subito dopo occorre andare in direzione Peñalba de Santiago che colpisce per essere un borgo incontaminato. Da queste parti sorge la Chiesa del X secolo che è stata descritta da Sandoval come “la cosa più curiosa e degna di nota che la Spagna abbia tra le antichità”.

Dai vicoli labirintici, è un posto che è rimasto ancorato nel tempo, come del resto la Valle del Silencio che è uno di quei luoghi meno conosciuti ma più sorprendenti della Spagna.

Infine San Clemente de Valdueza, pieno di edifici dalla tipica architettura berciana. Da qui inizia anche il percorso che porta al belvedere e all’altalena Valdecarrizo dove si può godere di straordinarie viste panoramiche e scattare alcune foto da una delle altalene più suggestive del Bierzo.

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Riapre il Disneyland Hotel: qui puoi vivere la tua fiaba

Esistono ancora destinazioni nel nostro pianeta che riescono a risvegliare in noi l’eco di tempi più semplici e puri, riportandoci alla meraviglia incantata dei nostri giorni d’infanzia. Luoghi in cui il cuore sembra pulsare al ritmo delle favole, dove l’ordinario si trasforma in straordinario e la realtà cede il passo all’immaginazione, all’allegria, alla magia.

Uno di questi è senza dubbio Disneyland Paris, un regno incantato che, come un potente sortilegio, ci avvolge e ci trasporta in un mondo dove tutto è possibile, dove i sogni prendono vita e la fantasia non conosce limiti.

Qui, tra il luccichio di castelli fatati, sorge il Disneyland Hotel, un sontuoso albergo a cinque stelle che, dopo una straordinaria ristrutturazione, ha riaperto le sue porte per offrire ai suoi ospiti un soggiorno indimenticabile. Situato proprio all’ingresso del parco, è un emblema dell’incanto e della meraviglia che caratterizzano l’universo Disney. Sei pronto a vivere un sogno? Immergiti in un mondo in cui ogni giorno è un’occasione per incontrare i tuoi personaggi preferiti, perché Disneyland sarà sempre il luogo dove tutti noi possiamo tornare bambini.

Disneyland Hotel: dove la magia diventa realtà

Disneyland Hotel

Fonte: The Walt Disney Company Italia


Suite Principesca La Bella e la Bestia, Disneyland Paris

Cari sognatori, iniziate a pianificare un viaggio al centro della magia, perché l’esperienza sarà più emozionante che mai. Ogni centimetro del Disneyland Hotel è stato rinnovato con passione e dedizione, trasformando la spettacolare hall, le camere e le suite lussuose in un omaggio alla magica atmosfera Disney.

Costruito nel 1992, più di qualsiasi altro, è diventato un simbolo dell’esperienza Disney, un luogo dove la magia non finisce mai. L’hotel offre ai suoi ospiti la possibilità di godere di viste straordinarie, direttamente dalle loro camere, sul Castello della Bella Addormentata, oppure sui pittoreschi Fantasia Gardens. Al calar del sole, i colori vividi del castello creano un panorama mozzafiato, mentre la vista notturna dei giardini illuminati regala un’atmosfera incantata, creando immagini che rimarranno impresse nel cuore per sempre.

La squadra visionaria di Walt Disney Imagineering Paris, insieme ai migliori fornitori e artigiani di tutta Europa, ha trasformato l’esperienza alberghiera in un’opera d’arte di design e narrativa. Con passione, dedizione e un occhio attento ai dettagli, hanno plasmato un’esperienza unica e immersiva per raccontare una storia, per incantare e trasportare gli ospiti in un mondo dove la magia Disney si fonde con l’eleganza e la grandiosità dei più importanti monumenti europei, come il Castello di Versailles e il Neuschwanstein Castle.

Le 487 stanze e suite del Disneyland Hotel sono state completamente rinnovate con un’eleganza straordinaria, offrendo tutti i comfort moderni e servizi di lusso per un’esperienza indimenticabile. Il progetto ha coinvolto ogni tipo di alloggio, dalla Camera Superior alla Suite Reale, per offrire una vasta gamma di opzioni che soddisfano le diverse esigenze, creando così un rifugio accogliente per un soggiorno rilassante e piacevole.

Inoltre, grandi e piccini potranno vivere un’esperienza esclusiva al The Castle Club, un luogo unico che offre numerosi benefici e servizi VIP che superano di gran lunga le aspettative di un semplice soggiorno. Qui, è possibile accedere a un ascensore privato e a una reception dedicata, garantendo arrivi e partenze senza stress. Ma una delle esperienze più sorprendenti è sicuramente la colazione con le Principesse Disney nel raffinato salone del Castle Club, un’occasione unica per i più piccoli di trascorrere un momento da favola.

Disneyland Paris: un universo incantato che non smette mai di sorprendere

Questo rinnovamento è parte di un progetto ambizioso per infondere ancora più magia nei parchi Disney in tutto il mondo. Tra le novità più attese, c’è l’apertura del Marvel Avengers Campus, un’area tematica che promette di regalare ai visitatori avventure mozzafiato ed emozionanti.

E le sorprese non finiscono qui. Presto il Parco Walt Disney Studios accoglierà un’area a tema Frozen nel quale grandi e piccini potranno immergersi in spettacoli emozionanti, assistere a una parata con Elsa, Anna e gli altri amici di Arendelle, e vivere momenti indimenticabili.

“Questa riapertura segna un nuovo capitolo per Disneyland Paris, che continua a guidare l’industria europea del turismo con la sua miscela unica di narrazione coinvolgente e ospitalità di livello mondiale” ha dichiarato Natacha Rafalski, Presidente di Disneyland Paris. “Siamo entusiasti di svelare il nuovo Disneyland Hotel, una struttura a cinque stelle unica nel suo genere che celebra la regalità e l’amata narrazione Disney. Il nostro impegno verso l’innovazione e un’esperienza impareggiabile per gli Ospiti rimane costante, non vediamo l’ora di dare il benvenuto a tutti in uno degli hotel più coinvolgenti d’Europa.”

Tutti i 7 Hotel Disney sono vere e proprie opere d’arte che offrono servizi per tutti i gusti, garantendo che il soggiorno sia pieno di magia e ricco di emozioni irripetibili. Lasciati trasportare in questi universi unici, dove ogni dettaglio è pensato per far sognare a occhi aperti e rendere il viaggio ancora più speciale.

Disneyland Hotel

Fonte: The Walt Disney Company Italia


Royal Banquet, Disneyland Paris
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In Perù esiste la città misteriosa degli Inca e non è Machu Picchu

Immagina un Paese dove la storia antica si fonde con la bellezza selvaggia della natura, creando un mosaico di panorami mozzafiato e misteri affascinanti. Questo è il Perù, un tesoro nascosto disseminato di siti archeologici che narrano storie di una cultura millenaria, ricca di leggende e misteri.

Con la sua maestosità incastonata tra le vette delle Ande, l’attrazione che affascina la maggior parte dei visitatori è senza dubbio Machu Picchu. Ma il Perù nasconde molte altre meraviglie che vale la pena esplorare. Oggi ti porteremo alla scoperta di un luogo straordinario e poco conosciuto: Waqra Pukará, un enorme sito Inca a forma di corno che si erge sopra il Canyon Apurimac, offrendo uno spettacolo che toglie il fiato.

Preparati a lasciarti avvolgere dall’emozione di scoprire questo luogo magico, dove potrai toccare con mano la grandezza di una civiltà perduta nel tempo.

Waqra Pukará: il tesoro nascosto dell’antica civiltà Inca

Rio Apurimac

Fonte: iStock

Rio Apurimac, Perù

Nel cuore del Perù, dove le maestose montagne toccano il cielo e la storia si fonde con la leggenda, sorge Waqra Pukará, un luogo avvolto da un’atmosfera unica e affascinante. Questa antica fortezza Inca, avvolta da un velo di mistero, si trova nascosta nella provincia di Acomayo, emergendo lentamente dalle ombre dell’oblio per svelare al mondo la sua maestosa bellezza.

Il suo nome, che risuona con l’eco delle antiche lingue Quechua, significa “fortezza cornuta“, un omaggio alla sua struttura unica che si erge come un paio di corna sopra il fiume Apurímac.

Raggiungere Waqra Pukará è un’avventura davvero straordinaria, che si rivela solo a coloro che hanno il coraggio di sfidarla. Da Cusco, esistono tour specializzati che offrono emozionanti escursioni: trekking avventurosi lungo sentieri inesplorati, emozionanti cavalcate attraverso terreni selvaggi e incredibili discese sulle rapide bianche del fiume. Ogni passo avvicina i viaggiatori a un mondo magico e affascinante, sospeso nel tempo e nello spazio.

Durante l’epoca Inca, questo sito era un luogo di grande importanza nel contesto della visione del mondo andino. Le sue strutture, ancora intatte, narrano un passato ricco di mistero e spiritualità. Ogni pietra, ogni sentiero, ogni parete della fortezza ci raccontano storie affascinanti di una civiltà che ha lasciato un’impronta indelebile nella storia dell’umanità, un percorso che risveglia il senso di meraviglia per le innumerevoli bellezze del nostro pianeta.

Waqra Pukará: il sacro santuario degli Inca

Seguendo il sentiero verso Waqra Pukara, ti troverai immerso nella meraviglia della flora e fauna del Perù. I maestosi condor, sovrani dei cieli andini, sorvoleranno sopra di te, con i loro voli eleganti che catturano l’essenza del selvaggio e dell’inesplorato.

Sarai affascinato dalla vastità dei cactus, un mare di verde intenso che si estende all’orizzonte, interrotto solo dalle formazioni rocciose che emergono dal paesaggio, come sculture create dalle mani di Madre Natura.

Quest’antica fortezza, considerata sacra, continua a risuonare con la spiritualità dei popoli Inca. Le maestose porte trapezoidali con tripli stipiti testimoniano l’enorme importanza di questo luogo: dettagli riservati ai luoghi più venerati, dove cerimonie e pellegrinaggi erano molto frequenti.

Ma Waqra Pukará non era solo un luogo di culto. Era anche una tappa fondamentale del Qhapaq Ñan, o Cammino Inca, un sistema di strade che collegava l’intero impero. Questa vasta rete si estendeva dalle terre del nord della Colombia fino alle estreme punte del sud dell’Argentina, attraversando culture e paesaggi differenti. Un punto di incontro cruciale, un luogo dove i viaggiatori potevano trovare rifugio, meditare e connettersi con il divino prima di intraprendere il lungo viaggio attraverso il continente.

donne peruviane

Fonte: iStock

Rio Apurimac, Perù
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Libri, boschi e magnifici panorami: la magia di Montereggio

A pensarci bene, l’Italia è bella per questo: in piccoli luoghi sperduti, nascosti o solo dimenticati, si trovano le tracce di secoli di storia, sia essa con la s maiuscola o minuscola.

Prendete ad esempio il borgo di Montereggio, frazione del comune di Mulazzo, in provincia di Massa Carrara. Meno di cinquanta anime, stando agli ultimi rilevamenti. In pratica: un grumo di case di pietra con un paio di campanili a sormontare i tetti, edifici aggrappati alla sommità di una collina circondata da boschi a perdita d’occhio.

Eppure questo luogo remoto e rurale è la culla di una fetta importante dell’editoria italiana.

Montereggio, il monumento ai librai ambulanti con il campanile dell’antica Chiesa di Sant’Apollinare

Montereggio, il paese dei librai

Nato come insediamento medievale in posizione militare strategica sul passo che congiunge la valle del fiume Magra con la via Francigena, Montereggio è sempre stato un borgo agricolo, sorretto da agricoltura e pastorizia.

All’inizio del XIX secolo il paese era caratterizzato da una forte emigrazione. Buona parte della popolazione, almeno per parte dell’anno, si trasformava da contadino in venditore ambulante, attraversando l’Italia, ma anche altri paesi d’Europa, occupandosi di rifornirsi di merci in un luogo per poi venderle in un altro.

A questo fenomeno contribuì in maniera decisiva l’anno senza estate. Il 1816, infatti, fu caratterizzato da alcune anomalie climatiche che distrussero i raccolti, costringendo la popolazione rurale a trovare altri mezzi di sostentamento. A Montereggio i membri delle famiglie del borgo si risolsero a trasformarsi in venditori ambulanti di un nuovo tipo di merce, molto desiderato negli ambienti borghesi delle città: i libri.

A Montereggio le strade e le piazze sono intitolate ai grandi nomi dell’editoria italiana

Pur essendo analfabeti, i venditori montereggini avevano imparato che il libro era un oggetto facilmente trasportabile (più delle pietre per affilare le falci che di solito portavano), redditizio e richiesto, viste le pesanti censure operate dalla maggior parte degli apparati burocratici degli Stati italiani ed europei, in primis l’Impero austriaco.

Partiti da questo piccolo borgo di pietra della collina lunigianese, i librai montereggini si resero protagonisti di una vera e propria invasione culturale del centro e del nord Italia, contribuendo in maniera fattiva, nel corso dell’Ottocento, alla diffusione delle idee mazziniane tramite il contrabbando di opuscoli e scritti degli intellettuali risorgimentisti. Dapprima muniti solo di una gerla, poi di un carretto e infine caratterizzati dalle loro bancarelle, divennero una consuetudine nelle piazze delle città italiane lungo tutto il Novecento.

Angoli di Montereggio

Alcuni di loro resero permanente la loro emigrazione in Italia e all’estero, trasformandosi da librai in editori e dando vita a piccole e grandi case editrici, come nel caso della Casa Editorial Maucci, che prendeva il nome da una famiglia montereggina e che da Barcellona aprì succursali a Madrid, Città del Messico e Buenos Aires, rendendosi protagonista dell’esportazione dei grandi classici europei del Novecento in Sud America.

Una storia che, in esaurimento nel secondo Dopoguerra, viene celebrata ogni anno dal noto Premio Bancarella, nato nel 1952 a Mulazzo e poi spostato a Pontremoli, a pochi chilometri da Montereggio, proprio per celebrare con un riconoscimento letterario annuale la storia dei librai lunigianesi e del piccolo borgo sulla collina in particolare.

Come arrivare e cosa vedere a Montereggio

La storia e la tradizione dei venditori ambulanti di libri trova robusta testimonianza nelle strade di Montereggio, un paese oggi animato da pagine e scaffali, nei cui vicoli trovano posto piccole biblioteche e le cui strade sono intitolate ai grandi nomi dell’editoria italiana.

Se a questo si unisce il fascino di un borgo medioevale ben conservato e gli splendidi panorami naturali sulle colline circostanti, ricoperte di boschi, una visita a Montereggio diventa un appuntamento da non perdere.

Non poteva mancare una little free library a Montereggio

Il piccolo borgo si trova sul fianco di un colle a oltre 600 metri di altitudine sul livello del mare. Per raggiungerlo occorre recarsi a Pontremoli, il centro più importante della Lunigiana, e percorrere la Strada provinciale 31 che da qui porta alla frazione di Arpiola, correndo lungo il versante in destra orografica del fiume Magra. Seguendo le indicazioni stradali per Mulazzo, la strada inizia ad inerpicarsi sulla collina. Giunti nel capoluogo comunale, si passa sotto l’antico arco in pietra adiacenti i lavatoi e si prosegue seguendo le indicazioni per Montereggio: in circa 15 minuti sarete arrivati a destinazione.

Si può lasciare l’auto negli appositi posteggi all’imbocco del paese, sotto l’antica Chiesa di Sant’Apollinare, caratteristico edificio religioso che accoglie i visitatori. Il suo campanile di pietra svetta, coronato dal verde delle colline che contornano la vista. Costruita nell’undicesimo secolo, con un rosone in arenaria a decorazione della facciata, venne semi-distrutta da una violenta grandinata alla fine dell’Ottocento. Oggi è stata restaurata, ricostruendo il soffitto con le piagne, le tipiche lastre di arenaria con cui sono costruiti molti dei tetti delle costruzioni lunigianesi. Vista la costruzione della nuova chiesa parrocchiale nel centro del paese, intanto, l’antica è stata declassata a oratorio. La posizione e l’aspetto, però, le conferiscono una magia e un carattere unico.

Tex e Zagor sulle panchine di Montereggio, con un panorama speciale sulle colline verdeggianti

Dalla adiacente piazza Angelo Rizzoli, con il suo monumento ai librai di Montereggio che fa bella mostra di sé, inizia la scoperta del borgo di Montereggio. Il libro è il minimo comune denominatore della visita, tra panchine panoramiche realizzate come un fumetto da sfogliare, piccole librerie per lo scambio libero di volumi, testimonianze del passato del paese nelle numerose targhe affisse sui muri in pietra delle abitazioni e un’ampia biblioteca colma di volumi di seconda mano in vendita per sostenere le associazioni locali che mantengono vivo il paese dei librai.

Ogni momento dell’anno è buono per visitare Montereggio, che assume un fascino diverso a seconda della stagione. Il borgo si anima soprattutto nella bella stagione: in primavera arrivano i canti del maggio, un’antica tradizione contadina del centro Italia che vede musici e cantanti attraversare le strade del paese con canti benauguranti per l’arrivo del bel tempo; in estate il Festival del Fumetto e la Festa del Libro rimandano alla grande tradizione dei librai di Montereggio, tra bancarelle e incontri letterari.

Al fascino del paese di pietra e della storia dei librai ambulanti, si abbina il forte richiamo della natura. I dintorni sono caratterizzati da numerosi percorsi per trekking, mountain bike e ippovie per scoprire le piccole meraviglie che si celano tra i boschi, come torrenti, cascate e panorami che possono spingersi da favolose viste appenniniche, come dal vicino Passo dei Casoni, fino al Golfo di La Spezia, visibile dalla vetta del Monte Cornoviglio.

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Villacidro, il borgo delle streghe in Sardegna

A 45 chilometri da Cagliari, tra profonde valli, vette e l’incontro con la pianura, sorge Villacidro, antico “borgo di montagna” chiamato tradizionalmente “paese delle streghe”, oggi moderna cittadina che conserva con fierezza le tradizioni di un passato agro pastorale e produzioni d’eccellenza che si legano ai sapori autentici di un territorio unico.

Importante centro del Medio Campidano, nel sud ovest della Sardegna, si fa apprezzare per le bellezze naturali, i paesaggi mozzafiato e per i notevoli punti di interesse che ne impreziosiscono le vie e gli immediati dintorni.

Meraviglie nel cuore di Villacidro

Per conoscere a fondo Villacidro, la visita può avere inizio dal centro dell’abitato che vede il suo cuore pulsante in Piazza dello Zampillo (dall’Ottocento Piazza XX Settembre), dove confluiscono tutte le strade che scendono dai quartieri più in alto e fa bella mostra di sé un’elegante fontana con zampillo in trachite nera di Serrenti: è questa, da sempre, la piazza “dei giochi e del passeggio” su cui ammirare anche la costruzione del Montegranatico, il “monte del grano” che, dal 2003, è sede del Civico Museo Archeologico Villa Leni che espone preziosi reperti che vanno dalla Preistoria, all’epoca del dominio fenicio-punico e romano, fino all’Alto Medioevo e che provengono in gran parte dalle zone limitrofe.

Sempre a proposito di musei, da segnare in agenda sono “Sa Potecarìa” (antico nome della farmacia in sardo) nato dalla passione del farmacista Dott. Ignazio Fanni, che raccoglie utensili, arredi e strumenti legati all’arte sanitaria e a quella farmaceutica con significative testimonianze dislocate in più sezioni, e il Museo d’arte e arredi sacri, nei locali dell’Oratorio della Santa Vergine del Rosario, con notevoli opere appartenute all’Oratorio delle Anime e alla Parrocchiale di Santa Barbara e suppellettili e manufatti della Confraternita del Rosario.

E qui arriviamo al patrimonio religioso di Villacidro che si svela nelle numerose chiese che lo caratterizzano, a partire dalle tre che svettano sulla piazza principale: la già citata Chiesa di Santa Barbara, la più antica, edificata tra il XII e il XIV secolo in stile gotico-aragonese e dai ricchi arredi in marmo policromo, la Chiesa delle Anime Purganti, in stile spagnolo, risalente al XII secolo, e l’Oratorio di Nostra Signora del Rosario, dalla facciata in stile gotico-catalano.

Ma non sono le sole: da vedere la Chiesa della Vergine del Carmelo del XVII secolo dal cui sagrato si gode di una splendida vista sul centro storico e sulla vallata, la Chiesa campestre di San Sisinnio con unica navata dalla volta a botte, la Chiesa di San Pietro, unica superstite dell’ormai scomparsa villa di Leni, piccolo villaggio agricolo sulle rive del rio omonimo, e la Chiesa di San Giuseppe, voluta nel 1744 da un signorotto spagnolo come atto di fede verso il Santo.

In prossimità della centrale Piazza Santa Barbara, merita poi una sosta l’imponente Palazzo Vescovile, punto di riferimento per importanti eventi culturali, collegato da un’antica scala in ciottolato al Lavatoio, altra meta da non tralasciare, costruito nel 1893 su disegno dell’ingegnere Enrico Pani in stile liberty.

Un paesaggio straordinario

Come accennato, fiore all’occhiello di Villacidro sono le bellezze naturali di un contesto straordinario plasmato da rigogliosi boschi, cascate spettacolari e parchi dove dedicarsi a rigeneranti escursioni a piedi, in bici e a cavallo.

Tra le cascate che da non perdere ecco la Cascata di Sa Spendula, decantata da D’Annunzio in un sonetto del 1882, emozionante salto del torrente Coxinas tra granitiche rocce rosa e grigie e montagne selvagge, la Cascata Muru Mannu, la più alta dell’isola con i suoi 72 metri, e la Cascata Piscina Irgas, nell’abbraccio delle marmitte giganti scavate dal rio Oridda.

E che dire, poi, del Belvedere Giarranas, un incantevole paesaggio ideale per l’arrampicata dal panorama sorprendente, più volte nominato nei romanzi dello scrittore locale Giuseppe Dessì (vincitore del Premio Strega 1972)?

Infine, ma non certo per ultimi, vanno ricordati i parchi, meta di trekker ed escursionisti: il Parco di Monti Mannu, il più noto e amato, il Parco di Villascema, vasta area verde alle pendici del complesso montuoso del Linas, il Parco San Sisinnio, con maestosi olivastri millenari, e il Parco Castangias, ottimo punto di partenza per arrivare all’altopiano di Coxinas e a invidiabili aree panoramiche.

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Gli Stati Uniti del Sud, tra leggende, vita rurale, musica e misteri

Quando pensiamo agli Stati Uniti ci vengono subito in mente i grattacieli, il trambusto delle metropoli e la frenesia delle città. Ma c’è una zona degli Stati Uniti che riesce ad essere ancora particolarmente autentica, dai ritmi lenti e rilassati, una regione dove il sole splende dolcemente, la gentilezza è uno stile di vita e l’ospitalità è un marchio di fabbrica.

Parliamo degli Stati Uniti del Sud, che vantano un mix di città affascinanti e dinamiche, architetture imponenti, quartieri storici, musei, siti per i diritti civili e dimore d’epoca, oltre ad alcuni tra i più antichi e visitati National Parks. Abbiamo avuto l’opportunità di scoprirli e ce ne siamo follemente innamorati.

Sei Stati e tante incredibili attrazioni

L’arrivo negli Stati Uniti del Sud è emozionante: è quell’America che non ti aspetti. Merito delle pressoché infinite spiagge di sabbia bianchissima, delle piantagioni di cotone e dell’atmosfera accogliente che si mescolano alla scena culinaria semplicemente eccezionale e alla cultura musicale senza pari.

Il Sud degli Stati Uniti è solitamente e giustamente identificato come la regione più originale e singolare del Paese, ma forse non ci si rende conto di quanto questa affermazione sia vera fino a che non ci si arriva.

Qui si scopre un’America diversa, fatta di luoghi e persone autentici, ricca di storia e cultura da scoprire. E in particolare tutto ciò è perfettamente percepibile in sei magnifici Stati: l’Alabama, dove le bellezze naturali si mescolano alla storia; la Louisiana, caratterizzata dalla cultura creola e Cajun, da suggestive distese paludose e patria del Jazz; il North Carolina, con sconfinate meraviglie naturali; il South Carolina, dalle bianche spiagge e dalle lussureggianti foreste; il Tennessee, dove scoprire la colonna sonora dell’America; il Mississippi, lo Stato in cui la vita scorre al ritmo del Blues e pieno di luoghi storici, fra cui piantagioni e sontuose dimore.

La culla della musica americana: le tappe da non perdere

La vita senza musica sarebbe una noia mortale e in qualche maniera le canzoni americane hanno fatto da colonna sonora ad ognuno di noi, tra generazioni passate, presenti e future

Ed è proprio negli Stati Uniti del Sud che è nata la musica americana: facendo un viaggio da queste parti si può ripercorrere la vita di molti artisti di fama mondiale, così come gioire delle note moderne grazie agli show di live music.

Un’esperienza che permette di portare a casa un bagaglio culturale non indifferente. Si ha persino la possibilità di immergersi nelle radici musicali del Sud visitando i musei dedicati alla musica o partecipando ad una delle centinaia di festival organizzati in tutta la regione.

L’arrivo in Mississippi, per esempio, fa capire sin da subito che proprio qui è nato e si è sviluppato il Blues, grazie anche al genio di B.B. King del quale si può visitare la tomba presso Indianola, una graziosissima città dove riposa questo straordinario artista all’interno del B.B. King Museum & Delta Interpretative Center.

Tante emozioni si vivono anche in Tennessee perché è qui che sorge Graceland, Mansion and Museum, la casa di Elvis Presley. E poi Nashville, la “Capitale della Country Music”, la “Music City” che coltiva anche pop, indie, gospel, bluegrass e altre forme di espressione musicale. New Orleans, in Louisiana, vanta origini armoniosamente mescolate nelle stesse radici della musica Jazz. Sì, negli Stati Uniti del Sud si può fare un vero viaggio al ritmo di musica, mentre straordinari paesaggi naturali riempiono l’anima e il cuore di stupore.

Stati Uniti del Sud, Louisiana

Fonte: Chris Granger

The Spotted Cat Music Club in New Orleans

Accoglienza e ospitalità: negli Stati Uniti del Sud ci si sente a casa

Ve lo abbiamo accennato all’inizio: negli Stati Uniti del Sud ci si sente a casa, ogni angolo è baciato da una calorosa accoglienza e ospitalità. E per noi italiani questo è un aspetto importantissimo. Anche per questo motivo, un viaggio da queste parti non può che lasciarci pienamente soddisfatti.

Qui percepiamo un’America incredibilmente simile a noi, quell’anima vera e autentica che tanto ci piace perché fatta di radici e tradizioni che trasportano indietro nel tempo. Poi ci sono le incredibili meraviglie dei paesaggi, le cittadine storiche perfettamente conservate e le miriadi di attività da scoprire che soddisfano ogni esigenza e aspettativa.

Qui l’ospitalità, calda e generosa, è un vero e proprio stile di vita, un’accoglienza allegra e autentica che si avverte ovunque: negli Stati Uniti del Sud si è davvero i benvenuti, e questa vibrante sensazione accompagna tappa dopo tappa.

Un viaggio di gusto tra due anime: raffinata e rustica

Gli Stati Uniti del Sud sono una grandissima sorpresa anche per le papille gustative: abbiamo capito che è qui che c’è la cucina più buona di tutto il Paese. Una gastronomia che ha una marcia in più e, anzi, ne ha due rispetto al resto degli Usa perché la cucina sa essere sia raffinata che rustica.

Il motivo? Questa zona gode di influenze provenienti da un’ampia varietà di culture – nativi americani, africani, spagnoli e francesi, solo per citarne alcune – e per questo i piatti sono pieni di personalità.

In Louisiana, per esempio, ci siamo goduti i piatti cajun e creoli, mentre nel North Carolina, e più precisamente a Lexington, un gustoso maiale arrosto con salsa piccante di aceto e pepe.

Ancor più sorprendente è stato il cibo del South Carolina con i suoi incredibili gamberetti accompagnati da una preparazione che ricorda la nostra polenta, un piatto imperdibile e che prende il nome di Shrimp and grits. L’Alabama, invece, è riuscita a deliziare le papille gustative con un pasto a chilometro zero nei ristoranti di Birmingham. E poi le interpretazioni creative dei frutti di mare più freschi grazie alle incredibili influenze provenienti dal Golfo del Messico e dall’Oceano Atlantico.

Un viaggio negli Stati Uniti del Sud, quindi, permette di assaggiare un ottimo mix delle cucine delle varie popolazioni passate da qui. Ricette in grado di soddisfare anche i più grandi appetiti, poiché la varietà riflette la storia del Paese, le tradizioni della cucina nativo-americana e le contaminazioni creative derivanti dai flussi migratori.

Mangiare Stati Uniti del Sud

Fonte: Travel South USA

Il cibo degli Stati Uniti del Sud

Toccare con mano la storia: i luoghi dei Diritti Civili

Gli Stati Uniti del Sud, oltre a quello che vi abbiamo raccontato, rappresentano anche l’America delle grandi piantagioni di cotone, delle dimore storiche e delle battaglie per i Diritti Civili.

Ciò vuol dire che qui si fa un viaggio che permette di toccare con mano la storia, quella che racconta la guerra civile americana da un lato e le intense testimonianze dei Diritti Civili dall’altro.

I luoghi, che inevitabilmente fanno riflettere e che abbiamo sempre studiato sui libri di storia, sono tantissimi. A Memphis, per esempio, sorgono il Lorraine Motel in Mulberry Street, noto per essere il luogo dove Martin Luther King Jr. venne ucciso il 4 Aprile del 1968, e il National Civil Rights Museum, con mostre che ripercorrono la storia del movimento per i Diritti Civili negli Stati Uniti dal XVII secolo ad oggi.

E poi ci sono le tradizioni assai particolari, come quelle da scoprire presso il New Orleans Historic Voodoo Museum con mostre che si concentrano su misteri, storia e folklore legati alla religione della diaspora africana del Louisiana Voodoo.

Ad affascinare sono anche le storiche piantagioni di cotone, il Museo del Carnevale situato a Mobile e gli Indian Mounds of Mississippi, dei tumuli di terra che contano circa 2.100 anni ma di cui ancora non si sa il motivo per cui vennero costruiti.

A disposizione dei viaggiatori che vogliono saperne di più su questa straordinaria destinazione degli Usa ci sono diverse e interessanti possibilità. Travel South USA e Gattinoni Travel hanno ideato una serie di itinerari interessanti per scoprire le mille (e autentiche) sfaccettature degli Stati Uniti del Sud.

Uno di questi è un imperdibile viaggio di gruppo di 12 notti e 10 giorni che conduce alla scoperta di 4 Stati differenti di questa regione americana. Le partenze sono previste da Milano per questa estate, 24 giugno, 16 luglio e 16 agosto, e porteranno al cospetto di tante meraviglie di cui vi abbiamo parlato, tra cui la possibilità di vivere a 360 gradi il fascino di New Orleans, la natura e la storia dell’Alabama, la vita e i luoghi delle star della musica statunitense e molto altro ancora.

Per chi invece è in cerca di qualcosa di più avventuroso ci sono diversi itinerari self drive tra cui scegliere. C’è The Civil Rights History Trail, per esempio, un viaggio su strada che tocca alcune delle città più importanti della storia del movimento americano per i Diritti Civili. Poi ancora il Rhythms of the South (American Rhythms), che permette di conoscere la storia e la natura di questa zona d’America al ritmo della sua inconfondibile musica.

Poi ancora l’itinerario che fa attraversare svettanti montagne per arrivare alle infinite coste di questa zona del Paese, il tutto passando per alcune delle spiagge e delle città più suggestive della regione. Se siete amanti del Jazz, invece, non dovete perdervi il Jazzy Jambalaya Adventure in self drive per scoprire tutte le meraviglie della Louisiana e delle rive del Mississippi, un itinerario che serve a conoscere un’altra America, lontana dai luoghi comuni.

Ma non è finita qui, perché c’è anche un tour che segue il corso del Mississippi per arrivare fino alla costa, un altro che porta nel cuore del North e South Carolina fino a toccare un paradiso chiamato Outer Banks e un ultimo che si svolge a ritmo di Rock ‘N Roll, mentre si guida attraverso il cuore e l’anima di Alabama e Tennessee.

Viaggio in Mississippi

Fonte: Visit Mississippi

Veduta del fiume Mississippi
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L’arte di Dalì illumina la natura: a Parigi è magia

Immaginate di trovarvi nella meravigliosa Parigi, con l’aria frizzantina della notte intenta ad accarezzare la vostra pelle. È già un’immagine incantevole, non trovate? Bene, però si può sempre fare di meglio, come per esempio sognare di fare una passeggiata luminosa tra le opere di Dalì. Un’associazione troppo fantasiosa? Niente affatto, perché è proprio quello che potreste vivere (davvero!) al Parc de la Villette, uno dei più grandi parchi della capitale francese.

La passeggiata luminosa L’Art dans la Nature

Ma di cosa stiamo parlando nello specifico? Di L’Art dans la Nature,  non una “semplice” mostra ma un vero e proprio percorso luminoso, un cammino di luci e suggestioni pensato dall’associazione culturale e d’intrattenimento LETSGO per omaggiare Salvador Dalì, esaltare la bellezza di Parc de la Villette e risvegliare e stuzzicare i senti dei visitatori, portandoli a riflettere su ciò che apparentemente sembra illogico e strano e a tenere in alta considerazione il valore della vita, della natura e di ogni momento.

Art Dans Nature, mostra luminosa di Dalì a Parigi

Il cammino è ricchissimo: l’intero parco è stato diviso in 21 aree che si distinguono per un’opera principale ma che sono anche arricchite di piccole chicche e animazioni luminose. In tutto, ci sono più di 3.000 fra fontane illuminate, sculture iconiche, installazioni interattive e creazioni plastiche, che insieme formano il primo labirinto di luce mondiale in assoluto a dare spazio alle opere di Dalì, permettendo anche di guardarle da una diversa prospettiva.

Salvador Dalì, le danze incantate e la natura

Quasi tutte le luci di L’Art dans la Nature si muovono, si incontrano, volteggiano. E non è un caso, né si tratta “solo” di un escamotage scenografico. Anche i movimenti delle luci, a volte lenti e a volte veloci, a volte frenetici e a volte rallentati e morbidi, richiamano un punto cardine dell’arte di Dalì: la danza del tempo. Dalì era infatti ossessionato dal concetto di tempo e per mezzo delle sue opere (tra cui l’iconica La persistenza della memoria) ne sottolineava fugacità e importanza.

Parigi, mostra Arte nella natura

Allo stesso modo, Dalì era affascinato dalla natura: aveva con essa un legame profondo, molto più di quanto si possa pensare quando si immagina l’artista, così innovativo e “metropolitano”. Il legame traspare dalla presenza frequente, nelle sue opere, di elementi come uova, insetti, animali più o meno distorti.

Immagini oniriche e surrealismo

Alcuni di questi animali compaiono all’interno di L’Art dans la Nature: troviamo le formiche, che sembrano essere “fuggite” da alcuni capolavori, ma anche l’unicorno, gli elefanti e le lumache, tutti posizionati in scorci del parco che contribuiscono, durante la notte, a dare loro un aspetto ancora più magico, ancora più onirico.

Art Dans Nature, mostra luminosa di Dalì a Parigi

Tutto il percorso è stato studiato per restituire il desiderio di Dalì di sconvolgere le convenzioni ed esplorare gli angoli più nascosti della mente umana, quelli più creativi, quelli popolati da esseri e creature che non corrispondono al reale. Visitare L’Art dans la Nature è, dunque, un regalo da fare a noi stessi per sorprenderci a sognare l’insolito (o addirittura l’inammissibile). La passeggiata resterà aperta fino al 21 gennaio, ed è visitabile dal lunedì al sabato dalle 9:00 alle 13:00 e dalle 14:00 alle 18:00.

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Quest’isola è quel che resta di una principessa-drago

Avete mai sentito parlare di un’isola nata da una principessa, o meglio ancora da una principessa-drago? Probabilmente no: si tratta di un’antica leggenda che narra dell’origine di Tioman, considerata una vera e propria oasi paradisiaca. Non a caso, in molti la ritengono una delle isole più belle al mondo, un luogo dove la natura è ancora incontaminata e le spiagge sono un sogno. Andiamo alla sua scoperta.

L’isola di Tioman, un’antica leggenda

Situata al largo delle coste della Malesia, nello stato di Pahang, la splendida isola di Tioman è un gioiello lambito dalle acque del Mar Cinese Meridionale, a poco meno di 40 km dalla terraferma. Secondo la leggenda, sarebbe nient’altro che ciò che resta di una bellissima principessa-drago: si narra che questa creatura fantastica, mentre stava sorvolando il mare dalla Cina verso Singapore per andare a trovare il suo amato principe, decise di tuffarsi nelle acque cristalline sotto di lei per trovare un po’ di ristoro dal lungo viaggio.

La principessa restò completamente incantata dalla bellezza del luogo, tanto da decidere di porre fine al suo viaggio verso l’uomo che la stava aspettando. Si trasformò così in un’isola, pronta ad offrire riparo e accoglienza ai visitatori che fossero giunti sulle sue spiagge, regalando loro quel panorama meraviglioso da cui essa stessa era rimasta stregata. Si tratta ovviamente di una semplice leggenda, che si tramanda di padre in figlio per cercare di spiegare, con un pizzico di fantasia, un tale splendore come l’isola di Tioman.

Cosa vedere sull’isola di Tioman

Nonostante sia considerata una delle isole più belle al mondo, Tioman resiste ancora al turismo di massa e la sua è una natura pressoché incontaminata. Questo perché la maggior parte delle attività ricettive presenti sul territorio sono gestite da famiglie locali, offrendo così un’esperienza autentica ai visitatori. I pochi hotel di caratura internazionale non sono riusciti a snaturare questo ambiente intimo e riservato – almeno per il momento. Ci sono infatti in ballo diversi progetti per rendere l’isola più appetibile dal punto di vista turistico, tra cui la realizzazione di un nuovo aeroporto che inevitabilmente distruggerà un ampio tratto di barriera corallina.

Finora, però, Tioman resta un gioiello di indubbia bellezza. L’isola, lunga circa 20 km e larga 11, può essere raggiunta in traghetto o a bordo di un piccolo quadrimotore a elica che atterra presso il minuscolo aeroporto locale. Da qui, si dipana l’unica strada asfaltata di Tioman: per il resto, ci sono solo sentieri sterrati adatti a fuoristrada. Sull’isola ci sono 8 villaggi di medie dimensioni, tra cui il vivace centro abitato di Kampung Tekek. Il versante settentrionale è quello più turistico, con la cittadina di Kampung Salang che offre diversi ristorantini sulla spiaggia, splendidi negozi di souvenir e alcuni diving center.

Ad eccezione di questi villaggi un po’ più grandi, il resto dell’isola è disabitato e ricoperto da una fitta foresta pluviale, la meta ideale per gli amanti dell’avventura e del trekking. Ci sono numerosi itinerari che si addentrano nella giungla, alla scoperta di scroscianti cascate – come l’Asah Waterfall – e di vette montuose bellissime, tra cui i Dragon Horns (due grandi monoliti di roccia che si stagliano verso il cielo). Per chi preferisce rilassarsi al sole, c’è un’ampia scelta di spiagge da favola: tra le più famose ci sono Mango Bay e Paya, perfette per fare snorkeling e ammirare il prezioso monto sottomarino.

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Il misterioso segreto americano che puoi vedere, ma non toccare

Evanescente e colorata, questa illumina il buio. C’è chi dice che la Luce di Paulding sia un fenomeno sovrannaturale, nonostante studiosi abbiano dato una spiegazione scientifica. Fatto sta che in questo luogo lontano, che si trova nel Michigan settentrionale, quando arriva la sera molte persone si incontrano fuori dalla US Highway 45, per assistere con i propri occhi all’apparizione della luce che arriva come per magia.

Le leggende sul perché queste luci siano visibili nella notte, sono senza dubbio più intriganti della loro spiegazione logica, e in tanti si radunano per vedere i bagliori sfuggenti.

Il fenomeno misterioso della Luce di Paulding

Il mondo è pieno di luoghi misteriosi, le cui leggende si incontrano con la realtà dando vita ad attrazioni che richiamano non solo i cultori del paranormale, ma anche i curiosi. Basta citare, ad esempio, il Lago di Loch Ness in Scozia, oppure i tanti castelli in Italia che si narra siano infestati.

E anche negli Stati Uniti esistono luoghi in cui fenomeni particolarissimi attirano le persone e incuriosiscono le masse. Come accade nel Michigan settentrionale e, più precisamente, fuori dalla cittadina di Paulding dove un gruppo di giovani ha notato la misteriosa luce già nel lontano 1966.

Non importano le condizioni meteo o il periodo dell’anno, le luci appariranno e per vederle ci si dovrà recare su Robbins Road. Da lì si potranno vedere i bagliori, che hanno l’aspetto simile a piccole sfere e i cui colori variano. Possono essere bianche, oppure rosse, altre volte gialle e sono visibili se si guarda verso una collina che si trova a circa 8 chilometri di distanza. Non si possono toccare, infatti non ci si può avvicinare altrimenti spariscono nel nulla, almeno così racconta chi le ha viste. Ma si possono ammirare, non sempre nello stesso modo, fino all’alba.

Le misteriose luci nel Michigan a Paulding
Sono simili a questo bagliore le misteriose luci che si vedono nel Michigan a Paulding

Le leggende sulla Luce di Paulding

Il misterioso fenomeno della Luce di Paulding ha dato vita a più di una leggenda. Una di queste narra che, a creare questo fenomeno, sia il fantasma di un ferroviario deceduto a seguito di un disastro che dà vita a queste luci perché non accada ad altri. La ferrovia da qui, però, non passa. Altre leggende narrano di fuochi fatui che cercano bambini scomparsi o di extraterrestri.

Le ipotesi sono tante e regalano ai visitatori il brivido di assistere in prima persona a qualcosa di paranormale e straordinario. Del resto, è così che accade quando ci si imbatte in fenomeni che la mente umana non riesce a spiegare. Eppure, la Luce di Paulding ha una sua spiegazione e a trovarla sono stati degli studenti universitari che si sono recati sul posto per trovare una ragione logica a questi bagliori notturni.

La spiegazione scientifica

Nonostante in tanti ancora oggi vadano alla ricerca del fenomeno paranormale della Luce di Paulding, nel 2010 degli studenti, insieme a un dottorando in ingegneria elettrica della Michigan Tech University (MTU),  si sono recati sul posto per trovare una spiegazione scientifica.

Ed è emerso che si tratta dei fari delle auto che, combinanti all’ambiente e al clima, danno vita a queste luci particolarissime con un’illusione ottica capovolta, come spiegato da un articolo di BBC Travel. Nonostante sia stata trovata la motivazione, il fascino del luogo resta. Insieme alle sue leggende.

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Pioggia di stelle cade sui turisti: il luogo magico per ammirare il cielo

Si chiama astroturismo, ed è molto più di una tendenza destinata a scomparire. Si tratta di un invito a viaggiare, e a esplorare il mondo intero, per avere una vista privilegiata ed esclusiva sugli spettacoli del cielo.

Parchi lussureggianti, montagne solitarie, giardini delle meraviglie e spiagge paradisiache: i luoghi da raggiungere sono tantissimi e sono tutti destinati a incantare. Si tratta di destinazioni dove l’inquinamento luminoso è ridotto al minimo, motivo per cui il cielo riesce a mostrarsi in tutta la sua bellezza.

Tra queste troviamo anche le Isole Canarie, l’arcipelago spagnolo al largo della costa africana celebre per le sue origini vulcaniche e per le spiagge di sabbia bianca e nera. È proprio qui, che quando il sole lascia spazio al crepuscolo, è possibile assistere a uno spettacolo mozzafiato. La Luna illumina le notti dei viaggiatori e le piogge di stelle cadono sui turisti. Noi non abbiamo dubbi: è questo il luogo più magico del mondo per ammirare il cielo.

Ad ammirar le stelle sulle isole dell’eterna primavera

Organizzare un viaggio con destinazione Isole Canarie è sempre un’ottima idea. L’arcipelago spagnolo, infatti, è conosciuto per le sue bellezze naturalistiche, per quel ritmo slow che scandisce la quotidianità dei suoi abitanti, e anche per le sue temperature, sempre calde e miti.

Non è un caso che l’arcipelago sia stato definito il luogo con il miglior clima del mondo. Qui, infatti, si vive quella che è stata ribattezzata “un’eterna primavera” e che invita chiunque metta piede sulle isole, a vivere tutte le sue meraviglie in ogni stagione.

Ma c’è un motivo in più per raggiungere le Isole Canarie in ogni periodo dell’anno, e che farà felici tutti gli amanti delle osservazioni celesti. Grazie al basso tasso di inquinamento luminoso, infatti, l’arcipelago può vantare i cieli più tersi d’Europa.

Congiunzioni, pleniluni e sciami meteorici qui sono sempre ben visibili, soprattutto dai punti di osservazione situati all’interno delle quattro Riserve della Biosfera Unesco. Non vi resta, quindi, che prendere il calendario degli eventi celesti del 2024 e organizzare il vostro prossimo viaggio: lo spettacolo sta per cominciare.

Isole Canarie: il cielo qui dà spettacolo tutto l’anno

Sono tanti e diversi i luoghi da raggiungere sulle Isole Canarie per ammirare gli eventi del cielo. Vi basterà andare sulla spiaggia più vicina o recarvi tra le montagne per avere un accesso privilegiato su stelle e pianeti. Ma se è uno spettacolo senza eguali che volete assicurarvi, allora, il consiglio è quello di raggiungere i punti di osservazione che sono dislocati in tutto l’arcipelago.

Questi si trovano all’interno delle quattro Riserve della Biosfera Unesco delle Isole Canarie e sono, rispettivamente, a La Palma, a La Gomera, a Fuerteventura e Gran Canaria.

Tra i luoghi da raggiungere assolutamente segnaliamo l’Instituto de Astrofísica de Canarias: proprio qui gli scienziati di tutto il mondo si riuniscono per dedicarsi all’osservazione del cielo. Le sue principali sedi sono l’Osservatorio Roque de los Muchachos a La Palma e l’Osservatorio Izaña a Tenerife, vicino al Parco Nazionale del Teide. In entrambi i casi è possibile usufruire dei telescopi diurni e notturni più avanzati del mondo.

Se avete in mente di visitare Tenerife il prossimo anno, e di fare incetta di stelle cadenti e spettacoli celesti, vi consigliamo di raggiungere il Parco Nazionale del Teide, la Montaña Colorada o il Belvedere di Chivisaya. Anche le spiagge di Benijo o Los Patos nel nord dell’isola sono perfette per ammirare il cielo.

L’isola di La Palma, invece, offre tantissimi punti di osservazione astronomica, tra cui il Mirador al Infinito, il Llano del Jable, La Muralla, Mendo o il Roque de los Muchachos. In generale, vi basterà raggiungere i luoghi lontani dai centri abitati per godere di uno spettacolo mozzafiato.

Se avete in mente di visitare Lanzarote, e di scoprire le meraviglie dell’isola che sembra Marte, il consiglio è quello di raggiungere Peñas del Chache, il punto più alto di tutto il territorio.