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Esiste una scala che ti porta verso il nulla: è spettacolare

Immaginate di trovarvi in un luogo sospeso tra il cielo e la terra: davanti a voi l’azzurro più vivido che bacia delicatamente montagne ricche di verde, sotto di voi il vuoto che, pur facendo paura è talmente bello da farvi quasi sentire in volo. Ecco, se siete riusciti a immaginare tutto questo avrete un’idea di cosa significa trovarsi sulla scala che porta verso il nulla.

Per chi non lo sapesse si tratta della Stairway to Nothingness, uno dei luoghi turistici che più attrae appassionati di escursioni e, perché no, del brivido: la sensazione di vertigine che si prova percorrendola, infatti, è fortissima anche per coloro che sono abituati alle esperienze più adrenaliniche.

La Stairway to Nothingness: il brivido del vuoto

La Stairway to Nothingness si trova tra i monti Monti del Dachstein, in Austria. Quest’angolo di terra è uno dei più belli tra le Alpi del Salzkammergut e dell’Alta Austria: basti sapere, per intenderci, che il massiccio del Dachstein è stato inserito nell’elenco dei Patrimoni dell’umanità dell’UNESCO, insieme al comune di Hallstatt e alla regione lacustre del Salzkammergut.

Proprio per dare modo agli appassionati di ammirare uno spaccato inedito di questo luogo così incantevole, è stata realizzata, diversi anni fa, una via ferrata che permette di attraversare diverse parti dei Monti. Tuttavia, ad aumentare l’attrattiva turistica, è stata proprio la Stairway to Nothingness, inaugurata nel 2013.

Stairway to Nothingness, la scalinata sospesa nel vuoto

D’altronde, questa costruzione è stata ideata con uno scopo preciso: far sì che in ogni momento dell’anno, con il sole e con la neve, le persone arrivate tra i monti potessero godere di una vista privilegiata, un tempo riservata solo ai più provetti scalatori.

Una scala verso il vuoto per gli amanti della vertigine

Naturalmente, la Stairway to Nothingness è stata realizzata con grande attenzione e le sue opere di manutenzione sono praticamente costanti. È il prolungamento di un suggestivo Ponte Sospeso e, nel complesso, per costruire sia il ponte che la scala, sono state utilizzate 63 tonnellate di acciaio e cemento.

Sempre d’acciaio sono le funi, spesse 58 millimetri, che fungono da “pavimento” e garantiscono resistenza. In tutto, la Stairway to Nothingness pesa 5 tonnellate, escluse le lastre di vetro temperato e infrangibile che la completano e che permettono ai turisti di appoggiarsi in tutta sicurezza.

La Stairway to Nothingness in Austria

Il ponte sospeso che porta alla Stairway to Nothingness si snoda attorno alla catena montuosa del Dachstein. La scala e il ponte sono tutt’oggi il punto di osservazione più alto in Austria e rappresentano una meta imperdibile per chi vuole vivere un’esperienza davvero mozzafiato.

Restare sospesi tra cielo e terra sulla Stairway to Nothingness

Andando alle descrizioni più “pratiche”, Stairway to Nothingness è formata da una piattaforma ottagonale e da una scalinata composta da 14 gradini. Può ospitare, contemporaneamente, non più di quattro persone ed è sospesa a un’altezza di 400 metri.

Una scalinata verso il nulla: la Stairway to Nothingness in Austria

Non esiste un momento ideale per visitarla, anche se il maggior numero di visite si attesta tra maggio e settembre: da ottobre in poi, infatti, le condizioni meteorologiche potrebbero essere avverse e potrebbe esserci della nebbia che annullerebbe la bellezza del panorama.

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È la patria mondiale del golf, ma è anche una città sorprendente

Sì, è vero, molti la conoscono come patria mondiale del golf. E d’altronde, non si può parlare di St. Andrews in Scozia senza pensare a questo sport: proprio qui è stato, infatti, fondato il Royal and Ancient Golf Club uno dei più antichi e prestigiosi golf club del mondo, nato nel 1754 e poi ribattezzato “Casa del Golf” per il suo essere divenuto un punto di riferimento globale per gli appassionati.

Sempre a St. Andrews, ogni due anni, si tiene il famoso British Open in uno dei sette campi della città. Insomma, il connubio è davvero inscindibile. Ma se vi dicessimo che c’è molto più di questo e che la città è anche un luogo sorprendente, magico, oltre che una delle destinazioni turistiche più amate in Scozia?

St. Andrews, tra storia e cultura

Non tutti lo sanno, ma St. Andrews è una città davvero antichissima. Pare che i primi abitanti si insediarono nei pressi della città scozzese tra il 10.000 e i 5.000 a.C. Stando agli studi e alle ricerche degli archeologici, il primo nome che ebbe fu quello di Muckross, poi cambianto in Cennrigmonaid e poi, ancora, in St. Andrews.

Di fatto, la storia di St. Andrews si è distinta per un’evoluzione in senso religioso: nel 906 d.C. divenne sede del vescovo di Alba e presto si trasformò nella capitale ecclesiastica della Scozia. Questo le diede una spinta in senso culturale, con diversi studiosi che si raccoglievano in preghiera e portavano avanti la vita intellettuale della città.

L'isola di St Andrews in Scozia: un luogo sorprendente

Con il passare del tempo, purtroppo, St. Andrews ha conosciuto diversi momenti di declino. Ciononostante, però, non ha perso il suo fascino. Merito, anche, delle costruzioni peculiari che la rendono un piccolo capolavoro affacciato sull’Atlantico.

Le rovine, il ponte e il fascino mistico di St. Andrews

Da non perdere sono, per esempio, le rovine della Cattedrale. L’edificio fu costruito nel 1158 ed era una chiesa cattolica, ma è poi caduta in disuso. Come mai? Perché proprio la religione cattolica fu messa al bando. Non solo, perché in ben due occasioni subì dei danni ingenti.

Prima una tempesta e poi un incendio hanno lasciato dei grossi segni. L’incuria e l’incedere del tempo hanno poi fatto il resto, fino a quando il sito divenne un’area protetta: oggi è sotto la tutela della Historic Environment Scotland. Accanto alla cattedrale si trova anche un cimitero, che contribuisce a dare al tutto un fascino particolare. Un altro luogo da non perdere è lo Swilcan Bridge, che si trova nel centro della città (precisamente nell’Old Course).

Isola di St Andrews in Scozia: patria del golf, ma non solo

Si tratta di un ponte di pietra, molto suggestivo e anche molto piccolo: è lungo 9 metri, largo 2 metri e alto 1 metro e mezzo. Fu costruito per aiutare i pastori a condurre il bestiame oltre lo Swilcan Burn, ma oggi si dice che attraversarlo e fotografarlo porti fortuna.

C’è da dire che il panorama aiuta: dal ponte, infatti, si può vedere il Royal and Ancient Golf Club, l’Hamilton Grand e le colline che si affacciano sul Mare del Nord. Davvero una cornice mozzafiato!

Parchi, natura e giardini

Ma non è tutto qui, perché St. Andrews è anche una città universitaria e un luogo dove la natura è tenuta in grande considerazione. Un altro luogo da vedere, davvero incantevole, per esempio, è il Giardino Botanico dell’Università, situato a sud della città.

Il Giardino Botanico è una riserva che tutela numerose specie di piante: nello specifico, c’è una collezione di circa 8.000 diverse specie di piante esotiche e autoctone. Al suo interno, inoltre, si può trovare una deliziosa sala da tè e una casa delle farfalle.

L'isola di St Andrews in Scozia: un luogo sorprendente

Infine, da non perdere è il Castello. Come la Cattedrale è in rovina e la sua storia è lunghissima: nacque come palazzo vescovile, ma poi divenne una dimora nobiliare e subì moltissimi assedi. A un certo punto fu persino convertito in prigione, per via della sua imponenza e sicurezza.

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Comprare un’isola privata non è più solo un sogno

State cercando il vostro posto nel mondo? Forse, allora, dovreste guardare in mezzo ai mari e agli oceani. Sì, perché comprare un’isola privata dove passare momenti magici, tra relax e salsedine, non è più così proibitivo come potrebbe sembrare. Sono lontani, infatti, i tempi in cui un atollo circondato dalle onde era una prerogativa dei ricchissimi: adesso, con un po’ di sacrificio (e tanti risparmi) quasi tutti potremmo riuscire a possederne uno.

Certo, i prezzi sono variabili in base al luogo, alle condizioni e, ovviamente, anche in base alla presenza (o meno) di alcune strutture sull’isola. Ciò però significa le disponibilità sono tante e le offerte molteplici, tutte diverse, così come le occasioni, pronte a essere colte.

Comprare un’isola privata a prezzi contenuti

Ma facciamo un piccolo excursus di quelle che sono le (attuali) isole in vendita, partendo da quelle che hanno costi decisamente abbordabili. Per iniziare, esiste un’isola in Finlandia, il cui nome è Salonpää, che recentemente è stata messa in vendita. L’isola è grande circa 3000 metri quadrati e comprende un piccolo ma suggestivo cottage con tanto di sauna, che si affaccia sulle sponde del lago Konnevesi. Il costo? 94.000 euro, persino meno di quanto potremmo acquistare un monolocale nel centro di qualsiasi città.

Per chi vuole spendere un po’ di più (e fare un viaggio più lungo), occhio: in Canada è disponibile, a soli 110.000 euro, Gillis Island. Si tratta di un atollo suggestivo, di circa 44.000 metri quadri, situato sul fiume Pinette. Di fatto, l’isola è un vero e proprio paradiso terrestre, rimasto incontaminato: accessibile per mezzo di una strada non troppo larga, è il posto ideale per gli amanti della pace, delle escursioni e del kayak.

Salendo ancora di prezzo, spendendo circa 280.000 euro si può acquistare un’isola in Scozia: si tratta di una delle isole Shetland, vicinissime alla Norvegia e alle Isole Faroe. Il prezzo è giustificato dalla sua grandezza (più di 25.000 metri quadrati) e dal fatto che il luogo è quasi magico, considerando che non ci sono abitazioni se non una casa e un mulino diroccato, circondati dalla natura più selvaggia.

Comprare un’isola privata “economica” nei Caraibi

Il vostro sogno è quello di comprare un’isola privata nei Caraibi, ma avete accantonato l’idea perché immaginate di dover spendere fior di milioni? Non è proprio così: diciamo che, per chi può permetterselo, “basta” circa mezzo milione di euro per diventare proprietari di un angolo di paradiso. Considerata la regione geografica si tratta davvero di offerte vantaggiosissime. Qualche esempio?

L’isola di Salt Cay fa parte delle Isole Turks e Caicos ed è un luogo che l’uomo non ha ancora fatto suo. Grande circa 8000 metri quadri, è rivolta verso ovest e permette di osservare i branchi di megattere che, annualmente, passano di fronte alla spiaggia. Il costo? Appena 390.000 euro.

Un po’ più cara, invece, è Neptune Cay, nelle Bahamas, grande poco più di 9000 metri quadri: costa 490.000 euro. Neptune Cay è una delle isole che si distingue per il mare più limpido, con fondo sabbioso, poco profondo e ricco di biodiversità. Anche qui, non esistono infrastrutture né tantomeno strade: si arriva per mezzo di una barchetta e si può rimanere in pace per tutto il tempo che si vuole.

Infine, è in vendita anche la penisola di Chub Cay, sempre nelle Bahamas, al costo di 500.000 euro: 32.000 metri quadri di natura mozzafiato, con due spiagge lunghissime e un piccolo molo già installato. Chub Cay ha anche una collina che offre un panorama sugli atolli circostanti e una piccola strada sterrata. Un vero sogno.

Quanto costa comprare un’isola privata in Italia?

Volete sognare un po’ a occhi aperti e immaginare di acquistare un’isola privata proprio in Italia, senza allontanarvi troppo dal vostro nido? Non è impossibile, ma la verità è che i prezzi salgono. Al momento, l’isola più economica in vendita è l’Isola Viscontea, sul Lago di Como: servono 2 milioni di euro per concludere l’affare.

C’è poi un’isola, quella di Santa Maria in vendita nello Stagnone, a Marsala, proprio nel luogo siciliano dove si osserva il tramonto più bello del mondo: la trattativa è riservata, ma si parla di un costo che si aggira intorno ai 18 milioni di euro. Infine, è in vendita anche l’Isola dell’Ottagono, nella laguna di Venezia, ma qui non ci sono spoiler: il prezzo viene comunicato solo su richiesta. Vale la pena provare, sia mai che costi meno di quanto si possa immaginare.

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La torre sospesa tra il mare e la Via Lattea è uno spettacolo

Esistono luoghi così incredibilmente straordinari da non sembrare veri perché i colori e le forme che gli appartengo sembrano quelli usciti dai sogni più belli. Eppure questi posti sono reali e sono bellissimi come solo loro sanno essere.

Come quella torre, situata a pochi chilometri dalla capitale d’Italia, che è sospesa tra il mare e la Via Lattea. Una guardiana antica e solitaria che si trova lì da secoli a testimoniare una storia antichissima e mai dimenticata.

Il suo nome è Torre Astura, ed è un edificio fortificato che affonda i suoi basamenti nell’acqua azzurra e cristallina che bagna la città di Nettuno. E quando è illuminata solo dalle stelle dà vita a uno spettacolo magico.

Benvenuti a Torre Astura

Percorrendo la strada provinciale Acciarella, che da Nettuno conduce a Latina, ci si trova davanti a un bosco lussureggiante, quello di Foglino. Dopo averlo superato è possibile avvistare un parcheggio dal quale parte una lunga passeggiata che porta a Torre Astura.

Il tragitto è caratterizzato da prati e cespugli, da tratti boschivi, pinete, e arbusti e piante della macchia mediterranea. Poi, chilometro dopo chilometro, il verde della natura lascia spazio all’azzurro del mare che si palesa come d’incanto davanti agli occhi di chi guarda.

Ed è proprio qui, tra le acque turchesi e cristalline, che emerge una torre solitaria e silenziosa che sembra sospesa tra cielo e mare. La si può ammirare dall’acqua, camminando tra i bassi fondali, o dalla spiaggia dorata che brilla al sole. Un’isola fortezza che caratterizza in maniera unica l’intero panorama costiero regalando scorci di immensa bellezza.

Le sue origini sono tanto antiche quanto affascinanti. Già nel I secolo a.C, infatti, nella zona della foce del fiume Astura, erano state edificate antiche domus, una delle quali si è trasformata poi nella torre che conosciamo oggi. Nel 1193, la nobile famiglia romana Frangipane, scelse di edificare sulle mura di quell’antica villa costruita per metà sull’acqua e per metà sul mare, una torre di difesa contro i saraceni.

La fortezza è stata poi collegata alla terraferma con la costruzione di un ponte in travertino caratterizzato da splendide arcate che affondano nell’acqua. Nei secoli successivi, poi, l’edifico passò di proprietà in proprietà, dai Caetani agli Orsini, finendo anche nelle mani dei Borghese, fino a quando fu ceduta al comune di Nettuno negli anni ’70.

Gli interni della torre non sono visitabili, ma potete comunque esplorare i suoi dintorni e i numerosi reperti archeologici ben visibili dentro e fuori l’acqua.

Il luogo più bello dove ammirare le stelle

La storia di Torre Astura, così come la sua posizione straordinaria, rendono questa fortificazione un vero e proprio gioiello sulla costa laziale assolutamente da scoprire. E se è vero che quella torre sospesa sull’acqua è straordinaria vista di giorno, con i suoi fondali ricchi di reperti archeologici visibili anche fuori dall’acqua, è altrettanto vero che di notte la sua presenza crea quello che è uno degli scenari più belli del mondo intero.

Lontana dal caos, dal traffico e dalle luci della città, Torre Astura appare come la figura dominante sull’intero paesaggio costiero. L’edificio, al calar del sole, resta illuminato solo dalla luce delle stelle e della Luna.

La sua posizione strategica, immersa nella natura lussureggiante e selvaggia della macchia mediterranea, rende questo posto perfetto per ammirare il cielo stellato e tutti gli spettacoli messi in scena dagli astri ben visibili in assenza di inquinamento luminoso.

Aguzzate bene la vista una volta giunti qui, perché proprio sopra la torre può essere avvistata la meravigliosa Via Lattea. E quando questa appare è magia.

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Questo castello è un piccolo gioiello nascosto tra i monti

L’Italia è un Paese pieno zeppo di castelli. Ce ne sono nei piccoli borghi medievali, nei centri storici delle città, lungo i confini. dappertutto. Alcuni sono molto famosi, altri quasi sconosciuti.

Solo in Alto Adige se ne contano all’incirca 800. Di questi, molti sono musei, altri hotel, altri ancora ristoranti. Ma ce n’è uno, piccolissimo, nascosto in una valle poco frequentata, che è un vero gioiello e che abbiamo visitato in esclusiva per voi.

Che qualcuno spalanchi l’antico portone di legno di un castello apposta per voi è una sensazione di privilegio unico e indescrivibile. Ed è quanto è accaduto quando abbiamo visitato, fuori orario, Schloss Welsperg, il Castello di Monguelfo, in provincia di Bolzano.

Questo delizioso castello medievale, con tanto di mura merlate, feritoie (alcune molto nascoste), torre e ponte d’accesso (un tempo c’era un ponte levatoio ma ora non serve più) costruito su uno sperone di roccia, spunta a ridosso della montagna in mezzo alla fitta vegetazione della Val Casies, una piccola valle laterale della Val Pusteria, lunga solamente una ventina di chilometri e che termina difronte a una montagna al di là della quale c’è già l’Austria.

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Fonte: ©TV Gsieser Tal Kamilla Photography

Schloss Welsperg, il Castello di Monguelfo

Brunhilde Rossi Agostini, la “castellana”, responsabile del Comitato del Castello di Monguelfo per conto del proprietario – il castello è infatti privato – è praticamente cresciuta tra le spesse mura di questo luogo ricco di storia, di fascino e anche di mistero, dove la madre era a servizio. Lo conosce come le sue tasche. Snocciola fatti, curiosità e persino racconti di fantasmi. Ma andiamo per ordine.

Il Castello di Monguelfo

Il primo documento in cui si parla di Schloss Welsperg risale al 1126. Fu costruito dai Signori di Welsperg e rimase il loro castello per ben 800 anni. Aveva uno scopo amministrativo per tutte le terre di proprietà (ed erano moltissime) e di giudizio.

Nel primo decennio del 1900, quando la famiglia si estinse, il castello passò nelle mani dei Conti Thun-Hohenstein-Welsperg, tuttora proprietari di questo meraviglioso luogo.

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Fonte: @SiViaggia – Ilaria Santi

Il cortile interno del Castello di Monguelfo

Un gioiello in miniatura

Il Castello di Monguelfo sembra uscito da un libro di fiabe. Benché le dimensioni siano davvero ridotte, non manca nulla rispetto a ciò che ci si aspetterebbe di trovare in un castello. Una volta entrati, ci si trova in un piccolo cortile di pietra con la fontana dove, ancora oggi, si attinge l’acqua potabile che arriva direttamente dalle sorgenti della Val Casies. Il mastio, che rappresenta il cuore del castello, alto 40 metri, oltre essere una torre di vedetta, fungeva anche da segreta dove venivano rinchiusi i prigionieri. E’ la parte più antica.

Il piccolo castello in realtà è pieno di stanze, alcune anche molto grandi. C’è la grande cucina col tetto ancora nero di fuliggine dove veniva fatta affumicare la carne, la grande dispensa e quella piccola, che serviva per i prodotti freschi come latte, burro e formaggio, le cantine a ridosso della montagna, con la roccia a vista che si è formata circa 100mila anni fa.

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Fonte: @SiViaggia – Ilaria Santi

Gli interni del castello così com’erano nel Medioevo

Dal cortile, una piccola scala conduce alla cappella privata dedicata a San Giovanni, ricavata in un angolino del castello e quindi dalla pianta asimmetrica. Durante alcuni recenti lavori di restauro, sono venuti alla luce alcuni meravigliosi dipinti rimasti per secoli nascosti dietro l’intonaco bianco e risalenti al 1540 circa.

Il piano superiore dell’edificio ospita gli appartamenti privati con camere e salotti. La stanza più grande è la Sala dei cavalieri, dove i Signori incontravano gli ospiti e dove oggi si svolgono concerti, esposizioni e rappresentazioni teatrali. Poi c’è la “stube del Conte”, una stanza che esiste ancora oggi in molte delle antiche case altoatesine. Completamente rivestita di legno e con una grande stufa di porcellana a riscaldare l’ambiente, è sempre stato l’ambiente più caldo dove si raccoglieva la famiglia nei freddi inverni. E poi ci sono le camere da letto.

Dietro l’edificio si trova un grande giardino, che ospita anche un orto di erbe aromatiche e medicinali che tutt’oggi vengono raccolte per ricavarne creme e tisane. In questo ampio spazio all’aperto d’estate si organizzano concerti.

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Fonte: @SiViaggia – Ilaria Santi

Le mura merlate del Castello di Monguelfo

Quando è possibile visitarlo

Il castello non è sempre aperto, ma solo in certi periodi e per alcune occasioni speciali. Lo si può visitare tra luglio e la metà di settembre dalle 10 alle 16, la domenica dalle 14 alle 18, mentre è chiuso il sabato. Dal 5 al 16 settembre apre solo due ore al giorno, dalle 13.30 alle 15.30, mentre fino al 28 ottobre lo si può visitare solo il giovedì, sempre dalle 13.30 alle 15.30.

Nel periodo estivo vengono organizzati concerti serali a lume di candela, che creano un’atmosfera davvero suggestiva, riportando il visitatore indietro nei secoli. L’ingresso al castello, con la visita guidata in compagnia della signora Brunhilde che racconta non solo la storia ma anche tutti gli aneddoti legati al castello, costa 3 euro, mentre per prendere parte agli eventi il biglietto costa 10 euro.

I sentieri del castello

Si può raggiungere il Castello di Monguelfo in auto, ma merita anche una bella passeggiata che parte dalla cittadina di Monguelfo, la più grande della Val Casies. La valle è famosa per i suoi numerosi sentieri e quelli che portano al castello sono tra questi. I sentieri per arrivarci, infatti, sono due, il Grande giro del castello (lungo 6 chilometri) e il Piccolo giro del castello (2,5 km). Sono entrambi due anelli che fanno tappa al castello, ma sono l’occasione per scoprire questa valle, una laterale della più nota Val Pusteria, ancora poco conosciuta e frequentata dal turismo di massa.

Grande giro del castello

La passeggiata più lunga parte dall’ufficio turistico di Monguelfo, passa dal centro del paese e, oltrepassato il padiglione della musica, prosegue verso il ponte che attraversa il Rio di Casies. Seguendo l’indicazione “Grande giro del castello” non si può sbagliare. Dopo una breve salita e un giro tra i prati e il bosco si giunge a Schloss Welsperg. Lungo il cammino meritano una sosta anche i resti di un altro castello che fu distrutto da un incendio, il rudere Thurn. Il giro dura meno di due ore.

Piccolo giro del castello

Molto più corto e breve – dura meno di un’ora – è l’anello che parte sempre dall’ufficio del turismo di Monguelfo, attraversa le case e la scuola del paese e che sale leggermente fino a raggiungere il castello direttamente. Per tornare al punto di partenza, si superano alcuni tornanti, il bosco e il ponte sul Rio Casies.

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Fonte: ©TV Gsieser Tal Harald Wisthaler

Lungo i sentieri del castello
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Questo villaggio è l’Amalfi del Regno Unito. Ma per visitarlo devi pagare

Esistono luoghi del mondo così belli e suggestivi che sembrano quasi surreali. Spesso, però, ignoriamo la loro esistenza perché questi sono lontani dai radar turistici e dalle destinazioni più frequentate dai viaggiatori di tutto il mondo. E per questo motivo ancora più straordinari.

Ed è proprio in uno di questi luoghi che vi vogliamo portare oggi. Un villaggio pittoresco, straordinario e inaspettato situato a Devon, sulla penisola di Cornovaglia. Un luogo che ha stregato viaggiatori, avventurieri e scrittori come Wilkie Collins e Charles Dickens.

Il suo nome è Clovelly Village, e tanto è il fascino che gli appartiene che è stato ribattezzato l’Amalfi del Regno Unito. Un luogo dove non ci sono macchine, caos e traffico, dove i trasporti dei beni primari sono affidati agli asini. Un posto dove la vita scorre lenta seguendo solo il ritmo scandito dalle onde del mare. Ma prima di entrare, bisogna pagare.

Clovelly Village

Immerso in un paesaggio straordinario, che ha rubato alla natura i suoi colori più belli, troviamo Clovelly Village, un delizioso villaggio di appena 300 anime, situato nell’affascinante contea di Devon. È qui che, sulla costa settentrionale, si può ammirare questo luogo da cartolina, un piccolo paese con case antiche e strade acciottolate che sembra uscito da un libro di fiabe.

L’Amalfi dell’Inghilterra, lo chiamano, e in effetti il fascino e la suggestione che gli appartengono rimandano proprio alla città costiera italiana.

Perché Clovelly Village merita una visita ve lo spieghiamo subito. Il villaggio è posizionato a picco sul mare che, con le sue mille sfumature di blu, bagna la terra dove si adagiano le case dei pescatori. Tutto intorno, nel paese, ci sono vicoli e stradine sui quali si affacciano numerosi cottage bianchi risalenti al 1500 e che accompagnano la passeggiata dei visitatori fino all’antico porto dove galleggiano le barche colorate.

Qui non ci sono auto, né vie dello shopping. Non ci sono i brand di lusso, né il traffico cittadino. C’è la vita che scorre lenta e che viene condivisa dagli abitanti del luogo con la natura, con il profumo del mare e con gli scorci straordinari. Gli stessi che hanno stregato il cuore dei viaggiatori, quello di scrittori come Wilkie Collins e Charles Dickens e di artisti come William Turner. Gli stessi che incantano noi oggi.

Clovelly Village

Fonte: iStock/Aiselin82

Clovelly Village

Tutto quello che dovete sapere per visitare il villaggio

Se tutto quello che vi abbiamo detto su Clovelly Village, fino a questo momento, vi ha fatto venire voglia di organizzare un viaggio verso Devon, ci sono alcune cose che dovete sapere per organizzare al meglio l’avventura.

Nel pittoresco villaggio dei pescatori della Cornovaglia non ci sono auto. Le strade, infatti, sono così ripide da rendere difficoltosa la guida. Ma il paese è così piccolo e così suggestivo che sarà un piacere poterlo scoprire e attraversarlo a piedi.

Un’altra cosa che dovete sapere è che, per accedere a Clovelly Village, dovrete pagare. Il paesino, infatti, è di proprietà privata, l’unico di tutto il Paese. Sin dalla sua fondazione è appartenuto alla regina consorte d’Inghilterra Matilde di Fiandra, poi nel 1738 è stato acquistato dalla famiglia Hamlyn i cui membri vivono ancora in uno dei cottage. Il contributo richiesto per l’accesso serve alla manutenzione del villaggio stesso.

La visita, comunque, vale assolutamente la pena. Entrando qui avrete come l’impressione tornare indietro nel tempo potendo ammirare le antiche case che ancora dominano il paesaggio. Imperdibile è anche il monastero di Hartland Abbey, costruito nel 1200 e ristrutturato nei suoi interni nel 1800.

Clovelly Village ospita anche dei festival annuali durante la bella stagione, tutti dedicati al mare. Non perdete l’occasione di scoprire il paesino in festa, di conoscere la comunità e di vivere un’esperienza autentica e straordinaria.

Clovelly Village

Fonte: Getty Images

Clovelly Village
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I giardini delle meraviglie che hanno stregato Virginia Woolf

A pochi chilometri dalla città di Londra esiste un posto di incantevole meraviglia. Un luogo straordinario, magico e incantato dove la natura viene tutelata e valorizzata da secoli.

Un vero e proprio universo che spalanca le sue porte a chiunque scelga di raggiungere questi giardini botanici che fanno da cornice a uno dei luoghi più ricchi di biodiversità al mondo.

Sono gli stessi giardini che hanno ispirato e conquistato la grande e immortale Virginia Woolf che proprio qui ha scelto di ambientare uno dei suoi più celebri racconti brevi. Benvenuti nei Royal Botanic Gardens di Kew.

I giardini di Kew

Sono solo dieci i chilometri che separano questi giardini delle meraviglie dalla città di Londra e che conducono i viaggiatori all’interno di un mondo straordinario dove la natura regna sovrana da secoli.

I Royal Botanic Gardens di Kew, situati tra Richmond upon Thames e Kew, affondano le loro radici in un passato antico e mai dimenticato. La costruzione di questo complesso sistema di serre e giardini, risale alla volontà della principessa Augusta che, nel 1759, sognò di creare un’area botanica nel quartiere a sud-ovest di Londra.

Edifici, aiuole sono state ampliate con gli anni, trasformando il progetto originario di soli 4 ettari, in un immenso parco di oltre 100 ettari dove vivono e convivono specie provenienti da ogni parte del mondo. Oggi i Royal Botanic Gardens di Kew appaiono come un luogo straordinario dove è possibile immergersi e perdersi in un universo naturalistico straordinario riconosciuto dall’Unesco nel 2003 come Patrimonio Mondiale dell’Umanità.

Qui, ogni giorno, migliaia di cittadini e viaggiatori si incontrano per ammirare la grande bellezza delle specie floreali che vi risiedono. Le collezioni sono tantissime e comprendono specie rare provenienti da ogni parte del mondo. Tutte insieme, nello stesso luogo, creano uno spettacolo naturale ed emozionante che non si limita a una semplice osservazione, ma a una vera e propria esperienza naturalistica che coinvolge tutti i sensi.

La fama e la bellezza di questi giardini reali conquistano le persone da secoli. Nel 1900 Virginia Woolf rimase ammaliata da questo luogo al punto tale da trasformarlo nello scenario reale del suo racconto Kew Gardens descrivendo, minuziosamente, tutte le bellezze e i colori che gli appartengono.

Royal Botanic Gardens, Kew

Fonte: 123rf

La passerella tra gli alberi dei Royal Botanic Gardens, Kew

Tutte le meraviglie della natura in un unico luogo

Le cose da fare all’interno dei Kew Gardens sono tantissime. Il consiglio è quello di trascorrere qui un’intera giornata per essere sicuri di poter esplorare tutte le forme di bellezza che caratterizzano questo luogo.

Imperdibile è la Palm house, la residenza ufficiale delle palme esotiche costruita nella seconda metà dell’Ottocento che è oggi simbolo del giardini. Un altro edificio iconico è quello della Temperate house che si snoda su una superficie di quasi cinquemila metri quadrati. Al suo interno è custodita la Jubaea chilensis, la palma più grande della Terra.

Ci sono poi tantissime altre terre che ospitano altrettante specie botaniche provenienti da tutto il mondo. Molto suggestiva è la Pagoda, risalente alla fine del 1700, e ispirata all’architettura cinese. In tutto il complesso dei Kew Garden sono presenti circa 50mila varietà di piante e più di 10mila esemplari di arbusti.

Tra le attrazioni imperdibili all’interno del complesso c’è anche la Treetop Walk, una passeggiata sospesa a 18 metri dal suolo che permette ai visitatori di camminare tra gli alberi e ammirare la bellezza del complesso dall’alto.

Sempre all’interno del complesso è possibile ammirare quella che è la ninfea più grande del mondo scoperta proprio dai ricercatori dei Royal Botanic Gardens. Questo ennesimo primato conferma  la grande importanza di questi giardini, non solo dal punto di vista turistico e paesaggistico, ma anche scientifico.

La ninfea più grande del mondo. Royal Botanic Gardens, Kew

Fonte: IPA

La ninfea più grande del mondo. Royal Botanic Gardens, Kew
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Esiste un lago che sembra uscito da un sogno: è bellissimo

Esistono luoghi che sembrano irreali, perché tanta è la perfezione che li caratterizza che pare siano stati creati artificialmente. E invece, ancora una volta, è merito della natura.

È lei che ci regala gli spettacoli naturali più straordinari del mondo, quelli che incantano la vista e inebriano i sensi, quelli che assumono i lineamenti e le forme che fino a quel momento appartenevano ai nostri sogni, e a loro soltanto.

Ed è un vero e proprio sogno anche quello che si spalanca davanti agli occhi dei viaggiatori che raggiungono il Lago di Ocrida, uno dei più grandi della penisola balcanica, uno dei più antichi della Terra. Uno dei più belli del mondo intero.

Il Lago di Ocrida

Lontano dai sentieri più battuti dal turismo di massa, e nascosto alla stregua di un tesoro prezioso nel sud della penisola balcanica, esiste un lago di immensa bellezza che per visioni e colori ricorda un paradiso terrestre. Si tratta del Lago di Ocrida, o Lago di Ohrid, il più antico e profondo bacino d’acqua di tutta l’Europa.

Situato tra l’Albania e la Macedonia del Nord, questo gioiello naturale è stato inserito nella lista del Patrimonio Mondiale dell’Unesco nel 1979 perché così immenso è il suo tesoro naturalistico, storico e paesaggistico che merita di essere preservato e valorizzato.

Le sue origini risalgono a un milione di anni fa, e queste lo rendono il lago più antico del nostro continente. Nei secoli centinaia di specie floristiche e faunistiche hanno trovato nel lago e nei suoi dintorni il loro habitat naturale, il che lo rende un luogo perfetto per gli amanti della natura. Il Lago di Ocrida, infatti, è lo specchio d’acqua con il maggior numero di specie endemiche: se ne contano più di 200 tra esemplari animali e vegetali.

Per il suo aspetto, che incanta a vista d’occhio, il lago è diventato la cartolina dei Balcani. Ma non sono solo le mille sfumature di azzurro e di verde, che richiamano i paesaggi esotici, a lasciare senza fiato, ma è tutto lo scenario che caratterizza questo territorio. L’acqua dai colori intensi, che vanno a sfumare verso l’orizzonte, si alterna a villaggi di pescatori, a monasteri ortodossi e a natura lussureggiante che, tutti insieme, offrono visioni idilliache e paragonabili a pochissime altre cose al mondo. Sì, questo è uno dei posti più belli dei Balcani, ed è pura meraviglia.

Meravigliosi Balcani

Il Lago di Ocrida è il perfetto punto di partenza per scoprire tutte le meraviglie che appartengono a questo territorio. Da qui, infatti, è possibile raggiungere i villaggi dei pescatori, alcuni dei monasteri ortodossi più belli del mondo e, ancora, scoprire tutti quei luoghi dove la natura regna ancora incontaminata e selvaggia.

Imperdibile è la chiesa ortodossa macedone San Giovanni il Teologo a Kaneo, uno dei luoghi più fotografati di questo territorio straordinario. Situato su una scogliera della spiaggia di Kaneo, l’edificio si affaccia direttamente sul lago di Ocrida dando vita a uno scenario mistico e sospeso.

Anche Ohrid merita assolutamente una sosta prolungata. Caratterizzata da casette bianche e chiese suggestive, questa città della Macedonia del Nord sembra uscita da un libro di fiabe. È chiamata anche la Gerusalemme dei Balcani per via dei numerosi edifici sacri che si snodano tra le stradine acciottolate.

Fermatevi tra queste e godetevi gli straordinari scorci che si aprono davanti ai vostri occhi passo dopo passo. La vista, da qui, è bellissima.

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L’orso che guarda verso il mare è un capolavoro della natura

Il mondo che abitiamo non smette mai di stupirci perché è pieno di meraviglie da raggiungere e scoprire. Alcune di queste sono così straordinarie e surreali da sembrare un sogno a occhi aperti che si avvera.

E questo accade soprattutto quando ci troviamo davanti a quelle incredibili opere che portano la firma di Madre Natura, autentici capolavori che ci spingono a viaggiare fino in capo al mondo. Eppure non abbiamo bisogno di andare così lontano per osservarli, perché alcuni di questi sono propio qui, nel nostro Belpaese.

Come quello straordinario orso che guarda e sorveglia uno dei mari più belli d’Italia e che sembra reale. E invece è un capolavoro della natura che incanta e che stupisce, che lascia senza fiato.

La Roccia dell’Orso

È la Roccia dell’Orso la protagonista di questo articolo, nonché una delle mete più amate e raggiunte dai turisti di tutto il mondo. Ci troviamo nei pressi di Palau, una delle più celebri località turistiche della Sardegna.

Questa insenatura situata a pochi passi dalla Costa Smeralda, e bagnata da acque limpide e cristalline, ospita una roccia scolpita dalla natura, una delle icone più celebri a livello internazionale di tutto il territorio sardo.

La roccia dell’Orso, ufficialmente Capo d’Orso, è situata in cima a un promontorio che domina dall’alto il mare e la terra e che restituisce una visione quasi surreale che si perde nell’infinito. È lì da quando si ha memoria, da quando gli antichi marinari avvistarono da lontano la sagoma di un orso.

Lo chiamavano promontorium arcti – promontorio dell’orso – in riferimento alla presenza della figura dell’animale che appariva da lontano, e da quel momento il nome è rimasto inalterato. La prima documentazione storica è firmata dal geografo greco Tolomeo che, oltre a fornire le coordinate esatte, ha raccontato di come i navigatori del tempo provavano sentimenti contrastanti, tra fascino, seduzione e inquietudine, davanti a quella visione.

Un capolavoro leggendario firmato da Madre Natura

Capo D’orso ha fatto anche da sfondo a uno dei più grandi poemi epici della storia. Secondo lo scrittore Victor Berard, studioso di Omero e dell’Odissea, il promontorio sardo è l’unico luogo di tutto il Mediterraneo che può essere identificato con certezza nel poema.

Capo d’Orso, infatti, sarebbe la terra dei Lestrigoni, quella in cui Ulisse sbarcò insieme al suo equipaggio per cercare acqua e cibo nel libro X dell’Odissea. La roccia corrisponderebbe alla fonte Artacia, dell’orso appunto. L’alone leggendario che circonda il promontorio lo rende ancora più affascinante e seducente, ma la verità è che la sua bellezza è indiscussa da ogni punto di vista.

Anche se potrebbe sembrare un’opera d’arte creata dall’uomo, in realtà quella meravigliosa scultura naturale che assomiglia a un orso e che guarda verso il mare è stata plasmata dai venti e dagli agenti atmosferici per milioni di anni. Sono stati loro a modellare la roccia granitica e a creare quella sagoma così riconoscibile e suggestiva.

La Roccia dell’Orso oggi rappresenta uno dei monumenti naturali più belli della Sardegna e dell’Italia intera ed è visitata ogni giorno da migliaia di viaggiatori provenienti da ogni parte del mondo.

La scultura è situata su un rialzo che svetta verso il cielo e raggiunge i 120 metri d’altezza e che sembra vegliare su tutta Palau e sul mare. È raggiungibile percorrendo un sentiero in pendenza di breve durata che porta fino in cima. Da qui è possibile ammirare la roccia, perfettamente scolpita e levigata, in tutto il suo splendore. Ma guardate anche verso il mare per scorgere il meraviglioso parco dell’arcipelago della Maddalena che si trova proprio di fronte alla scultura. Godetevi la vista, da qui è meravigliosa.

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La capanna sull’albero che sembra uscita da un libro dei fratelli Grimm

Non è mai troppo tardi per sognare di diventare i protagonisti delle nostre fiabe preferite, le stesse che ci hanno accompagnato fin da bambini. E farlo non è poi così complicato, perché basta guardare le meraviglie che ci circondano per trovare in esse forme e lineamenti che ci riportano proprio lì, in quegli scenari onirici che abbiamo osservato tra le pagine dei libri più belli che abbiamo letto.

Ed è proprio tra quelle pagine che oggi vogliamo portarvi, all’interno di una scenografia che sembra plasmata sui nostri sogni d’infanzia. In un luogo che promette di far vivere una delle esperienze più belle della vita, sicuramente la più stravagante.

Un po’ casa stregata e un po’ dimora fatata, questa capanna sull’albero sembra uscita da una fiaba dei fratelli Grimm, ed è prenotabile per la prossima vostra vacanza in Germania.

Una vacanza da fiaba

Parlare della Germania spalanca nella nostra mente tutta una serie di suggestioni che ci riportano in quei luoghi che già conosciamo o che abbiamo sognato di visitare almeno una volta nella vita.

Città, borghi e Paesi che conservano un patrimonio immenso fatto di storia, arte e cultura, e poi ancora luoghi che hanno ispirato i fratelli Grimm per la stesura delle loro incredibili fiabe, e che sono lì a suggestionarci e ad incantarci, oggi come ieri.

Se è una vacanza da fiaba, quella che volete vivere, allora non ci sono dubbi: la Germania è il posto giusto. Tuttavia per entrare in questa storia fatata dobbiamo allontanarci dai sentieri più battuti dal turismo di massa e spostarci nella Sassonia Centrale, e più precisamente a Kriebstein.

Questo piccolo comune di appena 2000 abitanti è conosciuto sopratutto per i numerosi sentieri che attraversano una natura lussureggiante e per quell’antico castello medievale che domina e veglia sul territorio da uno sperone di roccia che si innalza dal fiume Zschopau.

È proprio qui, incastonato tra le meraviglie naturali e storiche di questo territorio, che si trova la casa sull’albero più grande di tutta la Germania. La si può fotografare, perché è davvero bellissima, ma anche prenotare e vivere per un soggiorno indimenticabile.

Questa casa sull’albero, infatti, fa parte del complesso Baumhaushotel Kriebelland che promette ai viaggiatori avventure davvero uniche.

La casa sull'albero del Baumhaushotel Kriebelland

Fonte: Getty Images

La casa sull’albero del Baumhaushotel Kriebelland

Le casa sull’albero

Situato a Kriebstein, il Baumhaushotel Kriebelland ospita ben quattro case sugli alberi, e sono tutte straordinarie. C’è quella romantica, che è la più grande del complesso e del Paese intero, quella a botte, a libro e a veliero.  I nomi sono estremamente evocativi, del resto l’obiettivo è proprio quello di incantare i grandi e i piccoli esploratori che giungono fino a qui.

Tutti gli alloggi si trovano immersi nella natura lussureggiante e sono sospesi tra gli alberi, fino a 20 metri d’altezza. A rendere davvero speciali questi alloggi sono gli straordinari dettagli che caratterizzano gli interni e gli esterni. Le case, infatti, sono state progettate da artisti e artigiani con l’obiettivo di catapultare gli ospiti in un mondo fatato.

La più grande, quella romantica – ma adatta anche alle famiglie – prende il nome di Romantic Tree House. Con i suoi tre piani e un’altezza di 28 metri si è guadagnata il primato di casa sull’albero più grande della Germania.

Negli interni e negli esterni sono presenti tutta una serie di elementi e di dettagli che rimandano inevitabilmente al mondo favolistico, dalle forme sinuose al legno intarsiato passando per le sculture e l’arredamento artigianale.

Tutto intorno, invece, c’è una natura rigogliosa che regna incontrastata e che garantisce una vacanza all’insegna della pace e del relax. A pochi minuti a piedi dalle case sull’albero Baumhaushotel Kriebelland si trova anche la foresta di Kriebstein e chissà se proprio addentrandovi in questa potrete fare incontri ravvicinati con creature magiche.

La casa sull'albero del Baumhaushotel Kriebelland

Fonte: Getty Images

La casa sull’albero del Baumhaushotel Kriebelland