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La più bella escursione da fare a piedi in autunno

È appena nato un sentiero, breve, facile, ma soprattutto immerso in una natura meravigliosa. Bellissimo da percorrere tutto l’anno, ma c’è un periodo in cui è davvero magico: l’autunno.

Quando i colori caldi della natura che sta andando in letargo, per poi tornare rinvigorita a primavera, dipingono i boschi con tutte le tonalità del foliage, dall’arancio al rosso al marrone, è questo il momento migliore per camminare sul sentiero Rebe (che in tedesco significa “vigna”), il sentiero del vino.

Il sentiero Rebe

Questo nuovo itinerario, disegnato dalla mano di Madre Natura che ha plasmato colline e filari di viti, collega la città di Bolzano, in Alto Adige, alle colline di Santa Maddalena, sull’Altipiano del Renon. Soltanto tre chilometri e mezzo, ma immersi tra vigneti e opere d’arte en plein air.

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Fonte: Ufficio stampa

Il sentiero Rebe, tra borghi e vigneti

Consiste in una piacevole passeggiata di circa 400 metri di dislivello che, per un’oretta e mezza, si snoda tra i filari, in parte sulla vecchia strada romana, che parte dai possedimenti del maso Waldgries, e che si aggiunge ai tantissimi percorsi tra i vigneti che fanno di questo territorio. Un itinerario perfetto per gli appassionati di vino, ma così facile da essere adatto a tutta la famiglia.

Un cammino tra natura e cultura

Il percorso, oltre a toccare alcuni siti di interesse storico-culturale, come i villaggi di Rencio e Signato e la chiesa di Santa Giustina, è costellato da una decina di interventi artistici, opere dello scultore gardenese Filipp Moroder Doss che ha lavorato al progetto chiamato “Scala del vino”. Ciascuna delle installazioni, che si inserisce perfettamente nel paesaggio, è dedicata a un tema, dall’irrigazione alle varietà di vino, a metà fra la lode alla tecnica e un senso quasi religioso del lavoro nei campi. In totale le opere sono dieci e scandiscono l’intero cammino.

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Fonte: Ufficio stampa

Una delle installazioni di Filipp Moroder Doss lungo il Rebe

Fra un’opera e l’altra sono state inserite anche delle tabelle con la spiegazione del paesaggio, dei vitigni tipici (dal Lagrein, il più basso, al Riesling, il più alto, passando tra filari di Merlot, Cabernet Sauvignon e Müller Thurgau), delle zone di coltivazione Doc e dei siti culturali che lambiscono il sentiero, per immergersi meglio nel territorio.

Non mancano ovviamente le soste per le degustazioni nelle varie cantine che s’incontrano lungo il percorso. E, dalla terrazza panoramica in cima, si gode di una vista magnifica su Bolzano e sulle Dolomiti.

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Come in una fiaba: benvenuti nel parco delle meraviglie

C’è un luogo, in Europa, dove le fiabe prendono vita. Un posto straordinario dove i racconti che conosciamo, e che ci incantano da sempre, non sono letti da qualcuno, ma sono vissuti in prima persona. Un parco delle meraviglie dove i desideri dei bambini prendono forma e gli adulti possono tornare a sognare.

Ci troviamo nei Paesi Bassi e più precisamente a Kaatsheuvel, cittadina situata nella regione di Langstraat raggiungibile in circa due ore di auto da Bruxelles. È qui che si trova un luogo straordinario: il Parco di Efteling.

Molto più un semplice parco giochi, quello olandese è un vero e proprio universo delle meraviglie che catapulta grandi e bambini in un mondo fantastico e magico. Pronti a partire?

Il parco divertimenti di Efteling

Ribattezzato dagli esperti del settore come il mondo delle meraviglie, il Parco di Efteling è il più grande dei Paesi Bassi, nonché uno dei più antichi di tutto il mondo. Inaugurato nel 1952, anno dopo anno, ha saputo dare vita alle storie della buonanotte creando un mondo fatato che incanta grandi e bambini provenienti da ogni parte del globo. Dalla sua apertura, infatti, ha ospitato oltre 150 milioni di visitatori.

A guardare gli spazi, le attrazioni e le architetture, che per forme e lineamenti ricordano quelle che abbiamo visto nelle favole, è facile intuire perché questo parco sia così amato dalle persone di ogni età di tutto il mondo. L’area, che si snoda su una superficie di 65 ettari, ospita 32 favolose attrazioni, tra cui anche montagne russe mozzafiato per chi sogna di vivere esperienza adrenaliniche.

Ma quello che davvero affascina e conquista, è il fattore magico, che impregna ogni angolo, strada e attrazione presente nel parco.

Parco di Efteling

Fonte: Getty Images

Parco di Efteling

La Foresta delle Fiabe

Entrando all’interno del Parco di Efteling gli ospiti sono catapultati in un mondo incantato che rievoca gli immaginari favolistici più celebri del nostro continente. Ma non è tutto perché, all’interno del parco giochi è presente anche la Foresta delle Fiabe. Si tratta di un polmone verde creato da Madre Natura che, grazie all’azione dell’uomo, si è trasformato in un’area incantata e suggestiva.

Al suo interno, infatti, sono state sapientemente ricreate scene tridimensionali di ben 30 favole come per esempio Biancaneve, Hansel e Gretel, Pinocchio e Cenerentola. Queste sono accompagnate da una musica melodica che si fonde con i suoni della natura e con i suoi profumi. Il risultato è un’esperienza immersiva e sensoriale in grado di realizzare i sogni di adulti e bambini.

Oltre alla foresta magica, è possibile andare alla scoperta delle aree tematiche, in tutto 5, sapientemente pensate per rievocare l’immaginario favolistico che appartiene alla cultura di massa. Ci sono il Reame delle Fiabe, il Reame Differente e il Reame dei Viaggi. Completano il parco anche il Reame del Brivido, per i più coraggiosi, e il Reame della Fantasia.

Il risultato è un percorso inedito e sorprendente dove attrazioni adrenaliniche ed emozionanti si fondono con paesaggi incantati e magici dando vita a un’esperienza al di fuori dell’ordinario dedicata a tutti i viaggiatori. Non solo attrazioni però, all’interno del parco, infatti, è possibile incontrare e interagire con i personaggi più celebri delle favole che conosciamo.

E se l’esperienza magica non dovesse bastare, allora, ecco che oltre alla visita del Parco di Efteling si aggiungono degli alloggi straordinari, quelli che fanno parte dell’Efteling Hotel.

Parco di Efteling

Fonte: iStock

Parco di Efteling
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L’elisir di lunga vita lo puoi trovare in questo borgo italiano

Che cos’è davvero l’elisir di lunga vita? Sin dall’antichità sono in molti ad averlo cercato, e forse negli ultimi anni la scienza lo ha trovato veramente: la scoperta è avvenuta per puro caso in un piccolo borgo italiano, dove alcuni abitanti sembrano possedere un gene speciale. Andiamo alla scoperta di questa graziosa oasi con vista mozzafiato sul lago, e naturalmente del suo piccolo segreto che ha già fatto il giro del mondo.

Limone sul Garda e il suo elisir di lunga vita

Delizioso borgo affacciato sul lago di Garda, incastonato in un paesaggio naturale di rara bellezza, questo è un luogo davvero magico. Stiamo parlando del paesino di Limone sul Garda, che conta poco più di 1.000 abitanti ed è uno tra i più belli della riviera bresciana. Le sue casette si affacciano su acque cristalline, mentre alle spalle è cinto dalle prime e imponenti cime delle Alpi: insomma, una cornice semplicemente spettacolare, che sembra uscire da una cartolina. Qui si vive bene e si respira aria pulita, senza contare i meravigliosi paesaggi tutti da scoprire.

Inaspettatamente, in questo grazioso borgo il clima è caratterizzato da venti tiepidi che – decisamente in contrasto con le vette alpine che si stagliano a poche decine di chilometri di distanza – regalano un’atmosfera quasi mediterranea. Tanto che a Limone sul Garda, come si evince dal nome, si trovano rigogliose limonaie tra le più a nord esistenti al mondo, mentre a poca distanza il paesaggio accoglie splendidi uliveti da cui si produce un olio molto rinomato in tutta Italia. Non è difficile immaginare questa località come una delle più apprezzate dai turisti che amano il lago, un vero e proprio buen retiro dove vivere in pieno relax, senza pensieri.

Ma è forse questo il segreto della longevità di alcuni abitanti di Limone sul Garda? In realtà, c’è qualcosa di più: dopo aver scoperto quasi per caso in un residente del luogo la presenza di una proteina particolare, gli scienziati sono arrivati ad isolare quello che è stato chiamato il “gene Limone”. Gli studi condotti in oltre 40 anni sono riusciti a dimostrare che tale gene è in grado di eliminare rapidamente i grassi dall’organismo, riducendo i livelli di colesterolo e di trigliceridi. E, come ben sappiamo, ciò è un vero toccasana per il cuore, perché pone al riparo dal rischio di sviluppare problemi quali infarto e arteriosclerosi.

Limone sul Garda, l’elogio della CNN

L’incredibile storia di Limone sul Garda e dei suoi abitanti è stata raccontata anche dalla CNN, in un lungo articolo che ci invoglia ad andare alla scoperta di questo borgo meraviglioso. “Le famiglie passeggiano lungo il pittoresco porto e i turisti visitano il museo della pesca. Le spiagge accoglienti attirano i bagnanti e gli appassionati di vela in estate, mentre gli escursionisti esplorano le alte scogliere frastagliate che incombono sul lago” – si legge sulle pagine della CNN, un bellissimo elogio al paesino dove si vive più a lungo.

E magari il merito è anche delle montagne che riparano dai venti freddi, dando vita ad un microclima preziosissimo. Purtroppo non avremo il gene Limone dalla nostra parte, non essendo nati in questo graziosissimo borgo, ma siamo sicuri che vivere l’emozione di percorrere le stradine acciottolate del paesino ammirando i riflessi del sole sul lago è un toccasana per l’animo.

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Il caffè si beve a Dublino, nel primo bar firmato LEGO

Organizzare un viaggio a Dublino è sempre un’ottima idea. La capitale dell’Irlanda, situata sulla costa orientale del Paese, è una città che non smette mai di sorprendere. Non è un caso che, proprio qui, migliaia di turisti provenienti da ogni parte del mondo scelgono di organizzare viaggi e vacanze in ogni periodo dell’anno.

Lo fanno per raggiungere il castello cittadino, che conserva i resti di una storia che risale al XII secolo, ma anche per esplorare l’imponente e maestosa Cattedrale di San Patrizio. Lo fanno per passeggiare nel centro urbano, tra gli edifici storici e caratteristici, ma anche per raggiungere i parchi e per esplorare lo straordinario patrimonio naturalistico e paesaggistico che si snoda fuori ai dintorni di Dublino.

E come se tutto questo non fosse già abbastanza, per prendere un’aereo e raggiungere la capitale dell’Isola di Smeraldo, c’è un altro motivo per andare a Dublino adesso. Si tratta dell’apertura di un nuovo bar, non uno qualsiasi, ma la il primo Brick Café firmato LEGO.

Si beve caffè e si gioca con i mattoncini: succede a Dublino

Uomini e donne, adulti e bambini, nessuno resta immune dal fascino dei mattoncini più celebri del mondo, quelli firmati LEGO. Lo dimostra il fatto che qualsiasi attrazione a tema, si rivela sempre un successo.

E dopo il parco a tema LEGO in Italia, il Legoland Resort in Germania e il Brick Burger nelle Filippine, giusto per citarne alcuni, tocca alla città di Dublino che, proprio in questi giorni, ha inaugurato il primo LEGO Brick Café.

Ci troviamo nel cuore della capitale irlandese, e più precisamente nel quartiere Blackpitts, uno dei più cool di tutta la città. A circa un chilometro dal centro, in questa zona possiamo trovare l’Hen’s Teeth, un concept store che ospita un ristorante, un negozio, una caffetteria e anche una galleria. Ed è proprio al suo interno che è stato inaugurato il Brick Café firmato LEGO.

Si tratta di un progetto sperimentale dedicato esclusivamente agli adulti. Tutti qui sono invitati a entrare, a mettersi alla prova e a costruire, mattone dopo mattone, creazioni incredibili tra un caffè, una cioccolata calda o una birra.

LEGO Brick Cafe
LEGO Brick Cafe

LEGO Brick Café

È un progetto sperimentale, unico e sensazionale che sta entusiasmando tutti i fan del celebre mattoncino. Il LEGO Brick Café, infatti, è il primo del suo genere e ha una missione: quella di assistere e stimolare le persone nello sviluppo della creatività e nel gioco. Lo spazio creato all’interno dell’Hen’s Teeth di Dublino, infatti, è dedicato esclusivamente agli adulti.

Inaugurato in occasione del mese dedicato alla salute mentale, questo spazio è nato grazie alla collaborazione tra Lego Lead User Lab e l’agenzia creativa Boys+Girls. Come abbiamo anticipato, però, si tratta di un progetto sperimentale che permetterà a cittadini e viaggiatori, in visita a Dublino, di immergersi all’interno del fantastico mondo dei LEGO il 26 e il 27 ottobre.

All’interno del bar le persone possono scegliere tra un’ampia selezione di set e mattoncini LEGO, per giocare, sperimentare e creare case, castelli, città e qualsiasi altro progetto. Durante i due giorni saranno organizzati anche dei workshop sulle infinite possibilità creative che i mattoncini in questione offrono.

LEGO Brick Cafe

Fonte: IPA

LEGO Brick Cafe
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La Palermo dei Florio: tour dei luoghi imperdibili

Da quando sono usciti i libri di Stefania Auci, “L’inverno dei leoni” e “I leoni di Sicilia”, che raccontano la saga della Famiglia Florio e che hanno ottenuto un enorme successo, a Palermo, dove i principali membri della famiglia hanno vissuto per generazioni, sono nati dei veri e propri tour sui luoghi dei Florio.

I Florio furono, tra l’Ottocento e l’inizio del Novecento, tra le famiglie più ricche non soltanto della Sicilia, ma d’Italia. Protagonisti del periodo della Belle époque, le ville e i luoghi dove hanno vissuto e lavorato sono ancora oggi edifici di grande interesse storico-artistico. I loro affari spaziavano dalla vendita di spezie alle tonnare, dalla navigazione alla produzione di vino, ma furono anche grandi mecenati del tempo, contribuendo alla realizzazione di alcuni dei luoghi che ancora oggi fanno grande questa città.

Se avete letto i romanzi della Auci saprete di cosa stiamo parlando. Sono comunque fatti storici che chiunque può guardare online senza aver letto i libri, tanto più che a breve su Disney + uscirà la fiction Tv che vedrà protagonista Miriam Leone nel ruolo di Giulia Portalupi, moglie di Vincenzo Florio, interpretato da Michele Riondino. Se vi siete appassionati alla saga dei Florio, vi portiamo in un tour virtuale tra i luoghi che ancora oggi sono visitabili a Palermo e dintorni, alcuni ormai inglobati nel tessuto urbano, altri ancora lì dov’erano un tempo.

Via dei Materassai

Qui è dove tutto è cominciato. Vincenzo Florio arrivò a Palermo da Bagnara Calabra a inizio Ottocento insieme alla moglie Giulia Portalupi e al fratello Paolo con il quale aprì una drogheria che presto ebbe grande successo, tanto da riuscire a fondare anche le Cantine Florio per la produzione del Marsala, le tonnare a Favignana per la pesca e l’inscatolamento del tonno e le Fonderie Oretea grazie alle quali costruirono le prime navi della nuova compagnia di navigazione. L’Officina Florio si trova ancora oggi in via dei Materassai, a due passi dal centro storico di Palermo. Non vende più spezie e aromi, ma è un negozio di motociclette. A tre minuti a piedi da qui si trova la Chiesa di San Domenico, considerata il pantheon dei siciliani illustri. Non manca una lapide dedicata a Vincenzo Florio, capostipite della dinastia.

L’Olivuzza

Bisogna camminare per una mezz’oretta per giungere al Villino Florio all’Olivuzza che si trova in viale Regina Margherita, nei pressi della Zisa – che prende il nome dal castello -, un edificio che non passa di certo inosservato. Un tempo tutt’intorno c’era solo vegetazione e l’Olivuzza era l’abitazione principale dei Florio dove venivano organizzate le più fastose feste palermitane dell’epoca. Oggi è immerso tra i caseggiati.

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Fonte: 123rf

Il Villino Florio all’Olivuzza, Palermo

Commissionato dai Florio all’architetto Ernesto Basile fu realizzato tra il 1899 e il 1902. Voluto da Ignazio Florio, figlio di Vincenzo, è l’esempio concreto di ciò che il celebre architetto intendeva per “progettazione integrale” ovvero un insieme di elementi medievali, barocchi, moderni e nordici, con motivi floreali, torrette che ricordano i castelli francesi, colonnine romaniche e bugnati rinascimentali. È uno dei capolavori dell’Art Nouveau. Oggi è di proprietà della Regione Sicilia.

La Palazzina dei Quattro Pizzi

Più avanti negli anni la famiglia fece costruire all’architetto Carlo Giachery un altro edificio, la Palazzina dei Quattro Pizzi all’Arenella, vicino al mare e alla Tonnara Florio. In stile neogotico, è ancora oggi ben riconoscibile pere le quattro torrette che ricordano una chiesa più che una casa. Divenne la dimora privata di Vincenzo Florio e della famiglia.

All’epoca ospitò persino i sovrani Borbone e lo zar Nicola I di Russia. La zarina, in particolare, si appassionò della costruzione tanto da acquistare i progetti originali dall’architetto e farsi costruire un edificio simile a Peterhof, la residenza estiva in Russia. Apparteneva ai discendenti della famiglia Florio fino a pochi anni fa.

Villa Igiea

A un quarto d’ora a piedi dall’Arenella, ma sempre sul lungomare nella borgata dell’Acquasanta, sorge la meravigliosa Villa Igiea, voluta da Ignazio Florio per aprire un sanatorio di lusso per malati di tubercolosi. Il palazzo era di proprietà dell’ammiraglio inglese Sir William Domville dal quale Ignazio la acquistò. Era così bello che Franca Florio, la moglie, decise di farne un resort termale e di andarci a vivere affidando i lavori ancora una volta al Basile.

La scelta del nome della villa, Igiea, viene dalla ninfa greca Hygìeia, dea dell’igiene e protettrice della salute. Dall’esterno sembra un castello, con tanto di torri merlate, ma tutto sommato piuttosto sobrio. Immerso in una enorme parco, doveva servire come luogo di degenza per i malati ma anche per le lunghe passeggiate degli ospiti. È una volta entrati che stupisce per i ricchi decori. Il Salone degli specchi in stile Liberty è un tripudio di figure e di colori, i cosiddetti “floralia”.

Qui si tenevano feste meravigliose e memorabili a cui partecipava tutto il bel mondo e l’aristocrazia dell’epoca. Oggi che Villa Igiea è un hotel di lusso del gruppo Rocco Forte ha mantenuto intatti la maggior parte degli affreschi ed è forse il più bell’albergo della città se non addirittura della Sicilia. Ospita star di Hollywood e molte celebrity. Di recente ci ha trascorso una vacanza con gli amici anche la influencer numero uno al mondo, Chiara Ferragni.

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Fonte: Rocco Forte Hotels

La sontuosa Villa Igiea, oggi hotel di lusso
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Puoi dormire in una villa nascosta nella foresta

Sono tante, anzi tantissime, le ricerche scientifiche che confermano quanto il contatto con la natura autentica e selvaggia faccia bene al corpo e alle mente. Evidenze, queste, confermate anche dalle nostre stesse esperienze e da tutti quei benefici che traiamo tutte le volte che trascorriamo del tempo nei parchi, nelle foreste e nelle aree verdi e fiorite.

Anche l’organizzazione dei nostri viaggi, spesso, è influenzata proprio dall’esigenza di trascorrere del tempo a contatto con la natura. Così ecco che quelle meraviglie che compongono l’immenso patrimonio naturalistico del nostro pianeta, si trasformano nelle più belle e suggestive destinazioni di viaggio da raggiungere.

Passeggiate nei boschi, esplorazione di foreste incantate e picnic con vista su laghi che sembrano usciti da una fiaba, queste sono solo alcune delle avventure più incredibili da vivere. A queste, poi, si aggiunge la possibilità di dormire all’interno di alloggi immersi nella natura. Come quello situato in Estonia: una villa solitaria e nascosta nella foresta che si mimetizza con l’ambiente.

Estonia: l’esperienza più bella a contatto con la natura

Il nostro viaggio di oggi ci porta alla scoperta delle meraviglie straordinarie che appartengono a un Paese incredibile. Ci troviamo in Estonia, in un territorio vasto e variegato caratterizzato da paesaggi da fiaba che ospitano spiagge rocciose, antiche foreste, laghi, castelli e fortezze arroccate sulle colline che incorniciano panorami mozzafiato.

La capitale del Paese, poi, è un vero incanto. Celebre per il suo centro storico perfettamente intatto, attira ogni anno migliaia di viaggiatori provenienti da ogni parte del mondo. Ed è proprio partendo da Tallinn che possiamo raggiungere un luogo straordinario dove vivere l’esperienza più magica e suggestiva di una vita intera.

A circa 50 minuti di auto dalla capitale, nell’Estonia nord-occidentale, troviamo un piccolo villaggio situato nella contea di Rapla dove il tempo scorre lento, seguendo solo ritmo scandito dalla natura che qui è assoluta protagonista.

Ed è sempre qui, che immersa in una foresta, sorge una villa incredibile che si mimetizza completamente con la natura e tra questa si nasconde, consentendo agli ospiti di vivere un’avventura al di fuori dall’ordinario a contatto con la flora e la fauna che popolano il meraviglioso territorio estone.

Maidla Nature Villa

Fonte: Ufficio Stampa

Maidla Nature Villa

La villa nascosta e immersa tra la natura

Il suo nome è Maidla Nature Villa, ed è l’alloggio che promette di vivere un sogno, quello che prende vita tra le bellezze naturalistiche dell’Estonia. Situata a circa 50 minuti di auto da Tallinn, la villa è stata costruita vicino a un maniero del XV secolo che oggi è la sede del Maidla Nature Resort.

La villa sorge in una zona solitaria e completamente immersa in un paesaggio silenzioso in cui a farsi spazio sono solo i suoni della natura. Nascosta fra le betulle e appoggiata su una struttura a palafitta, la casa si mimetizza completamente con l’ambiente circostante. Numerosi sono i punti panoramici che offrono una vista diretta dal paesaggio che si snoda tutto intorno, come la grande terrazza sul tetto e i balconi sulla natura. Da qui è possibile anche avvistare gli animali che popolano la foresta.

Gli interni della villa, che si snoda su un totale di 28 metri quadri, sono pensati per offrire il massimo confort agli ospiti, due per volta, per una vacanza all’insegna del vero lusso, quello di trascorrere il proprio tempo immersi nella natura.

Maidla Nature Villa

Fonte: Ufficio Stampa

Maidla Nature Villa
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Riapre il relitto più famoso del Mondo, in un tour unico ed esclusivo

A circa 3800 metri sotto il livello del mare, ormai da oltre 100 anni, giace la “nave” più famosa di tutti tempi, il Titanic. Il transatlantico britannico che, durante il suo viaggio inaugurale, a causa del forte impatto subito contro un iceberg nella notte tra il 14 e il 15 Aprile del 1912, affondò nell’oceano, sprofondando nell’oscurità dell’acqua. Un evento catastrofico che si portò via più di 1500 dei suoi passeggeri in solo due ore e 40 minuti e che, proprio per la portata del fatto, ha interessato e continua tutt’oggi a interessare moltissime persone.

Su questo evento, infatti, sono stati girati innumerevoli documentari, oltre al celebre film diretto dal regista James Cameron e uscito nella sale di tutto il mondo nel corso del 1998 e che hanno portato alla luce dettagli storici e immagini reali del relitto addormentato sul fondale marino, alimentando la curiosità di molti e l’interesse verso questo gigante e la sua tragica fine.

La spedizione

Una storia che solo in pochi hanno potuto “rivivere” da vicino, immergendosi con appositi macchinari e strumenti ad hoc, per osservare ciò che resta del Titanic e che non è ancora stato consumato dall’acqua del mare e da chi la abita. E che, grazie alla volontà di una società americana, l’OceanGate Expeditions, potrà essere vissuta nuovamente nel corso del 2023, dall’11 al 19 maggio, da un gruppo limitato di sub che partiranno dal porto di  St. John’s Newfoundland in Canada, per un’immersione unica nel suo genere alla scoperta di ciò che resta del relitto più famoso al Mondo.

La spedizione offrirà la possibilità ai turisti partecipanti di accompagnare i ricercatori, vivendo attivamente l’esperienza della raccolta dei dati e delle diverse informazioni riguardo lo stato di deterioramento attuale del Titanic, lavorando a fianco di persone competenti e degli studiosi a bordo che seguono il progetto. Un “tour” e una discesa negli abissi di circa due ore, che darà anche la possibilità di entrare a pieno nella spedizione stessa, aiutando il pilota con le varie comunicazioni e la localizzazione della nave, oltre che a poter prendere appunti per l’equipe scientifica al lavoro. E provando tutte le esperienze che si vivono durante un viaggio di ricerca di questo tipo, entrando a pieno nella storia del Titanic e di tutto ciò che ha saputo alimentare negli anni seguenti al suo naufragio.

Una possibilità e un’esperienza non adatta a tutti, quindi, e non solo per la particolarità e la difficoltà del viaggio in sé, ma anche per il costo dello stesso. Un biglietto per “salire” sul Titanic, infatti, costa circa 250 mila dollari. Certo, la possibilità di osservare da vicino ciò che il tempo lentamente si sta portando via, è una di quelle cose che tutti vorremmo vivere, anche solo per ricordare meglio un passato destinato a restare solo nella memoria. Ma questo desiderio deve necessariamente fare i conti con questi aspetti della spedizione, che la rendono di fatto, una fantastica opportunità per pochi. Un numero limitato di fortunati sognatori, che potranno vedere realizzato il loro desiderio di entrare anche solo per un attimo (e forse per l’ultima volta) nella storia del Titanic.

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Il bosco di Biancaneve esiste davvero: si trova in Italia

Esistono luoghi così belli da non sembrare reali. Paesaggi che si spalancano davanti ai nostri occhi e ci catapultano in universi straordinari, unici e inediti che per forme e lineamenti rimandano a tutti quegli scenari da cartolina che abbiamo visto solo nelle fiabe.

Ed è proprio in un luogo da fiaba che vogliamo portarvi oggi. Un posto incantato che ha fatto da sfondo a una delle storie più belle che abbiamo mai letto e ascoltato. Una radura fiorita, lussureggiante e a tratti magica che porta l’indelebile firma di Madre Natura.

Si tratta di un bosco, un piccolo polmone verdeggiante che, con i suoi alberi secolari dalle forme più bizzarre, i suoi sentieri silenziosi e la fitta vegetazione, sembra proprio uscito da un libro di fiabe. Non una qualsiasi, intendiamoci, ma quella di Biancaneve.

Il bosco incantato nel cuore della Tuscia

C’era una volta un bosco fitto e rigoglioso, magico e spaventoso, che sorgeva proprio nelle vicinanze del castello di Grimilde, meglio conosciuta come la strega cattiva. È quello il bosco in cui Biancaneve si immerge e si perde, prima di incontrare i 7 nani. C’è oggi quello stesso bosco, o almeno a lui sembra somigliare per bellezza e la magia, che si snoda proprio ai piedi di un castello e che si trova in Italia.

Ci troviamo a Torre Alfina, un piccolo borgo situato nel cuore della Tuscia, a pochi chilometri da Roma. È qui che, grazie a uno scenario straordinariamente unico, dove la natura regna incontrastata, si può vivere un’esperienza magica e surreale, diventando i protagonisti di una delle favole più belle.

Proprio ai piedi del castello, infatti, si snoda su una superficie di 60 ettari il Bosco del Sasseto, che per la sua biodiversità unica, e quegli scenari che sembrano usciti da un racconto fatato, è stato ribattezzato dal National Geographic il Bosco di Biancaneve.

Bosco del Sasseto

Fonte: iStock

Bosco del Sasseto

Dentro il Bosco del Sasseto

In Bosco del Sasseto è un vero e proprio microcosmo di biodiversità che non ha eguali che sorge su un terreno ricoperto di rocce vulcaniche che affondano le loro radici in oltre 300000 anni di storia. Si tratta di un Monumento Naturale, di nome e di fatto, nonché area protetta della regione.

Qui la natura regna incontrastata da secoli, ed è stata proprio lei a creare uno degli scenari più suggestivi della Tuscia e di tutto il Paese.

Numerosi gli esemplari floristici che qui vivono e convivono, ospitando altrettante specie faunistiche. Ci sono i faggi, gli olmi e gli aceri, e poi ancora più di 30 esemplari di arbusti che si aggrovigliano tra di loro, che si sfiorano e che incorniciano incredibili sentieri che attraversano la radura.

L’atmosfera è surreale, lo è perché gli alberi assumono forme inedite, bizzarre e incantate, mentre si intrecciano tra di loro creando dei veri e propri labirinti fatati. Ai loro piedi, invece, una distesa di muschi e felci, incornicia quelli che sono i sentieri da seguire per esplorare il bosco progettati da Henry e Achille Duchêne, paesaggisti francesi.

L’area è meravigliosa in ogni stagione dell’anno. Sia quando il sottobosco fiorisce in primavera, sia quando gli alberi si tingono degli straordinari colori dell’autunno.

Passeggiando nel Bosco di Biancaneve, tra profumi, colori e suoni della natura, le sorprese non finiscono mai. All’interno dell’area, infatti, è presente un mausoleo in stile neo gotico che rende l’atmosfera ancora più straordinaria. Si tratta della tomba del marchese Edoardo Cahen che, proprio all’interno di questo bosco incantato, volle far costruire la casa del suo eterno riposo.

Bosco del Sasseto

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Bosco del Sasseto
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Scoperta da record in Italia: trovate ossa di quasi 3mila anni fa

L’immenso patrimonio archeologico del nostro Paese si arricchisce ora di nuovi, preziosissimi, reperti: durante una recente campagna di scavi, gli esperti hanno trovato qualcosa di sensazionale. È una scoperta da record, che potrebbe riscrivere la storia di una delle più antiche civiltà che hanno popolato l’Italia diversi millenni fa.

Vulci, trovate ossa di quasi 3mila anni fa

Siamo all’interno del Parco Archeologico di Vulci, un’antichissima città etrusca immersa nel cuore della Maremma Laziale, a pochi chilometri dalla costa tirrenica. Qui sono avvenuti importanti ritrovamenti che ci hanno permesso di conoscere più a fondo la civiltà degli Etruschi, ma c’è ancora molto da scoprire, ben celato sotto terra. Di recente, il Dipartimento di Studi Umanistici dell’Università Federico II di Napoli, in collaborazione con la Soprintendenza competente per la provincia di Viterbo e per l’Etruria meridionale, ha portato avanti una nuova campagna di scavi in un’area che non era ancora stata battuta.

Si tratta di una porzione di terreno di circa 400 metri quadrati, situata nella Necropoli di Ponte Rotto – appena al di fuori della porta Est della città. È in questo luogo di inumazione che, negli anni passati, sono stati individuati alcuni dei più importanti sepolcri etruschi come la Tomba François e la Tomba dei Sarcofagi. Ora, grazie al lavoro degli archeologi sono state ritrovate cinque grandi fosse contenenti numerosi reperti. Oltre a manufatti ceramici e metallici, sono emersi degli scheletri ben conservati risalenti a circa 2.900 anni fa. Rappresentano qualcosa di davvero unico, secondo gli esperti.

Lo studio del DNA antico sugli scheletri di Vulci

“Sono gli scheletri etruschi più antichi di Vulci e di tutta l’Etruria” – ha affermato il direttore degli scavi Marco Pacciarelli, durante la conferenza di presentazione dell’incredibile scoperta – “Il materiale scheletrico è ben conservato. Grazie a questo potremo effettuare studi molto accurati che ci consentiranno di identificare età, sesso, segni di patologie e attività lavorative, belliche o di altro genere”. Ma non solo: l’intenzione è quella di analizzare il DNA di tali ossa, in collaborazione con l’Università di Dublino, in modo da trarne più informazioni possibili, tra cui anche i legami di parentela. Insomma, potremo saperne di più sull’origine e sulla composizione di quella che è, probabilmente, la prima società etrusca esistita.

Le recenti scoperte a Vulci

Gli scheletri emersi dal sottosuolo nel Parco Archeologico di Vulci sono solo parte delle numerose scoperte che continuano ad avere come protagonista questa incantevole località viterbese. Solo qualche mese fa, grazie all’impiego di un georadar, gli studiosi avevano individuato alcune imponenti mura rimaste per secoli sotto terra. Gli scavi, immediatamente organizzati dagli archeologi, avevano portato alla luce nientemeno che un tempio risalente al VI secolo a.C., finora risultato l’edificio più grande dell’intero sito.

È invece nei pressi della Necropoli di Poggetto Mengarelli (scoperta solamente nel 2010) che lo scorso anno erano state rinvenute tre urne funerarie della prima Età del Ferro. Preziosi reperti considerati molto rari, e per questo ancor più sorprendenti. Al loro interno, gli esperti avevano trovato le ceneri di un’intera famiglia, un uomo e una donna adulti e un bambino tra i 9 e gli 11 anni. Ma sappiamo che a Vulci ci sono ancora tanti segreti che aspettano solamente di rivedere la luce del sole.

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Il viaggio più lungo nella storia della Royal Family

Il nuovo regno d’Inghilterra, guidato da Re Carlo III, è già pronto a entrare definitivamente nella storia. Come rivelato dal Mirror, noto quotidiano britannico di tipo tabloid, il sovrano si sta preparando ad affrontare il più grande tour mondiale della Royal Family.

Le tappe del viaggio di Carlo III

Stando a quanto si legge, Re Carlo d’Inghilterra in circa due anni intraprenderà una serie di spostamenti che lo porteranno in vari splendidi territori, tra cui l’Australia, il Canada, la Nuova Zelanda e diversi Paesi dei Caraibi. A volte avrà il piacere di avere accanto a sé la regina consorte Camilla altre, invece, viaggerà da solo.

Lo scopo, come hanno rivelato alcuni insider, è rafforzare i rapporti con le ex colonie britanniche dove, attualmente, spirano forti i venti di indipendenza dalla Corona.

La questione della Commonwealth

Il nuovo sovrano deve affrontare la spinosa questione del Commonwealth, la comunità che riunisce i Paesi che un tempo erano parte dell’Impero Britannico e che, anche se indipendenti, mantengono legami più o meno formali con la Corona inglese.

A seguito della morte della Regina Madre, infatti, diverse ex colonie del Regno Unito hanno annunciato di volere abbandonare il Commonwealth. Attualmente questa organizzazione intergovernativa è composta da 56 Stati indipendenti e rappresenta da più di 2 miliardi di persone, quasi tutte accomunate dalla passata appartenenza all’impero britannico.

La parola Commonwealth deriva dall’unione di common e wealth, ossia  benessere comune. Chi ne fa parte, quindi, condivide i principi di sviluppo, democrazia e pace, uguaglianza di genere, il riconoscimento degli Stati più vulnerabili e molto altro ancora.

A quanto pare, però, tirerebbe un forte spirito di cambiamento e soprattutto nei Caraibi. Il motivo è molto semplice: da queste parti il ricordo dell’impero si accompagna a quello del colonialismo insieme alle sue conseguenze negative come il passato schiavismo.

Nel corso degli anni, infatti, la corona britannica ha perso diversi paradisi caraibici. La Guyana, per esempio, è diventata Repubblica nel 1970, Trinidad e Tobago lo sono divenute nel 1976 e la Dominica nel 1978. Ma non è finita qui, perché nel novembre 2021 anche l’affascinante isola di Barbados ha formalizzato l’addio alla monarchia. Poi Antigua e Barbuda che di recente ha annunciato un referendum che potrebbe portare allo stesso risultato. A voler intraprendere la medesima strada sembrerebbero anche Giamaica e Belize.

Poi ancora il Canada, che deve fare i conti con la forte componente antimonarchica nel Québec e la Nuova Zelanda, dove la premier Jacinda Ardern ha parlato di un futuro repubblicano, ma senza fissare date.

Un differenza sostanziale, invece, la fa l’Australia che è una monarchia parlamentare costituzionale e che, a quanto pare, continuerà a esserlo almeno per i prossimi quattro anni.

Secondo le varie fonti, Re Carlo III vorrebbe iniziare il suo viaggio da record a partire dall’Australia e dal Canada. Ma del resto non c’è da sorprendersi del suo girare il mondo: Carlo è figlio di Elisabetta, la Regina che ha viaggiato di più al mondo. Vi basti pensare che dal 1952, fino alla sua recente dipartita, ha vistato 117 Nazioni e ha fatto più di 150 visite nei Paesi del Commonwealth.