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Seneghe, dove la tradizione e la natura della Sardegna si incontrano

Seneghe è il bellissimo borgo della Sardegna centro-orientale, incastonato tra mare e natura selvaggia. Custodisce la tradizione dell’olio extravergine di oliva, che ancora oggi valorizza e tutela. Inoltre, si trova a due passi dalle più belle località della costa ed è immerso tra boschi, nuraghi e altri monumenti archeologici.

Vincitore del Bando per l’attrattività dei Borghi promosso dal Ministero della Cultura, Seneghe è un luogo magico, ideale per chi vuole scoprire il lato più affascinante e nascosto dell’isola, sia durante l’estate, che in inverno.

Seneghe, la città dell’Olio

Nessun viaggio può iniziare a stomaco vuoto, ed è per questo che Seneghe accoglie i suoi visitatori con il suo prodotto d’eccellenza: l’olio extravergine di oliva.

Conosciuta anche come Città dell’Olio, ospita annualmente il Concorso Montiferru, premio nazionale dedicato all’olio extravergine di oliva. Il Concorso è suddiviso in due sessioni, la prima a marzo e la seconda a dicembre, quando si decretano gli oli migliori dell’anno.

Il Premio Montiferru, che nel 2022 si tiene dal 16 al 18 dicembre, coinvolge tutto il Paese, e si trasforma in una vera festa tutta da vivere e… gustare. È un’occasione per perdersi tra i sapori tipici, visitare punti ristoro, frantoi, mostre e tanto altro.

Fonte: Comune di Seneghe (OR)

Comune di Seneghe (OR)

Il territorio di Seneghe, tra spiagge bianche e scogliere selvagge

Incastonato tra boschi e rocce basaltiche, Seneghe si affaccia sul monte Sos Paris, sul versante orientale del Montiferru, zona che prende il nome dall’omonimo massiccio vulcanico, che si staglia e decora tutta la zona.

Basta spostarsi a pochi chilometri dal centro abitato per immergersi nei tipici boschi di leccio e sughero e passeggiare tra i profumi inebrianti della macchia mediterranea. Facendo attenzione si possono notare i terreni basaltici che si estendono fino alla costa.

E a proposito, non si può parlare di Sardegna senza accennare al suo mare. Ma chi conosce solo il lato “mondano” dell’isola, rimarrà stupito dallo scrigno di tesori offerti dalla costa più vicina a Seneghe, quella del territorio di Oristano e del Sinis.

La prima meta imperdibile uscendo da Seneghe è S’Archittu, che si trova a circa 19 km dal paese. Il nome prende origine dalla lunga scogliera bianca che attraversa il breve tratto di costa su cui si apre un arco naturale spettacolare, nato dall’erosione delle rocce calcaree. La scogliera abbraccia una piccola ma deliziosa spiaggia, da cui si raggiunge a nuoto la scogliera per arrampicarsi e divertirsi con i tuffi. Basta andare in una qualsiasi bella giornata estiva per ammirare decine di persone che si divertono a fare tuffi dalla cima di S’Archittu. Ad ogni tuffo scoppia l’applauso del pubblico. Ma S’Archittu è l’ideale anche per chi vuol fare una passeggiata: in alcuni punti della scogliera sembra di camminare sulla luna. Il momento del giorno ideale? Il tramonto, per godersi il sole che si tuffa dentro il mare incorniciato dall’arco.

Chi, invece, predilige le spiagge caratterizzate da sabbia fine e bianca, può trascorrere una giornata nelle varie aree balneari, come Putzu Idu (23 km da Seneghe) o Sa Mesa Longa (25 km da Seneghe), ma anche Santa Caterina di Pittinurri (22 km) o S’Arena Scoada (24 km).

Infine, a 29 km da Seneghe spicca Is Arutas, una delle spiagge più famose della costa, caratterizzata da chicchi di quarzo bianchi e rosa pallido.

Fonte: Comune di Seneghe (OR)

Spiaggia di Sa Rocca Tunda – Provincia di Oristano

Seneghe, alla scoperta di nuraghi e tombe dei giganti

Per chiudere il meraviglioso soggiorno nel territorio del Montiferru non può mancare una visita ai tanti nuraghi e alle tombe dei giganti sparsi nelle vicinanze.

Tra i più belli da scoprire spicca Mesu Maiore, un maestoso nuraghe dominato da una torre centrale e quattro torri perimetrali. Poco distante, ci si può fermare al nuraghe Oppianu, una torre ben conservata che conserva anche uno spazio scala sul lato sinistro della struttura. Ma le mete per gli amanti dell’archeologia sono infinite: dal nuraghe ‘e Pruma al nuraghe Narba, fino alla tomba dei giganti S’Omo de sas Zanas, quasi totalmente integra.

Insomma, il territorio di Seneghe, tra buon cibo, mare e archeologia offre attrazioni per tutti i gusti e le passioni. Non rimane che programmare il prossimo soggiorno in questa perla nascosta della Sardegna.

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Il viaggio più suggestivo che si possa fare a Natale

Prendete un treno storico, salite a bordo e viaggiate lentamente seduti sulle storiche panche di legno verso quell’angolo così pittoresco d’Italia che è il lago di Como, guardando fuori dal finestrino e ammirando i borghi che si specchiano sull’acqua.

Scendete dal treno una volta giunti a Como e salite su una motonave dove Babbo Natale e i suoi elfi vi danno il benvenuto e vi intrattengono durante la navigazione in poccasione della prima edizione del “Battello di Babbo Natale”, che prende il via il prossimo 16 dicembre.

A bordo del magico Lario Express

Il treno è la versione invernale del celebre Lario Express, un treno storico organizzato dalla Fondazione FS, che parte da Milano e che attraversa l’entroterra lombardo accompagnando i viaggiatori alla scoperta dei magnifici borghi comaschi.

L’esperienza di viaggio inizia già a bordo treno, tra le atmosfere senza tempo delle antiche vetture Centoporte, godendo del panorama che scorre lento dal finestrino.

Tra le maggiori attrazioni culturali che s’incontrano durante il viaggio, la Basilica minore di Seregno risalente al 1700, l’abbazia benedettina di fine ‘800 e l’antico borgo di Cantù con le sue affascinanti architetture medievali.

Il piroscafo di Babbo Natale

Il battello è la motonave Orione che parte due volte al giorno fino al 18 dicembre. Per l’occasione, sarà addobbata a tema natalizio e a bordo sono previsti momenti di intrattenimento per le famiglie, tra cui l’incontrato con Babbo Natale per consegnargli di persona la letterina dei desideri.

L’idea di organizzare delle minicrociere natalizie è venuta alla Gestione Navigazione Laghi, con lo scopo di arricchire ulteriormente la proposta turistica della zona del lago di Como e attirare ancor più turisti. Parte della flotta di battelli sarà illuminata con l’installazione del pavese di luci per aggiungere colore alle navi ormeggiate sul lungolago.

Natale tra i borghi comaschi

Il terzo e ultimo ingrediente che completa l’esperienza magica di un viaggio sul treno e sul battello storico sul lago di Como è quello di visitare le cittadine d’acqua addobbate in occasione del Natale.

La famosa “Città dei balocchi” che fino allo scorso anno si organizzava a Como, quest’anno si sposta a Cernobbio. A partire dal 7 dicembre, prende il via la ventinovesima edizione dell’evento natalizio più magico d’Italia. Nel Borgo, in Riva, nel parco di Villa Erba, a Villa Bernasconi e nelle frazioni di Piazza S. Stefano e Rovenna le luci, i videomapping e le musiche natalizie renderanno questo luogo davvero unico. Ci sarà un tunnel illuminato da attraversare, il mercatino di Natale da visitare e la pista sul ghiaccio su cui pattinare.

Anche Como sarà allestita per le feste con luci per le strade del centro storico, l’albero di Natale in piazza Duomo, le casette del mercatino, la pista del ghiaccio che creeranno una splendida atmosfera per le festività natalizie.

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Casa Bianca: gli addobbi di Natale sono un incanto

Sono tanti i motivi che ci spingono a viaggiare per il mondo in tutti i periodi dell’anno e in ogni stagione, e sono tutti diversi e soggettivi. Durante il mese di dicembre, però, tutto cambia, perché è la magica atmosfera di Natale che ci invita a esplorare le città che conosciamo e che in questo periodo si vestono a festa.

Mercatini di Natale e bancarelle che espongono prelibatezze culinarie e prodotti di artigianato, luci scintillanti e sfavillanti che illuminano i parchi urbani e i percorsi cittadini, e poi, ancora, maestosi alberi e decorazioni strabilianti e sensazionali. È il miracolo di Natale che prende vita e che trasforma le strade, i quartieri e le piazze di tutto il mondo in cartoline di immensa bellezza.

Ci sono alcuni luoghi che, proprio nel periodo dell’Avvento, assumono le sembianze di in un racconto di Natale che prende vita davanti ai nostri occhi. È questo il caso della maestosa Casa Bianca che, proprio in questi giorni, ha mostrato tutti gli addobbi di Natale che, vi anticipiamo, sono un incanto.

La Casa Bianca delle meraviglie

In concomitanza del Periodo dell’Avvento, quello più magico dell’anno, anche la Casa Bianca si è addobbata a festa regalandoci visioni di immensa bellezza. Le foto diffuse, infatti, hanno già incantato il mondo intero.

Situata al 1600 di Pennsylvania Avenue, a Washington, la Casa Bianca è la residenza ufficiale del Presidente degli Stati Uniti, nonché sede della presidenza stessa. L’edificio accoglie circa 30.000 visitatori, provenienti da tutte le parti del mondo, ogni settimana. Si tratta di una delle residenze più famose e belle del mondo, e sono tantissime le repliche di questa sparse in tutto il pianeta.

Per organizzare una visita alla Casa Bianca è necessario prendere parte ai tour pubblici che vengono approvati e confermati solo dai membri del Congresso. Le richieste possono essere effettuate fino a tre settimane prima e non meno di 21 giorni dalla visita.

La visita permette di esplorare le sale pubbliche dell’ala est, che comprendono le iconiche Blue Room, Red Room e Green Room. È possibile inoltre entrare nella Sala da Pranzo di Stato, nella Sala della Cina e visitare il roseto della Casa Bianca.

Un’alternativa a costo zero, che permette di entrare nelle stanze del monumentale edificio di Washington, è quella che consente di prendere parte a un tour virtuale. Grazie a un’esperienza unica, messa a disposizione da Google Arts & Culture in partnership con la White House, è possibile immergersi virtualmente nella casa progettata dall’architetto James Hoban.

Bella ed emozionante in ogni periodo dell’anno, durante il Natale la Casa Bianca si trasforma in un edificio delle meraviglie. Gli addobbi, svelati dalla First Lady Jill Biden, sono meravigliosi, come del resto lo sono ogni anno.

Decorazioni di Natale dentro la Casa Bianca

Fonte: Getty Images

Decorazioni di Natale dentro la Casa Bianca

Gli addobbi di Natale della Casa Bianca

Ci sono gli alberi, monumentali e maestosi, e tantissime decorazioni sontuose che incorniciano alcune delle stanze più iconiche dell’edificio e le trasformano nelle ambientazioni delle più belle favole di Natale.

Gli addobbi della Casa Bianca sono stati pensati per celebrare gli Stati Uniti e tutte le persone che qui vivono. In occasione della conferenza stampa di inaugurazione, infatti, Jill Biden ha svelato il tema scelto che, quest’anno, è We the People (Noi il Popolo).

La scritta del tema scelto campeggia all’ingresso della Casa Bianca, mentre luci scintillanti, alberi e decorazioni straordinarie si snodano in tutta la struttura. La nostra stanza preferita? Senza alcun dubbio la Blue Room, quella in cui campeggia un meraviglioso e sfavillante albero di Natale.

Green Room, Casa Bianca

Fonte: Getty Images

Green Room, Casa Bianca
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Monteleone di Spoleto, il borgo con la biga d’oro

Perduto tra le verdi colline e le suggestive montagne umbre, il piccolo borgo di Monteleone di Spoleto è uno scrigno di storia e cultura, di tradizioni e di splendidi edifici tutti da scoprire. Qui sembra di fare un vero e proprio tuffo indietro nel tempo: passeggiare lungo le sue viuzze medievali è un’esperienza magnifica. Ed è proprio il ricco e fiorente passato che il paesino ha vissuto ad averci regalato una testimonianza preziosissima risalente addirittura al VI secolo a.C. Si tratta nientemeno che di una biga d’oro, un tesoro incredibile scoperto tanti anni fa.

Monteleone di Spoleto, la biga d’oro e gli altri preziosi tesori

Inserito nel circuito dei Borghi più belli d’Italia, il paesino di Monteleone di Spoleto è immerso in un panorama magnifico. È il comune più alto di tutta l’Umbria, a quasi 1000 metri di quota: tutt’intorno, le montagne offrono una cornice dominata da una natura incontaminata. È proprio tra le rocce di queste montagne che gli esperti hanno trovato alcuni fossili di molluschi, segno di un paesaggio che all’epoca era decisamente molto diverso da quello che conosciamo oggi. Ma i reperti più preziosi rinvenuti sul territorio di Monteleone sono più recenti – e molto più sorprendenti.

Nel 1901, gli archeologi hanno scoperto delle vestigia etrusche: in località Colle del Capitano, a pochissima distanza dal borgo, è tornata alla luce un’antica necropoli utilizzata sin dall’età del Bronzo. Qui si trova la tomba appartenuta ad un principe locale, impreziosita da un corredo funerario particolarmente ricco. Ed è proprio al corredo che appartiene una biga in legno, ricoperta da lamine di bronzo dorato e decorata con scene rappresentanti l’eroe greco Achille.

La biga, risalente al 540 a.C., ha vissuto vicende piuttosto travagliate: è stata trafugata e portata oltreconfine da un trafficante di antichità, che poi l’ha venduta al Metropolitan Museum di New York, dove ancora oggi è custodita. La chiamano “Golden Chariot”, il Carro d’Oro, ed è un tesoro di valore inestimabile. Monteleone di Spoleto ne vanta comunque una riproduzione a grandezza naturale che si può ammirare nei sotterranei del complesso monumentale di San Francesco, uno degli edifici più suggestivi del centro storico.

Cosa vedere a Monteleone di Spoleto

Il borgo di Monteleone di Spoleto, che sorge in provincia di Perugia, è protetto da ben tre cinta murarie che in passato dovevano risultate davvero imponenti: alcuni tratti sono ancora visibili, e mostrano chiaramente l’impianto castellano che il paesino aveva in origine. Nel centro storico vi sono molti edifici religiosi, tra cui proprio la Chiesa di San Francesco e il suo convento adiacente, entrambi risalenti al ‘300.

Particolarmente suggestivo è il monastero di Santa Caterina, una chiesa a forma di ovoide della quale oggi restano dei ruderi dal fascino innegabile. A poca distanza si può vedere la Torre dell’Orologio, che fungeva da porta d’accesso al nucleo più centrale (e antica) del paese. Eretta nel XIII secolo, domina con il suo profilo maestoso tutto il borgo di Monteleone di Spoleto e gran parte della vallata circostante, ricca di boschi lussureggianti. Dall’alto della torre lo sguardo si spinge lungo gli Appennini, regalandoci una vista mozzafiato.

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Visto turistico: tutto quello che c’è da sapere

Per viaggiare in diversi Paesi del mondo, ma anche per alcuni turisti che scelgono l’Italia come meta di viaggio, è necessario essere in possesso di un visto turistico, ossia l’autorizzazione che viene concessa ai viaggiatori stranieri per poter entrare in un determinato Paese sia per turismo, sia per altri motivi come lo lo studio e il lavoro.

Prima di viaggiare verso qualsiasi destinazione che non faccia parte dello spazio Schengen e dell’Unione Europea, quindi, è necessario informarsi per tempo su come ottenere il visto, sulle tempistiche di rilascio, sul costo e la validità.

Come richiedere il visto turistico

Qualora fosse necessario, per ottenere un visto turistico si può inviare una richiesta presso l’ambasciata che si trova in Italia del Paese in cui si desidera viaggiare. Tuttavia, esiste anche la possibilità di fare richiesta attraverso appositi moduli online.

Una modalità molto più comoda e rapida, in quanto potrebbe capitare che le richieste inviate per posta non siano accettate dagli Stati esteri a causa di errori di compilazione o mancanza di alcuni documenti.

È bene sapere, però, che le procedure per richiederlo non sono uguali in tutti i territori in quanto ognuno ha le proprie regole, sia per quanto riguarda il rilascio, sia per i costi. Può essere, inoltre, di varie tipologie e valido per uno o più accessi al Paese.

I documenti necessari per ottenere un visto turistico

Ogni Paese ha le sue norme ben precise per quanto concerne i documenti necessari per il rilascio di un visto turistico. Ad ogni modo, sicuramente fondamentale è un passaporto in corso di validità. In altri casi, invece, potrebbe servire una fotografia formato tessera, oppure i dati di una carta per il pagamento elettronico, o anche i dati dei luoghi in cui si soggiornerà durante il viaggio.

Non si esclude, inoltra, la necessità di avere la prenotazione dell’albergo in cui si soggiorna o del biglietto aereo.

Quanto tempo ci vuole per ottenere un visto turistico

Anche per quanto riguarda le tempistiche, le regole cambiano di Paese in Paese. In linea generale, tuttavia, è possibile ottenere un visto entro i 2 massimo 5 giorni lavorativi. Ci sono però varie eccezioni e può anche capitare che le ambasciate impieghino un paio di settimane, o più, per dare il via alla produzione del visto stesso.

Alcuni visti turistici, inoltre, possono avere una validità di vari mesi e con il periodo che viene calcolato solo all’arrivo.

Visto turistico sì o no? Le regole generali

Se la vostra intenzione è viaggiare verso Paesi asiatici come l’India o la Thailandia, sappiate che il visto turistico ha durate differenti: in India vale 90 giorni; in Thailandia il visto turistico non è richiesto se ci si ferma nel Paese per meno di 30 giorni,

Negli Stati Uniti, invece, non è necessaria l’autorizzazione all’ingresso, ma serve richiedere almeno 72 ore prima della partenza l’ESTA. In Canada, Argentina e Brasile il visto per turismo non è necessario per soggiorni inferiori ai 90 giorni. In Messico invece, non è richiesto se ci si ferma fino a un massimo di 180 giorni.

Nei Paesi dell’Africa, come Marocco e Tunisia, il visto per turismo non è richiesto per soggiorni sotto ai 90 giorni. In Egitto è invece necessario essere in possesso del visto turistico.

Tuttavia, le regole dei Paesi in cui è obbligatorio e in cui non lo è cambiano in continuazione. Per questo motivo, prima di qualsiasi partenza, vi invitiamo a informarvi sui vari siti istituzionali.

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Caspoggio, il borgo che si sviluppa in uno scenario splendido

In alta Lombardia, a circa 5 km in linea d’aria dal confine con la Svizzera, c’è un borgo che piace molto alle famiglie e a chi vuole trascorrere una vacanza in montagna senza annoiarsi mai. Parliamo di Caspoggio, cittadina alpina di poco più di 1300 abitanti, situata su un poggio che si apre poco a monte del punto di confluenza della Val Lanterna, nel solco principale della Valmalenco, paradiso di neve nella provincia di Sondrio. Impossibile non innamorarsene a prima vista: scopriamolo.

Caspoggio, storia di ieri e di oggi

In dialetto è Caspöc’, e l’origine del nome è ancora incerta. C’è chi pensa che derivi dall’espressione latina ‘casa podii’, cioè casa del poggio, a significare paese posto su un poggio, mentre per altri deriverebbe dal termine ‘caspa’ che, in antico dialetto valtellinese indicava sia i recipienti del contadino che i terreni concavi con un laghetto o una palude, o ancora da ‘Castel Poggio’, nome originale della fortezza nel sito, che dava anche il nome alla zona.

La fisionomia dell’antico paese, che si eleva tra i 1000 e i 1200 metri di quota, è cambiata nel tempo, quasi scomparsa in mezzo a tante case per le vacanze costruite in questi ultimi decenni. Anticamente era un susseguirsi di piccolissimi nuclei abitativi, intersecati da strettissime e tortuose viuzze. Il villaggio era costituito da otto contrade, simboleggiate dalle otto stelle nello stemma. Dal basso le contrade di Albertazzi e Burri, Bracelli, a ridosso del promontorio detto Caslèt, le contrade di Centro-fuori, Centro-dentro, Negrini e, poco sopra, Bricalli. Più in alto, la frazione di S.Elisabetta, che nel corso degli anni ha visto sorgere numerose case di villeggiatura.

Le prime tracce storiche sull’esistenza del borgo risalgono al XIV secolo, con la realizzazione del più grande Castrum della Valmalenco voluto dai Capitanei, i potenti Signori di Sondrio, per contrastare le invasioni dal nord. Caspoggio, probabilmente, nasce come borgo di questo castello, un ristretto nucleo urbano formato da pastori e artigiani, e da soldati con loro famiglie.

Nel 1816, divenne Comune, inserito nel I distretto di Sondrio. Data la sua posizione, fu sempre un paese di frontiera. Tra le sue parti più antiche c’è la caratteristica “Truna”, formata da abitazioni parallele su due schiere, divise da un passaggio centrale coperto lungo più di 25metri, una specie di complesso con stalle inglobate, chiuso verso l’esterno. Oggi costituisce il tipico centro storico di Caspoggio.

Caspoggio, la località montana ideale per le famiglie

Nella seconda metà del 900, il paese cominciò a progettare la sua seggiovia. I lavori iniziarono nel ’52 e vennero terminati tra il ’57 ed il ’60. In poco tempo, Caspoggio divenne uno dei poli sciistici più importanti della Valtellina. Il villaggio, sino ad allora un po’ marginale rispetto ad altri centri malenchi sul piano turistico, balzò all’attenzione del mondo sportivo invernale, grazie a impianti di risalita e discese di sci alpino per professionisti che hanno attirato qui anche sciatori di fama mondiale. Basti pensare che la pista Avanzi-Motta è stata sede di gare di Coppa Europa e Coppa del mondo di discesa.

Dopo la chiusura degli impianti sciistici, Caspoggio si è trasformata nella meta ideale per famiglie, grazie al Centro della Montagna Zenith, ideato come un punto di incontro vivo per la Valmalenco. Attraverso lo sport, le attività ludico-sportive, lo spazio alle famiglie e l’offerta enogastronomica, sono state create idee e progetti dedicati a nuove forme di accoglienza turistica e alla scoperta di questi luoghi unici. Tante le possibilità di intrattenimento durante tutto l’anno. Il territorio di Caspoggio, un poggio soleggiato che dominante la Valmalenco, è infatti il collegamento naturale per gli alpeggi della valle, con percorsi e sentieri di varia difficoltà, ideali in estate per lunghe camminate e gite in mountain bike, e in inverno per salite scialpinistiche e ciaspolate. Chi non vuole sciare, potrà divertirsi sulla pista di pattinaggio sul ghiaccio. Un borgo che è un sogno in ogni stagione.

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Milioni di luci hanno acceso la magia: la favola di Natale ha inizio

C’è qualcosa di incredibilmente straordinario che sta accadendo intorno a noi, proprio adesso che le strade, le piazze e i quartieri delle città di tutto il mondo si sono trasformate in cartoline di immensa bellezza.

Ci sono le luci, quelle sfavillanti che illuminano i parchi urbani e i percorsi cittadini, e ci sono gli alberi, che sono maestosi e incantati. Ci sono poi i profumi che si diffondono nell’aria e che sono accompagnati da soavi melodie e poi, ancora, bancarelle di ogni tipo che sfoggiano prodotti che parlano di storie, tradizioni e culture. È il miracolo di Natale che prende vita, e che accende di magia i luoghi del mondo che conosciamo.

Sono tante, anzi tantissime, le destinazioni da raggiungere durante il periodo dell’Avvento, le stesse che ci permettono di immergerci e perderci all’interno delle atmosfere natalizie che tanto amiamo. Ma se volete lasciarvi incantare dalle luci sfavillanti che si trasformano in capolavori d’arte visiva e immersiva, e che vi permettono di vivere una favola di Natale, c’è solo un luogo da raggiungere. Preparate le valigie, si parte. Destinazione: Medellín.

La favola di Natale a Medellín

Non si tratta dei celebri mercatini di Natale che si snodano in tutta la Germania, e neanche dello scintillante e antico albero di Natale che allestiscono ogni anno a Tallinn, ma di uno spettacolo visivo senza eguali che illumina il Natale di magia. Per assistere a questo show, che incanta lo sguardo e riscalda il cuore, dobbiamo recarci in Colombia, e più precisamente a Medellín. È qui che si trova il percorso di luci e addobbi di Natale più bello di tutto il mondo.

Conosciamo tutti Medellín, capitale di Antioquia e città dell’eterna primavera, nonché luogo di nascita di Pablo Escobar, e sappiamo bene che un viaggio in questo luogo è destinato a sorprenderci ogni volta, in ogni periodo dell’anno e in ogni stagione. Lo fa con il suo clima temperato, con quell’iconico Festival dei fiori, ma anche con le cabinovie moderne e con quelle viste mozzafiato sulla Valle d’Aburrá. Lo fa anche con le sculture che si snodano e decorano Plaza Botero e con il Museo cittadino che ospita i capolavori degli artisti locali.

Ma c’è un altro motivo per cui Medellín ha catturato la nostra attenzione adesso, ed è quello che la vede come la città più bella, luminosa e scintillante del Periodo dell’Avvento. Le luminarie e gli addobbi che si snodano nello scenario urbano, infatti, danno vita a veri e propri capolavori visivi in cui perdersi e immergersi, gli stessi che lasciano senza fiato.

Per tutto il mese di dicembre, infatti, Medellín è totalmente invasa da milioni di luci natalizie che, tutte insieme, creano uno show sfavillante che trasporta viaggiatori provenienti da ogni parte del mondo in una favola di Natale che non conosce eguali.

Luci di Natale a Medellín

Fonte: Getty Images

Luci di Natale a Medellín

Le luci di Natale più belle del mondo

Sono più di un milione le luci natalizie che vengono accese durante il periodo dell’Avvento a Medellín, le stesse che fanno da cornice a una serie di spettacoli e di eventi culturali che si alternano durante il mese di dicembre. È questo il periodo migliore per riscoprire la capitale di Antioquia in una veste inedita e incantata.

Quella di addobbare in maniera strabiliante tutte le strade della città è un tradizione antica che risale al 1851 e che è stata perpetuata fino ai giorni nostri, diventando sempre più maestosa e straordinaria, fino a trasformarsi in una vera e propria attrazione turistica che attira ogni anno migliaia di visitatori provenienti da tutto il mondo.

Il Festival delle luci di Natale, che prende il nome di Alumbrados Navideños, è stato nominato dal National Geographic negli stessi anni come lo spettacolo luminoso più bello di tutto il mondo. E in effetti basta dare uno sguardo alle fotografie per capire il motivo.

Le luci vengono accese tra fine novembre e inizio dicembre, inaugurando così la stagione di Natale. Imperdibili sono le passeggiate nel Parque de las Luces  e quelle lungo il fiume, dove luminarie fiabesche, di ogni forma e dimensione, trasportano i viaggiatori in un mondo fantastico dove la favola natalizia prende vita.

Luci di Natale a Medellín

Fonte: Getty Images

Luci di Natale a Medellín
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Come in una favola: la caccia ai troll ha inizio

Esistono luoghi in tutto il mondo che per forme, lineamenti e colori assomigliano proprio a quelli che abbiamo visto e immaginato leggendo le favole delle buonanotte che da sempre ci hanno accompagnato, e che sono così belli da non sembrare reali.

Si tratta di posti dove la natura è stata lasciata libera di agire, e di mettere in scena i suoi spettacoli più belli, o di quelli in cui l’uomo ha creato capolavori di intensa bellezza che lasciano senza fiato. Proprio lì dove sembrano prendere vita tutte quelle storie, le leggende, le fiabe e i miti che ci fanno tornare ancora un po’ bambini.

E se è un’esperienza da favola che volete vivere, allora, c’è solo una destinazione da raggiungere: la Norvegia. Nel Paese Scandinavo, infatti, tra la bellissima capitale e quel paesaggio variegato e mozzafiato che comprende montagne, ghiacciai e profondi fiordi, si nascono i leggendari troll. Preparate i bagagli e aguzzate la vista: la caccia ha inizio.

Un’esperienza da fiaba in Norvegia

Organizzare un viaggio in Norvegia, per esplorare gli sterminati e selvaggi territori del Paese scandinavo, è sempre una fantastica idea. La capitale Oslo, infatti, incanta con le sue architetture, i musei e le numerose aree verdi, mentre la città di Bergen, con le sue colorate casette in legno, diventa lo sfondo perfetto per scattare le più belle cartoline di viaggio. Tutto intorno alle città e ai villaggi, invece, si snodano paesaggi variegati e mozzafiato caratterizzati da montagne, ghiacciai e fiordi straordinari che si alternano lungo la costa.

È proprio percorrendo questi incredibili scenari, tra strade serpeggianti, dirupi e formazioni rocciose, che è possibile avvistare delle figure mitologiche, stiamo parlando dei troll. La leggenda vuole che queste strane creature, che sbucano dal terreno, vivono e si nascondono all’interno delle foreste dell’Europa settentrionale.

Una volta, tanto tempo fa, i troll vivevano liberamente tra le foreste e le montagne norvegesi. Tuttavia lo facevano solo al crepuscolo, e durante la notte, perché la luce del sole li avrebbe trasformati in pietra.

Le testimonianze delle leggende che ruotano intorno a queste figure misteriose e mitologiche, vivono e sopravvivono in tutto il territorio norvegese, permettendo ai viaggiatori di tutto il mondo di toccare con mano una fiaba folcloristica e affascinante, che oggi appartiene al patrimonio culturale dell’interno Paese.

Attraversando il territorio, inoltre, è possibile ascoltare le storie preservate dalle persone che qui hanno sempre vissuto, ma soprattutto si possono seguire le tracce che i troll hanno lasciato in tutto il Paese, proprio lì dove compaiono i loro volti e i loro corpi scolpiti nelle rocce.

Trollpikken

Fonte: Christine Baglo/ Visitnorway.com

Trollpikken

A caccia di troll

Alcuni parlano dei troll come figure simpatiche, anche se un po’ dispettose. Altri, invece, li dipingono come dei personaggi cattivi e spaventosi dai quali è meglio stare alla larga. Indipendentemente da ciò in cui scegliete di credere, però, sappiate che in Norvegia potrete seguire le loro tracce.

La caccia ai troll inizia dalla Trollstigen, una delle strade turistiche nazionali più famose del Paese. Si tratta di un percorso mozzafiato che si snoda a 800 metri di altezza dal livello del mare e che permette di contemplare panorami incredibili che si perdono all’orizzonte.

Non lontano dalla strada panoramica, invece, è possibile raggiungere l’imponente Trollveggen, la parete dei troll considerata una delle più alte d’Europa. Questa parete rocciosa è una destinazione molto popolare tra gli scalatori di tutto il mondo, ma non è per tutti.

A oltre 1000 metri d’altezza, invece, troviamo Trolltunga, la lingua dei troll. Si tratta di un massiccio montuoso che è possibile attraversare seguendo un percorso escursionistico di elevata difficoltà. La leggenda narra di un troll che, rimasto qui fino all’alba, si è trasformato in pietra dopo essere stato baciato dal sole.

Tra i luoghi da raggiungere, per completare la nostra caccia ai troll, c’è anche Trollpikken che, letteralmente, vuol dire il “pene del troll”. Anche qui, un troll troppo fiducioso, ha deciso di sfidare il sole trasformandosi in pietra.

Se il mondo di queste creature mitologiche vi affascina, allora, non dovreste assolutamente perdere l’esperienza all’Hunderfossen Fairytale Park. Si tratta di un parco giochi che ospita giostre, esperienze avventurose per grandi e bambini e, naturalmente, i troll.

Troll, Hunderfossen Family Park

Fonte: Esben Haakenstad

Troll, Hunderfossen Family Park

 

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Winter Experience: viaggiare in treno è più facile ed economico

Vi abbiamo spesso parlato dei vantaggi di viaggiare in treno, ma anche delle migliori esperienze che si possano vivere a bordo dei convogli. Oggi, tuttavia, abbiamo da darvi una buona notizia in più: con la Winter Experience 2022, la nuova offerta invernale di Trenitalia al via da domenica 11 dicembre, viaggiare sui binari diventa più facile ed economico (ma anche più divertente).

Winter Experience 2022: in cosa consiste

Quest’inverno ci saranno ben oltre 9mila collegamenti al giorno in treno e circa 23mila corse in bus tra Italia e in vari Paesi d’Europa. Il Polo Passeggeri del Gruppo FS composto da Trenitalia, Busitalia e Ferrovie del Sud Est, infatti, unisce grandi, medie e piccole città con collegamenti sempre più capillari.

Tutto questo è messo in atto per viaggiare all’insegna dell’intermodalità e del rispetto dell’ambiente. Ciò vuol dire che Frecce, Intercity, Eurocity, Euronight e i Regionali garantiranno in Italia oltre 6.700 collegamenti in treno, ai quali si aggiungono più di 13.600 corse bus.

Ma il Gruppo FS promette un inverno di viaggi sulle rotaie anche in Europa: saranno oltre 2.400 i collegamenti complessivi al giorno in treno e 9.000 le corse in autobus in Spagna, Francia, Regno Unito, Germania, Olanda e Grecia.

Sulla rete ferroviaria italiana correranno 250 Frecce al giorno, con Roma e Milano ancora più vicine grazie a più collegamenti (88 quelli giornalieri), sette no-stop a 2 ore e 59 minuti e Frecciarossa Duplex con oltre 900 posti offerti nelle fasce orarie a traffico elevato.

Inoltre, aumentano e migliorano i collegamenti anche verso il Sud del nostro Paese, così come le soluzioni dirette e integrate treno+bus per raggiungere porti e aeroporti in tutta Italia grazie agli oltre 140 servizi disponibili del Regionale. A disposizione dei passeggeri ben 124 Intercity, di cui 24 Intercity Notte, per le medie località e i capoluoghi di provincia, con l’esclusivo servizio con le Cabine Excelsior esteso anche nei collegamenti tra Milano e la Sicilia oltre a quello già esistente tra Roma e l’isola.

Novità per l’offerta Euronight Italia-Austria/Germania: da dicembre anche dalla Liguria sarà possibile raggiungere l’Austria e la Germania, grazie alle fermate di Genova e La Spezia.

Tra gli oltre 6.000 treni al giorno del Regionale si evidenziano più servizi in Piemonte, Trentino Alto-Adige e Friuli-Venezia Giulia, Marche, Lazio e Abruzzo​ e poi ancora Campania e Puglia. ​Ciò vuol dire che sarà sempre più facile raggiungere i mercatini di Natale in treno.

Dopo i treni Rock e Pop, a breve sui binari effettuerà i primi collegamenti anche il Blues, il treno ibrido del Regionale pensato per tutti, anche per i più piccoli, con un’area kids totalmente dedicata a loro. L’offerta del Polo Passeggeri è arricchita ulteriormente dagli oltre 13.600 collegamenti quotidiani di Busitalia e Ferrovie del Sud Est.

Viaggiare in treno divertendosi

Le buone notizie non sono finite qui, perché viaggiare in treno diventa ancora più divertente, soprattutto per i più piccoli e in particolare grazie all’area family su Intercity: una carrozza dedicata al divertimento e allo svago dei bambini, con interni personalizzati e giochi allestiti sui tavolini.

Non mancano le attenzioni per i nostri amici a 4 zampe. I cani viaggeranno gratis dal 1 dicembre all’8 gennaio su Frecce e Intercity. A bordo dei Regionali il cane al guinzaglio viaggia, già dalla scorsa estate, senza più limiti di fascia oraria, con un biglietto, acquistabile anche sui canali digitali di Trenitalia, ridotto del 50% rispetto alla tariffa ordinaria. Gli animali di piccola taglia nel trasportino, invece, viaggiano gratis a bordo di tutti i treni di Trenitalia.

L’attenzione all’ambiente

Tutto questo è possibile prestando anche particolare attenzione all’ambiente. Insieme alla raccolta differenziata a bordo dei treni e gli oltre 20mila posti bici, a disposizione dei viaggiatori ci sono nuove sedute sostenibili con tessuti ottenuti da plastica riciclata, ma anche l’autoproduzione di energia elettrica da impianti fotovoltaici.

Ma del resto, il treno ha evitato che fossero immesse nell’ambiente in un anno 150.000 tonnellate di CO2 in relazione ai collegamenti Frecciarossa Roma–Milano; per i bus elettrici, inoltre, è raddoppiata la quota di ricariche con fonti green.

Anche nel 2023 Trenitalia continuerà a essere a fianco del mondo dello sport, della cultura e dello spettacolo, collegando così i passeggeri alle loro passioni e, con Frecciarossa, si conferma vettore ufficiale di eventi di grande interesse.

Insomma, non resta che preparasi a una serie di viaggi invernali a bordo dei treni italiani.

Le offerte per viaggiare quest’inverno

Per le giornate del 9, 25, 27, 28, 29 e 30 dicembre è possibile usufruire dell’offerta Speciale A/R in giornata, che consente di ricevere uno sconto del 70% per raggiungere i propri cari durante le festività dell’Immacolata e di Natale.

Sconti molto importanti anche con la promo Speciale Frecce: chi viaggia su Frecciarossa e Frecciargento nei livelli di servizio Business, Premium e Standard può ricevere una riduzione del 60% dal venerdì, al lunedì e fino al 70% dal martedì al giovedì.

Chi si sposta per lavoro tra due città, può iscriversi al programma Trenitalia for Business e aquistare il Carnet Biz più adatto alle proprie esigenze, grazie al quale sarà possibile viaggiare sulle Frecce con sconti fino al 40% (ma anche con cambi illimitati gratuiti).

Le offerte non sono finite qui perché è prevista anche promo Speciale Insieme Senior: i soci CartaFRECCIA che hanno compiuto 60 anni, dall’11 gennaio al 28 febbraio 2023 possono usufruire di sconti fino al 70% sui Frecciarossa, Frecciargento e Frecciabianca, in 1^ e in 2^ classe, nei livelli di servizio Business, Premium e Standard.

Si amplia il ventaglio di tratte scontate con il Carnet Smart che consente di risparmiare oltre il 60% e di effettuare 10 viaggi per partenze dal lunedì al venerdì nelle classi 1°/Business e 2°/Standard.

I prezzi ridotti sono previsti anche per chi ha necessità di spostarsi tra due città con meno frequenza. In queste circostanze, ci sono i Carnet da 15, 10 o 5 viaggi, che sono acquistabili ottenendo una riduzione del 30, 20 e 10% sul prezzo Base.

A disposizione dei viaggiatori, inoltre, c’è la Promo Bici gratis: in via promozionale è gratuiro il supplemento del trasporto della due ruote per chi acquista fino al 31 dicembre 2022 un biglietto per l’Intercity Giorno e procede con la prenotazione del servizio, che resta obbligatoria così da viaggiare in massima tranquillità con il posto bici riservato.

Nella carrozza 3 degli Intercity sono predisposte sei postazioni e due punti di ricarica elettrica per le e-bike.

Infine, le promozioni dedicate a chi sceglie di viaggiare con il Regionale: è stata riattivata la promo Weekend Insieme, per viaggi illimitati a 22 euro il sabato e la domenica.

Dal 25 dicembre, inoltre, i viaggiatori potranno acquistare in diverse regioni d’Italia la nuova promo FULL, che permette un mese di viaggi illimitati all’interno della regione. Le due promozioni si affiancano alle già attiva Italia in Tour che permette di viaggiare 3 o 5 giorni consecutivi con un numero illimitato di spostamenti in seconda classe sui treni regionali, regionali veloci e metropolitani.

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Quella di viaggiare è una sindrome: lo conferma anche la scienza

Organizzare un viaggio non è solo un modo per esplorare le meraviglie del mondo che abitiamo e per toccare con mano le culture e le tradizioni di popoli diversi dal nostro, ma è un vero e proprio regalo che facciamo a noi stessi. Alla nostra anima e al cuore.

Una sorta di terapia che ci concediamo quando sentiamo la necessità di ritrovare noi stessi, di guarire dalle ferite, di trovare un rifugio nel mondo lì fuori quando tutto intorno a noi sembra crollare. Ma è anche un modo per crescere, evolvere, superare i nostri limiti e imparare a essere felici, di nuovo.

La verità è che sono molte le persone che sentono dentro un desiderio irrefrenabile di viaggiare, e poi di farlo ancora, che non sanno spiegare, scegliendo addirittura di modificare la propria vita per non smettere di girare il mondo. E non si tratta solo di un desiderio da assecondare o di un sogno da realizzare, ma di una vera e propria sindrome confermata anche dalla scienza, quella di wanderlust.

La sindrome di wanderlust

Sentiamo spesso utilizzare la parola wanderlust, sopratutto tra i viaggiatori più incalliti. La leggiamo sui libri, la ascoltiamo nei film e poi, ancora, la guardiamo trasformarsi in un hashtag su Instagram. Ma cosa significa quella parola tanto cara agli avventurieri del mondo?

Il termine, di origine tedesca, fa riferimento a un sentimento, e più nello specifico al desiderio irrefrenabile di viaggiare. Wandern, infatti, vuol dire vagare, mentre Lust significa desiderio. La prima apparizione della parola wanderlust sembra risalire al 1800, quando l’artista Friedrich Rücker la usò nella sua poesia Die drei Quellen.

Oggi, quando parliamo di wanderlust, facciamo riferimento a quella necessità di viaggiare ed esplorare il mondo, di andare oltre a ciò che conosciamo per superare i confini e per soddisfare quella incontrollabile voglia di scoperta.

Non è raro vedere accostare la parola wanderlust a quella di sindrome. Le persone che hanno scelto di trasformare il viaggio in uno scopo della vita, infatti, parlano di questo desiderio come una manifestazione improvvisa e inspiegabile che nasce da dentro, e che li porta a non stare mai fermi nello stesso luogo.

E in effetti, a guardare ciò che dice la scienza, sembra proprio che quel vagabondare perpetuo sia un bisogno che appartiene ai geni che sono scritti nel DNA di alcuni esseri umani.

Quella di viaggiare è una sindrome: la ricerca scientifica

Da anni, la scienza, indaga gli esseri umani e i loro comportamenti per cercare delle risposte a tutti quei quesiti che ci poniamo giorno dopo giorno. Ha fatto lo stesso con i viaggiatori, per provare a comprendere cosa si nasconde dietro quel bisogno di viaggiare che non può essere soffocato, né tanto meno ignorato.

Confrontando diversi studi che si sono susseguiti negli anni, abbiamo scoperto che la sindrome di wanderlust esiste davvero, ed è strettamente collegata ai nostri geni. La colpa, se di colpa vogliamo parlare, è del gene DRD4, recettore della dopamina, che secondo lo scienziato JB Lichter provoca proprio questi impulsi. Il DRD4, ribattezzato gene del viaggio, si trova in circa il 20% della popolazione mondiale (Schilling, Walsh e Yun, 2011).

Si tratta di un’irrequietezza interiore che può essere calmata solo organizzando un nuovo viaggio e andando alla scoperta di luoghi vicini o lontani che possano soddisfare un desiderio primordiale che è scritto nel nostro DNA. L’unico rischio che correte, se siete affetti dalla sindrome di wanderlust, è quello di non riuscire più a fare a meno di viaggiare.