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Anche la settimana bianca quest’anno costerà di più: le previsioni

Con la stagione estiva alle spalle, quella sciistica è quasi alle porte, ma c’è poco da gioire perché potrebbe rivelarsi un vero salasso, in particolare per le famiglie. Jfc Skipass Panorama Turismo, Osservatorio italiano del turismo montano, ha infatti rilevato ulteriori aumenti che si andranno a sommare a quelli degli ultimi due anni. Insomma, inforcare gli sci sembra stia diventando un lusso che in pochi si potranno permettere. Vediamo nello specifico cosa devono aspettarsi gli appassionati della montagna.

Stagione sciistica 2023/2024: stangata in arrivo

Facendo un confronto con lo scorso biennio, l’aumento medio per il soggiorno in albergo si aggira intorno all’8,2%, mentre in alta stagione si supera di poco il +12%, ma si possono raggiungere anche picchi del 25%. Per lo skipass gli incrementi sono del 19%, per un’ora di lezione con un maestro di sci del 15%, per una settimana bianca si spenderà il 7,5% in più. Stando alle previsioni, gli aumenti rischiano di essere maggiori durante le festività, vale a dire tra Natale e Capodanno e nei giorni di Carnevale e Pasqua.

Secondo l’analisi dell’Osservatorio italiano del turismo montano, si va dai 50 euro giornalieri agli oltre 1.600 stagionali. Per fare un esempio, due adulti con un bimbo al di sotto degli 8 anni di età possono arrivare a spendere 3.600 euro per la settimana bianca, il +7,3% rispetto al 2022, mentre per un weekend sulla neve la spesa è di circa 1.500 euro (+8%).

Quanto costerà sciare sulle Dolomiti

La stagione sciistica di Dolomiti Superski inizierà il 25 novembre, per concludersi nei primi giorni di aprile. Quest’anno, per il giornaliero si spendono 72 euro che passano a 80 euro in alta stagione, con un aumento dell’8% rispetto all’anno precedente, e del 20% rispetto alla stagione 2021/22. Anche gli abbonamenti stagionali saranno soggetti a rincari che dovrebbero aggirarsi attorno al 3,9% circa, con un costo di 990 euro (925,00 euro se acquistati in prevendita fino al 24 dicembre 2023). Lo skipass plurigiornaliero per un adulto, invece, costerà 229 euro per tre giorni consecutivi e 428 euro per sette giorni.

Rincari anche a Madonna di Campiglio, dove il giornaliero per un adulto per l’intera skiarea – che comprende anche Pinzolo, Folgarida-Marilleva e Peio – arriva a 72 euro e fino a 79 euro in alta stagione, con un aumento di dieci euro rispetto allo scorso anno. Prezzi che si traducono in un salasso per una famiglia che vuole trascorrere un weekend sulle piste da sci.

A tal proposito, stando a quanto riporta La Repubblica, in Val di Fassa un nucleo di quattro persone, per una notte con mezza pensione, spende attorno ai 3-400 euro. A questo si devono aggiungere poi il viaggio, gli skipass e l’eventuale noleggio di attrezzature, arrivando a sborsare circa un migliaio di euro per trascorrere un fine settimana sulle Dolomiti con gli sci ai piedi.

Non va tanto meglio a chi preferisce sciare nella località di Paganella, in provincia di Trento, dove il via alla stagione è previsto per il 2 dicembre. Qui si deve mettere in conto un esborso di 62 euro per il giornaliero, fino ad arrivare a 68 euro durante le festività natalizie. Più economico il comprensorio Ponte di Legno-Tonale, fra Trentino e Lombardia, dove il giornaliero per un adulto costerà 56 euro.

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Arriva la soluzione per il ritardo passaporti: si potranno prendere alle poste

Nei mesi immediatamente successivi all’emergenza Covid, quando il turismo ha ricominciato ad ingranare e moltissimi italiani hanno ripreso ad organizzare le proprie vacanze, è esploso il caos passaporti: ottenere il documento in tempi rapidi è diventato pressoché impossibile, causando numerosi disagi ai viaggiatori. Ma ora è forse arrivata la soluzione. Presto, infatti, il passaporto si potrà ritirare alle poste.

Il caos passaporti: le cause

Nel 2022, con la graduale riapertura delle frontiere in gran parte del mondo, sono stati davvero tanti gli italiani che hanno ricominciato a viaggiare: lunghi mesi trascorsi in casa per via del Covid hanno fatto esplodere in tutti noi il desiderio di andare alla scoperta di luoghi meravigliosi, anche molto distanti dall’Italia. Tuttavia, i turisti si sono trovati di fronte ad un problema non da poco. L’enorme richiesta di passaporti ha infatti congestionato le questure, causando ritardi nella consegna dei documenti. Ritardi che, nelle grandi città, hanno raggiunto il record di 8 mesi – a fronte del termine di 15-20 giorni previsto di norma.

Il caos passaporti non è stato causato solamente dalla fine dell’emergenza Covid, ma anche dalla contestuale uscita del Regno Unito dall’UE: per poter viaggiare oltremanica, infatti, è ora necessario essere in possesso di questo documento, non bastando più la semplice carta d’identità. E così si spiegano le lunghe ore trascorse davanti al pc per riuscire a prendere un appuntamento in questura e le ancora più lunghe code per il ritiro del passaporto, che per molti italiani ha significato dover cambiare in corsa i propri progetti di viaggio, rinunciando a mete esotiche per le quali è richiesto il documento.

La soluzione al problema passaporti

Siamo quasi giunti alla fine del 2023, ma il caos passaporti non è ancora risolto. La soluzione potrebbe tuttavia essere a portata di mano: si tratta del progetto Polis, di cui si è iniziato a parlare già nello scorso gennaio, e che a quanto pare vedrà la luce a dicembre. In che cosa consiste? Semplicemente, i cittadini potranno richiedere l’emissione del passaporto non solo negli uffici della questura del proprio comune, bensì anche alle poste. L’iniziativa nasce per supportare la transizione digitale del Paese e per far fronte alle difficoltà di molti italiani ad entrare in possesso di documenti importanti (come appunto il passaporto, ma non solo).

Presto diventeranno operativi gli uffici Polis, sportelli unici per i servizi della Pubblica Amministrazione, che verranno realizzati in quasi 7mila comuni con meno di 15mila abitanti. L’annuncio arriva da Giuseppe Lasco, codirettore generale di Poste Italiane, come si legge su Il Sole 24 Ore: “Al momento stiamo già erogando servizi del’Inps, certificati anagrafici e giudiziari. A partire da dicembre anche l’ufficio postale potrà erogare il passaporto, mentre da febbraio rilasceremo le carte di identità elettroniche e i servizi dell’Agenzia delle Entrate”.

Il progetto Polis aiuterà a decongestionare gli uffici della questura, dove ancora oggi continuano ad arrivare centinaia di richieste di rinnovo ed emissione di passaporti, per le quali occorrono tempi lunghissimi. E servirà anche a contrastare alcune truffe che, in questo momento di difficoltà, hanno rapidamente preso piede. Come il bagarinaggio degli appuntamenti: a Milano, alcune persone hanno preso centinaia di appuntamenti online per poi rivenderli a prezzi spropositati (sino ad arrivare a ben 250 euro per singola data).

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Se vai in questi posti non dimenticarti di spedire una cartolina

Ogni viaggio è un’esperienza unica, irripetibile e uguale a nessun’altra. Lo sanno bene tutte quelle persone che scelgono di immortalare le proprie esperienze attraverso fotografie e video, affinché i ricordi restino vividi non solo nella memoria. Eppure c’era un tempo in cui, sprovvisti di smartphone, l’unico modo per ricordare e condividere un’esperienza di viaggio era affidato alle cartoline.

Molto più di un souvenir, la cartolina di viaggio è un vero e proprio cimelio che celebra e custodisce un pezzo di storia, la nostra. Tutti dovremmo spedircene una quando siamo in viaggio, non solo per avere un ricordo dell’esperienza, ma anche per conservare la sua essenza e perché no, per collezionare francobolli e timbri da tutto il mondo.

Esistono alcuni luoghi del mondo, poi, dove il semplice atto di spedire una cartolina si trasforma in un’esperienza senza eguali. Il motivo? Tutto merito di quegli uffici postali situati nel luoghi più impensabili: tra gli abissi del mare, per esempio, tra le nuvole e al confine del Circolo Polare Artico. Ecco i più particolari da raggiungere almeno una volta nella vita.

Gli uffici postali più strani e particolari del mondo

Ci mettiamo in viaggio per tantissimi motivi, lo facciamo per contemplare le meraviglie di Madre Natura, per raggiungere luoghi iconici che sono diventati simbolo di città e Paesi interi. Ma lo facciamo anche per scoprire per la tradizioni, le storie e la cultura di popolazioni lontane.

Certo è che mai ci saremmo immaginati che un ufficio postale si sarebbe trasformato in una vera e propria attrazione turistica. Sì perché nel mondo esistono dei post office davvero incredibili e straordinari, edifici nei quali l’atto di spedire corrispondenza e cartoline di viaggio si trasforma in un’esperienza senza eguali. Ne abbiamo selezionati alcuni che, vi anticipiamo, sono incredibili e valgono davvero un viaggio dall’altra parte del mondo. Scopriamoli.

L’ufficio postale tra le nuvole

Il nostro viaggio di oggi ci conduce dall’altra parte del mondo, in quello che è stato eletto all’unanimità come l’ufficio postale più remoto del mondo. Situato nella Spiti Valley, la terra di mezzo incastonata sulla catena montuosa dell’Himalaya, questo post office è posizionato a un’altezza di 4400 metri. Raggiungerlo, e spedirsi una cartolina, sarà come fare un viaggio tra le nuvole in un’altra dimensione.

L’ufficio negli abissi dell’Oceano Pacifico

Ci spostiamo ora Vanuatu, uno degli ultimi eden terrestri. Proprio qui, al largo della costa di Hideaway Island, esiste un ufficio postale sottomarino, l’unico dell’intero pianeta. L’idea è nata dalla collaborazione tra la rete di uffici postali della Repubblica e il proprietario del resort dell’isola. Per raggiungere il piccolo ufficio è necessario scendere a tre metri di profondità. È possibile farlo in autonomia o con il supporto di esperti subacquei pronti ad accompagnare i turisti in questa avventura mozzafiato.

Spedirsi una cartolina da un vulcano attivo

Restiamo a Vanuatu, per spostarci però sull’isola di Tanna. Raggiungendo il Monte Yasur, un vulcano di 361 metri di altezza, non troveremo un ufficio postale, ma una cassetta delle lettere sul bordo del cratere, l’unica al mondo a essere situata su un vulcano attivo.

La cassetta delle lettere situata sul vulcano attivo

Fonte: Corbis via Getty Images

La cassetta delle lettere situata sul vulcano attivo

Ai confini del Circolo Polare Artico: l’ufficio postale di Babbo Natale

È l’ufficio di Babbo Natale e si trova all’interno del suo villaggio: spedirsi una cartolina è qualcosa di obbligato per i viaggiatori di ogni età che raggiungono Rovaniemi. Nella casa di Santa Claus, dalla quale è possibile varcare la linea del Circolo Polare Artico, c’è un grande ufficio gestito dagli elfi, lo stesso che riceve ogni anno oltre 600.000 lettere di bambini da ogni parte del mondo. Sempre qui è possibile spedirsi una cartolina in ricordo di un viaggio memorabile.

L’ufficio postale galleggiante

Ci spostiamo ora a Srinagar, nella città indiana situata nel territorio del Jammu e Kashmir. Qui è possibile raggiungere un ufficio postale davvero particolare situato sul lago di Dal. Costruito due secoli fa, e ancora attivo, questo è l’unico ufficio galleggiante del mondo.

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Gli itinerari del tartufo in Italia e gli eventi imperdibili

Il tartufo è uno dei prodotti più pregiati al mondo, e l’Italia vanta moltissimi itinerari per scoprire questa prelibatezza. La maggior parte delle varietà si raccoglie tra l’autunno e l’inverno, quindi siamo nella stagione perfetta per andare a caccia di qualche esemplare da portare in tavola. Quali sono i luoghi migliori per trovare il tartufo e per esplorare le tradizioni culinarie ad esso legate? Ecco i territori da scoprire e gli eventi da non perdere.

Gli itinerari del tartufo in Italia

Il centro Italia offre tantissime possibilità per gli amanti del tartufo. Ad esempio, in Umbria c’è uno splendido itinerario che ci porta alla scoperta dei territori legati al Tartufo Nero Pregiato umbro. Di dimensioni piuttosto grandi, dalla forma solitamente rotondeggiante e dalla polpa nero rossastra, questo prodotto lo si può trovare facilmente nei terreni calcarei e argillosi che si dipanano lungo il corso del fiume Nera e tra i boschi del monte Subasio. Molti i borghi bellissimi che si possono esplorare durante il cammino: da Norcia a Spoleto, passando per Cascia, Campello sul Clitunno, Scheggino e Castel Ritaldi.

Le colline dell’entroterra dell’Emilia Romagna e l’Appennino modenese sono ricchi di prelibate varietà di tartufo. Questa è l’occasione perfetta per immergersi nella natura, ma anche per visitare qualche azienda agricola per scoprire tutti i segreti di questo fungo ipogeo – e magari per assaporare delle ricette tradizionali preparate con il diamante della terra. Negli ultimi anni, anche il Molise è diventato un ottimo produttore di tartufo, ma dove trovarlo? I territori migliori sono San Pietro Avellana, Capracotta e Bojano, famosi per la presenza di oro bianco.

E ancora, dall’entroterra marchigiano (in particolar modo nei territori di Sassoferrato, Camerino, Amandola e tra i monti Sibillini) al Piemonte, sono molti altri i luoghi perfetti dove cercare – e assaporare il tartufo. È  un ottimo modo per stare un po’ a contatto con la natura, lasciandosi alle spalle la routine quotidiana e i pensieri. E non manca l’occasione per degustare prodotti tipici del territorio, per fare qualche attività all’aria aperta e conoscere nuove persone. Vediamo adesso quali sono gli eventi da segnare in agenda per chi ama il tartufo.

Gli eventi imperdibili legati al tartufo

Partiamo dal Piemonte: dal 7 ottobre al 3 dicembre va in scena la Fiera Internazionale del Tartufo Bianco d’Alba, un evento che va ben oltre i confini italiani, e che propone tantissime attività dedicate agli intenditori di questo prodotto pregiato. È invece nelle Marche che si svolge la Fiera Nazionale del Tartufo Bianco di Acqualagna, prevista dal 28 ottobre al 12 novembre. In uno dei luoghi più suggestivi del centro Italia, sia dal punto di vista storico che paesaggistico, si possono assaporare piatti realizzati con il tartufo e scoprire tante curiosità su di esso.

Sta per tornare la Mostra Mercato del Tartufo Bianco di San Miniato, che si tiene negli ultimi tre weekend di novembre. Il piccolo borgo medievale toscano ospita un appuntamento unico, che si snoda tra le sue stradine dove il tempo sembra essersi fermato. Infine, nei weekend del 4 e 5 novembre e dell’11 e 12 novembre, torna il festival Diamanti a Tavola, nel bel paesino di Amandola. Nella meravigliosa cornice dei monti Sibillini, si va alla scoperta di un prezioso patrimonio enogastronomico e di paesaggi da sogno.

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Eclissi solare totale: anche l’Italia avrà la sua

Fervono i preparativi per viaggi grandi e straordinari, quelli che porteranno gli avventurieri appassionati di cieli, stelle e pianeti al cospetto della Great America Eclipse, la grande eclissi solare totale prevista per la primavera 2023. Un fenomeno ottico-astronomico, questo, raro e attesissimo che farà sprofondare nel buio e in pieno giorno alcune città dell’America settentrionale.

Si tratta di un appuntamento imperdibile e irrinunciabile per gli amanti dell’astroturismo, anche perché la prossima eclissi solare, nel Paese, è prevista nel 2045. Come vi abbiamo già anticipato in questo articolo, sono diverse le destinazioni da raggiungere per ammirare lo spettacolo mozzafiato che si terrà nei cieli americani l’8 aprile del 2024.

Quello che non tutti sanno, però, è che anche l’Italia avrà la sua eclissi solare totale. Dovremmo pazientare ancora un po’ per ammirarla, ma lo spettacolo vale sicuramente l’attesa. Calendario alla mano: queste sono le date da segnare.

Quando tornerà l’eclissi solare totale in Italia?

Era l’11 agosto del 1999 quando, in piena estate e in pieno giorno, l’Italia sprofondò nel buio per pochi istanti. Da quel momento l’eclissi di sole totale non ha più fatto capolino nel nostro Paese.

Una premessa è doverosa: questo fenomeno ottico-astronomico è di per sé molto raro. Si verifica, infatti, solo quando Sole, Luna e Terra sono perfettamente allineate. È allora che accade quella che vista da quaggiù sembra una magia: l’ombra lunare copre il disco sole, parzialmente o totalmente, dando vita all’eclissi solare.

La visione che appare davanti al nostro sguardo è estremamente suggestiva e affascinante: la Terra cala nell’ombra per pochi minuti durante i quali è possibile osservare a occhio nudo la corona. Il consiglio è comunque quello di indossare degli appositi occhiali per l’eclissi per ammirare lo spettacolo in totale sicurezza.

Ma quando ci sarà la prossima eclissi solare totale in Italia? Dovremmo attendere ancora un po’, ma la buona notizia per gli appassionati è che saranno due gli eventi imperdibili. Il primo appuntamento è previsto per il 12 agosto del 2026. In alcune regioni del nord Italia la copertura sarà pari al 90%, simile quindi a un’eclissi solare totale. I territori centrali del Belpaese, invece, potranno ammirare il fenomeno parziale con una copertura del 50%

Basterà attendere altri 12 mesi per contemplare, di nuovo, lo show. Il 2 agosto del 2027, infatti, è prevista un’altra eclissi solare. In questo caso saranno le regioni del sud Italia ad avere la meglio in termini di visibilità, insieme ad alcuni Paesi europei. Solo un’isola italiana potrà vantare la visione di un’eclissi solare totale:  Lampedusa.

L’eclissi lunare di ottobre

In attesa del ritorno dell’eclissi solare il calendario di eventi celesti non si arresta. Vi basterà tenere gli occhi fissi sul cielo per ammirare stelle cadenti, congiunzioni astrali e SuperLuna. Tra gli eventi più attesi di questo autunno, poi, ricordiamo l’eclissi parziale lunare dei prossimi giorni.

L’appuntamento è previsto il 28 ottobre 2023, data in cui la Luna Piena raggiungerà il massimo del suo splendore. In questa occasione, a partire dalle ore 21, l’ombra della Terra oscurerà il disco del nostro satellite naturale in maniera parziale. Lo show sarà visibile a occhio nudo.

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C’è ancora speranza: nasce una nuova isola paradisiaca

Il cambiamento climatico è un vero e proprio dramma dei nostri tempi e i cui terribili frutti sono visibili costantemente da ognuno di noi. Eppure, a circa 1600 km dalla costa orientale dell’Africa e nel bel mezzo dell’Oceano Indiano occidentale, sta avvenendo qualcosa che va in una direzione completamente opposta: sta nascendo una nuova isola paradisiaca.

La nuova isola delle Seychelles

Ci troviamo alle Seychelles, straordinario arcipelago di 115 isole al largo dell’Africa orientale, dove sopravvivono pazzesche barriere coralline, spiagge da sogno e riserve naturali davvero uniche nel loro genere.

E proprio qui, e più precisamente nell’atollo di Farquhar, a seguito di un ciclone tropicale avvenuto nel 2016, è emersa una nuova isola che ancora oggi sta continuando a crescere. Ad affermare quanto appena detto è stata l’Island Conservation Society (ICS) che ha riferito anche che una nuova formazione è stata chiamata Derrick’s Sandbank dalla Islands Development Company (IDC). Una denominazione nata prendendo spunto dal nome di una gru da carico proveniente da una nave naufragata nelle vicinanze.

Si tratta di un sorprendente banco di sabbia che è sorto a circa 16 km a sud-ovest dell’insediamento dell’IDC sull’Isola Nord di Farquhar, e che a quanto pare in questi anni sarebbe cresciuto notevolmente: da 0,3 ettari nel 2015 a 7,8 ettari nel 2023.

L’ICS ha monitorato attentamente questa formazione utilizzando dispositivi GPS per misurare le dimensioni, registrando anche l’altezza delle piante e degli alberi presenti sul suo territorio.

Perché è un evento estremamente positivo

Gregory Berke, direttore per la conservazione e la scienza dell’ICS, ha sottolineato l’importanza di questa nuova nascita in un momento in cui i cambiamenti climatici stanno causando erosione costiera e innalzamento del livello del mare, in Italia come nel resto del mondo (Seychelles comprese).

La documentazione della formazione di una nuova isola, infatti, può fornire preziose informazioni che possono rivelarsi utili per affrontare le sfide legate al cambiamento climatico e alle misure di adattamento.

Il banco di sabbia è diventato terraferma alla fine del 2019, e nel giro di poco tempo si è trasformata della dimora di colonie di uccelli marini in riproduzione. Si tratta perciò di una vera e propria nuova terra, una sorta di nuovo  mondo – seppur attualmente non troppo esteso – privo di predatori come ratti e gatti. Per questo motivo, è oggi l’ambiente ideale per la nidificazione di specie di uccelli marini, tra cui sterne maggiori e sterne dal ciuffo.

Non è da sottovalutare assolutamente la presenza di questi animali, perché nei fatti contribuirà ad aumentare la fertilità delle sabbie e favorirà lo sviluppo della vegetazione, promuovendo la solidificazione della struttura dell’isola.

William McNeely, responsabile della conservazione dell’atollo di Farquhar, ha dichiarato che, sebbene sia difficile prevedere se l’isola rimarrà permanente, la crescita delle piante e altri processi potrebbero alla fine portare alla creazione di un’isola stabile e resistente all’erosione.

È una nuova importantissima scoperta che rappresenta un promettente sviluppo nella conservazione ambientale e offre un esempio di come la natura può adattarsi e prosperare anche in circostanze mutevoli. La Island Conservation Society continuerà a monitorare attentamente questa formazione e a studiare il suo impatto sull’ecosistema locale.

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Puoi vivere in un set cinematografico di Clint Eastwood

Si chiama cineturismo ed è molto più di un trend destinato a svanire col tempo. È un modo di viaggiare, di sognare e di emozionarsi che prevede di raggiungere tutti quei luoghi che hanno fatto da sfondo a pellicole e serie televisive. Città, quartieri, locali, ristoranti e poi, ancora, studi e set che si trasformano in destinazioni da inserire nelle nostre travel wish list per vivere esperienze straordinarie e indossare così i panni dei nostri protagonisti preferiti.

Eppure, c’è qualcosa di ancora più incredibile che gli appassionati del cinema possono fare, che non si limita a un viaggio o una vacanza e che, anzi, è destinato a cambiare per sempre la nostra vita. In Canada, infatti, è stato messo un vendita un ranch che in molti già conoscono, si tratta dell’intero set cinematografico del film Gli Spietati di Clint Eastwood. Chi vuole comprarlo?

Canada: vivere in un film di Clint Eastwood

Il sogno di cambiare vita e di trasferirsi altrove, in un piccolo borgo, per esempio, o in un paradiso terrestre, è qualcosa che ha fatto capolino nella mente di tutti, almeno una volta nella vita. E se vi dicessimo che adesso c’è la possibilità di vivere e di possedere un’intera città del selvaggio West?

Ci troviamo ad Alberta, in Canada, in uno dei territori più affascinanti e suggestivi del mondo che, a ogni stagione, cambia il suo volto trasformandosi nel palcoscenico degli spettacoli più grandiosi di Madre Natura. Proprio qui, tra laghi dalle mille sfumature di azzurro e montagne rocciose che incorniciano paesaggi da cartolina, esistono campi e praterie che si perdono all’infinito e che creano visioni da sogno.

Non è un caso che, proprio da queste visioni, Clint Eastwood si sia lasciato ispirare scegliendo questo territorio come set cinematografico di uno sei suoi film più iconici: Gli spietati. La pellicola pluripremiata, che ha visto le magistrali interpretazioni dello stesso regista e degli attori Gene Hackman e Morgan Freeman, esce ora dallo schermo e diventa realtà per chiunque voglia cambiare la sua vita. Il ranch e l’intero set del film sono stati messi in vendita. Al costo di 25 milioni di dollari si potrà quindi acquistare un’intera città del selvaggio West.

Gli interni del ranch che ha fatto da sfondo a “Gli Spietati” di Clint Eastwood

Fonte: Jam Press/Engel & Völkers / IPA

Gli interni del ranch che ha fatto da sfondo a “Gli Spietati” di Clint Eastwood

Il Ranch de “Gli Spietati” è in vendita

Conosciuto come The Ranch at Fisher Creek, questo pezzo di storia del cinema è ora in vendita e permetterà, a qualche fortunato nel mondo, di cambiare la propria vita e di trasformarla in un film. L’edificio, vi anticipiamo, è davvero maestoso. La proprietà si snoda su un terreno di oltre 3.000 metri quadri e comprende 33 camere da letto e 43 bagni.

Non mancano una sala giochi, dotata di biliardo e caminetto in pietra, aree di svago e di relax, un salone e una cucina, tutti presenti nel lodge principale. La proprietà, inoltre, ospita l’ufficio dello sceriffo, con due celle di prigione, delle stalle, una casa sul lago, una banca e una falegnameria. Ultimo, ma non per importanza, un saloon in stile vecchio west caratterizzato da una zona bar e una sala giochi. Il ranch è dotata anche di una chiesa con campanile.

Il set del film “Gli Spietati” di Clint Eastwood è in vendita

Fonte: Jam Press/Engel & Völkers / IPA

Il set del film “Gli Spietati” di Clint Eastwood è in vendita
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Bologna Emilia Romagna Notizie Viaggi

Bologna, la città più sostenibile d’Italia

Una città sempre più a misura delle persone che la vivono e di chi la visita. Bologna continua a brillare per mobilità sostenibile e sicurezza, aggiudicandosi il premio Urban Award 2023 per il limite di velocità fissato a 30 chilometri orari in tutto il centro cittadino – è il primo capoluogo “Città 30” d’Italia – cui si aggiungono i 237 km di Bicipolitana già realizzati e numerosi servizi per la ciclabilità, tra cui 12.500 posti bici, oltre tante iniziative di sensibilizzazione come il Bike Pride. Scopriamo quali sono le altre due città sul podio e quali si sono aggiudicate una menzione speciale.

Urban Award 2023: Bologna, un esempio di sostenibilità

La settima edizione del prestigioso riconoscimento che analizza i progetti della mobilità sostenibile dei centri urbani, ideato da Ludovica Casellati con il sostegno di Anci e il supporto di Intesa Sanpaolo, ha svelato le buone pratiche dei Comuni virtuosi che, da Nord a Sud isole comprese, stanno disegnando i nuovi stili di vita dell’Italia che verrà. Più natura, meno smog, centri urbani a misura di pedone e bicicletta in ottica prospettica di “Mobilty-as-a-Service” (MaaS), ovvero l’idea che il trasporto si riorganizzerà attorno al “servizio” di mobilità piuttosto che “al mezzo”.

Il capoluogo emiliano ha colpito in maniera trasversale il giudizio dei membri della giuria, per essere riuscito a dare forma a un piano omogeneo di azioni culminate nella più estesa e connessa rete ciclabile metropolitana d’Italia, con tanto di limite posto a 30 chilometri orari sull’intero sistema viario del centro cittadino. La Bicipolitana di Bologna ha al suo attivo 237 chilometri già percorribili sui 1.000 progettati con il coinvolgimento di 45 Comuni limitrofi. Due le reti principali, una dedicata agli spostamenti giornalieri con 20 linee e un’altra con 14 percorsi per il tempo libero. In tutto, 34 linee funzionanti per il 40%, di cui il 75% su carreggiata protetta e il resto in sede condivisa.

Non mancano i principali servizi per le biciclette, come rastrelliere, una ciclo stazione funzionante e 10 in progettazione in prossimità delle fermate del servizio ferroviario metropolitano, colonnine installate per il gonfiaggio e la riparazione delle gomme, servizio di noleggio, officina, area relax e wi-fi gratuito, segnaletica delle direttrici ciclabili e mappatura online e cartacea delle reti e naturalmente il bike sharing con 500 biciclette normali e 1.800 e-bike disponibili su strada 24h/24 in circa 200 postazioni riservate in varie zone. Una città virtuosa anche per i visitatori che desiderano esplorarla a piedi o sulle due ruote, in sicurezza e senza stress.

Le altre città classificate e le menzioni speciali

Sul secondo gradino del podio troviamo Ascoli Piceno. La cittadina marchigiana si è distinta in particolare per i servizi rivolti agli studenti oltre che per l’installazione dei totem conta bici che aiutano a comprendere meglio la concentrazione e i flussi di biciclette per poter meglio pianificare gli interventi futuri.

Terza classificata è Lecce, con il progetto “Reactivity”, il cui obiettivo principale è stimolare il cambio di abitudini di mobilità premiando gli spostamenti a piedi, in bicicletta, in car-pooling e utilizzando i mezzi pubblici e di micro mobilità.

Due le menzioni speciali. Al borgo di Oliveri, in provincia di Messina, dove il sindaco, Francesco Iarrera, ogni mattina ha deciso di compiere dei piccoli gesti per muovere grandi rivoluzioni, andando in giro con una bici vintage dotata di cassetta e raccoglie i rifiuti per la strada, diventando così un esempio per tutti i cittadini. A Torino, grazie alla creazione dei “quartieri resilienti” con l’istituzione dei trenta chilometri orari, un progetto che sta ridisegnando per intero il popoloso quartiere di Basso San Donato, con interventi di riqualificazione del verde, dell’arredo urbano, piste ciclabili e pedonali, e aree car free, per un nuovo modo di vivere la città: più green, più dolce, più sostenibile.

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Viaggiatori smemorati: gli oggetti più strani dimenticati nei taxi

“Chi vuole viaggiare felice deve viaggiare leggero”, scriveva Antoine de Saint-Exupéry in quella frase che nasconde una delle più grandi verità per gli esseri umani. Un’affermazione, questa, che può conoscere diverse interpretazioni, più metaforiche o letterali. Ma la verità è che ci sono molte persone che proprio non riescono a rinunciare al comfort fornito da tutti quegli oggetti utilizzati nel quotidiano, neanche quando sono in viaggio.

Così, tra borse straripanti di prodotti di varia natura e valigie che a mala pena riescono a chiudersi affrontiamo le nostre avventure. Le stesse che possono diventare frustranti e “drammatiche” quando perdiamo o dimentichiamo qualcosa durante un viaggio: confermate?

E succede molto più spesso di quanto vorremmo, di smarrire qualcosa durante un viaggio intendiamo. Lo confermano le nostre esperienze e anche FREENOW, fornitore di mobilità, che ha stilato la lista dei Paesi e delle città più smemorate d’Europa e l’elenco degli oggetti più strani dimenticati nei taxi. Vediamo quali sono.

Italiani, popolo di viaggiatori smemorati

Tutta colpa della fretta, o della distrazione, quella che ci fa smarrire le cose. Quando siamo in viaggio o, più semplicemente, ci spostiamo da una parte all’altra della città con un taxi. Il momento in cui si è più smemorati, secondo FREENOW, è il lunedì mattina e non fatichiamo a immaginare i motivi. Tra gli oggetti smarriti più frequentemente ci sono i telefoni, le borse e le chiavi. La cosa più strana dimenticata in un taxi? Una piscina gonfiabile.

Succede anche a noi italiani, molto più spesso di quanto crediamo. Secondo la lista dei Paesi più smemorati d’Europa, il Belpaese conquista la quarta posizione seguendo Francia, Grecia e Regno Unito che si piazzano sul podio. I più attenti, invece, sono Spagna, Germania e Polonia, particolarmente propensi a prendersi cura dei loro effetti personali. Al 5° posto, invece, troviamo l’Irlanda.

Diversa è, invece, la classifica delle città più smemorate d’Europa, dove l’Italia è presente solo con una città: Milano. Conquistano il podio, invece, Dublino, Londra e Madrid. Seguite poi da Barcellona, Parigi, Varsavia, Berlino, Atene, Amburgo e Valencia.

Gli oggetti più strani dimenticati in taxi

Cellulare e chiavi, come abbiamo anticipato, sono gli oggetti più dimenticati dai passeggeri nei taxi, ma insieme a questi troviamo tutta una serie di cose davvero particolari. Qualche esempio? Una piscina gonfiabile e un contratto di lavoro.

Secondo le analisi “Lost & Found” di FREENOW non sono poche le cose dimenticate ogni giorno dai passeggeri dei taxi, soprattutto nel mese di dicembre. Massima attenzione, quindi, a chi viaggia con regali di Natale al seguito.

Cellulari, borse e chiavi, dicevamo, conquistano il podio, seguiti poi da auricolari, cuffie e Airpods, portafogli e occhiali da sole e da vista. Alla lista dei più comuni si aggiungono anche i gioielli. Tra gli oggetti più strani dimenticati a bordo di un taxi, invece, troviamo una piscina gonfiabile e l’ecografia di un bambino, un contratto di lavoro e una ferita finta insieme a un tubetto di colla. Seguono Extension per capelli, una scimmia di marmo, panini con parmigiano e pancetta, lampada UV per unghie, un tutore medico per il collo e persino un martelletto neurologico del medico.

Una di queste cose vi è familiare? Niente paura: sul sito e sull’app FREENOW potrete reclamare i vostri oggetti smarriti!

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5 viaggi che devi fare nel 2024 secondo Lonely Planet

Come da tradizione, Lonely Planet ha pubblicato la sua nuova guida di viaggio per il 2024: si tratta di Best In Travel, un elenco di 50 destinazioni ed esperienze da vivere in tutto il mondo, compilato da redattori ed esperti del settore. Ce n’è per tutti i gusti, dalle splendide città d’arte più conosciute alle regioni meno note e molto remote, di cui magari in molti non avevano mai sentito parlare. E visto che proprio quest’anno il turismo ha ripreso il suo pieno vigore, dopo un lungo periodo difficile a causa della pandemia, non c’è occasione migliore per programmare la prossima avventura alla scoperta di luoghi bellissimi e meno conosciuti. Scopriamo insieme quali sono le 5 esperienze da fare assolutamente nel 2024.

Scoprire il Limes danubiano

I paesaggi naturali incantevoli del fiume Danubio ci raccontano una storia che affonda le sue radici indietro di secoli: è il Limes danubiano, l’insieme di fortificazioni costruite lungo la sponda meridionale del corso d’acqua, durante il lungo periodo dell’Impero Romano. Si tratta di un viaggio che attraversa ben otto Paesi, seguendo una delle principali direttrici fluviali dell’Europa centrale e orientale: si parte dalla Germania, per poi superare il confine con l’Austria e attraversare Repubblica Slovacca, Ungheria, Croazia, Serbia, Bulgaria e Romania.

Il tratto più occidentale è stato dichiarato Patrimonio dell’Umanità UNESCO nel 2021, per l’importanza storica rappresentata dalle antiche fortezze e dagli accampamenti di cui ancora oggi si trovano testimonianza lungo il territorio. Tra le tappe più affascinanti di questo cammino indietro nel tempo c’è sicuramente Vienna: il suo Römer Museum espone le rovine di Vindobona, uno dei più importanti accampamenti militari romani dell’epoca – dalle sue ceneri nacque la splendida capitale austriaca. Mentre è in Bulgaria che si può ammirare Baba Vida, un antico castello medievale costruito sui resti della fortezza romana di Bononia.

Percorrere i sentieri baltici

I Paesi baltici offrono panorami da sogno, e per gli amanti del trekking ci sono davvero tantissime opportunità da vivere. La natura selvaggia di queste regioni fa da sfondo, ad esempio, ai famosi percorsi dei Baltic Trails, una serie di itinerari di quasi 3.000 km che attraversano Estonia, Lettonia e Lituania. Niente montagne o impervi sentieri in salita, bensì escursioni meravigliose tra foreste vergini e coste frastagliate, dove il gelido mar Baltico si infrange spumeggiante tra le scogliere. Ma quali sono i cammini più suggestivi da affrontare?

Sono principalmente due gli itinerari da percorrere: la Forest Route è la più impegnativa, con ben 2141 km di trekking che – per i più esperti – si completano in un centinaio di giorni. Il punto di partenza è la città lituana di Lazdijai, quasi al confine con la Polonia, e dopo una lunghissima avventura tra le repubbliche baltiche si giunge infine a Tallinn, per visitare il suo incantevole centro storico. La Coastal Route, invece, conta “appena” 1419 km ed è un vero spettacolo per chi ama il mare: si snoda da Nida, graziosa città lituana situata lungo la costa, e giunge ancora una volta a Tallinn.

Affrontare il Cammino Portoghese

Il Cammino Portoghese (che, a dispetto del nome, permette di scoprire panorami meravigliosi non solo in Portogallo, ma anche in Spagna) è uno dei tratti più suggestivi del più famoso Cammino di Santiago. Ma è molto di più di una via di pellegrinaggio: è un percorso che offre la possibilità di scoprire paesaggi unici, tradizioni antiche e sapori incredibili, per immergersi completamente in queste regioni da sogno. L’intero itinerario è lungo circa 630 km, con partenza da Lisbona e meta finale, ovviamente, Santiago di Compostela.

Una delle tappe portoghesi più belle è il villaggio di São Pedro de Rates, dove si può ammirare un’antica chiesa romanica diventata monumento nazionale. L’attraversamento in Spagna avviene subito dopo aver lasciato la cittadina di Valença: un antico ponte di ferro solca le impetuose acque del fiume Miño, che segna il confine tra i due Paesi. Mentre in territorio spagnolo merita assolutamente una visita la città di Pontevedra, dove sorge la splendida Chiesa della Madonna Pellegrina: è un edificio barocco a forma di conchiglia, il simbolo dei pellegrini di Santiago.

Dormire in un ecolodge in Sudafrica

Il Sudafrica racchiude in sé un’infinità di panorami meravigliosi e molto diversi tra loro: dalle splendide spiagge affacciate sull’Oceano Atlantico e su quello Indiano, dove spesso si possono trovare intere colonie di pinguini, alle savane rigogliose che ospitano i Big Five (ovvero i cinque grandi animali africani: il leone, il leopardo, il rinoceronte, l’elefante e il bufalo), passando per le distese desertiche che si dipanano fin oltre l’orizzonte. Quale modo migliore per vivere appieno l’atmosfera africana, se non regalarsi un soggiorno in un ecolodge?

Questo tipo di struttura è ormai diventato molto diffuso in Sudafrica: ce ne sono alcuni extra lusso, che offrono tutti i confort persino in mezzo alla foresta, e altri che invece permettono di avere un contatto più autentico con la natura. Uno dei più famosi è il Singita Lebombo Lodge, immerso nel verde rigoglioso del Kruger National Park: ospita tantissimi animali con cui è possibile avere un incontro ravvicinato, ma anche numerose specie di uccelli per chi ama il birdwatching. È un’esperienza che difficilmente si può dimenticare.

Pedalare lungo la Trans Dinarica

Ben 3364 km per scoprire in bici le bellezze dei Balcani occidentali: è la Trans Dinarica, una pista ciclabile che offre uno spaccato incredibile dell’Europa balcanica. L’itinerario, diviso in 80 tappe, verrà inaugurato proprio nel 2024, ed è l’occasione perfetta per visitare panorami incredibili, attraversando Slovenia, Croazia, Bosnia-Erzegovina, Montenegro, Albania, Macedonia del Nord, Kosovo e Serbia. Dalle montagne al mare, il percorso ci porta ad ammirare bellezze uniche al mondo, tra cui anche svariati siti UNESCO.

Molte sono le tappe suggestive, assolutamente consigliate. In Croazia, ad esempio, merita davvero una visita il Palazzo di Diocleziano, situato nel cuore di Spalato: fu la dimora dell’imperatore, dove quest’ultimo si ritirò a vita privata. Per quanto riguarda invece i gioielli naturali più belli, al confine tra Albania e Macedonia del Nord c’è il meraviglioso lago di Ocrida. Anch’esso è protetto dall’UNESCO, per via della sua importanza paesaggistica e per il suo record: possiede il maggior numero di specie endemiche al mondo.