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L’offerta imperdibile per volare a prezzi super in primavera

Ormai manca davvero poco alla primavera, e per molti italiani questa è l’occasione giusta per programmare una vacanza o un city break in qualche splendida località europea. Perché non approfittare dell’imperdibile offerta di Ryanair? Potete trovare voli a prezzi imbattibili, così da risparmiare sul viaggio e godervi un po’ di meritato riposo. Scopriamo i dettagli della promozione e le mete migliori per la bella stagione.

L’incredibile offerta di Ryanair

La natura si risveglia e offre uno spettacolo meraviglioso, senza contare che le prime giornate scaldate dai raggi del sole sono l’ideale per andare alla scoperta di qualche bella città d’arte o di qualche piccolo borgo dove il tempo si è fermato. State pensando di organizzare un viaggio? Allora non perdetevi l’offerta di Ryanair: prenotando entro giovedì 7 marzo 2024, potrete trovare voli a partire da soli 14,99 euro. È un’occasione unica per regalarvi una vacanza o un semplice weekend in una delle tantissime località europee che fanno parte del network della compagnia aerea low cost.

La promozione è valida solo per i voli in partenza dal 1° al 30 aprile 2024, giusto in tempo per godere delle meraviglie della primavera in giro per il mondo. Se non avete dunque idee per Pasqua, questa è proprio l’offerta che fa per voi: potrete approfittare non solo di prezzi bassissimi per viaggiare, ma anche di un periodo in cui la maggior parte delle mete non è ancora troppo affollata di turisti. Insomma, non c’è davvero momento migliore per fare le valigie e prepararsi ad un’avventura indimenticabile. Ma dove andare?

Le migliori mete per la primavera

In primavera è davvero piacevole girare per un bel centro storico, sfruttando i primi tiepidi raggi del sole e il poco affollamento. Partendo da Milano Malpensa, potete ad esempio volare a Zara, deliziosa località croata, con appena 14,99 euro. Affacciata sulle coste della Dalmazia, fu uno dei domini più importanti della Repubblica di Venezia, di cui porta ancora numerose testimonianze: sono in particolare le antiche opere fortificate ad affascinare i turisti. La possente cinta muraria, la fortezza esterna e alcune delle porte d’ingresso alla città rimaste in piedi sono oggi considerate Patrimonio Mondiale dell’UNESCO.

Siete mai stati in Danimarca? Una delle città assolutamente da visitare è Billund, per chi vuole tornare un po’ bambino: si tratta del luogo in cui sono nati i famosissimi mattoncini Lego, ed è qui che si trovano tanti spazi dedicati all’intrattenimento. È il caso del parco tematico Legoland Billund, per tutti gli amanti delle costruzioni, è del parco acquatico Lalandia – dove c’è persino un acquodromo tropicale. Naturalmente, si può poi visitare un centro storico ricco di monumenti e di palazzi affascinanti. Potete trovare biglietti da Bologna a Billbun a partire da soli 14,99 euro.

Un’ultima meta da non lasciarsi sfuggire è Memmingen, graziosa e coloratissima città tedesca: da Napoli, potete raggiungerla a partire da appena 19,99 euro. Il suo centro storico, dove si trovano edifici risalenti al periodo romano e suggestive case a graticcio, è uno dei meglio conservati di tutto il Paese. La città è anche il punto di partenza ideale per esplorare la Baviera e i suoi antichi castelli: potete dunque organizzare una vacanza itinerante per godervi il lato più suggestivo di questa regione ricca di sorprese.

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L’aurora boreale infiamma i cieli del Regno Unito: ecco dove e quando vederla

Uno spettacolo unico, di quelli che restano impressi per sempre nella memoria dei fortunati che hanno il privilegio di poterlo osservare. Stiamo parlando dell’aurora boreale, che con le sue luci infiamma i cieli e li rende dei veri e propri quadri che regalano stupore e meraviglia.

Di recente il fenomeno ha entusiasmato il Regno Unito, dove è stato visibile dalla Cornovaglia alla Scozia. E, nonostante le mete predilette da raggiungere per ammirare queste luci siano sempre state quelle più vicine al Circolo Polare Artico, è bene sapere che anche la Scozia può regalare questa visione spettacolare: ci sono alcune zone particolarmente privilegiate e il 2024 è l’anno giusto per farlo.

Regno Unito, l’aurora boreale emoziona

È stata una visione emozionate, una di quelle che è impossibile dimenticare e che – chi la vive – potrà sempre conservare tra i ricordi più preziosi. Perché ci sono pochi spettacoli della natura affascinanti come l’aurora boreale, con le sue luci che infiammano il cielo e lo vestono di tante sfumature diverse.

Una visione che è stata ammirata di recente nel Regno Unito, dove è stata osservata dalla Cornovaglia alla Scozia, spiega il Daily Mail. Non stupisce che il fenomeno sia stato visibile a queste latitudini, del resto è accaduto anche in Italia regalando ai fortunati un cielo indimenticabile.

Anche il Regno Unito, quindi, e in particolare la Scozia, è la meta da raggiungere per lasciarsi stupire da tanta bellezza. Da aggiungere a tutte quelle altre località, senza dubbio mete più tradizionali per chi si mette in viaggio per assistere a questa magia, dove l’aurora boreale è un fenomeno quasi “di casa”.

Scozia, dove ammirare l’aurora boreale: tutto quello che c’è da sapere

La Scozia è una terra affascinante, ricca di luoghi da visitare, di storia e di natura che toglie il fiato. E di cieli indimenticabili, in cui lasciare che lo sguardo si perda per colmarsi di stupore e meraviglia.

Perché anche qui si può ammirare l’aurora boreale. Come sottolinea il sito Visit Scotland la parte più settentrionale si trova alla medesima latitudine di Stavanger in Norvegia e dell’isola di Nunivak in Alaska. Ma, se questo non bastasse, sono stati gli esperti di Expedia – spiega il sito – ad affermare che nel corso del 2024 il Regno Unito è la destinazione da raggiungere e, in particolare, l’isola di Skye nel periodo che va da ottobre a marzo.

Vengono segnalate alcune delle località migliori per poter godere di questa vista incredibile. Nelle Ebridi, ad esempio, si ricorda che l’aurora boreale si può ammirare da Lewis, Harris e sulla punta più settentrionale di Skye. Tra gli altri luoghi da segnare come possibili tappe di un viaggio vi sono Shetland, nelle Orcadi e a Caithness.  Da valutare tra le tappe Applecross, Lochinver e la zona a nord di Ullapool, location sulla costa occidentale. Anche in altre parti della Scozia è stata vista l’aurora boreale, compresa Edimburgo quando è particolarmente potente.

Il periodo migliore? Senza dubbio due stagioni: l’autunno e l’inverno, da tenere in considerazione se si vuole programmare una vacanza nel Regno Unito e, in particolare, in Scozia.

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L’Italia è il Paese europeo con la miglior capacità attrattiva internazionale

Il turismo in Italia nel 2023 ha segnato un vero e proprio record: dopo gli anni di pandemia, tornano a prevalere i pernottamenti di viaggiatori stranieri rispetto alle presenze italiane. Inoltre, il nostro Paese si è rivelato essere in vetta alle classifiche a livello europeo per miglior capacità attrattiva internazionale. Il settore alberghiero ha fatto un notevole balzo in avanti, mostrando come l’ospitalità sia uno dei cardini del nostro turismo. Vediamo cos’è emerso da una recente indagine.

Il turismo estero in Italia

L’ultimo studio condotto da Enit (Agenzia Nazionale del Turismo), i cui risultati sono stati presentati a Milano nel corso del Nuovo Osservatorio Confindustria Alberghi – Str, ha evidenziato la crescita del turismo estero, che torna a battere quello domestico. Non succedeva da qualche anno, per via del Covid: se nel 2019 per la prima volta si registravano più turisti stranieri che italiani nel nostro Paese, il biennio successivo è stato caratterizzato da uno scarso flusso di presenze sul nostro territorio. Nel 2022, poi, il settore ha iniziato la sua ripresa.

Tuttavia, abbiamo dovuto attendere un altro anno affinché venisse smaltita la coda del Covid: nel 2023, finalmente si è verificato di nuovo il sorpasso da parte dei viaggiatori provenienti da Paesi stranieri. Gli arrivi internazionali sono stati infatti 62,8 milioni, segnando un ottimo +14%, mentre quelli domestici si sono fermati a 62,2 milioni, registrando un lieve calo dell’1,9%. I pernottamenti stranieri sono invece stati ben 222,6 milioni (+10,7%), a confronto di quelli italiani che hanno toccato appena i 208,5 milioni (-1,1%).

Il report mostra quindi il crescente peso del turismo estero in Italia, che nel 2023 ha caratterizzato il 51,6% del totale delle presenze sul nostro territorio. Ci avviciniamo dunque alla Spagna, ancora in vetta alla classifica con 452 milioni di pernottamenti in totale – il nostro Paese ne ha segnati ben 431 milioni, sommando quelli domestici e quelli esteri. Battiamo invece di gran lunga Francia e Germania, che rispettivamente hanno registrato 390 milioni e 389 milioni di presenze. Merita infine attenzione particolare il fatto che il flusso estero si concentra soprattutto in primavera e in autunno, attuando così quella destagionalizzazione tanto promossa dalle principali località turistiche italiane.

Il successo del settore alberghiero

L’indagine dell’Enit ci permette dunque di comprendere l’importanza del settore alberghiero per il turismo italiano: “Abbiamo il dovere di adeguare l’offerta ricettiva al crescente apprezzamento della destinazione Italia, dal momento che siamo oggi più esposti al confronto con le eccellenze mondiali” – hanno affermato Maria Carmela Colaiacovo, presidente Confindustria Alberghi, e Damiano De Crescenzo, membro del settore Hospitality di Assolombarda, in apertura del convegno di Milano. I dati, d’altra parte, sono assolutamente incoraggianti.

Il 2024 è partito alla grande e lascia presagire numeri da capogiro. Nel primo trimestre sono attesi quasi 967mila arrivi aeroportuali: l’11% dei turisti dovrebbe provenire dagli Stati Uniti, il 5% dalla Francia e il 4,5% da Spagna e Germania. In particolare, c’è forte richiesta per il settore luxury, con sempre più viaggiatori pronti a spendere per concedersi una vacanza a cinque stelle. “La spesa italiana potrebbe superare i 19,5 miliardi di euro del periodo gennaio-novembre 2023, già in aumento del 7,3% sul 2022” – ha dichiarato Elena Di Raco, responsabile Ufficio Studi e Statistiche Enit.

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Riapre il parco più bello d’Italia: qual è e dove si trova

La primavera è sinonimo di novità, bellezza e rinascita e, ad essere del tutto onesti, anche di riaperture. Dopo la consueta chiusura invernale, infatti, finalmente rispalanca le porte il parco più bello d’Italia, una meraviglia di 60 ettari che contiene numerose attrazioni naturalistiche e storiche.

Quando apre il Parco giardino Sigurtà

Parliamo del Parco giardino Sigurtà, un vero e proprio incanto che sorge a Valeggio sul Mincio, in provincia di Verona, che è pronto a riaccogliere il pubblico a partire dal 8 marzo, giorno in cui ricorre anche la Festa della Donna, per poi richiudere i battenti domenica 10 novembre.

Il giorno dell’inaugurazione della nuova stagione tutte le donne potranno fare ingresso in questo angolo di paradiso a titolo completamente gratuito, mentre gli uomini che accompagneranno una donna potranno usufruire di un biglietto ridotto per l’entrata: 14 euro invece di 18 euro.

Ma non è finita qui, perché giovedì 7 marzo ci sarà un’apertura straordinaria in anteprima con ingresso in esclusiva per gli abbonati, mentre sabato 9 questo incanto sarà aperto a tutti, con ingresso gratuito per i residenti di Valeggio sul Mincio.

Le fioriture del parco

Questo fiabesco parco veneto è una vera e propria esplosione di fioriture:

  • Marzo e aprile:sono due mesi importantissimi perché sbocciano un milione di tulipani, che ne rappresentano la fioritura più importante in Italia e la più ricca del Sud Europa. Le prime a schiudersi sono le bulbacee, tra cui giacinti, muscari e narcisi dalle mille sfumature.
  • Da maggio a settembre: i visitatori possono godere di un viale con ben 30 000 rose rifiorenti e anche di iris che impreziosiscono questo territorio che è già affascinante di suo;
  • Tra giugno e luglio: in 18 graziosi specchi d’acqua fioriscono le piante acquatiche. Poi ancora le fioriture delle dalie (in trenta varietà diverse) e di canna indica (piante bulbose e rustiche che si mostrano nel giardino in diverse varietà, tra cui quella Tigrata);
  • In autunno: è il periodo dell’anno in cui germogliano gli aster, venti varietà di sunpatiens, i coleus, i tagetes, le begonie e le zinnie.

Le altre meraviglie da visitare

Tra immensi prati verdi e fiori dai mille colori, il Parco giardino Sigurtà conserva anche attrazione di rilevante valore storico e architettonico. Ne è un esempio il Labirinto del parco, inaugurato nel luglio 2011, che si distingue per essere una pregevole composizione geometrica che ospita 1.500 esemplari di piante di Tasso, alte più di due metri.

Progettato dal Conte Giuseppe Inga Sigurtà con la collaborazione di Adrian Fisher, è dominato da una torre con una cupola rivestita di rame e di due scale che permettono ai visitatori di godere della vista dell’intera geometria.

È bene sapere, tuttavia, che tale labirinto è ancora incompleto: in futuro si prevede l’apertura di un tunnel sotterraneo che verrà collegato con la torretta centrale all’interno della quale sorgerà il museo dei fossili collezionati dal Prof. Enzo Inga Sigurtà.

Da visitare, inoltre, ci sono gli edifici storici, come l’Eremo e il Castelletto, i Giardini Acquatici e il Grande Tappeto Erboso. Insomma, l’8 marzo riapre il giardino più bello d’Italia e il secondo parco più bello d’Europa, un luogo da visitare almeno una volta nella vita.

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I Comuni più sostenibili d’Italia del 2024: la lista

Finalmente, si sta diffondendo sempre più una cultura sociale volta alla preservazione dell’ambiente e delle risorse naturali del nostro territorio: è in questo ambito che nasce la Rete dei Comuni Sostenibili, un’associazione che raccoglie le realtà italiane dove è in atto un impegno mirato allo sviluppo sostenibile. E anche quest’anno, in occasione della seconda assemblea, sono state assegnate le Bandiere Sostenibili. Scopriamo quali sono le città e i borghi che hanno ottenuto il prestigioso riconoscimento.

L’associazione Rete dei Comuni Sostenibili

Nata nel 2021 su iniziativa di Autonomie Locali Italiane (ALI), Leganet e Città del Bio, l’associazione Rete dei Comuni Sostenibili è la più grande in Europa ad aver fatto dell’impegno verso uno sviluppo green la sua missione principale. L’obiettivo principale consiste nell’accompagnare città e borghi italiani nella realizzazione di progetti sostenibili e di pratiche virtuose, utilizzando strumenti innovativi e coinvolgendo le comunità locali. Tutti possono aderire, mostrando la volontà di mettere in atto un cambiamento e lavorando per una transizione sostenibile.

Uno dei programmi principali riguarda il raggiungimento dei 17 Obiettivi per lo Sviluppo Sostenibile racchiusi nell’Agenda 2030: si tratta di un documento firmato alcuni anni fa dai governi dei 193 Paesi membri dell’ONU, nel quale sono riportati i traguardi – in ambito ambientale, economico, sociale e istituzionale – fissati per il 2030. Ma l’associazione mira anche ad un futuro più lontano, guardando agli obiettivi 2050 della Commissione Europea che parlano di neutralità climatica.

La lista delle città e dei borghi premiati

La scorsa settimana, si è tenuta la seconda assemblea della Rete dei Comuni Sostenibili, presso il Teatro dei Ginnasi di Roma. L’appuntamento ha visto la partecipazione di centinaia di persone, tra sindaci e amministratori locali che si sono confrontati sui traguardi già raggiunti e sulle pratiche virtuose adottate – o in programma per il prossimo futuro – per migliorare la propria sostenibilità.

“La sostenibilità è ormai entrata nei dibattiti a ogni livello, inclusi quelli istituzionali e governativi, e questo penso sia uno dei risultati più significativi ottenuti dalla Rete in questi primissimi anni di vita. Il nostro valore aggiunto però resta il legame con i territori, con i sindaci e gli amministratori locali, con i cittadini. Il nostro ruolo è accompagnarli nella strada verso l’attuazione concreta delle politiche di sostenibilità, ma senza il loro protagonismo e il loro impegno quotidiano nulla sarebbe possibile” – ha affermato Giovanni Gostoli, direttore dell’associazione.

Anche quest’anno, la Rete ha assegnato un importante riconoscimento a quei Comuni virtuosi che hanno mostrato maggiormente il loro impegno. Sono stati così premiati 49 borghi e città italiani, che hanno ottenuto la Bandiera Sostenibile. Ecco la lista completa:

  • Bagno a Ripoli
  • Bassiano
  • Bisaccia
  • Bra
  • Cappella Maggiore
  • Caronno Pertusella
  • Castignano
  • Chieri
  • Crema
  • Crispiano
  • Cuneo
  • Deliceto
  • Filattiera
  • Follonica
  • Force
  • Gabicce Mare
  • Grottammare
  • Gualdo Tadino
  • Lecce
  • Lunano
  • Manduria
  • Mantova
  • Mariano Comense
  • Mesagne
  • Nuoro
  • Offida
  • Pesaro
  • Piacenza
  • Prato
  • Quiliano
  • Riomaggiore
  • Rovigo
  • San Gimignano
  • San Giuliano Terme
  • San Valentino in Abruzzo Citeriore
  • San Vito al Tagliamento
  • Sant’Antonino di Susa
  • Sant’Angelo in Vado
  • Sestri Levante
  • Settimo Torinese
  • Tollo
  • Trevignano Romano
  • Trezzano sul Naviglio
  • Troia
  • Urbania
  • Urbisaglia
  • Vallefoglia
  • Vigasio
  • Villa Latina
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Borghi Notizie Viaggi

In questi borghi italiani l’accoglienza è una cosa seria

Il nostro Paese è costellato da borghi che sembrano rimasti fermi nel tempo e in cui vivere atmosfere che è impossibile trovare altrove. E in particolare succede in nove borghi di una regione eccezionale, poiché consentono di sperimentare nove modi diversi di vivere una terra, una regione, una cultura.

Nove borghi ma un’unica rete

Sono nove magnifici borghi che vanno a formare un’unica rete, quella delle Comunità Ospitali di Calabria, la nuova esperienza di co-progettazione nata dalla collaborazione fra BAI – Borghi Autentici d’Italia e Regione Calabria con la partecipazione di Legacoop e che coinvolge amministrazioni locali, realtà associative, operatori del comparto turistico, soggetti del terzo settore e cittadini.

Un progetto che fa sì che esista un nuovo modo di vivere il territorio, seguendo una filosofia innovativa di accoglienza e che mira a valorizzare il patrimonio materiale e immateriale di questa regione, anche con lo scopo di inventare nuove forme di attrattività, lontane dalle logiche del turismo di massa.

La regione che forma la punta della nostra penisola è una terra in cui l’accoglienza del visitatore è tradizione sacra sin dal tempo dei tempi. Per questo motivo, con la rete delle Comunità Ospitali di Calabria i borghi diventano luoghi da vivere nel quotidiano. Non più semplici panorami da cartolina, ma comunità capaci di trattenere i cittadini residenti e di accogliere quelli temporanei, tramite azioni e iniziative che mettono al centro le persone, generando valore e stimolando la crescita economica e sociale del territorio.

I magnifici borghi coinvolti nel progetto

Sono ben nove, quindi, i borghi coinvolti nella rete delle Comunità Ospitali della Calabria, distribuiti fra le province di Catanzaro, Cosenza e Crotone.

Iniziamo con Melissa, parte dalla provincia di Crotone, che rappresenta il “borgo cantina” perché qui il vino diventa vettore di una comunità autentica. Un luogo di miti, leggende, streghe e che conserva un centro storico sulla cui sommità è posto un Castello. Inoltre, questa è una terra rinomata per la produzione dell’omonimo vino DOC e del vino Cirò DOC prodotto dai vigneti vicini al confine con il comune di Cirò.

C’è poi Gizzeria, in provincia di Catanzaro, il “borgo di Ligea” che è un luogo ottimale dove costruire un nuovo progetto di vita. Si trova a 630 m s.l.m. ed è abbarbicato sui pendii della valle del torrente Casale e sotto il colle Micatundu, caratteristiche che gli regalano tramonti mozzafiato con vista sulle Isole Eolie. Inoltre, rappresenta uno dei migliori luoghi nel Mediterraneo per praticare lo sport del kitesurf.

Gizzeria, Calabria

Fonte: Rete delle comunità ospitali di Calabria

Veduta di Gizzeria

Miglierina, parte della provincia di Catanzaro, è il “borgo della luce” poiché si distingue per la valorizzazione dell’ambiente locale, per la creatività e per l’accoglienza diffusa. Situato su un’altura che regala panorami a dir poco mozzafiato, vede la sua storia perfettamente rappresentata dagli edifici religiosi, tra le costruzioni più antiche del borgo. Anche se gli elementi di spicco sono certamente le opere create dai “Maestri Miglierinesi” tra il settecento e il novecento, che possono essere ammirate nel centro abitato del borgo.

Serrastretta, parte della provincia di Catanzaro, è il “borgo della sedia” in quanto celebre per la valorizzazione della filiera del legno e per la qualità artigianale della sua falegnameria. Attraversato dal torrente La Fiumarella, si sviluppa in un territorio ricco di boschi con castagni, querce e faggi.

Voliamo ora a Casali del Manco, in provincia di Cosenza, che rappresenta il “borgo sano e plurale”: si respira l’aria più pulita d’Europa. Come è possibile intuire, da queste parti un elemento di imprescindibile valore è l’aspetto ambientale e naturalistico. Un luogo dalla straordinaria storia geologica e da un paesaggio naturale di incredibile bellezza e biodiversità, vegetale ed animale.

Laino Castello, in provincia di Cosenza, è invece  il “borgo tra storia e paesaggio” perché ricco di tracce delle antiche civiltà e percorsi di cultura. Di origine medievale, sorge su un’altura rocciosa ed è caratterizzato da vicoli, gradinate, edifici e palazzi nobiliari.

Laino Castello, Calabria

Fonte: Calabria-film-commission

Veduta di Laino Castello

A far parte di questo importante circuito è anche San Lorenzo Bellizzi, in provincia di Cosenza, il “borgo dell’outdoor” noto soprattutto per la sua rete di turismo ospitale e per il suo prosciutto. Un centro antico che si sviluppa in un territorio che è uno scrigno di bellezze paesaggistiche: qui si snodano gran parte delle gole del Raganello.

Canna, in provincia di Cosenza, rappresenta il “borgo della musica” che qui diventa linguaggio universale di una comunità viva. Un paesino che si caratterizza per possedere un prezioso centro storico ricco di piazze, vicoli, archi, sottopassaggi, porticati, antiche porte di cinta e portali litici.

Infine Roseto Capo Spulico, in provincia di Cosenza, il “borgo delle (diverse) abilità” perché l’identità locale viene rielaborata in senso inclusivo. Con un castello a picco sul mare, offre un centro storico di notevole interesse che possiede stradine e vicoletti che spesso regalano scorci panoramici sul mare.

Le dichiarazioni degli addetti ai lavori

“La Calabria – ha sottolineato Emma Staine, assessore alle Politiche Sociali e ai Trasporti della Regione Calabria – è ricca di piccole comunità resilienti in grado di rappresentare un argine allo spopolamento delle aree interne e di offrire al visitatore cultura e bellezza. È fondamentale predisporre politiche attente ai beni ambientali e alle risorse naturali, che consentano la riscoperta di un turismo lento e legato ai territori. Solo così potremo garantire standard di qualità in linea con le aspettative di una domanda sempre più responsabile ed esigente, assicurando la valorizzazione di borghi, cultura, tradizioni e risorse, senza dimenticare che il significato più profondo dell’esperienza turistica è la capacità di stimolare la voglia di ripeterla”.

Mentre Gianluca Gallo, assessore ad Agricoltura, Risorse Agroalimentari e Aree interne della Regione Calabria, ha aggiunto che “Creare reti di comunità significa preservare l’anima autentica della Calabria e dei suoi paesi. In questa direzione, a sostegno dei borghi, vanno le politiche in tema di aree interne, con strategie e obiettivi che puntano a fermare lo spopolamento e l’abbandono per restituire, attraverso la garanzia dei servizi primari e misure di crescita sostenibile, vitalità ed interesse a borghi che sono il cuore e l’essenza della nostra terra, per storia, tradizioni ed un futuro che, come la lunga stagione pandemica ha insegnato, qui è possibile, forse più che altrove”.

Infine Franco Iacucci, Vicepresidente Consiglio regionale della Calabria, ha commentato: “La rete delle Comunità ospitali di Calabria è un progetto straordinario e unico nel panorama regionale ma anche nazionale, realizzato da nove comuni calabresi che hanno saputo fare rete, individuando le peculiarità di ogni singola comunità e trovando il modo di valorizzarla in un circuito di “insieme”. A queste amministrazioni va rivolto un sincero plauso per quanto messo in campo con creatività ed amore per il territorio. Sono stato sindaco di un piccolo borgo, Aiello Calabro, per tanti anni. So che è spesso una vera e propria vocazione! Per questo ritengo che sarà senza dubbio un progetto di grande successo che aumenterà l’attrattività dei nostri borghi in un’ottica di turismo “diversa” dal solito. Più sostenibile, più esperienziale, più lento nella frenesia del mondo moderno. Un progetto che punta proprio su una delle caratteristiche principali della Calabria: l’ospitalità, l’accoglienza. Quel modo tutto calabrese di trattare il turista come un amico, come un parente. La rete delle Comunità Ospitali di Calabria è un’esperienza di co-progettazione che coinvolge amministrazioni locali, realtà associative, soggetti del terzo settore e cittadini. È un percorso collettivo e questo è un altro vantaggio perché tutti sono chiamati a dare un apporto fattivo e concreto: i cittadini saranno i primi “sponsor” del loro territorio. Per chi verrà in Calabria, dunque, un’esperienza unica. Il turista potrà visitare il borgo Cantina per assaggiare la straordinaria produzione enologica del territorio, il borgo della Luce per appassionarsi alla valorizzazione ambientale, oppure scegliere la Musica, la Storia, il Paesaggio. Dunque, per citare il sito Borghi Autentici, anche la Calabria è pronta “ad accogliere i viaggiatori che non si accontentano di visitare un territorio ma cercano di conoscerne l’anima”.

Serrastretta, Calabria

Fonte: Italia.it

Veduta di Serrastretta
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Jutland del Nord, la Danimarca più autentica

Non solo Copenhagen: oltre alla sua splendida e vivace capitale, la Danimarca ha molto altro da offrire ai turisti. In particolare, nella penisola dello Jutland si possono vivere esperienze meravigliose a contatto con la natura incontaminata, in modo da scoprire il volto più autentico del Paese. Questa volta vogliamo portarvi alla scoperta della regione dello Jutland del Nord, dove incantevoli cittadine ricche di storia si fondono con paesaggi naturali da sogno. Ecco le mete imperdibili.

Dove si trova lo Jutland del Nord

Il Nord Jutland (conosciuto anche come lo Jutland del Nord o lo Jutland settentrionale) è la regione più estrema della penisola dello Jutland, che si divide a cavallo tra la Germania e la Danimarca. È un luogo ricco di bellezze naturali e non solo, cinto dal Mar del Nord sul versante occidentale e affacciato sulle placide acque dello stretto di Kattegat lungo il versante orientale. Sebbene sia una regione ancora poco conosciuta e non affollata dai turisti, non è affatto difficile da raggiungere. La città di Aalborg ospita infatti un aeroporto internazionale presso cui arrivano voli quotidiani dall’Italia, con un solo scalo. È dunque la meta perfetta per vivere l’atmosfera più autentica della Danimarca, in un posto non ancora contaminato dal turismo di massa.

Le città più belle da visitare

Nello Jutland del Nord ci sono alcune graziose cittadine e piccoli villaggi di pescatori che meritano assolutamente una visita. Non possiamo che partire proprio da Aalborg, la capitale della regione: il suo affascinante centro storico, seppur piccino, è una vera meraviglia da scoprire, tra architetture antiche e moderne opere di street art. Uno dei luoghi più sorprendenti è il Centro Culturale Utzon, nato sul lungomare per opera dell’artista Jørn Utzon, colui che ha dato vita all’incredibile Opera House di Sydney. Completato nel 2008, ospita numerose mostre interessanti e un’esposizione dedicata al grande architetto.

Non meno suggestivo è il museo di Kunsten, realizzato stavolta dall’architetto finlandese Alvar Aalto: al suo interno sono custodite opere di arte moderna ed esposizioni temporanee di artisti provenienti da ogni angolo del mondo. Per gli amanti della natura, non resta che visitare il parco zoologico di Aalborg, che accoglie più di 100 specie di animali esotici (tra cui armadilli e capibara). Mentre il Vestre Fjordpark offre la possibilità di vivere una giornata in un panorama meraviglioso, sia per rilassarsi un po’ che per fare dello sport all’aria aperta – via libera al nuoto, al canottaggio e al windsurf!

Un’altra città da visitare è Skagen, la più settentrionale del Paese: in passato, fu il luogo scelto da molti artisti per immortalare nei loro dipinti la splendida luce che illumina il suo panorama – opere che oggi si trovano presso il museo locale. Ma sono i dintorni a sorprendere maggiormente, piccole perle dove la natura regna incontrastata. Si può ammirare, ad esempio, la penisola di Grenen dove il Mar del Nord mescola le sue acque con quelle del Mar Baltico, dando vita allo stretto di Kattegat. O ancora perdersi nel fascino incredibile di Råbjerg Mile, una gigantesca duna migratoria che sembra quasi un deserto in miniatura.

I luoghi iconici da scoprire

Oltre alle sue bellissime città, lo Jutland del Nord ospita alcuni luoghi diventati ormai iconici (proprio come il “deserto” di Råbjerg Mile). Quali non possiamo assolutamente perdere? Iniziamo dal celebre Rubjerg Knude Fyr, l’imponente faro che si erge da una gigantesca duna di sabbia, da cui si gode di un panorama mozzafiato sul Mar del Nord. L’edificio, diventato simbolo della Danimarca, si è trovato negli ultimi anni a rischio di scomparire a causa della progressiva erosione della scogliera affacciata sul mare. Per questo motivo, grazie ad un ambizioso progetto che ha avuto successo, è stato spostato in posizione più arretrata.

Avete mai sentito parlare della chiesa sepolta nella sabbia? Si tratta della Chiesa di St. Laurentius, situata a poca distanza da Skagen: incastonata tra le dune, per 400 anni è stato un importante luogo di culto. Ma nel ‘700, a causa della sabbia che aveva pian piano sommerso la via d’accesso alla chiesa, i fedeli furono costretti a trovare un altro posto dove celebrare le funzioni. Di essa non resta che il campanile, il quale svetta dalla sabbia ed è attualmente visitabile. Infine, merita una visita anche il Castello di Voergaard: il suo aspetto rinascimentale è davvero suggestivo, così come il fossato pieno d’acqua che lo cinge. Al suo interno si può visitare un’importante collezione d’arte.

Le esperienze imperdibili nella natura

Molte sono le attività da praticare all’aperto, immergendosi nella natura selvaggia dello Jutland del Nord. Abbiamo già visto il Vestre Fjordpark, bellissimo parco cittadino dove potersi dedicare a molti sport acquatici (e non solo). Scopriamo allora altri luoghi incontaminati da visitare, per vivere esperienze meravigliose. Uno di essi è l’isola di Læsø, cinta dalle acque dello stretto di Kattegat e facilmente raggiungibile in traghetto. Considerata una delle mete naturalistiche per eccellenza in tutta la Danimarca, è anche il posto migliore per chi ama andare in bici.

Ci sono numerosi sentieri che si addentrano nei luoghi più belli dell’isola, portando i turisti alla scoperta delle antiche tradizioni che gli abitanti continuano a tenere vive. Come ad esempio la produzione di sale, un’attività che risale al Medioevo e che oggigiorno alimenta le terme di Læsø, dove vengono praticati numerosi trattamenti benessere. O ancora la coltivazione delle alghe marine, che vengono utilizzate come ingredienti per moltissimi piatti locali (da assaporare nei tipici locali dell’isola) o per ricoprire i tetti delle case tradizionali.

Amanti del surf e delle onde mozzafiato? Presso la città di Klitmoller si trova una costa selvaggia, dove la potenza del mare si esprime al massimo: qui sorge il Cold Hawaii Surf Camp, il luogo ideale dove cimentarsi sulla tavola, anche se si è alle prime armi. Infine, un posto meraviglioso da non lasciarsi sfuggire è Bulbjerg, un’imponente scogliera calcarea che si tuffa nello stretto di Skarregar. Qui si possono avvistare numerosi uccelli di mare, come il gabbiano dalle zampe nere e il fulmaro. In passato vi si poteva ammirare anche lo Skarreklit, una colonna rocciosa che spuntava in mezzo al mare, distrutta da una tempesta nel 1978: durante la bassa marea è possibile vedere ancora la sua base.

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Nel 2040 il turista-sciatore non esisterà più

C’è un drammatico aspetto che sta modificando la montagna (ma non solo) così come la conoscevamo e che avrà un impatto sempre più significativo con il trascorrere degli anni: si tratta del cambiamento climatico, il climate change, una realtà purtroppo consolidata e inarrestabile.

Ormai la neve che brilla è davvero poca ed è arrivato un annuncio, a suo modo, choc: nel 2040 il turista-sciatore non potrà più esistere.

Addio allo sci

Il professor Carlo Visentin, docente al Master in International Tourism all’Università della Svizzera Italiana, è andato dritto al punto con le sue dichiarazioni al Corriere del Ticino: “La stagione degli sport invernali come la conosciamo oggi non ha futuro. I repentini cambiamenti climatici sono destinati a moltiplicarsi accrescendo, di anno in anno, i disagi per il mancato innevamento sulle Alpi. Purtroppo gli oltre 150 milioni di appassionati sciatori, che ogni anno affollano centinaia di località sciistiche, dovranno adattarsi ad altre modalità di fruizione della classica vacanza bianca”.

Entro una ventina d’anni, gli impianti di risalita non potranno più venire attivati e ciò significa una “riconversione” del prodotto-neve e del bene-montagna su cui gli operatori, le comunità e le amministrazioni locali dovranno iniziare a ragionare fin da subito.

Gli sport sulla neve e lo sci, infatti, saranno soltanto una componente minoritaria di un soggiorno che non sarà più “bianco” ma comunque rigenerante poiché in alta montagna.

Il professore, infatti, ha continuato: “Nessuno si illuda di fronte a una nevicata più intensa di altre, perché, purtroppo da un punto di vista turistico, la stagione degli sport invernali non ha futuro. Già adesso il periodo per sciare si è ridotto di un mese rispetto al recente passato: i costi per le imprese sono uguali se non maggiori, ma i profitti si sono inevitabilmente ridotti. Inoltre, domina l’imprevedibilità: una volta si programmava la settimana bianca con mesi di anticipo, oggi è impossibile farlo“.

È allora chiaro che per il turismo sugli scii numeri non torneranno più. Serve una ritirata ordinata, sapendo, senza farsi soverchie illusioni, che si possono salvare in parte presenze e occupazione solo diversificando l’offerta e orientandosi sulle attività apprezzate dalle giovani e giovanissime generazioni: trekking, mountain bike, parapendio, zipline e così via“.

Verso l’inevitabile tramonto della settimana bianca

È un mito che si è avviato inevitabilmente sul viale del tramonto quello della “settimana bianca”. La neve sui monti è davvero poca e il 62% dei vacanzieri opta oggi per soggiorni brevi, con una media di due pernottamenti: solo il 9% degli italiani ha programmato sette o più notti e una delle ragioni è anche legata al budget.

Inoltre, dall’indagine dell’Osservatorio di Confcommercio, è emerso che tra gli appassionati di montagna, soltanto l’1% ha come obiettivo principale gli sport sulla neve, sci in primis: il 40% degli intervistati, invece, predilige le escursioni naturalistiche e altre attività quali visite a mercatini, centri benessere e SPA, degustazioni di prodotti tipici, relax e riposo.

Una tendenza che, insieme all’incognita sempre più stringente dell’innevamento, sta contribuendo a ridefinire e trasformare le caratteristiche dei servizi turistici in montagna, rendendoli sempre meno dipendenti dalla “dama bianca”.

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Dal borgo fantasma riemerge un’antichissima chiesa: la scoperta

La Tuscia è un territorio ricco di storia e bellezze naturalistiche e paesaggistiche che non finisce mai di stupire: l’ultima sorpresa è arrivata da uno dei suoi affascinanti borghi fantasma, a una ventina di minuti da Civita di Bagnoregio e a mezz’ora da Viterbo.

A Celleno, infatti, durante il lavoro di messa in sicurezza della Chiesa di San Donato, è tornato alla luce un antichissimo spazio sacro, quello della Chiesa di San Michele Arcangelo, di cui finora esistevano soltanto notizie frammentarie grazie a documenti di archivio che indicavano la presenza di una cripta, annessa alla chiesa attualmente oggetto di restauri.

Un altro prezioso tassello del patrimonio della Tuscia

Durante i lavori di consolidamento della Chiesa di San Donato, architetti e archeologi si sono ritrovati, inaspettatamente, dinanzi a una chiesa inferiore alta almeno 5 metri che, secondo i documenti e gli esperti, presentava un ingresso separato dal versante nord.

Tuttavia, alla fine dell’Ottocento, il vescovo ne ordinò la chiusura, sia perché di difficile accesso e sia perché destinato a usi impropri. Ma fu nel 1944 che se ne persero le tracce: la chiesa madre crollò, seguita dopo pochi anni dall’intero abitato, e il borgo di Celleno cadde in un periodo di oblio funestato da saccheggi.

Negli ultimi anni, invece, l’amministrazione comunale ha intrapreso azioni di recupero e valorizzazione della Chiesa di San Donato che hanno portato alla sorprendente scoperta.

Siamo sorpresi e felici di questa scoperta” ha commentato il sindaco Bianchi. “Stiamo continuando con i lavori sperando di rendere fruibile questo spazio ai visitatori, in assoluta sicurezza. Purtroppo decenni di abbandono, gli eventi sismici e le particolari condizioni orografiche non hanno aiutato a salvare la chiesa ma stiamo facendo tutto il possibile, con le risorse a disposizione, per completare i lavori e incrementare le dotazioni del borgo fantasma“.

Lo scavo archeologico prosegue sotto la direzione dalla società di ingegneria Alma Civita Studio insieme all’Università della Tuscia. “Negli ultimi tre mesi” ha affermato il primo cittadino “il lavoro è stato incessante, in particolare del professor Giuseppe Romagnoli, instancabile studioso di questo sito“.

E siamo appena all’inizio. Oltre alla chiesa inferiore, gli archeologici hanno rinvenuto materiali lapidei di pregevole fattura scultorea, alcuni dei quali risalenti al periodo longobardo. “Attestano” ha concluso Bianchi, “senza ombra di dubbio, che su questa rocca c’è stata continuità di vita a partire dal periodo etrusco fino ai nostri giorni“.

Il fascino del borgo fantasma di Celleno

Il vecchio borgo di Celleno, che sorge su uno sperone di tufo, fu un insediamento etrusco sull’antica via tra Bagnoregio e Orvieto: sconvolto da sempre da terremoti e smottamenti, ha iniziato a crollare in maniera inesorabile durante gli Anni Trenta fino a diventare un “borgo fantasma”.

Oggi resiste una piccola area, con suggestivi vicoli, botteghe, la maestosa presenza del fortilizio Castello Orsini con fossato, costruito tra il X e il XI secolo, la già citata Chiesa di San Donato, la Chiesa di San Carlo custode di una collezione di grammofoni, e case recuperate dove scoprire come erano gli ambienti a inizio Novecento: la cucina, le celle per la conservazione del vino, la bottega del calzolaio, l’antico forno.

Inoltre, il Museo raccoglie preziose ceramiche medievali e rinascimentali ritrovate durante le campagne di scavo.

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Questa è la spiaggia più bianca del mondo: di notte si trasforma in uno spettacolo fluorescente

Tra le bellezze mozzafiato che arricchiscono il patrimonio naturalistico del nostro pianeta, ce ne sono alcune che meritano sicuramente una menzione speciale per il loro fascino unico e la capacità di trasportarci in ambientazioni quasi magiche ed eteree.

In particolare, esiste un luogo dove l’acqua porta in scena uno spettacolo surreale e, con l’aiuto di un fenomeno naturale, dà vita a una danza di colori fluorescenti nelle acque notturne dell’oceano. Sembrerebbe un sogno, ma invece è pura realtà.

Ci troviamo in Australia e più precisamente nella Jervis Bay, una baia oceanica lunga 16 chilometri situata a sud di Sydney, nel Nuovo Galles del Sud.
Qui le spiagge sono celebri in tutto il mondo per la loro sabbia bianchissima, tanto che una di queste, Hyams Beach, si è aggiudicata il record come arenile più bianco del pianeta. Ma l’incredibile bellezza di questa baia diventa ancor più seducente dopo il tramonto, quando la luce del giorno lascia spazio all’oscurità della notte. E mentre il sole riposa, nelle acque che si allungano sulle coste va in scena uno spettacolo notturno a dir poco incantevole.

Hyams Beach, la meraviglia della spiaggia che brilla di notte

Se di giorno la costa bianchissima di Hyams Beach ha una bellezza mozzafiato e viene raggiunta da moltissimi turisti e curiosi, è durante la notte che si trasforma in uno scenario unico e decisamente più affascinante. Al calar del sole, infatti, la baia si trasforma in un dipinto dai colori fluorescenti. Il buio lascia spazio all’azzurro e al verde brillante, tonalità che spiccano tra le acque che si fanno strada verso la riva, regalando un colpo d’occhio irresistibile. Sembrerebbe un miracolo, ma in realtà questo evento spettacolare ha una spiegazione scientifica ben precisa.

Si chiama bioluminescenza ed è un fenomeno naturale attraverso cui alcuni organismi viventi, in questo caso le masse di plancton presenti in acqua, emettono una luce particolare grazie alla reazione dell’energia chimica che si converte in energia luminosa. Nello specifico, durante la fioritura delle alghe del plancton, i movimenti delle onde o quelli provocati dal passaggio delle barche provocano in questi microorganismi delle vibrazioni che portano a una reazione chimica: iniziano così ad illuminarsi e a risplendere nella notte. Secondo questo meccanismo, nell’oscurità della Jervis Bay il plancton bioluminescente conferisce all’acqua certe sfumature di luce che trasformano il mare in una distesa scintillante che sembra riflettere il cielo stellato.

La spiaggia di Hyams, e le altre distese di sabbia che compongono la baia di Jervis, fanno parte della lista dei pochissimi luoghi in tutto il pianeta nei quali si può osservare il fenomeno della bioluminescenza. Nonostante si tratti di un evento naturale che tipicamente avviene solo in determinate condizioni climatiche, che riguardano la temperatura e il vento, qui è possibile ammirarlo in ogni periodo dell’anno e abbastanza frequentemente.

Spiaggia di Hyams

Fonte: lovleah / iStock

Hyams beach, la spiaggia più bianca del mondo nella baia di Jervis

L’incantevole patrimonio naturalistico della Jervis Bay

Oltre allo spettacolo di luci dato dalla bioluminescenza e al colore candido delle spiagge, la Jervis Bay ha numerose altre carte da giocarsi, regalando ulteriori esperienze da sogno. Nelle sue acque cristalline, infatti, si può anche pescare e fare kayak, oppure avvistare numerose specie di animali, come i pinguini minori blu (i più piccoli al mondo), i delfini, le foche e, con un pizzico di fortuna, anche le balene.

Ma non solo. A sud di questa baia paradisiaca si trova il Booderee National Park, un’area che comprende una grande varietà di spiagge, fauna selvatica e vegetazione nella quale addentrarsi per fare escursioni e avvistare i celebri canguri. Un luogo da inserire nella lista dei desideri e da visitare almeno una volta nella vita.