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Le location della fiction Tv “Lea – Un nuovo giorno” con Anna Valle

Nella fiction Tv di Rai 1 “Lea – Un nuovo giorno”, Anna Valle è Lea, un’infermiera specializzata che, dopo un anno di aspettativa, torna al proprio lavoro nel reparto di pediatria dove lavorava, prima di un periodo difficile che è riuscita a superare trasformando il proprio dolore in un dono.

L’ospedale è quello di Ferrara, la cittadina gioiello dell’Emilia. Le vicende di Lea s’incrociano a quelle dell’ex marito Marco (l’attore Giorgio Pasotti) e dell’ex amica Anna, nuova compagna di Marco, e di Rosa, la sua migliore amica.

Per via del Covid, non si sono potute effettuare riprese all’ospedale Cona della città, che quindi sono state fatte negli studi cinematografici di Roma. Le scene esterne invece mostrano una Ferrara autentica e sempre bellissima.

La Chiesa di Santo Stefano Protomartire

Si riconosce la Chiesa di Santo Stefano Protomartire, una delle più antiche chiese cittadine, edificata prima del XI secolo in una Ferrara che si stava sviluppando lungo la riva sinistra del Po, accanto a un corso d’acqua poi interrato e divenuto, in seguito, piazza Saint’Etienne.

La piazza del Municipio

Caratteristiche sono anche le vie del centro storico, tra cui via Boccaleone, nei pressi della cattedrale, e la vicina piazza del Municipio, dove si trova anche il Comune, che fu la prima dimora degli Este, una delle più longeve famiglie regnanti in Europa. Questa piazza è famosa per l’imponente scalone d’onore di marmo bianco costruito nel 1481 su disegno di Pietro Benvenuto degli Ordini, con una copertura a volta e una cupola centrale e delle arcate in stile rinascimentale, mentre la balaustra di marmo è in stile gotico medievale. Nella piazza si svolgono spesso delle manifestazioni, come le prove degli sbandieratori durante i giorni che precedono il Palio di Ferrara, il più antico del mondo, o il mercato contadino con prodotti tipici della zona o altri eventi aperti al pubblico.

La Rotonda Foschini

Tra i luoghi più magici di Ferrara che hanno fatto da sfondo alla fiction c’è anche la Rotonda Foschini, che si trova dietro al castello. Quasi nascosta alla vista dei visitatori, per trovarla bisogna conoscere il punto esatto. È un piccolo cortile di forma ovale, parte integrante dell’architettura del Teatro Comunale di Ferrara, dedicato, come suggerisce il nome, ad Antonio Foschini, uno dei due progettisti del teatro (l’altro era Cosimo Morelli). Un tempo la rotonda era nata come luogo di transito delle carrozze che andavano da corso Martiri della Libertà a corso Giovecca. Negli anni Venti dell’Ottocento furono eseguiti i primi restauri che portarono all’abbellimento della volta con una rappresentazione dell’Apoteosi dell’Ariosto. Oggi, la Rotonda non è più aperta al traffico, ma è adibita a zona pedonale e l’illuminazione che è stata aggiunta crea uno scenario, soprattutto nelle ore serali, davvero magico.

Il Castello Estense

Infine, nella fiction con Anna Valle è ben riconoscibile l’immancabile Castello Estense o Castello di San Michele, icona indiscussa di Ferrara, al centro di molte scene. Commissionato da Niccolò II d’Este all’architetto Bartolino da Novara, già firma del castello di Pavia e del castello di Mantova, il Castello Estense aveva inizialmente una funzione difensiva: il marchese aveva bisogno di un luogo dove rifugiarsi e da cui organizzare un’eventuale repressione, dopo la rivolta del popolo per l’ennesimo aumento delle tasse.

Oggi, visitare il Castello Estense significa fare un viaggio nella storia, perdendosi nelle sue infinite sale. Al piano terra sono in bella vista gli alberi genealogici della distanzia estense e le effigie degli antenati, parte di una propaganda di corte volta ad attestare la maggior vetustà, e quindi la maggior nobilita, della Casa d’Este rispetto a tutte le altre stirpi della nostra Penisola. Al primo piano si trova la Loggia degli Aranci o Giardino Pensile, dove ancora oggi si possono ammirare aranci piantati in grandi mastelli di legno e le numerose stanze affrescate una più bella dell’altra (a questo link tutte le informazioni sul Castello Estense).

Castello Estense Ferrara

Il Castello Estense a Ferrara

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Piemonte: la caccia più romantica dell’anno ha inizio

Uno strano e suggestivo fermento c’è nell’aria nei giorni immediatamente precedenti a San Valentino e questo non stupisce. Le coppie di viaggiatori di tutto il mondo sono alla ricerca di nuove destinazioni da raggiungere, siano queste estremamente romantiche, magiche o avventurose.

Ma non sono gli unici a manifestare un certo fervore, dall’altra parte, infatti, le strade, i quartieri e le piazze delle città che conosciamo si abbigliano a dovere con il solo obiettivo di celebrare l’amore universale. Ed è quello che sta succedendo in una regione d’Italia, e più precisamente nelle città del basso Piemonte, dove sta per partire un’originale caccia al tesoro dedicata agli innamorati d’Italia e del mondo intero.

Romantiche postazioni in Piemonte

Sono 17 i comuni del basso Piemonte del Distretto del Novese che hanno aderito a quella che possiamo considerare l’esperienza più romantica e avventurosa di questo San Valentino dedicata ai cittadini e alle coppie di viaggiatori.

Succede che in questi giorni, tutte le panchine che puntellano l’intero territorio, siano queste panoramiche o solo di passaggio, si preparano a trasformarsi nel luogo perfetto dove celebrare l’amore. Le sedute in città, infatti, saranno addobbate con cuori e simboli romantici di ogni forma e dimensione. Un vero e proprio Selfie Corner da condividere con la propria dolce metà per celebrare l’amore e San Valentino.

Si possono scattare fotografie, con la garanzia che queste siano davvero instagrammabili, o ci si può semplicemente riposare e rilassare dopo una passeggiata in città. Quelle più panoramiche offrono una suggestione in più: la vista su un territorio meraviglioso tutto da conoscere ed esplorare.

L’obiettivo, del resto, è proprio quello di offrire nella semplicità di una panchina, la visione sugli scorci della città, da una postazione estremamente romantica, per trascorrere una giornata e un momento condiviso all’insegna dell’amore.

A caccia di panchine romantiche: come funziona l’iniziativa

Che stiate organizzato un viaggio in Piemonte in occasione di San Valentino o una gita fuori porta in questo magico territorio, è doveroso partecipare a questa bizzarra e divertente avventura. La caccia al tesoro, o meglio alla panchina, inizierà il 13 febbraio e avrete dalla vostra parte più di un aiuto per trovarle tutte, o solo quelle che più vi ispirano.

Sono 17 i comuni che al momento hanno aderito a questa iniziativa romantica, ma altri potrebbero presto aggiungersi, e sono Arquata Scrivia, Borghetto di Borbera, Capriata d’Orba, Carrosio, Cassano Spinola, Fresonara, Grondona, Lerma, Montaldeo, Mornese, Novi Ligure, Parodi Ligure, Pasturana, Serravalle Scrivia, Tassarolo, Villalvernia e Voltaggio.

Ad aiutare le coppie in questa caccia al tesoro ci penserà l’applicazione Visit Distretto del Novese che, proprio nei prossimi giorni, pubblicherà le coordinate per trovare le panchine trasformate in romantici Selfie Corner dal 13 febbraio fino a fine mese.

Non solo panchine, però, questa caccia al tesoro permetterà a cittadini e viaggiatori di scoprire e riscoprire i luoghi più suggestivi del territorio attraverso l’arte, la cultura e i panorami che lasciano senza fiato. Non mancano, ovviamente, le eccellenze gastronomiche.

Prima di raggiungere la vostra panchina, infatti, vi raccomandiamo di fare scorta di baci di dama, per concludere l’esperienza nel mondo più dolce che c’è.

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Viaggi: le scadenze del Green Pass Paese per Paese

Il Certificato Covid digitale dell’Ue, meglio conosciuto come Green Pass, è entrato in vigore il 1º luglio 2021 e garantisce alle persone di circolare liberamente all’interno dell’Unione Europa e dei Paesi dell’Area Schengen. Tuttavia, dal 1º febbraio 2022 sono in vigore nuove norme che stabiliscono un periodo di accettazione vincolante di 9 mesi per i certificati di vaccinazione utilizzati per i viaggi tra gli Stati membri.

In sostanza, ogni Nazione deve accettare i certificati di vaccinazione dei viaggiatori per 9 mesi a decorrere dalla somministrazione dell’ultima dose della vaccinazione primaria: per il vaccino Johnson & Johnson 270 giorni dalla prima e unica dose, mentre per un vaccino bidose 270 giorni dalla seconda dose o, in linea con la strategia di vaccinazione dello Stato membro di vaccinazione, dalla prima e unica dose somministrata dopo la guarigione dal virus.

Quanto vale il Green Pass in Europa e in Italia

Le norme suddette sono valide solo per l’uso dei Green Pass da vaccinazione per viaggiare all’interno dell’Ue. Gli Stati, infatti, possono applicare regole diverse per quanto concerne l’uso del certificato Covid nel contesto nazionale. È il caso dell’Italia, per esempio, dove il Green Pass per coloro che vengono dall’estero vale 9 mesi ai soli fini dell’ingresso nel territorio nazionale, mentre una volta all’interno il certificato ha validità di 6 mesi – a meno che non ci si sottoponga a una terza dose di vaccino, in quel caso la durata è illimitata.

Fermo restando che in Ue, per spostarsi da un Paese all’altro, il Green Pass vale 9 mesi e che tutti gli Stati sono invitati ad adeguarsi, il Belpaese non è l’unico ad adottare norme diverse rispetto alle raccomandazioni europee per quanto riguarda la scadenza, e quindi l’uso del Green Pass sul territorio nazionale. Per questo motivo abbiamo deciso di fare chiarezza illustrandovi le scadenze della certificazione verde in ogni luogo d’Europa.

I Paesi che non utilizzano il Green Pass

Dal giorno 1 febbraio 2022 non vi sono più restrizioni per Covid-19 in Danimarca. Questo vuol dire che non è necessaria la certificazione vaccinale all’interno del territorio nazionale.

Anche in Irlanda il Green Pass non è più obbligatorio per accedere a luoghi ed eventi al coperto, tra cui cinema e teatri, palestre e centri ricreativi, bar e ristoranti degli hotel.

A partire dal 5 febbraio, i certificati di vaccinazione, di recupero o di esito negativo del test non sono più necessari per entrare nei luoghi al chiuso della Lituania.

Vi ricordiamo, tuttavia, che in questi Paesi il Green Pass rimane obbligatorio per farvi ingresso, e quindi per superare le frontiere (con validità di 9 mesi).

Tutti i Paesi in cui il Green Pass vale 12 mesi

Contrariamente a tutti i Paesi dell’Ue/Area Schengen, la Bulgaria non ha inserito alcuna data di scadenza sul certificato di vaccinazione. L’ispettore sanitario capo dello Stato bulgaro, Angel Kunchev, ha dichiarato all’inizio di gennaio che i certificati di vaccinazione continueranno a rimanere validi per 12 mesi. Mentre per coloro che riceveranno una dose aggiuntiva, il periodo di validità sarà indefinito. Obbligatorio l’uso della certificazione per quasi tutte le attività al chiuso.

12 mesi di validità anche per la Finlandia. Il Paese, infatti, deve ancora annunciare se seguirà la raccomandazione dell’Ue a tal proposito. Anche in questo caso, il Green Pass è obbligatorio per accedere a molte attività al coperto come musei, spazi espositivi e altri luoghi culturali simili.

Green Pass valido 9 mesi: dove

Green Pass valido 9 mesi all’interno del territorio nazionale in Croazia. Ciò vuol dire che coloro che hanno assunto l’ultima dose di vaccino più di 270 giorni fa devono ricevere un’iniezione di richiamo poiché considerati non vaccinati.

A partire dal giorno 1 febbraio anche in Estonia il certificato di vaccinazione ha una validità di 9 mesi. Necessario per accedere a tutti gli spazi interni e i luoghi al chiuso, la validità sarà a breve prolungata a 15 mesi per i minori di età compresa tra i 12 e i 18 anni.

Obbligatorio per entrare nei posti al coperto e con validità di 9 mesi è anche il pass della Germania. Stessa situazione in Grecia, ma a partire dal 21 febbraio. Per coloro che si sono sottoposti alla terza dose la durata del documento è illimitata.

Green Pass che scade a 9 mesi, e quindi necessità di fare la dose booster, anche in Islanda e a partire dal 15 gennaio. Pure la Lettonia ha ridotto la validità del Green Pass. Attualmente, infatti, il Paese riconosce solo i certificati di vaccinazione che dimostrano che il titolare è stato completamente immunizzato negli ultimi 270 giorni.

Coloro che hanno ricevuto l’ultima dose di vaccino più di nove mesi fa, quindi, saranno soggetti a regole di ingresso aggiuntive. La norma di validità non si applica ai bambini di età inferiore ai 18 anni.

La Norvegia ha ridotto la validità dei certificati di vaccinazione a 270 giorni rendendo di fatto necessaria una dose di richiamo del vaccino contro il Covid-19 per estenderne la durata. Inoltre, è bene sapere che i comuni norvegesi possono adottare ulteriori misure restrittive valide a livello locale.

Obbligatorio il Green Pass per entrare negli spazi al chiuso anche nei Paesi Bassi. Ma non solo. Dal 1° febbraio sono riconosciuti esclusivamente i certificati di vaccinazione che indicano che il titolare ha assunto l’ultima dose di vaccino negli ultimi 9 mesi. Stessa situazione in Polonia e in Romania.

Green Pass necessario per fare ingresso in strutture culturali, ricreative e sportive, ristoranti e bar, strutture turistiche, fiere e conferenze al coperto, casinò e altre sedi anche in Slovenia. Il Paese, inoltre, ha accolto la richiesta dell’Ue di rendere valida la certificazione vaccinale per 9 mesi.

Più articolata la situazione in Spagna dove ogni regione segue proprie regole. In molte di queste, il Green Pass è necessario per accedere a spazi pubblici, quali bar e ristoranti, musei, piscine, grandi eventi e alcuni mezzi di trasporto pubblico. In sostanza, le comunità autonome spagnole possono attuare regolamenti territoriali specifici. Al momento, ove richiesto, il Green Pass ha validità di 9 mesi.

La Svizzera ha da poco aggiornato le sue regole di ingresso, tra cui la validità del certificato verde a 9 mesi. Tale decisione è stata presa dal Consiglio federale svizzero e significa che i cittadini del Paese, così come i viaggiatori, devono ricevere un vaccino aggiuntivo affinché il loro pass sia accettato. Le stesso regole sono seguite in Liechtenstein.

Infine l’Ungheria che, analogamente alla maggior parte dei paesi dell’Ue, ridurrà la validità dei Green Pass a 270 giorni.

Green Pass valido dai 3 ai 7 mesi

In Europa c’è anche chi ha ridotto la validità del Green Pass a 7 mesi e chi ha fissato la scadenza del documento a soli 3 mesi dall’ultima vaccinazione. Scopriamo di quali Paesi stiamo parlando.

In Austria, oltre all’obbligo vaccinale, dal 1º febbraio la validità dei certificati di vaccinazione per uso nazionale e quindi per ristoranti, alloggi, strutture ricreative e sportive, ecc. è ridotta a 180 giorni (6 mesi), 210 se si è minori di 18 anni. Coloro che hanno ricevuto la dose di richiamo hanno, invece, un Green Pass valido per 9 mesi.

Le Autorità belghe hanno deciso di imporre un periodo di validità più breve ai certificati di vaccinazione. In una riunione tenutasi il 21 gennaio, il Belgio ha voluto ridurre la durata del Green Passi da 270 a 150 giorni, e a partire dal giorno 1 marzo.

Attualmente in Francia il pass vaccinale è necessario per accedere a molti servizi al chiuso. Inoltre, la sua validità è di 7 mesi, ma dal 15 febbraio tale periodo sarà ridotto a 4 mesi.

Situazione molto particolare a Malta che ha la durata del Green Pass in assoluto più breve di tutto il continente: solo 3 mesi. Una decisione molto criticata e per cui l’Ue ha richiesto un chiarimento.

Infine il Portogallo che accetta Green Pass che indicano che il titolare è stato completamente vaccinato negli ultimi 180 giorni (6 mesi). Per estendere la validità, tutti sono tenuti a ricevere una dose di vaccino aggiuntiva.

Insomma, per viaggiare in Europa e per trascorrere vacanze più protetti e con la possibilità di accedere alle attività al chiuso o negli alberghi, è strettamente necessario sottoporsi alla terza dose di vaccino. È bene sapere, però, che le norme sono in continuo mutamento anche per quanto concerne la validità dei Green Pass. Per questo motivo, prima di organizzare un viaggio, è fondamentale controllare il sito Re-open EU che fornisce informazioni sulle misure sanitarie e di viaggio nell’Ue e nei Paesi associati Schengen (Islanda, Liechtenstein, Norvegia, Svizzera) durante la pandemia di Covid-19. Per maggiori informazioni sul funzionamento potete cliccare qui.

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Le chiese più macabre che si possono visitare

Ce ne sono un po’ in tutta Europa e bisogna essere poco impressionabili per visitarle. Stiamo parlando di quelle cripte dove non soltanto vengono conservate le ossa dei religiosi, ma le cui pareti, gli oggetti e tutto quanto è fatto di ossa umane.

L’usanza di sistemare le ossa lungo le pareti di una chiesa è molto antica e ha un effetto fortemente simbolico: ricorda agli esseri umani la caducità della vita, mentre dal punto di vista estetico ha un effetto prettamente magnetico.

La Capela dos Ossos in Portogallo

Tra le più famose del Vecchio Continente c’è la Capela dos Ossos, nella città portoghese di Evora, un’attrazione turistica un po’ macabra, forse, ma che racconta la storia di questo luogo. Nonostante la sua particolarità, non tutti i turisti apprezzano questa chiesa; bisogna avere un bel po’ di “dark humor” per poter comprendere questa peculiarità. La capella fu costruita nel XVI secolo per iniziativa di un monaco francescano che voleva condurre i propri confratelli alla contemplazione della fievolezza della vita umana e del mistero della morte.

La Chiesa di Sant’Orsola in Germania

A Colonia, in Germania, ce n’è una che contiene i resti del ben 11mila vergini. È la Chiesa di Sant’Orsola, in tedesco St. Ursulakirche, edificata sui resti di un antico cimitero romano. La sua storia è decisamente insolita e narra di una giovane d’eccezionale bellezza, Orsola, figlia di un sovrano bretone, che si era segretamente consacrata a Dio ma che fu chiesta in sposa dal principe pagano Ereo. Il rifiuto da parte della principessa avrebbe rischiato di scatenare una guerra e, consigliata da un angelo durante una visione avuta in sogno, chiese di poter rimandare la decisione di tre anni, per meglio comprendere la volontà del Signore e nella speranza che il promesso sposo si convertisse al cristianesimo e cambiasse idea.

Allo scadere del tempo stabilito, ancora esortata da un messaggero divino, Orsola però prese il mare con 11.000 compagne e, secondo alcune versioni, anche con il promesso sposo. Attraversò il tratto fra l’Inghilterra e il continente su una flotta di undici navi, poi, sospinta da una tempesta, risalì il corso del Reno fino a Colonia e successivamente a Basilea, in Svizzera, da dove proseguì a piedi, in devoto pellegrinaggio, fino a Roma. A Roma, Orsola e le sue numerose compagne di viaggio furono accolte da “Papa Ciriaco”, un personaggio sconosciuto alla storia. Di ritorno in patria per la stessa via, transitò per Colonia che, nel frattempo, era stata conquistata da Attila re degli Unni: qui, le vergini furono trucidate tutte dalla furia dei barbari in un solo giorno, mentre il famigerato re unno, invaghito dalla sua bellezza, risparmiò Orsola, che chiese in sposa, promettendole salva la vita. Al suo rifiuto la fece uccidere a colpi di freccia e, con lei, secondo un’altra versione della storia, fu ucciso anche il Papa, che l’aveva seguita nel viaggio.

La Cripta dei Cappuccini a Roma

Ma il culto delle ossa non ha confini e questi luoghi inquietanti e spaventosi non si trovano solo all’estero. Anche a Roma esiste un luogo simile. Nel centro della Città Eterna, sulla via che fu della Dolce Vita, c’è un luogo che, da secoli, costringe i visitatori a riflettere sulla morte e sulla vita: la Cripta dei Cappuccini. È un piccolo spazio che comprende diverse piccole cappelle situate sotto la chiesa di Santa Maria della Concezione dei Cappuccini al civico 27 di via Veneto, vicino a piazza Barberini. Contiene i resti degli scheletri di 3.700 corpi ritenuti frati cappuccini sepolti dal loro ordine.

L’edificio fu costruito in epoca barocca su commissione di Papa Urbano VIII, in onore del fratello, il cardinale Barberini. Una scelta apparentemente inquietante, quella di rivestire tutto con ossa umane, ma che si spiega nella scritta che si legge sulla targa all’ingresso: “Quello che voi siete noi eravamo; quello che noi siamo voi sarete”. Le ossa dei frati sono state collezionate in un arco di tempo molto lungo, tra il 1528 e il 1870. Prima di allora, erano sepolte nel vecchio cimitero dell’ordine dei cappuccini, nella chiesa di Santa Croce e San Bonaventura dei Lucchesi nel rione Trevi. È decisamente tra i luoghi più insoliti della Capitale.

La chiesa di San Bernardino alle Ossa a Milano

Ce n’è una anche a Milano, di queste chiese così macabre. È la chiesa di San Bernardino alle Ossa, una chiesa situata in piazza Santo Stefano, in pieno centro città, che sorge sui resti di un antico cimitero. È un luogo carico di fascino, con migliaia di teschi, ossa e altri resti umani a decorare le pareti con fare artistico, in composizioni di croci trattenute da sottili reticelle. E, dall’alto, osservano in silenzio i fedeli e i turisti che la visitano.

San Bernardino alle Ossa è un antico ossario costruito nel 1268 dalla Confraternita dei disciplini e oggi un importante luogo di culto per i vecchi milanesi. Una leggenda da brividi è legata a questo edificio: si narra che il 2 novembre di ogni anno le ossa di una bambina riprendano vita. Un’altra curiosità è che la Capela dos Ossos portoghese venne completamente ristrutturata nel corso del XVIII secolo, quando il re Giovanni V del Portogallo visitò proprio la chiesa di San Bernardino alle Ossa di Milano.

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La Capela dos ossos a Evora., in Portogallo

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I nuovi giardini italiani, che valgono un viaggio

Sono cinque i nuovi giardini d’Italia, veri capolavori di bellezza, che sono entrati a far parte del circuito dei Grandi giardini italiani e che rendono il nostro Paese la meraviglia che è. Con questi nuovi cinque giardini, se ne contano oggi ben 147 lungo tutto lo Stivale.

I cinque giardini appena entrati a far parte del circuito sono: Villa di Montruglio, vicino a Vicenza, nel Veneto, Villa Bell’Aspetto a Nettuno, nel Lazio, Villa Rezzola a Lerici, in Liguria, il Giardino dell’Impossibile sull’isola di Favignana, in Sicilia, e la Biblioteca degli Alberi, il più recente giardino sorto a Milano.

Villa di Montruglio “Pigafetta-Camerini”, Mossano

Villa di Montruglio “Pigafetta-Camerini”, sui Colli Berici a 18 chilometri da Vicenza, è uno dei grandi giardini storici del Veneto tra Seicento e Settecento. Opera del Muttoni, con statue attribuite al Marinali e affreschi nelle sale di Francesco Aviani, è circondata da un grande prato affacciato sul paesaggio, un brolo e un parco ottocentesco di cedri del Libano, lecci, querce e cipressi. Intrigante l’intervento recente, che si innesta sull’impianto antico e lo completa, del paesaggista Ermanno Casasco, che ha restaurato lo spazio interno della corte retrostante il portico della Barchessa. Nella vallata esposta a Sud, dietro il giardino, si estende un vigneto di 10 ettari che dà vini pregiati con lo stesso nome della villa.

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Villa di Montruglio “Pigafetta-Camerini”, Mossano (VI)

Villa Bell’Aspetto, Nettuno

Di qualche decennio antecedente è Villa Bell’Aspetto a Nettuno (Roma), progettata nel 1647 dall’architetto Antonio de Rossi sulle alture prospicenti il mare. L’acquisto negli Anni Trenta dell’Ottocento da parte di Camillo Borghese e Paolina Bonaparte ha determinato importanti modifiche alla villa, ma il parco è rimasto lo stesso, tra boschi informali e un giardino all’italiana. Un arricchimento della già ricca dotazione di verde mediterraneo con specie esotiche è stato voluto da Lydia Borghese e continua con la sua discendenza, mentre all’architetto paesaggista Paolo Pejrone è stato demandato il compito di rendere fiorito nelle diverse stagioni il piazzale principale.

I giardini di Villa Bell’Aspetto, a Nettuno

Villa Rezzola, Lerici

Guarda il mare del Golfo dei Poeti, nella Liguria di Levante, Villa Rezzola, a Lerici, una proprietà signorile documentata fin dal Settecento. In una spettacolare posizione panoramica, ha subìto diverse modifiche nel corso dei secoli, soprattutto a partire dal 1900, quando è stata acquistata dagli inglesi Helen Lavinia e William Percy Cochrane. Trentacinque anni dopo, è passata ai conti Braida Carnevali, che di recente l’hanno lasciata in eredità al FAI. Ricco e diversificato il giardino a terrazze, che annovera un roseto, una lunga pergola di glicine, un vasto prato, aiuole di fiori da taglio prodotti nelle serre della villa, un grande viale, una terrazza davanti alla villa ornata di vasi e conche fiorite, un bosco di lecci e numerose piante volute dall’ultima proprietaria, Pupa Carnevale Miniati, appassionata di botanica.

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Il giardino di Villa Rezzola, a Lerici

Il Giardino dell’Impossibile, Favignana

Il Giardino dell’Impossibile, sull’isola di Favignana, in Sicilia, è nato a partire dagli Anni Sessanta attorno alla villa di famiglia di Maria Gabriella Campo. Si sviluppa ora su quattro ettari di cave dismesse di calcarenite (tufo bianco) e, a riprova che nulla è impossibile se ci sono capacità visionarie e volontà caparbia di perseguire l’obiettivo, è diventato un incantato giardino nella roccia, con un tripudio di piante mediterranee ed esotiche che legano, in un unico percorso, più cave. L’enorme lavoro di rimozione dei detriti, raccordo dei livelli, messa in sicurezza e piantagione è stato anche un omaggio alle pirrere (cave), che hanno rappresentato per secoli la principale attività economica di Favignana, insieme alle tonnare e un ricordo del padre, che in quelle cave aveva lavorato. Appassionata di botanica, la signora Campo ha ampliato lil verde con collezioni di Hibiscus e plumerie, vasche di acquatiche e ninfee, pelargoni odorosi, alberi esotici di ogni tipo, insomma un giardino botanico di oltre 500 specie diverse.

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Il Giardino dell’Impossibile, a Favignana

La Biblioteca degli alberi, Milano

La Biblioteca degli alberi di Milano – meglio conosciuta come BAM – è un giardino botanico realizzato nell’ambito della riqualificazione urbana nel quartiere di Porta Nuova, sotto il celebre Bosco Verticale, e consegnato definitivamente ai milanesi nell’ottobre 2018, con il proposito di far vivere agli abitanti un’esperienza culturale a contatto con la natura, anche in ottemperanza agli obiettivi di sviluppo sostenibile 2030 dell’ONU. Progettato dallo studio olandese Inside Outside e realizzato in parte con la piantagione partecipata degli abitanti e un importante intervento del paesaggista-vivaista Piet Oudolf, ospita oltre cento specie vegetali, più di 500 alberi che formano 22 foreste circolari e 135mila piante, rampicanti, acquatiche o bulbose. Gestito in partnership pubblico-privato, il BAM è il terzo parco di Milano per dimensioni e ha l’ambizione di rappresentare un nuovo modello di verde urbano e di fruizione culturale della natura.

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La Biblioteca degli alberi di Milano

I Grandi giardini italiani sono una serie di parchi e giardini nati 25 anni fa dall’idea di Judith Wade, la “signora dei giardini”, australiana di nascita, ma cresciuta in Inghilterra, e approdata nel nostro Paese alla fine degli Anni ’90. Qui ha fondato il circuito “Grandi Giardini Italiani” con lo scopo di promuovere, anche con successo a livello internazionale, il patrimonio culturale dei giardini d’Italia. Tra i Grandi giardini italiani ci sono luoghi incantevoli e molto noti del calibro dei Giardini Vaticani, quelli di Castel Gandolfo, la Reggia di Caserta e la Reggia di Venaria.

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A bordo del treno più romantico d’Italia

Non solo è la tratta ferroviaria più panoramica d’Italia, ma salire a bordo di questo treno è anche l’esperienza più romantica che si possa fare. Stiamo parlando della Vigezzina Centovalli, una ferrovia a scartamento ridotto che svolge il servizio tra Domodossola e la svizzera Locarno.

Il percorso di questo particolare treno si snoda tra la Val Vigezzo conosciuta come la Valle dei Pittori per la storica presenza di paesaggisti e ritrattisti, e le Centovalli, per concludersi nel Canton Ticino. Si tratta di un territorio di un’assoluta bellezza e di un altissimo valore ambientale e paesaggistico. Fare questo viaggio con il proprio o la propria partner è incredibilmente romantico.

In occasione di San Valentino, le coppie possono viaggiare a bordo del treno della Vigezzina Centovalli con sconti fino al 50%. La promozione si chiama “Due cuori e un biglietto”, è valida per viaggiare tra il 12 e il 14 febbraio 2022 ed è perfetta per chi desidera godersi il magnifico panorama di questa parte inedita del Piemonte.

Sette sono i Comuni della valle, con le loro frazioni e mantengono intatto il ricordo del passato, con ambienti rurali ed eleganti edifici dall’architettura raffinata.

La storia della Ferrovia Vigezzina Centovalli

La Ferrovia Vigezzina Centovalli nacque dall’esigenza delle popolazioni locali di avere un proprio sistema di collegamento che servisse le valli alpine nel modo migliore possibile e che si inerpicasse facilmente lungo i pendii montani.

La costruzione di questa linea, complementare a quella del Sempione, è stata il simbolo del progresso portato dal nuovo secolo. La Vigezzina (così è conosciuta la parte italiana della Centovalli) parte da Domodossola e si snoda attraverso paesaggi suggestivi dominati da fitti boschi, montagne che si alternano a verdi vallate, profonde forre scavate dai torrenti, corsi d’acqua e cascate di rara bellezza. Tutto ciò viene visionato dal viaggiatore che resta letteralmente a bocca aperta e incantato dal susseguirsi di scenari incantevoli.

ll percorso è lungo poco più di 50 chilometri e prevede 83 ponti e 31 gallerie e s’immerge totalmente nella natura. Il caratteristico trenino blu, non appena supera la Val Vigezzo, si insinua in territorio svizzero, attraversando il Canton Ticino. Si possono ammirare le Cento Valli, caratterizzate da una fitta vegetazione composta da boschi di faggio, corsi d’acqua e montagne dai fianchi frastagliati che donano al viaggiatore la bellezza di paesaggi unici.

Info utili

Il biglietto è acquistabile online sul sito della Ferrovia Vigezzina Centovalli e include un viaggio di andata e ritorno in Seconda classe, con prenotazione del posto a sedere e si possono scegliere diversi itinerari: da Domodossola a Locarno e viceversa (22 euro a coppia), da Domodossola a Santa Maria Maggiore (15 a coppia) e da Locarno a Santa Maria Maggiore (18 euro a coppia). Il biglietto speciale non prevede la possibilità di effettuare una fermata intermedia lungo il percorso.

Per l’ingresso in Italia dalla Svizzera è richiesta la compilazione del Plf, mentre per l’ingresso in Svizzera dall’Italia è necessario essere in possesso del Green Pass base. Per viaggiare a bordo dei treni è obbligatorio indossare la mascherina (tipo Ffp2 per l’Italia).

Ferrovia-Vigezzina-Centovalli-Ponte-in-muratura-Centovalli

Ferrovia Vigezzina Centovalli, un ponte in muratura

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carnevale Curiosità eventi Viaggi

Il carnevale più antico del mondo è questo (forse)

L’inizio del nuovo anno non si limita solo alla realizzazione di una o più liste dedicate ai nuovi propositi, ma si traduce anche e soprattutto nell’attesa di uno dei momenti più folli dell’anno, al punto tale che la città di Colonia ha istituito persino una quinta stagione esclusivamente dedicata a questo periodo. Stiamo parlano del Carnevale, la festa durante il quale, sin da tempi antichissimi, tutto vale.

In molti, durante questo periodo, si mettono in viaggio verso tutte quelle celebrazioni che, con il tempo, sono diventate iconiche attirando in determinati luoghi, piuttosto che in altri, migliaia di persone da tutto il mondo. Ne è un esempio il meraviglioso, romantico ed elegante carnevale di Venezia, da anni divenuto una vera e propria attrazione turistica che si affianca ad altri famosi come quello di Rio o di New Orleans.

Ed è proprio quello di Venezia che, insieme ad altri, concorre nella disputa del carnevale più antico del mondo che, vi anticipiamo, è in Italia.

Il carnevale più antico del mondo

Quando parliamo di carnevale, non possiamo non pensare a lui a quello di Rio de Janeiro. Nonostante la festa sia considerata all’unanimità la regina di tutti i carnevali non è certo quella più antica che, come anticipato, è collegata al nostro Paese.

Venezia rivendica questo primato dato che un documento del 1904 è la preziosa testimonianza di come già in quegli anni si organizzassero delle feste in strada. A questo, poi, segue l’attestazione ufficiale di festa pubblica da parte della Repubblica Veneziana nel giorno antecedente alla Quaresima.

Ma c’è un altro luogo, in Italia, che rivendica il primo posto tra i carnevali più antichi del mondo ed è Fano. La città in provincia di Pesaro e Urbino nelle Marche, infatti, è in possesso di un documento che risale al 1347 e menziona le spese sostenute da parte del comune per l’organizzazione dei festeggiamenti di carnevale.

La disputa è ancora accesa, fatto sta che quello di Fano è comunque considerato uno dei più antichi e suggestivi d’Italia. Scopriamolo insieme.

Il dolce carnevale di Fano

Tutto è tanto tempo fa a seguito della pace tra due famiglie potenti locali, almeno così vuole la storia. Le origini dei festeggiamenti sono fatte risalire ai Malatesta, i fautori di quello che è ancora oggi uno dei carnevali più suggestivi d’Italia e del mondo.

Durante questi giorni artigiani e maestri carrai uniscono le forze per dare vita a quelli che sono dei veri e propri capolavori scultorei in movimento che dominano sui grandi carri. Da questi si affacciano le persone mascherate per eseguire il tradizionale ghetto, ovvero il lancio di caramelle e dolciumi vari che rendono il carnevale di Fano uno degli appuntamenti più attesi per i golosi di ogni età.

Tra le tante maschere che sfilano in città, la più iconica è il Pupo, una sagoma che ogni anno assume il volto di un personaggio conosciuto a tutti per pregi, virtù o disonori. Una satira ironica, quella di questa tradizione, che rende il carnevale antico anche estremamente contemporaneo.

A fare da cornice sonora al Pupo e alle caramelle che librano in area alla stregua di coriandoli colorati c’è la Musica Arabita, una strana banda strampalata che trova il suo posto sull’ultimo carro della parata, le quali origini seguono quelle carnevalesche. Armati di lattine, caffettiere, campanacci e bottiglie, i musicisti intonano un’allegra e irriverente parodia delle orchestre più conosciute, alimentando la follia collettiva prevista dall’evento.

Così Fano, conosciuta come città della Fortuna, in questo periodo dell’anno si trasforma nel paese dei Balocchi, un’esperienza assolutamente da vivere per toccare con mano l’essenza più vera e folle del Carnevale.

Carnevale di Fano

Carnevale di Fano

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Finalmente anche l’Australia riapre i confini: cosa sapere

Per quasi due anni, l’Australia ha mantenuto i suoi confini ben chiusi con l’intento di proteggere il Paese da una più drastica diffusione del Covid. Le sue misure di sicurezza sono state tra le più stringenti mai adottate in tutto il mondo, tanto che persino i suoi stessi cittadini all’estero non hanno potuto fare ritorno a casa per lunghissimo tempo. Ma qualcosa sta finalmente cambiando: dopo un primo allentamento delle restrizioni, ora le autorità australiane hanno annunciato la riapertura delle frontiere.

Australia, quando riaprono le frontiere

Oltre 600 giorni di chiusura hanno impedito (salvo pochissime eccezioni) l’ingresso a turisti, viaggiatori d’affari e persino cittadini australiani. Ma le autorità del Paese hanno deciso di fare un passo avanti, annunciando la riapertura dei confini. In realtà, una prima novità si era fatta strada già alla fine dello scorso anno, quando l’Australia aveva iniziato ad accogliere nuovamente turisti provenienti da svariati luoghi di tutto il mondo. A partire dal 15 dicembre 2021, secondo le regole ancora attualmente in vigore, i viaggiatori stranieri possono entrare nel Paese, purché in possesso di un adeguato visto temporaneo e di alcuni stringenti requisiti.

In particolare, è fatto obbligo ai turisti di compilare il modulo disponibile su questo sito almeno 3 giorni prima della partenza, di possedere un certificato di vaccinazione completa (da almeno 7 giorni) e di avere l’esito negativo di un tampone antigenico o molecolare effettuato rispettivamente nelle 24 ore o nelle 72 ore precedenti l’imbarco. A seconda del luogo verso cui si viaggia, è poi possibile che vi sia l’obbligo di sottoporsi a quarantena: le disposizioni, a questo proposito, variano da regione a regione.

Presto, come abbiamo detto, le cose cambieranno: il governo australiano ha annunciato la completa riapertura dei propri confini. “Sono passati quasi due anni da quando abbiamo deciso di chiudere le frontiere, e ora l’Australia riaprirà a tutti i titolari di visto dal 21 febbraio” – ha spiegato il primo ministro Scott Morrison. Una novità tanto attesa, che era ormai nell’aria da tempo e che ci aspettavamo proprio per i primi mesi di quest’anno. L’Australia rientra dunque a pieno titolo tra i Paesi che riaprono le frontiere nel 2022.

Come viaggiare in Australia

Naturalmente, per poter varcare i confini australiani è importante essere in possesso di alcuni requisiti. Sebbene non siano ancora state diffuse le linee guida complete, è stato lo stesso primo ministro ad annunciare che i viaggiatori dovranno essere completamente vaccinati. Saranno quindi necessarie due dosi di vaccino effettuate ad almeno 14 giorni di distanza, tra quelli attualmente approvati e riconosciuti nel Paese (ovvero Astrazeneca, Pfizer, Moderna, Sinovac, Bharat, Sinopharm, Sputnik, Novavax e Johnson & Johnson, di cui è sufficiente una sola dose).

L’Australia si aggiunge ai numerosi Paesi verso cui è possibile viaggiare solamente se si è vaccinati – in alcuni casi addirittura solo con dose booster. Di recente, sono stati Thailandia (per cui è previsto anche un corridoio Covid-free, limitatamente all’isola di Phuket) e Filippine ad aver riaperto i confini senza obbligo di quarantena ai turisti con vaccinazione completa. Mentre alcuni continuano a mantenere una linea dura. È il caso del Giappone, che ha prolungato sino al 28 febbraio il divieto di ingresso nel suo territorio ai viaggiatori provenienti da qualsiasi Paese per motivi turistici.

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I migliori borghi d’Italia dove andare con il tuo cane

Sono sempre più le persone che decidono di partire per le vacanze accompagnate dai loro fedeli animali domestici. Condividere un viaggio con il proprio cane è un’esperienza entusiasmante e sicuramente unica, ma non bisogna sottovalutare l’importanza di un’accurata organizzazione. Ci sono infatti luoghi che non sono molto adatti ai nostri amici a quattro zampe, e non è difficile incappare in qualche ostacolo se non si sceglie con attenzione la meta delle vacanze. In Italia, per fortuna, si può optare per tantissime splendide destinazioni. Ecco i borghi più belli dove andare insieme al nostro cane.

Come scegliere la meta per le vacanze con il cane

Quando si parla di borghi, il nostro Paese vanta un patrimonio immenso: splendidi villaggi perduti tra le montagne o affacciate sul mare turchese, immersi nel verde delle colline o a due passi da laghi suggestivi. E naturalmente, molti di questi custodiscono capolavori architettonici tutti da scoprire. Ma se vogliamo esplorare questi posti con i nostri amici animali, potremmo trovare qualche brutta sorpresa. Non tutti i luoghi sono infatti pet friendly, ed è importante organizzare con anticipo le nostre vacanze per evitare ostacoli in grado di rovinarci il viaggio.

Quali sono i requisiti a cui prestare attenzione se abbiamo intenzione di spostarci con il cane? Dalle strutture ricettive che accolgono anche gli animali all’ampia varietà di spazi aperti dove poter passeggiare e magari addirittura lasciar scorazzare liberamente i nostri fedeli amici: queste sono necessità primarie per potersi davvero godere una vacanza. E molti borghi italiani si stanno attrezzando per offrire i migliori servizi alle persone che viaggiano insieme ai loro animali. Ad occuparsi di queste realtà sempre più diffuse è BorghiDog, portale dove è possibile consultare tutti i paesi veramente a misura di cane. Ecco quali sono.

Borghi dove andare con il cane

Tremezzina

I borghi dog friendly d’Italia

Piccolissimo paese dell’Alta Val Brembana, immerso in un panorama mozzafiato, Valnegra è un’ottima scelta per chi vuole godersi vacanze all’aria aperta assieme al proprio cane. Oltre a poter usufruire di locali pronti a coccolare tutti i piccoli (e grandi!) compagni pelosi di viaggio, ci sono incantevoli sentieri nella natura perfetti da condividere anche con gli amici a quattro zampe. Tra boschi rigogliosi e bellissime vedute, il divertimento è garantito per tutti. Chi è invece alla ricerca di un suggestivo borgo da esplorare, le Marche offrono una meravigliosa alternativa: Treia. Paese ricco dal punto di vista culturale e architettonico, è pronto a sorprendere i turisti che passeggiano tra le sue strette viuzze, anche in compagnia del proprio animale.

Chi ama il panorama lacustre, non può proprio perdersi una visita a Tremezzina: il borgo, affacciato sul lago di Como, ha una splendida passeggiata che si snoda lungo la sponda orientale del bacino per oltre 11 km. Un itinerario dal grande fascino, che regala non solo scorsi incantevoli sulle acque turchesi, ma anche tanti punti di riposo dove godersi la compagnia del proprio cane. Qui ci sono anche delle spiagge dog friendly, l’ideale per trovare refrigerio nelle calde giornate estive. E a proposito di spiagge, non possiamo fare a meno di citare quella di Fiumaretta, a due passi dal borgo ligure di Ameglia. Dopo aver passeggiato per il suo centro storico, non c’è niente di meglio che un tuffo per rinfrescarsi un po’. E c’è persino un’area di sgambamento sulla sabbia, un vero e proprio parco divertimenti per ogni cane.

Borghi dove andare con il cane

Sottoguda

Ma sono molti altri i suggestivi borghi dove concedersi una gita fuori porta con un amico a quattro zampe. In Piemonte, ad esempio, si può visitare l’affascinante panorama del Ricetto di Candelo, una vera e propria fortificazione medievale dove le lancette si sono fermate. Sul lago di Garda c’è invece il paese di Tremosine, che offre una delle viste più spettacolari d’Italia. Il Veneto vanta un’ottima scelta dog friendly: da Asolo, il cui centro storico è un vero gioiello, a Valeggio sul Mincio, dove ci sono splendide passeggiate. Senza dimenticare Sottoguda, antico villaggio disteso ai piedi delle Dolomiti. Nel Friuli Venezia Giulia, si possono ammirare le bellezze naturali che circondano il borgo di Venzone, oppure fare un tuffo nella storia tra le viuzze di Cordovado.

Nell’entroterra romagnolo, il paese di Montefiore Conca è il posto ideale per fare lunghe escursioni in compagnia del proprio cane. Ma anche la Toscana vanta bellissimi luoghi perfetti per chi viaggia con un animale domestico: è il caso di Barga, bellezza che sorge tra le colline lucchesi. Mentre in Umbria si può visitare il borgo di Bevagna, dove riposano splendide testimonianze d’epoca romana. Infine, la Basilicata: il piccolo villaggio di Grassano è un luogo ricco di storia e cultura, tutto da scoprire, mentre Latronico offre delle bellissime terme naturali e tante prelibatezze da assaporare.

Borghi dove andare con il cane

Bevagna

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Il palazzo misterioso nel quale puoi attraversare l’inferno di Dante

C’è un luogo intriso di fascino, mistero, suggestione e un pizzico di magia che è da sempre in cima alla delle destinazioni da raggiungere e da esplorare. E il motivo è facilmente intuibile dato che Sintra, la località portoghese situata tra le colline della Serra de Sintra, è una vera meraviglia. Qui, sul cielo limpido, si staglia dolcemente il Palacio Nacional da Pena situato suuna sporgenza rocciosa su una delle colline più alte del territorio, un palazzo che per colori, forme e linee rimanda inevitabilmente a quell’immaginario favolistico della nostra memoria infantile.

Dall’alto, l’edificio, domina su tutto il territorio rendendo superlativo, ma non è certo l’unica tappa di un itinerario fatto di fascino e magia, di simboli apparentemente indecifrabili, di una suggestione ai limiti tra la realtà e la fantasia.

Alla scoperta della Quinta da Regaleira

Non lontano dai punti d’interesse più conosciuti e frequentati di Sintra, troviamo anche la Quinta da Regaleira, un palazzo dai lineamenti maestosi circondato da 4 ettari di lussureggianti giardini, all’interno dei quali si snodano laghetti, fontane, sculture e grotte. Conosciuto anche con il nome Palácio da Regaleira, l’edificio è stato costruito i primi anni del 1900 per volontà del collezionista ed entomologo Antonio Augusto Carvalho Monteiro, e porta la firma dell’architetto italiano Luigi Manini.

Quinta da Regaleira

Quinta da Regaleira

La bellezza rara e fuori dall’ordinario dell’intera tenuta ha fatto meritare alla Quinta da Regaleira un posto d’onore all’interno della lista del Patrimonio Mondiale dell’UNESCO nel 1995. Ma non è solo quell’affascinante architettura che fonde gli stili tardo gotico e rinascimentale, e neanche quei simboli apparentemente indecifrabili che affondano le origini nel mondo esoterico e alchemico, ma è l’intero complesso a rappresentare una sorta di viaggio iniziatico per la rinascita.

La meravigliosa Cappella della Santissima Trinità, la Loggia e la Fontana dell’Ibis e quella dell’Abbondanza, le grotte e poi ancora la torre circolare sulla quale salire per poter contemplare la tenuta nel suo insieme e tutta Sintra: Quinta da Regaleira è meravigliosa in ogni suo angolo.

Eppure c’è qualcosa che attira qui cittadini e viaggiatori da tutto il mondo, ed è la presenza di due pozzi, in corrispondenza delle torri, nelle quali scendere per affrontare il percorso di rinascita, per attraversare i 9 gironi dell’inferno dantesco.

Quinta da Regaleira

Quinta da Regaleira

L’inferno di Dante a Sintra

Sono due i pozzi all’interno della Quinta da Regaleira, quello iniziatico e quello incompleto. Il primo, nello specifico, è caratterizzato da una spirale che conduce i visitatori verso il fondo, a una profondità di 30 metri, attraversando 9 piani. Un numero che non è di certo un caso perché fa riferimento alla Divina Commedia. Il collegamento con i 9 gironi dell’inferno dantesco è inevitabile, così come lo è quello ai 9 cieli concetrici dell’opera del sommo poeta.

Scendere in questa torre invertita che squarcia il terreno, fino alle sue viscere per poi risalire, è un’esperienza che simboleggia la morte e poi la rinascita. Ad avvallare la metafora che si nasconde dietro al pozzo, c’è anche un mosaico posto sul fondo che rappresenta la bussola e la croce templare.

Ne emerge quindi un complesso che, nella sua totalità, era finalizzato a dei riti di iniziazione che si concludevano proprio in quel pozzo, in quella spirale che conduceva le persone verso il fondo e poi verso la risalita.

Il significato allegorico dei due pozzi, e soprattutto di quello iniziatico, sembra il pezzo di puzzle mancante per una comprensione totale di tutto il complesso che ancora oggi conserva misteri mai risolti e un fascino straordinario che attira qui ogni giorno migliaia di viaggiatori provenienti da tutto il mondo.

Pozzo iniziatico, Quinta da Regaleira

Pozzo iniziatico, Quinta da Regaleira