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Il Castello di Rambouillet, una perla reale immersa nel verde

A solo un’ora da Parigi, in Francia, è possibile immergersi nel verde di una delle foreste più belle dell’intero Paese, la Foresta di Rambouillet, anche chiamata di Yveline, che culmina, come nelle favole più belle, con la splendida e romantica veduta di un maniero. Si tratta del Castello di Rambouillet, una perla a soli 60 chilometri dalla capitale.

Un‘antica tenuta reale che, nel corso degli anni, ha ospitato personalità storiche del calibro di Luigi XVI e la sua sposa Maria Antonietta. Un luogo carico di fascino, elegante e suggestivo e che attualmente è sede di rappresentanza del Presidente della Repubblica Francese. Un castello che sa conquistare a prima vista, grazie alla bellezza della sua struttura costruita intorno al 1300 e alla ricchezza dei suoi ambienti interni, dove si possono scoprire oggetti e un mobilio di un’epoca di lustro ormai passata ma che ancora vive tra le mura del Castello di Rambouillet.

Il castello

Dalla Sala del Consiglio alla maestosa scalinata realizzata in stile rinascimentale, fino al boudoir di Maria Antonietta, in un tour nella storia che, in poco meno di due ore, vi regalerà emozioni uniche e tutta la bellezza di un luogo che, attraverso i secoli, non ha perso nulla del suo fascino originario. Ma non solo. Perché il Castello di Rambouillet nasconde delle chicche davvero eccezionali e che meritano di essere scoperte e vissute a pieno.

Passeggiando nel verde del parco che circonda la tenuta, infatti, ci si può piacevolmente imbattere nella Capanna della Principessa di Lamballe. Si tratta di una piccola e caratteristica abitazione, realizzata con un tetto di paglia in stile rurale ma che, una volta entrati, si manifesta in tutta la sua straordinaria bellezza grazie alle sue pareti piene di conchiglie, pilastri in stile dorico, una preziosa cupola in madreperla e le stanze che, in epoca passata, venivano utilizzate dalle dame come toilette.

Altra tappa molto amata quando si visita il castello è quella nell’area che Luigi XVI di Borbone fece costruire in onore di Maria Antonietta, la latteria. Si tratta di una struttura dalle sembianze di un tempio neoclassico in cui primeggia la statua di una mucca durante l’allattamento del suo piccolo e in cui poter osservare gli antichi strumenti di porcellana che venivano usati per servire il latte. Tutto questo avverrà in un tour che vi saprà conquistare e che vi regalerà la possibilità di fare un tuffo nel passato.

La foresta di Rambouillet

Infine, altro passaggio che vale la pena compiere visitando l’affascinante Castello di Rambouillet, riguarda la foresta che lo circonda. Un luogo che attira milioni di visitatori ogni anno poiché si tratta di una delle riserve naturali più belle della Francia, e non solo.

Qui, tra la vegetazione che si mostra nelle sue infinite sfumature di colore e la fauna che la abita, scoiattoli, volpi, donnole, ghiri, faine, conigli, ricci, lepri, ecc., potrete godere di piacevolissimi momenti di relax, passeggiando nel verde e ammirando l’infinita bellezza della natura.

Il tutto immergendovi in un’atmosfera carica di fascino e di suggestione, in un’area della Francia custode di tesori e di meraviglie che sarà impossibile dimenticare.

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Tirolo: viaggio nel tempo tra sacro e profano

È un viaggio nel passato, quello che vogliamo intraprendere oggi con voi, che ci porta direttamente in una delle destinazioni più affascinanti e suggestive del nostro Paese.

Ci troviamo nel cuore della provincia autonoma di Bolzano, e più precisamente in quella località dell’Alto Adige celebre soprattutto per quel paesaggio straordinario e variegato che la rende la meta imprescindibile degli amanti del turismo outdoor. Ma qui, a Tirolo, non mancano neanche le tradizioni, quelle che passano per la cucina e tutte quelle attività di benessere che attirano tantissimi di viaggiatori da tutto il mondo.

Le cose da fare e le cose da vedere a Tirolo e nei suoi dintorni sono tantissime, e non mancano neanche quelle che portano alla scoperta della storia di questa meravigliosa località. Ed è quello che faremo insieme oggi, con un viaggio nel tempo tra castelli e chiese, tra sacro e profano. Preparate le valigie, si parte!

Castelli e fortezze

C’è sempre un buon motivo per organizzare un viaggio a Tirolo e nei suoi dintorni, in qualsiasi periodo dell’anno e in ogni stagione, soprattutto se l’esigenza è quella di vivere esperienze all’insegna del relax e del benessere. Una vacanza qui, però, può trasformarsi anche in un vero e proprio viaggio nel passato destinato a entusiasmare tutti gli amanti della storia.

Sono diversi, infatti, gli edifici storici che puntellano l’intero territorio. Si tratta di rocche, chiese e castelli, di costruzioni sacre e profane che raccontano in qualche modo la storia e la cultura di questa località. Tra i più celebri c’è sicuramente Castel Tirolo, il maniero simbolo dell’intero territorio nonché storica residenza dei conti di Tirolo.

Non si tratta, però, dell’unico castello da visitare sul territorio. A Tirolo, infatti, ce ne sono altri quattro e tutti vantano una storia secolare tutta da scoprire. Come quella del Castel Auer, un edificio situato all’ingresso della Val di Sopranes le cui testimonianze scritte risalgono al XIII secolo. Gli interni del castello non sono visitabile poiché questo è abitato, una parte di esso però offre degli appartamenti che possono essere prenotati dai viaggiatori per le vacanze.

Un altro imperdibile edificio che racconta la storia di Tirolo è il Castel Torre, le cui prime notizie documentare risalgono al 1276. Immerso tra i vigneti ai piedi della cima della Muta, questo edificio oggi è stato trasformato in un hotel e in un ristorante.

Il nostro itinerario profano prosegue poi per il Castel San Zeno, chiamato così per la presenza di una cappella all’interno dell’edificio consacrata nel Medioevo proprio da San Zeno. Arroccato su uno sperone, il castello fu per anni la residenza dei Conti di Tirolo, ma venne distrutto nel 1347. Fu acquistato poi dalla famiglia Leopold von Braitenberg, oggi ancora proprietaria, che si occupò della ristrutturazione del maniero.

L’ultima tappa tra i castelli e le fortezze di Tirolo ci porta a Castel Fontana, ex dimora del poeta americano Ezra Pound che qui scelse di trasferirsi per trovare ispirazione. Oggi l’edificio è diventato sede del Museo agricolo dell’Alto Adige nonché centro per lo scambio culturale, curato proprio dagli eredi di Pound.

Castel Fontana

Fonte: Roterrucksack

Castel Fontana

Tra sacro e profano

Non sono solo i castelli e le fortezze a raccontare la storia di Tirolo. Anche le numerose chiese che puntellano la località, infatti, diventano le tappe imprescindibili di questo viaggio nel tempo.

La chiesa di San Giovanni Battista, che è forse la più celebre, è stata documentata per la prima volta nel 1164 come luogo battesimale della regione. L’edificio, testimonianza dello stile romanico, è stato nei secoli ampliato e restaurato.

Da raggiungere anche la chiesa di San Pietro, una delle più importanti testimonianze dello stile architettonico romanico lombardo-carolingio. All’interno dell’edificio sono conservati numerosi affreschi romanici e gotici. La posizione strategica, poi, consente di abbracciare il panorama del territorio che si snoda tutto intorno e che incanta.

Chiesa San Pietro

Fonte: Angelika Schwar

Chiesa San Pietro
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Il castello costruito da un uomo solo è pura magia

“Castello” evoca scenari medievali, un immaginario di duelli, cavalieri, dame, e un’epoca remota: ma non sempre è così.

Anche in anni più recenti è esistito chi ha sempre desiderato possedere un maniero da fiaba in stile medievale e costruirlo con le proprie forze per vederlo crescere pietra su pietra.

Fiaba moderna, è quella che è avvenuta a Cebolleros, nel nord della Spagna, in provincia di Burgos: qui, nel 1935, nacque un uomo, Serafin Villaràn, che dedicò vent’anni della sua vita proprio a inseguire questo sogno.

Castillo de las Cuevas, il castello costruito da un solo uomo

Nel 1978, con ambizione e determinazione, Serafin inizia a dare vita al suo progetto ispirato dai disegni dei castelli delle favole, lui che non ne ha mai visto uno dal vivo, come riferito dai familiari. Compra un terreno e, da solo, senza conoscenze architettoniche, lavora al suo capolavoro utilizzando cemento e pietre e sassi dei vicini fiumi Trueba e Nela: materiali che non sono certo i più adatti per le opere in muratura poiché non si legano alla perfezione e necessitano di una grande quantità di malta per rimanere uno accanto all’altro.
Eppure, Villaràn dispone soltanto di pietre di fiume e quelle utilizza, motivato più che mai.

Il sogno di costruire un castello come quello dei libri dove vivere con la famiglia è così intenso che Serafin si dedica anima e corpo al progetto e, semplice saldatore in fabbrica, è artefice di uno splendido edificio nato spontaneamente, con geometrie e forme inventate momento per momento, senza un piano prestabilito.

Il Castillo de las Cuevas, “Castello delle Grotte”, grazie alla perseveranza, al duro lavoro e alla pazienza del suo costruttore nei fine settimana, diventa col tempo una piacevole realtà.

Il favoloso sogno continua

La meravigliosa struttura architettonica, in un riuscito mix tra stile medievale e moderno, oggi si staglia in posizione panoramica sulla Sierra de la Tesla e consta di cinque piani, un bar/cantina al piano terra dove le persone possono incontrarsi, un salone al primo piano e un forno al terzo per cucinare una grande quantità di cibo.

Le torri circolari e merlate, impreziosite dalle pietre arrotondate dei fiumi, gli conferiscono l’aspetto di un autentico castello da fiaba che dona notorietà alla piccola comunità e attira turisti da tutta la Spagna.

A raccogliere l’eredità del padre sognatore, scomparso nel 1998 senza vedere la sua grandiosa opera ultimata, sono stati i figli Yolanda e Luis che, ogni anno, hanno investito parecchio denaro sottratto al budget familiare per completare il castello di circa 300 metri quadrati.

I visitatori sono ben accetti e hanno la possibilità di visitare tutti gli spazi dell’edificio di foggia medievale per scoprire con i propri occhi la maestria di Serafin e lasciarsi sorprendere dal suo ingegno.

L’ingresso è libero ma è gradita una piccola donazione per contribuire a coprire gli alti costi di mantenimento del Castello: i figli di Villaràn non intendono però trasformare l’interesse dei turisti in un business poiché vogliono mantenere “puro” il grande sogno del loro papà, un uomo umile che, pur non avendo mai ammirato un castello dal vivo, ha saputo crearlo con le sue stesse mani.

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Intorno a questo castello cresce una siepe gigantesca: è spettacolare

Se siete appassionati di storie di principesse, regnanti, cavalieri e battaglie, allora probabilmente in cima alle vostre travel wish list ci sono tutti quei luoghi dove campeggiano a vista grandi e maestosi castelli.

Ce ne sono tantissimi in tutto il mondo. Alcuni sono iconici, perché conservano storie leggendarie che ancora oggi ci appassionano, altri sono sensazionali perché assomigliano per forme e lineamenti ai castelli che hanno fatto da sfondo alle favole più belle. Ce ne sono altri ancora, invece, che catturano la nostra attenzione per i misteri, le curiosità o altri fatti bizzarri che li riguardano.

E a proposito di cose strane, sapevate che nel Regno Unito esiste un castello bellissimo che è circondato da una delle siepi più alte e spettacolari del mondo? Scopriamolo insieme.

Il Castello Rosso nel Regno Unito

Il nostro viaggio di oggi ci conduce nel Regno Unito, proprio nella terra dei castelli. Ce ne sono così tanti, che si snodano su tutto il territorio, che fare un elenco preciso sembra quasi una missione impossibile.

Alcuni sono così celebri, e già scelti come meta di viaggio, che non hanno bisogno di presentazioni. Ma ce ne sono altri che sono meno popolari, ma non per questo meno straordinari.

Il castello che vogliamo raggiungere oggi, insieme a voi, si trova nei dintorni di Welshpool, una cittadina gallese nella contea di Powys. Le origini dell’edificio risalgono al XII secolo quando i principi della contea vollero erigere questa fortezza. L’aspetto che vediamo oggi, però, è frutto di diverse ristrutturazioni effettuate nelle epoche dei Tudor e degli Stuart.

Nato come residenza fortificata dei principi di Powys, il castello oggi rappresenta uno dei migliori esemplari meglio conservati di fortezza del Galles, motivo per il quale è entrato a far parte del National Trust.

Se siete appassionati di castelli e di fortezze, non potete non inserire una visita a questo edificio in occasione di un viaggio in Galles. Il castello di Powis, conosciuto anche come Castello Rosso, è situato su uno sperone roccioso ed è contraddistinto dal colore rosa ed è immerso in una campagna lussureggiante e rigogliosa. Ad attirare l’attenzione dei visitatori, però, è soprattutto il suo giardino. Un’area meravigliosa che ospita giardini pensili, terrazzamenti all’italiana e siepi grandiose, di diverse forme e grandezze.

Un’area meravigliosa che ospita giardini pensili, terrazzamenti all’italiana e siepi grandiose, di diverse forme e grandezze.

Ed è proprio una di queste siepi ad aver attirato la nostra attenzione. Una grande muraglia naturale e verticale che si inerpica sul muro che circonda il castello per 14 metri.

I giardinieri del National Trust a lavoro sulla siepe che circonda castello di Powis

Fonte: IPA

I giardinieri del National Trust a lavoro sulla siepe che circonda il castello di Powis

Una montagna vegetale intorno al castello

È maestosa e imponente, sicuramente unica al mondo, stiamo parlando della straordinaria siepe che circonda una parte del Castello di Powis e che svetta verso il cielo per 14 metri di altezza.

Le sue dimensioni sono così ampie che, a prima vista, sembra quasi di trovarsi di fronte a una montagna verdeggiante situata a ridosso dell’edificio.

Le origini di questa siepe topiaria, costituita da diversi esemplari tra cui tasso e larice, sono antichissime e affondano le loro radici nel XVIII secolo, quando gli arbusti furono piantanti. Con gli anni, la forma insolita di questa barriera naturale, e la sua secolare storia, l’hanno trasformata in una vera e propria attrazione turistica, forse la più suggestiva dell’intero giardino.

Così ogni anno durante la stagione autunnale una squadra di giardinieri esperti nel National Trust, lavora per potare questa siepe spiccando il volo grazie a un braccio meccanico che li porta fino in cima. Per completare il lavoro ci vogliono circa 10 settimane. Il risultato però è sempre straordinario!

La potatura della siepe del castello di Powis

Fonte: IPA

La potatura della siepe del castello di Powis
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Come in una fiaba: il castello galleggiante sospeso tra cielo e acqua

Il mondo che abitiamo non smette mai di sorprenderci perché custodisce luoghi straordinari che sono così belli da non sembrare veri. Alcuni portano la firma indelebile di Madre Natura, altri sono creati dall’uomo, ma ciò che li accomuna è che sono reali e per questo ancora più incredibili.

Posti che per forme, dimensioni e lineamenti ricordano tutti quegli scenari che abbiamo visto solo tra le pagine dei libri della buonanotte, come quel castello solitario arroccato su un piccolo isolotto immerso in un lago in Lituania. Un edificio straordinario che sembra uscito da una fiaba e che oggi vogliamo scoprire insieme a voi.

Un castello da fiaba in Lituania

Ci troviamo in Lituania, in uno dei Paesi più sorprendenti del nostro continente, lì dove la storia e la cultura delle antiche città convive con un paesaggio naturale di immensa bellezza che lascia senza fiato.

Organizzare un viaggio qui è sempre un’ottima idea, soprattutto perché ci permette di scoprire un territorio sorprendente. Non solo per una visita alla splendida capitale, celebre per la città vecchia di origine medievale e l’architettura gotica e barocca, ma anche per un’esplorazione ai suoi territori circostanti che, vi anticipiamo, sono straordinari.

Bellissima, per esempio, è la cittadina di Trakai, situata a meno di 30 chilometri da Vilnius, e situata nell’omonima contea. È qui che si trova un castello incredibile, un edificio delle meraviglie che si spalanca davanti agli occhi dei viaggiatori.

Si tratta del castello di Trakai eretto sulle acque del lago Galve, lì dove ancora oggi galleggia e si rispecchia creando un’atmosfera surreale e bellissima.

Il castello di Trakai

Considerato uno dei castelli più belli d’Europa, quello di Trakai è situato in una posizione strategica che rende la sua vista ancora più affascinante. L’edificio, infatti, campeggia nel bel mezzo del Parco Nazionale della Lituania, un’area naturale che si estende per oltre 8000 metri e che è stata istituita nel 1992.

La caratteristica di questo parco sta proprio nella sua estensione e nel fatto che si snoda tra laghi, colline di origine glaciale e natura lussureggiante. Proprio qui sono conservati e valorizzati alcuni dei monumenti storici di tutto il Paese. Tra i più celebri c’è lui, il castello di Trakai che sorge su un’isolotto immerso nel lago e circondato da altri lembi di terra dove sorgono foreste e boschi.

Le tegole rosse dei tetti, incorniciate da alti torrioni e da una cinta muraria, si affacciano direttamente sulle acque placide e turchesi del lago creando un’atmosfera incantata che non conosce eguali.

Il castello di Trakai è l’unica fortezza di tutta l’Europa orientale costruita sulle acque. Le sue origini affondano nel 1300 quando, per volere del granduca Gediminas, venne creata qui la sua dimora. Fu suo figlio, poi, a voler fortificare l’edificio e a trasformarlo in quel castello che ancora oggi incanta e stupisce.

Con gli anni la struttura è stata ampliata, modificata e fortificata fino ad arrivare all’aspetto che oggi vediamo e che è stato preservato grazie a lavori di restauro conclusi  dopo la fine della Seconda Guerra Mondiale.

Il castello, che è diventata una delle mete turistiche più amate di tutta la Lituania, è collegato alla terra ferma da un ponte che conduce direttamente all’interno della fortezza. L’edificio, che ospita diversi eventi e manifestazioni artistiche e musicali, può essere visitato da marzo a fine settembre.

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In Francia esiste un castello delle fiabe che deve essere “salvato”

Esistono luoghi che non smettono mai di incantarci perché per forme, colori e dettagli, rimandano proprio a quell’immaginario favolistico che ha caratterizzato inevitabilmente la nostra infanzia. Lo stesso che ci ha fatto sognare da bambini e che non smette ancora di farlo.

Non stupisce, quindi, quella meravigliosa sensazione che proviamo dentro ogni qualvolta ci troviamo davanti ai castelli del mondo, luoghi ricchi di storia e di bellezza che, inevitabilmente, ci rimandano a storie affascinanti e seducenti, vere o leggendarie, che riguardano principi e principesse, cavalieri e regnanti.

Ed è una di queste storie che vogliamo raccontarvi oggi, diversa da quelle che conosciamo ma reale e suggestiva. È quella dello Château de Vigny, il castello delle fiabe in Francia che ha bisogno del nostro aiuto.

Le Château de Vigny

Ci troviamo nella Val d’Oise, nella regione dell’Île-de-France, è qui che esiste uno splendido castello che appare come una visione magica agli occhi di chi lo guarda. Progettato dall’architetto Charles Cazot, lo Château de Vigny è una delle massime espressioni di stile neogotico visibile in ogni suo straordinario dettaglio.

Imponente e maestoso, questo edificio si sviluppa su una superficie di quasi 4000 metri quadrati, e come tutti i castelli che si rispettano, anche questo è circondato da un fossato e protetto da ben sei torri merlate. La struttura ospita 176 camere, mentre tutto intorno si estende un parco naturale di 20 ettari.

Le sue origini risalgono al 1504 quando, il cardinale Georges d’Amboise, scelse di costruire quella che sarebbe stata la sua futura dimora in un sito già occupato da una vecchia struttura medievale. Altre modifiche, visibili nell’aspetto attuale del castello, furono apportate nel 1880 per volontà dell’allora proprietario Philippe Vitali, principe di Sant’Eusebio.

Di secolo in secolo, questo castello situato ad appena 40 chilometri da Parigi, ha fatto da scenografia alle storie e alla vita delle grandi famiglie di Francia che si sono susseguite come proprietarie negli anni.

Lo scoppio della Prima Guerra Mondiale, però, ha causato ingenti danni alla struttura del castello che, passato per mano di diversi proprietari, è stato abbandonato. Nel 2001 Château de Vigny è stato acquistato da un’azienda giapponese che ha sfruttato i grandi spazi della struttura per inaugurare una scuola di cucina, ma il progetto è poi fallito e il castello è tornato in stato d’abbandono.

Rimesso in vendita nel 2015, l’edificio è stato acquistato dall’imprenditore Fabrice Levesque che aveva come obiettivo quello di trasformare il castello in un hotel di lusso. Purtroppo, però, le condizioni interne erano così disastrose da necessitare di un importante restauro. Così è nata l’Associazione per il salvataggio del castello di Vigny, capeggiata dallo stesso Levesque.

Un castello da salvare

La bellezza architettonica e l’importanza storica di questo castello per tutta la Val d’Oise gli hanno fatto guadagnare il titolo di monumento storico già nel 1984. Nonostante gli sforzi che si sono susseguiti negli anni per la salvaguardia di questo edificio, oggi lo Château de Vigny è in pericolo, motivo per il quale è stata lanciata una raccolta fondi aperta a tutti.

Nonostante dall’esterno il castello non sembra aver subìto i danni del tempo, in realtà, i suoi interni vertono in condizioni disastrose, motivo per il quale attualmente la struttura è chiusa al pubblico. Ma se vi trovate nella Val d’Oise, il consiglio è quello di raggiungerlo per ammirare tutto il suo incanto anche da fuori.

E se a guardarlo avete la sensazione di averlo già visto da qualche parte, lasciatevi dire che non vi state sbagliando. Château de Vigny, infatti, ha fatto da sfondo al videoclip Te Amo di Rihanna, nonché a pellicole come Les Barbouzes, Les Tontons flingueurs e Versailles.

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Il castello di Mussomeli, circondato da antichissime leggende

Sicilia, una terra unica, magica, fatta di bellezze naturali che lasciano senza fiato e di meraviglie architettoniche cariche di fascino e di storia. Ma anche di straordinarie leggende e misteri, che si fondono con il reale di epoche vissute e che continuano a far vivere un passato che mai verrà dimenticato.  Come quelle che si narrano e che aleggiano intorno al Castello di Mussomeli anche noto come Castello Manfredonico, in provincia di Caltanissetta.

Un luogo dal fascino unico, realizzato su un’altura praticamente inaccessibile tra il 1364 e il 1367, e la cui ubicazione rendeva il castello un punto strategico dal punto di vista militare, proteggendo dall’alto il territorio circostante.

Castello di Mussomeli, la storia

Una roccaforte, voluta da Manfredi III di Chiaramonte, duca di Modica, e rimasta nella storia per un evento ricordato come “Sala dei Baroni”. In questa celebre sala, infatti, si riunirono Papa Bonifacio IX, Artale Alagona e Manfredi Chiaramonte, due dei vicari dell’ancora minorenne Maria di Sicilia o d’Aragona, figlia di Federico III di Aragona ed ereditiera della Corona, nel tentativo di delegittimare il matrimonio tra la giovane e Martino il Vecchio duca di Montblanc d’Aragona. Avvenuto di fatto, dopo il rapimento della giovane organizzato proprio da quest’ultimo, nel tentativo di accaparrarsi il trono. Ma anche un castello intriso di misteri e leggende.

Storie che si intrecciano tra loro e che si fondono con avvenimenti reali, caricandoli di un fascino unico e di infinite suggestioni.

Misteri e leggende di un luogo senza tempo

Come quelle che riguardano l’omicidio mai realmente risolto di Laura, la sfortunata baronessa di Carini, figlia di Don Cesare Lanza, Barone di Trabia e Conte di Mussomeli, che divenne proprietario del Castello di Mussomeli nel 1594. Una morte avvenuta per mano del padre stesso o forse del marito di Laura, Don Vincenzo La Grua-Talamanca, Barone di Carini. Dopo averne scoperto il tradimento con Ludovico Vernagallo. E di cui si dice che il fantasma si aggiri ancora tra le stanze del castello in cerca del padre e della sua vendetta.

O come quella delle tre sorelle del Principe Federico: Clotilde, Margherita e Costanza. Le tre, infatti, vennero segregate in un piccola stanza proprio su volontà del fratello, che dovendo partire per la guerra volle proteggerle dal mondo esterno. Rinchiudendole, con i beni necessari alla sopravvivenza, in una stanza di cui fece murare la porta.  Il viaggio del Principe Federico, però, durò molto più del previsto e al suo ritorno, aprendo la stanza, trovò le sorelle ormai morte per inedia, con il viso sfigurato dalla fame. Da questa stanza, chiamata anche  la “camera di li tri donni”, si dice arrivino dei suoni, simili a lamenti e pianti strazianti.

Ma le leggende che vivono e alimentano la storia del Castello di Mussomeli non finiscono qui. Altro insolito abitante e che si dice aleggi tra le stanze e i corridoi della fortezza, è il fantasma di Guiscardo de la Portes. Un soldato spagnolo che venne ucciso nel 1392, dagli uomini di Don Martinez, rivale in amore del giovane e che, non riuscendo a conquistare il cuore dell’amata da entrambi, la bella  Esmeralda de Loyoza, mandò i suoi uomini a eliminare il soldato per punire la donna. Portandole via per sempre il suo amore.

Storie e leggende cariche di emozioni, intrighi, amori vissuti o spezzati. Il cui ricordo rimane vivo nei racconti di chi ha camminato tra le mura del castello e di chi, per suggestione o per altro, pensa di averne visto i protagonisti. E che, al di là della sua indiscutibile bellezza dal punto di vista architettonico, rappresentano un valido motivo per visitare Mussomeli e il suo castello dagli innumerevoli segreti.

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Scoperta sensazionale: trovati i resti di un’antica città perduta

Proprio come nei migliori film di avventura, ecco che arriva una notizia a dir poco sensazionale. La fortezza di Rabana-Merquly, risalente a circa 2000 anni fa e situata sui monti Zagros, nell’attuale territorio del Kurdistan iracheno, potrebbe far parte di una città a stampo reale fino ad ora perduta, l’antica Natounia.

Una scoperta nata a seguito di uno studio condotto da un gruppo di archeologici in un arco di tempo compreso tra il 2009 e il 2022. E che, grazie agli scavi compiuti e all’utilizzo delle fotografie scattate dai droni, ha potuto riportare alla luce nuovi reperti e catalogare il sito arrivando a questa eccezionale conclusione.

La città di Natounia infatti, fino ad ora conosciuta solo per il ritrovamento di alcune monete risalenti al I secolo a.C., faceva parte dell’Impero dei Parti. Una vera e propria potenza cultura e politica insediata tra l’Iran e la Mesopotamia e presente in questi luoghi circa 2000 anni fa. Ma di cui, fino a oggi, non si avevano grandi testimonianze e informazioni.

Dai dati raccolti e dagli scavi eseguiti, si è visto come la fortezza di pietra di Rabana-Merquly comprenda anche una serie di fortificazioni lunghe quasi 2,5 miglia (circa 4 chilometri), un complesso religioso, due insediamenti più piccoli e rilievi rupestri scolpiti e ritrovati all’ingresso della zona mappata. Rilievi che, di fatto, hanno aperto le porte a nuove ipotesi e scoperte. Proprio questi, infatti, raffigurano l’immagine di un re, lo stesso rappresentato su una statua trovata in passato ad Hatra, un sito a circa 230 chilometri da quello di Rabana-Merquly.

Secondo i ricercatori questi rilievi sarebbero la raffigurazione del fondatore della dinastia reale di Adiabene. Un regno molto antico della Mesopotamia settentrionale e che a sua volta faceva parte dell’Impero dei Parti. E questo lo si è capito da alcuni particolari delle incisioni, come l’abito indossato dal re o il suo cappello. Ma non solo.
A rafforzare l’idea della reale importanza della fortezza di Rabana-Merquly e dell’aderenza del sito con la città di Natounia, poi, sono state anche le monete già citate. Unica testimonianza in essere di un luogo che sembrava scomparso.
Sempre secondo i ricercatori, infatti, le caratteristiche dell’antica città perduta e tornata alla luce, coincidono con quelle scoperte analizzando le monete già citate, ricche di dettagli utili e la cui provenienza è riconducibile proprio dall’antica Natounia, anche chiamata Natounissarokerta. Termine che sta a indicare appunto una fortezza.

Se questo non bastasse, tra gli altri ritrovamenti a cui hanno preso parte studiosi e archeologi condotti dal ricercatore dell’Università di Heidelberg, il dott. Michael Brown, sono venute alla luce anche alcune caserme militari e templi dedicati con molta probabilità alla dea persiana “Anahita”. Ritrovamenti che vanno a rafforzare ancora di più la fondatezza della scoperta.
E che dimostrano come la citta di Natounia e la sua fortezza, fossero tra i luoghi più importanti dell’Impero, utilizzati con molta probabilità come snodo di commerci e relazioni diplomatiche. E rimarcando, di fatto, la grande importanza avuta in passato da una terra carica di testimonianze storiche, civiltà complesse e fiorenti e che ancora oggi aspetta di essere scoperta. Per riscostruire passo dopo passo la storia dell’umanità tutta

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Questo castello è un piccolo gioiello nascosto tra i monti

L’Italia è un Paese pieno zeppo di castelli. Ce ne sono nei piccoli borghi medievali, nei centri storici delle città, lungo i confini. dappertutto. Alcuni sono molto famosi, altri quasi sconosciuti.

Solo in Alto Adige se ne contano all’incirca 800. Di questi, molti sono musei, altri hotel, altri ancora ristoranti. Ma ce n’è uno, piccolissimo, nascosto in una valle poco frequentata, che è un vero gioiello e che abbiamo visitato in esclusiva per voi.

Che qualcuno spalanchi l’antico portone di legno di un castello apposta per voi è una sensazione di privilegio unico e indescrivibile. Ed è quanto è accaduto quando abbiamo visitato, fuori orario, Schloss Welsperg, il Castello di Monguelfo, in provincia di Bolzano.

Questo delizioso castello medievale, con tanto di mura merlate, feritoie (alcune molto nascoste), torre e ponte d’accesso (un tempo c’era un ponte levatoio ma ora non serve più) costruito su uno sperone di roccia, spunta a ridosso della montagna in mezzo alla fitta vegetazione della Val Casies, una piccola valle laterale della Val Pusteria, lunga solamente una ventina di chilometri e che termina difronte a una montagna al di là della quale c’è già l’Austria.

Schloss-Welsperg

Fonte: ©TV Gsieser Tal Kamilla Photography

Schloss Welsperg, il Castello di Monguelfo

Brunhilde Rossi Agostini, la “castellana”, responsabile del Comitato del Castello di Monguelfo per conto del proprietario – il castello è infatti privato – è praticamente cresciuta tra le spesse mura di questo luogo ricco di storia, di fascino e anche di mistero, dove la madre era a servizio. Lo conosce come le sue tasche. Snocciola fatti, curiosità e persino racconti di fantasmi. Ma andiamo per ordine.

Il Castello di Monguelfo

Il primo documento in cui si parla di Schloss Welsperg risale al 1126. Fu costruito dai Signori di Welsperg e rimase il loro castello per ben 800 anni. Aveva uno scopo amministrativo per tutte le terre di proprietà (ed erano moltissime) e di giudizio.

Nel primo decennio del 1900, quando la famiglia si estinse, il castello passò nelle mani dei Conti Thun-Hohenstein-Welsperg, tuttora proprietari di questo meraviglioso luogo.

castello-monguelfo-cortile

Fonte: @SiViaggia – Ilaria Santi

Il cortile interno del Castello di Monguelfo

Un gioiello in miniatura

Il Castello di Monguelfo sembra uscito da un libro di fiabe. Benché le dimensioni siano davvero ridotte, non manca nulla rispetto a ciò che ci si aspetterebbe di trovare in un castello. Una volta entrati, ci si trova in un piccolo cortile di pietra con la fontana dove, ancora oggi, si attinge l’acqua potabile che arriva direttamente dalle sorgenti della Val Casies. Il mastio, che rappresenta il cuore del castello, alto 40 metri, oltre essere una torre di vedetta, fungeva anche da segreta dove venivano rinchiusi i prigionieri. E’ la parte più antica.

Il piccolo castello in realtà è pieno di stanze, alcune anche molto grandi. C’è la grande cucina col tetto ancora nero di fuliggine dove veniva fatta affumicare la carne, la grande dispensa e quella piccola, che serviva per i prodotti freschi come latte, burro e formaggio, le cantine a ridosso della montagna, con la roccia a vista che si è formata circa 100mila anni fa.

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Fonte: @SiViaggia – Ilaria Santi

Gli interni del castello così com’erano nel Medioevo

Dal cortile, una piccola scala conduce alla cappella privata dedicata a San Giovanni, ricavata in un angolino del castello e quindi dalla pianta asimmetrica. Durante alcuni recenti lavori di restauro, sono venuti alla luce alcuni meravigliosi dipinti rimasti per secoli nascosti dietro l’intonaco bianco e risalenti al 1540 circa.

Il piano superiore dell’edificio ospita gli appartamenti privati con camere e salotti. La stanza più grande è la Sala dei cavalieri, dove i Signori incontravano gli ospiti e dove oggi si svolgono concerti, esposizioni e rappresentazioni teatrali. Poi c’è la “stube del Conte”, una stanza che esiste ancora oggi in molte delle antiche case altoatesine. Completamente rivestita di legno e con una grande stufa di porcellana a riscaldare l’ambiente, è sempre stato l’ambiente più caldo dove si raccoglieva la famiglia nei freddi inverni. E poi ci sono le camere da letto.

Dietro l’edificio si trova un grande giardino, che ospita anche un orto di erbe aromatiche e medicinali che tutt’oggi vengono raccolte per ricavarne creme e tisane. In questo ampio spazio all’aperto d’estate si organizzano concerti.

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Fonte: @SiViaggia – Ilaria Santi

Le mura merlate del Castello di Monguelfo

Quando è possibile visitarlo

Il castello non è sempre aperto, ma solo in certi periodi e per alcune occasioni speciali. Lo si può visitare tra luglio e la metà di settembre dalle 10 alle 16, la domenica dalle 14 alle 18, mentre è chiuso il sabato. Dal 5 al 16 settembre apre solo due ore al giorno, dalle 13.30 alle 15.30, mentre fino al 28 ottobre lo si può visitare solo il giovedì, sempre dalle 13.30 alle 15.30.

Nel periodo estivo vengono organizzati concerti serali a lume di candela, che creano un’atmosfera davvero suggestiva, riportando il visitatore indietro nei secoli. L’ingresso al castello, con la visita guidata in compagnia della signora Brunhilde che racconta non solo la storia ma anche tutti gli aneddoti legati al castello, costa 3 euro, mentre per prendere parte agli eventi il biglietto costa 10 euro.

I sentieri del castello

Si può raggiungere il Castello di Monguelfo in auto, ma merita anche una bella passeggiata che parte dalla cittadina di Monguelfo, la più grande della Val Casies. La valle è famosa per i suoi numerosi sentieri e quelli che portano al castello sono tra questi. I sentieri per arrivarci, infatti, sono due, il Grande giro del castello (lungo 6 chilometri) e il Piccolo giro del castello (2,5 km). Sono entrambi due anelli che fanno tappa al castello, ma sono l’occasione per scoprire questa valle, una laterale della più nota Val Pusteria, ancora poco conosciuta e frequentata dal turismo di massa.

Grande giro del castello

La passeggiata più lunga parte dall’ufficio turistico di Monguelfo, passa dal centro del paese e, oltrepassato il padiglione della musica, prosegue verso il ponte che attraversa il Rio di Casies. Seguendo l’indicazione “Grande giro del castello” non si può sbagliare. Dopo una breve salita e un giro tra i prati e il bosco si giunge a Schloss Welsperg. Lungo il cammino meritano una sosta anche i resti di un altro castello che fu distrutto da un incendio, il rudere Thurn. Il giro dura meno di due ore.

Piccolo giro del castello

Molto più corto e breve – dura meno di un’ora – è l’anello che parte sempre dall’ufficio del turismo di Monguelfo, attraversa le case e la scuola del paese e che sale leggermente fino a raggiungere il castello direttamente. Per tornare al punto di partenza, si superano alcuni tornanti, il bosco e il ponte sul Rio Casies.

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Fonte: ©TV Gsieser Tal Harald Wisthaler

Lungo i sentieri del castello
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Puoi dormire in un castello a strapiombo sul mar dei Caraibi

Chiudete gli occhi e immaginate un mare da sogno, un territorio caratterizzato da una natura lussureggiante e da spiagge bianche e suggestive dalle quali è possibile raggiungere le barriere coralline.

Immaginate in quello stesso luogo un castello a strapiombo sul mare, un alloggio estremamente suggestivo apprezzato anche dai pirati. Un posto all’interno del quale vivere esperienze incredibili e surreali con viste mozzafiato.

Ora apriteli perché quel luogo esiste davvero. Ci troviamo in Giamaica, e più precisamente a Negril, al cospetto del Blue Cave Castle, l’hotel da sogno sul mar dei Caraibi che vi farà vivere un’esperienza regale e straordinaria.

Un castello in Giamaica

La scelte delle destinazioni di viaggio, che ci portano a viaggiare dall’altra parte del mondo, passano anche per gli alloggi. Certo, nel caso di un viaggio Giamaica i motivi che ci spingo qui sono infiniti. A partire dalla natura lussureggiante che caratterizza il territorio, passando per le foreste pluviali e le barriere coralline. E poi, ancora, la musica reggae e il mito Bob Marley.

Qualora però tutto questo non dovesse ancora bastarvi, allora, abbiamo la motivazione in più che vi spingerà a scegliere la Giamaica come prossima destinazione di viaggio. Si tratta di un castello, a strapiombo sul mare, che svolge la funzione di hotel.

Il suo nome è Blue Cave Castle e come il nome stesso suggerisce, si tratta di una fortezza costruita tra le grotte, caratterizzata dai colori blu che richiamano il cielo e il mare, in grado di offrire un’esperienza unica.

I dettagli, qui, fanno davvero la differenza perché nulla è lasciata al caso. Ci sono le torri merlate, le porte di accesso e i giardini, ci sono delle scale che partono direttamente dall’edificio e conducono tra le acque turchesi della Giamaica.

Il Blue Cave Castle sembra un sogno, ma è reale. L’hotel è situato a Negril, celebre destinazione della Giamaica conosciuta per le spiagge sabbiose che affacciano sulle baie straordinarie bagnate da acqua cristallina.

Blue Cave Castle: l’esperienza

Se è un’esperienza unica, sorprendente e sicuramente fuori dall’ordinario quella che state cercando, allora il soggiorno al Blue Cave Castle è quello che state cercando.

La fortezza costruita sul Mar dei Caraibi non ha nulla a che vedere con i resort che puntellano lo stato insulare, né con i loro servizi di lusso. L’atmosfera, seppur estremamente regale, è molto semplice, una scelta strategica, questa, per consentire agli ospiti di personalizzare al massimo l’avventura di viaggio.

Nell’hotel, infatti, non ci sono piscine o attrazioni, tutto ruota attorno al mare straordinario che bagna il castello, e che è accessibile direttamente a questo tramite delle scale. La posizione è comunque strategica, in appena dieci minuti di auto è possibile raggiungere ristoranti, negozi e altre spiagge meravigliose. Certo è che se è un’esperienza da sogno che volete vivere, non vi servirà allontanarvi da qui.

Costruito negli anni ’70, e ispirato chiaramente ai castelli europei, il Blue Cave Castle sorge su un antico covo dei pirati che rende l’atmosfera ancora più suggestiva. Secondo le storie locali, infatti, in quelle grotte scavate dal mare situate proprio nei pressi dell’hotel, un tempo neanche troppo lontano, si rifugiavano i pirati dei Caraibi.

Raggiungere ed esplorare le grotte è ovviamente possibile: basta percorrere le scale ricavate nella roccia per scoprire nuovi mondi.

La fortezza, con pietre grezze e rudimentali a vista, offre dei panorami unici sul Mar dei Caraibi e sui suoi straordinari colori grazie alla presenza di diverse terrazze situate in tutta la struttura. Anche le camere dell’hotel sono dotate di vista mare, per rendere ancora più suggestivo il soggiorno.